#potere e violenza
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pier-carlo-universe · 2 months ago
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Il clan dei Borgia: un esempio di potere e violenza nel Rinascimento. Cinzia Perrone racconta la dinastia dei Borgia, un clan famigerato e controverso della storia europea. Recensione di Alessandria today
Alessandria, 15 dicembre 2024 – Cinzia Perrone, autrice talentuosa e firma di punta di Alessandria Today, ci guida in un viaggio avvincente nel cuore oscuro del Rinascimento italiano con il suo articolo "Il clan dei Borgia".
Alessandria, 15 dicembre 2024 – Cinzia Perrone, autrice talentuosa e firma di punta di Alessandria Today, ci guida in un viaggio avvincente nel cuore oscuro del Rinascimento italiano con il suo articolo “Il clan dei Borgia”. La narrazione, precisa e ricca di dettagli, offre un’analisi attenta di una delle famiglie più potenti e discusse della storia, i Borgia, paragonati a un vero e proprio clan…
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falcemartello · 19 days ago
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E con Donald Trump se ne va la nostra democrazia.
Prepariamoci a limitazioni dei nostri diritti, tipo non andare a lavoro o in alcuni luoghi se non si ha un lasciapassare digitale, non poter mandare al nido e materne i nostri bambini se non sono stati sottoposti ad un determinato trattamento sanitario, non poter accendere il riscaldamento prima di una determinata data, non poter far grigliate in giardino in determinati periodi.
Prepariamoci ad un regime totalitario che imporrà ristrutturazioni per le nostre case entro un certo anno e renderà impossibile assicurarle se non conformi alle nuove regole imposte.
Prepariamoci ad un’economia centralizzata, dove burocrati non eletti imporranno ad aziende automobilistiche cosa produrre e cosa non produrre, non in base alla domanda dei consumatori, ma alle nuove regole e se gli alti costi faranno aumentare i prezzi delle auto meglio ancora, sarà ambizioso per il nuovo regime veder ridurre la circolazione di autovetture private in favore dei prestanti e sempre puntuali mezzi pubblici.
Prepariamoci a banconi alimentari in cui la carne e la verdura saranno costosissime e prodotte da pochi sopravvissuti a politiche economiche folli in cui sarà vietato coltivare più di TOT ettari e sarà ipertassato ogni capo di bestiame.
Prepariamoci ad un regime in cui la violenza nelle strade sarà talmente aumentata a causa di delinquenti importati e lasciati delinquere dalla magistratura che sarà da folli uscire la sera da soli, a maggior ragione se donne.
Prepariamoci ad una demonizzazione prima e rimozione poi dei social network più “liberi”, l’anonimato non sarà più permesso, ogni account potrà esistere solo se collegato a nome e cognome di una persona vera.
Ogni notizia considerata falsa verrà censurata.
A decidere cosa sia falso e cosa non lo sia non sarà più l’utente con le proprie valutazioni, e nemmeno le note della comunità del social: a deciderlo sarà un’autorità con determinati permessi, possibilmente eletti dal partito in carica.
Ci aspetta un futuro buio.
(post ironico)
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colonna-durruti · 1 month ago
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PRIMO LEVI: IL FASCISMO È CONSACRAZIONE DI PRIVILEGIO, DISUGUAGLIANZE E VIOLENZA
"Pochissimi oggi riescono a ricostruire, a ricollegare quel filo conduttore che lega le squadre di azione fasciste degli anni Venti in Italia [...] con i campi di concentramento in Germania - e in Italia, perché non sono mancati nemmeno in Italia, questo non molti lo sanno - e il fascismo di oggi, altrettanto violento, a cui manca soltanto il potere per ridiventare quello che era, cioè, la consacrazione del privilegio e della disuguaglianza [...]
Il lager, Auschwitz, era la realizzazione del fascismo, era il fascismo integrato, completato, aveva quello che in Italia mancava, cioè il suo coronamento [...]
Io, purtroppo, devo dirlo, lo so questo, non è che lo pensi, lo so: so che si possono fare dappertutto [...]
Dove un fascismo - non è detto che sia identico a quello - cioè un nuovo verbo, come quello che amano i nuovi fascisti in Italia, cioè non siamo tutti uguali, non tutti abbiamo gli stessi diritti, alcuni hanno diritti e altri no.
Dove questo verbo attecchisce alla fine c'è il lager: questo io lo so con precisione".
PRIMO LEVI
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raccontidialiantis · 2 months ago
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Ordini
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Ti obbedisco. Come un automa. Perché sono letteralmente stregato dalla tua segreta e sottile perversione. Nell'ampia camera da letto c'è l'odore inconfondibile del tuo sesso. Mi attiri come il miele le mosche. Ti sei preparata, depilata, profumata già da circa un'ora. Da quando mi hai detto al telefono: “ehi, puoi venire da me, finalmente. Il marito e i figli sono andati a vedere la corsa automobilistica di cui t'avevo accennato. Via libera per te. Dalla felicità agito il mio seno e la bandiera a scacchi, perché oggi potrai correre quanto vuoi sul mio corpo. Ti voglio da impazzire. Baci languidi.” Mi sono precipitato, trovando una scusa con mia moglie. Ho suonato al portone principale della palazzina. Mentre salgo rapido le scale, tu hai aperto e lasciato il portoncino accostato.
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Poi sei corsa a passettini coi piedi nudi di nuovo in camera. Entro nella stanza e tocco il cielo con un dito per l'eccitazione: grazie al caldo estivo asfissiante, il tuo sudore ha preso il sopravvento sul pregiato profumo che usi. Sia benedetto: mi piace trovarti così, pronta e fragrante soprattutto del tuo odore personale. Adagiata sul letto in una posa totalmente oscena e sconveniente. Che prendi accuratamente solo per me. Per farmi impazzire di desiderio non appena ti vedo. Iniziamo direttamente a baciarci e poi a leccarci a lungo. È un mio vezzo personale e inconfessabile, leccarti e inspirarti profondamente ogni volta, indugiando molto sulla passera e nel solco tra le natiche. Per ritrovare i sapori, gli odori ormai familiari e noti così cari alla mia lingua e al mio olfatto.
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E quanto mi piace fare l'amore con te nel tuo letto matrimoniale. Immediatamente la mia passione prende in mano lo scettro. Tu invece, pragmatica e smaliziata, prendi in mano il mio uccello e perentoria appena puoi te lo infili tutto nella fica. Quanto ti piace prenderlo in corpo. Quanto ami farti scudisciare e umiliare da un uomo che non è tuo marito. Quanto ti piace sentirti una gran porca e tradirlo ripetutamente: me lo confessi ogni volta, ridendo della sua ingenuità e del suo amore sincero, mentre inizi a succhiare la mia verga con passione e voglia. E quanto godo io nel farlo con te e nel venirti dentro, sentendoti mugolare di continuo. Il tuo è il canto delle sirene che stregò Ulisse: irresistibile e massimamente erotico. Per me costituisce un richiamo che poi echeggia di continuo nella mia testa. Tutto il giorno.
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È un dolce chiodo fisso che mi ricorda ripetutamente che il tuo corpo mi vuole. Come se potessi non pensarti! E che dura finché non potrò entrare nuovamente in te. Tu lo sai e moduli il lamento. È una canzone che non finisce mai, molto intima e appena percettibile. Ogni tanto vi infili qualche ordine: “leccami la fregna con passione, sfondami, fammi godere, strapazzami, mordimi i capezzoli, fammi tua, vienimi dentro, adesso riempimi di seme, ti voglio in culo, dai metticela tutta, oh mio stallone adorato, spaccami la fica.” Questo canto delle sirene è il tuo modo di restare nella mia anima. Sei la mia unica droga; il mio solo obiettivo è riuscire a sfondarti sul serio e perciò ogni volta incremento la dose di sesso e potenza bruta che applico su di te. Allora ti strizzo i seni, ti pizzico, ti torturo, uso dei plug e dei falli di gomma sempre più grandi, mentre mi spingo con molta violenza dentro di te.
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Voglio proprio trovare il limite per cui infine urlerai. Ma ogni volta invece tu ti apri ulteriormente senza fiatare e godi un po’ di più nel sentirti trattata da semplice oggetto per il piacere, un semplice attrezzo per poter sborrare in pace. Sei semplicemente una prostituta navigata. Un'anima traditrice, una persona assolutamente amorale, una donna senza vergogna. La femmina spudorata che tutti cercano ma che sperano di non dover sposare mai. Una troia esperta e vogliosa solo di prenderlo in culo. Una succhiatrice professionale, costantemente desiderosa di prendere un uccello in bocca e prosciugare i coglioni dell'uomo che le capita a tiro. Sei perciò il mio sogno adorato e realizzato.
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E nessuno sospetterebbe mai di te: la gentile e dolce maestra elementare, quella che aiuta tutti e che tutti adorano. La moglie inappuntabile, madre castigata pia e devota; quel chiaro esempio di virtù che al sabato pomeriggio prova in sagrestia col coro gli inni sacri che canterà la domenica mattina alla messa di mezzogiorno. E che poi prenderà la comunione sottobraccio al suo sposo, battendosi il petto e chiedendo perdono al Signore per i suoi pochi peccati. Adesso però apri di più la bocca, puttana, che devo venire. Ooooh… siiii… sborro una quantità di seme incredibile, con te…
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RDA
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scogito · 2 months ago
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Il femminile sacro è il portatore della Verità. La Verità per trovare strada può anche esercitare forza, sdegno, caparbietà, disgregazione di regole, contesti e relazioni.
Purtroppo queste attivazioni sono il più delle volte incarnate in distorsioni e corruzione, perciò quasi mai apportano purezza e sono finalizzate all'espressione del vero.
Le donne che gridano ai quattro venti la loro autorità comportandosi con meschinità, manipolazione, strafottenza, ricatti, menzogne, vendetta e furia, sono tutte manifestazioni della stessa distorsione. Sono portatrici di un ego distorto e spesso malato, ovvero irrecuperabile dal punto di vista del programma sacro. Sono tali perché scambiano il potere malato col valore, a prescindere e solo per i propri comodi.
Queste donne sono in parte il prodotto degli uomini (distorti) e in altra il frutto del femminismo altrettanto distorto.
Chi cerca di rapportarsi a loro deve abbassarsi e "obbedire", altrimenti viene scartato, usato o deriso.
É una forza potentissima che si abbatte solo con l'indifferenza e l'assenza di riconoscimento. Salvo i casi in cui è la donna a volere uscire dalla sua convinzione (situazioni molto rare).
Per abbattimento non intendo forme di violenza, né fisica, né verbale. Bensì l'azione del distacco, ovvero l'allontanamento da quel tipo di attività che in nessun modo ha rispetto del prossimo e pratica superiorità subdola, vanità per bellezza e falso valore personale.
Questo come sempre vale anche nelle piccole cose, perché di certo se nessuno nutre l'ego di una distorta, dal più stupido video su TikTok al suo più grande messaggio globale, la distorta deve vedersela con la realtà, e a quel punto:
o ridimensiona e corregge sé stessa osservando l'immondizia che vomita nel mondo
o si auto annienta e scompare.
Ci sono tante donne ormai totalmente fuorviate da un senso del potere fasullo ed esasperato, purtroppo moltissime insegnano anche "tecniche" varie. Hanno canali seguitissimi, ringraziamenti da chi prendendole come esempio diventa una copia anche peggiore.
Purtroppo in una società priva di discernimento il distacco è un atto difficilissimo e non capito, proprio perché la maggioranza di chi pensa di essere perlomeno razionale, in realtà non sceglie quasi mai per logica, ma per simpatia, amplificazione di paure, diniego di ferite e scorciatoie.
In poche parole per emotività infantile e mal gestita.
(questo è un post sulla responsabilità femminile, chi vuole rispondere incolpando gli uomini significa che cerca giustificazioni e ha mal capito il testo).
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clarissasworld · 2 months ago
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Il reggiseno
è qualcosa che ha, ancora, un suo significato e un suo peso sociale.
Parlavamo giusto qualche giorno fa del sondaggio francese secondo il quale il 20% degli uomini parigini trova i capezzoli visibili sotto ad una maglietta un deterrente per una violenza sessuale.
Esatto, un deterrente. Perché se te ne vai in giro senza la "gabbia per tette" è evidente che te la stai andando a cercare.
Esiste, e lo dimostra la censura di Instagram e non solo, un problema con i capezzoli femminili.
Tutto questo, con l'aggiunta dei commenti scandalizzati o addirittura violenti di donne che hanno del tutto interiorizzato una cultura misogina, e di uomini cisgender che credono di poter dire al sesso femminile com'è opportuno che si vesta e si presenti al mondo, beh, fa venire davvero voglia di salutare per sempre il compagno di tre quarti buoni di vita.
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Dal web
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abr · 3 months ago
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E con Donald Trump se ne va la nostra democrazia.
Prepariamoci a limitazioni dei nostri diritti, tipo non andare a lavoro o in alcuni luoghi se non si ha un lasciapassare digitale, non poter mandare al nido e materne i nostri bambini se non sono stati sottoposti ad un determinato trattamento sanitario, non poter accendere il riscaldamento prima di una determinata data, non poter far grigliate in giardino in determinati periodi.
Prepariamoci ad un regime totalitario che imporrà ristrutturazioni per le nostre case entro un certo anno e renderà impossibile assicurarle se non conformi alle nuove regole imposte.
Prepariamoci ad un’economia centralizzata, dove burocrati non eletti imporranno ad aziende automobilistiche cosa produrre e cosa non produrre, non in base alla domanda dei consumatori, ma alle nuove regole e se gli alti costi faranno aumentare i prezzi delle auto meglio ancora, sarà ambizioso per il nuovo regime veder ridurre la circolazione di autovetture private in favore dei prestanti e sempre puntuali mezzi pubblici.
Prepariamoci a banconi alimentari in cui la carne e la verdura saranno costosissime e prodotte da pochi sopravvissuti a politiche economiche folli in cui sarà vietato coltivare più di TOT ettari e sarà ipertassato ogni capo di bestiame (scureggione, ndr).
Prepariamoci ad un regime in cui la violenza nelle strade sarà talmente aumentata a causa di delinquenti importati e lasciati delinquere dalla magistratura che sarà da folli uscire la sera da soli, a maggior ragione se donne.
Prepariamoci ad una demonizzazione prima e rimozione poi dei social network più “liberi”, l’anonimato non sarà più permesso, ogni account potrà esistere solo se collegato a nome e cognome di una persona vera. Ogni notizia considerata falsa verrà censurata. A decidere cosa sia falso e cosa non lo sia non sarà più l’utente con le proprie valutazioni, e nemmeno le note della comunità del social: a deciderlo sarà un’autorità con determinati permessi, possibilmente eletti dal partito in carica.
Ci aspetta un futuro buio.
via https://x.com/Moana_Ponzi/status/1854211176244416541
eh che vuoi Moana, noi che queste cose ce le ricordiamo perché la memoria per non si valuta in giga, e le diciamo a quelli che invece no e vivono solo nel presente dei desideri come i cani di Cesar Millan, beh noi siam brutte persone.
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susieporta · 2 months ago
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C’è una forma di violenza silenziosa in chi decide di tagliare un legame senza spiegazioni. Questo comportamento, per quanto apparentemente passivo, è profondamente tossico, perché nega all’altro il diritto di capire, di confrontarsi, di crescere attraverso il conflitto.
Quando qualcuno scompare senza avvisare, per natura siamo portati a diventare giudice della nostra stessa esistenza: cosa ho fatto? Dove ho sbagliato? Cerchiamo delle spiegazioni all'accaduto ed il rischio più grande che incorriamo, se le nostre parti più egoiste, argute e fiere sono esiliate, è quello di dubitare di noi, di pensare di avere davvero qualcosa che non va.
Non esiste relazione senza il rischio di ferire e venire feriti, ma esiste l'incontro, la possibilità di dichiararsi tristi o arrabbiati, delusi o giudicati. Sapere questo è la relazione.
È un potere sottile, quello di chi sceglie il silenzio: ti lascia con un fardello che non è tuo, un senso di smarrimento e confusione che rimbalza tra pancia testa e gola.
Ma la tossicità di questo atteggiamento non riguarda solo chi lo subisce: è anche il riflesso di chi lo mette in atto. Tagliare un legame senza confrontarsi significa rifuggire la responsabilità emotiva, scegliere l’egoismo al posto del coraggio. È un atto di vigliaccheria travestito da autodifesa, un modo per proteggersi evitando il peso della verità.
Ciò che rende davvero tossico questo atteggiamento è la sua capacità di lasciarti intrappolato in un ciclo infinito: il rancore, il senso di colpa, il bisogno di spiegazioni che non arrivano mai. È un veleno lento che si insinua nella tua capacità di fidarti, di credere che i legami possano essere solidi e autentici.
Per uscirne, serve una presa di coscienza: comprendere che il silenzio dell’altro non parla di te, ma di loro. Non sei tu a dover colmare il vuoto che hanno lasciato, non sei tu a dover dare senso a un’assenza che non hai scelto. Liberarsi da questo peso significa imparare a distinguere tra chi ti abbandona e chi, invece, ti solleva. E scegliere, finalmente, di non aggrapparsi a chi non ha mai avuto il coraggio di restare.
Dott.ssa Noemi Bitonti
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questouomono · 3 months ago
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Questo uomo no, #141 - Quello che secondo lui il patriarcato non esiste più
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Premessa importante: questo testo non è "contro" un ministro ignorante che dice ingiuste e violente inesattezze in una sede istituzionale intervenendo neanche di persona a sproloquiare di cose che non sa, in modo quantomeno inopportuno. Quanto successo alla presentazione della Fondazione Giulia Cecchettin in Senato è già successo innumerevoli volte, e succederà ancora per molto tempo. Questo testo è l'ennesima ripetizione di cose già sapute e stabilite scientificamente da chi studia le questioni di genere e i femminismi da decenni, e che ripete a ogni occasione perché questo è il suo lavoro: la ricerca e l'azione volte a dare strumenti per risolvere problemi sociali gravi e inderogabili e a puntualizzare concetti importanti per quella ricerca e quell'azione.
"Il patriarcato è finito nel 1975, con la riforma del diritto di famiglia" non è una opinione nuova, è una vecchia ignoranza che in molte forme diverse va in giro appunto dal 1975, sostanzialmente per due motivi. 1) Un punto temporale indietro nel tempo - il '75 è cinquant'anni fa! - fa sembrare questo argomento vecchio, datato, superato, e insieme a lui i femminismi che lo combattono. La realtà è che se intendiamo il patriarcato come modello politico-sociale che informa le leggi del nostro paese, è nel 1981 che viene abolito il delitto d'onore, è nel 1996 che lo stupro è classificato reato contro la persona e non contro l'onore. In più, se anche per le questioni di violenza possiamo fermarci al 1996, il patriarcato è presente nelle leggi del nostro paese in molti altri luoghi dei codici: le leggi sulla cittadinanza basate sul sangue sono leggi patriarcali, le leggi che regolano l'eredità sono patriarcali, la presenza nei nostri codici dell'espressione "buon padre di famiglia" con valore regolativo è patriarcato. Nel '75 sono finite tante cose nelle leggi italiane, ma il patriarcato no. 2) Il secondo motivo riguarda la strumentalizzazione del termine patriarcato, che da questione culturale si cerca di chiuderlo a questione legislativa. Questo è l'esempio di uno dei modi tipici di invalidare le critiche femministe e gli studi di genere: delimitare la complessità della parola patriarcato a un significato, a un solo ambito disciplinare. Si usa l'antropologia per dire che il patriarcato è un modello familiare ormai scomparso dalle nostre società; si usa la storia per rinchiuderlo in tempi lontani e civiltà remote; si usa l'etimologia per sostenere la sua inconsistenza, dato che la figura paterna ha perso potere rispetto a quella materna, la maschile rispetto a quella femminile; si usa la linguistica per sostenere che il termine è inadeguato alla complessità e alle trasformazioni della famiglia e della società contemporanee. E così via, pur di limitarne l'unico uso sensato in queste questioni: l'uso che ne fanno, da qualche secolo, i femminismi e gli studi di genere.
Il patriarcato è il nome di una relazione di potere tra esseri umani o tra istituzioni umane basata su valori sociali comunemente e tradizionalmente associati a ciò che, in una determinata cultura, viene considerato maschile. Questo è il motivo per cui: - il patriarcato non è un modo di "attaccare" o "accusare" gli esseri umani maschi, perché come forma di potere può essere usato (e nei fatti viene usato) da persone di qualsiasi genere; - il patriarcato non è il nome di una struttura sociale, di una relazione o di una forma espressiva (parola, locuzione, testo, opera d'arte), ma il nome del potere che viene usato - anche insieme ad altri - in quelle situazioni o in quelle espressioni. Quindi non esistono parole o azioni "patriarcali" da vietare, ma usi patriarcali di espressioni e situazioni che andrebbero evitate. - il patriarcato non è la "causa" della violenza di genere subita dagli esseri umani, ma il potere usato in tutte le forme di violenza di genere subite dagli esseri umani in maniera differente a seconda dei loro corpi e del loro genere. A questo proposito varrà la pena ricordare che questo è il motivo per cui non esiste alcuna "simmetria" tra la violenza di genere subita dalle donne rispetto a quella subita dagli uomini, e poi tra etero e non etero, e così via. Ogni particolarità di genere subisce forme di violenza di tipo patriarcale; 350 anni e più di femminismi permettono oggi di identificare e parlare con certezza di quelle subite da qualsiasi genere non sia l'uomo eterocis, mentre quest'ultimo genere continua, in tantissimi casi che capitano nella vita dei suoi membri, a non saperla neanche riconoscere, data l'assenza di una competenza diffusa proprio su questo aspetto specifico degli studi di genere: la maschilità. Ecco anche detto il perché in nessun senso il patriarcato è una ideologia, o può essere assimilato a un atteggiamento ideologico: il patriarcato è un fatto sociale esistente e funzionante nelle nostre società, e la sua esistenza è oggetto di studi e ricerche scientifiche da moltissimi anni, in tutte le sue forme (linguistiche, sociali, filosofiche, economiche, storiche). Può essere certamente ideologica, e di fatto lo è, la scelta di non occuparsene oppure sì, di non riconoscerlo oppure sì, di discuterne come fatto sociale del quale occuparsi nelle proprie vite oppure no.
Oppure ancora, come è stato fatto di recente seguendo un andazzo molto in voga tra le persone ignoranti e schierate contro i femminismi di ogni tipo, si può dichiarare che il patriarcato è finito e che ci sono in giro "solo" forme di maschilismo - ignorando il legame tra i due, che non sono sinonimi - e che la violenza di genere diffusa è dovuta anche all'immigrazione.
Dalle mie parti fare così si chiama "buttàlla in caciara", ed è il tipico atteggiamento di chi è ignorante e/o vuole ottenere credibilità e consenso spostando le argomentazioni altrove. Questo uomo no.
Probabilmente anche io, che studio queste cose a livello accademico dalla metà degli anni '90 e che da più di un decennio ne ho fatto un lavoro apprezzato e un'opera di divulgazione che ha aiutato moltissime persone, vengo considerato "ideologicamente schierato". Evidentemente, sapere le cose e usarle per il bene comune anche professionalmente adesso qualcunə preferisce chiamarlo così, sperando che ne possa rimanere fuori. Invece, anche se da diversi posizionamenti, o si conosce e affronta il problema, o si è parte del problema. Buon patriarcato a tuttə. P.S. per chi è più esigente, qui una mia bibliografia aggiornata a fine '23. Ci metto solo quello che leggo, studio e ho usato con risultati, quindi non ci sono pubblicazioni troppo recenti.
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vintagebiker43 · 2 months ago
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Rojava era il nome di una esperienza di socialità democratica senza differenze di sesso o di religione.
L'aveva creata il popolo Curdo
La odiarono tutti i bastardi che trovano nel potere e nella violenza la loro ragione di esistere: occidentali e orientali, islamici e cristiani Gli stessi bastardi che, in questi giorni, stanno procedendo alla eliminazione delle ultime eroine e degli ultimi eroi rimasti di quel movimento.
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acronimica · 3 months ago
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Una giornata che finalmente si riaggiustava dopo un mese di sofferenze inaudite è stata rovinata da notizie che non ho chiesto di ricevere, o comunque non nei loro particolari infimi e più turpi. Solo la laurea con tutti i relativi riconoscimenti – tappa obbligata, altrimenti mi sarei fatta fuori – lo salva dall’essere il peggior anno della mia vita ex aequo col 2016 facendolo slittare in seconda posizione. E di certo non a causa dei comuni avvenimenti che chiunque comunemente esperirebbe in questo secolo nel mondo occidentale. Ormai è anche sciocco ragionare secondo gli anni solari, in realtà, per quanto è innegabile che danno almeno l’illusione di un’interruzione cronologica delle nefandezze. Credevo che essendomi lasciata alle spalle un ambiente familiare di violenza quotidiana durata 28 anni la chiave di volta stesse appesa alla serratura. Invece i provvedimenti del tutto straordinari che è stato necessario prendere per mettere un punto a quella fase hanno assestato un colpo durissimo e imprevisto alla mia quotidianità. In primis ne ha risentito la salute e di solito la salute non mi fa sconti. Poi sono intervenute tante di quelle altre variabili che anche solo sapere di non poter comunicare perché susciterebbero incredulità, scherno, stigmatizzazione e totale emarginazione mi uccide. Gli psicologi che circolano dalle mie zone, ho scoperto, sono tutti grossomodo pagliacci. In ogni caso non potrei permettermi una psicoterapia in pianta stabile. Non c’è una conclusione a queste mie considerazioni. È anche disgustosamente eufemistico dirmi estenuata da tutto, malattie al primo posto indiscusso, sempre e comunque. Non so in cosa sperare e se augurarmi niente. Sto campando solo per l’università, non potendo neanche fruirne come vorrei (e come sarebbe stato ovvio), e per i recenti successi. Sto campando per il prof C presidente di commissione che reincontrandomi in corridoio mi ha riproclamato scherzosamente e informalmente, dato che durante la proclamazione gli avevo negato per dimenticanza la stretta di mano. Sto campando per i complimenti del prof S, per la predilezione gentile accordata dalla prof C e per la disponibilità al dialogo che oggi ha dimostrato il prof D nonostante non lo reputi chissà quanto capace nella didattica. Sto campando per gli svariati momenti memorabili con relatore che purtroppo è tutto meno che la persona integra che ero certa che fosse, e anche questo rappresenta uno dei dolori recenti, di difficilissima assimilazione. Francamente non immaginerei nessuno, al mio posto, se non altre persone molto malate e soprattutto cronicamente, senza cure e senza prospettive di cure, arrabattarsi nell’esistenza in modo migliore, ammesso che si possa assegnare un giudizio di valore che in fondo non può esserci, perché semplicemente si riduce tutto al non rimanerci sotto, a non crepare. Mi sorprendo e mi risulta immensamente straniante pensare a quanta resistenza psichica io abbia dimostrato nel corso di questi lunghissimi dieci anni di puro dolore. Sono diventata altro da me infinite volte e mamma mia, che banalizzazione estrema e ridicola metterla in questi termini a fronte di ciò che realmente è ed è stato.
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pier-carlo-universe · 4 months ago
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"La Terra delle Ombre di Femi Kayode": Un Thriller Psicologico che Scava nel Buio dell'Anima Umana. Recensione di Alessandria today
Femi Kayode ci guida attraverso un intricato mistero nella Nigeria moderna, dove segreti, violenza e potere si intrecciano in un noir indimenticabile.
Femi Kayode ci guida attraverso un intricato mistero nella Nigeria moderna, dove segreti, violenza e potere si intrecciano in un noir indimenticabile. Recensione: Femi Kayode torna a stupire con il suo ultimo romanzo, “La Terra delle Ombre”, un potente thriller psicologico che ci porta nel cuore oscuro della Nigeria contemporanea. Dopo il successo del suo romanzo precedente, Kayode continua a…
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anchesetuttinoino · 22 days ago
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Mentre nelle periferie il problema della sicurezza causato dai diversamente integrati si sta trasformando in una bomba a orologeria, nelle ZTL succede anche questo: gridare al miracolo per una app che permette alle iscritte che avvertono una situazione di pericolo di videochiamare degli "esperti di contrasto alla violenza di genere".
Ciò dovrebbe rappresentare uno strumento di dissuasione nei confronti dei malintenzionati o, almeno, evitare che l'utilizzatrice possa sentirsi completamente abbandonata e isolata.
Funzionerà? Ovviamente no. Ma a nessuno importa: l'unica cosa che conta è poter costruire una narrazione apparentemente "resiliente" - più che altro "rassegnata", verrebbe da dire - anziché provare a riconoscere e affrontare le vere cause del problema che si vorrebbe risolvere: l'immigrazione fuori controllo che ha riempito le nostre strade di criminalità e degrado.
La soluzione non sarà mai virtuale finché il problema è reale.
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colonna-durruti · 6 months ago
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ASCANIO CELESTINI
FASCISTI contro ITALIANI
Bologna 2 agosto 1980
Il nuovo fascismo è il risultato di una sconfitta.
Ha le radici nel 25 luglio del ’43 con l’arresto di Mussolini e la fine del fascismo di governo col suo mito dell’impero. Il nuovo fascismo comincia a ristrutturarsi attorno al sentimento di vendetta e rivalsa dopo l’8 settembre aggrappandosi in maniera ancor più solida al nazismo tedesco e combatte per due anni una guerra contro l’Italia e gli italiani. Lo spiega Junio Valerio Borghese in una famosa intervista: «Combattere contro gli italiani non mi ha imbarazzato affatto». Siamo nel 1975 quando è già scappato all’estero dopo aver tentato il colpo di Stato dell’8 dicembre 1970. Per lui e per i suoi sodali della Decima Mas… quella che piace al “camerata” Vannacci, insomma…Per quei fascisti «Non era una guerra territoriale, era una guerra ideologica». In nome di quelle che definisce civiltà occidentale e mondo orientale, ribadisce che ancora «oggi combatto contro gli italiani» perché tra gli italiani ci sono i comunisti «che sono nemici e che se potessimo sterminarli io sarei molto contento».
Il fascismo di Salò è soprattutto questo: vendetta, rivalsa e anticomunismo. Un’ideologia che non solo ce li presenta orgogliosi dei crimini che hanno commesso, ma li vede anche pronti a commetterli di nuovo. A combattere con orgoglio “contro gli italiani”.
Giorgio Almirante lo dice chiaramente: «Sono stato fascista insieme con molti italiani fino alla fine con Mussolini e se le stesse circostanze potessero riprodursi io farei certamente le stesse cose».
Nel congresso del ’56 il fascista repubblichino fondatore del MSI conia una definizione chiara per i nuovi camerati della Repubblica quando parla di una strana contraddizione, ovvero: «L’equivoco, cari camerati, è uno e si chiama essere fascisti in democrazia».
Sempre Almirante, emblema del fascismo che è pronto a togliersi giacca e cravatta per tornare a indossare la camicia nera, si dichiara rispetto alla dittatura dei colonnelli in Grecia.
Per lui i «veri patrioti greci» sono i fascisti. E dichiara: «Noi siamo virilmente pronti alla realtà, senza ipocrisie. Qualora soluzioni anche di forza ci salvassero dal comunismo… ben vengano le soluzioni di forza».
Nel frattempo sono cominciate le stragi. Il fascismo ha una presenza ben articolata nel panorama della politica italiana: il partito dei fascisti in democrazia ha un piede nei governi (comuni, provincie, regioni oltre che in Parlamento); l’eversione di destra passa in scioltezza dallo spontaneismo di Mambro, Fioravanti e Ciavardini all’organizzazione di golpe e di stragi; cresce l’alleanza con la delinquenza di basso livello e con la criminalità che gestisce i grandi traffici e si relaziona col potere; si prepara alla colonizzazione dei mezzi di informazione e dei partiti politici per coinvolgere una classe dirigente presentabile e che non sia sfacciatamente amante dell’olio di ricino. E con questo ultimo passaggio siamo arrivati a quel magnifico documento trovato nel 1981 che descrive la strategia della loggia massonica P2. Ovvero il manifesto per una trasformazione democratica del paese dove «L’aggettivo democratico sta a significare che sono esclusi dal presente piano ogni movente od intenzione anche occulta di rovesciamento del sistema».
Se non teniamo conto di questa storia
non capiamo le motivazioni del neofascismo.
L’ideologia nefasta che accompagna la storia dell’Europa.
Che non si presenta sempre a petto nudo in mezzo al grano coi baffetti e il saluto col braccetto dritto, ma anche in giacca e cravatta, in tailleur e tacchi alti.
L’ideologia che colpisce i diritti in Parlamento, ma non disdegna l’uso della violenza esplicita, la strategia della tensione e del terrore come il 2 agosto del 1980 a Bologna.
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solosepensi · 1 year ago
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Discorso all’umanità
Mi dispiace, ma io non voglio fare l’Imperatore, non è il mio mestiere, non voglio governare ne conquistare nessuno, vorrei aiutare tutti se possibile, ebrei, ariani, uomini neri e bianchi, tutti noi esseri umani dovremmo aiutarci sempre, dovremmo godere soltanto della felicità del prossimo, non odiarci e disprezzarci l’un l’altro. In questo mondo c’è posto per tutti, la natura è ricca, è sufficiente per tutti noi, la vita può essere felice e magnifica, ma noi lo abbiamo dimenticato. L’avidità ha avvelenato i nostri cuori, ha precipitato il mondo nell'odio, ci ha condotti a passo d’oca fra le cose più abbiette, abbiamo i mezzi per spaziare, ma ci siamo chiusi in noi stessi. La macchina dell’abbondanza ci ha dato povertà, la scienza ci ha trasformato in cinici, l’avidità ci ha resi duri e cattivi, pensiamo troppo e sentiamo poco. Più che macchinari ci serve umanità, più che abilità ci serve bontà e gentilezza, senza queste qualità la vita è violenza e tutto è perduto. L’aviazione e la radio hanno riavvicinato le genti, la natura stessa di queste invenzioni reclama la bontà nell'uomo, reclama la fratellanza universale, l’unione dell’umanità. Perfino ora la mia voce raggiunge milioni di persone nel mondo, milioni di uomini, donne e bambini disperati, vittime di un sistema che impone agli uomini di torturare e imprigionare gente innocente. A coloro che mi odono, io dico, non disperate! L’avidità che ci comanda è solamente un male passeggero, l’amarezza di uomini che temono le vie del progresso umano. L’odio degli uomini scompare insieme ai dittatori e il potere che hanno tolto al popolo ritornerà al popolo e qualsiasi mezzo usino la libertà non può essere soppressa.
Soldati! Non cedete a dei bruti, uomini che vi disprezzano e vi sfruttano, che vi dicono come vivere, cosa fare, cosa dire, cosa pensare, che vi irreggimentano, vi condizionano, vi trattano come bestie. Non vi consegnate a questa gente senza un’anima, uomini macchina, con macchine al posto del cervello e del cuore. Voi non siete macchine, voi non siete bestie, siete uomini!
Voi avete l’amore dell’umanità nel cuore, voi non odiate, coloro che odiano sono quelli che non hanno l’amore altrui. Soldati! Non difendete la schiavitù, ma la libertà! Ricordate nel Vangelo di S. Luca è scritto – “Il Regno di Dio è nel cuore dell’uomo” – non di un solo uomo o di un gruppo di uomini, ma di tutti gli uomini. Voi ,voi il popolo avete la forza di creare le macchine, la forza di creare la felicità, voi il popolo avete la forza di fare che la vita sia bella e libera, di fare di questa vita una splendida avventura. Quindi in nome della democrazia usiamo questa forza, uniamoci tutti! Combattiamo per un mondo nuovo che sia migliore, che dia a tutti gli uomini lavoro, ai giovani un futuro, ai vecchi la sicurezza. Promettendovi queste cose dei bruti sono andati al potere, mentivano! Non hanno mantenuto quelle promesse e mai lo faranno! I dittatori forse sono liberi perché rendono schiavi il popolo. Allora combattiamo per mantenere quelle promesse, combattiamo per liberare il mondo, eliminando confini e barriere, eliminando l’avidità, l’odio e l’intolleranza. Combattiamo per un mondo ragionevole, un mondo in cui la scienza e il progresso diano a tutti gli uomini il benessere. Soldati, nel nome della democrazia siate tutti uniti!
Hannah puoi sentirmi? Dovunque tu sia abbi fiducia. Guarda in alto Hannah le nuvole si diradano, comincia a splendere il sole. Prima o poi usciremo dall'oscurità verso la luce e vivremo in un mondo nuovo, un mondo più buono in cui gli uomini si solleveranno al di sopra della loro avidità, del loro odio, della loro brutalità. Guarda in alto Hannah l’animo umano troverà le sue ali e finalmente comincerà a volare, a volare sull'arcobaleno verso la luce della speranza, verso il futuro. Il glorioso futuro che appartiene a te, a me, a tutti noi. Guarda in alto Hannah, lassù.
Charlie Chaplin - Discorso all’umanità
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singinthegardns · 3 months ago
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"Non ti amo più" mi hai detto e io sono solo riuscita a pensare a quando mi amavi ancora, a quando ti brillavano gli occhi e non c'è sensazione più brutta di quando la vita ti da tutto quello di cui hai bisogno e poi ti lascia un vuoto dentro, non c'è niente di più brutto che rimanere lì nella parte di chi ha preso a desiderare di essere guardata con gli stessi occhi di ieri e a non poter accettare che ieri non ritornerà più, esiste solo domani. Mi hai detto "non ti amo più" e io mi sono detta "non piangere, ti prego non piangere. Ce la puoi fare. Devi ingoiare il dolore, trattenere il cuore, fingerti indifferente, non devi piangere, non puoi mostrarti debole, non ora, non adesso. Dai, non piangere. Non sentire questo vuoto nel petto." Ma intanto stavo già china sul tuo petto, col le tue mani tra gli stessi capelli che ho lasciato la prima volta sul tuo letto, intanto stavo già tirando pugni sul tuo petto, e mi dicevo "sii forte. Non piangere." Eppure stavo già piangendo. È che brucia ancora anche se nessuno se ne accorge è che bruci ancora anche se ormai tutto scorre anche se il respiro non mi manca più, quando ti penso anche se gli occhi non piangono, mentono anche se sono dieci volte più forte rispetto all'ultima volta che ti ho perso lo sai, sono piena di pensieri da averne fin sopra i capelli eppure potrei rilassarmi, godermi la felicità che ho cercato tanto, per cui ho combattuto la felicità delle cose semplici, dell'amore che concede senza chiedere, la felicità del mare che entra dalle finestre ma non lo so fare, che posso farci? Almeno non completamente perché poi mi torni in mente perché mi torna in mente tutto tutta la vita capovolta e poi distrutta e tutti che sanno dire solo: non è giusto mi torna in mente il fiato corto, quella notte che ho pianto così tanto da consumarmi. Tutto l'alcol che non ho bevuto per divertirmi ma per non pensarci mi tornano in mente gli sbagli, e la rabbia, e la casa troppa vuota e la mia solitudine così immensamente profonda mi tornano in mente le notti insonni a guardare la tv per non sentirmi pensare mi torna in mente che dopo il bene c'è sempre il male, dopo il male ancora il bene non si possono separare e la mia unica vera fortuna è respirare, sai esserci e avere ancora il cuore intatto che mica lo so com'è che faccio è che combatto possono farmi quello che vogliono, non me lo distruggeranno. è che brucia ancora non posso farci niente brucia la ferita quando mi ritorni in mente sei una canzone che fa sempre piangere mi entri negli occhi e porti via lacrime con tutta la violenza del mondo sembra un'operazione chirurgica, più che altro ma io non smetterò mai di piangere per te perché le lacrime non sono sempre dolore l'ho capito adesso, quando mi sono chiesta: perché mi sento così felice eppure piango lo stesso?
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