#radicallive
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para mis hermanas hispanohablantes
(translation: cosas de mujer = woman things, and down in the left corner of the right side of the poster, there is a bubble saying "me siento mujer", which translates to "I feel like a woman")
#radical feminism#radblr#radical feminists please touch#radical feminists do interact#gender critical#feminism#terfblr#gc feminism#gc feminist#gender abolition#radfems please touch#radfems please interact#radfem safe#listen to trans women#misogyny#feminismo#feminismo radical#feministas radicales#cosas de mujer#transgenero#girl things#gender stereoptypes#gender stereotypes#gender binary#fight the patriarchy#patriarchy
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crisis de la representatividad política argentina be like ver como representantes elegidos democráticamente traicionan a su electorado votando en contra de las banderas políticas históricas que sus partidos sostuvieron durante más de 70 años, mientras afuera del congreso y en plazas de todo el país tenés a miles de personas pidiendo que no rematen su futuro
#if i had a nickel for every time... tendría más de 2 Y NO ES COINCIDENCIA#si estoy hablando de los radicales pero también de los peronistas traicioneros que se ausentan o se dieron vuelta a última hora#argentina#argieblr
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Uno de los momentos más fuertes que viví en estos últimos días fue cantar el himno durante la marcha estudiantil el 23. El tema de cantar el himno argentino en las marchas o en las canchas es que nunca lo hacemos de manera formal. Todos sabemos el himno pero lo cantamos no de quedarnos parados con la mano en el corazón (como sí hacíamos en la escuela), hacemos acapella con la música, saltamos (hacemos pogo con el himno), gritamos SEAN ETERNOS LOS LAURELES a todo pulmón, y tiramos gritos y alaridos al final. No creo que seamos los únicos que lo hagamos, pero es inexplicable si nunca lo vieron.
#cosas mias#lo interesante de la marcha es que estaban todos peronistas radicales de izquierda no afiliados hasta algún libertario arrepentido#y todos cantaban con la misma intensidad
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“ A volte penso di appartenere a un’altra specie; questo pensiero che avanza in me assurdo come una mostruosità, contraddetto dall’apparenza ordinaria dei miei tratti e dalla mappa fantastica dei cromosomi, ha il potere di rasserenarmi. Nelle rare lezioni che ascoltai quando vagabondavo per le università, le uniche che ebbero il potere di incatenare la mia attenzione, richiamandomi alla coscienza strane e diverse emozioni, mostravano il mirabile codice della specie. Di esso rimanevo stupita come se la spirale della vita fosse un’altra possibile versione della chiave musicale del violino; una sorta di vibrazione sfuggita alla deflagrazione originaria da cui ogni cosa prese forma. Non volli imparare la catena di formule che, intrecciandosi in una magica danza, non ripeteva mai se stessa e con certezza assoluta custodiva l’identità unica di ogni nuova vita. Mi sembrò sempre che la riduzione di un simile prodigio all’apprendimento sterile del nome scientifico, la sua evocazione dotta e assurda nelle luce morta dei laboratori, avrebbero aperto, attirandola su noi, la catena infinita e ottusa del dolore. Bisogna essere molto ciechi per aggiungere nuove sofferenze all’eredità di dolore lasciata da chi è passato prima di noi!
Così, quando in un paese qualunque, forse nell’emisfero australe o nel silenzio dimenticato degli Incas, qualcuno ha trovato serbata la chiave della vita nel cuore indifferente di una pietra, come se questa fosse la cellula di un corpo o la memoria atomizzata dell’unica esplosione, io ho avuto la conferma di ciò che sempre pensai. Nello spartito della vita, risuoniamo tutti con un’unica nota le cui vibrazioni mutano impercettibilmente per la materia che ci accade di essere. Allo stesso modo, ho orrore dell’onnipotenza feroce, della dogmatica sordità, che traccia il confine fra ciò che è sano e il suo contrario. Tremo di fronte all’arroganza impietosa dei corpi sani, all’oscena prepotenza della loro forza; alla sicumera gloriosa con cui avanzano nell’universo pretendendo di esserne i padroni invulnerabili. Niente è più vano e folle di questa illusione: bisogna essere un po’ di pietra e d’albero; un po’ di mare e di tuono per ricordarsi la nota originaria; bisogna essere un po’ mostri per sentire risuonare la meraviglia e l’orrore di altri mondi lontani. In me vive il dubbio che l’errore genetico, da cui prendono vita creature mostruose e tenerissime; piccoli tartari con gli occhi all’insù, dalla memoria prodigiosa di Pico della Mirandola che suonano a volte come angeli, o vecchi-bambini destinati a vivere un quarto di secolo, nascosti come ragni nelle case per non offendere la proterva salute dei normali, incarni un’altra razza. O forse creature di altri spazi; abitanti di pianeti lontani, i cui frammenti vitali caddero errando, nel luogo sbagliato. Questo spiegherebbe la malinconia commovente di certi occhi fissati nel vuoto, che guardano mondi perduti e sorridono solo a essi, resistendo a tutte le seduzioni della nostra inutile umanità. La follia infine; non so se i suoi segni siano iscritti nell’abbraccio elicoidale della vita e neanche se appartenga al codice segreto di un’altra specie precipitata sulla terra. Credo piuttosto che essa sia un tramite; un sesto senso rimasto aperto per vocazione o per destino, dove le mostruosità svelano la propria origine autentica. In altri luoghi, lontani dagli orridi tavoli vivisettori che in nome della scienza profanano oscenamente i misteri della vita e della morte; in altri tempi da quelli in cui l’angoscia ci stringe a vivere, i folli furono celebrati come creature divine, nelle quali circolava libera la sapienza onnisciente. Erano tempi e luoghi dove la sadica struttura normativa che ci conculca non aveva ancora vinto, né aveva ancora sedotto l’intera umanità al peccato originario dell’invidia e alla pestilenza della sua vanità coattiva. Così essa non tollera che una creatura fugga al giogo delle rivalità fra uguali e, attraverso i mondi della follia, scelga l’identità eversiva a cui lo destinava l’unicità della sua nascita. Con un ukàse che non ammette eccezioni, l’alieno viene piegato all’annientamento dei suoi mondi e il veleno sottile dell’invidia raggiunge il suo centro creativo distruggendone le centraline. Ridotto a un’oscurità senza mostri e a un silenzio senza presagi, finalmente appartiene alla specie. “
Mariateresa Di Lascia, Passaggio in ombra, Feltrinelli (collana I Narratori), 1995¹; pp. 116-117.
#letture#leggere#citazioni letterarie#romanzi#saghe familiari#Mariateresa Di Lascia#narrativa#Italia meridionale#Feltrinelli#Passaggio in ombra#femminilità#Partito Radicale#passato#racconto di formazione#donne#Puglia#Daunia#meditazioni#scrittrici italiane del '900#XX secolo#familismo#Meridione#famiglie non convenzionali#ricordi d'infanzia#pregiudizi#libri#intellettuali italiani del XX secolo#famiglia#crescere#Sud
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my art history professors casually referred to herself as a radical feminist the other day and discussed it briefly as an example for something, and tbh it was such a breath of fresh air to hear someone i know is extremely trans-supportive and nonjudgmental say that so unflinchingly and without hesitation. i completely understand why otherwise progressive people tiptoe around the concept of radical feminism these days because of the horrible transphobia that has gotten dragged in, but man. im still learning about radical feminism but when even my women's history professor feels pressured to constantly reassure us that she's "not anti-male!" it was just very nice to hear someone confidently grounded in her opinions without being overly defensive about misunderstanding
that is so nice. i could only dream about meeting another trans inclusive radical feminist in real life !! most go for the softer, egaltarian liberal feminisms. thank you for sharing this slice of hope <3 i hope i and other feminists come across this mindset irl too
#i would be so sad if a women's history professor felt the need to apologize to male students constantly#like i get why but 😭 that hesitancy rubs off on other women#radicall feminist w for once#asks#trans inclusive radical feminism#radical feminism
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Sondage France info : 65% des sympathisants socialistes voteraient pour un insoumis investi par le front populaire VS 92% d'insoumis voteront pour le NFP si le candidat est socialiste
Je ne peux qu'en déduire qu'il y a une grosse minorité de socialistes qui ne sont pas sérieux sur leur antifascisme franchement ça me dégo��te
#je vous avoue que j'ai un peu la rage de voir ca#quand on sait ce que ca represente de voter socialiste pour quelqu'un de gauche radicale c'est ouf#french politics#jpp de ces elections hate que ca se termine#it's so over
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Quando non esiste una sinistra politica per i Diritti Civili e Sociali, la destra politica vince facile - ed è più che giusto che ciò accada, perché rispecchia pienamente la volontà popolare.
Faccio i miei auguri a Trump: che porti avanti il suo mandato alla lettera.
Io non sostengo Trump: non lo farei nemmeno se costretta 😊 Il punto è che una società, a volte, ha bisogno di toccare il fondo per reagire - ed io spero che reagisca 😊
Sono Radicale, Attivista per i Diritti e mi ispiro all'ideale politico di socialdemocrazia strutturato da Olof Palme: si, certo che la mia è solo una provocazione 😊
Concordo sul reagire, ma non puoi farlo sulle piattaforme Meta, perché appena ti azzardi a fare critiche alla "sinistra", si riuniscono in gruppo e ti segnalano l'account. Per ciò che mi concerne, ho fatto del mio meglio, sia nella realtà sia nel virtuale, per chiedere a chi si ritiene di sinistra di non dare dell'ignorante a chi voti a destra, perché ciò fa solo si che le persone si sentano offese e non cambino idea. Niente da fare: sono ottusi.
#sinistra#politica#destra#vincere#vincere facile#facile#Diritti#diritti civili#diritti sociali#diritti umani#diritti delle donne#donald trump#trump 2024#president trump#democratic party#republicans#volontà#volontà popolare#popolo#votare#USA#Stati Uniti#America#auguri#mandato#lettera#giusto#rispecchiare#𝕸𝖎𝖈𝖍𝖊𝖑𝖑𝖊 ♡#Radicale
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GRASA by Nathy Peluso
#now this is an album#escaleras de metal#el día que perdí mi juventud#blood orange#dev hynes#la presa#ideas radicales#legendario#nathy peluso#grasa#grasa nathy peluso#agustín puente
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Corderitos
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kind of a milf, reblog
#cosas mias#mi viejo literalmente decía esto#después dije no no son tannnn malos los radicales#y ahora digo esto también#(mi abuelo dice que antes de Perón estuvo Irigoyen y también lo traicionaron otros radicales)
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creo que el mínimo nivel de compromiso político que tendría que tener una persona antes de opinar de política y partidos y representantes es revisar los resultados de los votos en diputados/senadores y prestarle atención a que la gente que vos pusiste ahí vote a lo que vos querés que vote
#a propos del pelotudo de hoy. me podes hablar todo el día de Alfonsín pero si en la materialidad los radicales son funcionalmente-#-libertarios no tenes derecho a réplica#yo no soy trosko pero siempre corté boleta para poner a los del FIT en diputados/senadores porque puedo confiar en su posición con respecto#a las cosas que me interesan.#a todo esto estuve esperando decepcionarme con los peronistas hace rato pero desde el DNU y la ley ómnibus me lleve una sorpresa positiva#ningún peronista se sumó al veto a jubilaciones (cosa de la que los acusaban militantes del fit y que me hizo perderles el poco respeto-#-que les tenía)#chizitxt
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siamo al ristorante stavo parlando col mio cuginetto di quattro anni lui mi fa "michi ma com'è che l'acqua è appena arrivata ed è già finita!!" io dico "eh gioia perché siamo tanti tutti vogliono bere" e lui dice testualmente "vuoi dire siamo tant*"
#il futuro che la sinistra radicale vuole per * nostr* bambin*#vi giuro raga sembra una di quelle storie finte che postano i genitori xillennial su twitter ma è verissima
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Superstudio, Supersurface | The Happy Island, 1971 VS Liliana Moro, Favilla, 1991
#superstudio#supersuperficie#supersurface#happy island#radical architecture#architettura radicale#italian radicals#surface#monumento continuo#liliana moro#italian art#female artist#centro pecci#contemporary art
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“ A soluzioni per il dilemma del mondo arabo l’islamismo non è interessato: si limita alla negazione. Si tratta sostanzialmente di un movimento impolitico, dato che non avanza richieste negoziabili. In poche parole desidera che la maggioranza degli abitanti del pianeta, che è fatta di infedeli e di apostati, capitoli o venga sterminata. Questo ardente desiderio non può essere appagato. Certo, l’energia distruttiva dei perdenti radicali è sufficiente per ammazzare migliaia, forse decine di migliaia di persone che non c’entrano per niente, e per danneggiare seriamente la civiltà alla quale hanno dichiarato guerra. Un segnale dell’effetto che qualche dozzina di bombe umane è in grado di provocare sono i controlli quotidiani ai quali il mondo si è abituato. All’incirca 1,7 miliardi di passeggeri delle linee aeree sono costretti ogni anno a sottoporsi a perquisizioni non soltanto moleste, ma anche umilianti. Da commiserare, del resto, sono pure gli addetti alla sicurezza, tenuti a confiscare con aria severa tonnellate di forbicine per le unghie. Ma questo sarebbe il meno, quanto a disagi nella vita civile provocati dal terrorismo. Il quale può innescare un clima diffuso di paura e reazioni dettate dal panico. Il terrorismo accresce il potere e l’influenza della polizia politica, dei servizi segreti, dell’industria bellica e delle agenzie private di sicurezza, promuove la promulgazione di leggi sempre piú repressive, avvelena il clima politico e porta alla perdita di diritti di libertà conquistati storicamente. Non occorre il ricorso a teorie del complotto, per capire che esistono persone alle quali queste conseguenze del terrorismo sono assolutamente bene accette. Non vi è nulla di meglio di un nemico esterno, al quale gli apparati della sorveglianza e della repressione si possano appellare. Dove questo porti, non è rilevabile soltanto dall’esempio della politica interna russa. Il piú pericoloso di tutti gli effetti del terrorismo è l’infezione da parte dell’avversario. Anche la democrazia americana si è lasciata manifestamente contagiare dai suoi nemici islamisti, assumendo dal loro repertorio mezzi illeciti, quali la cattura arbitraria, il rapimento e la tortura. “
Hans Magnus Enzensberger, Il perdente radicale, traduzione di Emilio Picco, Einaudi, 2007. [Libro elettronico]
[ Edizione originale: Schreckens Männer. Versuch über den radikalen Verlierer, Suhrkamp Verlag, Frankfurt am Main, 2006 ]
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going to pride today very excited
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