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Processo a Rolandina di Marco Salvador: Una storia di ingiustizia e coraggio nella Venezia medievale. Recensione di Alessandria today
La straordinaria vicenda di Rolandina, una donna transgender condannata al rogo nella Venezia del XIV secolo, raccontata da Marco Salvador con profondità storica e sensibilità.
La straordinaria vicenda di Rolandina, una donna transgender condannata al rogo nella Venezia del XIV secolo, raccontata da Marco Salvador con profondità storica e sensibilità. Processo a Rolandina, scritto da Marco Salvador, è un romanzo storico intenso e commovente che riporta alla luce una storia vera di discriminazione e ingiustizia. Ambientato nella Venezia del XIV secolo, il libro racconta…
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Riflessioni varie sul lavoro
Riflessioni varie sul lavoro Riflessioni varie sul lavoro, pensieri, idee, meditazioni e brevi testi semiseri o umoristici sull'arte di lavorare e sul significato profondo di tale attività. Ogni individuo che lavora ha diritto ad una remunerazione equa e soddisfacente che assicuri a lui stesso e alla sua famiglia una esistenza conforme alla dignità umana ed integrata, se necessario, da altri mezzi di protezione sociale. Dichiarazione Universale dei Diritti Umani (Articolo 23), 1948 Il progresso tecnico ha avuto due conseguenze per il lavoratore: da un lato ha modificato la divisione delle prestazioni tra l’uomo e la macchina, dando sempre più importanza alla macchina a danno del lavoratore; d’altro lato esso ha trasformato l’attività umana che, inizialmente muscolare, è diventata soprattutto percettiva e mentale. P. Cazamian Dicono che la donna nel mondo del lavoro è ancora discriminata e tuttora meno occupata. Io comunque guardandomi in giro osservo che tra i lavoratori ve ne sono molti del gentil sesso, per esempio le suore , le infermiere, e ancora le domestiche, le insegnanti, le commesse, le impiegate di banca, le cassiere dei supermercati, le parrucchiere, le maestre d'asilo, le massaggiatrici, le prostitute, le ballerine, le ragazze immagine e così via. Carl William Brown La soddisfazione di ammazzare il tempo e di trovare uno sbocco, sia pure modesto, all'ambizione, viene offerta da ogni lavoro, e basta, nella media, a rendere più felice di un uomo che non fa nulla persino un uomo che fa un lavoro monotono. Ma quando il lavoro è interessante, esso è capace di dare soddisfazioni di ordine molto più elevato del mero sollievo dal tedio. Bertrand Russell Il ricercatore conoscerà a fondo il gergo del suo capo, e ne conoscerà tutta la letteratura e le sue ramificazioni, ma molto spesso sarà portato a considerare l’argomento più prossimo come qualcosa che riguarda il suo collega (tre porte più in là nel corridoio) e a ritenere un eventuale interessamento da parte sua come una deprecabile indiscrezione. N. Wiener Non vedo nulla di più preoccupante, politicamente, di questi nuovi sistemi industriali. Quando un artigiano si dedica sempre e unicamente alla fabbricazione di un solo oggetto, finisce col rifinire questo lavoro con perizia particolare. Però, al tempo stesso, perde la capacità generale di applicarsi alla direzione del lavoro; ogni giorno egli diventerà più abile e meno industrioso, e si può affermare che in lui l’uomo si avvilisce a misura che l’operaio si specializza. A. de Tocqueville Il lavoro, come tutte le altre cose che si comprano e che si vendono ha il suo prezzo naturale e il suo prezzo di mercato. Il prezzo naturale del lavoro è il prezzo necessario per mettere i lavoratori nel loro complesso in condizione di sussistere e perpetuare la loro specie senza né aumenti né diminuzioni. David Ricardo Uno dei sintomi dell'arrivo di un esaurimento nervoso è la convinzione che il proprio lavoro sia tremendamente importante. Se fossi un medico, prescriverei una vacanza a tutti i pazienti che considerano importante il loro lavoro. Bertrand Russell Non è solo un ammortizzatore sociale, un’umiliazione operaia, è qualcosa che assomiglia nei suoi effetti alla nube atomica di Cernobil, una minaccia che non sai come combattere, un limbo da cui non sai se uscirai, un sacrificio che non sai a chi attribuire, se al padrone o alle nuove macchine o alle minacciose vicende di un mondo preso dalle convulsioni. Giorgio Bocca
Riflessioni sul lavoro I missionari cattolici sono sempre andati nelle zone più primitive e lontane non solo per diffondere la propria religione e la propria morale, ma anche per sottomettere gli indigeni del luogo alla propria autorità. Oggigiorno si assiste ancora allo stesso tipi di fenomeno da parte dei ricchi paesi arabi, che per spargere il seme dell'islamismo, donano moschee alle zone più povere del mondo, è il caso per esempio dell'Albania. Mi si obietterà che tutto ciò crea lavoro ed in paesi poveri questa è una buona cosa; al che non posso che apprezzare tali riflessioni, ma al tempo stesso vorrei pure ricordare che anche buttare giù delle chiese o delle moschee o qualsiasi altra edificazione religiosa crea ugualmente del magnifico lavoro, magari per il futuro. Pensateci, quando avrete delle crisi di occupazione. Carl William Brown La sapienza dello scriba cresce nella quiete del riposo, e chi è libero da faccende diventa savio. Come può acquistare la sapienza chi regge l’aratro ed è intento a tracciare solchi? E il fabbro ferraio che lotta col calore della fucina O il vasaio? Tutti costoro sperano nell’opera delle proprie mani e ciascuno è saggio nel suo mestiere. Senza di loro nessuna città può essere costruita, né abitata, né frequentata. Ma essi non sono accolti nel consiglio del popolo, e nell’assemblea non hanno un posto. La Bibbia, Ecclesiaste Vi sono due specie di lavoro: la prima consiste nell’alterare la posizione di una cosa su o presso la superficie della terra, relativamente a un’altra cosa; la seconda consiste nel dire ad altri di farlo. La prima specie di lavoro è sgradevole e mal retribuita, la seconda è gradevole e ben retribuita. Bertrand Russell La mia religione, la mia fede? Sperare di trovare una ricca donna che mi mantenga e che sovvenzioni i miei studi e le mie ricerche. Il mio lavoro? Andare a caccia di ereditiere; si lo so, non è facile, a volte si spreca tutta la vita alla ricerca di una facoltosa preda e ahimè, niente, non se ne trova neanche una! Ma ciò è pur sempre la mia attività, il mio credo, la mia dottrina, la mia filosofia, la mia terapia; è l'unica cosa che mi conforta e che mi da la forza di continuare, di sopportare questa triste e monotona esistenza, e poi, e questo è il motivo fondamentale, è l'unica cosa che so fare. E non ditemi che è una stupida illusione, perché vi risponderei che non c'è nulla di più serio e di più veritiero di questa mia semplice ed efficace religione. Carl William Brown Ogni uomo sarà ricco o povero secondo la quantità di lavoro di cui può disporre, o che può permettersi di comperare. Adam Smith Certamente il lavoro produce meraviglie per i ricchi, ma produce lo spogliamento dell'operaio. Produce palazzi, ma caverne per l'operaio. Produce bellezza, ma deformità per l'operaio. Esso sostituisce il lavoro con le macchine, ma respinge una parte dei lavoratori ad un lavoro barbarico, e riduce a macchine l'altra parte. Produce spiritualità, e produce l'imbecillità, il cretinismo dell'operaio. K. Marx Signori, noi, bambini occupati presso fabbriche di Manchester, ci permettiamo presentare alle Loro Signorie questa umile e rispettosa memoria. Imploriamo la Loro pietà e compassione per le nostre sofferenze, per il gran carico di lavoro gettato sulle nostre spalle infantili, per la lunga durata di questo lavoro quotidiano, eseguito in gran parte nell’aria chiusa di un locale surriscaldato, per la debolezza che provoca in noi piccoli, e per le infermità e deformazioni che colpiscono molti di noi, per la soverchiante fatica che debilita i nostri sensi e per l’esclusione di qualunque opportunità di imparare a scrivere e a leggere ; vogliamo un po’ di tempo per un po’ di riposo, per un po’ di gioco e per imparare a leggere e a scrivere. Petizione inglese a favore dei minori che lavorano nei filatoi, 1833 Una volta rispondendo ad un'offerta di lavoro mi è capitato che il direttore di un giornaletto di annunci economici di provincia mi ha persino chiesto se sapessi scrivere degli articoli, come se per scrivere quelle stupide fesserie servisse pure una particolare abilità, al che gli risposi di no, infatti le mie capacità sono scarse in materia di imbecillità. Carl William Brown "Il lavoro non deve essere sfruttamento d'un uomo ad opera di un altro uomo, che detiene nelle sue mani il capitale e il potere politico" disse il Socialismo. Va bene, ma quando si è dato il capitale in mano allo Stato e lo Stato in mano a capi "proletari", cessa il lavoro di essere sfruttamento di uomini da parte di altri uomini? Luigi Grande Il lavoratore diviene un rivoluzionario quando si libera del proprio 'operaismo', quando giunge a detestare il proprio ruolo di classe senza mezzi termini, qui e ora, e quando comincia a scrollarsi di dosso quei caratteri che i marxisti più gli ammirano – l'etica del lavoro, la struttura caratteriale derivante dalla disciplina industriale, il rispetto per la gerarchia, l'obbedienza ai capi, il consumismo, le scorie del puritanesimo. Murray Bookchin
Sfruttamento del lavoro Se oggi il lavoratore non è più un proletario, se il prototipo di questo lavoratore, il ‘povero che lavora’ della prima generazione degli operai inglesi, non è più riconoscibile nell’operaio dei nostri giorni, questo è per massima parte merito del sindacato. E si tratta di un’azione che non poteva essere attesa dall’esterno: non dallo Stato, non dall’imprenditore paternalistico, non dalle tanto lodate istituzioni sociali; doveva scaturire invece dallo spirito e dalla volontà della classe lavoratrice. L’unica forma sociale che essa ha creato è il sindacato. G. Briefs Freud nell'Avvenire di un'illusione scriveva che è probabile che gli oppressi sviluppino una certa ostilità nei confronti di una civiltà che il loro lavoro ha reso possibile, ma di cui non ne condividono le ricchezze, ma probabilmente era piuttosto ottimista, ed è perciò che c'è bisogno che qualcuno fomenti questa ostilità, magari trasformandola in aggressività. Carl William Brown Ciò che muove il lavoratore a dichiararsi malcontento è la speranza del meglio; egli spera di lavorare sempre meno e di godere sempre più: è questa la formula della profezia socialista: il massimo dei beni col minimo dello sforzo; formula contro la quale protestano la ragione, la logica, le leggi del mondo organico e fisico dove gli effetti sono sempre rigorosamente proporzionati alle cause. Federico De Roberto La gente vuole vivere e deve vendersi; ma disprezza chi sfrutta le sue necessità e compra i lavoratori. È curioso che la soggezione ai potenti, agli individui che ispirano paura e perfino terrore, ai tiranni e ai condottieri d’eserciti, non sia sentita in modo tanto doloroso come la soggezione a persone anonime e poco interessanti quali sono i capitani d’industria. Nel datore di lavoro l’operaio vede di solito un astuto figlio di cane che gli succhia il sangue e che specula sulle sue necessità, il cui nome, aspetto e carattere gli sono del tutto indifferenti. F. Nietzsche La maggior parte dei lavori penosi, monotoni erano ritmati al suono della musica. Il flauto, il piffero e lo zufolo regolavano i movimenti e davano gli ordini nei cantieri di costruzioni marittime. In tutti i mestieri si erano conservate vecchie canzoni per ciascuna occupazione Come la ginnastica e la danza, il lavoro manuale si ritmava e si ricreava. G. Klotz Vi è stato sempre detto che il lavoro è una maledizione e la fatica una sventura. Ma io vi dico che quando lavorate compite una parte del sogno più avanzato della terra, che fu assegnata a voi quando quel sogno nacque. E che sostenendo voi stessi col lavoro amate in verità la vita, e che amare la vita nel lavoro è vivere intimamente con il più intimo segreto della vita. Kahlil Gibran In genere quando lavoro in luoghi pubblici prefersico vestirmi bene. In primo luogo perché viceversa sembrerei uno appena scappato di prigione, così facendo non è che cambi poi molto, però almeno do l'impressione di uno che ha avuto il tempo di cambiarsi. Una seconda ragione è che in questo modo offro l'occasione di pensare a chi mi guarda di essere sul punto di andare ad un matrimonio, ed in effetti è così, infatti la stupidità si sposa tutti i giorni. Infine, poiché, da buon samurai, cammino sempre con lo spirito della morte al mio fianco, se dovesse succedere l'irreparabile, almeno sono già pronto e bell'addobato per entrare nella bara. Carl William Brown Le manifatture (inizio XIX sec.) (...) erano luoghi dell’orrore. Se il più delle volte erano collegati con orfanotrofi, manicomi e ospedali, ciò non significa affatto che i luoghi di lavoro fossero una sorta di ospizio, ma piuttosto che l’ospizio stesso era un luogo di lavoro, e gli uomini morivano di lavoro come di un’infermità. M. Horkheimer Nessuno allora parlava inglese, le donne cucinavano e allattavano i loro bambini in strada, sbucciavano i piselli, lavavano i loro panni nelle tinozze. Erano le faccende quotidiane dei loro paesi d’origine, solo che qui strappate dal loro ambiente, dal sole del Sud, dalla loro lingua, quelle povere donne apparivano sperdute e avvilite in tutta la loro miseria e tristezza Le donne che allattavano i bambini esponevano con fierezza seni abbondanti e rigogliosi. P. Di Donato In un migliore ordinamento della società il lavoro e le necessità pesanti della vita saranno affidati a chi ne soffre di meno, cioè al più insensibile, e così gradualmente su su, fino a colui che è sensibile al massimo alle specie più alte e sublimate di sofferenza e che perciò continua a soffrire anche quando la vita gli viene alleviata al massimo. Friedrich Nietzsche Quando più individui funzionano insieme in vista di un obiettivo comune nello stesso processo di produzione o in processi diversi ma collegati, il loro lavoro assume allora la forma cooperativa A parte la nuova potenza che risulta dalla fusione di numerose forze in una forza comune, il solo contatto sociale produce una emulazione ed un eccitamento degli spiriti animali (animals spirits) che aumentano la capacità industriale di esecuzione Ciò proviene dal fatto che l’uomo è per natura, se non un animale politico secondo l’opinione di Aristotele, almeno in ogni caso un animale sociale. K. Marx Il lavoro è innanzitutto un atto tra l’uomo e la natura. L’uomo vi gioca, di fronte alla natura, il ruolo di una potenza naturale. Le forze di cui il suo corpo è dotato, braccia e gambe, testa e mani, egli le mette in movimento al fine di impadronirsi della materia dandole una forma utile alla sua vita. Contemporaneamente, mentre con questo movimento egli agisce sulla natura esteriore e la modifica, egli modifica la sua stessa natura e sviluppa le facoltà che vi erano in potenza. K. Marx Tutti a risparmiare tempo, a pungolare il rendimento, a stigmatizzare l’assenteismo, ma soltanto nell’industria mentre altrove il tempo si butta Una maggiore produttività e un migliore utilizzo del tempo non dobbiamo cercarli sempre e soltanto nel lavoro di fabbrica. A. Accornero Se uno è costretto per nascita e malasorte a lavorare, meglio che lavori di continuo finché non muore, e se ne stia fermo sul posto di lavoro. Io non capisco tanta gente che sgobba per farsi la casa bella nella città dove lavora, e quando se l'è fatta sgobba ancora per comprarsi l'automobile e andare via dalla casa bella. Luciano Bianciardi Durante la campagna elettorale di Berlusconi c'è stato un momento in cui ho iniziato veramente a preoccuparmi, infatti il demiurgo aveva promesso un milione di nuovi posti di lavoro, al che mi sono detto: "Sta a vedere, che ora dovrò iniziare anch'io a lavorare". Per fortuna però era un falso allarme e così sono tuttora felicemente disoccupato; e i soldi, direte voi, beh, per quelli non c’è problema, a lui non mancano, e poi non li mangiano neanche le galline. Carl William Brown Sulla tematica del lavoro potete anche leggere: Aforismi e citazioni sul lavoro Umorismo nero e lavoro Scuola, ozio e lavoro Labor Day explained Aforismi sulle pensioni Aforismi sulle pensioni di C.W. Brown Aforismi per autore Aforismi per argomento Riflessioni e pensieri Saggi e aforismi Read the full article
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Gisèle Freund, fotografa
https://www.unadonnalgiorno.it/gisele-freund-fotografa-attivista-antinazista/
Gisèle Freund è stata una delle più grandi fotografe del Novecento. Attivista e pioniera del fotogiornalismo e dei diritti delle donne, ha registrato le vicende umane e politiche del secolo breve con la sua inseparabile compagna, una Leica regalatale dal padre. La sua fotografia è stata militanza e impegno. Nata a Berlino il 19 dicembre 1908, in una famiglia di origini ebree, crebbe in un ambiente intellettualmente molto stimolante. Suo padre era un appassionato collezionista d’arte che le aveva trasmesso l’amore per la bellezza. Ha studiato storia dell’arte e sociologia a Francoforte, dove è stata allieva di Adorno.
Il socialismo, la militanza, abbracciata sin da giovanissima, ha condizionato il suo sguardo e il modo di ritrarre la realtà.
Traduttrice del reale, ha ritratto l’ascesa del Terzo Reich, la Berlino in piena crisi economica, la disperazione, la fame, le ingiustizie.
Nel 1933, per sfuggire al nazismo, venne costretta a trasferirsi a Parigi, dove la sua passione per la fotografia divenne il suo mestiere.
I suoi ritratti hanno fatto la storia della letteratura e della fotografia.
A Parigi ha anche conseguito il dottorato di ricerca alla Sorbona, uno studio sociologico sulla fotografia in Francia nel XIX secolo.
Ha iniziato, quasi da pioniera, a utilizzare la pellicola da 35mm a colori per i suoi famosi ritratti a personaggi come Jean Cocteau, Colette, Simone de Beauvoir, Marcel Duchamp, T.S. Eliot, André Gide, James Joyce e Virginia Woolf.
A renderla famosa era stato però il suo reportage Northern England, pubblicato sulla rivista LIFE, che mostrava la povertà nell’Inghilterra negli anni successivi alla Grande Depressione. Il servizio, realizzato a colori, era cosa inedita per un magazine dell’epoca.
Costretta di nuovo a fuggire, allo scoppio della Seconda guerra mondiale, dopo l’arresto di suo marito per motivi politici, si è trasferita a Buenos Aires.
Tornata a Parigi nel 1947 si era unita alla famosa agenzia Magnum, che ha poi lasciato a causa delle sue opinioni politiche.
Durante una lunga permanenza in America Latina, è scaturito un famoso reportage su Juan e Evita Peron, pubblicato su Life nel 1950 e vissuto in Messico, dove è diventata amica di Frida Kahlo e Diego Rivera.
Donna di grande sobrietà e modestia, nonostante la sua fama e successo, spirito indipendente, sempre coerente con le sue idee, Gisèle Freund è stata una fotografa coraggiosa e anticonformista che si è mossa con destrezza tra ritratti e reportage.Ha analizzato la società in ogni aspetto, col suo sguardo, attento e profondo, ci ha lasciato immagini che hanno fatto la storia.Il suo lavoro si può sintetizzare in una sua bellissima frase:Se non ti piacciono gli esseri umani, sicuramente non puoi realizzare dei buoni fotoritratti.
Nel 1968 il Musée d’Art Moderne di Parigi le ha dedicato una mostra antologica.
È stata insignita delle nomine di Officier of Arts et Lettres nel 1982 e Chevalier de la Légion d’Honneur nel 1983.
Un’ampia retrospettiva della sua opera è stata allestita al Centre Pompidou, nel 1991.
Tra i numerosi libri pubblicati si ricordano James Joyce in Paris: His Final years (1965) e Photographie et société (1974).
È morta il 31 marzo del 2000 a Parigi.
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Il periodo della dittatura militare in Cile: romanzi pubblicati, anni settanta
Il periodo della dittatura militare in Cile, iniziato con il colpo di Stato dell’11 settembre 1973, ha avuto un impatto profondo e duraturo sulla letteratura cilena, ispirando numerosi romanzi e opere letterarie. Questo periodo, caratterizzato dalla repressione politica e dalla violazione dei diritti umani sotto il regime di Augusto Pinochet, ha visto emergere una produzione letteraria…
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E poi dicono che le donne sono il sesso debole!
Oggi ho scoperto un altro sito molto interessante: “Una donna al giorno“.Come dice la dichiarazione di intenti segnala ogni giorno una donna che si è distinta in un qualche campo del sapere, dei diritti umani, della letteratura o delle arti, insomma in qualsiasi campo.Oggi è raccontata la storia di Clara Belle Williams, prima donna nera a laurearsi all’università del Nuovo Messico, in piena…
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Il possibile vero su Maometto
Tutto è iniziato quando in classe è arrivato il momento di affrontare Dante Alighieri ed i suoi scritti, partendo da quella che è ritenuta uno dei più grandi capolavori della letteratura mondiale: la Divina Commedia. Come raccontato da ‘Antenna Tre Nordest’, prima di addentrarsi nello studio del poema, l’insegnante ha invitato gli studenti che non seguono l’ora di religione a scrivere sul diario una nota con la quale chiedere ai genitori di esprimersi sull’opportunità che i loro figli affrontino o meno lo studio della Commedia e di altri componimenti che abbiano riferimenti religiosi. Alla lezione successiva, è arrivata la risposta delle famiglie: 2 di queste, di religione musulmana, hanno comunicato all’insegnante la loro contrarietà. Pertanto, i ragazzi sono stati esonerati dallo studio dell’opera massima di Dante Alighieri, che racconta il suo viaggio immaginario attraverso l’inferno, il purgatorio ed il paradiso.
Divina Commedia censurata a Treviso: cosa è successo (scuola media Felissent di Treviso - ndr) Gli studenti che non studieranno la Divina Commedia faranno lezioni parallele su Giovanni Boccaccio, e su questo verranno interrogati, mentre il resto della classe sarà sottoposto a verifiche sull’opera dantesca. Perché la Divina Commedia è considerata “problematica” La richiesta dell’insegnante, come riportato da ‘Antenna Tre Nordest’, avrebbe un motivo ben preciso, ovvero quello di evitare problemi con famiglie di fede religiosa diversa da quella cattolica nell’affrontare Dante e le sue opere, come già accaduto in passato. Come ha spiegato il professore Alberto Pezzè ad ‘Antenna Tre Nordest’, infatti, la Divina Commedia “può sicuramente urtare la sensibilità dei musulmani”. Nel XXVIII canto dell’Inferno, infatti, “Dante incontra Maometto, perché lo considera un seminatore di discordie. Dante dimostra di credere ad una leggenda, nata probabilmente in ambiente crociato e che non ha nessun fondamento di verità, per la quale Maometto sarebbe stato addirittura un prete cristiano che non è riuscito a far carriera. Arrabbiato per questo, avrebbe così fondato questa nuova religione”, ovvero l’Islam. “È sempre il solito problema: accettare il punto di vista degli altri, da tutte e 2 le parti”, ha concluso il professor Pezzè. I precedenti di censura alla Divina Commedia Non è la prima volta che la Divina Commedia è oggetto di controversie a scuola. In Olanda e Belgio l’opera è stata addirittura ritradotta per non offendere i fedeli musulmani, eliminando il nome di Maometto dal XXVIII canto dell’Inferno. La polemica intorno al poema dantesco è stata raccontata dal ‘Quotidiano Nazionale’ in un articolo del 29 marzo 2021. Nell’Inferno, Dante descrive Maometto sottoposto ad orrende mutilazioni del corpo da parte di un diavolo, con il corpo squartato e le interiora che fuoriescono. Nella Divina Commedia, “Maometto subisce un destino crudo e umiliante solo perché è il precursore dell’Islam”, aveva affermato l’editrice della nuova traduzione in Olanda e Belgio, Myrthe Spiteri. La nuova versione dell’opera “si rivolge a lettori più giovani e il cambiamento è pensato per non ferire inutilmente gli islamici”, aveva spiegato la traduttrice Lies Lavrijsen. Già nel 2012, il Comitato per i diritti umani Gherush92 aveva richiesto l’eliminazione della Divina Commedia dai programmi scolastici. “Le scuole, comprese quelle ebraiche ed islamiche – avevano spiegato dall’organizzazione-, adottano i programmi ministeriali e il problema è la cospicua presenza di contenuti antisemiti e razzisti nelle opere letterarie, artistiche, storiche e filosofiche. Vengono insegnati testi antisemiti, sia nella forma che nel contenuto, sia nel lessico che nella sostanza, senza che vi sia alcun filtro o che vengano fornite considerazioni critiche rispetto all’antisemitismo e al razzismo. Un esempio emblematico è la Divina Commedia, caposaldo della letteratura italiana”. “Nel canto XXVIII dell’Inferno Dante descrive le orrende pene che soffrono i seminatori di discordie, cioè coloro che in vita hanno operato lacerazioni politiche, religiose e familiari – avevano proseguito da Gherush92 -. Maometto è uno scismatico e l’Islam è una eresia. Al Profeta è riservata una pena atroce: il suo corpo è spaccato dal mento al deretano in modo che le budella gli pendono dalle gambe, immagine che insulta la cultura islamica“. “L’offesa è resa più evidente perché il corpo ‘rotto’ e ‘storpiato’ di Maometto è paragonato ad una botte rotta, oggetto che contiene il vino, interdetto dalla tradizione islamica – ancora Gherush92 -. Nella descrizione di Maometto vengono impiegati termini volgari e immagini raccapriccianti tanto che nella traduzione in arabo della Commedia del filologo Hassan Osman sono stati omessi i versi considerati un’offesa”.1 L'originale teoria di uno studioso bresciano che ha sondato la mappa di Treviso della zona della scuola media di Felissent per scoprire la verità su Maometto > A questo punto si capisce chi è Gaetano Barbella che Dario Spada presenta, perché sono io, essendomi rivolto a lui per far pubblicare su Il Giornale dei MISTERI la mia teoria sulle "allegorie mappali" di città e località in genere. Cosa che avvenne nel giugno 1997. Mi disse un chiaroveggente nel 1999, il Dott. Mauro Bigagli, il coordinatore della rivista Energie di "Studi. Ricerca e Scienza dello Spirito" di Cosentino, in merito alle mie cartografie mappali: «...La sua sensibilità è tale che non può essere compreso facilmente dall’Uomo di oggi. Lei nelle sue cartografie vede una realtà astrale, appartenente ad una dimensione eterica che nessuno può concepire; questa è la verità. Ciò che dice è vero ma appartiene alla realtà dell’energia astrale. Ho approfondito molto le sue cartografie e questa è la mia conclusione. La sua sensibilità lo eleva e vede cose che altri non vedono. Lei ha una trance lucida...». Da quel giorno si è intensificata l'indagine sulle mappe di città e di località in genere, ed ecco che oggi ho avuto modo di "leggere" la mappa di Treviso, quella del luogo della Scuola Media Felisement dove è sorta la questione sulla Divina Commedia di Dante Alighieri su Maometto. Per dimostrare che non ho alterato la mappa di Treviso in questione, almeno nelle grandi linee, mostro di seguito la fig. 2 della carta della mappa.
Figura 2: Mappa di Treviso zona Scuola Media Felisement (segnalino rosso in alto a sinistra).
Figura 3: Cartografia di Treviso (fig. 2). Il profeta Maometto agente della Forza Verde in nome di Dio e Gabriele, ma con la svastica che ammaestra una famiglia. La svastica caratterizza le grandi religioni del passato, come l'ebraismo e l'islamismo. Il cristianesimo è avvenuto con il sacrificio. Rivelazione di Maometto a cura di Pietro Citato La Forza Verde dell'esperienza del tremendo >.2 La Forza Verde e il suo origine Fenicio di Lamed
Figura 4: Gustavo Adolfo Rol. Il futuro di molti personaggi celebri della scienza, grazie ad una misteriosa Forza Verde, è prevedibile per gli effetti che le loro scoperte lasciano, permettendo alla scienza di progredire, ma per Adolfo Rol (Torino, 20 giugno 1903 – Torino, 22 settembre 1994) non è la stessa cosa. Tuttavia la sua traccia indelebile, la sua fama di sensitivo, deve aver potuto fare l'analoga cosa, attraverso il suo spirito che gli ha permesso tanti prodigi. Quello spirito che gli fece dire: « Ho scoperto una tremenda legge che lega il colore verde, la quinta musicale ed il calore. Ho perduto la gioia di vivere. La potenza mi fa paura. Non scriverò più nulla! ». Ma la scienza ermetica ci permette di capire la natura di questo spirito per vederlo operare in tanti processi alchemici attraverso una vastissima letteratura. Ed è proprio il disegno della bacchetta dell'alchimista a suggerire il segno caratteriale della lettera L, che rimanda all'origine Fenicio di Lamed fig. 5. Il Pungolo
Fig. 5: Lamed ebraica. L'ideogramma più antico è il pungolo come un punto interrogativo, da cui proviene il grafema fenicio simile alla nostra L maiuscola in corsivo, al contrario, è la lettera Lamed dell'ebraico quadrato. Con il pungolo, il conduttore di buoi toccava l'animale per spronarlo a camminare. Si tratta del potere di controllare gli istinti, frenandoli o spronandoli, stimolandone la forza per utilizzarla ai propri fini. Questi istinti, possono essere intesi come forze primordiali, energia non ancora canalizzata. È uno strumento che si collega al pastorale del vescovo, così allo scettro del re. In pratica è il bastone di Comando, ed è prerogativa di tutti coloro che guidano verso l'avvenire (maestri). È la bacchetta magica che simboleggia la volontà magista. Il termine maestro, in ebraico di dice Alluf, parola formata dalle lettere Alef-lamed-Qof. Alef e lamed sono il bue e il pungolo: da sole formano la parola divine El, ma "el" è anche preposizione che indica la direzione "verso". Lette al contrario, Lamed e Alefa, formano la parola "Io" che significa "no, non" e possiamo interpretarlo come il voltare le spalle al divenire. Oppure il movimento verso Alef, verso l'origine, il nulla, il non essere. E in effetti nel linguaggio biblico "aol" è spesso anche negazione. In sintesi, possiamo affermare l'equazione secondo cui El sta a Lo come l'essere sta al Non essere (El : Lo = Non essere).3 Gaetano Barbella - Brescia, 27 maggio 2024 Read the full article
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European Writers' Festival, il 18 e 19 maggio alla British Library
Di Pietro Nigro Si tiene il 18 e 19 maggio 2024 alla British Library di Londra l'evento European Writers' Festival intitolato Transformation. L'italia è presente Igiaba Scego. European Writers' Festival, il 18 e 19 maggio alla British Library di Londra Apre i battenti il 18 e 19 maggio 2024 alla British Library di Londra European Writers' Festival, il Festival degli Scrittori Europei organizzato da Eunic in collaborazione tra gli altri con Istituto Italiano di Cultura di Londra. La manifestazione sarà preceduta da una festa di lancio venerdì sera 17 maggio, e prevede due giorni di panel e spettacoli che riuniranno 30 autori di ogni Paese d'Europa dall'Austria all'Ucraina per discutere della letteratura e delle idee che definiscono i nostri paesi e l'Europa oggi. Il festival di quest'anno presenta come ospite speciale l'autore ucraino Andrey Kurkov e gli autori premiati Laurent de Sutter (Belgio), Joanna Elmy (Bulgaria), Igiaba Scego (Italia), Nora Ikstena (Lettonia), Afonso Cruz (Portogallo) e molti altri. Trenta scrittori affermati ed emergenti dunque che risponderanno al tema di quest'anno, Trasformazione, perché il cambiamento, e alle sfide dei rapidi e furiosi cambiamenti nella società, nella politica, nel clima, nell'identità, nella tecnologia, nella scienza, nelle arti, nella salute, nella lingua, nell'umorismo e nei diritti umani, sconvolge le nostre vite. Mentre in Europa siamo ancora una volta scossi nel profondo dalla guerra e dalla divisione, European Writers' Festival spera di dimostrare che la comunità, il dibattito, l’intrattenimento e la narrazione possono unirci nel creare speranza e trasformazione positiva. Organizzato dall'Istituto nazionale di cultura dell'Unione europea (EUNIC) di Londra, in collaborazione con la Rete letteraria europea e la British Library, e co-organizzato con la delegazione dell'Unione europea nel Regno Unito e l'Ufficio di collegamento del Parlamento europeo in UK, il secondo Festival degli scrittori europei è ancora una volta curato dall'ex giornalista della BBC Rosie Goldsmith, direttrice dell'European Literature Network e caporedattore delle riviste Riveter. Al Festival per l'Italia ci sarà Igiaba Scego, L'ospite italiana Igiaba Scego prenderà parte al panel dedicato a Cambiamento e Conflitto, che si terrà sabato 18 maggio alle 16.15: i nostri scrittori del festival provengono da tutto il mondo. Qual è l’impatto della guerra, dei conflitti e degli sfollamenti sul modo in cui vivono, pensano e scrivono? In che modo il conflitto e la geografia influenzano il loro senso di appartenenza e identità? Riusciranno mai a dimenticare traumi e perdite oppure l'ombra della guerra e del conflitto è sempre presente, sempre parte del loro processo creativo? Con Pajtim Statovci (Finlandia), Igiaba Scego (Italia) e Iryna Shuvalova (Ucraina). Altri scrittori che partecipano al Festival sono Dean Atta (Cipro), Selcuk Altan (Turchia), Anne Berest (Francia), Christos Chomenidis (Grecia), Emma Dabiri (Irlanda), Joanna Elmy (Bulgaria), Ioana Parvulescu (Romania), Margo Rejmer (Polonia), Iryna Shuvalova (Ucraina) e molti altri. L'ospite speciale Andrey Kurkov converserà con Luke Harding di The Guardian. La lista completa degli autori a questo link. Maggiori informazioni e biglietti a questo link. ... Continua a leggere su
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[...] Ci vorrebbe tanta letteratura e tanto teatro per sensibilizzare gli animi e far sviluppare la capacità di approfondire la conoscenza di se stessi e del mondo e sviluppare un’attitudine al pensiero critico e una propensione all’empatia.
Teatro fatto, magari; non solo letto pigramente. In modo che le parole possano attraversare i loro corpi e trasformarsi in realtà.
Un allestimento di Antigone, di Lisistrata, dell’Heautontimorumenos o della Casa di Bernarda Alba, un paio di ore di Romeo e Giulietta, della Celestina o di Casa di Bambola potrebbero educare ai sentimenti e alle contraddizioni della società e delle nostre pulsioni più di ore di teoria dei sentimenti o di letture degli obiettivi dell’Agenda 2030 o dei diritti degli uomini e delle donne.
[...] Educare alla lettura potrebbe aiutarli a empatizzare, a vestire i panni dell’altro, a confrontare le proprie pulsioni e i propri sentimenti con quelle dei poeti e dei personaggi della narrativa; un modo per sentirsi meno soli e restare umani.
[...] Si potrebbe fare molto, insomma, nella didattica quotidiana, senza legiferare dall’alto ciò che va fatto nelle singole realtà scolastiche e senza trasformare anche i sentimenti in un’altra materia soggetta a valutazione e impartita distrattamente, con scarsa convinzione e per forza di legge.
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E con questo concludo.
Il resto lo trovate qua, se non avete ancora avuto modo o voglia di leggerlo.
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L'ipotesi di delitto politico dietro la morte di Pablo Neruda
Il giorno 11 settembre 1973, il Cile fu scosso da un colpo di stato militare che portò al potere il generale Augusto Pinochet, mettendo fine al governo democraticamente eletto di Salvador Allende. Questo evento segnò l'inizio di un'era di repressione politica e violenza nel paese sudamericano. Ma una delle storie più misteriose e controverse di quel periodo è la morte del celebre poeta cileno Pablo Neruda, avvenuta solo pochi giorni dopo il colpo di stato. La vita di Pablo Neruda Pablo Neruda, pseudonimo di Ricardo Eliécer Neftalí Reyes Basoalto, è stato uno dei poeti più influenti del XX secolo. Nato nel 1904, Neruda ha scritto poesie che hanno affrontato temi come l'amore, la politica, la natura e l'identità cilena. Ha ricevuto il Premio Nobel per la letteratura nel 1971, riconoscimento che ha amplificato la sua fama a livello mondiale. Neruda era anche un fervente sostenitore del presidente Allende e del suo governo di sinistra. La sua casa a Isla Negra era un punto di ritrovo per intellettuali e attivisti politici, e il poeta era noto per il suo impegno sociale e politico. La morte di Pablo Neruda La morte di Pablo Neruda è avvolta da un alone di mistero sin dal suo decesso il 23 settembre 1973, solo dodici giorni dopo il colpo di stato. Inizialmente, la causa ufficiale della sua morte fu attribuita a un cancro alla prostata avanzato, e Neruda era stato ricoverato in ospedale per trattamenti medici quando morì. Tuttavia, negli anni successivi, sono emerse molte domande e teorie riguardo alle circostanze della sua morte. Alcuni hanno sostenuto che Neruda avrebbe potuto essere avvelenato, o che la sua morte potrebbe essere stata causata da un'intenzionale negligenza medica. Queste ipotesi sono state alimentate dalle parole stesse di Neruda, che poco prima della sua morte aveva dichiarato: "Sono morto da quando hanno arrestato Allende". Le indagini e il dibattito Nel corso degli anni, diversi investigatori, avvocati e attivisti per i diritti umani hanno cercato di fare chiarezza sulla morte di Pablo Neruda. Nel 2011, il Partito Comunista cileno ha presentato un'istanza legale per esaminare le circostanze della sua morte, sostenendo che Neruda potrebbe essere stato avvelenato da agenti del regime di Pinochet. Le indagini hanno rivelato che il poeta aveva ricevuto una dose elevata di un farmaco chiamato Clorpromazina poco prima di morire, un farmaco che poteva causare gravi effetti collaterali. Tuttavia, non è stato possibile dimostrare con certezza se questa somministrazione fosse stata deliberata o se Neruda aveva ricevuto il farmaco per trattare il suo cancro. L'ipotesi di delitto politico Nonostante la mancanza di prove concrete, l'ipotesi di un delitto politico dietro la morte di Pablo Neruda continua a circolare e a suscitare interesse. Molti sostenitori della teoria credono che il regime di Pinochet potrebbe aver voluto eliminare Neruda, visto come un simbolo di resistenza e opposizione al nuovo governo. La verità sulla morte di Pablo Neruda potrebbe non essere mai completamente svelata. La mancanza di documentazione e testimonianze dirette ha reso difficile stabilire con certezza se la sua morte sia stata causata da motivi politici. Il mistero che circonda la sua scomparsa continua a sollevare domande e a far riflettere sul periodo turbolento della storia cilena. FONTI - Pablo Neruda - Biografia - Il colpo di stato cileno del 1973 - Salvador Allende - Biografia - Augusto Pinochet - Biografia - Premio Nobel per la letteratura - Pablo Neruda - BBC News - Pablo Neruda's remains to be exhumed in murder probe - The Guardian - Pablo Neruda death: 'poisoning' inquiry in Chile seeks truth - The New York Times - Chilean Judge Orders Pablo Neruda Exhumed Read the full article
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Generazione X: perché si chiama così?
Perché quella dei nati tra gli anni Sessanta e gli Ottanta si chiama Generazione X? Questo termine, coniato negli anni '90, è diventato un'icona della cultura popolare, ma pochi sanno davvero da dove proviene e cosa rappresenta. Nonostante siano spesso oscurati dalle generazioni successive, gli uomini e le donne della generazione X hanno un notevole impatto culturale e sociale. Perché si chiama Generazione X? La Generazione X è composta da individui nati approssimativamente tra il 1965 e il 1980, anche se le date esatte possono variare leggermente a seconda delle fonti. Storicamente parlando, segue la generazione dei baby boomer e precede la generazione Y. Il nome stesso, "Generazione X," è stato coniato dall'autore canadese Douglas Coupland nel suo libro del 1991, "Generation X: Tales for an Accelerated Culture" (Generazione X: Racconti per una Cultura Accelerata). La scelta di Coupland di etichettare questa generazione con la lettera "X" è stata deliberata. Mentre le generazioni precedenti erano spesso associabili a specifici eventi storici o culturali (come i Baby Boomer e l'era post-seconda guerra mondiale), la Generazione X sembrava sfuggire a una categorizzazione chiara. Coupland ha scelto la lettera "X" per definire una generazione per certi versi invisibile e priva di identità. Una generazione sicuramente inferiore alla precedente da un punto di vista numerico. Chi sono gli uomini e le donne di questa generazione La Generazione X è cresciuta in un periodo di profondi cambiamenti sociali, economici e tecnologici. Molti di loro hanno sperimentato le contestazioni del '68, la fine della Guerra Fredda, la diffusione della cultura popolare e l'emergere della tecnologia digitale. Eventi che hanno determinato, in qualche modo, le caratteristiche di queste persone: - Scettici e indipendenti : la Generazione X è spesso vista come scettica verso l'autorità e le istituzioni, forse a causa della loro esperienza di crescente disillusione nei confronti del governo e dell'economia. - Lavoratori instancabili : molti appartenenti a questa generazione hanno iniziato a lavorare in un'epoca di incertezza economica e hanno sviluppato una forte etica del lavoro. - Adattabilità: hanno dovuto adattarsi ai cambiamenti tecnologici più rapidamente delle generazioni precedenti, abbracciando l'avvento di computer, Internet e cellulari. - Culturalmente influenti: la Generazione X ha contribuito in modo significativo alla cultura popolare attraverso la musica, il cinema e la letteratura. Bande come Nirvana e film come "The Breakfast Club" sono diventati emblemi della loro esperienza. L'eredità della Generazione X La Generazione X ha lasciato un'impronta indelebile sulla società, ma spesso è stata oscurata dalla generazione successiva, i Millennials, e dai Baby Boomer che la precedevano. Tuttavia, il loro impatto è evidente in vari aspetti della vita moderna. - Tecnologia e innovazione: molti leader tecnologici e innovatori appartengono alla Generazione X. Aziende come Apple, Amazon e Google sono state fondate da individui di questa generazione, dimostrando la loro capacità di abbracciare e plasmare il mondo digitale. - Cultura popolare: la cultura popolare prodotta dalle persone appartenenti a questa generazione continua ad avere un seguito fedele. Le icone musicali come Madonna, i film di John Hughes e le serie televisive come "Friends" sono ancora amate e citate. - Evoluzione del mercato del lavoro: la Generazione X ha introdotto nuovi modelli di lavoro, come il lavoro freelance e il telelavoro, che hanno aperto la strada all'attuale panorama lavorativo flessibile. - Sensibilità sociale: molti membri di questa generazione sono impegnati in questioni sociali e ambientali, contribuendo a sensibilizzare l'opinione pubblica su temi importanti come l'ambiente e i diritti umani. In copertina foto di 3330852 da Pixabay Read the full article
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Rovigo: a Cenere il premio amnesty emergenti, a Manuel Agnelli quello per i Big
Rovigo: a Cenere il premio amnesty emergenti, a Manuel Agnelli quello per i Big. La 26a edizione del Premio Amnesty nella sezione Emergenti ha visto la vittoria di Cenere da Bologna con "Chi lo decide chi siamo?", un brano sugli stereotipi di genere imposti dalla società e dai media, mentre a La Malaleche feat. Diva Eva da Milano con "Cuentalo" è andato il premio della critica. Il premio della giuria popolare se l'è aggiudicato Obi da Torino con "Attimo" in una finale che ha visto in gara anche Buva da Cerignola con "Sud" e Cocciglia dall'Aquila con "La mia giostra". A Cenere va anche il premio del Mei e a Obi quello di Indieffusione. La finale del contest che premia le canzoni sui diritti umani si è svolta domenica sera in piazza Vittorio Emanuele II a Rovigo nella giornata conclusiva del festival "Voci per la libertà – Una canzone per Amnesty" e della "Settimana dei diritti umani", che ha invaso la città dal 17 al 23 luglio con un fitto programma tra musica, dibattiti, letteratura, sport, laboratori, mostre, spettacoli. Il filo rosso della manifestazione era: "D(i)ritti al futuro". Protagonista della giornata finale è stato anche Manuel Agnelli, che ha ricevuto il Premio Amnesty International Italia 2023 nella sezione Big per il suo brano "Severodonetsk". L'artista milanese ha tenuto nel pomeriggio un incontro alla Sala della Gran Guardia con Francesca Corbo di Amnesty International Italia, Michele Lionello, direttore artistico del festival, ed Edoardo Gaffeo, sindaco del Comune di Rovigo. In questa occasione Manuel Agnelli ha dichiarato: "La musica possiede l'eccezionale capacità di dare voce a chi non ne ha. La vittoria del Premio Amnesty rappresenta un riconoscimento di grande valore per me, poiché premia la qualità dei contenuti e mi ha fatto sentire nel mio piccolo utile. In particolare, il brano vincitore è nato da una reazione alla narrazione della guerra sui media, che troppo spesso trascurano la sofferenza umana che ne deriva. Ho cercato di raccontare delle sensazioni, che spesso sono quelle che passano in secondo piano. La vittoria del Premio dimostra che la musica può essere una leva efficace per sensibilizzare e generare un cambiamento, e costituisce un importante riconoscimento per chi utilizza la propria arte per lottare a favore della libertà e dei diritti umani". Francesca Corbo ha aggiunto: "Il Premio a Manuel Agnelli mostra, ancora una volta, come la musica sia uno strumento potente per diffondere i diritti umani. L'esistenza di questo riconoscimento, ormai al suo 21esimo anno di età, è la prova di come i diritti umani siano qualcosa che artiste e artisti hanno a cuore e che la retorica dei musicisti che devono solo cantare o degli attori che devono solo recitare è qualcosa di ormai vecchio e superato. La musica, come tutta l'arte in generale, è sempre più una preziosa alleata per chi non vuole restare in silenzio davanti alle ingiustizie e per dare proprio voce a chi non ne ha". La serata è poi proseguita sul palco in Piazza Vittorio Emanuele II, con la finale del contest e la premiazione di Agnelli, che si è anche esibito e dove è stato proiettato in anteprima il videoclip di "Severodonetsk", realizzato con la regia di Gipi. La conduzione delle serate era affidata a Savino Zaba e Carmen Formenton. La prestigiosa e folta giuria tra semifinali e finale era composta da: Giò Alaimo (Spettakolo.it), Francesco Aneloni (festival Arcella Bella), Eugenio Arcidiacono (Famiglia Cristiana), Carolina Bruni (Amnesty International Italia), Angela Calvini (Avvenire), Marco Cavalieri (Radio Elettrica), Katia Del Savio (Indiana Music Mag), Enrico Deregibus (giornalista e operatore culturale),Enrico Di Noia (Dischi Sotterranei),Aldo Foschini (La Musica nelle Aie), Roberta Giallo (cantautrice),Giuditta Gualandi (Amnesty International Italia), Michele Lionello (direttore artistico Voci per la Libertà), Ivan Malfatto (Gazzettino), Lorenzo Monguzzi (cantautore), Gianluca Mura (Radio41), Francesco Pozzato (Voci per la Libertà), Silva Rotelli (Inalienabile, musica e diritti umani), Adila Salah (Indieffusione/Noise Symphony), Giordano Sangiorgi (Meeting degli Indipendenti), Vincenzo Soravia (Conservatorio di Musica Francesco Venezze di Rovigo), Giovanni Stefani (Amnesty International Rovigo), Francesco Tragni (Radio popolare). "La Settimana dei diritti umani", un grande festival multidisciplinare per promuovere i diritti umani attraverso l'arte e la cultura, ha ospitato oltre 60 eventi, tutti ad ingresso libero, in 6 diverse location, con il coinvolgimento di più di 40 associazioni e realtà del territorio. Il parterre degli ospiti arrivati a Rovigo nei sette giorni metteva insieme Alba Bonetti, Manuel Agnelli, Banda Rulli Frulli, Moni Ovadia, Lisa Clark, Marco Mascia, Laura Marmorale, Giorgio Canali & Rossofuoco, Dipartimento Pop Rock del Conservatorio di Rovigo.... E ancora Marino Bellini, Sandro Fracasso, Alessandra Annoni, Alessandro Orsetti, RomAraBeat, Alysson, Boggi, Dalbenzi, La Bottega del Compensato, Sevilay Tufekci, Ciro Grandi, Guido Pietropoli, Paolo Guolo, Erica Boschiero, Lorenzo Monguzzi, Nevruz e tantissimi altri protagonisti del mondo dell'arte, della cultura e del volontariato. Il festival, patrocinato e sostenuto dal Comune di Rovigo e dal Comune di Adria, è nato dalla forza creativa di 'Voci per la Libertà – Una canzone per Amnesty' e dall'unione delle esperienze di decine di associazioni del territorio impegnate nella promozione dei diritti umani, della cultura e dell'arte. "Grazie alla Settimana dei diritti umani, per sette giorni Rovigo è diventata davvero la capitale dell'arte e della cultura a favore dei diritti umani. Abbiamo avuto un riscontro incredibile in tutti gli appuntamenti che hanno caratterizzato il festival, una grande partecipazione per una proposta culturale di assoluta qualità. Il gran finale con "Voci per la Libertà - Una canzone per Amnesty' è stata la ciliegina sulla torta, con Piazza Vittorio Emanuele gremita di un pubblico attento e partecipe" ha dichiarato Michele Lionello, direttore artistico di Voci per la Libertà.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Benvenuta ad Ada Rizzo: una voce potente e autentica su Alessandria Today. Dalla narrativa alla poesia, un’autrice di talento che esplora temi profondi con sensibilità e passione
Alessandria Today è lieta di accogliere tra le sue fila una nuova e straordinaria autrice: Ada Rizzo, una scrittrice versatile e appassionata, capace di raccontare storie che toccano il cuore e affrontano temi cruciali della società contemporanea.
Alessandria Today è lieta di accogliere tra le sue fila una nuova e straordinaria autrice: Ada Rizzo, una scrittrice versatile e appassionata, capace di raccontare storie che toccano il cuore e affrontano temi cruciali della società contemporanea. La sua scrittura, autentica e coinvolgente, è il frutto di una vita dedicata alla scoperta, alla creatività e all’impegno sociale. Una vita dedicata…
#Ada Rizzo#Alessandria poesia#Alessandria today#Arte e Cultura#arte senza frontiere#autrici contemporanee#ComPar Poesia 2025#Diritti Umani#Disturbi alimentari#giustizia sociale#Google News#IBM Italia#impegno per i diritti#Iris Ali di Vetro#italianewsmedia.com#letteratura siciliana#mindfulness e scrittura#narrativa autobiografica#narrativa contemporanea#narrativa femminile#narrativa italiana#narrativa premiata#Novanta battiti al minuto#nuova autrice Alessandria Today#Pier Carlo Lava#poesia internazionale#poesie sulla violenza#POESIE TRADOTTE#premi letterari 2024#Premio Cygnus Aureus
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Lucio Matricardi - Mozambico
Il brano scelto come colonna sonora del trailer ufficiale del “festival dei diritti umani di Napoli” 2022
Il singolo è estratto dal nuovo album del cantautore e compositore marchigiano, fortemente impegnato sul tema dei diritti umani
Una samba scura e frenetica che racconta l’avventura di un caro amico dell’autore incontrato a Milano mentre chiedeva elemosina accanto ad un bar. Da un'amicizia nasce il racconto della ricerca di una felicità ipotetica. Quella di partire dal sud del mondo per venire in Europa a cercare una nuova vita. Nel ritornello sono scolpite le frasi che il personaggio ha ascoltato nella terra di arrivo, dedicate a sé e ai suoi simili clandestini, una sorta di preghiera che nasconde il canto della migrazione.
Il brano è stato scelto come colonna sonora del trailer ufficiale del “Festival dei diritti umani di Napoli” 2022, rimarcando l’attenzione di Lucio Matricardi per le tematiche sociali e l’attenzione ai diritti umani. La canzone, infatti, è stata selezionata proprio perché tratta temi legati al festival, il cui focus per questa edizione era la Pace “Im-possibile”.
“Mozambico” è una delle undici tracce che compongono “Non torno a casa da tre giorni” secondo album di inediti di Lucio Matricardi.
Dicono di “Non torno a casa da tre giorni”
«Lucio lavora sulla musica e sulle parole con il garbo e la cura che servono nel rispetto ed esaltazione della tradizione cantautorale popolare» Rumore
«Questo disco non è vecchio e non è antico. Ha una personalità che tende a non avere troppi debiti di appartenenza. E che bella l’Italia che esce fuori dai sapori allegorici che si leggono dentro gli angoli di questo nuovo lavoro» Raro più
«“Non torno a casa da tre giorni”, racchiude undici brani: ammalianti, eruditi e intraprendenti. L’album utilizza con ingegno un’impalcatura sonora soave e brillante, affiancata da strumenti reali e da un sound elettronico di primo livello, tutte le tracce sollecitano la curiosità degli ascoltatori e ampliano lodevolmente l’immersività del pubblico.» The Music Way Magazine
«Bello si… e capita di riascoltarlo, di volerlo riascoltare… capita di volerci entrare dentro come fossimo bambini. Perché i bambini, in un modo o nell’altro, sembrano essere i padroni di casa. Ma questa è una sensazione tutta mia.» Just Kids Magazine
Etichetta: Udedi Musica & Cultura
Artista poliedrico che unisce nella sua arte la composizione, il teatro e la letteratura. Lucio Matricardi è originario di Porto San Giorgio, in provincia di Fermo e inizia a studiare pianoforte all’età di 4 anni. Dopo un lungo periodo di immersione nella musica classica si perfeziona tra gli altri con i maestri: Daniele Di Bonaventura (Bandoneonista di Paolo Fresu), Ramberto Ciammarughi, Greg Burk, Paolo Di Sabatino (collaboratore di Fabio Concato e Mario Biondi). Frequenta i corsi del Saint Louise College di Roma con il maestro Pierpaolo Principato (Direttore della sezione pianoforte) e musica d’insieme con il maestro Giovanni Mazzarino. Frequenta i corsi di perfezionamento in jazz ed improvvisazione con Jeff Ballard e Larry Grenadier (Brad Meldhau Trio). Frequenta i corsi di pianoforte di Phil Markovitz a Roma. (veterano della scena jazzistica internazionale). Partecipa ad un corso sul cantautorato con Riccardo Sinigallia (Tiro Mancino, Niccolò Fabi, Motta, Coez). Dal 2005 lavora come compositore per numerose produzioni teatrali e di cortometraggi. Nel 2013 realizza uno spettacolo, “Rimusicanze” in cui riscrive le musiche dei film muti “La Palla n.13” di Buster Keaton e “Charlot Boxer” di Charlie Chaplin. Nel 2008 è co-autore insieme all’attore e regista Mauro Macario di un Recital su Lèo Ferrè e Fabrizio De Andrè realizzato in numerosi teatri italiani. Nel 2014 partecipa come co-arrangiatore al disco di Antonio Felicioli “Flute Book 1” con lo storico sassofonista italiano Antonio Marangolo (Paolo Conte, Vinicio Capossela, Francesco Guccini). Nel 2016 esce il suo primo disco “Sogno Protetto”, un’opera cantautorale-musicale che ottiene un ottimo riscontro di critica e di vendita. Promuove il suo lavoro con più di cento concerti in tutte le maggiori piazze del centro Italia. Ha aperto i concerti di: George Moustaki, Jane Birkin, Juliette Greco, Susan Vega, Paolo Belli Big Band, Alex Britti, Dente, Di Martino, Giovanni Truppi e Mattew Lee. Nel 2019 inizia la collaborazione col regista Alessandro Negrini (Vincitore Golden Movie Award 2019, Malta International film festival 2019, Milano film Festival 2019, miglior regia al Palermo Sole Luna film festival 2019) che scrive e dirige il video della canzone “La Manna Dal Cielo”. Nel 2022 si esibisce in tour in varie piazze marchigiane (Fermo, Grottammare, Ortezzano, Belmonte) e al “Mugellini Festival” di Potenza Picena, prestigiosa rassegna dei più grandi musicisti classici attuali, con apertura ai compositori moderni. Il 18 novembre pubblica “Non torno a casa da tre giorni”, il suo secondo album.
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Sonia Sanchez
https://www.unadonnalgiorno.it/sonia-sanchez/
Sonia Sanchez poeta, scrittrice e accademica femminista pluripremiata, è un’importante protagonista del Black Arts Movement, nato per il rinnovamento della volontà, dell’intuizione, dell’energia e della consapevolezza delle persone nere.
Ha scritto molti libri di poesie, testi teatrali e libri per l’infanzia e pubblicato saggi in storiche riviste come The Liberator, Negro Digest e Black Dialogue.
È conosciuta per la sua innovativa fusione di generi musicali, come il blues e il jazz, con forme poetiche tradizionali come haiku e tanka che utilizzano lo slang della comunità nera e una punteggiatura e ortografia sperimentale.
Attivista militante sin dagli anni sessanta, ha scritto di identità, razza, femminismo, amore, degrado, AIDS, dolore, emancipazione, orgoglio, cambiamento e senso comunitario.
Nata a Birmingham, Alabama, il 9 settembre 1934 col nome di Wilsonia Benita Driver, perse sua quando aveva solo un anno. Era stata, per questo, mandata a vivere con la nonna paterna, morta, anch’ella, quando aveva sei anni. Il trauma le fece sviluppare una balbuzie che la rendeva molto introversa, portandola a leggere molto e prestare molta attenzione al linguaggio e ai suoi suoni.
Nel 1943 si è trasferita ad Harlem per vivere con il padre, la sorella e la terza moglie del padre.
Col tempo ha imparato a gestire la balbuzie e trovare la sua voce poetica, nei corsi di scrittura creativa mentre frequentava l’Hunter College, dove si è laureata, nel 1955, in Scienze Politiche.
Ha completato il percorso post-laurea alla New York University e studiato poesia con Louise Bogan. In quel periodo ha formato un laboratorio di scrittori e scrittrici nel Greenwich Village chiamato Broadside Quartet.
Quando faceva parte del CORE (Congress of Racial Equality), ha incontrato Malcolm X.
Tra le pioniere del femminismo nero, ha iniziato a scrivere drammaturgie teatrali negli anni ’60. Le forti protagoniste delle sue opere sfidavano lo spirito patriarcale del movimento.
Per un periodo, all’inizio degli anni settanta, ha fatto parte della Nation of Islam, che ha poi lasciato per la conflittuale visione sui diritti delle donne.
Ha tenuto il cognome Sanchez dal suo primo matrimonio, anche se poi ha sposato il poeta Etheridge Knight. L’esperienza della maternità, ha una figlia e due figli, ha influenzato la sua poesia negli anni settanta.
Ha scritto molte opere teatrali e libri che raccontano le lotte e le vite dell’America nera e curato le due antologie We Be Word Sorcerers: 25 Stories by Black Americans e 360° of Blackness Coming at You.
Sonia Sanchez ha insegnato in otto università e tenuto lezioni in oltre 500 campus in tutti gli Stati Uniti, tra cui la Howard University. Ha sostenuto l’introduzione di un corso di studi sulla comunità e sull’arte nera in California.
È stata la prima, in tutti gli Stati Uniti, a tenere un corso universitario di letteratura femminile afroamericana e a ricoprire la carica di Presidential Fellow alla Temple University, dove ha iniziato a lavorare nel 1977 e terminato nel 1999, quando è andata in pensione. Attualmente è poeta residente dell’ateneo.
Ha utilizzato i Black Studies come una nuova piattaforma per lo studio della razza e una sfida ai pregiudizi istituzionali delle università americane, prevalentemente frequentate da persone bianche.
Ha fatto parte di importanti organizzazioni femministe per i diritti umani.
Nel 2012 è stata la prima poeta laureata di Filadelfia.
Nel 2015 è uscito, BaddDDD Sonia Sanchez, documentario sul suo lavoro e sull’influenza che ha avuto nella storia della cultura, che è stato proiettato in molti festival internazionali.
È tra le venti donne afroamericane che fanno parte di Freedom’s Sisters, mostra itinerante voluta dal Cincinnati Museum Center e dalla Smithsonian Institution.
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“ Siamo circondati da un gran numero di persone assolutamente rispettabili, a volte laureate, talora "eminenti" - alcune proprietarie di bellissime biblioteche - che non leggono, o leggono talmente poco che mai ci verrebbe in mente di regalare loro un libro. Non leggono. O non ne provano il bisogno, o hanno troppo da fare (ma il risultato è lo stesso: queste cose da fare li appagano o li obnubilano), oppure coltivano un'altra passione e la vivono in modo assolutamente esclusivo. In poche parole, queste persone non amano leggere. Questo non vuol dire che non siano frequentabili, o addirittura piacevolissime da frequentare. (Almeno non ci chiedono a ogni piè sospinto il nostro parere sull'ultimo libro che abbiamo letto, ci risparmiano le loro riserve ironiche sul nostro romanziere preferito e non ci considerano degli idioti se non abbiamo divorato l'ultimo Tale, appena pubblicato da Tizio e di cui il critico Caio ha detto un gran bene.) Sono "umani" almeno quanto noi, sicuramente sensibili alle disgrazie del mondo, attenti ai "diritti dell'Uomo" e impegnati a rispettarli nella loro sfera di influenza personale, il che è già tanto... Ma, ecco, non leggono. Liberissimi di non farlo. L'idea che la lettura "umanizzi l'uomo" è giusta in linea generale, ma ammette alcune tristi eccezioni. Dopo aver letto Cechov si è probabilmente un po' più "umani" intendendo con questo un po' più solidali con la specie (un po' meno "belve" ) di quanto non lo si fosse prima. Ma guardiamoci dall'associare a questo teorema il corollario secondo il quale ogni individuo che non legge dovrebbe essere considerato a priori come un potenziale bruto o un cretino assoluto. Poiché, così facendo, faremmo passare la lettura per un obbligo morale e questo sarebbe solo l'inizio di una spirale che porterebbe poi a giudicare, per esempio, la "moralità" dei libri, in funzione di criteri che non avrebbero alcun rispetto per l'altra libertà inalienabile: la libertà di creare. A quel punto il "bruto" saremmo noi, per quanto "lettori" . E Dio sa se il mondo non è pieno di bruti di questa specie. In altri termini la libertà di scrivere non può ammettere il dovere di leggere. Il dovere stesso di educare consiste in fondo, insegnando a leggere ai bambini, iniziandoli alla Letteratura, nel fornire loro gli strumenti per giudicare liberamente se provano o meno il "bisogno di libri" . Perché, se possiamo tranquillamente ammettere che un singolo individuo rifiuti la lettura, è intollerabile che egli sia - o si ritenga - rifiutato da essa. E una tristezza immensa, una solitudine nella solitudine essere escluso dai libri. Anche da quelli di cui si può fare a meno. “
Daniel Pennac, Come un romanzo, traduzione di Yasmina Mélaouah, Feltrinelli (collana Idee), 1998²⁶; pp. 119-120. (Corsivi dell’autore)
[1ª edizione originale: Comme un roman, éditions Gallimard, 1992]
#Daniel Pennac#leggere#letture#citazioni#saggistica#libri#Come un romanzo#rispettabilità#laurea#biblioteche#saggi#letteratura francese contemporanea#preferenze#libertà#vita#Yasmina Mélaouah#anni '90#passioni#piacevolezza#amici#formazione culturale#cultura#romanzieri#umanità#amicizia#diritti dell'Uomo#solidarietà#Cechov#moralità#creatività
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Covid e disinformazione
Poiché il tema mi sta piuttosto a cuore, esulo da quelli che sono i tipici contenuti che posto per fare un po' di chiarezza in merito a questo post: https://s-e-m-b-r-o.tumblr.com/post/662464593747214336/nientaltro-da-aggiungere (anche perché se provo a commentare, i commenti o mi vengono cancellati o vengono lasciati solo quelli funzionali alla narrazione; in più ora non posso nemmeno rebloggare).
Iniziamo dicendo che il confronto tra H-index è piuttosto sterile: la scienza non si fonda sul principio di autorità ma sulla ricerca e nulla vieta che un ricercatore con H-index di 30 per es. ne possa smentire un altro con H-index di 300 se la sua ricerca rispetta tutti i criteri condivisi dalla comunità scientifica. Così come nulla vieta a un qualsiasi ricercatore con H-index di 10, a me, a voi, di dire a Montagnier che si è rincoglionito perché non porta mezza prova di ciò che afferma. Il confronto tra indici avrebbe più senso farlo per le riviste che per i ricercatori.
Proseguiamo con l'intervista. Questa risale al novembre 2020. Oggi siamo al 20/09/2021 e la ricerca, da allora, ha fatto abbastanza strada. Remuzzi, che è uomo di scienza serio, ha rilasciato un'intervista per Repubblica il 15/09/2021 in cui smentisce chiaramente l'efficacia delle cure domiciliari proposte dai comitati vari (addirittura ne prende le distanze), indica chiaramente i limiti del suo studio sulle cure per il covid (non so se è lo stesso che viene indicato come pubblicato su Lancet visto che non ci sono link) e afferma che al momento la cura per il covid non esiste. Di seguito il link all'intervista: https://www.repubblica.it/cronaca/2021/09/15/news/la_verita_sulle_cure_a_casa_non_sono_un_alternativa_al_vaccino_-317923280/
Passiamo quindi alle cure domiciliari. Ripetiamolo: queste, ad ora, non esistono. I farmaci che vengono prescritti servono "solo" a dare supporto all'organismo nella lotta contro il virus, non lo aggrediscono direttamente. Chiunque dice il contrario mente. Rimando a questo link che revisiona la letteratura scientifica sui farmaci più usati in queste fantomatiche cure (idrossiclorochina e ivermectina) https://www.bmj.com/content/370/bmj.m3379
Per quanto riguarda il plasma iperimmune mi limito a citare questo studio: https://www.nature.com/articles/s41591-021-01488-2?utm_source=twitter&utm_medium=social&utm_content=organic&utm_campaign=NGMT_USG_JC01_GL_NRJournals
La stragrande maggioranza delle persone guarisce da sola (80% per Remuzzi), di conseguenza questi "medici" "eroi" delle cure domiciliari imbottiscono di medicinali (inutili nella migliore delle ipotesi) persone che quasi sicuramente guarirebbero da sole (e se ne prendono il merito), col rischio di peggiorare la loro situazione al punto da richiedere l'ospedalizzazione e il tutto prima ancora dell'esito del tampone perché "bisogna intervenire il prima possibile". Se poi il tampone è negativo pazienza se hai rischiato un arresto cardiaco. Giusto per rendere la situazione più grottesca, il paziente è seguito a distanza e non sempre da medici, ma dentisti, fisioterapisti, chi capita di passaggio. Almeno i fondatori di questi comitati saranno medici, no? Sbagliato: limitandoci ai due più conosciuti, uno è avvocato; l'altro è laureato in diritti umani e ha scritto un libro, piuttosto venduto, su come guarire dal covid a casa (curioso no?). Qui un interessante articolo su uno dei personaggi che opera in questi comitati con relativa lista di farmaci prescritti: https://www.open.online/2021/08/29/covid-19-andrea-stramezzi-terapie-domiciliari/. Vi invito a inserire i farmaci su un drug interaction checker per avere un'idea delle controindicazioni. Ma ipotizziamo per assurdo che le loro cure possano essere efficaci: perché dopo 1 anno e mezzo dalla nascita di questi gruppi non è stato ancora pubblicato mezzo studio per rendere partecipe la comunità scientifica e salvare più vite possibili? Si richiamano alle testimonianze ma la scienza non è fatta di testimonianze (se il testimone fosse affidabile non esisterebbero i placebo), è fatta di ricerche. Di seguito alcune domande interessanti a questi comitati da chi ne sa più di me che attendono ancora risposta: https://www.biologiperlascienza.it/2021/08/domande-per-comitato-cure-domiciliari/.
Altra cosa curiosa di questi gruppi è che la precedenza viene data a chi dona, strano perché loro curano tutti. In almeno uno di essi si può donare anche in bitcoin (credendola, erroneamente, una forma di pagamento completamente anonima) a un conto svizzero (e senza che le spese siano rendicontate quindi vallo a sapere come vengono usati i tuoi soldi, magari comprano le macchinine telecomandate per fare le gare tra di loro): vedere per credere: https://ippocrateorg.org/fai-una-donazione/
Passiamo ora al mantra della "tachipirina e vigile attesa", su cui sarò breve: basta dare un'occhiata al protocollo AIFA per rendersi conto di come sia più credibile mio cugggino: https://www.aifa.gov.it/documents/20142/1269602/IT_Raccomandazioni_AIFA_gestione_domiciliare_COVID-19_Vers.2-Agg._26.04.2021.pdf
Vediamo adesso cosa dice il consenso informato per i vaccini covid qui di seguito: https://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pagineAree_5452_6_file.pdf. Ci spiega cosa sono e a cosa servono i vaccini anticovid, quali possono essere i rischi, quali possono essere le reazioni avverse, perfino cosa c'è dentro (strano perché mi avevano assicurato che "nn ci dikono kosa ci e' dentro ci mettono i feti abbortiti") e infine che in caso di qualsiasi effetto indesiderato bisogna rivolgersi al medico o al centro vaccinale, altro che scarico di responsabilità di governo e case farmaceutiche. Da qui mi viene il dubbio non solo che queste persone non abbiano mai letto un consenso informato in vita loro e quindi non sanno di cosa parla, ma soprattutto che non sappiano leggere.
Piccola chicca: sapete invece chi scarica la responsabilità dell'esito della cura sul paziente? Din don! Proprio Ippocrate.org. Con una liberatoria che per fortuna ha lo stesso valore dei soldi del monopoli visto che la responsabilità dell'utilizzo di farmaci off label ricade sempre sul medico. Qui la fantastica liberatoria: https://ippocrateorg.org/2020/10/26/https-ippocrateorg-org-wp-content-uploads-2021-09-liberatoria-medico-curante-v4-1-pdf/. Perché fare ciò se le cure sono così efficaci?
Concludo riportando parte dell'ultimo commento del caro
@s-e-m-b-r-o
mi pare particolarmente appropriato e gli consiglio di seguirlo: "Stultus quoque, si tacuerit, sapiens reputabitur(Anche lo sciocco, se tace, sarà ritenuto un saggio)".
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