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Guardiani della Terra: Come i vulcani hanno plasmato il nostro pianetaUn viaggio tra scienza, storia e mitologia vulcanica. Recensione di Alessandria today
Il libro I Guardiani della Terra: In che modo i vulcani hanno plasmato il nostro pianeta? di Patrick Donnet è un’opera straordinaria che mescola scienza, storia, mitologia e cultura, offrendo un’esplorazione completa e affascinante di questi giganti di fu
Il libro I Guardiani della Terra: In che modo i vulcani hanno plasmato il nostro pianeta? di Patrick Donnet è un’opera straordinaria che mescola scienza, storia, mitologia e cultura, offrendo un’esplorazione completa e affascinante di questi giganti di fuoco. Con un linguaggio accessibile e coinvolgente, Donnet accompagna i lettori attraverso la storia della Terra e dell’universo, esplorando…
#Alessandria today#cenere vulcanica#cultura e vulcani#divulgazione geologica#ecosistemi vulcanici#eruzioni storiche#esplorazione scientifica#evoluzione del pianeta#fenomeni naturali.#flussi di lava#fuoco e natura#geologia#geologia terrestre#giganti di fuoco#Google News#IO#italianewsmedia.com#Krakatoa#leggende e vulcani#Luna#magmatismo#Marte#mitologia vulcanica#narrativa geologica#narrativa scientifica#natura e scienza#origine della vita#paesaggi vulcanici#Patrick Donnet#Pier Carlo Lava
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" «Voi dovete vivere giorno per giorno, non dovete pensare ossessivamente al futuro. Sarà una esperienza durissima, eppure non la deprecherete. Ne uscirete migliorati. «Questi bambini nascono due volte. Devono imparare a muoversi in un mondo che la prima nascita ha reso più difficile. La seconda dipende da voi, da quello che saprete dare. Sono nati due volte e il percorso sarà più tormentato. Ma alla fine anche per voi sarà una rinascita. Questa almeno è la mia esperienza. Non posso dirvi altro.»
Grazie, a distanza di trent’anni. "
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Giuseppe Pontiggia, Nati Due Volte, Mondadori, 2006¹¹, p. 35.
[1ª edizione: 2000]
#Giuseppe Pontiggia#Nati Due Volte#handicap#medicina#letteratura italiana contemporanea#leggere#letture#libri#intellettuali italiani contemporanei#malattia#terapie#ricerca#narrativa contemporanea#scrittori italiani#genitori#famiglia#ricerca scientifica#umanità#disabilità#padri e figli#medici#romanzi italiani#bambini#crescere#salute#scienza#vita#Giornata internazionale delle persone con disabilità#normalità#dolore
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Di pellicole catastrofiche
Il cinema catastrofista continua imperterrito a sfornare pellicole. Senza curarsi granché dalla loro plausibilità narrativa, oltre che scientifica. Come in Survivre, che presumo esser francese. Accade che una famigliuola - padre, madre, figlio e figlia - sia nel bel mezzo dell'oceano. Dopo una notte di trambusto, si ritrovano, al loro risveglio, su di una specie di montagna. Sì, perché i poli della Terra si sono scambiati, come pure gli oceani. Dove prima c'era l'acqua adesso c'è la terraferma. E viceversa. Vi risparmio il resto della vicenda. Come pure i miei caustici commenti. Non è il caso. Credetemi.
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NUTRISCORE E ULTRA-PROCESSED FOOD
(Non che le due cose abbiano correlazione diretta in questo submit ma se c'è un fuoco perché non metterci due pezzi di carne? E aumentare così il rischio di tumori colon-rettali)
Polemica sull'indicatore semaforico per la salubrità dei cibi che la Francia ha creato e proposto per l'EU, che secondo alcuni sarebbe troppo semplificatorio e non terrebbe conto di altre caratteristiche degli alimenti.
Per esempio olio di oliva o parmigiano reggiano-> alto tenore di grassi -> nutriscore D
La semplificazione visiva ha più senso di una (fallimentare?) educazione al concetto di giusta proporzione giornaliera di nutrienti?
Lo chiedo perché se il sistema è supportato da solidi basi scientifiche contrapposte all'incapacità generalizzata delle persone di comprendere la proporzionalità dei nutrienti, io sarei anche d'accordo.
No, dai... è che in realtà se Salvini smatta contro qualcosa l'esperienza mi ha insegnato che allora siamo sulla strada giusta per farne venire fuori una cosa decente, ecco.
Sono MESI che voglio farci un video/post sul mio sito, ma mi fermo sempre allo stesso punto: abbiamo cominciato a usare il nutriscore in qualche supermercato? Abbiamo cominciato a usare l'alternativa, il Nutrinform Battery (italiano)?
Voglio dire: 'sta roba, la signora Mariuccia che non si interessa a quel che dicono i soloni e i dottoroni, l'ha mai vista? Io non ho mai notato nelle etichette queste indicazioni, né di un tipo né dell'altro.
Però a domanda rispondo, e siccome il perché o il percome il primo sia meglio del secondo (senza se e senza ma) è una questione molto complicata su cui credevo di farci un video (forse il prossimo), mi limito al quesito.
La semplificazione visiva ha più senso di una (fallimentare?) educazione al concetto di giusta proporzione giornaliera di nutrienti?
Sì, ha decisamente più senso. Se mi accorgo che l'olio è rosso, nonostante la narrativa imperante che vuole l'olio extravergine d'oliva come un toccasana capace di curare l'AIDS, allora magari - se non sto a sentire Coldi**tti o Salv**i - sarò più portato a usarne di meno, o almeno a farmi delle domande. La stessa cosa per il vino o per i prodotti ultralavorati.
La presupposta superiorità dei prodotti italici si basa su una narrativa commerciale, non scientifica. Quando dico che anche il prosciutto di P*rma è cancerogeno, la gente mi guarda male, pure se lo dico col camice addosso. E dato che questa narrativa è difficile da scardinare, ecco che il Nutriscore viene osteggiato pure da Mariuccia, che l'altro ieri ha ricevuto il volantino della Coldir**ti contro la carne coltivata e signora mia chissà cosa ci mettono dentro.
Il Nutriscore è un modo semplice e diretto per capire se di un dato alimento posso mangiarne in abbondanza o devo limitarlo, la semplicità è direttamente collegata al cambio d'azione dell'acquirente, e per questo viva la semplicità visiva, che possa trainare una educazione alimentare più approfondita, perché causa come minimo il dubbio nel consumatore.
@kon-igi
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Siete ancora innamorati degli impianti lisci?
La revisione della letteratura narrativa intitolata “How does dental implant macrogeometry affect primary implant stability? A narrative review.” Pubblicato nella rivista scientifica *International Journal of Implant Dentistry* esplora il ruolo critico della macrogeometria dell’impianto dentale nel determinare la stabilità primaria, che è essenziale per il successo dell’osseointegrazione nel…
#Bonebenders#carico immediato#Dentista Frosinone#diametro impianto#Ernesto Bruschi#forma impianto dentale#Impianti Dentali#implantologia#implantologia monofasica#International Journal of Implant Dentistry#macrogeometria impianto#osseointegrazione#stabilità primaria
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Enrico Michieletto L@peCorina smarrita a cura di Edoardo Di Mauro
(...) Elemento centrale dell'articolato operare di Michieletto è il rapporto speculare tra l'uomo e la sua controparte animale, rapporto analizzato con modalità raffinate ed originali, rispetto alle pratiche con cui le componenti zoomorfe vengono rappresentate in arte di questi tempi, quasi sempre con una prassi tra il lugubre e lo spettacolare, si veda, tra gli altri, l'esempio degli animali sezionati in formalina di Damien Hirst, o lo sconcertante, in tutti i sensi, cavallo appeso di Cattelan. In Michieletto il tutto viene ribaltato in una dimensione di rigore antropologico, rispetto al rapporto che millenarmente intercorre tra l'uomo e le varie specie animali, con lui competitrici nell'acquisizione di spazi e risorse vitali, avvantaggiate da maggiori doti di agilità e forza fisica, ma alla fine soccombenti in virtù della capacità umana di trasmissione del sapere su base prima orale, poi scritta, e dalla sempre più ampia e raffinata dotazione di "protesi" extraorganiche. Nelle opere di Enrico Michieletto, complesse sintesi di pittura, installazione e performance, questo assunto non ha la pretesa di manifestarsi con seriosità scientifica, ma viene proposto con toni tenui e, nella costruzione delle immagini bidimensionali, sapientemente decorativi. I lavori recenti vedono la rappresentazione predominante di uno stereotipo animale preciso, quello della pecora, visto nella dimensione emblematica di mitezza e di protezione, nei confronti della specie umana, col tramite della donazione del vello. Questo simbolo viene arricchito dall'immissione di elementi tratti dalla narrativa popolare, come il rapporto atipico con un ape, qui citato, ed ironicamente contraddetto dal vestimento della pecora, intarsiato con elementi decorativi che paiono tratti dalla tradizione aniconica orientale, spesso giacente in pose aggressive e pugnaci. L'installazione proposta a Fiorile Arte si articola su più piani, atti a convergere in una lettura unitaria, comprendenti elementi parietali e collocati a suolo, e su di una performance finale, che coinvolgerà il pubblico, inducendolo a partecipare ed a riflettere sui temi che l'artista evoca con il suo lavoro. Edoardo Di Mauro, dicembre 2000
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La parola al diabete: convegno con lo scrittore Marco Zenone
Non ti voglio di Marco Zenone edito da Effedì è stata un’occasione per affrontare il tema del diabete alla luce dei cambiamenti repentini a cui è sottoposta la nostra società. In occasione del XII Convegno di Fondazione AMD che si è tenuto a Roma dal 16-18 maggio, Fondazione AMD - Associazione Medici Diabetologi Italiana ha invitato l’autore novarese per portare la proprie testimonianza. Nel pomeriggio di venerdì 17, infatti, Marco ha preso parte, come relatore della faculty, a una tavola rotonda sulla patologia diabetica, dal titolo “LA PAROLA AL DIABETE - CONFRONTARSI CON GLI ALTRI: LO SCRITTORE, L’INFLUENCER, LE ASSOCIAZIONI”. Durante il dibattito si è affrontato il tema della comunicazione legata al diabete declinata in diverse forme: quella degli influencer mediante i canali social, quella delle associazioni e anche quella attraverso le pagine di un testo letterario di narrativa, come è avvenuto nel caso di Marco Zenone, che nel 2020 ha pubblicato il romanzo "Non ti voglio" con la casa editrice Effedì Edizioni. Marco Zenone Non ti voglio di Marco Zenone Si tratta di un romanzo di autofiction che, prendendo spunto da alcuni accadimenti personali, con ironia e leggerezza, affronta il tema del diabete tipo 1, patologia di cui Zenone soffre dall’infanzia. Il libro racconta la bizzarra storia d’amore tra il giovane Enzo, un alter ego dell’autore (anch’esso diabetico dalla tenera età), e Arianna. Per quest’ultima, il diabete tipo 1 è una realtà conosciuta solo attraverso i tanti luoghi comuni che accompagnano ancora questa malattia e che andranno a dilatare la distanza tra i due innamorati. Non ti voglio di Marco Zenone, che tocca l’aspetto spesso trascurato della discriminazione e dello stigma sociale a cui, in alcune circostanze, è soggetto chi soffre di diabete tipo 1, ha suscitato molto interesse sia nell’ambito medico sia in quello letterario. L'autore in passato ha già avuto modo di collaborare con la Fondazione AMD; ricordiamo, infatti, che un estratto di “Non ti voglio”, intitolato "Maracana 1984", è stato pubblicato sul volume 23, n°4, 2020 di JAMD, periodico di approfondimento scientifico e formazione della Fondazione stessa (il testo è disponibile e scaricabile dal web per chi fosse interessato). «Ringrazio Fondazione AMD per questa straordinaria opportunità di condivisione e divulgazione; per me è stata una nuova occasione di arricchimento personale che spero si possa ripetere in futuro», queste le parole dell'autore sull'esperienza romana. XII Convegno di Fondazione AMD Il convegno è stato un incontro prezioso che ha permesso il confronto sulle più̀ recenti innovazioni in ambito clinico-terapeutico e di ricerca scientifica grazie alla presenza di relatori di spicco nazionali ed internazionali. Durante la tre giorni di Roma, è stato possibile dialogare con le Istituzioni, gli Specialisti e le persone con diabete su temi quali l’assistenza e la prevenzione. Ampio spazio è stato dedicato alla gestione del rischio cardiovascolare nel diabete, le emergenze del piede diabetico, il diabete gestazionale, la Nutrizione e il diabete e tanti altri argomenti di grande interesse sociale e clinico. Nell’ambito del convegno, Non ti voglio di Marco Zenone, è stato un ulteriore spunto di confronto su cui riflettere, una testimonianza che affronta il tema del diabete di tipo 1 nell’ambito dei rapporti interpersonali. Read the full article
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Valeria Della Valle
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Ci sosterrà la speranza che fra qualche anno, una donna che abbia deciso di professare l’architettura, l’avvocatura o la medicina, o che veda nel suo futuro la direzione di un’orchestra, o infine che intenda arruolarsi nell’esercito, dopo aver sfogliato le pagine di questo dizionario, scelga di chiamare se stessa architetta, avvocata, medica, direttrice, soldata anche perché “lo dice il Dizionario Treccani”.
Valeria Della Valle, importante linguista, è la prima donna che ha diretto un dizionario della lingua italiana, per Treccani, dove è entrata, negli anni Settanta da giovane redattrice e oggi è nel consiglio scientifico dell’Enciclopedia Italiana.
Nell’edizione del 2022, co-diretta con Giuseppe Patota, ha messo in atto una rivoluzione. Sfidando regole e convenzioni, per la prima volta, il testo registra aggettivi e sostantivi, prima al femminile e poi al maschile, in successione alfabetica: “Non c’era nessuna motivazione scientifica perché questo non accadesse, solo il prevalere storico della cultura maschile“.
Nata a Roma nel 1944 è cresciuta nell’ambiente artistico e culturale di via Margutta. Sua madre dipingeva e restaurava quadri antichi, suo padre lavorava nell’editoria. Da bambina ha assistito alle dissertazioni di adulti come Renato Guttuso, Alfonso Gatto, Sibilla Aleramo, Giorgio De Chirico, Alberto Burri, Carlo Mazzacurati, Enrico Galassi.
Si è laureata alla Sapienza con Arrigo Castellani, che le ha aperto la strada a una spiegazione razionale al processo di cambiamento della lingua.
Ha pubblicato saggi su antichi testi toscani, sulla storia della lessicografia, sulla terminologia dell’arte, sulla lingua della narrativa contemporanea e sui neologismi.
È stata professoressa associata di Linguistica italiana alla Sapienza Università di Roma fino al 2014.
Ha diretto la terza edizione del Vocabolario Treccani dell’Istituto della Enciclopedia Italiana in cinque volumi (1986-1994) e contribuito ad apportare un cambiamento nella definizione della voce “donna”, nel passato sempre definita come “femmina dell’uomo” e in quell’edizione diventata “Nella specie umana, individuo di sesso femminile, soprattutto dal momento in cui abbia raggiunto la maturità anatomica e quindi l’età adulta”.
È autrice di Dizionari italiani: storia, tipi, struttura (2005) e, con Giovanni Adamo, di Le parole del lessico italiano (2008). Insieme a Giuseppe Patota ha pubblicato tredici manuali di divulgazione dedicati alla lingua italiana.
È protagonista di rubriche giornalistiche, radiofoniche e televisive riguardanti dubbi e curiosità sulla nostra lingua, e consulente scientifica di Rai Educational per la realizzazione di programmi dedicati all’insegnamento della lingua italiana.
È socia corrispondente dell’Accademia della Crusca e socia ordinaria dell’Accademia dell’Arcadia. Fa parte del consiglio di amministrazione e del comitato scientifico della Fondazione Bellonci e del comitato direttivo del Premio Strega, del comitato scientifico del Bollettino di italianistica e del consiglio scientifico del PLIDA (Progetto Lingua Italiana Dante Alighieri) della Società Dante Alighieri.
Presso l’Istituto per il lessico intellettuale europeo e storia delle idee del CNR ha coordinato con Giovanni Adamo, fino al 2019, il progetto di ricerca Osservatorio neologico della lingua italiana (Onli).
Ha scritto soggetto e testo del documentario Me ne frego! Il Fascismo e la lingua italiana, prodotto dall’Istituto Luce Cinecittà, diretto da Vanni Gandolfo e presentato alla Mostra del Cinema di Venezia 2014. Nel 2016 ha realizzato il documentario L’arma più forte. L’uomo che inventò Cinecittà, presentato in anteprima alla Festa del cinema di Roma nel 2016, che ha vinto il premio al miglior documentario di cinema Diari di Cineclub 2017.
Dall’ottobre 2020 ha condotto la trasmissione di Raitre Le parole per dirlo.
Nel 2022 ha pubblicato la sua prima opera di narrativa, La strada sognata, una raccolta di racconti ambientati nella comunità artistica che nella prima metà del ‘900 animava Via Margutta a Roma, che le è valso il Premio Settembrini.
C’è una sproporzione tra gli epiteti offensivi presenti accanto a “donna” e quelli che possono essere riferiti a un uomo. I primi hanno a che fare soprattutto con offese scagliate contro la donna riferite alla sua vita sessuale, di donna che vende il proprio corpo dietro pagamento. Ma è la nostra storia, non solo quella italiana, a mancare di parole a proposito dell’uomo, corrispondenti a quelle usate per indicare un costume al quale è stata obbligata per secoli solo la donna. Anche per l’uomo abbiamo insulti che alludono alle sue abitudini sessuali e certamente in misura non paragonabile, ma qui entriamo in questioni che non hanno a che fare con la rappresentazione linguistica, bensì con la copertura eufemistica di tabù millenari. Sono convinta che non sarà invocando un falò (non solo simbolico) per bruciare le parole che ci offendono che riusciremo a difendere la nostra immagine e il nostro ruolo. Anzi, vorrei che le espressioni più detestabili e superate continuassero ad avere spazio nei dizionari, naturalmente precedute dal doveroso avvertimento che segnala al lettore quando le espressioni o le frasi proverbiali citate corrispondono a un pregiudizio o a un luogo comune tramandato dal passato ma non più condivisibile. Secondo qualcuno i dizionari sono “cimiteri di parole”: credo, al contrario, che il nostro sforzo comune debba essere quello di fare in modo che la lingua del disprezzo esaurisca il suo corso, rimanendo come testimonianza sociale, storica, letteraria, del passato. Con la speranza, questo è il mio augurio, non solo da lessicografa, che la realtà (e poi la lingua) cambi, perché le parole non siano più solo femmine, i fatti non più solo maschi.
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Aldous Huxley, tra LSD e satira
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Lo scrittore che fu fondamentale nella storia della fantascienza del Novecento… Aldous Leonard Huxley, nacque a Godalming, in Inghilterra, il 26 luglio 1894, suo nonno era il noto zoologo Thomas Henry, uno dei più accesi sostenitori delle teorie darwiniane, mentre il padre, Leonard, aveva diretto la Cornhill Magazin, il fratello Julian Sorell era biologo di fama mondiale ed il fratellastro Andrew era Premio Nobel per la Medicina; la madre, Julia Arnold, era nipote del poeta Matthew Arnold. A 16 anni s'iscrisse alla Public School di Eton con l'intenzione di diventare medico ma, appena iniziati gli studi, fu vittima di una grave forma di cheratite e, nel giro di pochi mesi perse quasi completamente la vista. Huxley riuscì ugualmente a portare a termine gli studi imparando il braille, ma il sogno di una brillante carriera scientifica svanì ma, grazie all'uso di una lente d'ingrandimento, riuscì a recuperare l'uso di un occhio e si potè iscrivere al Balliol College di Oxford, dove, nel 1915, si laureò in Letteratura Inglese e Filologia. Iniziò a scrivere durante il primo periodo bellico, con recensioni di teatro, arte, musica e libri, e versi oscillanti fra vena romantica e abile satira e Crome Yellow, il suo primo romanzo apparve nel 1921, diventando famoso per le vivaci caratterizzazioni dei personaggi e la brillantezza delle conversazioni. Lo scrittore passò gran parte della sua vita viaggiando tra Francia, Italia, India e Usa, mentre visse in Italia tra il 1923 e il 1930, dove scrisse Point Counter Point, considerato come la miglior prova di Huxley nel campo del romanzo delle idee attraverso la contrapposizione dei tempi, gli umori dei personaggi e le scene. Durante il 1930 Aldous visse tra la Francia e l'Inghilterra e, nel 1932, scrisse il suo romanzo più noto, Brave New World, col quale raggiunse la notorietà internazionale, oltre a iniziare una serie di viaggi in CentroAmerica e, nel 1937, entrò in contatto con l'équipe medica del dottor Bates di New York, che con la sua terapia di Rafforzamento della Vista, curò in maniera efficace la malattia alla cornea dello scrittore ed a fargli recuperare quasi totalmente la vista. Nel 1944 Huxley si dedicò alla stesura di The Perennial Philosophy, una raccolta di saggi filosofici sugli ideali dell'uomo, che viene pubblicata poco dopo il termine della Seconda Guerra Mondiale. Affascinato dagli studi storici e dal misticismo, nel 1952 lo scrittore pubblicò The Devils of Loudun, rigorosa ricostruzione storica di un processo per stregoneria nella Francia del Seicento. Huxley abbandonò progressivamente l'attività di narratore per dedicarsi sempre più a quella di saggista ed alla meditazione filosofica, convinto che la felicità e l'infelicità altro non fossero che il frutto di reazioni chimiche all'interno dell'organismo umano, oltre a sperimentare su sé stesso gli effetti della mescalina e LSD, come raccontò in due importanti saggi, Doors of Perception (1954) e Heaven and Hell (1956). Il successo di Brave New World spinse lo scrittore a pubblicare, nel 1959, la raccolta di saggi Brave New World Revisited, con cui riesaminò le sue profezie alla luce degli avvenimenti di quegli anni. Nel 1962 Huxley tornò alla narrativa con The island, un'usopia basata su un paradiso terrestre in un'isola deserta, in cui ci sono anche i temi sviluppati nei saggi. Allo scrittore nel 1960 fu diagnosticato un cancro alla lingua e Huxley morì ad Hollywood il 22 novembre 1963, lo stesso giorno in cui venne assassinato a Dallas il presidente degli Stati Uniti John Fitzgerald Kennedy. Read the full article
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Книги на итальянском языке Libri in italiano архивы
итальянская литература, художественная литература, философия, научная литература, история, философия, итальянский язык, мировая литература, зарубежная литература, ок. 50 тыс. книг, letteratura italiana, narrativa, filosofia, letteratura scientifica, storia, filosofia, lingua italiana, letteratura mondiale, letteratura straniera, circa 50mila libri, Books in Italian, Italian literature, fiction, philosophy, scientific literature, history, philosophy, Italian language, world literature, foreign literature, about 50 thousand books, книги італійською мовою, італійська література, художня література, філософія, наукова література, історія, філософія, італійська мова, світова література, зарубіжна література, близько 50 тис. книг архіви archivi archives
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Eruption di Michael Crichton e James Patterson: Un catastrofico viaggio tra scienza e suspense. Recensione di Alessandria today
Con "Eruption", Michael Crichton e James Patterson ci consegnano un romanzo che combina tensione, scienza e pericolo su scala globale.
Con “Eruption”, Michael Crichton e James Patterson ci consegnano un romanzo che combina tensione, scienza e pericolo su scala globale. Pubblicato da Longanesi, questo libro rappresenta la perfetta sintesi tra lo stile narrativo incisivo di Crichton, maestro della fantascienza e del thriller, e l’approccio avvincente di Patterson, noto per le sue trame ricche di colpi di scena. La trama. Il…
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Il Fondo monetario internazionale ha cancellato il discorso del premio Nobel per la fisica Dr. Clauser a Clen, dopo che ha messo in discussione la teoria del cambiamento climatico.
Scienziato vincitore del premio Nobel: "La crisi climatica è una bufala per spopolare il pianeta"
Lo scienziato vincitore del premio Nobel Dr. John Clauser ha testimoniato che la narrativa del cambiamento climatico creata dall'uomo è una "bufala" perpetrata dall'élite "per spopolare il pianeta".
Il dottor John Clauser, co-vincitore del premio Nobel per la fisica nel 2022 e una delle principali autorità mondiali sulla meccanica quantistica, ha criticato l'agenda verde promossa dai paesi controllati dal WEF definendola una "pericolosa corruzione della scienza che minaccia l'economia mondiale e il benessere di miliardi di persone".
Secondo il dottor Clauser, la bufala del cambiamento climatico creata dall'uomo viene perpetrata dal governo e dalle organizzazioni dei media che vengono comprate e pagate dall'élite globalista.
L'obiettivo dei globalisti è quello di spopolare il pianeta e di diminuire drasticamente la qualità della vita di chi resta.
"Secondo me, non esiste una vera crisi climatica",
"C'è, tuttavia, un problema molto reale nel fornire uno standard di vita dignitoso alla popolazione più numerosa del mondo e una crisi energetica associata".
"Quest'ultimo viene inutilmente esacerbato da quella che, a mio avviso, è una scienza del clima errata", ha detto Clauser.
Il dottor Clauser non è il primo vincitore del premio Nobel a sfidare la narrativa scientifica e politica "consolidata" del "cambiamento climatico".
"Il mondo in cui viviamo oggi è pieno di disinformazione. Spetta a ciascuno di voi servire come giudici, distinguendo la verità dalla falsità sulla base di accurate osservazioni dei fenomeni".
#Clauser #censura #negazionista #negazionismoclimatico
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Extinction Rebellion attiva un numero per le emergenze in E-R
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Emilia Romagna: smentite dichiarazioni di Enrico Mentana. Attivisti di Extinction Rebellion a lavoro per aiutare, mentre certo giornalismo fa disinformazione. L'Emilia Romagna e le Marche sono vittima della crisi climatica. Attivisti di XR e di tantissime altre realtà ecologiste e per il cambiamento sociale stanno aiutando sul territorio, hanno raccolto materiali e beni di prima necessità, stivali e pale, e si sono recati nelle zone colpite. Ma questo non basta e non basterà, finché si continueranno a coprire le vere responsabilità. Mentre personaggi pubblici come Enrico Mentana e il Ministro per la Protezione Civile Nello Musumeci, con una narrativa distorta, hanno additato gli attivisti ambientali come “integralisti ambientalisti”, decine di attivisti di XR e di altri movimenti ambientali hanno raccolto beni di conforto e di prima necessità e successivamente, dal momento in cui le strade sono state agibili, hanno raggiunto le zone colpite dalla regione e da altre zone di Italia, portando con sé beni di conforto e materiali per contribuire ai lavori, senza telecamere a fini propagandistici, ma per pura solidarietà verso una popolazione colpita dalla crisi climatica. Non hanno mandato in giro le loro foto, con pala e logo, XR, e per tutta risposta hanno dovuto leggere dichiarazioni come quelle di Enrico Mentana, che li taccia di aver perso una occasione, e di non sapere cosa significa fare militanza. Questa notizia è palesemente falsa. Ad esempio il gruppo di Extinction Rebellion Faenza, supportato da tanti attivisti di XR Bologna, è stato fra i primi a organizzarsi per andare a dare una mano, senza però sbandierarlo ai quattro venti dei social e senza chiamare gli organi di stampa. Abbiamo chiesto una loro dichiarazione: “Stiamo vivendo gli effetti di una catastrofe climatica già annunciata, amplificata dal consumo di suolo, e dalla cementificazione selvaggia. A Faenza c'è un progetto di urbanizzazione di villette nella Ghilana vicino al fiume, terreno inondato dalla piena. A Faenza si vuole costruire una nuova tangenziale e si ampliano gli impianti industriali. Tra una inondazione e l'altra a Faenza una centrale a biomassa ha preso fuoco, l'incendio poteva avere effetti disastrosi. La safety zone è sempre più ristretta. Noi di Extinction Rebellion siamo nel fango dalla testa ai piedi come tutti gli altri ad aiutare vicini amici e parenti e sconosciuti. Come nell'alluvione ognuno fa quel che può e si vede una grande solidarietà, dobbiamo tutti attivarci, unirci, per salvare il salvabile." Chiediamo che i programmi di informazione aiutino i telespettatori a comprendere come gli attivisti di Extinction Rebellion e altri movimenti non facciano altro che amplificare il grido d’allarme della comunità scientifica: continuando a bruciare combustibili fossili, vivremo un’altalena di siccità e alluvioni, terra fertile ridotta in polvere e fango da spalare e vite da piangere. Al contrario, quando ancora la conta dei morti provocati da questa catastrofe climatica non è finita, Mentana usa il suo spazio pubblico per polemizzare contro coloro che hanno lanciato l’allarme e hanno usato la disobbedienza civile nonviolenta per protestare contro l’inerzia e la mancanza di politiche di mitigazione e adattamento che arginino l’apocalisse climatica alla quale stiamo andando incontro. Fuori luogo anche l’intervento del Ministro Musumeci: noi non vogliamo abituarci a “convivere con l'emergenza climatica”, vogliamo mettere fine a questa crisi ecologica, vogliamo che i governi, a partire dal suo, si mettano seriamente al lavoro per questo. Continueremo a batterci ogni giorno, con tutti i mezzi che abbiamo, per denunciare le falle di una gestione politica fallimentare e costringere i governi ad agire subito. Contatto di Linda Maggiori, attivista di XR Faenza attiva nelle zone colpite: 3333520627 Read the full article
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“ «Il problema comunque non è solo l’impreparazione dei medici» interviene, con la sua voce sempre rauca, il signor Colnaghi, «ma la loro incompetenza.» «Che differenza c’è?» chiede con stupore ostentato il pediatra. «Che se uno conosce i propri limiti ricorre a uno specialista» risponde il signor Colnaghi, cercando con gli occhi il consenso della dottoressa. «Ma se non li conosce fa la diàgnosi lui. Capisce le conseguenze?» La dottoressa incalza: «Qui arrivano bambini di quattro, cinque anni, alcuni di più. Si è perso tempo prezioso, bastava uno specialista.» Il medico la ascolta senza rispondere, con una inespressività professionale. «Lei che cosa ne dice, professor Frigerio? la dottoressa si volta verso di me. «È un problema di cultura?» «Credo proprio di sì» rispondo. Mi sento un alunno chiamato a convalidare quello che dice il professore. È un copione che mi imbarazza, soprattutto con l’ospite. Siamo sempre chiamati a recitare una parte che non è la nostra. «Io credo che la cultura sia il presentimento di quello che non si sa.» Sono diventato, senza volerlo, un piccolo Socrate (ci capita quando parliamo in pubblico). Tento disperatamente una svolta: «Un medico deve essere prudente perché non può sbagliare. Chieda l’aiuto di altri, faccia la parte dell’ignorante. Non può compromettere una persona per tutta la vita!» «Ritorniamo al punto di partenza» il medico incrocia le braccia. «Lei non sbaglia mai?» «Ma il mio mestiere è un altro!» reagisco concitato. «Se sbaglio una virgola se ne accorge uno su dieci. E non succede niente. Ma se si sbaglia con un bambino, diventa un cerebroleso! Io non faccio il medico. E non faccio neanche il pilota di un jet.» «Che cosa c’entra un jet?» mi chiede càustico. «Il pilota di un jet non si distrae, almeno quando atterra, altrimenti non sopravvivrebbero né lui né i passeggeri.» «E lei vuole paragonare un bambino a un jet?» «No, io paragono i due piloti» rispondo. I battiti del cuore stanno accelerando, le vene pulsano. È evidente che per lui un bambino è meno importante di un jet. «Perché ha scelto di fare il medico? Chi aiuta un bambino a nascere sta guidando un jet.» Il medico ha abbassato la testa, ha percepito la mia emozione. Capisce che non è il momento di contraddirmi. È così che molti risolvono i problemi. Cerco di controllarmi: «Un bambino è più importante di un jet.» «Sono d’accordo» acconsente lui paziente, guardandomi sinceramente stupefatto. “
Giuseppe Pontiggia, Nati Due Volte, Mondadori, 2006¹¹ [1ª ed. 2000], pp. 121-23.
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Estraneo a bordo Film streaming completo italiano
Estraneo a bordo Guardare - https://estraneo-a-bordo.blogspot.com/
Tutta la narrativa spaziale, per sua natura, è un film di sopravvivenza. Quando il soccorso più vicino è a milioni di miglia di distanza, quando un numero qualsiasi di piccole manopole può impazzire e solo il minimo materiale ti separa dal vuoto dello spazio, la possibilità della tua scomparsa incombe onnipresente. Naturalmente, l'equipaggio di tre persone della spedizione di Hyperion su Marte conosceva quei rischi. Sia la ricercatrice medica moralmente sicura di sé Zoe (Anna Kendrick) che il lucido biologo David (Daniel Dae Kim) hanno trascorso tre anni formando e presentando la loro proposta di ricerca per questa missione scientifica. Il suo viaggio di due anni rappresenta anche il terzo e ultimo viaggio su Marte per la sua esperta comandante Marina Barnett (Toni Collette, con il suo naturale accento australiano). D'altra parte, c'è una persona che non ha aderito a questa responsabilità. Ore dopo il lancio, Marina scopre un passeggero ferito nascosto in uno scompartimento angusto. Nessuno sa come sia arrivato lì. Sanno solo che è ferito e la sua presenza introduce un gruppo di variabili pericolose e impreviste. Diretto da Joe Penna, scritto in collaborazione con Ryan Morrison, dopo Arctic, con Mads Mikkelsen, Stowaway è il secondo film di sopravvivenza dal ritmo serrato del duo. In effetti, le sue due opere condividono alcuni punti in comune: sono argomenti claustrofobici; Mentre l'Artico si svolge in parte su un aereo abbattuto, la nave dell'equipaggio dello Stowaway sembra più un sottomarino nei suoi stretti corridoi scorrevoli che una seconda casa costruita. L'inclusione di un personaggio improbabile, di solito una persona che abita le possibilità di sopravvivenza del protagonista, accende entrambi i drammi. Questi protagonisti sono finalmente costretti a scegliere tra le loro vite e salvare una persona che conoscono a malapena. Nell'Artico, l'individuo è una giovane donna che è stata gravemente ferita dopo che il suo elicottero si è schiantato nella remota tundra. A Stowaway, la scoperta di Michael (Shamier Anderson), un ingegnere della piattaforma di lancio gravemente ferito, provoca una catena di eventi catastrofici che mettono in pericolo l'intero equipaggio. Stowaway è ambientato in un futuro non troppo lontano, un futuro in cui c'è una colonia su Marte e i viaggi si svolgono regolarmente. L'agenzia dietro questa missione tesa, Hyperion, probabilmente non è un'organizzazione sostenuta dal governo. La nave su cui viaggiano questi personaggi è stata originariamente progettata per due persone. Per ospitare una terza persona, gli ingegneri hanno ridisegnato la nave sottraendo strati protettivi dallo scafo esterno della nave mentre imballano la nave solo con le scorte più necessarie. Il minimalismo di questo veicolo spaziale si traduce nel modesto design di produzione in cui i cavi a vista pendono dalle pareti, le forniture sono legate come un aereo da carico, mentre l'abitacolo, con alcuni pannelli e ancora meno monitor, sembra più un simulatore degli strumenti necessario per viaggiare su un altro pianeta. Lo spettro di aggiungere una quarta persona aggiunge immediatamente stress al loro misero ambiente, così come la perdita del suo sistema di supporto vitale, un componente che hanno danneggiato mentre cercavano di liberare Michael da un compartimento sigillato. Zoe, David e Marina lavorano instancabilmente per aumentare le loro risorse per accogliere il passeggero a sorpresa. Vengono persino ad amare Michael, un giovane affabile che lavora per una laurea in ingegneria meccanica mentre sostiene la sorella minore. Sebbene il passeggero dalla voce pacata non si fosse immaginato qui, ora che è, si offre volontario per dare una mano in ogni modo possibile. La sua natura caritatevole e sincera rende difficile affrontare l'inevitabile verità della situazione: con una scarsità di ossigeno, che diventa più precaria una volta che le soluzioni proposte dall'equipaggio vanno a vuoto, solo tre possono sopravvivere mentre uno deve morire. Presumibilmente quello è Michael. È una situazione che potrebbe essere facilmente riprodotta per un grande melodramma, ma Penna è troppo intelligente per cadere in quella trappola. Guarda, non troverai molte scene senza peso a Stowaway. Penna si preoccupa poco della poesia operistica degli umani che fluttuano nello spazio. Invece, supporta questi personaggi; camminano sulla nave senza problemi. Ciò consente a Penna di utilizzare in modo intelligente la presenza della gravità stessa come elemento per aggiungere più peso a questa crisi. Penna si affida anche al suo cast forte per promuovere l'ansia in un modo che non è alimentato da ovvie scelte drammatiche.
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Circle Two Worlds Connected
I nostri ricordi ci rendono le persone che siamo.
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Dopo aver visto questa serie posso dire una cosa: un drama con Yeo Jin-goo non può essere brutto.
È il quarto che vedo con questo attore (e non ho finito), e mi sono piaciuti tutti. Jin-goo illumina tutto con la sua bellezza quindi un suo drama deve piacere per forza. Battute a parte, penso che sia un ragazzo intelligente capace di scegliere ruoli in delle buone serie.
Circle me lo sono davvero goduta, uno dei suoi più grandi pregi penso che sia il ritmo: molto scorrevole, a tratti riflessivo, a volte commovente, ma che tiene sempre col fiato sospeso. In dodici episodi non mi sono mai annoiata, anzi!
Ho anche trovato molto particolare e geniale la scelta narrativa delle due storyline parallele, passato e futuro (che poi diventa presente) raccontati metà e metà in ogni episodio, costruendo quindi una narrazione veloce e ricca di tensione.
Ottimi anche gli svariati colpi di scena della serie: ogni episodio è stato capace di sorprendermi.
Insomma, l'attenzione durante la visione non è mai calata.
La seconda cosa che mi è piaciuta un sacco di Circle è il messaggio riguardante la tecnologia avanzata, e devo dire che su questo mi ha ricordato molto Memories of the Alhambra.
Ma mentre Memories denuncia come tutti noi viviamo ormai la nostra vita troppo a stretto contatto con la tecnologia e l'influenza negativa che questa può avere sulla nostra percezione della realtà, Circle punta all'uso potente e crudele che gli esseri umani possono fare della tecnologia.
Tutto quello che succede in questa serie è assurdo, ma i messaggi di fondo sono umani e realistici. Memories e Circle parlano di tecnologia avanzata, ci mostrano quanto sia effettivamente figa, ma questa va a colpire i personaggi in modo così ingiusto e cattivo, che alla fine ti ritrovi a odiare quella tecnologia così tanto avanti coi tempi.
Alla fine, con tutte e due le serie, ho pensato: "Spero davvero che questo non succeda mai".
Ma il problema non è la tecnologia in sé, quella può anche fare cose buone, sono le intenzioni con cui certa gente la usa ad essere sbagliate.
Ho trovato molto interessante la parte su Smart City, una città apparentemente idilliaca, un luogo libero da crimini grazie al controllo delle emozioni. Troppo bello per essere vero.
E non è finita lì: ho adorato la questione della memoria. Quanto è giusto cancellare i ricordi brutti/negativi/dolorosi di qualcuno così che possa vivere una vita felice? Se fosse davvero fattibile una cosa del genere, vorremmo che ci cancellassero la memoria? Di certo tutti noi ci portiamo dietro dei ricordi di cui vorremmo sbarazzarci, ma come viene giustamente detto a un certo punto nella storia, anche i brutti ricordi fanno parte di noi e ci rendono la persona che siamo.
Se abbiamo subito un torto, possiamo rialzarci e diventare più forti. Se un torto lo abbiamo commesso, dobbiamo prenderci le nostre responsabilità.
Un'altra cosa che mi è piaciuta della serie sono stati i personaggi e i cattivi.
Strano ma vero, Jin Goo non è stato il mio preferito, sebbene mi sia dispiaciuto davvero tanto per lui, e Yeo Jin-goo sempre sul pezzo. Non penso che questo sia stato il suo ruolo migliore, ma le sue abilità recitative sono palesi. Non delude mai.
Nota: mi ha intrippato molto il pezzo in cui c'è stata la possibilità che Jin Goo potesse essere il presidente dell'Human B, e qui lo dico: avrei amato questa svolta.
Non saprei dire quale dei due fratelli ho preferito, perché alla fine li ho amati e mi sono affezionata a entrambi per motivi diversi.
Mi è piaciuto anche un sacco il fatto che si sono trovati a combattere non perché sono gli eroi che vogliono salvare il mondo (anzi al resto del mondo non pensano proprio), ma semplicemente perché devono sopravvivere, e per ritrovare la loro umanità che altri hanno cercato di distruggere in ogni modo.
Ho amato la bromance tra i due fratelli (ormai sono sommersa di bromance, aiutatemi!), un rapporto umano e tormentato, che rischia di ghiacciarsi sul finale ma che ritrova tutto il suo calore nel dispiaciuto abbraccio di Beom Gyun a Jin Goo.
Non è riuscita invece a conquistarmi completamente Jung Yeon, e non saprei dire bene perché. Non so se è per colpa della recitazione (buona, ma non eccellente), o se è proprio la scrittura del personaggio ad avere problemi. Perché secondo me poteva essere scritto meglio. Inoltre ci sono domande su questo personaggio che fino alla fine rimangono senza risposta.
Carini i personaggi secondari come il capo poliziotto e la squadra dei buoni che alla fine viene fuori.
Non mi sono dispiaciuti affatto i cattivi della serie, tutti mossi da motivazioni.
Ho trovato molto interessante la posizione dei tre scienziati in scena: il padre dei gemelli, il padre della lead, e il ministro Park. Alla fine è solo quest'ultimo il vero villain da sconfiggere, perché il padre dei gemelli fa marcia indietro intuendo la pericolosità della cosa, e il padre della lead ne esce pazzo.
Quello che mi è piaciuto è stato il motivo a muovere questi uomini: creare un mondo felice cancellando i brutti ricordi. Certo, le cose degenerano, il ministro Park esagera, e va bene essere ambiziosi ma qui sembra quasi di voler essere Dio, ma mi è piaciuto il fatto che l'Human B non sia stato creato per governare il mondo (beh, un po' anche quello), bensì per provare a rendere più felici le persone e costruire un mondo migliore.
Mi è anche piaciuto come il ministro Park non sia stato mostrato come il villain della serie fin dall'inizio, ma che sia stato intelligente e abbia giocato bene le sue carte, ingannando gli spettatori per metà serie e gli altri personaggi fino alla fine.
Ma il personaggio che ho amato più di tutti è stato senza ombra di dubbio Ho Soo, VERO EROE DI QUESTA SERIE. Perché mentre i gemelli lottano per mettersi in salvo dall'Human B, Ho Soo vuole svelare tutta la verità perché è la cosa giusta da fare, anche se questo significa far soffrire le persone nel momento in cui i ricordi torneranno a galla.
Ho amato la bella evoluzione di Ho Soo: da una fiducia cieca verso il sistema, alla negazione della propria memoria perché troppo dolorosa, alla presa di coscienza e infine il coraggio di mettersi in gioco per combattere l'Human B. Mi ha resa molto orgogliosa di lui.
Molto bella la bromance che nasce nel tempo tra lui e Beom Gyun. Il loro rapporto mi è piaciuto un sacco.
Ultima cosa: non mi ha fatta innamorare la "storia d'amore" tra il lead e la lead, e la metto tra le virgolette perché è una storia a cui non è mai stato dato molto spazio e che non ho mai visto fiorire. Per me poteva anche non esserci.
Circle è una serie estremamente godibile, con una trama interessante, che vola via, intrattiene molto bene, ricca di tensione e colpi di scena. Una serie scientifica e thriller i cui due generi sono mischiati molto bene. La recitazione è molto buona. Le ost non sono nulla di particolare e nemmeno le scenografie e i costumi.
Finale aperto e a libera interpretazione: ma perché concludono così le storie se poi non hanno intenzione di fare una seconda stagione?
Punteggio: 8
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