#maschere pirandello
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Brain Rot
La semplificazione è un’azione positiva, quando riesce a fornire una soluzione. Contrariamente al concetto di #brainrot l’estensione del rasoio di Occam si può applicare a tutto… con le dovute attribuzioni dei fattori. Per esempio, se dobbiamo fare la spesa e passare a prendere i bambini a scuola, sarà la lama del frate francescano a suggerirci di andare prima dai pargoli e poi al supermercato……
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"Hai mai pensato di andare via e non tornare mai più? Scappare e far perdere ogni tua traccia, per andare in un posto lontano e ricominciare a vivere, vivere una vita nuova, solo tua, vivere davvero. Ci hai mai pensato?."
- Luigi Pirandello
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Foto presa da internet, spunto preso da Luigi Pirandello (: mio poeta preferito :)
#cats#maschere#luigi pirandello#satira#ironia#tristezza#felicità#immaginazione#kittens#dark words#la mia vita
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"Ma non è una cosa seria" di Luigi Pirandello: Il gioco delle apparenze e delle contraddizioni. Recensione di Alessandria today
Un matrimonio per gioco che svela la complessità della vita. Luigi Pirandello, maestro dell’introspezione e del paradosso, ci regala con "Ma non è una cosa seria" una commedia amara che esplora l’ambiguità delle relazioni umane e la fragilità della logica
Un matrimonio per gioco che svela la complessità della vita.Luigi Pirandello, maestro dell’introspezione e del paradosso, ci regala con “Ma non è una cosa seria” una commedia amara che esplora l’ambiguità delle relazioni umane e la fragilità della logica davanti alle contraddizioni della vita. Pubblicata il 18 agosto 2023 in un’elegante edizione, questa opera conferma l’universalità e la…
#Alessandria today#analisi delle relazioni.#analisi sociale#autori premi Nobel#classici italiani#commedia pirandelliana#commedie teatrali#conflitti interiori#critica sociale#cultura letteraria#frammentazione dell’io#Google News#grandi autori italiani#Grandi classici#introspezione#introspezione psicologica#ipocrisia borghese#ironia sociale#italianewsmedia.com#Letteratura del XX Secolo#letteratura e filosofia#letteratura italiana#Lettura teatrale#libri consigliati#libri di Pirandello#libri teatrali#logica e sentimento#Luigi Pirandello#Ma non è una cosa seria#maschere sociali
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“Abbiamo tutti dentro un mondo di cose: ciascuno un suo mondo di cose! E come possiamo intenderci, signore, se nelle parole ch’io dico metto il senso e il valore delle cose come sono dentro di me; mentre chi le ascolta, inevitabilmente le assume col senso e col valore che hanno per sé, del mondo com’egli l’ha dentro? Crediamo di intenderci; non ci intendiamo mai!” – Luigi Pirandello, ‘Sei personaggi in cerca d’autore; Enrico IV’
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Ognuno indossa la sua propria maschera, anche mo e mo.
Un post venuto fuori da un'illustrazione.
"All the world’s a stage,
And all the men and women merely players;
They have their exits and their entrances;
And one man in his time plays many parts"
#maschera#maschere#careta#mask#palcoscenico#palco#stage#escenario#Shakespeare#Pirandello#sergio bruni#aitan#finzione#autorappresentazione
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Pirandello nell'era digitale: riflessioni sull'identità, la realtà e la comunicazione nell'epoca della tecnologia", saggio di Francesco Scatigno
Di Francesco Scatigno Luigi Pirandello, nato nel 1867 e morto nel 1936, è uno dei più importanti drammaturghi e scrittori italiani del XX secolo. La sua opera è caratterizzata da una profonda riflessione sulla natura dell’identità e della realtà soggettiva. Un elemento distintivo del suo lavoro è la concezione dell’umorismo[1] di Pirandello, inteso come un modo per esplorare la complessità della…
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#alienazione#critica#cultura#Francesco Scatigno#identità#Luigi Pirandello#maschera#maschere#persona#teatro#umorismo
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Capitolo 22 - Quella cosa alata
Imparerai a tue spese che nel lungo tragitto della vita incontrerai tante maschere e pochi volti.
Luigi Pirandello
Dalla mia tana uscii quando la mia amica Mariangela venne a prendermi, una notte d’inizio settembre, e mi portò alla Valle dei Templi di Agrigento, per ascoltare un concerto che si teneva all’alba. Era un concerto per archi, non ricordo cosa suonassero, ma ricordo bene il momento in cui il sole si levò alzandosi tra le colonne del Tempio di Apollo alle spalle del quartetto, in pochi secondi una luce rosata aveva falciato ogni ombra.
Dopo il concerto visitammo la casa di Pirandello, che si trova non molto lontano dalla Valle dei Templi. Nel modesto giardino della casa c’è un bellissimo pino secolare che entrambe ammirammo per molto più tempo di quello trascorso a visitare la casa dello scrittore. Sul suo tronco, gocce gonfie di resina brillavano alla luce già piena del giorno come lucciole nella notte.
Ritornata a casa che era ancora mattina, mi sentivo bene come non mi accadeva da tempo. La mia cara amica era riuscita a tirarmi fuori da quel senso d’immobilità impotente in cui si cade quando si perde la speranza. Mi aveva preso per mano e senza dire parole, mi aveva ricordato quanta bellezza ci fosse fuori nel mondo, quanto facile fosse raggiungerla, quanto valesse la fatica di una notte insonne per goderne. La sua empatia, la sua attenzione e la sua delicatezza mi avevano curato. Il suo volermi bene mi aveva restituito quel sano senso di fiducia nella vita così pesantemente rovinato dalle esperienze degli ultimi anni. Riuscivo adesso a sperare di nuovo e capivo che il mio isolamento doveva finire, non era più tempo di silenzio e solitudine, avevo più che mai bisogno di avere vicino i miei affetti e i miei amici.
Acquistai un biglietto per Barcellona e andai a trovare due amici di vecchia data che vivevano lì, Cristian e Asumpta. Avevo conosciuto Cristian quando vivevo a Roma ai tempi dell’Università, lui era uno studente di Filosofia in Erasmus e io stavo completando la stesura della mia tesi in vista della laurea. C’incontrammo a una festa e dopo a poco diventammo amici, ci univa il comune interesse per l’arte, la poesia e la filosofia. Passavamo le notti facendo lunghe passeggiate a piedi o con la mia vespa per Roma e nonostante parlassimo due Lingue diverse ci comprendevamo perfettamente, forse anche per via del motto che Cristian scelse per intitolare le nostre serate: “Un vaso y la vìa!”
Cristian venne varie volte a visitarmi in Sicilia, conobbe la mia famiglia e i miei amici, che diventarono anche i suoi amici. Andai spesso a Barcellona a trovarlo e conobbi anche io la sua famiglia e i suoi amici, Asumpta fu una tra questi. Lei e Cristian si conoscono da quando erano bambini e non ci volle molto perché Asumpta si unisse a noi durante le nostre discussioni passeggiate, che con la sua fresca eleganza rinominò: “Una copa de tinto y vìa!”.
Negli anni avevo seguito i vari traslochi di Cristian, i suoi cambi di lavoro, lui i miei. Asumpta era diventata una creatrice di gioielli e madre di due splendide bambine, che finalmente avrei conosciuto di persona, dopo averle viste soltanto in foto.
La sera che arrivai a Barcellona, andai a cena con Cristian e lasciai il mio telefono in albergo. Tra le tante cose di cui parlammo durante la cena, gli dissi che avevo da poco letto un libro di Oloferne, era uno dei suoi libri meno recenti e un’amica, non saprei dire quando, me lo aveva regalato ma l’avevo tenuto fino ad allora, nella mia pila di libri da 'leggere un giorno'. Era un libro d’inchiesta sulla produzione e la distribuzione della droga e i dati che condivideva sul guadagno annuo dei trafficanti, mi avevano colpito così tanto che ne parlai con il mio amico.
Dopo aver acquistato online il mio biglietto aereo, avevo anche comunicato il mio arrivo per email e per WhatsApp ai miei amici. Qualche giorno dopo, Oloferne pubblicizzò sul suo account Instagram un suo prossimo viaggio a Barcellona per presentare il suo ultimo libro. Quando lo lessi, ricordo bene che fui contenta del fatto che i giorni coincidessero e che avrei potuto andare alla presentazione e incontrarlo di persona. Quella sera lo dissi a Cristian, conosceva la biblioteca dove avrebbe avuto luogo la presentazione e propose di accompagnarmi. Disse anche, salutandomi nella hall dell’albergo, che un suo amico una specie di genio informatico, mi avrebbe aiutato a liberarmi dell’hacker.
Non credevo a quello che avevo appena sentito. Salii in camera volando, finalmente qualcosa stava cambiando, vedevo di nuovo delle possibilità. Mi riconobbi il merito di aver continuato a sperare e mi convinsi che una volontà provvidenziale mi aveva spinta a intraprendere questo viaggio.
Ero quasi così felice che mi sarei messa a ballare e cantare come non so chi né come. Non amo molto i musical quindi ne conosco pochi e mi viene in mente soltanto la scena del film Dancer in the dark di Lars Von Trier in cui Bjork, che interpreta una povera donna, un’operaia che sta perdendo la vista, canta Cvalda tra i macchinari della fabbrica nella quale lavora.
Più o meno sarebbe stata così l’atmosfera della mia felicità, infatti una volta in camera quando ripresi il mio telefono e tolsi la modalità aereo, per la prima volta salì una notifica con un video musicale suggerita da Youtube. Non era mai successo. Il video era una canzone di un film animato interamente prodotto in Italia, il titolo era: A chi appartieni?. Pensai subito che fosse opera di Oloferne anche se non potevo esserne sicura, era la prima volta che usava questo modo per comunicare con me, mi sembrò uno modo impacciato ma tenero di comunicarmi la sua gelosia. Guardai il video e mi piacque, per cui non diedi importanza alla cosa, pensando che presto nessuno avrebbe più avuto il controllo del mio telefono.
Quello che successe dopo fu che lo stalker iniziò a tempestare il mio telefono di notifiche di Youtube. Canzoni d’amore, poesie d’amore, video con suoi interventi a festival o a trasmissioni televisive, cartoni animati e quanto altro servisse a comunicare con me, o come da intenzione da lui dichiarata, con quanto servisse a manifestarmi il suo amore.
Il pomeriggio della presentazione, Cristian fu bloccato da un contrattempo di lavoro e io andai da sola. L’ospite preferì parlare in Italiano data la maggiore presenza di italiani in platea, in quel momento non pensai nemmeno per un attimo che fosse a conoscenza del fatto che mi trovassi tra il pubblico e per nessuna delle cose che disse pensai che si stesse rivolgendo a me. Nonostante non fosse proprio pertinente con la presentazione del suo romanzo, Oloferne parlò del libro d’inchiesta che avevo letto di recente e citò proprio l’importanza dei dati che mi avevano colpito e di cui avevo discusso con Cristian, la sera che ero arrivata a Barcellona. Mi colpì piacevolmente, la presi per una coincidenza, non sospettai nulla, anzi mi sembrò la conferma di una corrispondenza di amorosi ideali tra di noi.
Alla fine dell’incontro si fermò per autografare le copie vendute. Ne presi solo una in Catalano per regalarla a Cristian dato che non era riuscito a partecipare, mi misi in fila pensando a cosa gli avrei detto quando mi sarei trovata faccia a faccia con lui. Non mi aspettavo chissà cosa, ma di sicuro non mi aspettavo niente di quello che accadde. Lui fece finta di nulla e ridendo mi chiese se fossi catalana, io risposi dicendo che il libro era per Cristian, un amico che non aveva potuto esserci. Prese la copia e scrisse: A Cristian, un abbraccio. Ci salutammo con una stretta di mano e mentre scendevo dal palco mi accorsi che stavo tremando.
Tremavo non come succede quando ci s’innamora e sembra che le gambe cederanno da un momento all’altro, tremavo di paura e non trovandone la ragione scambiai il tremore per emozione.
Il giorno dopo, Instagram postò la foto di una ragazza spagnola che indossava una salopette di jeans con una maglia rosa che faceva non so cosa, mi colpì il fatto che fosse vestita esattamente come ero vestita il giorno della presentazione. Oloferne sul suo account, postò una foto di lui sul palco di Barcellona con gli organizzatori, ringraziava del calore ricevuto in particolar modo dal pubblico italiano presente, che abbracciava forte.
Passai gli ultimi giorni del viaggio a casa di Cristian, libero dal lavoro per il fine settima. In quel momento parlò con il suo amico e io lo ascoltai in vivavoce mentre spiegava a Cristian che ogni mio sospetto era assolutamente fondato. Disse che era possibile hackerare non soltanto pc, notebook, IPad che come ogni supporto Apple aveva la fama di essere inattaccabile, ma anche moltissimi elettrodomestici tra quelli che chiunque teneva in casa, un frullatore, una radio, e che potevano contenere al loro interno, microfoni e telecamere che potevano essere attivate da remoto per spiarci, vederci o ascoltare senza che si abbia la possibilità di accorgersene. Ci spiegò che attraverso la mia rete di contatti, lo stalker poteva spiarmi anche quando non avevo il telefono con me, hackerando quello dei miei familiari, dei miei amici e di tutti i miei contatti in rubrica. Ci disse che poteva sfruttare la posizione sul mio telefono, per sapere in ogni momento dove mi trovassi. Per aiutarmi però, aveva bisogno dei miei supporti che non avevo portato con me. Rimanemmo d’accordo che a ottobre quando sarei ritornata, ci saremmo visti e gli avrei consegnato tutto: usb, hard-disk portatili, notebook, IPad e anche la mia macchina fotografica.
Alla fine della telefonata tremai di nuovo. Cristian mi chiese perché, secondo me, quest’uomo stava facendo tutto questo. Risposi che anche io non riuscivo a capirlo.
Rivedere i miei amici mi fece molto bene. Pensai che trasferendomi lì per qualche tempo sarei stata meglio. Avrei seguito un corso, o semplicemente avrei imparato il Castigliano, o magari il Catalano. La Spagna mi sembrava accogliente, ordinata, pulita, colorata e allegra, inoltre non sarei stata sola, c’era Asumpta e c’era Cristian che m’incoraggiò a prendere questa decisione, mi offrì il suo aiuto e mi disse: “Sarò per te quello che tu sei stata per me quando arrivai a Roma, quando non parlavano Italiano, non conoscevo la città e non avevo amici!”.
Tornai in Sicilia per predisporre il mio trasferimento in Spagna, una nuova energia mi animava era quella cosa alata, la speranza, che mi muoveva.
Roma 19 febbraio 2023 h: 2.47 pm
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Mentre per Pirandello senza maschere rimaniamo "nessuno", per Leopardi rimaniamo "noi stessi", per quanto in realtà siamo "nulla". Dei nulla che però non sono mai "nessuno". In ciò intravedo la buona inclinazione di Leopardi verso l'umanità, che impedisce al suo pessimismo di essere amorale e distruttivo.
“Che si usino maschere e travestimenti per ingannare gli altri, o per non essere conosciuti; non mi pare strano: ma che tutti vadano mascherati con una stessa forma di maschere, e travestiti a uno stesso modo, senza ingannare l'un l'altro, e conoscendosi ottimamente tra loro; mi riesce una fanciullaggine. Cavinsi le maschere, si rimangano coi loro vestiti; non faranno minori effetti di prima, e staranno più a loro agio. Perché pur finalmente, questo finger sempre, ancorché inutile, e questo sempre rappresentare una persona diversissima dalla propria, non si può fare senza impaccio e fastidio grande.”
— Giacomo Leopardi, Operette Morali, “Dialogo di Timandro e di Eleandro”
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Imparerai a tue spese che nel lungo tragitto della vita incontrerai tante maschere e pochi volti.
- LUIGI PIRANDELLO
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Des probably shows Pirandellian character traits: fun analysis (SPOILER AZRAN LEGACY)
First of all, I'm just a student who studied Italian literature as a subject at school, so please take all of this with a grain of salt and feel free to add your considerations. (And I hope that my teacher doesn't have Tumblr because it would be very embarrassing.) Also, maybe there are some regional differences, for reference I'll use the italian version of the game.
We all know that Descole is a broken husk of a man; Desmond Sycamore is dead; stuff like that. But I want to share with you guys a personal point of view about his character while using what I studied and STILL STUDYING for final exams ("maturità")
In order to understand what I am going to say, I need to explain a bit of his theories, which are also used in his novels, especially what we call "la teoria delle maschere."
Before talking about it, we need to essentially explain the concepts of life and form:
Life is a continuous change, a stream, and form is the structure where people try to contain life in order to make it more understandable by putting or letting people put a mask on ourselves (for example, a name, a role, etc.) that covers our true selves, our identity, which, just like life, changes and isn't coherent.
But since life is a continuous change, people are destined to face the fact that their identity isn't something stable. Usually it's a peculiar event or some random stuff, and they have different reactions to it. One of them is trying to escape from the form.
An example of this in Pirandello's books is Mattia Pascal, a man with a miserable life who decided to change his identity in order to escape from it, taking advantage of the fact that everyone he knows believes that he died, but in the end he realised that in his new form he couldn't be free, and he couldn't even go back to the old one since everything changed.
Now you may be wondering: What does that have to do with Descole?
His character is mainly centred on the theme of identity, just like Hershel Layton (but he accepts it) and the whole Azran Legacy game, but I wanted to focus on how he was written and especially how his life revolves around this, personally more than Hersh, and how his reaction is different.
Okay, basically the point is that his life is characterised by huge changes, and escapes from the form as a reaction to the event, which lead him to be stuck in an another form.
FIRST FORM: Hershel Bronev
For Pirandello, our first form is the name that our parents gave us. In the case of the Bronev Brothers, they broke pretty easily, and in Des' case, he gave up his name and his form in order to let his baby brother be adopted by the Laytons. This led Theo with a new form that wasn't his and Hershel "not being him" anymore.
SECOND FORM: Desmond Sycamore.
We don't know much about the period after the adoption of his brother. The only information that we have is that he was probably adopted by a family (the Sycamores), and he presumedly met Raymond at this point in the timeline.
Desmond Sycamore is the name of his new form, perhaps even given to him by his adoptive parents. He acknowledges his past but presumebly tries to move on, in fact by getting married and creating his own family. But the event of the death of his family is going to change him even more. Killing off this form.
THIRD FORM: Jean Descole.
Now we start with the interesting stuff.
After the death of his wife and his daughter, Descole claimed that Desmond had died, and he, a broken husk of a man, substituted him.
On a more superficial perspective, the reason behind this change of personality could be grief, but to be honest, it doesn't explain why he thinks badly of his past self.
Sure, survivor guilt exists, but I don't think that it's the reason behind it.
I tried to reflect on it a bit more, and one of the explanations that I could give was that, actually, he could feel responsible for anything that happened to his family.
Maybe he wasn't present at the time that the tragedy had happened, maybe he found them already dead. Because of his incapability of defending them, he developed hatred and rage, so as a reaction, he created a new form. One that wasn't a fool and was the exact contrary of who he was and also with the objective to escape from the sense of guilt by separating his present self by the past one.
AZRAN LEGACY: Trying to go back.
Since Des needed help in order to solve the mystery of the azrans and what their legacy was, he presented himself as his past form: Desmond sycamore.
But the truth is that he can't really come back to be him. Just like Mattia Pascal, he changed mentally. He's a different man from before.
We can see that especially during his interactions with Bronev in the Nest, when his rage almost explodes just like Descole's.
But at the same time, it is clear that this whole travel with the layton crew changed him.
Maybe there isn't much evidence, but I personally think that he started to get emotionally close to them, and we can see that with the fact that he saved Luke from the laser.
At the end of Azran Legacy, he can't go back to be Descole anymore because of this and it's unfortunate how Level-5 didn't focus on this thing (just like the other relationships between the characters.)
EXTRAS: Aurora and Des confrontation.
[Image translation: "Now my wife and daughter are gone, and with them, that fool Sycamore."]
In the extras, we have this interesting interaction between Des and Aurora, where basically they talk about Descole.
After Des said that he isn't Desmond anymore, Aurora rebuts him, explaining how he was still capable of loving and hoping for the future, and that he can't really escape from his past, from his memories.
She calls Descole a character, a mask that he used to cope with his pain, and after Des tried to say that "Desmond is gone," Aurora remarks how technically still exists through his actions.
This is evidence of how Des identity changed again and how, as I explained before, even Descole isn't the same as before.
The extras concluded with Descole with a hidden desire to follow Aurora's reflection about resisting and basically moving on. Not forgetting his past.
Conclusion: Who is the true des?
Now there's a discussion in the fandom about who des really is, mainly divided in Desmond or Descole.
While descole is CLEARLY formed after a huge trauma, we also need to consider that Desmond isn't a "true form" either. This is also evidenced in the game.
At least in the italian dialogue, des talks how when he was still in Desmond form, he hoped that he could have lived a normal life with his family (and in the next lines said that he hoped that he would forget about revenge).
But neither Hershel Bronev is his true identity either now. That belongs to his brother now.
So? Who's the true form?
The scared child that hoped for a better life for his brother?
The man that couldn't save his family?
Or the husk blinded by revenge?
Maybe it's all of them, maybe it's no one. After all, we learned that the people's identities aren't stuck. They evolve, and they are complex and contradictory sometimes.
Personally, I don't think there's a true truth. We can just analyse and express our personal thoughts about it, we aren't this character, and there are a lot of points of view on this story, so there's anything concrete, just his events and his narrative of it.
#but thats just my thinking#or overthinking idk-#professor layton#desmond sycamore#jean descole#hershel bronev#azran legacy spoilers#professor layton and the azran legacy#pl series#pl spoilers#level 5#robthoughts
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La nuova pandemia si chiamerà X, Twitter ora si chiama X. Molto strano! Me lo sono chiesto in questi giorni!
Mossa astuta di Musk?
Lui sapeva già del mantra "malattia X", e ha cambiato il nome del social per sfruttare la pubblicità indiretta derivata da quello?
Sarà così senz'altro.
Pirandello ha scritto: nella vita incontrerai tantissime maschere e pochissimi volti!
Chissà...
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"-Dite un po': come si dice in greco commediante?
- Commediante? Non ricordo.
- Ah, lei non ricorda? Perchè vuol dire che prima lo sapeva, è vero? E ora, non lo ricorda più?
- Nossignore: non l'ho mai saputo.
- Allora si dice così "Non -lo -so". Ora ve l'insegno io: Commediante, in greco, si dice: upocritès.
- E perchè upocritès?
- A lei: che cosa fanno i commedianti?
- Mah, rècitano, mi pare.
- Le pare? Non ne è sicuro? E le pare giusto chiamare ipocrita uno che recita per professione? Se recita, fa il suo dovere! Non può chiamarlo ipocrita. Chi chiama cosi lei, invece, cioè con questo nome che i greci davano ai commedianti?
- Ah, uno che finge, signor professore!
- Uno che finge, come un commediante appunto, che finge una parte, poniamo il re, mentre è un povero straccione; o un'altra parte qualsiasi.
- Che c'è di male in questo?
- Niente.
- Quand'è il male, invece?
- Quando non si è più così ipocriti per dovere, per professione sulla scena; ma per gusto, per tornaconto, per malvagità, per abitudine, nella vita. O anche per civiltà. Sicuro, perchè civile, essere civile, vuol dire proprio questo: dentro, neri come corvi; fuori, bianchi come colombi; in corpo fiele; in bocca, miele".
Luigi Pirandello
"Maschere nude: L'uomo, la bestia e la virtù"
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Imparerai a tue spese, che lungo il tuo cammino, incontrerai ogni giorno 'milioni' di maschere e 'pochissimi' volti..
|| L. Pirandello
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«Ma credi sul serio, scusa, che per amare ci sia bisogno di sapere come si ama? Il sentimento è cieco. Chi ama, chiude gli occhi.»
(Trovarsi è una commedia in tre atti di Luigi Pirandello, composta nel luglio-agosto del 1932. Dedicata a Marta Abba che ne sarà interprete principale il 4 novembre 1932 al Teatro dei Fiorentini di Napoli. L'opera fu pubblicata nel 1932 dall'editore Arnoldo Mondadori Editore nella raccolta Maschere nude.)
In foto, Luigi Pirandello e Marta Abba
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