#letture per mistero.
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pier-carlo-universe · 21 days ago
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La ruga del cretino: un’indagine tra mistero e ironia firmata Vitali e Picozzi. Recensione di Alessandria today
Un giallo avvincente che intreccia crimini, personaggi eccentrici e un pizzico di humor inconfondibile.
Un giallo avvincente che intreccia crimini, personaggi eccentrici e un pizzico di humor inconfondibile. Andrea Vitali e Massimo Picozzi, maestri rispettivamente della narrativa e della criminologia, collaborano per dar vita a “La ruga del cretino”, un romanzo che mescola sapientemente mistero, introspezione e ironia. Pubblicato da Garzanti, il libro si distingue per la sua capacità di…
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sistemabibliotecariomilano · 8 months ago
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Primavera di libri
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Torniamo a suggerirvi nuove letture e film “raccomandati” dai vostri bibliotecari di fiducia.
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Un autentico caso letterario l’inedito di Gabriel García Márquez Ci vediamo in agosto, che, come narra la leggenda a proposito dell’Eneide di Virgilio, l’autore avrebbe voluto distruggere: “un omaggio alla femminilità, una storia di libertà e di desiderio che non si sopisce con l’età e nemmeno con l’amore coniugale”. I figli hanno consentito la pubblicazione di questo breve romanzo, che esce in contemporanea in tutti i paesi e ci delizia come una sorpresa inaspettata, nonostante la volontà del suo artefice, forse troppo esigente con sé stesso.
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Tutt’altro che deprimente, Piccoli suicidi tra amici di Arto Paasilinna è ormai diventato un classico. Scritto con stile quasi cronachistico, la sua apparente freddezza (che peraltro ben si addice alle gelide lande della Finlandia da cui provengono i personaggi del libro) non fa che accrescere l’ironia, magari un po’ macabra, di cui è pervaso. “… ogni giorno è per ciascuno sempre il primo della vita che gli resta da vivere, anche se siamo troppo occupati per rendercene conto” è la sintesi filosofica di un romanzo divertente, originale, che si risolve in un inno non banale alla vita, alla solidarietà, all’amicizia. Un vero toccasana “per tempi agitati”, citando Mauro Bonazzi, come sono quelli in cui ci troviamo a vivere. Dalla postfazione di Diego Marani: “Una delle cose più belle dei romanzi di Paasilinna è che dopo il tumulto, il fragore e le spericolate rincorse tutto si risolve delicatamente, come una risata di cui resta solo il gioioso ricordo, nell’acqua increspata d’un lago, nel vento della sera, nell’odore di foraggio appena tagliato. … In questo libro la grande beffata è la morte”.
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Ambientato a Bologna durante le festività natalizie tra la fine del 1953 e l’inizio del ’54, Intrigo italiano di Carlo Lucarelli ci ripropone la compagnia del commissario De Luca, sempre ombroso, inappetente e drogato di caffeina. Lo accompagna un giovane poliziotto che lo introduce negli ambienti musicali degli amanti del jazz, di cui era appassionato un noto professore morto in circostanze non chiare. Ma il mistero si infittisce quando anche la vedova viene trovata uccisa e De Luca stesso è controllato dai Servizi Segreti. Non siamo più in tempo di guerra mondiale, ma di guerra fredda e anche i migliori si devono aggiornare. Un giallo di classe, con una ricostruzione storica sempre molto accurata. È del 2022 il ritorno del commissario Marino, segretamente ma attivamente antifascista, in Bell’abissina, dopo l’esordio del 1993 con Indagine non autorizzata, quando era ancora soltanto ispettore. Si tratta di un cold case soltanto apparente, perché la serie di delitti, legati da somiglianze via via sempre più chiare, si protrae dal passato al presente pericolosamente minacciato dall’imminente scontro bellico. Marino ha un temperamento diverso da quello di De Luca e si getta anima e corpo in questa indagine che coinvolge corrotti fiancheggiatori del regime. Un incontro, come dice l’autore stesso nei Ringraziamenti, tra la storia, con la s minuscola, frutto di fantasia, e la Storia, quella del secondo conflitto mondiale che Lucarelli conosce molto bene e che ha trattato anche in diverse trasmissioni televisive.
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Irresistibile la doppietta di Simenon che vi proponiamo. Gli altri, inedito in Italia fino alla pubblicazione di Adelphi del 2023, è scritto in forma di diario-confessione e ci guida con il suo ritmo irresistibile tra i meandri di un suggestivo castello francese, che racchiude, ça va sans dire, una morte misteriosa, una giovane e affascinante castellana, nonché un burbero e attempato maggiordomo, sospettosamente depositario di ogni segreto… Come sempre, con pochi abili tratti l’autore descrive una serie di personaggi che non potrebbero essere fra loro più diversi, anche se appartenenti alla stessa famiglia: la sua penna riesce a far sembrare del tutto naturali e accettabili legami apparentemente inconciliabili e al limite della moralità. Il finale è riservato all’apertura del testamento: a chi andrà la cospicua eredità del vecchio Antoine Huet? Ma soprattutto: in che modo la ricchezza influirà sulla vita e le abitudini dei protagonisti? A voi il piacere di scoprirlo. Il romanzo La prigione inizia ex abrupto con un misterioso omicidio, su cui la polizia indaga. Ma duplice è la ricerca intrapresa dall’autore: da una parte il movente del delitto, dall’altra la psicologia del protagonista, costretto a scavare nella sua vita per scoprire su sé stesso e sulle persone che gli erano più intimamente vicine segreti che ignorava o che, più probabilmente, cercava di rimuovere per superficialità, paura o inadeguatezza. Così la prigione diventa una metafora per descrivere una vita fasulla che implode in un solo istante di un giorno d’autunno. Al di là del caso limite rappresentato dal fatto di sangue e delle inevitabili differenze di carattere, è talmente accurata l’analisi psicologica che ogni lettore potrebbe ritrovare qualcosa di sé nell’indole del protagonista e comprendere i suoi atti apparentemente privi di logica. Simenon, come sempre, con ritmo inesorabile e accanito vaglio introspettivo ci conduce all’unica soluzione possibile.
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Furio Scarpelli e Agenore Incrocci hanno firmato, sotto la nota sigla di Age&Scarpelli, “le più memorabili sceneggiature dell’epoca d’oro del cinema italiano”, da Totò le Mokò di Bragaglia, a La banda degli onesti di Mastrocinque, C’eravamo tanto amati di Scola, I soliti ignoti, L’armata Brancaleone e La Grande guerra di Monicelli, per citarne solo una minima parte. Tra gli inediti di Scarpelli che Sellerio sta ripubblicando (è del 2019 Amori nel fragore della metropoli) vi consigliamo Si ricorda di me, signor tenente?, romanzo che introduce i protagonisti alternando, con la tecnica del flash back, la narrazione contemporanea al memoriale di guerra. Lo scavo nel complesso passato del personaggio principale porterà alla luce gravi traumi, profondi e rimossi sensi di colpa. Ma chi è lo sgangherato seccatore che apostrofa con la domanda del titolo il vecchio Giulio, tranquillo pensionato che passeggia per le vie della Milano del 1999? Un truffatore, un commilitone o un rigurgito della sua coscienza addormentata? Si legge piacevolmente tutto d’un fiato.
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Per una lettura diversa dal solito vi proponiamo Nightmare Alley, La fiera delle illusioni di William Lindsay Gresham, “una tipica storia noir”, da cui sono stati tratti ben due film: un classico con il fascinoso Tyrone Power in una veste per lui inedita e il recentissimo remake di Guillermo Del Toro con Bradley Cooper, Cate Blanchett, Willem Dafoe. Diviso in due parti (con un finale ad anello): da un lato il fantastico, bizzarro, grottesco mondo del circo, con i suoi misteri e le sue crudeltà; dall’altra quello dell’alta borghesia, non meno pericoloso. In sintesi, il libro e i due film sono “Tre facce della stessa storia che presentano tutte letture degne di essere lette e viste per una storia che potrebbe benissimo svolgersi anche al giorno d’oggi. I prestigiatori, che siano o meno appassionati di mentalismo/spiritismo, vi troveranno molti spunti interessanti.”
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Un prezioso suggerimento dal passato: se vi fosse sfuggito, potete rimediare cogliendo dai nostri scaffali Il peso falso di Joseph Roth. Un autentico gioiello che mischia allo stile formulare dei poemi omerici, un’autentica passione d’amore e una finissima riflessione sull’essere umano, dominato dai suoi difetti, quasi deterministicamente volto verso il male, incapace di sfuggire alla tentazione del peccato, anche quando è mosso dalle migliori intenzioni. I temi sono quelli consueti della poetica di Roth, e spesso tornano anche gli stessi personaggi, che inevitabilmente cadono nella colpa: il tutto senza pessimismo né amarezza, anzi forse con una leggera sfumatura di fatalistica ironia.
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Come una diabolica matrioska le vicende biografiche dell’autore, Herbert Clyde Lewis, giornalista e scrittore americano, nato a New York da ebrei russi emigrati, si ripercuotono sul protagonista del romanzo per poi accanirsi inspiegabilmente sulle vicissitudini editoriali dell’opera che vi vogliamo consigliare, Gentiluomo in mare. Sì, perché come l’autore ebbe una vita difficile, nonostante gli incessanti sforzi profusi per affermarsi e l’indubbio talento, così il protagonista di questo delizioso romanzo breve è vittima di “una sorte bizzarra e cattiva”, per citare la splendida canzone di Lauzi-Conte, e infine la novella fu ingiustamente ignorata alla sua prima pubblicazione nel 1937 per essere poi “ripescata” (è proprio il caso di dirlo) dall’abisso dei libri dimenticati per la prima volta in Argentina nel 2010: da quel momento il successo, più che meritato anche se postumo, divenne planetario. Davvero “una perlita”, come fu definito nella recensione argentina.
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bibliotecasanvalentino · 2 months ago
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Ed eccoci di nuovo qui con la rubrica a cadenza mensile e precisamente l'ultimo giorno di ogni mese, curata dalla nostra utente e amica @valentina_lettrice_compulsiva
Questa rubrica nasce anche e soprattutto da una riflessione che ci accompagna da un po' di tempo: per una "piccola" biblioteca di un piccolo paese non è sempre facile stare al passo con le richieste, i suggerimenti, le necessità degli utenti e non. Per questo motivo, con l'aiuto di Valentina scopriremo nuovi autori e nuove letture, consigli e spunti di riflessione, insieme a curiosità e notizie sui nostri cari libri. E allora, diamo il benvenuto a questo nuovo spazio culturale dove si viaggerà alla scoperta delle case editrici indipendenti: ʟᴇᴛᴛᴜʀᴇɪɴᴅɪᴇ.
La casa editrice di questo mese è: @pelledocaeditore
Buona lettura a tutti!
GHOST STORIES – M. R. JAMES
È la notte di Halloween, quale modo migliore di trascorrerla se non leggendo le storie di fantasmi dello scrittore e medievalista britannico Montague Rhodes James?
La casa editrice Pelledoca, specializzata in narrativa per ragazzi, ha pubblicato un graphic novel che raccoglie i cinque racconti più famosi dell’autore, nell’adattamento di Leah Moore e John Reppion, in cui vengono trattati: il tema della vendetta, del ritorno dal regno dei morti, della curiosità che spinge l’uomo a superare limiti invalicabili.
I protagonisti di queste storie sono studiosi impegnati in misteriose e insidiose ricerche in archivi polverosi o in dimore infestate, che si trovano ad affrontare esperienze al di là dell’umana comprensione.
"LA MEZZATINTA", in assoluto il mio racconto preferito di James, racconta di un dipinto che, notte dopo notte, prende vita per ricordare in eterno la terribile vendetta di un nobile decaduto.
"IL FRASSINO", invece, narra la storia di un albero che nasconde un terribile segreto, legato alla morte di una donna giustiziata per stregoneria
"LA NUMERO 13" racconta di una stanza d’albergo che appare e scompare.
"IL CONTE MAGNUS" è ambientato in un mausoleo misterioso nel quale sarebbe meglio non entrare.
“FISCHIA E IO VERRÒ DA TE” narra di un fischietto capace di evocare mostri e demoni.
Le splendide illustrazioni di Fouad Mezher, Alisdair Wood, George Kambadais, Abigail Larson e Al Davison costituiscono il valore aggiunto del volume.
COSA MI È PIACIUTO
Adoro la letteratura gotica e, in particolare, le storie di fantasmi. Quelle di M. R. James mi hanno sempre affascinata per le ambientazioni cupe e le vicende oscure che le caratterizzano.
COSA NON MI È PIACIUTO
Purtroppo l’età avanza e ho avuto un po’ di difficoltà a leggere le vignette di alcune tavole.
   
L’AUTORE
M. R. James (1862-1936) è stato uno scrittore e studioso medievale, ricordato soprattutto per le sue storie di fantasmi che sono considerate tra le migliori del genere. I racconti di M. R. James continuano ad influenzare molti dei grandi scrittori di oggi, tra cui Stephen King  (che discute di James nel libro di saggistica del Danse Macabre, 1981) e Ramsey Campbell.
LA CASA EDITRICE
I libri di Pelledoca editore vogliono raccontare storie belle, forti e particolari. Storie da brivido, capaci di tenere il lettore con il fiato sospeso e gli occhi incollati alla pagina. La casa editrice ha fatto una scelta precisa, decidendo di occuparsi solo di thriller, noir e mistero. Chi scrive per Pelledoca accompagna i lettori, soprattutto i più giovani, in un mondo narrativo di intrighi in cui si muovono personaggi equivoci, vittime e carnefici, ma anche astuti eroi.
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benzedrina · 2 months ago
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Venerdì tranquillo, tipello è in Giappone e io sono andato a vedere Parthenope. Settimana scorsa sono stato trascinato a una festa di laurea, conoscevo tipello e la sorella della festeggiata. Non ho molto a fuoco la serata, ricordo un amaro veramente amaro, io che insulto un tizio, la sorella della festeggiata che mi dà 5-6 schiaffetti in faccia e poi un bacio sulla guancia, ma non ricordo il motivo, forse perché insistevo che volevo la torta ma non volevo chiedere alla sorella, boh.
Parthenope mi ha lasciato un po' di cose sparse, una di queste è la domanda "sei un mistero o sei una truffa?". Che è quello che ho pensato quando sei riapparsa dopo mesi, giusto per lamentarti e per dire che sei fidanzata. Hai detto qualcosa per farmi entrare in quel solito mistero, ti ho guardato e ti ho detto che sei una truffa. Mi hai chiesto perché, poi mi hai detto "mi conosci bene". Non ti capirò mai, ma non perché sei un mistero.
Al tavolino di un bar leggevo le carte a una ragazza disperata per la sua relazione. Non ricordo le letture in generale, quelle che devo ricordare me le segno. Con lei ricordo questo problema di comunicazione (non con me) e io che imito Moretti quando dice "dì qualcosa di sinistra". L'ho sentita ridere per 5 minuti abbondanti, l'immagine di lei che diceva "dì qualcosa di sinistra" al fidanzato, le provocava sta risata continua.
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valentina-lauricella · 1 year ago
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Realtà "stregata", una mia recensione su Amazon del libro Carrellolandia e i carrelli stregati di Sara Provasi.
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Non leggo soltanto Leopardi, a volte leggo anche qualcos'altro, come il libro per ragazzi di quest'autrice, mia amica di Instagram. Non ci siamo mai incontrate perché lei abita a Rozzano vicino Milano, da lei detta Rozzangeles o, come in questo libro, Carrellolandia, e io a Palermo. È una finissima poetessa, disegnatrice e realizzatrice di collages e fotoromanzi con giocattoli. È un'adulta che vede oltre perché non ha mai smesso del tutto di essere bambina. Acquistato il suo libro alla velocità della luce, ne ho lasciato una recensione su Amazon.
È un libro per ragazzi, che si può leggere a 10 anni, ma che fa piacere leggere a 20 anni e ancor più a 40, che tocca corde senza età, relative al sogno, alla conoscenza e al bisogno di dare e ricevere amore. È un giallo, perché c'è un mistero, che si snoda e si risolve in modi non del tutto prevedibili. È un racconto realistico, perché racconta la psicologia dei bambini più sensibili. È un piccolo, agile capolavoro in cui ogni elemento è al posto giusto e si offre a sempre più profonde letture simboliche man mano che si pone attenzione nel considerarlo. Già, l'attenzione. Il messaggio implicito di questo libro è che la propria influenza sulla realtà dipende solo dal grado di attenzione e di amore che si è disposti a darle. Uno sguardo superficiale, un gesto disattento e privo di amore, fanno "sparire" oggetti, esseri viventi e anche persone. Fanno vivere in una realtà che è l'opposto di quella "aumentata": una realtà impoverita, non decodificata, una realtà subìta. La chiave per la comprensione e per l'influenza sulla realtà sono l'attenzione e l'amore. In qualunque ambiente si viva, niente è muto, indifferente, da scartare. Tutto ha un senso, una poesia, dei colori, una voce. Dai palazzi delle periferie con i loro centri commerciali, agli animali da compagnia (dai più tradizionali ai più piccoli e quasi invisibili), agli elettrodomestici, alle briciole. Nulla è superfluo o va perduto, se l'animo umano è attento, sensibile, amorevole; tutto è recuperabile, e i "lieto fine", come in questa bella fiaba, si moltiplicano.
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chez-mimich · 2 years ago
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CONSIDERAZIONI SEMISERIE SULLA PASQUA DI NOSTRO SIGNORE (E SULLA NOSTRA)
Da bambino per me la Pasqua era qualcosa di assolutamente misterioso, non solo per la Resurrezione di nostro Signore, ma della Pasqua mi stupiva lo schiacciamento temporale, per così dire. Erano passati solo tre-quattro mesi dal Natale (a seconda se la Pasqua fosse “bassa” o “alta”) e trovavo quel bambino nato in una mangiatoia, già uomo e uomo perseguitato e messo in Croce. Eppure io andavo a Messa tutte le domeniche e non mi perdevo una sola “puntata” della vita di Gesù Bambino. Però, per me c’era qualcosa che non tornava proprio nell’anno liturgico. Non riuscivo mai a capire come il neonato Gesù, dopo pochi mesi, fosse un trentatreenne a cui molti volevano male. Più che “come”, non riuscivo a capire “quando” fosse diventato grande senza che io me ne accorgessi. Ma il dopo-Pasqua era anche peggio, perché fino alla Resurrezione non c’erano problemi. Deposto il corpo di Gesù dalla Croce, portato nel sepolcro con quel pietrone davanti, sapevo che dubbi non potevano essercene. Poi Gesù risorge ed io non riuscivo a farmi una ragione, non tanto che Gesù fosse risorto (io tifavo per lui perché sapevo che sarebbe risorto, visto che Gesù e Zorro erano i nostri due supereroi), ma non riuscivo a immaginare le donne che fecero la scoperta. Le identificavo con le tante vedove di Sant’Agabio, il quartiere dove sono nato e vissuto, che andavano al cimitero a trovare i loro mariti. Come avrebbero reagito se sul cancello del cimitero avessero trovato il custode che diceva: “I vostri mariti non sono più qui…” Comunque dopo Pasqua il mistero si infittiva perché il Mariulin, pur seguendo tutte le nuove avventure di Gesù risorto, non si capacitava di come, verso il principio dell’estate con l’Ascensione, Gesù Cristo sparisse di nuovo, ma questa volta chiamato dal suo papà vero, quel Dio che noi bambini avevamo timore al solo nominarlo. Durante il “tempo ordinario” della Chiesa, il sacerdote alla domenica continuava con i Vangeli e le letture che lo riguardavano come se niente fosse, ma io nei banchi della chiesa di Sant’Agabio a Novara, non mi davo pace e mi chiedevo dove fosse finito. Poi verso l’autunno, alla prima domenica di dicembre o anche all’ultima di novembre, incominciava l’Avvento e Gesù doveva ancora nascere. Mi mancava sempre un pezzo, ma cominciavo a capire che la storia era circolare e si sarebbe ripetuta sempre così. Naturalmente noi bambini, contravvenendo a quello che ci diceva Don Carlo, consideravamo il Natale più importante della Pasqua, non tanto perché considerassimo il nascere più credibile del risorgere, ma per il fatto che era praticamente l’unica occasione dell’anno nella quale ricevevamo un giocattolo in regalo. La Pasqua comunque tornava come il Natale, ed io il venerdì Santo, me lo immaginavo sempre come un oscuro giorno di pioggia (e spesso lo era, perché una volta in primavera pioveva davvero) e passavo poi un paio di giorni in ansia perché mi chiedevo se Gesù ce l’avrebbe fatta, anche questa volta, a resuscitare. Da quando sono bambino (ma mi dicono anche prima), ci è sempre riuscito. Il problema vero è che oggi per i bambini, per i loro papà e per le loro mamme, la Pasqua è un ponte con il mare, le città d’arte e le piste da sci e nessuno è più sconvolto da quell’uomo sulla Croce (eppure ce ne sono ancora tantissimi intorno a noi) e tantomeno è più in ansia nell’attesa di sapere se anche questa volta Gesù ce la farà a resuscitare. Comunque ce la farà, ve lo dico io. Buona Pasqua a tutti.
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agathaandrea · 1 year ago
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Recensione… Il mistero dei dei tiramisù Di Maria Cristina Buoso
Ciao, voglio ringraziare Francesca Daniele delle Letture di Gold per la mia recensione in Tik Tok. Sono felice che il mio secondo giallo le sia piaciuto così tanto. Grazie e Buona lettura a tutti …. ricordatevi che il Natale si avvicina 🙂 @francescadaniele73 #polizieschi #giallo #collaborazioni #booktokeritalia #leletturedigold #lecronachedidoom #blogger #booktok #greenscreen @Maria Cristina…
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agrpress-blog · 1 year ago
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Andranno in scena la sera di Halloween - martedì 31 ottobre 2023 - alle ore 21.00 al Teatro Trastevere - via Jacopa de’ Settesoli, 3 - i due racconti Il ritratto ovale e Il cuore rivelatore. I racconti del terrore di Edgar Allan Poe, appartenenti alla categoria dei classici, sono brevi racconti inquietanti e fantastici che hanno fatto la storia del genere horror. Questa serie di brevi storie affronta argomenti mistici narrati con un fascino gotico, incontrano vicende di vario genere che hanno appassionato - e ancora oggi appassionano - moltissimi lettori/lettrici. Mistero, Incubo, Fantasia, Terrore. Omicidi che si si susseguono, storie di morti e di fantasmi, di significati celati dietro terrificanti incubi. I racconti del terrore di E. A. Poe sono intriganti, inquietanti ed amplificati da un’indagine psicologica che l’autore conduce sugli individui del suo tempo. Proprio questo scavare a fondo che lo scrittore pratica è l’aspetto che mette più paura della sua opera perché porta il lettore/lettrice a scoprire la trama di intrecci fitti nella mente di ciascun individuo, quella che più terrorizza qualunque essere umano. Edgar Allan Poe (1809-1849), oltre ad essere uno scrittore straordinario, si mostra con questa sua opera un maestro del terrore, ispirato anche dall’epoca di evoluzione e allo stesso tempo di cupo cambiamento a lui contemporanea. Perché conoscere l’uomo e la sua identità nascosta è un’impresa che Poe cerca di portare a conclusione nei suoi Racconti del terrore, ma la strada verso l’intimo inconscio umano - e molte volte tante anche il conscio - è oscura e spaventosa. Ogni spettacolo ha come protagonista un brano tratto dalla celebre raccolta di E. A. Poe, che sarà letto ed interpretato da Manfredi Gelmetti, con accompagnamento di Paolo Monaldi. In questa messa in scena voce, gesti e suoni evocheranno stati d’animo e suggestioni per trasmettere al pubblico la profonda inquietudine che i personaggi provano di fronte alla rivelazione dell’ignoto. Il reading teatrale di Il ritratto ovale e Il cuore rivelatore - messa in scena: Manfredi Gelmetti, Paolo Monaldi; letture: M. Gelmetti; accompagnamento alle percussioni ed effetti sonori: Paolo Monaldi; produzione: Algeciras Flamenco & Incontro all’Arte -, tratto da I racconti del terrore di Edgar Allan Poe, sarà in scena al Teatro Trastevere martedì 31 ottobre alle ore 21.00. L’indomani, mercoledì 1° novembre 2023 alle ore 21.30, andrà in scena La rovina della casa degli Usher.
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elelandia · 2 years ago
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Nuvole arcobaleno: tre fumetti da leggere a Giugno. Ma anche a settembre.
Per una serie di giochi del destino chiamati “Salone del Libro” “bancomat” e “OH MIO DIO FINALMENTE TI HO TROVATO” sono uscita dal Salone con una bordata di fumetti tra le mani, di cui molti, direi praticamente il 90% possono essere incasellati sotto l’ombrello di “letture queer” (va beh, un paio anche Furry e BL, dehehehehehhheheeheh). Non credo sia un mistero che l’offerta del mercato…
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scienza-magia · 2 years ago
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In uno spazio-tempo caotico i sistemi quantistici diventano magici
La ricerca dello spazio-tempo è stata definita “Magia quantistica” – Gli scienziati potranno definirsi dei Maghi? Un gruppo di scienziati ha identificato una nuova proprietà quantistica per misurare le stranezze dello spaziotempo e l’ha ufficialmente chiamata “magia”: potrebbe essere la chiave per spiegare come sono nati lo spazio e il tempo. È stato lo scrittore di 2001: Odissea nello spazio, Arthur C. Clarke, a dire che “qualsiasi tecnologia sufficientemente avanzata è indistinguibile dalla magia”. Oggi possiamo dire che non ci siamo mai avvicinati tanto a questo concetto: secondo i ricercatori lo spazio-tempo potrebbe emergere da proprietà quantistiche, e una di queste particolari e misteriose proprietà è stata ufficialmente denominata “magia quantistica”. Magia, mana e scienza Appassionati di fantasy, giochi di carte, videogiochi e boardgame, quante volte avete sentito o letto parole come magia e mana durante le vostre letture o sessioni di gioco? Tante, vero? Bene, da oggi potreste cominciare a utilizzare questi termini anche in ambito puramente scientifico: un gruppo di scienziati del RIKEN Interdisciplinary Theoretical and Mathematical Sciences in Giappone ha identificato una nuova proprietà quantistica per misurare la stranezza dello spaziotempo e l’ha ufficialmente chiamata “magia”. “I fisici sono da tempo affascinati dalla possibilità che lo spazio e il tempo non siano fondamentali, ma che derivino da qualcosa di più profondo“, spiega Kanato Goto del RIKEN Interdisciplinary Theoretical and Mathematical Sciences (iTHEMS) ai microfoni di Phys.org. Il mistero dello spaziotempo: da Maldacena agli scienziati del RIKEN Negli anni ’90, il fisico teorico Juan Maldacena ha messo in relazione la teoria gravitazionale che governa lo spaziotempo con una teoria che coinvolgeva le particelle quantistiche. In particolare, ha immaginato uno spazio ipotetico racchiuso in qualcosa di simile a un barattolo di zuppa. Maldacena immaginò anche delle particelle che si muovevano sulla superficie della lattina, controllate dalla meccanica quantistica., e si rese conto che, dal punto di vista matematico, una teoria quantistica utilizzata per descrivere le particelle sul bordo è equivalente a una teoria gravitazionale che descrive i buchi neri e lo spaziotempo all’interno della massa.
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“Questa relazione indica che lo spaziotempo stesso non esiste fondamentalmente, ma emerge da una qualche natura quantistica”, afferma Goto. “I fisici stanno cercando di capire quale sia la proprietà quantistica chiave”. Secondo il documento scientifico “Probing chaos by magic monotones”, pubblicato di recente sulla rivista Physical Review D, esiste una proprietà di uno stato quantistico chiamata “magia”: “come dimostrato dal teorema di Gottesman-Knill, i cosiddetti stati stabilizzatori, che sono composti solo da porte di Clifford, possono essere calcolati in modo efficiente su un computer classico e quindi la computazione quantistica non offre alcun vantaggio.” La “magica” ricerca di Kanato Goto e del RIKEN iTHEMS “Gli stati non stabilizzatori sono chiamati stati magici, necessari per ottenere la computazione quantistica universale. La magia (monotona) è la misura della quantità di risorse non stabilizzatrici e misura quanto sia difficile per un computer classico simularne lo stato. Studiamo la magia degli stati nei regimi integrabili e caotici della generalizzazione higher-spin del modello di Ising attraverso due quantità: “mana” e “robustezza della magia” (RoM).”
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I ricercatori giapponesi hanno scoperto che “nel regime caotico, il mana aumenta monotonicamente nel tempo nella regione dei primi tempi, mentre nei tempi finali queste quantità oscillano intorno a un valore non nullo che aumenta linearmente rispetto alle dimensioni del sistema. Il nostro risultato suggerisce anche che, in una dinamica caotica, qualsiasi stato si evolve verso uno stato il cui mana quasi satura il limite superiore ottimale; in altre parole, lo stato diventa massimamente magico”. Goto e i colleghi di iTHEMS, Tomoki Nosaka e Masahiro Nozaki, hanno cercato la quantità quantistica che si potesse mappare e applicare al sistema limite per descrivere meglio i buchi neri. In particolare, hanno notato che i buchi neri hanno una caratteristica caotica che può essere descritta.
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“Quando si getta qualcosa in un buco nero, le informazioni su di esso vengono strapazzate e non possono essere recuperate”, dice Goto. “Questo rimescolamento è una manifestazione del caos”. Il team si è imbattuto quindi nella “magia”, che possiamo definire come una misura matematica nata per stabilire quanto sia difficile simulare uno stato quantistico con un normale computer. I loro calcoli hanno dimostrato che, in un sistema caotico, quasi ogni stato si evolverà in uno “massimamente magico”, ovvero il più difficile da simulare. Fonti: Phys.org Read the full article
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liena67 · 2 years ago
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E vai di #recap #letture fatte e in corso! #CosaHoLetto The Broken Man di Daniela Barisone e Juls SK Vernet che si prende 4 ⭐ #recensione sul mio blog millelibripersognare che trovate in bio o qui: https://campsite.to/elianamatania #cosastoleggendo SU #cartaceo . King è il Maestro e mica per nulla, eh. Sono solo a poco più di 100 pagine e già il mistero mi intriga come pochi Su #Kindle . Lo storico orientale procede. Sono a circa la metà del libro ed è sicuramente bello, anche se la trama intricata ha bisogno di essere assorbita con attenzione. . Whyborne&Griffin mi hanno chiamata, e io ho risposto! E niente, io amo Whyborne sempre di più a ogni libro 😍 E così abbiamo iniziato a sfoltire almeno qualcuno dei libri delle #readingchallenge del 2023, sia quella della svuota TBR che quella delle serie. NONCELAPOSSOFARE MA CE PROVO COMUNQUE! 😅 . Non contenta, sto betando un nuovo libro di Annalisa Mantovani/Lisa Ocean e me ne sono già innamorata perdutamente. Buon proseguimento di giornata e inizio nuova settimana a tuttə #bookstagram #instabook #mm #mlm #mxm #urbanFantasy #thriller #romance #fantasy #stephenking #libri #libridaleggere #libriletti #challenge #gay #lgbtq #lgbtqia #lgbtqlove #librigay #librilgbt #libriqueer https://www.instagram.com/p/CnwMyI-sKhH/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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pier-carlo-universe · 5 days ago
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"Il Castello di Dragonwyck" di Anya Seton: Un romanzo tra mistero, amore e oscure verità. Recensione di Alessandria today
Un viaggio gotico nel cuore della Hudson Valley. Il romanzo "Il Castello di Dragonwyck" di Anya Seton è un’opera che cattura il lettore con la sua atmosfera gotica, i personaggi complessi e un’ambientazione che mescola romanticismo e mistero.
Un viaggio gotico nel cuore della Hudson Valley.Il romanzo “Il Castello di Dragonwyck” di Anya Seton è un’opera che cattura il lettore con la sua atmosfera gotica, i personaggi complessi e un’ambientazione che mescola romanticismo e mistero. Pubblicato per la prima volta nel 1944, questo classico della letteratura americana continua a incantare per la sua profondità narrativa e per il suo…
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bibliotecasanvalentino · 1 year ago
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Ed eccoci di nuovo qui con la rubrica a cadenza mensile e precisamente l'ultimo giorno di ogni mese, curata dalla nostra utente e amica Valentina Pace
Questa rubrica nasce anche e soprattutto da una riflessione che ci accompagna da un po' di tempo: per una "piccola" biblioteca di un piccolo paese non è sempre facile stare al passo con le richieste, i suggerimenti, le necessità degli utenti e non. Per questo motivo, con l'aiuto di Valentina scopriremo nuovi autori e nuove letture, consigli e spunti di riflessione, insieme a curiosità e notizie sui nostri cari libri. E allora, diamo il benvenuto a questo nuovo spazio culturale dove si viaggerà alla scoperta delle case editrici indipendenti: ʟᴇᴛᴛᴜʀᴇɪɴᴅɪᴇ.
La casa editrice di questo mese è: Sellerio
Buona lettura a tutti!
PICNIC A HANGING ROCK di Joan Lindsay
“Se Picnic a Hanging Rock sia realtà o fantasia, i lettori dovranno deciderlo per conto proprio. Poiché quel fatidico picnic ebbe luogo nell'anno 1900 e tutti i personaggi sono morti da molto tempo, la cosa pare non abbia importanza”.
All’Appleyard College, una rinomata scuola per signorine di buona famiglia, situata in Australia a poca distanza da Melbourne, si respira un’atmosfera di profonda allegria e di grande trepidazione: è l’alba del 14 febbraio del 1900 e le ragazze, tutte vestite di bianco, si preparano per una scampagnata a Hanging Rock, un immenso gruppo roccioso di origine vulcanica che costituisce il simbolo del paese.
La direttrice, la severa e arcigna Mrs. Appleyard sovrintende ai preparativi, mentre le ragazze si scambiano i biglietti di San Valentino. Tra loro spiccano le tre allieve più grandi: Miranda, la più bella, la più riflessiva e la più amata del collegio, Irma, la più ricca e Marion, la più intelligente. L’attempata Miss Greta McCraw, insegnante di matematica con il naso perennemente infilato in un libro e Mademoiselle Dianne de Poitiers, insegnante di francese e di ballo, giovane, elegante e ricca di fascino, sono le accompagnatrici.
Quella che dovrebbe essere una giornata di festa si trasforma in tragedia: una volta arrivata a destinazione, l’allegra brigata si dispone a trascorrere la giornata oziando, ma Miss McCraw, Miranda, Irma e Marion, seguite dall'insulsa Edith, una ragazza lagnosissima, definita dal narratore l’asina del collegio, si avventurano sulla cima della Hanging Rock e non faranno più ritorno. Soltanto Edith e Irma, in momenti diversi, verranno ritrovate, ma non saranno in grado di spiegare cos’è accaduto alle altre. Nonostante le ricerche, neanche i corpi delle scomparse saranno rinvenuti, come se la montagna le avesse letteralmente inghiottite.
Picnic a Hanging Rock è un mystery d’atmosfera in cui le descrizioni di una natura lussureggiante e selvaggia si alternano agli eventi successivi alla scomparsa delle tre ragazze e della loro insegnante durante la gita organizzata dal collegio. Il romanzo è caratterizzato dal tema del perturbante: la normalità, ciò che ci è familiare, diventa estraneo e spaventoso, provocando ansia e disagio. Una tranquilla gita in montagna non si trasforma in una semplice tragedia, ma in qualcosa di ignoto e terribile con cui tutti i protagonisti del romanzo dovranno fare i conti. La Hanging Rock si erge in lontananza, quasi fosse una creatura senziente in grado di influire in modo determinante sulla vita (e la morte) di tutti i personaggi.
Il manoscritto originale del romanzo comprendeva un finale con la soluzione del mistero: il cosiddetto diciottesimo capitolo. Tuttavia, l’editore convinse la Lindsay a rimaneggiare il romanzo, lasciando il mistero senza soluzione. L’autrice affidò al suo agente il compito di pubblicare il capitolo mancante dopo la sua morte. Ciò è avvenuto nel 1987. L’edizione italiana non comprende il diciottesimo capitolo che, in ogni caso, può essere reperito facilmente online in lingua originale con il titolo The Secret of Hanging Rock.
COSA MI È PIACIUTO
Ho avuto la fortuna di leggere questo romanzo con il gruppo di lettura #oldbutgold gestito da Teresa, Bee Book a Lula e la sottoscritta, al quale si sono unite tante lettrici e alcuni lettori con i quali abbiamo discusso ed esaminato i vari aspetti del romanzo.
Personalmente ne ho amato ogni pagina, soprattutto perché il tema del perturbante, ampiamente trattato nel romanzo, mi ha ricordato L’incubo di Hill House di Shirley Jackson, uno dei miei romanzi prediletti. Inoltre, proprio quest’anno la casa editrice Sellerio ha deciso di ripubblicare una nuova edizione di Picnic a Hanging Rock dalla copertina estremamente evocativa e volevo assolutamente che questo splendido volume facesse parte della mia biblioteca.
COSA NON MI È PIACIUTO
Il romanzo ha pienamente soddisfatto le mie aspettative, ma non ne consiglio la lettura a chi non ama le pagine descrittive e ritiene che ogni mistero debba avere la sua soluzione.
L’AUTORE
Joan Lindsay (1896-1984), scrittrice e commediografa australiana, oltre a Picnic a Hanging Rock (1967), pubblicato per la prima volta da Sellerio nel 1993, oggetto di una celebre versione cinematografica di Peter Weir e di una serie TV nel 2018, ha pubblicato il libro di memorie Time Without Clocks (1962).
LA CASA EDITRICE
La Sellerio è nata nel 1969 a Palermo da Elvira Giorgianni e suo marito Enzo Sellerio su ispirazione di Leonardo Sciascia e dell’antropologo Antonino Buttitta. La casa editrice ottiene visibilità nazionale (e internazionale) con la pubblicazione nel 1978 de “L'affaire Moro” di Sciascia. Cresce il numero delle collane, a cominciare da “La Memoria”, oggi simbolo della produzione selleriana. Fra gli scrittori che hanno collaborato con la casa editrice: Gesualdo Bufalino, lanciato nel 1981, vincitore del Premio Campiello e del Premio Strega, e Andrea Camilleri ("padre" della serie TV Montalbano).
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janerosecaruso · 2 years ago
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📚In città c’è un nuovo Babbo Natale! Una novella deliziosa e affascinante che ci trasporta in un vortice natalizio pregno di buoni sentimenti. 🖋️La scrittura scorrevole e deliziosa di Giada Grimaldi ci fa conoscere nuovo e intriganti personaggi, che sicuramente lasciano il segno. 🎄Una storia che nasconde un piccolo mistero, dove le vite si intrecciano e ritrovano, per trascorrere un Natale meraviglioso. 💫✨ #storie #libri #christmas #bookstagramitalia #letture https://www.instagram.com/p/Cm9ICcaKHJS/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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gregor-samsung · 4 years ago
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“ Il signor Wonka era apparso tutto solo subito dietro il cancello della fabbrica. Che ometto straordinario! Portava una tuba nera in testa. Indossava una giacca a coda di rondine di un bellissimo velluto color prugna. I pantaloni erano verde bottiglia. I guanti grigio perla. In una mano teneva un bel bastone da passeggio dal manico d’oro. Una piccola, elegante barba a pizzetto gli ricopriva il mento. E gli occhi - gli occhi erano di una luminosità meravigliosa. Sembravano continuamente sfavillanti e scintillanti. L’allegria e il riso gli illuminavano il volto. Che aspetto vivace! Appariva così sveglio e pieno di vita! Continuava a fare piccoli scatti con la testa, ammiccando di qua e di là, e cercando di afferrare tutto con gli occhietti vispi e luminosi. La vivacità dei movimenti lo rendeva simile a uno scoiattolo, un vecchio scoiattolo furbo che guizza da un albero all’altro. All’improvviso cominciò a saltellare a passo di danza sulla neve e, rivolto ai cinque ragazzi raggruppati vicino al cancello, allargò le braccia e sorridendo gridò: «Benvenuti, miei piccoli amici! Benvenuti nella mia fabbrica!». La sua voce era acuta e melodiosa. «Venite avanti uno per volta, per favore» gridò, «e portate i vostri genitori. Poi mi farete vedere i Biglietti d’oro e mi darete i vostri nomi. Avanti il primo». Il ragazzone grasso si fece avanti. «Sono Augustus Gloop» disse. «Augustus!» esclamò il signor Wonka, afferrandogli la mano e scuotendola su e giù con una forza tremenda. «Mio caro ragazzo, che piacere vederti! Lietissimo! Incantato! Felicissimo di averti con noi! E questi sono i tuoi genitori? Che piacere! Venite! Venite! Esatto! Entrate pure!». Era evidente che il signor Wonka era emozionato quanto tutti gli altri. Si fece avanti una delle ragazze: «Mi chiamo Veruca Salt». «La cara Veruca! Come stai? Che piacere! Tu sì che hai un nome interessante, no? Ho sempre creduto che la verruca fosse una sorta di porro che si forma sotto la pianta del piede! Ma mi sbagliavo, vero? Come ti sta bene quella graziosissima pelliccia di visone! Sono felice che tu sia potuta venire! Diamine, che giornata emozionante ci aspetta! Spero tanto che ti divertirai! Anzi ne sono sicuro! Sicurissimo! Questo è tuo padre? Come sta, signor Salt? La signora Salt, suppongo. Estasiato! Si, il biglietto è del tutto regolare! Entrate pure, prego!» Altri due ragazzi, Mike Tivù e Violetta Beauregarde, si fecero avanti per mostrare i rispettivi biglietti e per farsi quasi staccare le braccia dal tronco dalle energiche strette di mano del signor Wonka. E, alla fine, una vocetta nervosa sussurrò: «Sono Charlie Bucket». «Charlie!» esclamò il signor Wonka. «Bene, bene, bene! Eccoti qui dunque! Tu sei quello che ha trovato il biglietto solo ieri, vero? Sì, sì. Ho letto tutti i particolari sui giornali del mattino! Appena in tempo, mio caro ragazzo, appena in tempo! Ne sono felicissimo. Veramente molto contento per te. E questo è… tuo nonno? Piacere di conoscerla, signore. Quale onore! Felicissimo! Estasiato! Ordunque! Benone, tutto a posto! Ci siamo tutti? Cinque ragazzi? Sì! Bene, bene! Vogliate seguirmi! La nostra visita sta per cominciare! Mi raccomando, state uniti! Vi prego di non allontanarvi dal gruppo! Mi dispiacerebbe tanto perdere qualcuno di voi sin dall’inizio! Per carità, sarebbe un bel guaio!» Charlie gettò uno sguardo alle sue spalle e vide il pesante cancello di ferro che si richiudeva lentamente. Fuori, la folla continuava a spingere e a vociare. Charlie rivolse un’ultima occhiata a quella massa brulicante, poi, quando i battenti si chiusero con fragore, qualsiasi vista del mondo esterno scomparve. “
Roald Dahl, La fabbrica di cioccolato, illustrazioni di Quentin Blake, Adriano Salani Editore s.r.l., Firenze (Traduzione di Riccardo Duranti; collana Gl’Istrici d’oro), 2007¹⁰; pp. 77-80.
[ Edizione originale: Charlie and the chocolate factory, Allen & Unwin Publishing, 1964 ]
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agathaandrea · 1 year ago
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Recensione … IL MISTERO DEI SEI TIRAMISÙ
Ciao, ringrazio  Grazia Elettra Cormaci per la bella recensione che ha fatto al mio secondo  giallo nel suo Blog L’angolo della  fantasia – letture infinite. Grazie e Buona Lettura 🙂 …………………….. … Di questa autrice ho letto già parecchi libri di genere giallo, e devo dire che, con “Il mistero dei tiramisù” l’autrice ci trascina nel classico giallo alla Holmes ambientato però in un condominio…
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