#valigie
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Arte del Viaggiare
Il viaggio materiale dal XVI al XX secolo
Attilio Brilli
SilvanaEditoriale, Cinisello Balsamo 1992, 192 pagine, 100 ill. a colori, 100 in b/n, 26x28,5cm, ISBN 88-366-0378-5
euro 45,00
email if you want to buy [email protected]
Un'ormai ricca bibliografia dedicata alla letteratura di viaggio ne ha analizzato e descritto soprattutto l'aspetto "mentale" e culturale, trascurando tuttavia quegli aspetti pratici, oggi forse impensabili, che i viaggiatori di un tempo, anche i più illustri, dovettero affrontare. In quest'opera Attilio Brilli si propone di indagare proprio i "modi" del viaggiare europeo soprattutto a partire dal XVII secolo, quando nacque la tradizione del Grand Tour, sino all'avvento della ferrovia.
02/05/24
#arte viaggiare#Attilio Brilli#abiti da viaggio#valigie#accessori da viaggio#diligenze#interni treni epoca#Gran tour#interni hotel epoca#fashionbooksmilano
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Necessito aiuto
Cosa mettere in valigia e/o nello zaino, per viaggio turistico di 5 giorni a Roma da fare a breve
Si accettano consigli
#Aiuto#Help#Consiglio#Consigli#Opinioni#Opinione#Parere#Pareri#Compagnia#Idea#Idee#Consiglia#Consigliami#Aiutami#Roma#Viaggio#Turismo#Turista#Treno#Valigia#Valigie#Trip#Travel#Viaggiare#Bagaglio#Bagagli#Help me#Pensiero#Penaieri
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Ma voi lo sapevate che la valigia con le 4 ruote è stata inventata solo nel 2004? TRASCRIZIONE [ENG translation below] Quando ho iniziato a viaggiare negli anni '80, mi spostavo usando una valigia, o al più una borsa, un borsone. La valigia che usavo non aveva rotelle e il borsone non era di quelli che si trasformano in zaino, ma avevano maniglie piccole, poi una più una tracolla lunga che potevo mettermi appunto sulle spalle. Poi a un certo punto nella mia vita è comparso il carrellino. Questa cosa qua che ho visto negli aeroporti internazionali e che mi ero affrettata a comprare, era un carrellino che si apriva sopra con dei lacci, con degli elastici coi ganci, ci fissavo la borsa, la valigia, quello che avevo, così potevo portarmelo dietro. Aveva le ruote. Ricordo poi che solo molto, molto più avanti, molto dopo, ho acquistato la mia prima valigia con le ruote perché mi spostavo sempre con gli zaini borsa. Poi però più avanti ho comprato queste valigie, mi pare fosse di marca Roncato con le ruote, due ruote. Ora ho fatto un po' di ricerche e ho scoperto che nonostante siamo riusciti a mandare le persone sulla Luna negli anni '60, l'invenzione della valigia con le due ruote risale al 1987. Infatti un pilota aveva pensato che per spostare la sua valigia, perché non metterci delle ruote? 1987 avete presente? Incredibile! E solo nel 2004 poi è arrivata la valigia con le quattro ruote, dove ogni ruota si gira su se stessa. Ora, le valigie che ho io ho ancora le vecchie valigie della Roncato, funzionano abbastanza bene, anche se due ruote diciamo che sono difficili da portare a volte, perché, soprattutto quando la valigia è pesante, si deve inclinare e quindi è vero che ci sono le ruote, ma porti anche il peso con le braccia. Le valigie con le quattro ruote sono sicuramente più facili da portare, ma da portare se ti stai muovendo all'interno dell'aeroporto, perché nel momento in cui esci per strada, soprattutto le strade che frequento io, che sono piene di buchi, ma anche senza buchi, sampietrini, pietre varie eccetera, eh sono più problematiche. Ora io sono in attesa dell'invenzione di una valigia con le ruote che risolva questi problemi, sempre problemi da primo mondo, e che sia facile da portare, che non pesi sul braccio e che però riesca anche a superare i terreni un po più impervi. Ora non dico l'over craft, quello che non tocca per terra, però non lo so, diamoci da fare, visto che siamo così bravi a inventare tutte le cose più incredibili, tecnologiche. Dico, viaggiare. Si viaggia, adesso stiamo imparando a viaggiare molto molto, molto più leggeri. Però dai, datemi una bella valigia che non mi faccia sudare quando me la porti in giro. TRANSLATION When I started traveling in the 1980s, I used to move around using a suitcase, or at most a bag, a duffel bag. The suitcase I used had no wheels and the duffle bag was not the kind that turns into a backpack, but they had small handles, then one plus a long shoulder strap that I could put on my shoulders. Then at some point in my life the cart appeared. This thing here that I saw in the international airports and that I bought immediately, it was a little cart that opened up, with strings, with rubber bands with hooks, I would fasten my bag, my suitcase, whatever I had, on it, so I could take it with me. It had wheels. Then I remember that it was only much, much later, much later, that I bought my first suitcase with wheels because I was always moving around with bag backpacks. But then later on I bought these suitcases, I think it was Roncato brand with wheels, two wheels. Now I did some research and found that although we managed to send people to the moon in the 1960s, the invention of the suitcase with two wheels dates back to 1987. In fact, one pilot thought that to move his suitcase, why not put wheels on it? 1987 you know? Unbelievable! And only in 2004 then came the suitcase with the four wheels, where each wheel turns on itself. Now, the suitcases that I have I still have the old Roncato suitcases, they work quite well, although two wheels let's say they are difficult to carry sometimes, because, especially when the suitcase is heavy, you have to tilt and so it is true that there are wheels, but you also carry the weight with your arms. Suitcases with four wheels are definitely easier to carry, but to carry if you're moving inside the airport, because the moment you go out on the street, especially the streets that I use, which are full of holes, but also without holes, cobblestones, various stones and so on, eh are more problematic. Now I am waiting for the invention of a suitcase with wheels that solves these problems, always first-world problems, and that is easy to carry, does not weigh down on the arm, and yet can also overcome the somewhat rougher terrain. Now I'm not saying the over craft, the one that doesn't touch the ground, though, I don't know, let's get busy, since we're so good at inventing all the most amazing, technological things. I mean, travel. People travel, now we are learning to travel much, much lighter. But come on, give me a nice suitcase that doesn't make me sweat when I carry it around.
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Dopo anni ho finalmente capito che tutte quelle stronzate che mi dicevo sul perdonare gli altri e andare avanti non si possono applicare a tutti. Alcuni è meglio non perdonarli mai perché continuare per la propria strada senza di loro è la Libertà. Certe persone sono come delle catene che ti tirano, ti ristringono, ti opprimono... certa gente è proprio come una catena e io preferisco saltare nel vento, piuttosto che farmi ancorare al suolo da qualcuno.
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pizza al portafoglio.
#sara su tumblr#grunge#aestethic#hot#miller#nick#nick miller#napoli#oh napolii#pizza pizza#-2#senza pizza a forli#territorio ignoto#prendi le valigie e vattene
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Roma - Class of ‘83
AS Roma paid tribute to the Italian winners of the 1982/83 season by presenting the former players to the Olimpico, forty years after they won the club's second Scudetto.
#AS Roma#Scudetto#season 1982/83#40th anniversary#Franco Tancredi#Sebastiano Nela#Ubaldo Righetti#Odoacre Chierico#Bruno Conti#Franco Superchi#Roberto Pruzzo#Claudio Valigi#football#fussball#fußball#foot#fodbod#futbol#futebol#soccer#calcio
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SPECCHI E SPIRALI: UN DIALOGO TRA GIANLUCA D’ANDREA E LUCIANO MAZZIOTTA
Su Poesia del nostro tempo un dialogo tra me e Luciano Mazziotta partendo da Nella spirale e Sonetti e specchi ad Orfeo. Immagine di Alexey Titarenko Gianluca: Ciao Luciano, stavo rileggendo i tuoi sonetti-specchio e più mi inoltro più penso che la tua voce mi risuoni dentro. E non credo sia solo la Sicilia, penso alla dimensione convulsiva del pensiero, al ribollire del logos e al conseguente…
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#Dialoghi#Gianluca D&039;Andrea#industria & letteratura#Luciano Mazziotta#Nella spirale#poesia#Poesia del nostro tempo#Sonetti e specchi a Orfeo#Valigie Rosse
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Ma correa dove si sposa?
Mi sembra in Toscana ma non so il luogo preciso
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origi, messias, tatarusanu e vranckx sono 4 giocatori che spero di non veder giocare mai più
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Dicevamo...
Negli ultimi due giorni l'atmosfera di Torino ha subito un ulteriore tracollo.
Uscire di casa e andare per strada in qualsiasi modo sta cominciando a diventare un rischio per la propria vita.
Gli automobilisti vanno tutti veloci, tagliano la strada, non guardano dove vanno (o guardano solo dove vanno e non il resto della strada) e/o usano il telefono mentre guidano, perché usare il vivavoce con il telefono su un porta telefono, si sa, è per perdenti.
I pedoni si lanciano per strada, bloccano accessi, ti passano sopra per salire sui bus mentre stai scendendo.
Monopattini e rider sono fuori controllo. I rider, in particolare, usano la strada come se non ci fossero regole. Dove vivo non vedo moltissimi ciclisti ma non credo siano separati dal resto della massa come atteggiamento.
Per ben due volte in due giorni mi sono trovata ad attraversare la strada e rallentare di colpo, per permettere ad anziani di cominciare a camminare sulle strisce, perché la gente va tra i 60 e i 70 anche se in fondo c'è un semaforo rosso.
Sorella, che è ciclista, ora ha bisogno di otto occhi per uscire di casa e muoversi.
Le strisce pedonali non sono sicure. Le piste ciclabili non sono sicure. I semafori a favore non sono sicuri.
Tutte le persone che conosco mi dicono la stessa cosa: le strade di Torino sono una dannata giungla (quella di Jumanji).
La cosa sta chiaramente avendo un effetto anche su di me visto che, ieri mattina, sotto i portici di Via Sacchi,ho visto due ragazzi (tranquillissimi) approcciare una madre con bimba. Non ho sentito cosa le chiedevano ma ho continuato a girarmi per vedere se era tutto a posto finché non si sono separati.
Non so cosa lo stia causando, ma le vittime ci sono già.
#torino#quella buca è lì da un paio di settimane#dagli ultimi lavori ne appare una al mese tipo#questa strada è stata aperta e chiusa più volte delle mie valigie mentre viaggio per controllare che ho tutti i documenti
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Perché a volte non serve partire, fuggire. Il vero altrove, spesso, è dove già siamo, e possiamo trovarlo solo se abbiamo la forza di affrontarlo. Muoversi da fermi, accettando la realtà. E solo così cambiarla. Muoversi da fermi, o fare le valigie per il mondo. Un passo dopo l’altro.
Ferzan Ozpetek - Rosso Istambul
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Ho chiuso gli occhi e ho chiesto un favore al vento:
porta via tutto ciò che è inutile.
Sono stanca di valigie pesanti.
Da adesso in poi solo ciò che entra nelle tasche e nel cuore.
C.Coralina
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Going feral about Fiorella Mannoia like I’m 16 again
Currently putting together some music to listen to when working on one of my WIPs and I fear I might have created the most devastating playlist in existence
#‘se una mattina io mi accorgessi che con l’alba sei partita / con le tue valigie verso un’altra vita’#‘mi convincerei che posso fare senza’#‘e me ne andrei da qua’#‘che pericolo dà la quotidianità e la tranquillità’#DOVE SEI COME VIVI DENTRO / C’È SEMPRE SENTIMENTO / NEL TUO PARLARE PIANO / E NELLA TUA MANO#C’È LA VOGLIA DI TENERE QUELLA MANO NELLA MIA#what do you mean this wasn’t written specifically for my wip.#and this is just. one of the songs. why do I do these things to myself#writing
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Storie di Donne...
Lei si chiamava Grazia...
Grazia Deledda per la precisione.
Nasce a Nuoro, in Sardegna, nel 1871,da una famiglia benestante.
Grazia fin da piccolina legge sempre, ovunque. Finisce la quarta elementare e i genitori le dicono che è tempo di lasciare la scuola.
Grazia non capisce, le piace tanto studiare...
"Semplice, perché sei una femmina" le viene risposto.
Grazia serra le braccia e ,in qualche modo ,la spunta. Studia a casa con un precettore, poi continua da sola. Ha 17 anni, invia un racconto a una rivista.
Lo pubblicano! Grazia festeggia, mentre in paese si grida allo scandalo. Anche il parroco si unisce alle malelingue. I genitori tentano di farla ragionare, spiegano che le donne badano alla casa, funziona così...
Grazia non si arrende, continua a scrivere ma a Nuoro trova ovunque terra bruciata , per cui fa le valigie e parte per Roma, la capitale della cultura, dove crede che non verrà giudicata per la pretesa di scrivere pur essendo una donna...
Pia illusione!
Scrittori e intellettuali la guardano dall’alto in basso. È una donna e anche senza istruzione, chi crede di essere?
Grazia non crede di essere qualcuno ,crede però in sé stessa e continua imperterrita a scrivere.
Ha 29 anni quando incontra Palmiro, un uomo schietto, gentile e senza pregiudizi che entra con garbo nei suoi pensieri e nella sua vita. Diventano marito e moglie.
Grazia è felice, ma un dubbio l'assilla : sarà contento suo marito di aver sposato una donna che vuole scrivere?
Palmiro, in effetti , non solo è contento di avere una moglie scrittrice ma lascia il suo lavoro e ne diventa l'agente .A questo punto, Grazia e Palmiro diventano gli zimbelli della città. Una donna intellettuale e un uomo che si mette al suo sevizio : si è mai vista una tale assurdità?
Grazia non raccoglie, si difende scrivendo a getto continuo libri che piacciono e non solo agli italiani.
I suoi libri, infatti, viaggiano oltre confine e arrivano agli occhi di una certa accademia reale svedese.
È il 1926.
Grazia Deledda, prima donna italiana, vince il premio Nobel per la letteratura e sale sul palco, mano nella mano con il marito.
Fu criticata, definita un’ignorante, un'illusa , ma lei si rivelo' semplicemente una donna che non ebbe paura di lottare per le sue idee e che riuscì ,alla fine, a vincere la sua battaglia.
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I miei genitori sono stati sposati per 55 anni. Una mattina, mia madre scese in cucina per preparare la colazione a papà, quando ebbe dolore al petto e cadde. Mio padre la sollevò come meglio poteva e, quasi trascinandola, la portò in macchina. A tutta velocità, senza rispettare i semafori, la guidò fino all’ospedale.
Quando arrivò, purtroppo, non c’era più.
Durante il funerale, mio padre non parlò; il suo sguardo era perso nel vuoto. Non pianse quasi per nulla.
Quella sera, noi figli ci radunammo intorno a lui. In un’atmosfera di dolore e nostalgia, ricordammo insieme i bei momenti trascorsi, finché papà chiese a mio fratello, un teologo, di spiegargli dove si trovava in quel momento mamma. Mio fratello iniziò a parlare della vita dopo la morte, di ipotesi su come e dove potesse trovarsi.
Papà lo ascoltava attentamente. Improvvisamente, ci chiese di portarlo al cimitero.
“Papà!” rispondemmo, “sono le 11 di sera, non possiamo andare al cimitero ora!”
Alzò la voce, e con uno sguardo velato ci disse:
“Non discutete con me, per favore non discutete con un uomo che ha appena perso sua moglie dopo 55 anni.”
Ci fu un momento di silenzio rispettoso, e non discutemmo più. Andammo al cimitero, chiedemmo il permesso al custode notturno. Con una torcia, raggiungemmo la tomba.
Mio padre la accarezzò, pregò e disse a noi figli, che osservavamo la scena commossi:
“Sono stati 55 anni… sapete? Nessuno può parlare di vero amore se non ha idea di cosa significhi condividere la vita con una donna.”
Si fermò e si asciugò il viso. “Io e lei, siamo stati insieme durante quella crisi. Ho cambiato lavoro…” continuò. “Abbiamo fatto le valigie quando abbiamo venduto la casa e ci siamo trasferiti in un’altra città. Abbiamo condiviso la gioia di vedere i nostri figli laurearsi, abbiamo pianto insieme la perdita di persone care, pregato nelle sale d’attesa di vari ospedali, ci siamo sostenuti nel dolore, ci siamo abbracciati ogni Natale e ci siamo perdonati gli errori… Figli miei, ora lei è andata via, e io sono felice, sapete perché?
Perché è andata via prima di me. Non ha dovuto affrontare l’agonia e il dolore di seppellirmi, di rimanere sola dopo la mia partenza. Sarò io a passare attraverso tutto questo, e ringrazio Dio. L’amavo così tanto che non avrei voluto vederla soffrire…”
Quando papà finì di parlare, io e i miei fratelli avevamo le lacrime che ci rigavano il volto. Lo abbracciammo, e lui ci confortò: “Va tutto bene, possiamo andare a casa, è stata una buona giornata.”
Quella notte capii cos’è il vero amore; è ben lontano dal romanticismo, ha poco a che fare con l’erotismo o il sesso. Piuttosto, è legato al lavoro, al completarsi a vicenda, al prendersi cura l’uno dell’altro e, soprattutto, al vero amore che due persone realmente impegnate si promettono per tutta la vita.
✍️ Amore a distanza
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Ho chiuso gli occhi ed ho chiesto un favore al vento: porta via tutto ciò che è inutile. Sono stanca di valigie pesanti. Da adesso in poi solo ciò che entra nelle tasche e nel cuore.
- Cora Coralina
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