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"Santa Maria. Anche la Morte va in burnout" di Francesco Muzzopappa: il nuovo audiolibro che fa riflettere e sorridere
Disponibile ora in formato audiolibro, l'ultima opera di Muzzopappa esplora con ironia e profondità il tema dell'esaurimento moderno, affidando alla voce di Renata Bertolas il racconto di una Morte... in cerca di pensione.
Disponibile ora in formato audiolibro, l’ultima opera di Muzzopappa esplora con ironia e profondità il tema dell’esaurimento moderno, affidando alla voce di Renata Bertolas il racconto di una Morte… in cerca di pensione. Dopo il grande successo dell’edizione cartacea, il romanzo “Santa Maria. Anche la Morte va in burnout” di Francesco Muzzopappa arriva ora in audiolibro, pubblicato da il…
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Aspettando Pk
Post in italiano, mi spiace per i lettori internazionali, ma mi trovo più comodo a parlare nel mio idioma natio per questa piccola digressione.
Davide Cesarello
Ho ordinato su Panini.it il nuovo volume di Pk, assieme ad altre cose, perciò avrò modo di leggerlo dopo la data di uscita. Intanto, mi fa piacere che per le matite sia stato scelto stavolta Davide Cesarello.
Potrà apparire forse strano, ma faccio moderatamente il tifo per Cesarello da tempi non sospetti. Allievo della defunta Accademia Disney, ha collaborato con Disney Italia dalla seconda metà degli anni 90, fino agli anni 00. In quegli anni disegnò un pugno di storie, in due delle quali si cimentò anche da autore completo. Ben presto, però la sua carriera prese una strada che definirei più corporate, ovvero da copertinista per varie serie, come Minni & co., Mega 2000, X-Mickey (di cui si occupò anche di parte del processo creativo alle spalle), i Gialli di Topolino e iniziative editoriali come i Classici della Letteratura (la serie edita in collaborazione col Corriere della Sera ebbe in Italia come copertinista principalmente Fabio Pochet, ma in altri Paesi continuò con copertine di Cesarello).
In pratica si potrebbe dire che sviluppò una carriera simile a Marco Ghiglione, ma, parlando da lettore, nelle poche cose disegnate da lui, vedevo una maggiore capacità narrativa e recitativa, che superava la capacità di mettere in posa dei personaggi per un'illustrazione statica.
Una storia in particolare, mi permise di mettere a fuoco il suo talento: Topolino e il diamante rosa, che ritrovai su un Topolino di quelli venduti nelle buste delle edicole.
La cosa che mi colpì maggiormente, fu, nello stile, la volontà di eludere dal manierismo un po' provinciale che spesso insidia varie storie italiane, per mettere in scena un Topolino molto reale e allo stesso tempo fedele alla lezione d'oltreoceano. Questa commistione fra look corporate e taglio rampante dei personaggi, più che a Ghiglione, finiva per farmelo accostare a Sciarrone o Barbucci. Insomma, mi sembrava arrivare da quella scuola (o meglio, come avrei scoperto dopo, da quell'Accademia).
Guizzi così me li potevo immaginare animati dagli studi di Burbank. Non era un qualcosa che sembrava troppo alieno da un Runaway Brain. Tutto questo portava a crederci un po' di più in quello che si leggeva. E la trama, poi, non era neanche banale, ma aveva delle sequenze, inquadrature, tagli, che la facevano risaltare. Anche la scelta di alcune vignette monocromatiche dava un appeal moderno, simile a quello che Monteduro aveva inaugurato su Pk (sui colori, però, suppongo indicazioni dell'autore, data la valenza narrativa degli stessi, ma non ho elementi per identificare autori).
Se ciò sembra poco, questa storia segna anche il suo esordio sul settimanale, come rivela lo stesso autore nella sua scheda su Topolino.it:
Di saper disegnare lo dimostrai molto presto, all’asilo delle suore di Sesto S. Giovanni, dove i classici omini stilizzati prendevano forme e dinamismi unici per un bimbo di quell’età. L’asilo fu in effetti una buona palestra, si passava molto tempo a fare “scarabocchi” che tra l’altro conservo ancora gelosamente (oltre che a giocare a Zorro e D'Artagnan, gli eroi dell’epoca). Ad ogni modo, fu subito chiaro che il disegno sarebbe stato una componente molto importante nella mia vita e irrinunciabile. Seguirono poi gli anni delle elementari, tra cartoni animati giapponesi, che copiavo senza fermo immagine (ahimè all’epoca non ce l'avevamo) e caricature di compagni e maestre, naturalmente a loro insaputa, con una vena sempre umoristica. Crescendo diventai un divoratore di fumetti e col tempo mi appassionai soprattutto allo stile umoristico, imparando a riconoscere gli autori e l loro segno grafico. Da adolescente non ebbi troppi problemi a scegliere la mia strada. Passai diversi anni a studiare grafica e illustrazione, finendo poi all’Accademia di Belle Arti di Brera dove mi diplomai in scenografia. Fu proprio a Brera che venni a sapere della scuola Disney e così convinto da una amica, mi presentai con un book di disegnetti molto naif alla selezione per entrare ai corsi tenuti dal grande Giovan Battista Carpi. Passò un lungo periodo di prove infinite ma alla fine riuscii ad entrare all’Accademia Disney, un luogo di incontro e scambio culturale che mi rimarrà sempre nel cuore. La prima storia uscii nell’ottobre 98: "Topolino e il diamante rosa”, scritta e disegnata da me e in seguito ne uscirono altre, mentre collaboravo saltuariamente anche con il dipartimento Licensing della Disney per la creazione di prodotti per il consumer product. Dopo qualche anno da freelance mi venne offerto di entrare alla Walt Disney Company come senior artist, dove ebbi modo di conoscere tantissimi artisti provenienti da tutto il mondo e crescere artisticamente, ispirato dal loro talento e i loro insegnamenti. Nonostante fossi ormai lontano dalla testata di Topolino ebbi modo comunque di ispirare la redazione con alcune serie di grande successo: X-Mickey e le Storie della Baia. Il fumetto come mezzo per raccontare storie continuava ad avere un certo fascino su di me. Nel 2018 tornai a fare il freelance, riallacciando i rapporti con la rivista di Topolino.
Nonostante il Diamante Rosa fu a lungo l'unico ricordo connesso a Cesarello, il suo nome mi rimase impresso, tanto da essere stupito, nel tempo, di non trovare più un così fulgido talento speso fra le pagine del topo. Fui perciò molto felice di rivederlo, prima di nuovo sulle cover e dopo sulle storie, a collaborare col settimanale, dopo una decennale assenza (ultradecennale, se poniamo l'attenzione sulle storie lunghe più di una tavola).
Menzione obbligatoria di congratulazioni con la direzione Bertani per il fiuto nel recuperare autori.
Il nuovo Cesarello appare certamente più maturo di come fosse negli anni 90. Mantiene una regia interessante e una buona capacità di far recitare i personaggi. Con le nuove storie di Top de Tops riesce egregiamente a sostituire Massimo De Vita, riuscendo a porsi in continuità con lui, pur avendo infuso una riconoscibilità ai personaggi mutuato, evidentemente, dagli anni nel licensing.
Se in passato sembrava pendere verso l'animazione in determinate scelte e lo stile corporate, qui pare tornare ad adattarsi al mezzo fumetto, pur mantenendo quella particolare affinità per il dinamismo. Insomma, appare in evoluzione, capace di rinnovarsi e di applicarsi a studiare per adattarsi a ciò che gli viene chiesto, dandone un'interpretazione comunque personale.
Ora ha ricevuto il pesante incarico di occuparsi di Pk, in un periodo in cui alla serie vengono affidate matite inedite. Sono molto curioso della prova che potrà dare in questo contesto.
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LA COMPAGNIA DELLA FORCA DI MAGNUS E I PICARI
LA COMPAGNIA DELLA FORCA DI MAGNUS E I PICARI
Dopo le storie drammatiche e iperviolente de Lo Sconosciuto, dal 1977 al 1979 Magnus compie una svolta grafica e narrativa in una serie umoristica e fantasy: La Compagnia della Forca. 19 albi tascabili pubblicati dall’editore Renzo Barbieri, il quale forse ambirebbe a una serie in stile Alan Ford, ma Magnus, con Giovanni Romanini cone assistente, ha in mente ben altro.
“Protagonista della serie è…
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LA (INESORABILE) VENDETTA DEL GRANDE CETRIOLO, il nuovo libro di Roberta Boriosi LA (INESORABILE) VENDETTA DEL GRANDE CETRIOLO Secondo Manuale Eroicomico di Sopravvivenza di Roberta Boriosi A un anno dall’uscita de Il Grande Cetriolo.
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...una meraviglia della letteratura...un capolavoro dall'eccezionale capacità di trascinarti dentro il suo tempo, nello scorrere del suo ritmo, senza che a te, lettore, sia lasciato il tempo di reagire in nessun modo. Doveva essere un romanzo breve che raccontasse in chiave sottilmente umoristica la vita nei sanatori montani contro la tubercolosi, di cui l’autore aveva fatto esperienza accompagnandovi la moglie. Ben presto, però, il libro ha forzato la mano, come ricordato dallo stesso Mann, diventando opera richiedente lunghi anni di lavoro sino a trasformarsi nel poderoso ritratto di un mondo al tramonto...Un libro inesorabile...lento ma invincibile...che avanza deciso tra i meandri dello scibile umano...e affronta la strada dell'amore verso la vita attraverso esperienze diverse, buone e cattive, nell'apprezzarla conoscendo la malattia e osservando la morte...#ravenna #booklovers #instabook #igersravenna #instaravenna #ig_books #consiglidilettura #librerieaperte #narrativa #thomasmann (presso Libreria ScattiSparsi Ravenna) https://www.instagram.com/p/ClVTjM_oZ1C/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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Ho letto recensioni molto contrastanti su questo secondo libro di Andy Weir, ma credo che -almeno in parte- quelle meno lusinghiere siano dovute al paragone con "The martian". 🌕"Artemis" è un romanzo leggero, che scorre veloce, con tinte umane decisamente meno drammatiche rispetto al precedente. Sebbene la carica umoristica perda un po' di freschezza, la struttura narrativa e i personaggi sono ben raccontati e sfaccettati, anche quelli secondari. 👧👨 Adattissimo a ragazzi e ragazze, specie se appassionati di materie scientifiche. 🔶 Metto il tag a @adrianfartade che forse non ha tempo né di leggere il libro né questo post. Ma ci sono moltissimi dettagli di grande interesse sulle attività in assenza di ossigeno e con gravità ridotta. Mi piacerebbe ascoltare la sua. 👍Comunque leggetelo e fatelo leggere ai vostri ragazzi! #artemis #andyweir #fantascienza #scifi @newtoncomptoneditori https://www.instagram.com/p/CkNIS3YqtOh/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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The New Yorker - L'alto costo dell'incontro di Biden con Putin
The New Yorker – L’alto costo dell’incontro di Biden con Putin
The New Yorker (ovvero il Newyorkese) è una rivista settimanale americana edita dalla Condé Nast Publications. Nata nel 1925, pubblica oggi reportage, commenti, critica, saggi sociali e politici, narrativa, satira, vignette e poesia. Il suo fondatore Harold Ross voleva creare una rivista umoristica sofisticata, diversa dalle pubblicazioni similari alquanto “banali”. Sebbene le sue recensioni e…
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"Un Amore di Zitella" di Andrea Vitali: Una Storia di Amore, Solitudine e Intrighi di Paese. Recensione di Alessandria today
Un romanzo delicato e ironico che racconta le vite segrete e i piccoli drammi di un paese sulle rive del lago di Como.
Un romanzo delicato e ironico che racconta le vite segrete e i piccoli drammi di un paese sulle rive del lago di Como. Recensione Nel romanzo “Un Amore di Zitella”, Andrea Vitali ci trasporta, con il suo stile inconfondibile, in un piccolo borgo sulle rive del lago di Como. Come in molte delle sue opere, Vitali dipinge un affresco di vita di paese, con personaggi bizzarri e situazioni…
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IL RANDAGIO è il mio primo romanzo noir dopo una vita passata a leggere romanzi cavallereschi e a scrivere narrativa umoristica. Uscirà tra qualche settimana con la casa editrice Bookabook e prometto che sarà un'avventura adrenalinica che non lascerà spazio per fermarsi ad ammirare il panorama della New York degli anni 30. Puoi acquistarlo qui: https://bit.ly/2LvFN6U Oppure link in BIO! . . . . . posted on Instagram - https://instagr.am/p/CKCPp0gq-dr/
#typewriter#macchinadascrivere#frasi#amoscrivere#writers#pensieri#instapoetry#romanzo#libri#libro#leg
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MERCURY PRIZE: chi vorremo vincesse il Mercury Prize, l’unica cerimonia di premiazione giusta rimasta
Ogni anno lo Hyundai Mercury Prize si propone di promuovere la migliore musica proveniente da Regno Unito e Irlanda. Svincolandosi dalle solite strutture che rendono il trofeo un riconoscimento sempre più privo di significato, anche quest’anno la prestigiosa cerimonia di premiazione si dimostra l’unica giusta rimasta. In un presente in cui persino il Grammy Awards continua a perdere credibilità, adottando metri di giudizio piuttosto contestabili che si basano sul numero di vendite piuttosto che sull’effettiva qualità musicale o sull’idoneità alle rispettive categorie, il Mercury Prize sembra davvero voler premiare la buona musica, promuovendo chi se lo merita e cercando, per quanto possibile, di discernere dal discorso il successo già acquisito. Eliminate le categorie per allungare la serata e non far rimanere male nessuno, il punto di forza del Mercury Prize è proprio la short list che le raggruppa tutte: dodici album che già hanno vinto nel momento in cui sono stati candidati proprio in quanto scelti tra tantissimi altri. Poi c’è la commissione formata da giovani conduttori radiofonici, giornalisti ed artisti - quest’anno vanta l’entrata di Annie Mac, Jorja Smith e Stormzy - che già proponendo eclettismo e diversità tra generi musicali, artisti e relativa grandezza del loro pubblico appare più seria ed affidabile.
La cerimonia si svolgerà il 20 settembre all’Eventim Apollo di Londra, mentre su BBC Music sarà possibile guardare la diretta. Di seguito le nomination di quest’anno, consultabili anche sul sito ufficiale, che includono album pubblicati tra il 21 luglio 2018 ed il 19 luglio 2019. Scoprite cosa ne pensiamo.
Hunter - Anna Calvi
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Reward - Cate Le Bon
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Psychodrama - Dave
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Saturn - Nao
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Driftglass - SEED Ensemble
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Nothing Great About Britain - slowthai
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Tra le nomination chiaramente ci sono i nostri preferiti, dischi arrivati nelle liste dei migliori album di gazemoil e che ci fa immenso piacere vedere tra le scelte di un’importante commissione. A loro auguriamo un particolare “buona fortuna”, ecco quali sono.
Schlagenheim - black midi
Schlagenheim è l’album che aspettavamo quest’anno senza nemmeno saperlo. A concepirlo i black midi, band inglese apparentemente uscita dal nulla che già al debutto si dimostra una delle proposte più interessanti di questi mesi. Prima di ascoltare Schlagenheim, parola simile ma non uguale ad un termine tedesco che in realtà non significa nulla, non avevamo idea di chi fossero o cosa facessero i black midi. Dopo averlo ascoltato, ancora peggio. A momenti sembrano una band art rock dalle tendenze metal alla quale piace sfociare spesso nello sperimentale, a volte un gruppo post-punk, altri un complesso free jazz, oppure, dei tizi che fanno improvvisazione con il pallino per i virtuosismi. Qualcuno ha scherzosamente descritto la loro musica come la sovrapposizione di due intricatissime canzoni dei Korn missate da un ragazzino del liceo convinto di star creando qualcosa di stranissimo e, per questo, speciale. Sicuramente è la definizione che mi diverte di più, forse perché si avvicina alla realtà e in ogni caso non saprei fare di meglio per descrivere le nove maniacali canzoni che compongono il disco.
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Everything Not Saved Will Be Lost Part 1 - Foals
L’album degli inglesi Foals, Everything Not Saved Will Be Lost (Part 1), è il primo capitolo del loro progetto più ambizioso, di una più grande visione concettuale organizzata in due dischi diversi che dovrebbe concludersi questo autunno con, appunto, la seconda ed ultima parte. Everything Not Saved Will Be Lost (Part 1) è positivamente imponente in qualsiasi direzione ed offre alcuni dei momenti più emozionanti, avventurosi, viscerali e caustici della loro discografia. Una messa a fuoco fredda come il ghiaccio per incendiare di un crudo calore almeno tutta la prima parte di un disco che si rivela comunque omogeneo e consistente - senza insistere troppo su certi ammiccamenti o orecchiabilità - rimanendo audace ed implacabile. Le tematiche ruotano tutte attorno alle minacce cui la contemporaneità espone noi e il nostro pianeta, colmo di paure, grida d’aiuto, visioni apocalittiche e cantati febbrili anche se, alla fine, c’è da dire che il disco non riesce a prendere la forma vera e propria di concept album che la band aveva previsto.
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Dogrel - Fontaines D.C.
Dogrel significa filastrocca. È un termine antico di origine irlandese utilizzato con valenza negativa per indicare poesie dallo scarso valore letterario, versi considerati troppo facili o anche volgari. Fatti apposta, però, per arrivare a tutti, perfetti per scuotere le coscienze delle masse, aizzarle. Guidare la rivoluzione dal basso. È una parola che si accosta alla perfezione con il punk o perlomeno con la percezione iniziale che ne ebbe il ceto medio inglese negli anni ‘70. Non a caso, Dogrel, è stato scelto dai dublinesi Fontaines D.C. come titolo del loro disco d’esordio, diventando per la band una dichiarazione di intenti chiara e ambiziosa. I Fontaines D.C. hanno analizzato Dublino con consapevolezza, forse talmente tanta che chiunque altro al posto loro se ne sarebbe semplicemente andato. L'indole testarda e romantica li ha portati a restare, facendogli capire che il modo più efficace per sopravvivere psicologicamente in una grande città in continua evoluzione è assaporare i momenti più intimi.
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GREY Area - Little Simz
Il terzo disco di Simbi Ajikawo, in arte Little Simz, è un’opera coincisa ed immediata che si focalizza sulla musicalità piuttosto che sulla narrativa. Contrariamente a come potrebbe sembrare, tali decisioni non sono le conseguenze di una voglia d’emergere, trovandosi quindi nel mainstream e correggendo alcuni aspetti “anti-commerciali” della sua musica. Piuttosto, è semplicemente l’avvenuta esplorazione di un nuovo territorio artistico con una ritrovata sicurezza d’animo. A conferma di questo, Simz non si fa ostacolare da un problema che può essere definito una vera e propria discriminazione di genere ed invece di commentare direttamente sulla questione, in GREY Area la rapper decide che a parlare del suo indiscutibile talento sia la musica stessa, continuando ad affinare la sua arte senza farsi distrarre dall’ingiustizia dell’industria musicale ed approdando ad un audace nuovo sound che la vede sfruttare il suo agile flow ed i suoi superbi giochi di parole spaziando tra un’eclettica gamma di diverse influenze musicali tra cui jazz, funk e soul fino al punk ed il rock, intercalando le voci di quattro collaboratori accuratamente scelti.
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A Brief Inquiry Into Online Relationships - The 1975
A Brief Inquiry Into Online Relationships è il terzo disco della band inglese The 1975, a dir poco eclettico e quasi oltraggioso, polarizzato dalla visione eccentrica, tormentata ed ambivalente del frontman Matty Healy. L’album parla di tutte le relazioni che inevitabilmente vengono mediate online ma non parla di internet, piuttosto della vita e dell’esperienza umana e diventa per Healy un’esame di coscienza, in cui trova occasione per esaminare anche il mondo esterno e rendersi conto di quanto le persone che gli stanno accanto siano preziose, arrivando alla realizzazione che il contrario della dipendenza non è la sobrietà: il contrario della dipendenza è la connessione. C’è della rabbia, della paura, della colpa e dell’insicurezza, ma anche della speranza. Questa molteplicità si traduce anche nella musica e nella sua notevole diversità di generi: dalla trap, all’elettronica glitchy, al pop rock fino al jazz. Per molti la sua dissonanza è l’aspetto più detestabile e spesso sembra non esserci proprio un punto di contatto, ma d’altronde non poteva essere altrimenti, in quanto la loro scelta non è altro che il riflesso del modo in cui la musica esiste online e per questo è un album assolutamente coerente che rende il disordine parte della sua audacia.
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Joy As An Act Of Resistance - IDLES
Ultimi ma non meno importanti ci sono i nostri idoli, da noi affettuosamente definiti come la band post-punk più tenera della storia, ci ha regalato un disco che più passa il tempo e più sembra eccezionale.��Joy As An Act Of Resistance, il secondo album degli inglesi IDLES, è un’opera che si incammina dentro le problematiche del vivere moderno e dei malesseri sociali in maniera cupamente umoristica, riflessiva, schietta ed inevitabile, attaccando anche con particolare risentimento lo stereotipo dell’uomo virile, stoico ed impassibile. Joy as an Act of Resistance. mette sul tavolo dodici tracce di arguzia, sarcasmo, sdegno e visioni di un mondo migliore ambientate in contrasto ad una barbara colonna sonora apparentemente sull’orlo di un collasso. Gli IDLES rompono i muri con la loro musica per abbracciare il prossimo che sta dall’altra parte, ci invitano a strapparci la maschera e a celebrare la vita denunciando qualsiasi forma di odio e di oppressione. E’ un album che lascia il segno e forse dovrebbe proprio portarselo a casa questo premio.
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Sono successe delle cose, ultimamente. Una delle cose che mi sono successe – anche se ufficialmente accadrà fra alcuni giorni – è che sono diventato un direttore di collana. Tolte le battute riguardanti gioielli e bigiotteria, resta questa definizione un po’ altisonante, che nella pratica vera e propria vuol dire semplicemente curatore di una serie di libri (molto meglio averne cura che dirigerli, i libri), ma di solito si dice così: direttore, e chi sono io per esimermi dal pavoneggiarmi un po’? Com’è successo che sono diventato un direttore di collana? Ecco com’è andata. Un giorno mi telefona il buon Lele Rozza, direttore – nel suo caso è più azzeccato, il termine – editoriale di Blonk, casa editrice che ha pubblicato il mio romanzo (racconto lungo!) Eccì. Mi telefona e mi dice, più o meno: «Stavamo pensando di lanciare una nuova collana», e io: «Che bravi, fate bene», e lui: «Non hai capito. Dovresti farla tu, la collana», e io: «Ah. Ma non so mica come si fa». Io, mi rendo conto, devo essere abbastanza in controtendenza rispetto a quest’epoca in cui tutti dicono di saper fare tutto e fanno di tutto. Lì per lì dico: «Proviamo». La prima idea naturalmente è stata quella di mettere in piedi una collana umoristica. Di letteratura umoristica, nel senso. Ovvero una delle mie passioni, nonché una cosa che nel panorama editoriale nostrano manca abbastanza. Poi mi ricordo di quella volta che in una libreria di Roma ho chiesto dove fosse la sezione umorismo, e stava di sotto, in fondo a destra, nell’angolo, sul retro della colonna, davanti alla porta del gabinetto. E c’erano libri di barzellette, libri di “fenomeni del web”, e un paio di libri di Campanile che mi guardavano supplichevoli e sembravano dire “portaci via!”. Credo di averli portati via. È un po’ così, da noi. O è narrativa, o è umorismo. Quantomeno a livello commerciale e di scaffali. Niente collana umoristica allora. Però l’umorismo ce lo volevo, dentro. In una delle sue tante forme possibili: dalla sottile ironia alle demenzialità, dal tragicomico al brillante. Un po’ di satira, anche, se possibile. Dal riso silenzioso al sorriso al ghigno fino alla sganasciata. E chiedo scusa ai puristi, se mischio tutto nello stesso calderone. E allora storie, di qualsiasi tipo o genere, finzioni o quasi-finzioni o poco-finzioni, ma raccontate in un certo modo peculiare. Un’esplorazione senza né mappa né navigatore, percorsi non chiari, a prima vista incoerenti, una miscellanea che disorienta, in cui ci si perde, mancando i riferimenti. Un cammino con solo questa – a volte quasi invisibile ma sempre presente – traccia di fondo da seguire, umoristica. Così è nata Stravaganze, una collana, lo dice la parola stessa, che vaga lungo percorsi non battuti, lontana dalle principali vie di comunicazione, e che facilmente conterrà stranezze e bizzarrie. Fra alcuni giorni Stravaganze vedrà la luce, col suo primo volume. S’intitola Il naso della Sfinge, e l’autore è Roberto Radimir (qualcuno qui sul web potrebbe riconoscerlo più facilmente dal suo nick, CoqBaroque). Per ora non vi dico altro, a parte che c’è un’apposita pagina Facebook che fareste bene a seguire per avere presto novità in merito. Intanto vi metto qui la quarta, come diciamo noi direttori di collana: È notte quando la motonave Esperia, scivolando tra le onde scure del Mediterraneo, si lascia alle spalle le acque territoriali egiziane e al contempo la dittatura di Nasser. L’annuncio del capitano è salutato da un boato di gioia dei passeggeri: una gioia che ha il gusto dello scampato pericolo, anche se il futuro è incerto. Proprio da quest’epilogo prende avvio una narrazione che, un tassello dopo l’altro, ripercorre le vicende di una famiglia d’italiani d’Egitto, e insieme a quelle forma l’esotico e vivace mosaico della società cosmopolita in cui era immersa. Un percorso biografico tracciato con sottile ironia, in cui memoria, invenzione e ricerca storica diventano indistinguibili, ma che attraverso ritratti umani, aneddoti, ricette e canzoni ci racconta un mondo affascinante e caleidoscopico in cui religioni, lingue, usi e costumi molto diversi convivevano in perfetta armonia. Un mondo ormai scomparso, che si rianima però nella memoria e nella ricerca delle proprie origini.
Stravaganze
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GROTTAMMARE – La giuria del Premio Letterario Nazionale Città di Grottammare, ha selezionato i vincitori dell’undicesima edizione del concorso letterario, organizzato dall‘Associazione Pelasgo968 di Grottammare, con il patrocinio della Regione Marche, del comune di Grottammare, della Fondazione Carisap, Centro Nazionale di Studi Leopardiani e dell’Omphalos, che vede quale Presidente onorario Franco Loi.
PRIMI CLASSIFICATI: Sez. D- D2 – Libro Edito di Narrativa/Saggio GORRET DANIELE (CHATILLON/AO) DISINGANNI SENILI DI ANSELO SECOS – PEQUOD EDITORE
Sez. A–Poesia inedita in lingua italiana a tema libero DALLA LIBERA EMANUELA (SUVERETO/LI) RICORDO DI UN PADRE
Sez. B–Poesia inedita in vernacolo a tema libero. COVINO ANTONIO (NAPOLI) ‘E NOTTE
Sez. C–Racconto/Saggio breve/ Inediti a tema libero DANIELE LAURA (ROMA) SE SON ROSE PUNGERANNO
Sez. D–D1-Libro Edito di Poesia VIVINETTO GIOVANNA CRISTINA (ROMA) DOLORE MINIMO – INTERLINEA EDIZIONI
Premi speciali
Premio Speciale METRICA: FREDDI ELISABETTA (CESANO DI SENIGALLIA/AN) NON VOGLIO ARARE IL CAMPO
Premio Speciale OMPHALOS alla miglior Opera CON TEMA L’AUTISMO: LA ROVERE GABRIELLA (MARSCIANO/PG) MI DISPIACE, SUO FIGLIO E’ AUTISTICO EDIZIONI GRUPPO ABELE
Premio Speciale UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TERAMO LIBRO INEDITO/OPERA PRIMA EDITA (LIBRO): AMICO ANGELA GIOVANNA (CURNO/BG) LA VERITA’ E’ UNA ROTTA TRACCIATA A MATITA EDIZIONI CONVALLE
PREMI SPECIALI.
MIGLIOR OPERA A TEMATICA:
SOCIALE (PREMIO DANIELE DONATI): GEMITO FRANCESCO (CASORIA/NA) DALLA POLVERE DA SPARO ALL’INCHIOSTRO TREDITRE EDITORI.
UMORISTICA (PREMIO GIOACCHINO BELLI): MONACHESI ENNIO (MACERATA) LA VENA UMORISTICA EDIZIONI SIMPLE
MIGLIOR SAGGIO: LENTI LUIGI (TERAMO) VINCITORI E VINTI ROBIN EDIZIONI FANTASY/PER RAGAZZI: PACCANI FEDERICO (BRESCIA) LOKI E IL DRAGO DEL LAGO GERUNDO – EDIZIONI A.CAR
PREMIO SPECIALE DELLA GIURIA: PIERPAOLI ERMANNO (PESARO) UN’ISOLA PER OGNI UOMO – INEDITO
PREMIO SPECIALE ALLA CARRIERA: SERPENTINI ELSO SIMONE (TERAMO) Storia della Massoneria in Abruzzo ARTEMIA NOVA EDITRICE.
La situazione di emergenza sanitaria legata al coronavirus fa slittare la cerimonia di premiazione, che era stata fissata a sabato 9 maggio, al Kursaal a Grottammare; momentaneamente rinviata a sabato 6 giugno.
Sono state 733, complessivamente, le opere pervenute alla 11^ edizione, dai 528 autori (+36 rispetto alla 10^ edizione) che hanno scelto di partecipare: 258, le poesie in lingua italiana pervenute, 49 quelle in dialetto; racconto e saggio breve 127, libro poesia 62 e libro narrativa/saggio 237. Per un totale di 299 libri e 434 poesie + racconti.
Sono state valutate dalla giuria, presieduta dal critico letterario e saggista Filippo La Porta è il Presidente per la giuria tecnica dal punto di vista dell’opera edita.
Presidente sezione giallo/noir è Massimo Lugli, leggenda nell’ambiente giornalistico romano, cronista di nera, sempre in trincea sulla strada e nei bassifondi della metropoli, Presidente sezione romanzo storico Andrea Frediani, consulente scientifico della rivista «Focus Wars», ha collaborato con numerose riviste specializzate e ha pubblicato numerosi saggi.
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[Books] Tutte le ragazze lo sanno di Winifred Wolfe
Titolo originale: Ask Any Girl Autore: Winifred Wolfe Prima edizione: 1958 Edizione italiana: traduzione di Laura Dalla Rosa Prati (Elliot Edizioni, 2011)
Presentazione dell'editore: La bella e ingenua Meg Wheeler arriva a Manhattan dalla provincia in cerca di lavoro e del vero amore. Dopo alcuni tentativi, la giovane trova un impiego in una società di ricerche di mercato e si inserisce pian piano nella vita newyorkese, fatta di feste, cene romantiche e weekend fuori città, occasioni durante le quali si trova continuamente a dover sventare i tentativi di vari corteggiatori di portarsela a letto. Tra gli scapoli (o presunti tali) che Meg incontra sulla sua strada, spicca Evan, fratello playboy del suo capo Miles Doughton. Agli occhi della ragazza l'incorreggibile dongiovanni appare come l'uomo dei sogni e Meg inizia una campagna di conquista con l'aiuto di Miles, che si offre di farle da pigmalione. Per una semplice ragazza di provincia però occorre un corso accelerato di seduzione, cosi Meg cerca di capire meglio quello che gli uomini si aspettano dalle donne, tentando di adeguarsi a tale immagine, con risultati spesso esilaranti. Per scoprire, dopo tanti sforzi, che è invece perdutamente innamorata dell'ultimo uomo che avrebbe mai pensato di poter amare... Pubblicato nel 1958 negli Stati Uniti, questo romanzo impose immediatamente la sua autrice all'attenzione del pubblico, diventando un long seller e un film con David Niven e Shirley MacLaine, a cui andarono l'Orso d'Argento come miglior attrice protagonista e il premio Bafta come miglior attrice straniera.
Volete sapere come la penso? Secondo me ogni uomo sposa- to dovrebbe essere obbligato per legge a portare la fede al di- to. Perché se i mariti sono in tutto e per tutto identici agli sca- poli, allora come fa una ragazza a riconoscerli? Innanzitutto vorrei chiarire che l’anno scorso non mi sono trasferita da Wilkes-Barre a New York perché ero a caccia di marito; ma di sicuro, se mi fosse capitato di pescarne uno, non volevo che il suo nome si trovasse già sulle partecipazioni di matrimonio di un’altra.
Ask Any Girl è considerato da molti una sorta di antesignano della cosiddetta "chick lit", ossia quella narrativa "rosa" affermatasi a partire dagli anni '90, prima nel Regno Unito e poi in diversi altri Paesi. Gli esponenti più noti del genere sono probabilmente le serie Briget Jones di Helen Fielding e I love Shopping di Sophie Kinsella e si caratterizzano per le loro protagoniste, per lo più single, alle prese con vicende sentimentali e problemi quotidiani, con cui il pubblico destinatario si identifica facilmente. Il tutto è poi solitamente declinato in chiave umoristica, e non mancano gaffe ed equivoci vari.
Meg Wheeler non è che una Briget Jones nella New York di fine anni '50, la città dove ogni ragazza si aspetta di realizzare i propri sogni e di trovare l'amore, tra una pattinata al Rockfeller Center e un giro in carrozza scoperta. Molto carina e priva di ogni malizia (anche se, dati i tempi, ci si aspetterebbe una ancora maggiore ingenuità), si trova spesso e volentieri in situazioni imbarazzanti.
Il copione è quello che Hollywood ci presenta ormai da decenni, con l'infatuazione per il playboy belloccio di turno (ma forse sarebbe il caso di parlare al plurale), e il vero amore con il lui scostante, dai modi bruschi, che si rivela poi sincero nei sentimenti, e che, soprattutto, è il pretesto che spinge la protagonista a tirare fuori aspetti di sé che non avrebbe mai immaginato.
Nulla di nuovo, quindi, e la stessa Meg ammette che molte delle sue fantasie non sono che il risultato di troppo cinema.
La fantasia mi offre sempre visioni anticipate di avvenimenti meravigliosi. E dopo mi è difficile separare l'immagine che mi sono fatta da quella reale, che di solito è molto meno piacevole.(...)
Eh sì, alcuni momenti più belli della mia vita non sono neanche esistiti.
Non è un caso neanche che il successo del libro sia legato a quello dell'omonimo film, valso a Shirley MacLaine un Orso d'Argento e un Bafta.
Nonostante tutto sia molto prevedibile, il libro è estremamente fresco e frizzante, con quel pizzico di retrò che non guasta mai.
Il tocco vintage non deve però ingannare, dato che non ci sono poi tante remore nell'affrontare argomenti come il sesso al di fuori del matrimonio, la prostituzione e persino orgie (o presunte tali!).
Una lettura soffice e voluttuosa come un colorato cupcake da mordere con gusto.
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GROTTAMMARE – E’ stato già superato il numero di adesioni, rispetto all’edizione 2019, nell’ambito del Premio Letterario Nazionale Città di Grottammare, organizzato dall’Associazione Pelasgo968 di Grottammare, con il patrocinio del comune di Grottammare, che vede quale presidente onorario Franco Loi, forse il più grande poeta italiano vivente. Proprio per la vicinanza del poeta al premio e alla Pelasgo, Loi nel 2019 è diventato cittadino onorario di Grottammare.
Alla decima edizione sono stati 500, i partecipanti, con oltre 800 opere, suddivise nelle tre sezioni della Poesia inedita (sia in lingua che dialettale), nel racconto breve inedito e nel libro Edito, con autori arrivati da tutte le regioni italiane, nonché dalla Svizzera, Francia, Canada, Stati Uniti e Svezia.
Il bando, dell’11° Premio, aperto a tutti gli autori italiani e stranieri maggiorenni, scadrà il 31 gennaio. Novità dell’edizione 2020 è l’apertura del concorso verso gli Inediti, ma anche a nuovi Premi Speciali, come quello dell’Università di Teramo:
Ecco le sezioni:
Poesia inedita in lingua italiana a tema libero,
Poesia inedita in vernacolo a tema libero.
Racconto/Saggio breve/ Inediti a tema libero.
Libro Edito di Poesia,
Libro Edito di Narrativa/Saggio,
A queste si aggiungono i Premi Speciali:
Premio Speciale Metrica, Premio Speciale Omphalos alla miglior opera avente come tema l’autismo, Premio Speciale Università degli Studi di Teramo, libro inedito/opera prima edita, Premio Speciale “GialloGrottammare”, Per il miglior Racconto/libro giallo, poliziesco, noir, Premio Speciale Romanzo storico.
E ancora: alla Miglior Opera (libro, poesia, racconto) a tematica Sociale (Premio Daniele Donati) Umoristica (Premio Gioacchino Belli), Erotica, Fantasy, per Ragazzi.
Gli ultimi anni hanno visto il patrocinio dei vari enti territoriali e politici, come la Regione Marche e la Provincia di Ascoli Piceno e da sette anni del Centro Nazionale di Studi Leopardiani, in giuria con il responsabile della Commissione scientifica, il Professor Alberto Folin, nonché vicepresidente del Centro Mondiale della Poesia e della Cultura Giacomo Leopardi.
Il critico letterario e saggista Filippo La Porta è il Presidente della giuria tecnica Presidente sezione giallo/noir è Massimo Lugli, leggenda nell’ambiente giornalistico romano, cronista di Nera, sempre in trincea sulla strada e nei bassifondi della metropoli, Presidente sezione romanzo storico Andrea Frediani, consulente scientifico della rivista «Focus Wars», ha collaborato con numerose riviste specializzate e ha pubblicato numerosi saggi.
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GROTTAMMARE – Prende il via con il nuovo bando, il percorso del 11° Premio Letterario Nazionale Città di Grottammare, organizzato dall’Associazione Pelasgo968 di Grottammare, aperto a tutti gli autori italiani e stranieri che, alla scadenza del bando, il 31 gennaio 2020, abbiano compiuto il 18° anno di età,
Le ultime edizioni hanno visto come Presidenti onorari il giornalista e scrittore Massimo Fini e nelle ultime tre edizioni il Poeta Franco Loi, forse il più grande poeta italiano vivente. Sono stati 500, i partecipanti alla decima edizione, con oltre 800 opere, suddivise nelle tre sezioni della Poesia inedita (sia in lingua che dialettale), nel racconto breve inedito e nel libro Edito.
La partecipazione copre l’intero territorio nazionale con autori che arrivano da tutte le regioni italiane nonché da Svizzera, Francia, Canada, Stati Uniti, Svezia. Novità della nuova edizione l’apertura del concorso verso gli Inediti, ma anche a nuovi Premi Speciali, come quello dell’Università di Teramo.
Gli ultimi anni hanno visto il patrocinio dei vari enti territoriali e politici, come la Regione Marche e la Provincia di Ascoli Piceno e da sette anni del Centro Nazionale di Studi Leopardiani, in giuria con il responsabile della Commissione scientifica, il Professor Alberto Folin, nonché vicepresidente del Centro Mondiale della Poesia e della Cultura Giacomo Leopardi.
Il critico letterario e saggista Filippo La Porta è il Presidente della giuria tecnica. Presidente sezione giallo/noir è Massimo Lugli, leggenda nell’ambiente giornalistico romano, cronista di Nera, sempre in trincea sulla strada e nei bassifondi della metropoli, Presidente sezione romanzo storico Andrea Frediani, consulente scientifico della rivista «Focus Wars», ha collaborato con numerose riviste specializzate e ha pubblicato numerosi saggi.
Si articola nelle sezioni:
Poesia inedita in lingua italiana a tema libero,
Poesia inedita in vernacolo a tema libero.
Racconto/Saggio breve/ Inediti a tema libero.
Libro Edito di Poesia,
Libro Edito di Narrativa/Saggio,
A queste si aggiungono i Premi Speciali
Premio Speciale Metrica, Premio Speciale Omphalos alla miglior opera avente come tema l’autismo, Premio Speciale Università degli Studi di Teramo, libro inedito/opera prima edita, Premio Speciale “GialloGrottammare”, Per il miglior Racconto/libro giallo, poliziesco, noir, Premio Speciale Romanzo storico.
E ancora: alla Miglior Opera (libro, poesia, racaconto) a tematica Sociale (Premio Daniele Donati) Umoristica (Premio Gioacchino Belli), Eerotica, Fantasy, per Ragazzi.
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