#geologia terrestre
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pier-carlo-universe · 1 month ago
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Guardiani della Terra: Come i vulcani hanno plasmato il nostro pianetaUn viaggio tra scienza, storia e mitologia vulcanica. Recensione di Alessandria today
Il libro I Guardiani della Terra: In che modo i vulcani hanno plasmato il nostro pianeta? di Patrick Donnet è un’opera straordinaria che mescola scienza, storia, mitologia e cultura, offrendo un’esplorazione completa e affascinante di questi giganti di fu
Il libro I Guardiani della Terra: In che modo i vulcani hanno plasmato il nostro pianeta? di Patrick Donnet è un’opera straordinaria che mescola scienza, storia, mitologia e cultura, offrendo un’esplorazione completa e affascinante di questi giganti di fuoco. Con un linguaggio accessibile e coinvolgente, Donnet accompagna i lettori attraverso la storia della Terra e dell’universo, esplorando…
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veritanascoste · 1 year ago
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11 ottobre 2023 da Salvo Privitera
In Cina, un team di scienziati ha intrapreso un'impresa audace: scavare un buco profondo 10.000 metri nella crosta terrestre. Questa non è una semplice esplorazione geologica, ma un viaggio nel tempo, mirato a raggiungere le rocce del Periodo Cretaceo, noto come Sistema Cretaceo, che risale a ben 145 milioni di anni fa.
Questo progetto, che è recentemente iniziato, non è solo una missione scientifica, ma potrebbe rivelarsi fondamentale per identificare risorse minerali e valutare rischi ambientali come terremoti ed eruzioni vulcaniche. Mentre la profondità di questo buco è impressionante, non deterrà il titolo di buco più profondo mai realizzato dall'uomo (e dalla natura).
Quell'onore appartiene al Pozzo Superprofondo di Kola, situato nella Penisola di Kola, nel nord-ovest della Russia. Il progetto, iniziato nel 1970 e conclusosi poco dopo il crollo dell'Unione Sovietica, ha visto la sua parte più profonda raggiungere ben 11.034 metri sotto il livello del mare. Le scoperte fatte durante quella perforazione hanno rivoluzionato la nostra comprensione della geologia, rivelando, tra le altre cose, che le rocce nelle profondità della Terra erano molto più umide di quanto ci si aspettasse.
Tuttavia, scavare non è sempre un'impresa facile. Un team americano negli anni '60 ha raggiunto una profondità di 183 metri sotto il fondo marino prima che il progetto fosse annullato a causa di problemi finanziari e di gestione. Nonostante le sfide, la Cina è determinata a portare avanti questo progetto ambizioso. Come ha descritto Sun Jinsheng, accademico presso l'Accademia Cinese di Ingegneria, la complessità di questo progetto di perforazione è paragonabile a un grosso camion che guida su due sottili cavi d'acciaio
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scienza-magia · 5 days ago
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Giacimenti d'oro nei vulcani delle isole francesi
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Una nuova super-miniera di oro sta per arrivare in Europa. Scoperto un nuovo modo di capire dove e come si forma l’oro. Questa nazione potrebbe ricavarne tonnellate. Una recente scoperta potrebbe rivoluzionare il campo della geologia, ridefinendo la comprensione del processo di formazione e risalita dell’oro verso la superficie terrestre. Un team di ricercatori internazionali ha sviluppato un modello innovativo che spiega come il metallo prezioso venga trasportato dal mantello terrestre fino alle rocce vulcaniche in superficie. Per la prima volta, uno studio fornisce un metodo affidabile per individuare nuovi giacimenti con maggiore precisione, riducendo i costi e i rischi legati alle tradizionali operazioni di ricerca. Attraverso simulazioni in laboratorio, gli scienziati hanno replicato le condizioni estreme in cui si forma il magma, scoprendo il ruolo cruciale delle zone di subduzione. Qui, il movimento delle placche terrestri facilita la risalita del magma, arricchito da fluidi solforati essenziali per la formazione di depositi auriferi. Questo processo è particolarmente attivo nell’oceano Pacifico, caratterizzato da un’intensa attività vulcanica. Per la Francia arriva una nuova età dell’oro La recente scoperta sui processi che consentono all’oro di risalire in superficie attraverso le zone vulcaniche apre nuove prospettive per la geologia e per le nazioni che stanno investendo nella ricerca di nuovi giacimenti. Tra queste spicca la Francia, che, insieme a Cina, Svizzera e Australia, è tra i paesi più attivi nella ricerca dell’oro. Proprio la Francia potrebbe trarre i maggiori benefici da questa scoperta, grazie alla presenza di territori vulcanici come le isole Martinica e Riunione, che potrebbero nascondere enormi giacimenti auriferi dal valore stimato in miliardi di euro. Lo sfruttamento di queste risorse non solo trasformerebbe l’economia locale, ma potrebbe posizionare la Francia come un nuovo leader nel settore dell’oro.
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Tuttavia, ulteriori ricerche sono necessarie per sfruttare appieno il potenziale di questa scoperta. Comprendere meglio questi processi potrebbe rivoluzionare l’industria mineraria, permettendo l’accesso a giacimenti prima inaccessibili e riducendo la dipendenza da tecniche costose e invasive. Inoltre, questa svolta scientifica potrebbe favorire lo sviluppo di nuove tecnologie estrattive più sostenibili, con minori costi economici e un impatto ambientale ridotto. L’abilità di prevedere con precisione la posizione dei giacimenti d’oro potrebbe cambiare radicalmente il panorama economico globale. Da un lato, l’individuazione di nuovi depositi potrebbe modificare le sorti economiche di intere nazioni; dall’altro, l’estrazione mirata renderebbe superflue molte delle attuali operazioni esplorative basate su trivellazioni e miniere spesso infruttuose. Questa scoperta rappresenta una svolta epocale, proiettando la geologia verso una nuova era, in cui la ricerca dell’oro diventa più efficiente, sostenibile e strategicamente rilevante per l’economia globale. Dove si trovano le isole Martinica e Riunione Le isole Martinica e Riunione si trovano in due diverse zone dell’oceano, ma entrambe sono territori d’oltremare della Francia. Martinica è situata nel Mar dei Caraibi, a nord di Saint Lucia e a sud di Dominica, ed è parte dell’arcipelago delle Antille. Fa parte delle Piccole Antille. Riunione si trova nell’Oceano Indiano, a est del continente africano, a sud-ovest dell’isola di Mauritius e a circa 700 km a est del Madagascar. È un’isola vulcanica nell’arcipelago delle Mascarene. Entrambe sono isole francesi, ma si trovano in aree geografiche molto distanti tra loro. Entrambe possono fare la fortuna della nazione francese grazie al loro territorio vulcanico che potrebbe portare alla scoperta di importanti giacimenti di oro ancora sconosciuti. Read the full article
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pacosemnoticias · 4 months ago
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Zero quer novos táxis e TVDE 100% elétricos em 2025
A associação ambientalista Zero propôs que sejam apenas licenciados, a partir do próximo ano, táxis e viaturas de transporte de passageiros TVDE 100% elétricos e a proibição da circulação de veículos a combustão no setor em 2030.
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Em comunicado enviado à agência Lusa, a Zero alegou que, "para reduzir o consumo de combustíveis rodoviários expressivamente, é preciso um forte investimento na eletrificação dos subsetores cujos veículos têm uma intensa utilização".
"É o caso dos táxis e TVDE [transporte individual de passageiros em veículos descaracterizados a partir de plataforma eletrónica], que transportam dezenas de pessoas por dia e circulam, em geral, mais de 50 mil quilómetros por ano", realçou.
Em contrapartida, a associação sugeriu "o investimento de, pelo menos, 75 milhões de euros, no próximo ano, em incentivos à eletrificação do setor dos táxis e TVDE", salientando que os impostos rodoviários deverão gerar receitas na ordem dos 5.200 milhões de euros, em 2025.
"O total dos incentivos à eletrificação de veículos com intensa utilização deve ascender a cerca de 780 milhões de euros -- 15% dos impostos rodoviários --, com especial incidência nos pesados de passageiros e na logística", defendeu.
A Zero assinalou que a atual proposta de Orçamento do Estado para 2025 "prevê apoios exíguos -- cerca de 20 milhões de euros -- para fazer face aos desafios da eletrificação do setor dos transportes terrestres", o qual representa "cerca de 30% das emissões de gases com efeito de estufa".
Segundo a associação ambientalista, que cita dados da Direção Geral de Energia e Geologia (DGEG), até agosto deste ano, o consumo de combustíveis rodoviários "teve uma redução de apenas 0,8% em relação ao período homólogo de 2023".
Assim, frisou, torna-se "virtualmente impossível alcançar em 2024 a necessária redução de 5% das emissões no setor dos transportes para o colocar em linha com a trajetória" que permite atingir os objetivos do Plano Nacional de Energia e Clima (PNEC).
Para estes ambientalistas, que estima existirem entre 40 mil e 50 mil táxis e TVDE em circulação no país, "esta atividade complementa de forma significativa o transporte público regular, mas depende, em grande medida, das flutuações dos preços do gasóleo e de outros combustíveis.
"A Zero entende que este subsistema é fundamental para tornar os transportes coletivos mais resilientes e atrativos, devendo os modos partilhados integrar crescentemente os sistemas de passes metropolitanos, regionais e nacionais existentes", disse.
Além disso, vincou, o setor deve "fazer parte de pleno direito de esquemas dirigidos às empresas, como o cartão de mobilidade, que deve substituir as ambientalmente regressivas reduções das tributações autónomas em sede de concertação social".
Para isso, a associação ambientalista estabeleceu três prioridades, concretamente o reforço dos incentivos ao abate de veículos antigos, a instalação de carregadores rápidos nas praças de táxi e em locais de acesso exclusivo a este tipo de veículos e criação de uma tarifa elétrica específica para táxis e TVDE.
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ambientalmercantil · 5 months ago
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reinato · 6 months ago
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Fenda de Pinglu
Impressionante a enorme fenda que estende-se por mais de 10 km em Pinglu, China
O Vale do Rift de Pinglu, não é apenas um fenômeno natural; é uma cápsula do tempo que narra histórias de épocas passadas.
Com uma origem que remonta a cerca de 10 milhões de anos, o vale se formou através de movimentos tectônicos dramáticos, corroido pelo trabalho implacável da água, do vento e dos glaciares.
Esta evolução deixou à descoberta rochas antigas e duras, narrando uma história geológica que se entrelaça com as mudanças climáticas ao longo de milhões de anos.
O Vale do Rift de Pinglu é um lugar onde geologia, história e cultura se unem, convidando a explorar seus segredos profundos e sua beleza deslumbrante.
Pinglu Rift Valley é uma das áreas mais impressionantes e misteriosas da China. É um vale profundo e longo que se estende por cerca de 10 km ao longo da beira entre o planalto euroasiático e o bloco do norte da China, onde se encontram as montanhas dos Himalaias e dos Alpes.
A origem do vale remonta a cerca de 10 milhões de anos, quando a crosta terrestre começou a sofrer movimentos tectônicos devido à separação entre o planalto euro-asiático e o bloco do norte da China. Esses movimentos fizeram com que o solo se afundasse em algumas áreas e subisse em outras, criando uma área de falha chamada rift ou fissura.
O rift se estendeu para norte, atravessando as montanhas atuais e formando o vale que conhecemos hoje. Durante este processo, o solo foi erodindo pela ação da água, do vento e dos glaciares, deixando à descoberta as rochas mais antigas e duras que tinham estado escondidas sob a camada superficial.
O vale também testemunhou importantes mudanças climáticas ao longo de sua história. Há cerca de 5 milhões de anos, quando a Terra estava em uma glaciação, o vale estava coberto por uma camada grossa de gelo que lhe dava um aspecto branco e imaculado.
No entanto, há cerca de 2 milhões de anos, quando a temperatura começou a subir, o gelo começou a derreter e a formar rios fluviais que percorriam o vale.
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altriocchi · 7 months ago
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Il Fenomeno Affascinante dello Spostamento dei Poli: Comprendere il Spostamento dei Poli 
Il concetto di spostamento dei poli è un argomento affascinante che ha incuriosito scienziati e pubblico generale. Questo fenomeno si riferisce al movimento dei poli magnetici della Terra sulla superficie del pianeta. Sebbene possa sembrare la trama di un romanzo di fantascienza, lo spostamento dei poli è un evento reale e ben documentato con significative implicazioni per il nostro pianeta. 
Cos'è lo Spostamento dei Poli? 
Il campo magnetico terrestre è generato dal movimento del ferro fuso all'interno del nucleo esterno. Questo processo dinamico crea un campo magnetico che è grossomodo allineato con l'asse di rotazione del pianeta, dandoci i nostri poli magnetici nord e sud. Tuttavia, questi poli magnetici non sono fissi; vagano a causa dei cambiamenti nel nucleo terrestre. 
Lo spostamento dei poli può essere compreso in due modi principali: inversione geomagnetica e deriva polare. L'inversione geomagnetica è un processo che avviene nell'arco di migliaia a milioni di anni, in cui i poli magnetici si scambiano di posto. La deriva polare, invece, si riferisce al movimento più graduale dei poli magnetici nel tempo. 
Prove Storiche e Tendenze Recenti 
I documenti storici e le prove geologiche mostrano che le inversioni geomagnetiche sono avvenute molte volte nella storia della Terra. L'inversione più recente, nota come inversione di Brunhes-Matuyama, è avvenuta circa 780.000 anni fa. Le prove di queste inversioni si trovano nell'allineamento dei minerali magnetici nelle rocce antiche, che agiscono come registri storici del campo magnetico terrestre. 
Negli ultimi decenni, gli scienziati hanno osservato una deriva accelerata del Polo Magnetico Nord. Dall'inizio del XIX secolo, il Polo Magnetico Nord si è spostato dal Canada verso la Russia a un ritmo crescente. Questo rapido movimento ha suscitato interesse e preoccupazione nella comunità scientifica riguardo ai potenziali effetti dello spostamento dei poli. 
Implicazioni dello Spostamento dei Poli 
Lo spostamento dei poli ha diverse potenziali implicazioni sia per i sistemi naturali che per le attività umane. Una delle principali preoccupazioni è l'impatto sui sistemi di navigazione. Molte tecnologie moderne, inclusi GPS e bussole, si basano sul campo magnetico terrestre per un posizionamento accurato. Gli spostamenti significativi dei poli magnetici potrebbero richiedere una ricalibrazione di questi sistemi. 
Un'altra area di interesse è l'effetto sul clima terrestre. Alcune teorie suggeriscono che i cambiamenti nel campo magnetico potrebbero influenzare i modelli di circolazione atmosferica e oceanica, con potenziali impatti sui sistemi climatici globali. Tuttavia, la natura esatta e l'entità di questi effetti rimangono un argomento di ricerca continua. 
Inoltre, l'indebolimento del campo magnetico durante uno spostamento dei poli potrebbe aumentare l'esposizione della Terra alle radiazioni solari. Ciò potrebbe avere implicazioni sia per la salute umana che per l'infrastruttura tecnologica, poiché livelli aumentati di radiazioni potrebbero disturbare le comunicazioni satellitari e le reti elettriche. 
Contributi di Altriocchi alla Ricerca sullo Spostamento dei Poli 
Altriocchi, un rinomato organismo di ricerca, è stato in prima linea nello studio dello spostamento dei poli. Il loro approccio interdisciplinare combina geologia, astronomia e climatologia per fornire una comprensione completa di questo fenomeno. I risultati di Altriocchi sono stati fondamentali nel evidenziare i potenziali rischi e le precauzioni necessarie associate agli spostamenti dei poli. 
Conclusione 
Lo spostamento dei poli è un fenomeno naturale notevole che sottolinea la natura dinamica del nostro pianeta. Sebbene molto rimanga da comprendere, la ricerca continua da parte di organizzazioni come Altriocchi continua a fare luce su questo intrigante argomento. Man mano che la nostra conoscenza cresce, così cresce anche la nostra capacità di anticipare e mitigare i potenziali impatti degli spostamenti dei poli sul nostro mondo. 
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newsnoshonline · 8 months ago
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Le rocce bollenti della crosta terrestre squarciarono un oceano nella Mongolia 410 milioni di anni fa La nascita dell’Oceano Mongolo-Okhotsk 400 milioni di anni fa, una risalita di roccia calda dal mantello terrestre creò un oceano nella Mongolia, che durò 115 milioni di anni. Questo evento potrebbe aiutare a comprendere i cicli di Wilson e i processi geologici su vasta scala. L’importanza della ricerca geologica La geologia può ricostruire la frammentazione dell’ultimo supercontinente, Pangea, avvenuta 250 milioni di anni fa. Tuttavia, è più complesso modellare l’interazione tra mantello e crosta prima di quel periodo. Il periodo devoniano e la formazione degli oceani Nel Devoniano, noto come l'”Era dei Pesci”, i pesci dominavano gli oceani e le
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astroimages · 10 months ago
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PARA A VIDA ALIENÍGENA O ROXO É O NOVO VERDE
ÚLTIMAS HORAS PARA SE MATRICULAR NA PÓS-GRADUAÇÃO DO SPACE TODAY EM GEOLOGIA PLANETÁRIA, É ATÉ HOJE, 19 DE ABRIL DE 2024, 23:59, CORRE , MATRICULE-SE AGORA: https://academyspace.com.br/ Na busca pela descoberta de vida fora do nosso planeta, a tradicional cor verde, comumente associada à vida terrestre, pode não ser o sinal mais confiável. Um planeta semelhante à Terra orbitando outra estrela pode parecer muito diferente, potencialmente coberto por bactérias que usam radiação infravermelha invisível para alimentar a fotossíntese . Muitas dessas bactérias na Terra contêm pigmentos roxos, e os mundos roxos nos quais são dominantes produziriam uma “impressão digital de luz” distinta, detectável pela próxima geração de telescópios terrestres e espaciais, relatam cientistas da Universidade Cornell em uma nova pesquisa. “As bactérias roxas podem prosperar sob uma ampla gama de condições, tornando-as um dos principais competidores pela vida que poderia dominar uma variedade de mundos”, disse Lígia Fonseca Coelho, pós-doutoranda associada no Instituto Carl Sagan (CSI) e primeira autora do livro. “Roxo é o novo verde: biopigmentos e espectros de mundos roxos semelhantes à Terra.” “Precisamos criar um banco de dados de sinais de vida para garantir que nossos telescópios não percam vida caso ela não se pareça exatamente com o que encontramos ao nosso redor todos os dias���, acrescentou a coautora Lisa Kaltenegger, diretora do CSI e professora associada. da astronomia. FONTE: https://news.cornell.edu/stories/2024/04/search-alien-life-purple-may-be-new-green #LIFE #UNIVERSE #PLANETS
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Aggiornata la Carta Magnetica d’Italia, fondamentale per ricerca e navigazione
Grazie ad una campagna di misurazione completata nel 2022, è ora pronto l’ultimo aggiornamento della Carta Magnetica d’Italia, una mappa che misura i valori del campo magnetico terrestre nel nostro Paese e come variano nel tempo. La Carta, che viene aggiornata in media ogni 5 anni, è infatti uno strumento fondamentale sia per la ricerca scientifica nel campo della geologia e della geofisica, sia…
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andremesquitaart · 1 year ago
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Viver no Crepúsculo
Quando em 1977 a música “Telephone Line” de ELO chega ao top 10 no Reino Unido e América, ninguém subestima a balada sobre uma ressaca amorosa que deixa o protagonista á espera, ao telefone, de um amor não correspondido. O sinal de chamada deixa o ouvinte na expectativa. Um documento sónico do imaginário americano gravado pela banda e incorporado através de sintetizadores. Mas algo mais profundo parece estar a acontecer. O protagonista pede á tecnologia mais algum tempo, mais tolerância, em quanto aguarda no crepúsculo, no limbo. Mas será que é o amor não correspondido que o faz esperar?
Pelos ensaios de conversas a dizer, não é claro que o propósito é reafirmar a relação. O que é mais explícito é a solidão que sente e o tempo que perde com tecnologia. Os aparelhos que deveria tornar a vida mais simples parecem criar uma realidade temporal paralela onde tudo fica em pausa. Esta já era a realidade em 1977, e não devia de ser novidade. Nesta década que viu as maiores mudanças sociais e culturais do século, já se sente a estranha incerteza que tudo não terá passado de um sonho. O protagonista diz: “não vês, as coisas que fizemos, fizemos. Não foram um sonho. Eu não acredito que tudo aquilo parece estar a desvanecer num passado distante.”
Este relativismo temporal está ainda tão apto para descrever a modernidade que vivemos. Um limbo mediado por tecnologias que parecem avançadas mas que apenas se limitam a perpetuar uma realidade estática que é difícil de mudar. A perspectiva histórica, os eventos e até as experiências pessoais, tornam-se banais perante a repetição, a mímica e as réplicas que perdem a efervescência e se substituem por outras ocasiões. Tudo são distrações que escondem os verdadeiros agentes que governam as nossas vidas. “Eu olho para o céu (O amor que eu quero não me vai salvar), e pergunto porquê? (As coisas que planeaste não se vão concretizar). Esta é a verdadeira certeza na música; que ninguém tem a capacidade de mudar nada, que tudo o que planeamos nunca se concretiza. Que estamos aqui apenas para fazer a tecnologia funcionar; para trabalharmos para ela. Até na singularidade de uma relação pessoal; os nosso momentos mais íntimos, revelam-se apenas como laboro da reprodução social necessária para o progresso económico. Como é possível estarmos ainda no limbo? Quando chegará o futuro que nos libertará da labuta?
No momento actual, em que a Inteligência Artificial está a concretizar um futuro em que o conhecimento será transformado para sempre. Neste momento, em que um conjunto de servidores consegue resolver problemas tão complexos que levariam uma pessoa qualificada uma vida inteira de investigação. Qual será o nosso papel? Para que servimos? E se as mudanças que pretendíamos fazer, não se chegaram a concretizar; se todas aquelas revoluções que vivemos nesta modernidade, não chegaram a fazer diferença, que fé temos nós neste progresso? Diz-se que, enquanto as disciplinas de Ecologia e Economia se estudarem independentemente, enquanto a Natureza e a Humanidade forem agentes distintos na geologia terrestre, que o progresso é apenas uma ilusão (Williams 1980). A própria inteligência artificial sofre da mesma desvantagem do raciocínio humano; a realidade é uma invenção do homem, e é sobre a influência dele que o conhecimento se constrói.
Quando perguntei ao ChatGPT (2023) se a Inteligência Artificial conseguiria recriar uma réplica da paisagem Portuguesa? Ele responde que isso envolveria mais do que uma impressão visual, e que para além das complexidades dos sistemas representados, que o exercício depende da viabilidade e qualidade dos dados existentes. Sendo que os dados referentes ao conhecimento em português estão a ser produzidos por nós; no trabalho de fazer funcionar o telefone e as tecnologias. A questão que se torna pertinente é? Será que os dados que estamos a criar tem a qualidade para salvaguardar Portugal num servidor remoto? Mesmo que tenham essa qualidade, nada garante que a réplica seja real e não apenas uma versão. E se essa versão for propriedade de uma companhia provedora de dados localizada em Madrid? Será que os centros de dados conseguiram deixar Portugal no limbo?
As alterações climáticas estão a transformar a paisagem mas o resultado dos motores de busca revelam os postais de um Portugal eterno. A falta de chuva na região do Barrocal Algarvio está a interromper os ciclos naturais de germinação e propagação de plantas, mas os meios digitais conferem esperança aos nomes latinos que descrevem as espécies mas que não caracterizam a diversidade genética, (Klausmeyer KR, Shaw MR (2009), Kazimierz Browicz, (1980)). Mesmo quando nos écrans globais o português interrompe os meios de comunicação, as imagens são hieróglifos de uma generalização identitária.
O crepúsculo em que vivemos poderá ser, sem dúvida, a madrugada de uma nova era. A certeza no progresso e a confiança que renovamos a cada geração é um factor temporário que se reinventa com novos aparelhos e dispositivos. Um dia talvez ouviremos Marco Paulo cantar que “ninguém, ninguém poderá mudar o mundo!”, em atuação holográfica. Contudo, este desejo é apenas um de esperança, de permanência, e descreve o momento em que a tecnologia traz liberdade, em que cada um é agente transformador mediado pela tecnologia; onde surge a possibilidade de resistir a homogeneização dos mercados globais. Quando o protagonista em “Telephone Line” finalmente reconhece “que ninguém responderá, apenas pede para deixar tocar um pouco mais, para sempre.” Neste momento o telefone transfigura-se e torna-se num agente autorizador, numa entidade independente, que facilita a incerteza e nos deixa temporariamente a sonhar. “Doo-wop, doo-be-doo-doo-wop, doo-wah, doo-lang.”
Electric Light Orchestra (ELO). “Telephone Line.” Written by Jeff Lynne. A New World Record, Jet, 1976.
Galloway, A (2004). Intimations of Everyday Life, Ubiquitous Computing and the City. Cultural Studies Vol. 18, No. 2/3 March/May 2004, pp. 384–408. ISSN 0950-2386 print/ISSN 1466-4348 online © 2004 Taylor & Francis Ltd
Williams, R (1980). Ideas of Nature in Culture and Materialism. Verso Books, London.
ChatGPT. “Can AI recreate a nuanced replica of the Portuguese landscape?” OpenAI, [Dec 2023]
Kazimierz Browicz, 1980. Distribution and variability of Clematis cirrhosa L. and Myrtus communis L. in the eastern Mediterranean. ARBORETUM KÓRNICKIE, rcin.org.pl
Klausmeyer KR, Shaw MR (2009) Climate Change, Habitat Loss, Protected Areas and the Climate Adaptation Potential of Species in Mediterranean Ecosystems Worldwide. PLoS ONE 4(7): e6392. doi:10.1371/journal.pone.0006392
Papastergiadis, Nikos 2016. Ambiente Screens and a Transnational Public Spaces. Hong Kong University Press.
Marco Paulo 1979. “Ninguém, ninguém” by Marco Paulo. Concerto Ligeiro, Edições Valentim de Carvalho S.A, Portugal
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scienza-magia · 13 days ago
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Giacimenti minerari di oro all'interno dei vulcani.
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La scoperta sui vulcani: sono pieni di giacimenti d’oro. L’oro è uno dei metalli più ambiti e misteriosi della storia umana. Sin dall’antichità, l’uomo ha scavato e esplorato ogni angolo del pianeta per trovare nuove fonti di questo metallo così prezioso. Ma la terra nasconde ancora segreti straordinari. Secondo recenti studi scientifici, i vulcani, oltre a essere fonti di spettacolare energia, sono anche scrigni pieni d’oro. Questo perché alcuni processi geologici permettono all’oro, sepolto nel mantello terrestre, di raggiungere la superficie, dove può essere estratto. La scoperta non solo getta nuova luce sulla geologia, ma potrebbe rivoluzionare l’industria mineraria, riducendo costi e tempi di esplorazione. Come fa l’oro ad arrivare in superficie? Gran parte dell’oro presente sulla Terra si trova intrappolato nel mantello, il massiccio strato tra la crosta e il nucleo esterno. Tuttavia, una piccola parte riesce a farsi strada verso la superficie grazie a un fenomeno straordinario legato al ruolo dello zolfo. Quando l’oro si trova in presenza di specifiche molecole di zolfo, come il trisulfuro o il bisolfuro, si forma un complesso altamente mobile che viene spinto verso l’alto attraverso i movimenti tettonici. Questi processi sono particolarmente attivi nelle zone di subduzione, ovvero aree dove una placca tettonica scivola sotto un’altra, creando vulcani e terremoti. Durante l’attività vulcanica, il magma arricchito di oro raggiunge la crosta terrestre, depositando il prezioso metallo in quantità significative. Ad esempio, la cosiddetta “cintura di fuoco” del Pacifico, che include regioni come il Giappone, l’Indonesia e le coste americane, è famosa per le sue eruzioni vulcaniche, ma ora sappiamo che è anche una delle maggiori fonti di giacimenti d’oro. Zolfo e oro sono una relazione chimica sorprendente che nasce nei vulcani Un aspetto cruciale di questa scoperta è il ruolo delle diverse forme di zolfo nel trasporto dell’oro verso l’esterno. Recenti studi scientifici hanno evidenziato come lo zolfo, sotto specifiche condizioni di pressione e temperatura, crei legami molecolari con l’oro, trasformandolo in un complesso solubile. In particolare, alcuni scienziati sostengono che il trisulfuro sia il principale responsabile del trasporto dell’oro dalle profondità del mantello fino alla crosta. Altri, invece, puntano sul bisolfuro, una molecola altrettanto efficace, che secondo esperimenti recenti potrebbe resistere a temperature elevatissime, come quelle presenti nelle magme naturali. Read the full article
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pacosemnoticias · 5 months ago
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Zero alerta para necessidade de reduzir combustíveis rodoviários em 5,3% até 2030
A associação ambientalista Zero alertou este domingo para a necessidade de reduzir o consumo de combustíveis rodoviários em 5,3% até 2030, assinalando o dia europeu sem carros e apelando para que se implementem medidas prioritárias.
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"Sensivelmente um ano depois, a Zero voltou a fazer as contas à emissão de gases com efeito de estufa com origem no consumo de combustíveis rodoviários e as conclusões continuam a ser extremamente preocupantes e a requerer a máxima atenção de todos, mas sobretudo dos responsáveis políticos", referiu.
Segundo a associação, com base nos dados da Direção-Geral de Energia e Geologia (DGEG), as emissões devido "ao consumo de combustíveis rodoviários entre julho de 2024 e o mesmo mês do ano passado cifraram-se em 17,8 milhões de toneladas (Mt) de dióxido de carbono (CO2), o que representou uma redução de apenas 1,8% face a julho de 2023".
Paralelamente, "o gasóleo, apesar de uma redução de 3,7%, continua a ser o maior responsável por esta triste tabela dos maiores contribuintes para emissão de gases com efeito de estufa (GEE) com 14 Mt CO2" alertou, dando ainda conta de "um aumento preocupante dos consumos de gasolina IO98 e gasolina IO95 de 5,4% e 5,2%, respetivamente".
A organização lembrou que para cumprir os objetivos do Plano Nacional de Energia e Clima (PNEC) para 2030, mesmo que ainda insuficientes na sua perspetiva, "as emissões do setor dos transportes que continuam a ser mais de 30% do total, devem ser reduzidas em cerca de 5,3% por ano a partir de agora".
Assim, avisou, a "redução de 1,8% observada entre julho de 2023 e julho de 2024, está aquém para alcançar as metas necessárias", defendendo que é "por isso absolutamente crucial que o ano de 2025 seja exemplar no que toca à redução das emissões originadas pelos transportes terrestres".
A associação sugere, neste sentido, um conjunto de medidas que acredita serem prioritárias para atingir esta meta.
Segundo a Zero, deve ser lançado um verdadeiro passe nacional multimodal sustentável que deve "incluir a ferrovia em articulação com as redes locais e regionais de transportes públicos (ferroviários, rodoviários, bicicletas públicas partilhadas e afins)".
Para a associação, o valor deste título "deve acrescer apenas 5 euros aos atuais passes metropolitanos, tendo assim um valor final de 45 euros" e ser "acompanhado do investimento em material circulante, infraestruturas e na contratação de trabalhadores com carreiras e condições laborais dignas e atrativas".
Além disso, a Zero propõe que "já a partir do próximo ano, sejam alocados pelo menos 15% das receitas de impostos rodoviários (IUC, ISP e ISV) ao investimento nos serviços de transporte público em todo o pais, incluindo serviços de mobilidade flexível a pedido, e outros 15% à eletrificação de veículos com elevadas taxas de utilização".
Segundo a associação, "os apoios ao abate de veículos antigos e à eletrificação do transporte rodoviário devem aumentar substancialmente até aos 15% das receitas com ISP, IUC e ISV "e concentrar-se nas frotas de veículos "com elevadas taxas de utilização", como táxis, TVDE, veículos de aluguer, ligeiros de mercadorias, pesados de passageiros e mercadorias.
Por fim, a Zero pretende que a partir de 2025, "todas as novas licenças para táxis e veículos de TVDE (Transporte de Passageiros em Veículos Descaracterizados a partir de Plataforma Eletrónica) sejam exclusivamente para veículos 100% elétricos", apelando para que já a partir de 2030, apenas táxis e TVDE totalmente elétricos possam circular.
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rodadecuia · 1 year ago
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inphinitude · 1 year ago
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O oceano
Muitas pessoas já foram em uma praia, ou uma costa, um lugar que no horizonte você apenas consegue ver o mar, mais e mais. Saiba que mesmo que o homem já tenha ido a lua, o nosso próprio planeta, onde habitamos, não o conhecemos completamente. Até hoje, só conhecemos 5% dos oceanos, ou seja, somente 35% da superfície terrestre é conhecida por nós. Portanto, 65% do universo submarino segue sendo um mistério para a humanidade. Pela lógica, várias espécies de animais estão por lá, só nos esperando, para que os conheçamos e os admiremos.
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Apesar de a Lua estar localizada a uma distância muito maior do que a profundidade dos oceanos, ainda sabemos mais sobre a geologia, a topografia e a composição da superfície lunar do que sobre as profundezas dos nossos próprios oceanos. Isso se deve, em parte, à complexidade e inacessibilidade das regiões mais profundas dos oceanos, que tornam a exploração e o estudo dessas áreas desafiadores.
A exploração oceânica sempre foi um desafio por conta das condições extremas e da dificuldade de acesso. Mas, com o avanço da tecnologia, estamos mais perto do que nunca de desvendar os segredos das profundezas do oceano.
O Challenger Deep, localizado na Fossa das Marianas, é o ponto mais profundo conhecido dos oceanos, com uma profundidade de aproximadamente 11 quilômetros. A exploração desse local é um feito impressionante e nos mostrou o quão pouco sabemos sobre as profundezas do oceano. A descida até o Challenger Deep é uma aventura que desafia os limites da exploração humana, e as descobertas feitas lá podem abrir novos horizontes para a compreensão do nosso planeta.
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As profundezas do oceano continuam a nos surpreender, e a exploração do Challenger Deep é apenas o começo de uma jornada emocionante rumo ao entendimento completo do vasto e misterioso mundo subaquático. Com os avanços tecnológicos e o compromisso contínuo com a pesquisa e a exploração, estamos mais perto do que nunca de desvendar os segredos do oceano. Quem sabe quais maravilhas e descobertas nos aguardam nas águas desconhecidas? O futuro da exploração oceânica certamente reserva muitas surpresas fascinantes.
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veritanascoste · 1 year ago
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11 ottobre 2023 da Salvo Privitera
In Cina, un team di scienziati ha intrapreso un'impresa audace: scavare un buco profondo 10.000 metri nella crosta terrestre. Questa non è una semplice esplorazione geologica, ma un viaggio nel tempo, mirato a raggiungere le rocce del Periodo Cretaceo, noto come Sistema Cretaceo, che risale a ben 145 milioni di anni fa.
Questo progetto, che è recentemente iniziato, non è solo una missione scientifica, ma potrebbe rivelarsi fondamentale per identificare risorse minerali e valutare rischi ambientali come terremoti ed eruzioni vulcaniche. Mentre la profondità di questo buco è impressionante, non deterrà il titolo di buco più profondo mai realizzato dall'uomo (e dalla natura).
Quell'onore appartiene al Pozzo Superprofondo di Kola, situato nella Penisola di Kola, nel nord-ovest della Russia. Il progetto, iniziato nel 1970 e conclusosi poco dopo il crollo dell'Unione Sovietica, ha visto la sua parte più profonda raggiungere ben 11.034 metri sotto il livello del mare. Le scoperte fatte durante quella perforazione hanno rivoluzionato la nostra comprensione della geologia, rivelando, tra le altre cose, che le rocce nelle profondità della Terra erano molto più umide di quanto ci si aspettasse.
Tuttavia, scavare non è sempre un'impresa facile. Un team americano negli anni '60 ha raggiunto una profondità di 183 metri sotto il fondo marino prima che il progetto fosse annullato a causa di problemi finanziari e di gestione. Nonostante le sfide, la Cina è determinata a portare avanti questo progetto ambizioso. Come ha descritto Sun Jinsheng, accademico presso l'Accademia Cinese di Ingegneria, la complessità di questo progetto di perforazione è paragonabile a un grosso camion che guida su due sottili cavi d'acciaio
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