#racconti italiani
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pier-carlo-universe · 3 months ago
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Cinzia Perrone vince il primo premio al concorso “La Magia del Natale” con il racconto "Piccoli grandi gesti"
Una storia toccante di speranza e solidarietà premiata dall’Associazione Officina Mediterranea
Una storia toccante di speranza e solidarietà premiata dall’Associazione Officina Mediterranea. Cinzia Perrone si è aggiudicata il primo premio nella sezione Racconti Brevi del concorso “La Magia del Natale”, organizzato dall’Associazione Officina Mediterranea. La cerimonia di premiazione, tenutasi a Bolano il 31 dicembre 2024, ha celebrato il suo racconto intitolato “Piccoli grandi gesti”, una…
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gregor-samsung · 2 months ago
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" «Mi pare che m'abbia detto che lei parlerà subito dopo certe dichiarazioni di un deputato socialista». «Precisamente». «Dopo lui s'alza in piedi lei per parlare. Tutta la Camera farà un gran silenzio». «S'intende». «E in quel silenzio lei pronuncia, ben forte, che tutti sentano, questa frase: Viva Marx! Viva la Rivoluzione Sociale!». «Come?». «Cosí: Viva Marx! Viva la Rivoluzione Sociale!» Parlavo netto, scandito, guardandolo fisso negli occhi. Si era fatto pallido, tremava, fin che riuscí a dirmi: «Ma cara, lei dice per ridere, è una follia». «Dico sul serio. Certo, una follia, mi piacciono le follie, non mi piace altro. Un uomo che non sa fare una follia non è un uomo, è un animale qualunque. So che ci sono degli ospedali per le bestie, ma non ho mai sentito dire che ci siano i manicomi per le bestie. Ha mai sentito parlare di veterinari alienisti? Il solo segno certo di umanità è la follia. Lei non ne ha mai fatto nella sua vita?»
«No, se Dio vuole». «È terribile: ne faccia una ora, bella grande. Per amor mio. Ecco è venuto il suo quando. Potrei io amare un uomo che non vuol fare una follia nemmeno per amore? che amore è il suo? Dunque» e di nuovo tenevo gli occhi fissi nei suoi «dunque», ma questa volta dicevo sottovoce, quasi mormorando, «Viva Marx, viva la Rivoluzione Sociale!». «Ma, Daniela cara, proprio questa? È troppo grossa.» «Quando uno fa una follia non sta a prenderle le misure.» "
Massimo Bontempelli, L'amante fedele, prefazione di Marinella Mascia Galateria, Utopia Editore (Collana Letteraria europea), Milano, 2023, pp. 140-141.
[Edizione originale: A. Mondadori, 1953]
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scritturacreativa-85 · 2 months ago
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Oltre l’orizzonte dei nostri silenzi
Il vento sfiorava la mia pelle come un sussurro, portando con sé il profumo salmastro del mare mescolato a quello dolciastro delle ginestre. Davanti a me, la villa si stagliava in tutta la sua austera bellezza. Le sue finestre scure sembravano occhi che mi scrutavano, mentre i rampicanti lungo le pareti creavano intricate ombre sulle pietre antiche. Era la prima volta che tornavo qui dopo tanti…
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grazielladwan · 3 months ago
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PETALI DI CUORE
“Petali di cuore”: 56 scrittori (inclusa me), una raccolta di fiabe e un pizzico di magia. C’era una volta una piccola scuola elementare a Cuceglio, un paese incantevole incastonato tra le colline del Canavese. Ma questa scuola, come nelle migliori fiabe, si trova in pericolo: pochi bambini, poche famiglie interessate e il rischio concreto di chiusura. È qui che inizia la nostra storia, una…
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princessofmistake · 1 year ago
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Anche il più nobile sentimento si atrofizza e si dissolve poco a poco, se nessuno intorno ne fa più caso. E' triste dirlo, ma a desiderare il Paradiso non si può essere soli.
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-Sessanta racconti, Dino Buzzati.
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stilouniverse · 2 years ago
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La piccola collana "Racconti classici italiani" aggiunge un nuovo autore
Presentiamo ai nostri lettori una collana in fieri di racconti di autori italiani corredata da prefazioni e note: i primi cinque volumetti: Arrigo Boito “L’alfier nero” Arrigo Boito “Il pugno chiuso” Luigi Capuana “Novelle” Grazia Deledda “La regina delle tenebre” Giovanni Verga “Le storie del castello di Trezza” a cui si aggiunge, al momento solo in ebook Igino Ugo Tarchetti “Tre…
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colonna-durruti · 1 month ago
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Sin quando si continuerà a voler parlare della Venezia Giulia come di una regione italiana senza accettarne la realtà di un territorio abitato da diversi gruppi nazionali e trasformato in area di conflitto interetnico dai vincitori del 1918, incapaci di affrontare i problemi posti dalla compresenza di gruppi nazionali diversi, si continuerà a perpetuare la menzogna dell’italianità offesa e a occultare (e non solo a rimuovere) la realtà dell’italianità sopraffattrice. Non si tratta di evitare di parlare delle foibe, come ci sentiamo ripetere quando ragioniamo nelle scuole del giorno della memoria e della Shoah, ma di riportare il discorso alla radice della storia, alla cornice dei drammi che hanno lacerato l’Europa e il mondo e nei quali il fascismo ha trascinato, da protagonista non da vittima, il nostro Paese.
Ma che cosa sa tuttora la maggioranza degli italiani sulla politica di sopraffazione del fascismo nei confronti delle minoranze slovena e croata (…), addirittura da prima dell’avvento al potere? Della brutale snazionalizzazione (proibizione di uso della propria lingua, chiusura delle scuole, chiusura delle amministrazioni locali, boicottaggio nell’esercizio del culto, imposizione di cognomi italianizzati e cambiamento di toponimi) come parte di un progetto di distruzione dell’identità nazionale e culturale delle minoranze e della distruzione della loro memoria storica? I paladini del nuovo patriottismo fondato sul vittimismo delle foibe farebbero bene a rileggersi i fieri propositi dei loro padri tutelari, quelli che parlavano della superiorità della civiltà e della razza italica, che vedevano un nemico e un complottardo in ogni straniero (…) Che cosa sanno dell’occupazione e dello smembramento della Jugoslavia e della sciagurata annessione della provincia di Lubiana al Regno d’Italia, con il seguito di rappresaglie e repressioni che poco hanno da invidiare ai crimini nazisti? Che cosa sanno degli ultranazionalisti italiani che nel loro odio antislavo fecero causa comune con i nazisti insediati nel Litorale Adriatico, sullo sfondo della Risiera di San Sabba e degli impiccati di via Ghega?
Ecco che cosa significa parlare delle foibe: chiamare in causa il complesso di situazioni cumulatesi nell’arco di un ventennio con l’esasperazione di violenza e di lacerazioni politiche, militari, sociali concentratesi in particolare nei cinque anni della fase più acuta della Seconda guerra mondiale. È qui che nascono le radici del l’odio, delle foibe, dell’esodo dall’Istria. Nella storia non vi sono scorciatoie per amputare frammenti di verità, mezze verità, estraendole da un complesso di eventi in cui si intrecciano le ragioni e le sofferenze di molti soggetti. (…) Da sempre nella lotta politica, soprattutto a Trieste e dintorni, il Movimento sociale un tempo e i suoi eredi oggi usano e strumentalizzano il dramma delle foibe e dell’esodo per rinfocolare l’odio antislavo; rintuzzare questo approccio può sembrare oggi una battaglia di retroguardia, ma in realtà è l’unico modo serio per non fare retrocedere i modi e il linguaggio stesso della politica agli anni peggiori dello scontro nazionalistico e della guerra fredda.
I profughi dall’Istria hanno pagato per tutti la sconfitta dell’Italia (da qui bisogna partire ma anche da chi ne è stato responsabile), ma come ci esorta Guido Crainz (in un prezioso libretto: Il dolore e l’esilio. L’Istria e le memorie divise d’Europa, Donzelli, 2005) bi sogna sapere guardare alle tragedie di casa nostra nel vissuto delle tragedie dell’Europa. Non esiste alcuna legge di compensazione di crimini e di ingiustizie, ma non possiamo indulgere neppure al privilegiamento di determinate categorie di vittime. Fu dura la sorte dei profughi dall’Istria, ma l’Italia del dopoguerra non fu sorda soltanto al loro dolore. Che cosa dovrebbero dire coloro che tornavano (i più fortunati) dai campi di concentramento, di sterminio, che rimasero per anni muti o i cui racconti non venivano ascoltati? E gli ex internati militari – centinaia di migliaia – che tornavano da una prigionia in Germania al limite della deportazione? La storia della società italiana dopo il fascismo non è fatta soltanto del silenzio (vero o supposto) sulle foibe, è fatta di molti silenzi e di molte ri mozioni. Soltanto uno sforzo di riflessione complessivo, mentre tutti si riempiono la bocca d’Europa, potrà farci uscire dal nostro nazionalismo e dal nostro esasperato provincialismo.
> Enzo Collotti* <
dall’introduzione al libro “Dossier Foibe” di Giacomo Scotti, Manni editori, 2022.
*Enzo Collotti (1929-2021) è stato uno storico italiano. Ha insegnato Storia contemporanea all'Università degli Studi di Firenze, all'Università di Bologna e all'università di Trieste, ed è considerato uno dei più importanti storici italiani ed europei della Resistenza italiana e nello studio del nazismo.
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study-with-em · 9 days ago
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⛅️ 12/03/25 ⛅️
not my most productive day but i did manage to get about 70% of my close reading done so that's a win! 🎉 had a good call with an italian tutor and set up a class for tuesday night! i was aiming for intermediate level but shes putting me in an advanced conversation class which i'm pretty happy with 😁 now finishing the night with my favourite movieee
🧛‍♂️ gothic : worked on my close reading assignment
🏺 classics : finished(ish) this week's readings
🦉 duolingo : c. 15 mins
📖 reading : grandi racconti italiani - ed. jhumpa lahiri
to do :
🏺 classics tutorial assignment due 11/03
🧛‍♂️ finish the monk
🧛‍♂️ gothic close reading assignment due 14/03 (712/1000 words)
🏺 finish classics readings
🧺 laundry
🛒 groceries
🖼 finish putting up posters
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potnialabyrinthoio95 · 6 months ago
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Concordo con questa recensione e consiglio a tutti di leggere "Le femmine incantate" di Magnus: non ve ne pentirete! :D
LE FEMMINE INCANTATE DI MAGNUS
LE FEMMINE INCANTATE DI MAGNUS
Negli anni sessanta Magnus (Roberto Raviola) su testi di Max Bunker (Luciano Secchi) realizza personaggi popolari come i tascabili di Kriminal, Satanik e Alan Ford. Negli anni settanta realizza Lo Sconosciuto, con l’aiuto di Francesco Guccini ai testi, oltre a serie tascabili di vario genere come il picaresco La Compagnia della Forca e il porno hard-core Necron(all’inizio del decennio successivo).
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pier-carlo-universe · 3 months ago
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Piccoli grandi gesti di Cinzia Perrone vince il concorso sezione racconti, “La Magia del Natale”, organizzato dall’associazione Officina Mediterranea.
racconto di Cinzia Perrone che si è classificato primo nella sezione racconti, del concorso “La Magia del Natale”, organizzato dall’associazione Officina Mediterranea.
Condivido il racconto di Cinzia Perrone che si è classificato primo nella sezione racconti, del concorso “La Magia del Natale”, organizzato dall’associazione Officina Mediterranea. In questo racconto ritroverete il vero senso della Magia del Natale, Buona lettura! Piccoli grandi gesti Nel periodo natalizio il freddo comincia a farsi sentire e il problema dei senza tetto diventa allarmante per…
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gregor-samsung · 2 months ago
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Il re che doveva morire
Una volta un re doveva morire. Era un re assai potente, ma era malato a morte e si disperava: - Possibile che un re tanto potente debba morire? Che fanno i miei maghi? Perché non mi salvano? Ma i maghi erano scappati per paura di perdere la testa. Ne era rimasto uno solo, un vecchio mago a cui nessuno dava retta, perché era piuttosto bislacco e forse anche un po' matto. Da molti anni il re non lo consultava, ma stavolta lo mandò a chiamare. - Puoi salvarti, - disse il mago, - ma ad un patto: che tu ceda per un giorno il tuo trono all'uomo che ti somiglia più di tutti gli altri. Lui, poi, morirà al tuo posto. Subito venne fatto un bando in tutto il reame: - Coloro che somigliano al re si presentino a Corte entro ventiquattr'ore, pena la vita. Se ne presentarono molti: alcuni avevano la barba uguale a quella del re, ma avevano il naso un tantino più lungo o più corto, e il mago li scartava; altri somigliavano al re come un'arancia somiglia a un'altra nella cassetta del fruttivendolo, ma il mago li scartava perché gli mancava un dente, o perché avevano un neo sulla schiena. - Ma tu li scarti tutti, - protestava il re col suo mago. - Lasciami provare con uno di loro, per cominciare. - Non ti servirà a niente, - ribatteva il mago. Una sera il re e il suo mago passeggiavano sui bastioni della città, e a un tratto il mago gridò: - Ecco, ecco l'uomo che ti somiglia più di tutti gli altri! E così dicendo indicava un mendicante storpio, gobbo, mezzo cieco, sporco e pieno di croste. - Ma com'è possibile, - protestò il re, - tra noi due c'è un abisso. - Un re che deve morire, - insisteva il mago, - somiglia soltanto al più povero, al più disgraziato della città. Presto, cambia i tuoi vestiti con i suoi per un giorno, mettilo sul trono e sarai salvo. Ma il re non volle assolutamente ammettere di assomigliare al mendicante. Tornò al palazzo tutto imbronciato e quella sera stessa morì, con la corona in testa e lo scettro in pugno.
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Gianni Rodari, Favole al telefono, Einaudi (collana Gli struzzi n°14), 1973⁷; pp. 67-68. [Prima edizione: 1962]
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scritturacreativa-85 · 6 months ago
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Sotto la Pioggia
Era uno di quei pomeriggi grigi e piovosi che di solito non promettono niente di buono. Avevo passato l’intera mattinata in università, tra lezioni noiose e progetti di gruppo che sembravano non finire mai. Quando uscii dall’aula, la pioggia cadeva a dirotto, e io non avevo nemmeno un ombrello. Perfetto, pensai. Un altro giorno da dimenticare. Decisi di non tornare subito a casa. Avevo bisogno…
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ilpianistasultetto · 11 months ago
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"CON GIORGIA..." ecco lo slogan della Meloni che campeggia sui manifesti per queste europee2024. Premesso che io non voterei mai nessun candidato, di dx o sx, che chiede un voto e poi non onora quella poltrona; insomma, le candidature "raccatta voti" mi fanno schifo per principio, una truffa. In piu', non voterei nessun candidato che si presenta in questo modo. Giorgia? e che sei mia sorella? una mia amica? Amica degli italiani? Mi fa pensare a quei genitori che dicono, fieri, che loro sono amici dei figli. Un genitore amico di un figlio? Ma possibile esistono adulti con queste idee? Scusate se lo dico ma io per certi genitori provo pena e compassione. Significa non sapere niente dei compiti di un genitore. Un genitore deve educare, indirizzare, lodare o richiamare suo figlio. Insegnargli cio' che che si puo' fare e cosa no. Un genitore e' insegnante di regole, non deve star li a dar di gomito ai figli come fanno i complici. In genere gli amici sono quelli che coprono, giustificano, spendono anche qualche bugia pur di aiutare l'amico. Quelli che ti fanno copiare il compito se sei in difficolta', quelli con cui marini la scuola, quelli a cui racconti nei particolari le prime esperienze auto-erotiche o quelle vere. L'amicizia prevede indipendenza e autonomia di entrambi. L'elemento che più di tutti contraddistingue l'amicizia, infatti, è il suo essere un rapporto alla pari e, essere alla pari vuol dire che uno dei due non ha prerogative di responsabilità sull'altro. Un genitore senza responsabilita'? 🤯🤯
"CON GIORGIA.." Cara Giorgia Meloni, lei e' la presidente del Consiglio di un grande Paese e il suo compito non e' quello di essere amica degli Italiani ma quello di guidare, di fare cose buone per il bene di tutti. Dovrebbe esaltare i giusti e gli onesti e tirare le orecchie a malandrini ed evasori. Dovrebbe elogiare chi si impegna a migliorare questo Paese e bastonare mafiosi, camorristi, delinquenti, politici ladri e corrotti. insomma, dovrebbe governare questo Paese con disciplina e onore, come dice la Costituzione. Poi, certamente, milioni di italiani saranno felici di votare "l'amica Giorgia". Non io, di certo non io. @ilpianistasultetto
aspettando manifesti.. " Con Elly..." , "Con Matteo...", Con Carlo.." "Con Antonio.."..
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ach-thebrother · 7 months ago
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illustratori/fumettisti italiani (02)
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Andrea Serio [*] Nausicaa, l'altra Odissea
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Lorenzo Mattotti [*]
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Luigi Critone [*]
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Manuele Fior [*] illustrazioni per il libro "Milano alibro 9" di Giorgio Scerbanenco
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Gipi (Gianni Pacinotti) [*] Illustrazione per Il guardiano del faro - I racconti estivi di Paolo Rumiz 
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Ivo Milìazzo [*]
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Gigi Cavenago [*] illustrazione per Dylan Dog
https://www.lospaziobianco.it/da-kleiner-flug-nausicaa-laltra-odissea-di-bepi-vigna-e-andrea-serio/
https://www.ilpost.it/2014/10/24/lorenzo-mattotti-moda-logos/
https://altritaliani.net/article-luigi-critone/
https://www.ilsudmilano.it/2024/04/09/scerbanenco-in-mostra-le-cover-dei-romanzi-disegnate-dal-fumettista-manuel-fior/
https://www.arte.it/foto/le-opere-di-gipi-in-mostra-a-genova-237/2
https://www.facebook.com/DylanDogSergioBonelliEditore
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abr · 6 months ago
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Uccise più comunisti italiani Stalin, complice delatore o silente il Migliore Togliatti, che Mussolini.
Quanti furono gli italiani comunisti che vennero perseguitati sotto la dittatura di Stalin? Difficile stabilirlo. L'emigrazione in Russia nel "Paradiso dei soviet" negli anni '30 sovente avveniva in modo clandestino. Il partito comunista italiano (...) sostenne fossero circa un centinaio. Ma storie e racconti raccolti da studiosi e ricercatori fanno alzare il numero a una cifra vicino agli 800. Quasi duecento furono fucilati. Uccise più comunisti italiani la Russia di Stalin che l'Italia di Mussolini. (...)
Nel dicembre 1934 viene ucciso Kirov da un militante comunista vicino alle posizioni di Kamenev , Zinov'ev e Trockij. E' il periodo più duro del regime che sfocerà nei processi del 1936, condotti con pugno di ferro da Vyšinskij. Le grandi purghe colpiranno famosi dirigenti della rivoluzione del diciassette a partire proprio da Kamenev e Zinov'ev. (Con) loro vengono perseguitati personaggi minori, per creare un clima di terrore. A volte sono le stesse comunità di esuli a denunciare i connazionali che "sbagliano". (...)
Dante Cornelli (ad esempio ne fu vittima ma si salvò). (Ammazza) il segretario del fascio di Rivoli, fugge dall'Italia e arriva a Pietroburgo (...). Viene arrestato nel 1936 e deportato nel campo di Vorkuta, oltre il Circolo Polare Artico. Viene liberato nel 1946 ma rimane al confino fino al 1948. Nel 1949 è di nuovo deportato, con tutta la famiglia, a Igarka in Siberia. Nel 1960 riesce a stabilirsi in Ucraina, poi rientra in Italia abbandonando la famiglia. Comincia un'opera di denuncia dello stalinismo e delle persecuzioni inflitte a tanti comunisti. La sua opera, "Il redivivo Tiburtino", dopo esser stato rifiutata dalla Rizzoli, dalla Mondadori e dalla Rusconi, esce (...) per le edizioni La Pietra, collegate a Pietro Secchia. Ma la sua denuncia non ha eco. Il partito rimane indifferente. Le sue pesanti accuse a Togliatti, Robotti e Vidali cadono nel nulla. Morrà nel 1990 con un partito che (...) non vuole ancora aprire gli armadi e svuotarli dai tanti scheletri che li abitano, primo fra tutti quello di Palmiro Togliatti. Sul ruolo del Migliore, sui suoi silenzi, ancora la storiografia deve fare chiarezza. (...)
via https://www.mescalina.it/photo/gallery/7799/luigilusenti
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bicheco · 14 days ago
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Grazie dei fior
L’unica cosa onesta del pornografico piano di riarmo da 800 miliardi è il nome che gli ha dato la Von der Leyen: ReArm Europe. Del resto era difficile immaginarne un altro: il riarmo si chiama riarmo (in inglese rearm). Ma vallo a spiegare alla Meloni, che al Consiglio europeo ha chiesto di cambiargli il nome: “Riarmo non è la parola adatta: il 74% degli italiani vuole investimenti nella sanità, non nelle armi”. Giusto: quindi avrebbe dovuto bocciare il piano, non chiedere di chiamarlo in un altro modo. Uno può pure ribattezzarlo “Grazie dei fior” (Thanks for the flowers) o “Fiori rosa fiori di pesco” (Pink flowers peach blossoms), ma poi gli 800 miliardi vanno sempre alle armi. Quindi la polemica semantica ha un solo movente: fregare gli italiani e buttare tutti quei soldi in armi senza farglielo sapere. ReArm Europe non è il nome adatto perché lo capiscono tutti. E magari votano chi si oppone e non chi approva. Il guaio delle monache ursuline è che hanno grossi problemi a spiegare perché l’Europa, già alla canna del gas per le autosanzioni, dovrebbe darsi il colpo di grazia. La storiella della Russia che sta per invadere l’Europa non attacca. Anche perché chi la racconta ha passato tre anni a ripetere che la Russia era in default, Putin aveva pochi giorni di vita, la sua “Armata Rotta” stava perdendo la guerra, combatteva con le pale (“ma non pale qualsiasi: pale del 1869”, Open) e con le dita, aveva finito i soldati, le divise, i calzini, le munizioni, i razzi, i missili ed era ridotta a rubare i microchip dei carri armati dai freezer e dai tiralatte delle puerpere. L’altra sera, a Otto e mezzo, Beppe Severgnini esibiva il broncetto dell’invaso e si spellava le mani per gli Eurobomb, ma contemporaneamente sosteneva che “stiamo sopravvalutando la Russia”. Il che, per l’autore del celebre assioma “Se non ci fosse la Nato, le armate di Putin sarebbero già arrivate a Lisbona” (24.3.2022), non è niente male. La prima regola della propaganda è scegliere una balla e insistere solo su quella: se ne racconti due che si elidono a vicenda, la gente non si beve né l’una né l’altra. Se la Russia è fallita tre anni fa e ha perso la guerra contro l’esercito ucraino, come farebbe a invadere l’Europa contro i 32 eserciti della Nato? Perché mai dovremmo spendere 800 miliardi per difenderci da quelle pippe lesse? E, se le quattro regioni ucraine occupate (più la Crimea) sono la prova della sconfitta della Russia, in che senso Trump che intende lasciargliele vuole la “resa” di Zelensky e la “vittoria” di Putin (parlandone da vivo)? Si dirà: ma Macron assicura che Putin vuole invadere l’Europa. Già, ma tre anni fa diceva: “Stiamo attenti a non umiliare Putin”, prima che Putin umiliasse lui. Quando arriva l’ambulanza?
Marco Travaglio
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