#Letteratura del XX secolo
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gregor-samsung · 1 year ago
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“ La Fratesi è bruna, giovane, tutta bella, e una tenerezza sempre vicina al pianto. Ha una voce femminile con una incrinatura di umile, di chi non può essere consolata benché ne abbia tanto bisogno; una volta sola l'ho vista ridere e pareva un miracolo di umana bellezza. Racconta che il marito di notte, mentre ella dormiva, la svegliava e le ordinava, cosí in camicia, di scendere senza far rumore in cucina. Quivi giunti egli la picchiava dopo averla fatta mettere in ginocchio, preferiva batterla nella testa e di piú ancora nelle tempie, qualche volta sveniva. Ho conosciuto il marito, che l'è venuta a trovare l'altra mattina; ha infatti un volto pallido di iroso degenerato. La svegliava la notte mentre essa dormiva serena, probabilmente sarà stato chino su di lei, prima di svegliarla, a guardarla e a pregustare. Tempo prima la picchiava nella stessa camera, ma siccome la madre del marito, la suocera, che dormiva vicino, era risvegliata e veniva a domandare che succedeva e poi rimproverava il figlio, allora, perché la vecchia non udisse, scendevano in cucina, che era al piano sottostante e, le porte chiuse, ogni rumore giungeva attutito. Del resto lei non si doveva lamentare. Poi il marito, dopo le percosse, usava di lei. La Fratesi è ora qui ricoverata per malinconia, ciò non toglie che tutto questo sia vero. Bella e pietosa non si lamenta, né rimprovera o inveisce contro il marito che cosí la usava. Solo gli occhi le si fanno piú grandi, nella bocca una leggerissima amarezza, che subito viene cancellata da un sorriso colmo di perdono, e sembra che sia sul punto di aggiungere che il marito forse aveva le sue ragioni. “
Mario Tobino, Le libere donne di Magliano, introduzione di Geno Pampaloni, A. Mondadori (collana Oscar n° 90), 1969²; pp. 74-75.
[1ª Edizione originale: Vallecchi, Firenze, 1953]
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pier-carlo-universe · 25 days ago
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Fiori per Algernon di Daniel Keyes: Un capolavoro della narrativa umana e scientifica. Recensione di Alessandria today
Un viaggio straordinario tra intelligenza, emozioni e umanità.
Un viaggio straordinario tra intelligenza, emozioni e umanità. La trama. “Fiori per Algernon”, pubblicato nel 1959 come racconto breve e ampliato in romanzo nel 1966, racconta la toccante storia di Charlie Gordon, un uomo con disabilità intellettiva che si sottopone a un’operazione sperimentale per aumentare il proprio QI. La stessa procedura è stata già effettuata con successo su un topo da…
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princessofmistake · 1 year ago
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Non essere amati è solo sfortuna; la vera disgrazia è non saper amare.
Il y a seulement de la malchance à n’être pas aimé ; il y a du malheur à ne point aimer.
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angelap3 · 8 months ago
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Oggi è il 2 Luglio ed in questo giorno, nel 1961, a Ketchum, nell'Idaho, U.S.A., moriva il grande scrittore e giornalista Ernest Hemingway (nome completo Ernest Miller Hemingway). Era nato nel 1899, ad Oak Park, nell'Illinois, U.S.A.. Autore di romanzi e racconti, negli anni 20 divenne parte di quella che lui stesso, nel suo libro di memorie “Festa Mobile”, definì la “Generazione perduta”, riferendosi alla comunità di americani espatriati a Parigi in quel periodo. Ebbe una vita turbolenta e raggiunse il successo a livello internazionale, vincendo il “Premio Pulitzer” nel 1953 con l'opera “Il Vecchio e il Mare” ed il “Premio Nobel” per la Letteratura nel 1954. Molti furono i film realizzati ed ispirati dalle sue opere, alcuni dei quali divennero successi internazionali. Tra le tantissime sue significative opere, possiamo ricordare: “Il Vecchio e il Mare”, “Per Chi Suona la Campana”, “Addio alle Armi”, “Il Sole Sorgerà Ancora”, “Di Là dal Fiume e Tra Gli Alberi”, “Il Giardino dell'Eden”. Con il suo particolare stile, caratterizzato da essenzialità ed asciuttezza di linguaggio, ebbe una significativa influenza sullo sviluppo del romanzo del XX° Secolo e viene considerato un maestro assoluto della letteratura statunitense del '900.
Bruno PollacciDirettore dell'Accademia d'Arte di Pisa
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fashionbooksmilano · 10 months ago
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Arte del Viaggiare
Il viaggio materiale dal XVI al XX secolo
Attilio Brilli
SilvanaEditoriale, Cinisello Balsamo 1992, 192 pagine, 100 ill. a colori, 100 in b/n, 26x28,5cm, ISBN 88-366-0378-5
euro 45,00
email if you want to buy [email protected]
Un'ormai ricca bibliografia dedicata alla letteratura di viaggio ne ha analizzato e descritto soprattutto l'aspetto "mentale" e culturale, trascurando tuttavia quegli aspetti pratici, oggi forse impensabili, che i viaggiatori di un tempo, anche i più illustri, dovettero affrontare. In quest'opera Attilio Brilli si propone di indagare proprio i "modi" del viaggiare europeo soprattutto a partire dal XVII secolo, quando nacque la tradizione del Grand Tour, sino all'avvento della ferrovia.
02/05/24
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theperfectpints · 1 year ago
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A Nassau Street, nel lontano 1904, James Joyce incontrò per la prima volta la donna che lo "fece diventare un uomo": la sua futura moglie, Nora Barnacle. Nell'estate del 2023, proprio nella via che corre tra Grafton Street e Merrion Square, il progetto "Dublin Canvas" ha dedicato un'opera al grande poeta irlandese. Il box che lo raffigura meravigliosamente, posto nella centralissima zona Dublin 2, è stato realizzato dall'artista Andrew McCarthy: una dimostrazione street art di assoluto livello che celebra nel migliore dei modi uno dei più grandi esponenti della letteratura del XX secolo. A Nassau Street ancora una delle tante note di colore sparse nella capitale irlandese. 🇮🇪 🎨 📚
© Irish tales from Rome
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personal-reporter · 2 years ago
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Umberto Saba: 140 anni dalla sua nascita
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Umberto Saba è stato uno dei più grandi poeti italiani del XX secolo.  Nato a Trieste il 9 marzo 1883, Saba ha lasciato un'impronta indelebile nella letteratura italiana e internazionale.  Nel 2023 si celebreranno i 140 anni dalla sua nascita, un'occasione per ricordare la sua vita e la sua opera. La vita di Umberto Saba Umberto Saba, pseudonimo di Umberto Poli, è nato a Trieste il 9 marzo 1883. Figlio di un agente di commercio e di una donna ebrea di famiglia benestante, Saba trascorse la sua infanzia e la sua adolescenza a Trieste, città che avrebbe influenzato profondamente la sua poesia. Dopo aver abbandonato gli studi di medicina, Saba si dedicò alla scrittura e alla poesia. Nel 1910 pubblicò la sua prima raccolta di poesie, "Poesie", che fu seguita da molte altre raccolte, tra cui "Il canzoniere" e "Ultime cose". Durante la sua vita, Saba ebbe molti problemi personali e familiari. Ebbe una relazione difficile con la madre e la moglie, e fu costretto a fuggire dall'Italia durante il regime fascista. Tuttavia, nonostante questi problemi, Saba continuò a scrivere poesie e a pubblicare libri fino alla sua morte.Umberto Saba morì a Gorizia il 25 agosto 1957, all'età di 74 anni. L'opera di Umberto Saba L'opera di Umberto Saba è stata caratterizzata da una grande sensibilità e da un profondo senso di introspezione. Saba ha scritto poesie che esplorano i temi dell'amore, della solitudine, della malinconia e della morte, con una grande attenzione per i dettagli e per le emozioni. La poesia di Saba è stata influenzata da molti autori, tra cui Dante, Petrarca, Leopardi e Pascoli. Tuttavia, Saba ha sviluppato uno stile personale e originale, che lo ha reso uno dei poeti più amati e apprezzati della letteratura italiana. Le opere di Saba sono state tradotte in molte lingue e hanno ricevuto numerosi premi e riconoscimenti. La sua poesia è stata descritta come "intima", "sincera" e "profonda", e ha influenzato molti altri poeti italiani e internazionali. I 140 anni dalla nascita di Umberto Saba Il 9 marzo 2023 si sono celebrati i 140 anni dalla nascita di Umberto Saba. In Italia e in tutto il mondo, si terranno eventi e iniziative per ricordare la vita e l'opera di questo grande poeta. Saranno organizzate mostre, conferenze, letture e spettacoli teatrali, per celebrare la figura di Saba e la sua eredità letteraria. Inoltre, molte case editrici stanno preparando nuove edizioni delle opere di Saba, con introduzioni e commenti di critici e poeti. Saranno anche pubblicati nuovi libri su Saba e la sua poesia, per approfondire la conoscenza di questo autore straordinario. In conclusione, i 140 anni dalla nascita di Umberto Saba saranno un'occasione per ricordare la vita e l'opera di uno dei più grandi poeti italiani del XX secolo. La sua poesia ha influenzato molte generazioni di lettori e poeti, e la sua eredità letteraria è ancora viva e attuale oggi. Read the full article
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marco-dalissimo-blog · 1 month ago
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Il dottore Rieux, narratore de La Peste, trova invece nella lotta contro l’epidemia un’occasione per combattere contro l’assurdo. Ѐ l’attitudine di un “uomo in rivolta”, quella di Camus stessa, che trova nella vita, nella natura, nell’uomo, ragioni per sperare. La Peste si presenta come una riflessione allegorica sul male e sul recente trauma della guerra: come il male la peste resta latente in attesa dell’ambiente propizio a una nuova esplosione. L’uomo è chiamato ad essere “eroe”, data l’emergenza del morbo (del male) che infetta ogni vita. L’immenso successo internazionale rende La Peste un classico della letteratura antitotalitaria. Quindi il sentimento dell’assurdo non porta alla rassegnazione ma alla rivolta. E questa rivolta porterà all’impegno. Tale fu il percorso di Albert Camus, tra la bellezza dei paesaggi mediterranei della sua infanzia e la violenza della società durante le guerre del XX secolo. 
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agrpress-blog · 27 days ago
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Doppio sogno: l’ipocrisia, la felicità Esattamente un secolo fa veniva pubblic... #arthurschnitzler #doppiosogno #EyesWideShut #felicità #ipocrisia https://agrpress.it/doppio-sogno-lipocrisia-la-felicita/?feed_id=8986&_unique_id=678cd66b021dc
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gregor-samsung · 1 year ago
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“ Oggi ancor piú ho precisato il mio collega Brizzi: il suo sacrario è la famiglia, in lei ritorna candido; fa tutto per i figli, perché non soffrano, perché si istruiscano, perché il plebeo non li ferisca. L'uomo è come un buco dentro la terra, ogni volta che si scava piú profondo vien fuori altra sostanza e terra piú nera o piú scialba o ghiaia o roccia o squama e ogni volta è un mistero che genera meraviglia. Avevo sempre frequentato Brizzi qui al manicomio ed anzi mi era sembrato che piú volte avesse voluto praticamente indicare, a me piú giovane, le sue definitive conclusioni, cioè che gli uomini sono disposti al peccato, che è necessario adattarsi alla ferocia dei tempi, e chi si abbandona alla generosità è debole o sciocco; ridicola ogni speranza. Oggi è Natale, ero solo, non sapevo dove andare e non mi riusciva scacciare, mentre si avvicinava mezzogiorno, una sconsolazione che sempre piú mi pungeva come volesse farmi arrivare al pianto. Proprio lui, Brizzi, oggi, Natale, è venuto apposta al manicomio, mi ha cercato, mi ha invitato a casa sua, nella quale non invita nessuno. Gli sono grato. Tre ore sono passate fuggendo, cosa per me fino ad ora rarissima durante i pranzi dei giorni celebrativi. Il merito è anche dei suoi due figli, educati ammirevolmente e di anima limpida, Vincenzo e l'altro minore che ora, dopo essersi laureato in medicina, si specializza in pediatria. Il padre era cosí felice in mezzo ai suoi figli da divenire timido e rincantucciava le membra in un gongolamento che gli toglieva ogni pensiero. Il giorno di Natale, oggi, io solo come un cane da pagliaio, come la Lella che oggi ha mangiato col gatto e quando ha saputo che anch'io sono stato invitato si è messa a piangere, Brizzi mi ha detto di andare a casa sua e io ho sentito che era sincero e ci sono stato con quella felicità che si intende dopo che è passata. Ma dunque è sera, sono le sei e mezzo, fuori è il plumbeo cielo del Natale ormai scuritosi in notte, io ho fra ventidue giorni quarantatré anni e il Brizzi mi ha fatto testimone della sua battaglia: crede invece segretissimamente al futuro, segretissimamente violenta si risolleva la sua religione, la piú nascosta; forse ripete, tentacolando cieco, e nello stesso tempo chiarissimo, che dobbiamo iniziare dalla famiglia. “
Mario Tobino, Le libere donne di Magliano, introduzione di Geno Pampaloni, A. Mondadori (collana Oscar n° 90), 1969²; pp. 190-192.
[1ª Edizione originale: Vallecchi, Firenze, 1953]
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pier-carlo-universe · 2 months ago
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"Ma non è una cosa seria" di Luigi Pirandello: Il gioco delle apparenze e delle contraddizioni. Recensione di Alessandria today
Un matrimonio per gioco che svela la complessità della vita. Luigi Pirandello, maestro dell’introspezione e del paradosso, ci regala con "Ma non è una cosa seria" una commedia amara che esplora l’ambiguità delle relazioni umane e la fragilità della logica
Un matrimonio per gioco che svela la complessità della vita.Luigi Pirandello, maestro dell’introspezione e del paradosso, ci regala con “Ma non è una cosa seria” una commedia amara che esplora l’ambiguità delle relazioni umane e la fragilità della logica davanti alle contraddizioni della vita. Pubblicata il 18 agosto 2023 in un’elegante edizione, questa opera conferma l’universalità e la…
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oltrearcobaleno · 1 month ago
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Dino Campana: la vita tormentata e l’eterno viaggio nella poesia
Dino Carlo Giuseppe Campana (Marradi, 20 agosto 1885 – Scandicci, 1° marzo 1932) è stato un poeta italiano che ha segnato un profondo solco nella letteratura del Novecento grazie alla sua opera intensa e visionaria. La sua produzione, spesso incentrata sulla poesia, rappresenta una fusione unica tra musica, colori e suoni, espressione di un animo irrequieto e travagliato.
Le origini e la giovinezza
Campana nacque a Marradi, un piccolo borgo situato nella Romagna fiorentina, il 20 agosto 1885. Figlio di Giovanni Campana, un insegnante remissivo, e di Francesca Luti, una donna dal carattere severo e affetta da disturbi compulsivi, Dino trascorse un’infanzia apparentemente tranquilla ma segnata da un rapporto complesso con la madre e dalla nascita del fratello minore Manlio. Sin dall’adolescenza, Dino manifestò i primi segni di disturbi nervosi, che avrebbero segnato profondamente la sua esistenza e la sua poesia.
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Frequentò diverse scuole, tra cui il collegio dei Salesiani di Faenza e il liceo Baldessano di Carmagnola, dove conseguì la maturità nel 1903. Nonostante le difficoltà personali, proseguì gli studi universitari a Bologna e Firenze, dove si iscrisse prima a Chimica pura e poi a Chimica farmaceutica. Tuttavia, la sua irrequietezza lo spinse a intraprendere una vita errabonda, lontana dai binari tradizionali.
Il viaggio come metafora della poesia
La poesia di Dino Campana è intrisa del suo irrefrenabile desiderio di fuggire e scoprire il mondo. I suoi viaggi, sia reali che immaginari, sono al centro della sua opera. Durante la sua vita, si spostò in vari paesi europei e in Sud America, affrontando spesso situazioni difficili e vivendo ai margini della società. La poesia divenne per lui un mezzo per esprimere il suo rapporto conflittuale con la realtà e per esplorare le profondità della sua anima.
Nel 1907, Dino intraprese un viaggio in Argentina, probabilmente per sfuggire all’oppressione familiare e alla monotonia di Marradi. Questo viaggio, avvolto nel mistero, ha contribuito a creare il mito del “poeta dei due mondi”, anche se alcuni critici, come Giuseppe Ungaretti, hanno messo in dubbio la reale presenza di Campana in Sud America. Tuttavia, l’esperienza del viaggio rappresenta un tema centrale nella sua poetica, dove il movimento fisico si intreccia con un’esplorazione interiore.
L’opera: i “Canti Orfici”
La raccolta “Canti Orfici”, pubblicata nel 1914, è il capolavoro di Dino Campana e rappresenta una delle più alte espressioni della poesia italiana del XX secolo. Il titolo evoca gli inni orfici dell’antica Grecia e suggerisce un legame profondo tra poesia e mito. Nei “Canti Orfici”, Campana amalgama suoni, colori e immagini, creando una sinfonia di emozioni che riflette il suo tormento interiore.
Il manoscritto originale dell’opera, intitolato “Il più lungo giorno”, andò perduto dopo essere stato consegnato ai redattori della rivista Lacerba. Dino, disperato, riscrisse l’intera opera affidandosi alla memoria e alle bozze sparse, un processo che richiese un immenso sforzo mentale. Questo episodio evidenzia il legame viscerale tra Campana e la sua poesia, intesa come un atto di creazione e rinascita.
Nei “Canti Orfici”, la città di Genova assume un ruolo simbolico: il porto diventa il luogo del continuo movimento, delle partenze e dei ritorni, metafora della condizione umana e del viaggio esistenziale. La poesia, per Campana, è un mezzo per trascendere la contingenza e raggiungere una dimensione superiore, un percorso conoscitivo che coinvolge memoria, sensi e immaginazione.
La relazione con Sibilla Aleramo
Un altro capitolo significativo nella vita di Dino Campana è la sua relazione con la scrittrice Sibilla Aleramo. L’intensa corrispondenza tra i due, raccolta nel carteggio “Un viaggio chiamato amore”, testimonia una storia d’amore tormentata e appassionata. La loro relazione, durata dal 1916 al 1918, fu segnata da incomprensioni e tensioni, ma anche da una profonda condivisione intellettuale.
Nelle lettere, emerge il desiderio di Campana di essere compreso e accettato, ma anche la sua difficoltà nel gestire i rapporti umani. La poesia, ancora una volta, diventa l’unico strumento attraverso cui il poeta riesce a esprimere i suoi sentimenti e la sua visione del mondo.
Gli ultimi anni e la morte
Gli ultimi anni di Dino Campana furono segnati dal progressivo aggravarsi dei suoi disturbi psichiatrici. Dopo essere stato internato in vari ospedali psichiatrici, nel 1918 venne ricoverato presso l’ospedale di Castelpulci, vicino a Scandicci. Qui trascorse gli ultimi anni della sua vita, trovando una sorta di pace nella routine del manicomio.
Campana morì il 1° marzo 1932, probabilmente a causa di una setticemia. Le sue spoglie furono inizialmente sepolte nel cimitero di San Colombano, ma nel 1946 furono traslate nella chiesa di San Salvatore a Badia a Settimo. La sua figura è stata successivamente rivalutata da numerosi intellettuali, tra cui Eugenio Montale e Carlo Bo, che hanno riconosciuto l’importanza della sua poesia.
La poetica di Dino Campana
La poesia di Campana è caratterizzata da un linguaggio visionario e musicale, che mescola immagini potenti e simboli suggestivi. Il poeta cercava una “poesia europea musicale colorita”, capace di unire la tradizione latina con la speculazione filosofica e la cultura mitteleuropea. La poesia, per Campana, non era solo un’arte ma una via di conoscenza e redenzione, un mezzo per esplorare il rapporto tra l’uomo e il mondo.
La parola poetica si intreccia con i suoni e i colori della natura, creando un universo sensoriale in cui il vento, il mare e le attività umane si fondono in un’unica sinfonia. La poesia diventa un faro che illumina le tenebre dell’esistenza, guidando l’uomo verso una dimensione più alta.
Conclusione
Dino Campana rappresenta una figura unica nel panorama letterario italiano, un poeta che ha saputo trasformare il dolore e il tormento della sua vita in poesia. La sua opera, seppur limitata, continua a ispirare lettori e studiosi, dimostrando l’eternità del suo messaggio. La poesia, per Campana, non era solo un mezzo espressivo ma una vera e propria filosofia di vita, un viaggio senza fine verso la conoscenza e la bellezza.
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chez-mimich · 4 months ago
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ARABOFUTURS (parte II)
(segue) Sempre incentrate su forme naturali, le opere di Hala Schoukair: una scultura organica e vivente che compone mondi apparentemente naturali, che reali non sono, ma puramente immaginari e viene da chiedersi se per caso non siano mondi reali “altri”. Sempre nell’ambito del paradigma natura/futuro parlano le architetture del paesaggio di Zahrah Al Ghamdi. Il grande plastico all’ingresso della mostra realizzato con materiali naturali evidenzia una tensione tra i grandi spazi naturali del mondo arabo e il devastante ambiente urbano e mette bene in mostra l’anima della sua produzione; si tratta di “Birth of Place”, completamente in argilla, materia estratta da sito di Al-Turaif nei pressi di Ryadh, luogo che è patrimonio UNESCO. L’installazione è una sorte di skyline di grattacieli naturali modellati appunto in argilla. “Mycellium Running” oscilla anch’esso tra organico ed inorganico: mille piccole ed irregolari sfere in cuoio che ricoprono una parete della sala espositiva e che ricordano un organismo, non si sa bene se animale o vegetale. Tante e che vanno in diverse direzione, le suggestioni della mostra: una fantascienza più vicina all’immaginario anni Ottanta, è certamente quella di Ayham Jabr, con immagini veicolate sul web, più simili a quelle immaginate dal mondo del fumetto che non a quello di progettualità effettive. Nell’ambito della fotografia vorrei ricordare il lavoro, assolutamente originale, di Skyseeef, pseudonimo di Youssef Oubahou, marocchino, classe 1999 che con la serie fotografica “Culture is Waves of the future” (2022-2024), presenta una serie di veicoli (auto e camion), privi di ruote che fluttuano a pochi centimetri dalla terra riarsa del deserto. I veicoli sembrano fluttuare su un cuscino d’aria molto futuristico, ma conservano, sulle carrozzerie, i segni del tempo, un tempo che è il nostro. Certo è, che la cultura visiva di questo giovane artista sembra inglobare in sé le auto volanti di Blade Runner, come i veicoli del futuro anteriore immaginato da Enki Bilal. Molto interessante la sezione video, che fa giustizia (parziale) dell’assenza pressoché totale della science fiction negli studi sul cinema arabo del XX secolo. Ci aveva pensato nel 2013 una studiosa italiana, Ada Barbaro a cercare di porre rimedio alla lacuna con il suo libro “La fantascienza nella letteratura araba”, in cui si faceva cenno a quella cinematografia di quei paesi, ma certo è che “Arabofuturs” porta finalmente il cinema di fantascienza arabo, nel cuore culturale dell’Europa. A questo proposito sono da considerarsi assolutamente sorprendenti alcune creazioni come “Le voyage verso la lune” del 1959 girato da Rehla Ila al Qamar. Per concludere questo parziale excursus sugli artisti e sulle artiste presenti in questa mostra dell’IMA,( la cui chiusura, visto il grande successo è stata più volte posticipata), mi piace ricordare il lavoro di Fatima Al Qadiri, artista multidisciplinare originaria di Dakar in Senegal e Sophia Al-Maria scrittrice e cineasta originaria del Qatar. Proprio a loro, come già ricordato, si deve la nascita del termine “Gulf Futurism”. Nella loro bella serie fotografica ironizzano sul concetto di pop-culture gettando uno sguardo disincantato e distaccato su quello sfrenato consumismo, a cui molta parte del mondo arabo guarda ormai come ad un punto di riferimento e che affascina l’universo femminile di quei paesi, che ha sposato tutte le più deteriori ambizioni del mondo iperconsumista. Per concludere, la mostra dell’IMA comprende una nutrita sezione dedicata al design, alla fotografia e alla pittura. Jack Lang, presidente dell’Istituto, scrive nella sua introduzione al catalogo: “Plus qui jamais, l’IMA fast cap Sur l’avenir. Notre bâtiment emblématique inventé par le visionnaire Jean Nouvel, se fait vasseau amiral d’anticipation” e non credo occorra traduzione…
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notiziariofinanziario · 5 months ago
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E' morto oggi a Roma il regista Beppe Menegatti, marito di Carla Fracci 
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E' morto il regista Beppe Menegatti, aveva 95 anni. Il decesso dopo un peggioramento delle ultime ore, questa mattina poco prima delle 7: era stato ricoverato in ospedale lo scorso 12 settembre. Al momento del decesso era vicino al regista il figlio Francesco. Regista teatrale sulle orme di Luchino Visconti, Eduardo De Filippo e Vittorio De Sica, di cui è stato collaboratore, autore di lavori originali che hanno unito danza, prosa e canto, il nome di Beppe Menegatti resterà per sempre legato a quello di sua moglie, di cui è stato anfitrione e mentore: Carla Fracci (1936-2021), considerata una delle più grandi ballerine del XX secolo e incoronata dal 'New York Times' come "prima ballerina assoluta". Per lei ha curato decine di regie di spettacoli di danza. Beppe e Carla sono stati uniti da un matrimonio lungo 54 anni e dalla loro unione è nato nel 1969 il figlio Francesco, che fino all'ultimo in ospedale è stato accanto all'amato padre. La regina della danza mondiale e il regista si erano sposati nel 1964. Si erano incrociati per la prima volta nella sala prove della Scala e fu un colpo di fulmine per entrambi. "Ero l'ultimo di una fila di persone che entravano - ha raccontato Menegatti - in testa c'era Luchino Visconti, poi il coreografo Léonide Massine, quindi il compositore Franco Mannino e la costumista Lila De Nobili e poi io che portavo la borsa a Visconti. Lila si gira e dice: 'Luchino, non potrebbe essere questa qua la ragazza per la parte di Silvestra?'. E indica una fanciulla seduta per terra con i calzerotti rossi. Era Carla". Nato come Giuseppe Menegatti a Firenze il 6 settembre 1929, fin da giovanissimo segue gli spettacoli del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino e oltre che ad appassionarsi alla lirica, decide di intraprendere la strada di regista. Si iscrive all'Accademia nazionale d'arte drammatica "Silvio D'Amico" a Roma, che gli riconosce una borsa di studio. Al termine degli studi, Beppe Menegatti viene ingaggiato da Luchino Visconti nel 1954-56, che lo incarica come aiuto regista in diversi spettacoli teatrali. Lavora poi con Vittorio De Sica, Eduardo De Filippo, Luigi Squarzina, sempre in teatro, e in seguito in proprio come regista sia nel campo della prosa che in quello della lirica. Numerose le sue regie di opere liriche nei più importanti teatri del mondo. Prima di dedicarsi completamente alla lirica e alla danza, nella seconda metà degli anni '60, Menegatti ha curato la regia delle pionieristiche rappresentazioni assolute in Italia di autori del 'teatro dell'assurdo' come Samuel Beckett, "Tutti quelli che cadono" e "Commedia", con un gruppo di noti attori fra i quali Paola Borboni, Lidia Alfonsi e Virgilio Gazzolo. Spronato da Visconti, Menegatti già agli inizi degli anni '60 si occupa del teatro di danza ("Il balletto del festival dei Due Mondi", 1962), interesse che diventa primario grazie al matrimonio con Carla Fracci. Per esaltare la versatilità interpretativa della celebre moglie, si dedica all'ideazione di balletti drammatici, trovando spunti sia nella letteratura teatrale ("The Macbeths", 1969; "Il gabbiano", 1970; "Mirandolina", 1983, "Il lutto si addice ad Elettra", 1995), sia in quella operistica ("Il vespro siciliano, 1992) sia in biografie di personaggi storici che riadatta in drammaturgie ("Nijinskij memorie di giovinezza", 1989; "Alma Mahler G. W.", 1994; "Zelda, riservami un valzer", 1998). Menegatti ha poi coadiuvato Carla Fracci nella direzione del corpo di ballo dell'Arena di Verona nel 1996-97. Nella convinzione di non perdere di vista il balletto narrativo, in quegli anni Menegatti ha costruito (con l'ausilio di diversi coreografi) frammenti di balletti che si credevano scomparsi, ha rintracciato partiture musicali rare e preziose con spirito di archeologo, ha consultato vecchi libri come fonti di scorci storici e di atmosfere che poi ha raccolto in vere e proprie sceneggiature a passo di danza con interventi di prosa. Di recente, nel 2021, è stato consulente per il film biografico sulla Fracci, diretto da Emanuele Imbucci e liberamente ispirato all'autobiografia 'Passo dopo passo' a cura di Enrico Rotelli. Read the full article
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cybartender · 6 months ago
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Il vecchio e il cocktail
Hernst Hemingway è il cliente che ogni bartender avrebbe voluto sullo sgabello davanti al banco bar Ernest Hemingway è indubbiamente uno dei più grandi scrittori del XX secolo, celebre per i suoi romanzi e racconti che hanno lasciato un’impronta indelebile nella letteratura. Tuttavia, Hemingway è anche conosciuto per il suo amore per l’alcol e per essere stato un cliente ideale per qualsiasi…
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cinquecolonnemagazine · 9 months ago
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Franz Kafka: a cento anni dalla sua morte
Franz Kafka, l'enigmatico scrittore praghese, scomparve nel 1924 all'età di 40 anni, lasciando un'eredità letteraria che continua ad affascinare e sfidare i lettori un secolo dopo. Le sue opere, infuse di elementi di realismo e fantastico, esplorano temi come l'alienazione, la burocrazia e le complessità della condizione umana. Franz Kafka: vita e lotte La vita di Kafka fu segnata da lotte personali e da un profondo senso di insicurezza. Nato da una famiglia ebrea di lingua tedesca a Praga, affrontò divisioni culturali e linguistiche, sentendosi intrappolato tra la sua patria ceca e la sua eredità tedesca. Il suo rapporto con il padre autoritario fu particolarmente teso, lasciandolo con un profondo senso di inadeguatezza che permeò la sua scrittura. Nonostante i suoi tumulti personali, Kafka fu uno scrittore prolifico, producendo romanzi, racconti e diari che sarebbero diventati alcune delle opere più influenti della letteratura del XX secolo. Tra le sue opere più famose ricordiamo La Metamorfosi, Il Processo e Il Castello, tutte che raffigurano protagonisti alle prese con sistemi oppressivi, forze inspiegabili e i propri demoni interiori. L'influenza duratura Gli scritti di Kafka hanno avuto un profondo impatto sulla letteratura, la filosofia e la cultura popolare. La sua esplorazione dell'alienazione e dell'assurdo risuonò con i lettori all'indomani della prima guerra mondiale e dell'ascesa dei regimi totalitari, facendo di lui un simbolo della lotta dell'individuo contro forze opprimenti. Le sue opere sono tradotte in innumerevoli lingue e adattate in film, opere teatrali e opere liriche. Il suo nome è persino diventato un aggettivo, "kafkiano", usato per descrivere situazioni bizzarre, da incubo o caratterizzate da un senso di impotenza. La rilevanza di Kafka nel XXI secolo Cento anni dopo la sua morte, le opere di Kafka rimangono attuali come non mai. In un mondo sempre più complesso e burocratico, le sue storie offrono uno sguardo agghiacciante sui pericoli del conformismo, sulla pervasività delle strutture di potere e sulla fragilità dell'identità umana. La sua esplorazione di temi come l'alienazione, l'ansia e la ricerca di significato continua a risuonare con i lettori alle prese con le sfide della vita moderna. Le sue opere non offrono facili risposte, ma ci sfidano ad affrontare le complessità della nostra esistenza e a mettere in discussione il mondo che ci circonda. L'eredità: un invito alla riflessione L'eredità di Franz Kafka risiede non solo nei suoi successi letterari ma anche nella sua capacità di cogliere l'esperienza umana universale di alienazione, ansia e ricerca di significato. Le sue opere servono come promemoria del potere della letteratura per illuminare gli angoli più bui della psiche umana e per sfidarci ad affrontare le complessità della nostra esistenza. Foto di Erwin da Pixabay Read the full article
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