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Il furto della Divina Commedia di Dario Crapanzano: Un giallo nella Milano degli anni '50 con l'ispettore Fausto Lorenzi. Recensione di Alessandria today
Dario Crapanzano ci trasporta nella Milano vintage degli anni '50 con un giallo intrigante e un nuovo, affascinante investigatore.
Dario Crapanzano ci trasporta nella Milano vintage degli anni ’50 con un giallo intrigante e un nuovo, affascinante investigatore. “Il furto della Divina Commedia” di Dario Crapanzano è un romanzo che ci riporta nella Milano degli anni Cinquanta, un’epoca in cui il mistero e il fascino delle vecchie librerie, dei cinema fumosi e degli antichi vicoli milanesi offrono lo sfondo perfetto per un…
#ambientazione anni 50#Atmosfera Vintage.#atmosfere anni Cinquanta#colpi di scena giallo#Crapanzano autore#Crapanzano gialli#Dario Crapanzano libri#delitti Milano#Fausto Lorenzi investigatore#gialli storici#Giallo Italiano#Giallo storico#Il furto della Divina Commedia recensione#incunabolo Divina Commedia#indagine Divina Commedia#indagine poliziesca#investigazione classica#investigazione psicologica#ispettore Lorenzi#libri antichi#libro giallo Mondadori#libro Mondadori#Milano anni ’50#Milano vintage#mistero e omicidio#mistero in libreria#narrativa italiana#nostalgia Milano#Personaggi iconici#polizia milanese
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A proposito del massacro a Gaza, c'è una parola vietata che può causare imbarazzanti comunicati Rai, grotteschi editoriali sul Foglio, trasalimenti di cittadini additati a esempio dalla buona borghesia, sobbalzi sulla sedia di ipocriti, fremiti di benpensanti, lettere di richiamo del superiore gerarchico che invitano a tenere comportamenti più consoni alla mission aziendale, pestaggi della polizia che non risparmiano i quindicenni, depennamento dalla lista degli invitati alle feste, scarse possibilità di diventare un'icona del lifestyle milanese. La parola è "genocidio".
È vietata ma esatta.
[L'Ideota]
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Pino Corrias
Siamo tutti trascritti nella carta dei vini e dei segreti. Ci scelgono a loro comodo i buoni e i cattivi. Il potere o il malandrino. La legge o il ricattatore. È la definitiva rivelazione della banda milanese di Equalize che ha generato un soprassalto non del tutto inatteso, a dire il vero, vista la tradizione di spiati e di spioni che vantiamo, dai tempi dell’Ufficio affari riservati di Federico Umberto D’Amato, cuoco d’alto rango di trame e dossier. Fino al Tiger Team di Giuliano Tavaroli che spiava per conto di Telecom durante il regno di Tronchetti Provera. E ai pedinamenti informatici di magistrati e giornalisti organizzati da Pio Pompa, ai tempi dell’indimenticato generale Pollari, plenipotenziario dei nostri Servizi segreti in piena epopea berlusconiana.
Ma questa volta, dopo i clamori dell’hacker siciliano che passeggiava nei data-base del Ministero di Giustizia, dopo le gesta del bancario con le sue 6 mila intrusioni nelle vite degli altri, la nuova e onnipotente banda di spioni appena scoperta a Milano, capace di entrare e uscire 52 mila volte dagli archivi ultrasegreti (?) del Viminale, si trascina un sacco di domande al seguito e almeno una definitiva verità.
Prima domanda. Ma se è così facile bucare l’ombra che ogni cittadino di questo Paese si porta dietro – ombra e impronte che conducono a relazioni, amicizie, numeri di telefono, foto, video, conversazioni, amanti, conti bancari – com’è che gli evasori parziali, semi parziali, totali, la fanno sempre franca? Com’è che all’appello del nostro vivere comune mancano sempre da 80 a 100 miliardi, imboscati sotto al materasso dell’evasione fiscale di un tassista, di un finanziere, di quei gioiellieri che guadagnano sempre meno dei loro vetrinisti?
E poi. Se basta un click, una password e un paio di investigatori infedeli per entrare al Quirinale, negli archivi della Polizia e dei Servizi segreti, come fossero il Bingo sotto casa, com’è che non sappiamo ancora nulla (o quasi) dei cento misteri che assediano la nostra storia nazionale, dalle stragi d’altro secolo, alla scomparsa di Emanuela Orlandi, dal depistaggio su via D’Amelio alla sparizione dell’agenda rossa di Borsellino. O quanto fosse coinvolta l’Università di Cambridge nella trappola in cui cadde Giulio Regeni. E ancora: quante stragi di migranti sono stata nascoste dentro le acque del Mediterraneo? E quanto vale in miliardi di euro e intese sovranazionali il nostro traffico internazionale di armamenti e software, visto che, secondo Costituzione, dovremmo ripudiare la guerra anziché alimentarla?
Altra domanda. È giustificato l’allarme, anzi il panico che risuona nelle parole degli investigatori che hanno dettato: “Siamo di fronte a un attacco alla democrazia”? Certo che sì. Hanno appena scoperto che una manciata di ricattatori custodiva 800 mila dossier rastrellati in qualche anno di infiltrazioni, astutamente nascosti non proprio nella grotta di Ali Babà, ma dietro le guglie del Duomo di Milano, da dove i quaranta ladroni si impadronivano delle vite private di tutti, dagli gnomi del mondo dello spettacolo ai capitani di industria e finanza, dalle fidanzate di qualche pupone con il cuore in affanno alle massime cariche dello Stato, figli compresi.
E ancora di più è giustificato l’allarme per la permeabilità – clamorosa e conclamata – del mondo che ci siamo costruiti accanto, anzi sopra, sotto, ovunque, quello della Infosfera che custodisce per intero la storia di ognuno di noi, basta saperla pescare tra i miliardi di byte che sono diventati la nostra aura, invisibile solo per chi non ha lo strumento adatto per vedere.
L’ultima rivelazione di questa storia è che siamo sempre di più nelle mani di chiunque. Dei buoni, veri o presunti, e dei cattivi. Quelli che risolvono gli omicidi interrogando le tracce digitali di cellulari e telecamere che gli assassini si lasciano dietro. E quelli che gli omicidi, virtuali fino a un certo punto, li architettano a pagamento, seminando ricatti e incendi reputazionali. E che dunque viviamo consensualmente sottoposti ai titolari dell’ordine che quotidianamente perlustrano la nostra convivenza, la campionano, se del caso la indagano in difesa di quelle regole comuni che chiamiamo democrazia. E insieme viviamo sottomessi ai bucanieri che quell’ordine e quella convivenza la vogliono forzare, violare, dissolvere per appiccare l’incendio dei ricatti, in cambio di soldi, potere, carriere, interessi politici, vendette personali. Per ordine di una cosca che maneggia appalti o uomini politici. O per la banalissima curiosità di un impiegato che dal desk di una oscura filale bancaria di Bisceglie si toglie lo sfizio di guardare tra le lenzuola contabili di suoceri, vicini di casa, capiufficio, e di altri migliaia di perfetti sconosciuti compresi quelli che abitano nei rotocalchi o nelle stanze dei palazzi del potere.
Ora il governo emette sirene d’allarme. Promette “strette legislative”. Minaccia “pene più severe”. Garantisce che a contrasto dei ricattatori infedeli basterà migliorare i controlli per arginare e le incursioni illegali e proteggere le vite.
Ma è davvero così semplice? La verità è che abbiamo trasformato il nostro villaggio globale in un clamoroso paese di specchi. Specchi dotati di memoria perpetua. La memoria del silicio. Che è la definitiva stregoneria di cui parla Yuval Harari nel suo ultimo libro Nexus, dedicato non solo ai rischi della futura Intelligenza artificiale, ma anche a quelli della attualissima stupidità umana del tempo presente. E degli strumenti digitali talmente pervasivi da rendere la privacy una chimera così lontana, così irraggiungibile, che per maneggiarla l’abbiamo dovuta trasformare in una nuova religione, buona per essere violata ogni volta che serve.
Il solitario filosofo Guy Debord scoprì a metà dell’altro secolo che avremmo vissuto in una permanente “Società dello Spettacolo” governata sempre di più dal segreto, il segreto remoto del potere. Custodito dal perpetuo intrattenimento allestito per distrarci. Non poteva immaginare quanto ci saremmo spinti oltre. E che quel segreto un tempo esclusivo, si sarebbe dislocato nell’ovunque della Rete a portata di algoritmo. Saranno i buoni o i cattivi a scegliere quale segreto rivelare, quello del tassista evasore, del latitante in fuga o del ministro corrotto? Sì, è vero, mai come ora la democrazia è in pericolo. Segreti e ricatti sono la dieta preferita dalle democrature. E i complici, più ingenui che colpevoli, siamo tutti noi che abbiamo appeso le nostre vite dentro alle vetrine illuminate della Rete. Credendoci protetti dal buio che invece abbiamo dissolto.
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VENTUNESIMO SECOLO - di Gianpiero Menniti
MASCHILE E FEMMINILE: IL MUTAMENTO PROFONDO
Tra le fonti del romanzo "Le Streghe di Shakespeare" c'è un testo singolare.
Anni fa, parecchi anni fa (fine anni '80, primi '90 del secolo scorso) venni incuriosito da un titolo inconsueto, "Occidente misterioso - Baccanti, gnostici, streghe: i vinti della storia e la loro eredità".
A interrogarmi non era solo l'esordio del libro ma il nome dell'autore, Giorgio Galli, scomparso nel 2020, storico e politologo milanese di riconosciuto valore.
Inaspettatamente, l'insigne docente di storia delle dottrine politiche aveva dato alle stampe un volume per raccontare che i vinti nascosti della storia fossero spesso alcuni "modelli femminili di visione del mondo", relegati nell'impulsività mistica e quindi osteggiati per la loro forte carica emotiva, in apparenza contrari alla genesi razionalista delle società considerate progredite e naturalmente, cosa più importante, ai loro assetti.
Dal mondo antico fino all'età moderna.
Dunque, sostiene Galli, nei «passaggi cruciali della costruzione dell'Occidente come civiltà, le tensioni e i conflitti tra "femminile" e "maschile" hanno avuto un ruolo superiore a quello sinora loro accreditato.».
Ancora più singolare fu l'accoglimento della robusta e davvero interessante tesi di Galli: il sistema accademico italiano lo sospinse in un limbo di marginalità.
Il suo libro venne in altri casi fortemente criticato come si fosse trattato di uno "scivolone" dell'illustre cattedratico.
Aveva toccato un nervo scoperto il buon Galli?
Nessuno, a mia memoria, entrò mai nel merito della sua proposta interpretativa, certamente molto avanzata in quel torno di fine millennio.
Lo studioso non si arrese e negli anni successivi coltivò il filone.
Galli aveva indirettamente chiarito, argomentando con dovizia, quanto fosse rimasto fervente, nel corso di un lunghissimo arco di tempo, il fiume carsico dei diritti in capo al genere femminile, la portata storicamente rilevante degli assetti sociali costituitisi anche sul contrasto verso rivendicazioni ritenute eversive e infine si basasse su quell'antica polarizzazione anche l'origine dei fermenti politico-sociali che attraversarono l'800 e il '900, secoli nei quali si è consumata la formula stantia della superiorità "maschile", ormai ampiamente decaduta e oggi in procinto di crollare definitivamente.
Si badi: non si tratta di ridurre la storia a una divisione di potere e contropotere tra i sessi (sarebbe una grossolana fandonia) ma di saper cogliere, come Galli riuscì a fare, l'importanza di questo dinamico confronto socio-culturale percorrendo l'arco del pensiero e dunque della civiltà occidentale.
Tutti i processi storici sono segnati da avvenimenti che fanno da detonatore, come recenti e tragici casi di cronaca nera insegnano da noi.
E che osserviamo in misura ancora più rilevante in scenari distanti dal nostro modello: gli accadimenti in Iran, con la "polizia morale" che massacra ragazze indifese, sono l'esempio lampante della discrasia tra un potere reazionario e una società che sul riconoscimento delle libertà individuali in capo al genere femminile e dell'habeas corpus in particolare, arriverà ad abbattere quelle obsolete forme di dominio e con esse l'intero assetto sociale, dello Stato e dei fondamenti religiosi sui quali si regge.
Quando accadrà - e accadrà anche se le martiri saranno ancora molte - quale corso prenderà la storia in Medio Oriente?
Dunque, in relazione causale, nel resto del globo?
Nessun cambiamento di status si è mai affermato pacificamente.
Ma il cambiamento è in atto, ormai segnato e inarrestabile.
Ed è, in non rare occasioni, coinciso, quando racchiuso in termini avanzati (poichè esiste anche un conservatorismo di stampo femminile non meno intransigente e detestabile) con il ruolo delle donne.
Questo sostengo facendomi breccia, implicitamente, attraverso il buon Galli, storico acuto e politologo lungimirante.
Gli idioti (nel significato originario greco) non se ne avvedono.
Gli imbecilli (nell'etimologia latina) tentano di contrastarlo.
Ne "Le Streghe di Shakespeare" l'argomento è scavato ancora più profondamente, in chiave antropologica.
Fino a contemplarne l'origine.
Sepolta in un abisso scabroso.
Nelle immagini: "Grande Dea Madre", periodo Paleolitico, collezione Mainetti, New York
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Como: coppia milanese arrestata dalla Polizia di Stato con quasi 2 Kg di cocaina nascosta nell'auto La Polizia di Stato, nel pomeriggio dell'8 novembre, ha arrestato per traffico di sostanze stupefacenti, una coppia milanese, lui 32 anni nato in Svizzera, lei 38 anni nata a Treviglio (BG) ma entrambi residenti a Cassano d'Adda (MI).... 🔴 Leggi articolo completo su La Milano ➡️ Read the full article
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Bisogna imparare a leggere la cronaca locale con occhi medievali, considerandola come se fossimo dei novelli Alano di Lilla – il filosofo del XIII secolo per il quale ogni creatura è un libro, anzi un quadro che rispecchia in sé l’intero mondo, come un fedele segnacolo. Così si capisce meglio la storia del tizio che l’altro giorno è arrivato a Milano armato di (scrive il Corriere) “due coltelli, un manganello telescopico, un cavo d’acciaio per lo strangolamento e un tirapugni”; ciò nondimeno, fermato dalla polizia prima di entrare in metropolitana, si è dichiarato pacifista. Stava infatti andando a un corteo in favore della tregua in Palestina e contro l’invio di armi in Ucraina. Più di mille trattati di geopolitica, l’episodio di questo quidam dimostra cosa sia il pacifismo: quel principio secondo cui, per il bene di tutti, è bene che vengano disarmati solo gli altri.
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It's been more than 3 days that I only reached 1.70€, 1.85€ and 2€ of elemosina, the esmola money I beg for buying food at least. The scalding hot weather is making Milanese people less available for heart worming actions towards me.
In fact they are more intrusive, trying to limit the range of the perimeter that I am allowed to stay in. Morover, nobody thinks about the national document that I carry with me called Passaporto Italiano. This document states that I am an Italian citizen not only allowed to stay in Milan but actually I am allowed to stay in all Italian territories that form the Italian Republic.
And the point is even the polizia and carabinieri act like the rest of the population mocking me, making gestures, acting like I own them something. But I do not own anything to anyone in here. In reality Italy owns me and my father for not protecting the use of our name and surname by illegals. Italy owns us more than the trams and buses I take without the proper ticket. Much more than that.
All in all I'm glad I leave no children for Italy steal their citizenship too. Because here in Milan it is officially known by its inhabitants that Alessandra Pomella is a name used by others. Italy is a criminal country.
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Cosa siamo nel buio, un successo le presentazioni di Tobia Rossi in tutta Italia
Di Annalisa Valente Tobia Rossi ha trasposto nel racconto Cosa siamo nel buio la sceneggiarura di Hide and Seek, che ha debuttato a marzo al Park Theatre di Londra. Cosa siamo nel buio, un successo le presentazioni di Tobia Rossi in tutta Italia Continua il successo di Cosa Siamo Nel Buio (Mondadori Editore). L’opera letteraria di Tobia Rossi, drammaturgo, sceneggiatore e story editor, segue la messa in opera della piece teatrale Hide and Seek (sempre a firma di Rossi), che nello scorso mese di Marzo è stata rappresentata al Park Theatre di Londra per la Zava Productions, riscuotendo un buon successo di pubblico. Questa stessa piece ha preso vita dalla drammaturgia, sempre di Rossi, Nascondino, che a sua volta ha ispirato questo romanzo, dopo aver vinto il Mario Fratti Award 2019 ed essere andato in scena in Italia, a Londra e New York. Cosa Siamo Nel Buio narra di Gio, che va in seconda liceo, ed è convinto che nessuno lo ami, sia in famiglia che tra i compagni di scuola. E ne è talmente convinto che decide di sparire lasciando come unico indizio una serie di video sul suo profilo TikTok. Va a nascondersi in una remota grotta nel bosco, forse per non essere trovato o forse perché qualcuno finalmente si accorga di lui. Così quando Mirko – il compagno di scuola che Gio osserva da mesi - scopre per caso il suo nascondiglio, le cose cambiano. Mirko diventa un complice, torna a trovarlo nella grotta per raccontargli cosa sta succedendo fuori: le ricerche della polizia, i servizi in TV, le visualizzazioni del suo profilo TikTok che crescono ogni giorno. Finché il legame tra i due si stringe, rivelando davvero ciò che Gio e Mirko sono nel buio: due anime spezzate in cerca di uno spiraglio di luce. Adesso quindi tocca al libro continuare a far parlare di sé e in Italia, già da fine Maggio, sta riscuotendo un buon successo di pubblico anche grazie al programma di presentazioni dal vivo in località e situazioni interessanti. Prima a Milano, presso la Libreria Noi (https://www.noilibreria.it) un luogo creato con l’obiettivo di costruire una comunità di lettori non solo attraverso la vendita di libri ma con eventi, incontri, laboratori. “Il luogo perfetto per presentare questa storia” lo ha definito lo stesso Tobia. Alla presentazione milanese ha partecipato Gianluca Nativo, giovane autore con già due romanzi all’attivo, entrambi editi da Mondadori. “Ci siamo conosciuti a scuola (è anche un insegnante) – ci ha detto Tobia - abbiamo scoperto un interesse in comune per una certa letteratura per ragazzi, oltre che per la scrittura, e lui con grande generosità mi ha accompagnato in alcuni eventi di presentazione del mio romanzo, facendomi da relatore.” Altri appuntamenti hanno fornito l’occasione per incontrare dal vivo Tobia Rossi e il suo libro: la Pride Week di Alessandria a fine Maggio e la kermesse Mare di Libri a Rimini a metà Giugno. E altri ancora ce ne saranno: di nuovo a Milano (al teatro Franco Parenti il 4 ottobre), in Valtellina, nel Monferrato e in Sardegna. “Io spero tanto che il libro possa anche approdare all'estero – ci confida Tobia - credo che le tematiche che tratta siano universali e quello che accade nel piccolo paese di Mirko e Gio, un paese identificato nel nord dell'Italia, possa accadere tranquillamente ‘alla periferia di qualsiasi impero’. E poi il pubblico britannico, ad esempio, ha già conosciuto e apprezzato la storia attraverso lo spettacolo Hidend Seek, che è stato da poco in scena al Park Theatre, ottenendo un buon consenso di pubblico e critica”. Nel frattempo, chi ha visto a Londra Hide and Seek (o se l’è persa e vuole recuperare) quindi vuole leggere il libro, può acquistarlo on line, o sul sito di Mondadori https://www.ragazzimondadori.it/libri/cosa-siamo-nel-buio-tobia-rossi-9788804781783/ o alla pagina Cosa siamo nel uno su Amazon. Anche perché, come ha spiegato l’autore “questo romanzo amplia il racconto del testo teatrale, crea tutta una serie di percorsi, di personaggi secondari. Dice tutto quello che nel testo teatrale non viene detto, per una questione di sintesi. E’ come se fosse una versione ampliata di quella storia e del suo mondo”. Se avete amato Hide and Seek, non potrete non amare anche Cosa Siamo Nel Buio. ... Continua a leggere su
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Milano, metro M1 rossa chiusa da Sesto Marelli e Sesto FS: intervento della polizia. Cos’è successo
articolo: https://www.ilgiorno.it/milano/cronaca/metro-rossa-chiusa-sesto-rbnz3vsz Blocco della circolazione dalle 19 circa. L’Azienda trasporti milanese ha comunicato che i treni sono sostituiti da bus: ecco le fermate alternative La linea rossa M1 della metropolitana di Milano tra Sesto Marelli e Sesto FS è stata chiusa. L’Azienda trasporti milanesi (Atm) ha comunicato che i treni…
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https://notizieoggi2023.blogspot.com/2024/02/chiara-ferragni-record-di-assenze-con_7.html Chiara Ferragni, record di assenze con Tod's (dove è consigliera di amministrazione): 3 riunioni su 17, compenso di 62 mila euro Chiara Ferragni ancora una volta nella bufera. Questa volta a finire nel mirino della stampa è il record di assenze che l'influencer avrebbe totalizzato alle riunioni del consiglio di amministrazione di Tod’s, la celebre azienda di calzature e abbigliamento di lusso di Diego Della Valle. Ferragni, stando ai registri aziendali, sarebbe stata presente a solo tre riunioni su diciassette totali per un tasso di assenteismo pari all’82,4 per cento. Un vero e proprio record. Chiara Ferragni, l’ex collaboratore: «Non è più un'influencer. Ora si vede tutto quello che c’è dietro» Le assenze Come riporta il Sole 24 Ore, l'imprenditrice digitale, entrata nel cda di Tod’s il 21 aprile del 2021, nel suo primo anno da consigliera è stata assente cinque volte su sei, nel 2022 avrebbe invece presenziato soltanto a due degli indici incontri calendarizzati mente per il 2023 i dati ancora non sono disponibili. Stipendio Ma quali compensi ha ricevuto per il suo ruolo nel consiglio di amministrazione di Tod’s? Nei due anni citati, un totale di 62.200 euro, di cui 25.500 euro lordi nel 2021 e 36.700 nel 2022. Diego Della Valle Diego Della Valle, ad del gruppo Tod's, incalzato dai giornalisti sul caso giudiziario che riguarda Ferragni durante la presentazione della nuova collezione di Tod's, ha ribadito che sarà la magistratura a chiarire «cosa è successo» e che «quando lo dirà» il gruppo prenderà «una posizione precisa e coerentissima». Il numero uno di Tod's, nel cui cda siede la stessa Ferragni, ha sottolineato inoltre che l'imprenditrice digitale «è sempre stata correttissima» con il gruppo Tod's e «molto collaborativa» e che «quando c'era da sponsorizzare qualche progetto sociale lo ha sempre fatto». Camera Moda Fashion Trust La Fashion week del debutto di Walter Chiapponi come direttore creativo di Blumarine, di Adrian Appiolaza da Moschino e di Matteo Tamburini da Tod' s è in programma a Milano dal 20 al 26 febbraio. Per sostenere i brand emergenti, Camera Moda ha annunciato anche l'apertura del bando per l'assegnazione dei CNMI Fashion Trust Grant 2024, promosso dal Camera Moda Fashion Trust, dove nel 2023 Chiara Ferragni è entrata come membro del Comitato consultivo. La fuga dei brand Dopo l'iscrizione nel registro degli indagati con l'ipotesi di truffa aggravata, realtà come Safilo e Pigna hanno interrotto i rapporti con l'imprenditrice digitale, mentre il Trust ha preso una posizione diversa: «Noi non crocifiggiamo le persone prima che lo faccia la giustizia, l'aspetto mediatico - sottolinea Capasa - non è il faro delle nostre scelte». Tutti, ovviamente, si chiedono se l'influencer sarà in prima fila alle prossime sfilate: «Vedremo tra qualche giorno, fa parte dei suoi rapporti personali, sono convinto che stia vivendo un momento complicato, prenderà le sue decisioni e in questo momento - conclude Capasa - mi sento solo di rispettarle. Noi per natura siamo garantisti». Gli interrogatori Dovrebbero essere fissati a partire dal prossimo marzo gli interrogatori di Ferragni, di Alessandra Balocco e degli altri indagati nell'inchiesta milanese che intende far luce su presunte truffe per i casi del pandoro «Pink Christmas», delle uova pasquali Dolci Preziosi e della bambola Trudi ed eventualmente dei biscotti Oreo. Prima delle convocazioni, l'inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Eugenio Fusco e dal pm Cristian Barilli - che oggi hanno ricevuto le carte trasmesse per competenza dalla Procura di Cuneo - e condotta dai finanzieri del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Gdf, andrà avanti sotto traccia. Nel senso che gli investigatori dovranno raccogliere altro materiale, come i contratti, querele sottoscritte da singoli consumatori e altra documentazione, e tracciare anche il flusso del denaro incassato per i prodotti venduti e per i cachet versati alla influencer.
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Furti nelle vie dello shopping a Milano, quattro arresti
Sono stati arrestati in quattro dagli agenti della Polizia di Stato di Milano, impegnati nei giorni scorsi nel contrastare furti e altri reati nelle vie dello shopping cittadino. In due diverse occasioni sono stati arrestati per furto aggravato due bulgare di 24 e 46 anni e due cubani di 22 e 32 anni. Gli agenti della Squadra Mobile milanese hanno fermato le due donne dopo che erano…
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Cuggiono, 140 chili di droga e armi in casa: la Polizia arresta 3 persone #tfnews #29dicembre
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Comune di San Donato Milanese: concorso per 5 Agenti di polizia locale
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Roma, accoltellato a Termini
accoltellamento a Termini il secondo in poco più di un mese
E’ grave il 46enne milanese accoltellato domenica scorsa a Roma, nei pressi della stazione Termini durante una rapina. Per l’aggressione sono stati fermati dalla polizia tre nordafricani di 40, 31 e 19 anni poiché gravemente indiziati di rapina aggravata e tentato omicidio dagli investigatori del commissariato Viminale. Secondo quanto ricostruito dalla polizia, il 46enne è stato accoltellato…
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Como: 19enne comasco costretto al prelievo bancomat, Polizia di Stato arresta i responsabili
Como: 19enne comasco costretto al prelievo bancomat, Polizia di Stato arresta i responsabili La Polizia di Stato, coordinata dalla Procura della repubblica di Como, ha arrestato per tentata estorsione in concorso, un milanese di 22 anni, con svariati precedenti di polizia e un 37enne tarantino, con precedenti penali per reati contro la persona e in materia di stupefacenti, i due si trovavano ieri pomeriggio, nel centro storico di Como con l'intento di vendere oggetti per strada. Verso le 16.... Leggi articolo completo su La Milano Read the full article
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