#lavoro su sé stessi
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lu2211 · 1 year ago
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Rubami pure l'anima, visto che ci sei. Tanto riusciresti a farla sembrare più interessante tra le tue mani. Sapresti venderla meglio.
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marquise-justine-de-sade · 1 month ago
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Il "Monumento alla nuova generazione: svampiti" di Anna Uddenberg, presentato alla 9a Biennale di Berlino, ci immerge in una profonda riflessione sull'era digitale e sulla costruzione delle identità attraverso gli schermi. Conosciuta per le sue sculture che esplorano l'immagine di sé, il narcisismo e la tecnologia, Uddenberg utilizza il corpo umano come una tela per interrogarsi su come ci proiettiamo sui social media. 🌐📱
Le "teste svampite" che compaiono nell'opera sembrano essere una critica diretta alla vacuità delle identità costruite in un mondo virtuale, dove apparenze e pose dominano la narrazione. Invece di corpi carichi di significato, vediamo figure priva di contenuto reale, che riflettono la superficialità e la disconnessione che spesso regna nelle interazioni digitali. 🤳💭
Situata nel contesto della biennale, l'opera rivela il narcisismo , la costante ricerca di validazione e l'alienazione che nascono quando si cerca di inserirsi in uno stampo virtuale che non riflette l'autenticità dell'essere. Il lavoro di Uddenberg diventa così uno specchio distorto della nostra stessa società digitalizzata, dove le "teste svampite" ci invitano a chiederci quanto di noi stessi rimane dopo aver proiettato un'immagine online. 🔍🧠
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scogito · 4 months ago
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Il compito principale nella vita di ognuno è dare alla luce se stesso (E. Fromm).
Lo sai che significa?
Tanti pensatori e maestri hanno definito il risveglio di Coscienza come la rinascita di sè stessi. Lo hanno detto con parole varie, ma il concetto finale non cambia. Tuttavia ciò che tanti non capiscono è il principio di azione che questo risveglio comporta.
La ricerca interiore è ormai diventata un rifugio ovattato di paroline coccolose e filosofiche, mentre un lavoro serio di consapevolezzati ti fa passare per l'inferno, o giù di lì.
Non è qualcosa che avviene perché un giorno decidi che ti vuoi aprire alla visione interiore, o magari alla prospettiva spirituale di chissà chi, iniziando a riempire la testa di "pensieri positivi".
Lo Spirito non vuole rammolliti, né convinzioni mentali.
Le persone non si rendono conto che arrivare all'autenticità di sé stesse comporta fare concretamente qualcosa, non restare nella testa.
Devi riconoscere e comprendere quello che vuole la tua Essenza e quello che ti chiede di fare. Devi sapere ascoltare le motivazioni e le sue intenzioni, anche e soprattutto quando ti fanno male.
Devi agire.
Nemmeno valgono certe risposte inutili date da gente che si fa addirittura pagare. Pure a me una "professionista" mi disse che ero un canale di luce, e sai a che mi è servito? A niente. Al buio. Alla cazzata completa. Al sentirmi la mattina seguente ancora più incasinata su quello che dovevo fare davvero.
Le belle etichette che tanto piacciono a chi vuole sentirsi dare ragione e immaginarsi luce cosmica in terra, sono per i distorti.
Mettiti in pratica, esci dall'astratto!
Capisci quanto vuoi essere lusingato oppure quanto vuoi sgretolare le tue maschere, soprattutto vedi dove cade l'indicatore della bilancia, perché è già una spia di quello a cui veramente dai attenzione.
Chi capisce cosa fare delle sue esperienze è già a un buon punto di svolta.
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susieporta · 1 month ago
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SOLUZIONE
Nella mia esperienza come Fisioterapista, come Counselor, potrei raccontare come nella maggior parte delle volte chi porta in studio un dolore fisico, muscolare, debilitante che lo costringe a stare fermo, a non usare quell’arto, o quel distretto, sta vivendo un problema relazionale.
Ecco molte volte a questo dolore corrisponde un blocco emotivo. O meglio, corrisponde uno stato emotivo che non ha possibilità di essere vissuto pienamente.
E spesso questo stato è condizionato da relazioni ( di qualsiasi tipo e genere) più o meno sane.
Una terapia che funziona sempre è quella dell’allungamento muscolare globale, perché comunque un muscolo contratto, è un muscolo corto.
Nell’allungamento e nella respirazione questa disarmonia si può correggere facilmente.
Da un punto di vista emotivo invece sento spesso dare la colpa, o meglio la responsabilità di questo blocco/contrattura al rapporto con l’altro.
L’altro fa questo, l’altro non fa quest’altro.
Si vive quindi una condizione di difficoltà
Non si sta comodi, la felicità dipende da quello che l’altro dice o l’altro fa.
Questo è come dire : mi fa male il braccio perché ieri tu hai portato la spesa.
Una soluzione potrebbe essere e lo dico logicamente a chi è pronto, a chi vuole davvero fare un lavoro su di sé. A chi ha la capacità di osservare
Perché ha imparato e perché non ne può più davvero di questo dolore, potrebbe essere dicevo quella di mollare.
Sì. Tornare a te.
Molla. Lascia andare qualsiasi cosa stai trattenendo. Per trattenere usi la muscolatura della mano, del braccio, e allora il gomito dopo un po fa male.
Fa male la mano, il polso, la spalla, il collo.
Molla. E stai su di te. Abbi cura di te.
Crea e struttura una relazione sana con te. Anche attraverso l’altro. Ma custodisciti.
“Finché sei convinto che la relazione con l'altro sia la soluzione, sarai sempre un mendicante di attenzioni.
La soluzione a quel vuoto interiore è la relazione con te.
Allora l'incontro con l'altro sarà scambio, pienezza e condivisione”
Queste parole di Ameya Canovi per ricordarci che la relazione più importante è quella con noi stessi.
Buongiorno
Alessandro Catanzaro
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vorreichetufossiqua · 8 months ago
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Ho appena realizzato che non dico "mamma e papà" da tantissimo tempo. Non perché non ci siano più, sono così fortunata da averli ancora su questa terra. Non perché siano separati, hanno deciso di "tenere insieme la famiglia'
Non so spiegarmi il motivo, ma non lo dico più, da diversi anni. Sembra di tornare bambina solo a pensarlo.
"Mamma e papà" , due parole così famigliari e così distanti. Due pilastri crollati tempo fa, la sensazione che avevo da piccola nel chiedere qualcosa.
"Mamma e papà" e un po' mi trema la voce, come se tutto ciò che viene dopo fosse sbagliato, troppo. Ritrovo la superficie dei sentimenti che provavo da bambina, in casa. Ricordo che quella casa era abbastanza grande da poter scappare quando qualcosa andava storto. Abbastanza grande da nascondersi quando non si volevano sentire le urla.
Ricordo "mamma", chiusa nella sua torre, una persona estroversa che ha scelto di infliggersi una vita introversa. Ricordo i sorrisi spenti, le frasi che avrebbe dovuto dire a sé stessa, i miei tentativi di salvarla da quella vita, i suoi sacrifici per farmi stare bene, il mio senso di colpa nel non riuscire ad accontentarla, l'inizio delle bugie.
E ricordo "papà", stanco di rientro dal lavoro, con la testa ancora piena di compiti da eseguire. Me lo ricordo frustato, nervoso, sempre pronto a esplodere. Mi ricordo che cercavo di alleggerirlo, cercavo di pensarci io. Mi ricordo il suo sguardo, quando sembrava che stessi superando il limite, e quel brivido in me, a metà tra "non vorrei" e "non mi piego". Quante lotte ho affrontato contro di lui, quante volte me ne sono pentita, amaramente.
Mamma e papà, papà e mamma, vi ho delusi vero? Vi ho feriti più di quel che una brava figlia dovrebbe fare? Sono stata troppo per voi? Così tanto da non essere riusciti a crearvi un futuro felice?
Se non ci fossi stata quante cicatrici in meno avreste?
Avrei voluto aiutarvi, ma ero piccola, e poi troppo ribelle per capire che eravate solo sovrastati dalla vita. Che perdevate il controllo perché non ne potevate più. Scusate per tutte le volte in cui non l'ho capito, in cui ho visto solo l'animale rabbioso, e non la fame che aveva.
Mi dispiace non essere stata abbastanza pacata, ubbidiente, diligente.
Ma, mamma, papà, perché non mi avete protetta?
So che non dovrei chiedervelo, so che, dopo tutto ciò che è successo, è la domanda sbagliata. Ma perché? Fingevo già così bene da non farvi preoccupare? O eravate convinti che alla fine, in qualche modo, sarei venuta su da sola? Che mi sarei salvata?
Mamma, papà
Scusatemi se sto sprecando questi giorni, queste settimane, mesi. Scusate per il male che ha subito il corpo che avete creato. Scusate per ciò che è successo nella mente di quella che un tempo era la vostra bambina. Non sono riuscita a proteggervi, e nemmeno a proteggermi.
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arreton · 2 years ago
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Oltre la salute mentale - Il Tascabile
Nel suo articolo La meditazione che fa bene al capitale, Ronald Purser spiega come la tecnica buddista della Mindfulness sia diventata la ricetta perfetta da vendere sul mercato perché ci rende pacifici, cioè “vuole convincerci che le cause della nostra sofferenza vanno ricercate soprattutto dentro noi stessi, e non nel contesto politico ed economico che determina il modo in cui viviamo”. In questo caso si tratta di una forma mercificata della mindfulness, che di per sé può invece essere un utile strumento per gestire lo stress, l’ansia e modificare alcuni automatismi mentali che ci fanno soffrire. Il problema si presenta quando viene ridotta a una ricetta per il successo e si trasforma nella panacea di tutti mali, o addirittura come una filosofia rivoluzionaria necessaria per cambiare il mondo.
Qualcosa di simile potrebbe succedere con le terapie psicologiche quando si paventa la possibilità di risolvere qualsiasi problema semplicemente iniziando una terapia. Quando problemi strutturali come la povertà, la violenza domestica, lo sfruttamento, la disoccupazione o la distruzione dell’ecosistema diventano questioni personali, allora il campo d’azione si riduce alla depressione, al self empowerment, allo stress da lavoro correlato, all’abuso di sostanze o all’ansia. Il contesto sociale rimane sospeso, lasciando spazio esclusivamente all’interpretazione e gestione dei sintomi della paziente. Il processo clinico della terapia è un’ottima risorsa che aiuta le persone a conoscersi e curarsi ma non può essere la bacchetta magica per risolvere i conflitti che riguardano la collettività. Per esempio, una campagna di sensibilizzazione sul burnout lavorativo lanciata su Instagram propone come unica soluzione rivolgersi a un servizio di psicoterapia online a prezzi calmierati. Organizzarsi per migliorare le condizioni di salubrità, i ritmi di lavoro, la cultura aziendale, ridurre i turni e la competizione sfrenata rimangono invece rimossi dai possibili scenari d’azione.
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misakidraconia · 10 months ago
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🖤I'll steal you💚
.❥Warnings=Slightly suggestive 🔞
.❥Malleus Draconia x gnreader
.❥ Reblog apprezzato, per favore non rubare il lavoro!🤡
.❥pov:You and malleus had a fiery night last night,And he decided he had to continue..🌚
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Nel momento in cui suonò la campana, stava aspettando, guardando da lontano. Sei uscito dall'aula e lui ha osservato attentamente i tuoi movimenti. Nel momento in cui hai iniziato a muoverti, ha iniziato a seguirti, volendo raggiungerti il ​​più rapidamente possibile. Ti voleva adesso, non poteva più aspettarti. Non appena ha visto la sua occasione, ti ha afferrato il polso e ti ha trascinato in una zona appartata. Nel momento in cui ti ha trascinato in una zona appartata, tutto ciò che poteva fare era sorriderti. Il tuo corpo era caldo e lui poteva sentire il calore irradiarsi dal tuo corpo. I suoi occhi erano fissi su di te e su ogni piccolo movimento che facevi. Il modo in cui continuavi a muovere il tuo corpo lo stava già facendo impazzire. Appena ti ha visto dirigerti verso il tuo dormitorio, ha dovuto rapirti e portarti da qualche altra parte. Ha avvolto il suo corpo intorno alla tua vita e ti ha avvicinato a lui, il tuo corpo era perfetto. Il modo in cui ti teneva la mano intorno alla vita era come un sentimento possessivo, ti avrebbe rivendicato come suo. Si chinò e ti leccò dolcemente il collo prima di sussurrarti all'orecchio: "Pensi di poter andare nel tuo dormitorio dopo quello che è successo?" Sorride vedendo come le tue emozioni cambiano da sorpreso a imbarazzato e arrabbiato in pochi secondi, “Malleus siamo ancora a scuola, cosa pensi che faremo?!” Disse goffamente e con una voce rotta, il tuo viso era segnato da un piccolo broncio sulle labbra e sulle guance rosse, e i tuoi occhi da cerbiatto guizzavano per controllare se qualcuno ti vedeva, Si sporse un po' più vicino e ti sussurrò in tono canzonatorio " Ti ruberò." Dal modo in cui te lo ha sussurrato sembrava che ti stesse solo prendendo in giro. Ma il modo in cui ti teneva vicino a sé era come se stesse davvero per farlo. Il modo in cui continuavi a guardarti intorno sembrava che stessi aspettando che arrivasse qualcuno, l'idea di ciò lo rendeva ancora più eccitato. L'idea che qualcuno ti sorprendesse era davvero allettante. È inutile, forse non avresti passato quel pomeriggio a studiare...
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smokingago · 4 months ago
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I TRE TRADIMENTI
Il primo tradimento
Prendiamo il caso di due persone normali che stanno insieme e che non abbiano ancora fatto un lavoro su di sé.
Non si conoscono, non sanno cosa ci sia dentro di loro, non sanno come funziona il loro inconscio. Non sanno ancora nulla, non hanno le informazioni.
Fai conto che tutti abbiamo delle ferite e ti assicuro che il 90% di noi si relaziona dalla ferita.
Magari non subito, magari non nel momento dell’innamoramento, non nei primi mesi.
Ma anche quando siamo nell’innamoramento, dove si sperimenta l’apertura del cuore e anche uno stato di coscienza molto elevato a seconda di quanto si possa aprire, questo non significa che le nostre ferite e il nostro passato non siano ancora lì ad aspettarci.
È questione di poco tempo e le ferite, piano piano, si faranno avanti.
Per questo lo chiamano periodo “luna di miele”, perché il cuore non può rimanere aperto troppo a lungo a causa delle ferite, a causa del materiale interiore e a causa anche del fatto che non siamo sufficientemente maturi affinché il cuore possa rimanere aperto.
E questo perché non abbiamo ricevuto istruzioni su come mantenere il cuore aperto e su come lavorare sul resto del materiale.
Uno che non sa nulla non si accorge che il cuore, un poco alla volta, tornerà a chiudersi a causa della pressione dal subconscio e di tutto il materiale irrisolto, che di nuovo farà pressione e tornerà a galla.
Indagando a fondo su questa tematica, quello che ho compreso è che il primo tradimento, in amore, in relazione (e nessuno scappa da questo), avviene quando dal cuore, che all’inizio si apre un po’, piano piano torniamo di nuovo, senza accorgercene, nella nostra ferita principale.
Praticamente noi torniamo a come eravamo prima dell’innamoramento: ci torniamo a relazionare dalla ferita principale, esattamente dove siamo sempre stati potentemente identificati.
Può essere la paura dell’abbandono, può essere una forma di egocentrismo o arroganza, può essere un’altra paura, di fatto però, noi torniamo nella nostra ferita principale.
Ed è quando noi torniamo nella nostra ferita principale che cambia tutta la prospettiva, il cuore non è più come prima, comincia a chiudersi. La ferita principale non è guarita.
Il primo tradimento quindi è passare dal cuore, dal relazionarsi dal cuore, alla ferita:
Noi tradiamo quando passiamo dal cuore alla ferita principale.
Rinunciamo all’amore senza accorgercene, ma, giorno dopo giorno, non siamo più nel cuore e cominciamo a relazionarci dalla ferita principale, dalle nostre paure e dalle nostre ossessioni.
Lì stiamo tradendo sia il nostro partner che noi stessi.
E l’altro?
L’altro farà la stessa cosa.
Non appena sentirà che noi stiamo entrando di nuovo nella ferita (questo avviene tutto a livello subconscio) cominceranno le prime dinamiche psicologiche.
E le si può osservare facilmente.
Perché finché sei nel cuore non hai paura di niente: sei felice, sereno, non te ne frega niente di ciò che pensano gli altri…
Poi, magari vai a convivere o inizi a fare progetti e dal bello iniziale, si passa al tornare sotto il controllo delle ferite irrisolte che ti ricordano della loro esistenza.
Il cuore si sposta di nuovo indietro e torneremo a essere dominati dalla paura.
Paura generata appunto dalla ferita, da una delle tante ferite. Ma è quella principale che agisce in maniera molto prepotente.
Cominciamo a metter su gli schemi difensivi e non ce ne accorgiamo, perché questo processo avviene nel tempo - chi più velocemente e chi meno, ma avviene.
Emergono la ferita della non esistenza, la paura dell’abbandono… Qualsiasi tipo di ferita.
Noi parliamo di cinque ferite perché sono quelle principali, ma ce ne sono tantissime.
A me interessa capire il meccanismo, quello che succede e che ho osservato.
Cosa succede quando ti relazioni dalla ferita e torni nella paura di essere ferito?
Semplice.
Tu cominci a chiuderti, a usare i meccanismi psicologici.
Non sei più nel cuore, non ti relazioni più dal cuore, ma ti relazioni attraverso la mente, attraverso i meccanismi, attraverso le reazioni.
E questo, ovviamente, manda in allarme anche le ferite dell’altro, a cui succede la stessa identica cosa.
Anche nell’altro il sistema va in agitazione. Così tutti e due i cuori si chiudono e si ritorna nei vecchi schemi, quelli precedenti all’inizio della relazione.
Prima il cuore era aperto ed era in prima posizione, mentre l’ego e la personalità erano giù. Adesso, dopo un po’, le cose irrisolte vengono a galla e la personalità con le sue ferite “torna su”.
Ecco che regrediamo a come eravamo prima: cominciano le schermaglie, cominciano le paure, cominciano i battibecchi, comincia il fraintendimento, cosa che non succede mai nella fase di vero amore, perché il cuore ha un’intelligenza incredibile e riesce a capire intuitivamente quello che succede nell’altro.
Tutti i nostri pregiudizi, le ferite e le paure dei rapporti precedenti, gli abusi subiti in famiglia cominciano a farsi strada. E il tuo sistema va in protezione.
Per me questo è l’inizio del tradimento, parlando a livello molto profondo ovviamente.
Alle volte la ferita principale, quando scatta, non fa altro che esaltare ancora di più tutto il materiale: si entra così nella dinamica carceriere-carcerato, vittima-carnefice che abbiamo visto prima.
Si entra nel sentirsi non accettati, non amati, invisibili.
E da qui si può arrivare a tagliar fuori completamente la persona, o a volerla dominare, o a trattarla male, o anche ad abbandonarla, a tradirla.
E questa è una conseguenza.
Perché a un certo punto tutti questi meccanismi difensivi, se non si hanno gli strumenti per lavorare su sé stessi (ma più che altro, a monte, se non si hanno gli strumenti proprio per vedere che ci stiamo difendendo dalle nostre paure irrisolte invece di aprirci al partner), questi meccanismi iniziano ad allontanarci l’uno dall’altro.
E quando ci si allontana e non ci si capisce più, la storia può finire in mille modi diversi: tradimento, abbandono, aggressività…
O anche stare insieme passivamente solo per dividere le spese o rompersi le scatole tutto il giorno…
Quindi, non ci interessa il tradimento o l’abbandono in senso classico, ma qual è il processo che abbiamo messo in moto, il processo che non abbiamo visto.
Perché ormai ti sarà chiaro che il nostro problema è vedere.
E diventerà ancora più facile recitare gli stessi ruoli che hanno recitato i nostri genitori, se non “vediamo” appunto.
Nell’amore, nell’innamoramento, nell’apertura del cuore non esistono ruoli da giocare: siete tu e l’altro. Puro amore e apertura. Zero ruoli.
Ma piano piano… se non abbiamo tagliato il cordone ombelicale…
Il secondo tradimento
Ora vediamo la cosa da un altro punto di vista, quello del sistema familiare.
Questo è il secondo problema: non ho tagliato veramente il cordone familiare.
E il cordone non si taglia dicendo semplicemente: “non sarò come mio padre o mia madre”, ma facendo un profondo lavoro per portare la tua coscienza fuori dall’inconscio collettivo, fuori dall’inconscio familiare e lavorando fuori dal tuo stesso inconscio. (Lo approfondiremo meglio più in là).
Devi liberare la tua coscienza, cioè il tuo io, da tutti questi strati che ti condizionano.
Se non fai questo (e questo richiede un certo lavoro specifico), inevitabilmente, dopo un po’, ognuno porterà nel rapporto il proprio psicodramma familiare.
Conserviamo i fantasmi di mamma e papà, i fantasmi dei nonni e dei bisnonni da entrambe le parti, e questi premono.
Non ti rendi neanche conto che, da sciolti, liberi, naturali, spontanei, passa un anno, due anni e al terzo si attiverà un meccanismo per il quale si entra nel ruolo dell’una o dell’altra famiglia dei genitori…
Si comincia ad assumere un ruolo.
Lei comincia a essere come la madre o la suocera, lui comincia a essere come il padre o il suocero.
Tieni presente che, quando cominci a entrare nel ruolo, tu sei fuori dal cuore.
Perché il cuore è coscienza.
E la coscienza è libera di manifestare sé stessa: nessun ruolo.
Ma se non abbiamo liberato la coscienza dall’inconscio familiare, allora il nostro inconscio porta i semi della famiglia. E quindi sarà inevitabile che uno dei due, o tutti e due, recitino esattamente il ruolo dei genitori e riprodurranno meccanicamente tutte le dinamiche delle rispettive famiglie. Un mix delle due o più una, o più l’altra, è indifferente.
Quando permettiamo al sistema familiare di interferire con la nostra coscienza, con la nostra unicità?
Quando ci facciamo plasmare da tutte le credenze e abitudini di casa.
E siamo noi a permetterlo davvero?
No, accade semplicemente perché siamo addormentati.
La tua coscienza non è ancora libera di essere sé stessa, il tuo io non è libero, è sotto il potere del tuo inconscio.
Vivi la vita di qualcun altro e nemmeno te ne accorgi.
Questo è essere addormentati.
E cosa vuol dire liberarsi dall’inconscio? Diventare coscienti. Il buio diventa luce.
Diventare consapevoli, coscienti, svegliarsi, significa tirar fuori strati e strati di fango, fino ad arrivare all’acqua sporca, uscire dall’acqua e andare nell’aria, e asciugare la propria anima. Da anima umida ad anima secca, anima che si libera al di sopra dei vari livelli di inconscio.
L’acqua rappresenta i vari livelli di inconscio e il fango è l’inconscio più profondo, quello collettivo, quello più buio.
Via via salendo, poi, c’è l’inconscio personale e, infine, la coscienza diventa sole.
Un sole sott’acqua non può brillare, non può scaldare, non può essere, non può manifestarsi: deve uscire dai vari strati di inconscio.
Ed ecco che arriva la possibilità, attraverso la coscienza pura (quello che tu sei veramente e non quello che hai acquisito nella personalità, ma quello che sei nell’essenza), di relazionarti da cuore a cuore.
Poi chiaramente dovrai finire di tagliare quello che deve essere tagliato, far crescere quello che deve essere fatto crescere e sviluppato… Un po’ alla volta.
Tornando a noi, ecco il secondo tradimento.
Portare il sistema familiare nella relazione.
Anche in questo caso, stiamo tradendo il partner, ma soprattutto stiamo tradendo l’amore.
Si potrà forse dire che qui due persone stanno assieme per vivere la loro vita?
No, perché non vivranno la loro vita, ma quella del loro sistema familiare.
Il terzo tradimento
Tradisce anche chi entra in relazione da una ferita, cioè dalla sua ferita principale, pensando magari che la relazione la guarirà. Sperando che l’altro lo “aggiusti”. Lo faccia sentire bene e felice.
Questo è tradimento puro già in partenza.
Perché se io mi avvicino a te con il bisogno di una relazione, ti sto già tradendo: ti sto usando per tappare le mie ferite. I miei vuoti.
Questo è un altro esempio di tradire prima ancora di cominciare.
Quando noi usiamo un’altra persona per tappare i buchi, per non sentire la ferita o perché abbiamo paura di star da soli.
Stiamo già tradendo la persona, stiamo già tradendo la sua anima, perché non stiamo entrando puliti.
Non che uno debba fare ventimila percorsi prima di relazionarsi, ma un minimo di lavoro su di sé, sì.
Quindi tradisce anche chi non conosce sé stesso e dunque non vede che cosa lo spinge a entrare in una relazione e perché. Anche questo è tradimento.
Siamo noi, relazionandoci dalle nostre ferite e paure e condizionamenti, a creare le condizioni per essere lasciati o per essere traditi, perché abbiamo tradito e mentito inconsciamente non entrando in relazione dal cuore, ma dal bisogno, dalla paura, dalla ferita, dai bisogni infantili insoddisfatti e da tutto il materiale irrisolto.
Qui noi abbiamo tradito l’amore, fin dal principio.
E poi, ovviamente, chi tradisce se stesso, non è chiaro con se stesso, non è onesto con se stesso e non si conosce, tradisce anche l’altro, perché non vede cosa sta facendo.
Non vede che va in protezione, non vede che reagisce dalla ferita. Non vede migliaia di cose.
Se sei onesto e accetti di vederlo in te, cerchi di capire e di non sbagliare più.
Ma non puoi dire: “non sbaglierò più” e basta, perché se non vedi continuerai a farlo anche se non vuoi.
Noi continuiamo sempre a ripetere i soliti errori perché non vediamo causa, condizione, effetto.
ROBERTO POTOCNIAK
Immagine #giuliajrosa
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ambrenoir · 4 months ago
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I TRE TRADIMENTI
Il primo tradimento
Prendiamo il caso di due persone normali che stanno insieme e che non abbiano ancora fatto un lavoro su di sé.
Non si conoscono, non sanno cosa ci sia dentro di loro, non sanno come funziona il loro inconscio. Non sanno ancora nulla, non hanno le informazioni.
Fai conto che tutti abbiamo delle ferite e ti assicuro che il 90% di noi si relaziona dalla ferita.
Magari non subito, magari non nel momento dell’innamoramento, non nei primi mesi.
Ma anche quando siamo nell’innamoramento, dove si sperimenta l’apertura del cuore e anche uno stato di coscienza molto elevato a seconda di quanto si possa aprire, questo non significa che le nostre ferite e il nostro passato non siano ancora lì ad aspettarci.
È questione di poco tempo e le ferite, piano piano, si faranno avanti.
Per questo lo chiamano periodo “luna di miele”, perché il cuore non può rimanere aperto troppo a lungo a causa delle ferite, a causa del materiale interiore e a causa anche del fatto che non siamo sufficientemente maturi affinché il cuore possa rimanere aperto.
E questo perché non abbiamo ricevuto istruzioni su come mantenere il cuore aperto e su come lavorare sul resto del materiale.
Uno che non sa nulla non si accorge che il cuore, un poco alla volta, tornerà a chiudersi a causa della pressione dal subconscio e di tutto il materiale irrisolto, che di nuovo farà pressione e tornerà a galla.
Indagando a fondo su questa tematica, quello che ho compreso è che il primo tradimento, in amore, in relazione (e nessuno scappa da questo), avviene quando dal cuore, che all’inizio si apre un po’, piano piano torniamo di nuovo, senza accorgercene, nella nostra ferita principale.
Praticamente noi torniamo a come eravamo prima dell’innamoramento: ci torniamo a relazionare dalla ferita principale, esattamente dove siamo sempre stati potentemente identificati.
Può essere la paura dell’abbandono, può essere una forma di egocentrismo o arroganza, può essere un’altra paura, di fatto però, noi torniamo nella nostra ferita principale.
Ed è quando noi torniamo nella nostra ferita principale che cambia tutta la prospettiva, il cuore non è più come prima, comincia a chiudersi. La ferita principale non è guarita.
Il primo tradimento quindi è passare dal cuore, dal relazionarsi dal cuore, alla ferita:
Noi tradiamo quando passiamo dal cuore alla ferita principale.
Rinunciamo all’amore senza accorgercene, ma, giorno dopo giorno, non siamo più nel cuore e cominciamo a relazionarci dalla ferita principale, dalle nostre paure e dalle nostre ossessioni.
Lì stiamo tradendo sia il nostro partner che noi stessi.
E l’altro?
L’altro farà la stessa cosa.
Non appena sentirà che noi stiamo entrando di nuovo nella ferita (questo avviene tutto a livello subconscio) cominceranno le prime dinamiche psicologiche.
E le si può osservare facilmente.
Perché finché sei nel cuore non hai paura di niente: sei felice, sereno, non te ne frega niente di ciò che pensano gli altri…
Poi, magari vai a convivere o inizi a fare progetti e dal bello iniziale, si passa al tornare sotto il controllo delle ferite irrisolte che ti ricordano della loro esistenza.
Il cuore si sposta di nuovo indietro e torneremo a essere dominati dalla paura.
Paura generata appunto dalla ferita, da una delle tante ferite. Ma è quella principale che agisce in maniera molto prepotente.
Cominciamo a metter su gli schemi difensivi e non ce ne accorgiamo, perché questo processo avviene nel tempo - chi più velocemente e chi meno, ma avviene.
Emergono la ferita della non esistenza, la paura dell’abbandono… Qualsiasi tipo di ferita.
Noi parliamo di cinque ferite perché sono quelle principali, ma ce ne sono tantissime.
A me interessa capire il meccanismo, quello che succede e che ho osservato.
Cosa succede quando ti relazioni dalla ferita e torni nella paura di essere ferito?
Semplice.
Tu cominci a chiuderti, a usare i meccanismi psicologici.
Non sei più nel cuore, non ti relazioni più dal cuore, ma ti relazioni attraverso la mente, attraverso i meccanismi, attraverso le reazioni.
E questo, ovviamente, manda in allarme anche le ferite dell’altro, a cui succede la stessa identica cosa.
Anche nell’altro il sistema va in agitazione. Così tutti e due i cuori si chiudono e si ritorna nei vecchi schemi, quelli precedenti all’inizio della relazione.
Prima il cuore era aperto ed era in prima posizione, mentre l’ego e la personalità erano giù. Adesso, dopo un po’, le cose irrisolte vengono a galla e la personalità con le sue ferite “torna su”.
Ecco che regrediamo a come eravamo prima: cominciano le schermaglie, cominciano le paure, cominciano i battibecchi, comincia il fraintendimento, cosa che non succede mai nella fase di vero amore, perché il cuore ha un’intelligenza incredibile e riesce a capire intuitivamente quello che succede nell’altro.
Tutti i nostri pregiudizi, le ferite e le paure dei rapporti precedenti, gli abusi subiti in famiglia cominciano a farsi strada. E il tuo sistema va in protezione.
Per me questo è l’inizio del tradimento, parlando a livello molto profondo ovviamente.
Alle volte la ferita principale, quando scatta, non fa altro che esaltare ancora di più tutto il materiale: si entra così nella dinamica carceriere-carcerato, vittima-carnefice che abbiamo visto prima.
Si entra nel sentirsi non accettati, non amati, invisibili.
E da qui si può arrivare a tagliar fuori completamente la persona, o a volerla dominare, o a trattarla male, o anche ad abbandonarla, a tradirla.
E questa è una conseguenza.
Perché a un certo punto tutti questi meccanismi difensivi, se non si hanno gli strumenti per lavorare su sé stessi (ma più che altro, a monte, se non si hanno gli strumenti proprio per vedere che ci stiamo difendendo dalle nostre paure irrisolte invece di aprirci al partner), questi meccanismi iniziano ad allontanarci l’uno dall’altro.
E quando ci si allontana e non ci si capisce più, la storia può finire in mille modi diversi: tradimento, abbandono, aggressività…
O anche stare insieme passivamente solo per dividere le spese o rompersi le scatole tutto il giorno…
Quindi, non ci interessa il tradimento o l’abbandono in senso classico, ma qual è il processo che abbiamo messo in moto, il processo che non abbiamo visto.
Perché ormai ti sarà chiaro che il nostro problema è vedere.
E diventerà ancora più facile recitare gli stessi ruoli che hanno recitato i nostri genitori, se non “vediamo” appunto.
Nell’amore, nell’innamoramento, nell’apertura del cuore non esistono ruoli da giocare: siete tu e l’altro. Puro amore e apertura. Zero ruoli.
Ma piano piano… se non abbiamo tagliato il cordone ombelicale…
Il secondo tradimento
Ora vediamo la cosa da un altro punto di vista, quello del sistema familiare.
Questo è il secondo problema: non ho tagliato veramente il cordone familiare.
E il cordone non si taglia dicendo semplicemente: “non sarò come mio padre o mia madre”, ma facendo un profondo lavoro per portare la tua coscienza fuori dall’inconscio collettivo, fuori dall’inconscio familiare e lavorando fuori dal tuo stesso inconscio. (Lo approfondiremo meglio più in là).
Devi liberare la tua coscienza, cioè il tuo io, da tutti questi strati che ti condizionano.
Se non fai questo (e questo richiede un certo lavoro specifico), inevitabilmente, dopo un po’, ognuno porterà nel rapporto il proprio psicodramma familiare.
Conserviamo i fantasmi di mamma e papà, i fantasmi dei nonni e dei bisnonni da entrambe le parti, e questi premono.
Non ti rendi neanche conto che, da sciolti, liberi, naturali, spontanei, passa un anno, due anni e al terzo si attiverà un meccanismo per il quale si entra nel ruolo dell’una o dell’altra famiglia dei genitori…
Si comincia ad assumere un ruolo.
Lei comincia a essere come la madre o la suocera, lui comincia a essere come il padre o il suocero.
Tieni presente che, quando cominci a entrare nel ruolo, tu sei fuori dal cuore.
Perché il cuore è coscienza.
E la coscienza è libera di manifestare sé stessa: nessun ruolo.
Ma se non abbiamo liberato la coscienza dall’inconscio familiare, allora il nostro inconscio porta i semi della famiglia. E quindi sarà inevitabile che uno dei due, o tutti e due, recitino esattamente il ruolo dei genitori e riprodurranno meccanicamente tutte le dinamiche delle rispettive famiglie. Un mix delle due o più una, o più l’altra, è indifferente.
Quando permettiamo al sistema familiare di interferire con la nostra coscienza, con la nostra unicità?
Quando ci facciamo plasmare da tutte le credenze e abitudini di casa.
E siamo noi a permetterlo davvero?
No, accade semplicemente perché siamo addormentati.
La tua coscienza non è ancora libera di essere sé stessa, il tuo io non è libero, è sotto il potere del tuo inconscio.
Vivi la vita di qualcun altro e nemmeno te ne accorgi.
Questo è essere addormentati.
E cosa vuol dire liberarsi dall’inconscio? Diventare coscienti. Il buio diventa luce.
Diventare consapevoli, coscienti, svegliarsi, significa tirar fuori strati e strati di fango, fino ad arrivare all’acqua sporca, uscire dall’acqua e andare nell’aria, e asciugare la propria anima. Da anima umida ad anima secca, anima che si libera al di sopra dei vari livelli di inconscio.
L’acqua rappresenta i vari livelli di inconscio e il fango è l’inconscio più profondo, quello collettivo, quello più buio.
Via via salendo, poi, c’è l’inconscio personale e, infine, la coscienza diventa sole.
Un sole sott’acqua non può brillare, non può scaldare, non può essere, non può manifestarsi: deve uscire dai vari strati di inconscio.
Ed ecco che arriva la possibilità, attraverso la coscienza pura (quello che tu sei veramente e non quello che hai acquisito nella personalità, ma quello che sei nell’essenza), di relazionarti da cuore a cuore.
Poi chiaramente dovrai finire di tagliare quello che deve essere tagliato, far crescere quello che deve essere fatto crescere e sviluppato… Un po’ alla volta.
Tornando a noi, ecco il secondo tradimento.
Portare il sistema familiare nella relazione.
Anche in questo caso, stiamo tradendo il partner, ma soprattutto stiamo tradendo l’amore.
Si potrà forse dire che qui due persone stanno assieme per vivere la loro vita?
No, perché non vivranno la loro vita, ma quella del loro sistema familiare.
Il terzo tradimento
Tradisce anche chi entra in relazione da una ferita, cioè dalla sua ferita principale, pensando magari che la relazione la guarirà. Sperando che l’altro lo “aggiusti”. Lo faccia sentire bene e felice.
Questo è tradimento puro già in partenza.
Perché se io mi avvicino a te con il bisogno di una relazione, ti sto già tradendo: ti sto usando per tappare le mie ferite. I miei vuoti.
Questo è un altro esempio di tradire prima ancora di cominciare.
Quando noi usiamo un’altra persona per tappare i buchi, per non sentire la ferita o perché abbiamo paura di star da soli.
Stiamo già tradendo la persona, stiamo già tradendo la sua anima, perché non stiamo entrando puliti.
Non che uno debba fare ventimila percorsi prima di relazionarsi, ma un minimo di lavoro su di sé, sì.
Quindi tradisce anche chi non conosce sé stesso e dunque non vede che cosa lo spinge a entrare in una relazione e perché. Anche questo è tradimento.
Siamo noi, relazionandoci dalle nostre ferite e paure e condizionamenti, a creare le condizioni per essere lasciati o per essere traditi, perché abbiamo tradito e mentito inconsciamente non entrando in relazione dal cuore, ma dal bisogno, dalla paura, dalla ferita, dai bisogni infantili insoddisfatti e da tutto il materiale irrisolto.
Qui noi abbiamo tradito l’amore, fin dal principio.
E poi, ovviamente, chi tradisce se stesso, non è chiaro con se stesso, non è onesto con se stesso e non si conosce, tradisce anche l’altro, perché non vede cosa sta facendo.
Non vede che va in protezione, non vede che reagisce dalla ferita. Non vede migliaia di cose.
Se sei onesto e accetti di vederlo in te, cerchi di capire e di non sbagliare più.
Ma non puoi dire: “non sbaglierò più” e basta, perché se non vedi continuerai a farlo anche se non vuoi.
Noi continuiamo sempre a ripetere i soliti errori perché non vediamo causa, condizione, effetto.
ROBERTO POTOCNIAK
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turuin · 1 year ago
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And counting
Sono tornato in studio, scrivania-a-scrivania con mia moglie. Su sua espressa richiesta. A parte il fatto che la powerline ogni tanto fa le bizze e i battibecchi giocoforza più frequenti, non si sta male: sono anche riuscito a collegare un modulo audio esterno al mio PC per registrare senza fare scambi di cavi ogni volta, e conto di ricominciare a suonicchiare per divertimento e per registrare qualcosa. Devo comprare delle tendine perché la luce alle spalle mi si riflette sul monitor. Ho portato il giradischi vicino a me e finalmente posso ricominciare a mettere su dei 33 giri; mi mancava, e in salotto proprio non era possibile. Next step, far stare almeno una delle mie due librerie alle mie spalle. Sono rientrato al lavoro senza troppa convinzione. Stasera ho un aperitivo con il collega che ci abbandona dopo 10 anni per andarsene in Svizzera a rifarsi una vita. Domani festeggio 11 anni di matrimonio. E' uscita l'ultima stagione di Disenchanted, ho ripreso a correre sul tapis roulant, ho sempre sonno ma lotto per restare sveglio. Senza falsi pudori e giri di parole, se i miei continui sogni erotici vogliono dire qualcosa ho un gran bisogno di scopare spegnendo il cervello e concentrandomi solo sul piacere fisico. Ma pure lì, tocca aver pazienza e provvedersi da sé nel frattempo, ché i bisogni sono evidentemente non gli stessi per tutti. Magari mi rimetto a disegnare un po' prima dell'Inktober, giusto per non arrivarci in condizioni di merda.
E' settembre. Andiamo, diceva quello, è tempo di migrare.
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multiverseofseries · 8 months ago
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Rosso, Bianco e Sangue Blu: la rom-com LGBTQ+ bestseller del NY Times disponibile su Prime Video
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La Storia, eh? Scommetto che potremmo scriverne un po', noi due È una delle citazioni più amate dai fan di Red, White & Royal Blue (Rosso, bianco e sangue blu in italiano), il libro di Casey McQuiston che tanto successo ha riscosso fin dalla sua pubblicazione nel 2019, scalando anche le classifiche dei bestseller del NY Times. E dopo aver conquistato i lettori in forma cartacea, è proprio la storia d'amore di Alex e Henry che è possibile vedere anche in versione cinematografica grazie a Prime Video.
Il vero amore non è sempre diplomatico
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Rosso, Bianco e Sangue Blu: un frame del film
Impossibile non iniziare con la tagline del libro, specialmente considerato il fatto che Rosso, Bianco e Sangue Blu è è un'opera che fa delle battute memorabili, dei giochi di parole e dell'ironia uno dei suoi più grandi punti di forza. È infatti una storia carica (a volte, forse, anche troppo) di humor e citazioni di ogni tipo quella di Alex Claremont Diaz (Taylor Zakhar Perez), il figlio della Presidente degli Stati Uniti, e Henry George Edward James Hanover Stuart Fox (Nicholas Galitzine) - era giusto precisare - il Principe d'Inghilterra. Due figure politiche di spicco, ma soprattutto due giovani uomini che si ritrovano a dover soppesare i propri sentimenti assieme ai loro doveri, e che tra un incontro di Stato e l'altro, tra un messaggio e un'email, una catastrofe dolciaria e uno scandalo mediatico, costruiranno uno dei rapporti più idealizzati dai lettori odierni.
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Rosso, Bianco e Sangue Blu: una scena del film
Perché anche se abbiamo ormai superato la soglia del ventennio degli anni 2000, quella in cui viviamo resta una società dalle mille contraddizioni, e per quanto si possa andare avanti, ci sarà sempre qualcosa in cui non saremo mai davvero tutti al passo. Il discorso LGBTQ+ in Rosso, Bianco e Sangue Blu ha ovviamente la sua rilevanza, e viene contrapposto alla tradizione più nel caso di Henry e della monarchia che in quello di Alex (figlio di un Presidente donna e di un Senatore di origini latinoamericane), ma è la ricerca di sé stessi e della propria identità, la volontà di ascoltare e comprendere il proprio cuore, a rappresentare l'elemento centrale del racconto.
Spazio, dunque, alle domande sulla propria sessualità, anche se i protagonisti sembrano avere già un'idea abbastanza chiara. Spazio anche alla conversazione generata da tali "rivelazioni" che, fedele all'opera originale, non occupano in verità più di qualche pagina, come nel caso del coming out di Alex con sua madre, ma soprattutto ci si concentra sullo sviluppo del rapporto tra i due e sulle possibili implicazioni, in ambito politico e quotidiano, di una relazione tra figure di rilievo quali sono.
Certo, il rischio di risultare eccessivamente didascalici è in agguato, e non sempre si riesce ad evitarlo, ma nel grande schema delle cose, sta a voi decidere quanto andrà ad influire sul vostro godimento dell'opera.
Dalla pagina allo schermo
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Rosso, Bianco e Sangue Blu: un'immagine del film
Uno degli aspetti su cui la trasposizione di Rosso, Bianco e Sangue Blu diretta da Matthew López sembra aver riversato maggior impegno è stato rendere il più tangibile possibile il legame che man mano si viene a creare tra Alex e Henry, trovando anche interessanti soluzioni registiche nella realizzazione degli scambi di battute tra i due durante la corrispondenza virtuale che solidifica la loro semplice attrazione prima, vera e propria relazione poi. Funzionano le personificazioni dei messaggi, e in generale gli espedienti grafici adottati, che poggiano molto sul lavoro dei due interpreti, la cui chimica è abbastanza evidente; tuttavia a volte sono presenti momenti un tantino troppo melensi. Sebbene il regista abbia indicato Zakhar Perez come l'attore in partenza più simile al suo personaggio, è Galitzine quello che sembra essersi calato davvero alla perfezione nel ruolo, aiutato forse anche dal fatto che di principi, ormai, sta diventando abbastanza esperto (l'ultimo adattamento di Cenerentola vi ricorda nulla?).
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Rosso, Bianco e Sangue Blu: un momento del film
Può lasciare, invece, perplessi la gestione dei tempi, con i primi 40 minuti del film occupati da un susseguirsi di eventi presentati in maniera alquanto sbrigativa, come se non si vedesse l'ora di lasciarsi alle spalle i "convenevoli" e dedicarsi al resto della narrazione (anche in questo caso l'adattamento è fedele al romanzo d'origine). A risentirne è però il pacing della pellicola che, a causa di tale sbilanciamento, può creare scompenso nella percezione dello spettatore. Saranno forse anche le scelte di montaggio che non contribuiscono a un risultato perfettamente omogeneo in alcuni casi, ma queste potrebbero magari rappresentare un plus per alcuni.
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Rosso, Bianco e Sangue Blu: una foto del film
La maggior parte delle dinamiche e le interazioni tra i vari personaggi (almeno quelli che son stati mantenuti), a ogni modo, trovano con facilità la loro strada per il piccolo schermo, come ad esempio quella tra il braccio destro del Presidente Zahra (Sarah Shahi) e Alex, o quella tra quest'ultimo e l'agente della sicurezza Amy Gupta, sempre in grado di strappare un sorriso.
In conclusione Rosso, Bianco e Sangue Blu non innalzo a capolavoro né demonizzo la nuova produzione targata Prime Video, che fa il suo senza infamia e senza lode. Ma se, alla fine della visione, ciò che più vi sono rimasti sono l'umanità e il calore che il film si prefigge di trasmettere allo spettatore, allora la si può definire una rom-com piuttosto riuscita, al netto di tutti i difetti che può presentare.
Perché ci piace 👍🏻
La sensazione di tenerezza che è in grado di trasmettere.
Le trovate registiche utilizzate per rendere determinati passaggi della storia.
Buona chimica tra gli attori.
Cosa non va 👎🏻
Utilizzo dei tempi filmici e pacing del racconto.
Scelte di montaggio opinabili.
A volte eccessivamente didascalico, a volte un po' (troppo) melenso e artificioso.
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fairycele95 · 1 year ago
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QUEEN BEE CHALLENGE per The Sims 4 Ho trovato la versione inglese della mia sfida preferita adattata per The Sims 4!
Quindi l'ho tradotta in italiano, e, dato che la sto giocando, ha aggiunto delle migliorie e rifinito le regole, che a tratti erano poche e poco chiare.
Ci tengo a ricordarvi che la sfida è stata creata originariamente da tacos4sims (Queen Bee Challenge per The Sims 2) e adattata da Micemsims (Queen Bee Challenge per The Sims 4).
Se volete tentarla, non posso che augurarvi un buon divertimento!
LA SFIDA
Lo scopo è di popolare la vostra nuova partita/alveare allevando 60 bambini/api con 10 diversi uomini/api operaie.
PRIMA DI COMINCIARE
- Create un nuovo salvataggio.
- Trasferite almeno 10 sim maschi nelle varie case dello scenario. Possono essere townie generati dal gioco, sim dalla galleria, o townie che create voi stessi.
COMINCIARE LA SFIDA
- Create una giovane adulta femmina nel CAS, che sarà chiamata Ape Regina. Può avere qualsiasi aspirazione e tratto che volete.
- Trasferitela in un lotto che sia almeno 50x40 Ecco l'elenco dei lotti:
• Punta dell'oracolo gemello Newcrest
• La residenza Bailey Moon Del Sol Valley
• La Tana dei Ward Del Sol Valley
• Verde Vacuo Del Sol Valley
• Vecchia Penelope Strangerville
• Biblioteca d'alloro Britechester
• Parco dell'isola di volpe Henford on Bagley
• La residenza ito Henford on Bagley
• Viottolo del vecchio mulino 2 Henford on Bagley
• La coppia Serena Tartosa
• Celebrazioni d'amore Tartosa
• Bar & Bunker Tristo incisivo Moonwood Mill
• Parco Trotter Coplerdale
• Residenza Robles San Sequoia
• Residenza Michaelson
REGOLE
- La vostra Ape Regina deve far trasferire in casa con sé un sim maschio, preferibilmente il prima possibile.
- I due non possono sposarsi né fidanzarsi. L'uomo può solo coabitare. Può comunque aiutare a predersi cura dei bambini, trovarsi un lavoro ecc.
- I due sim avranno sei figli insieme. Quando il sesto figlio diventa neonato, l'uomo deve trasferirsi in una nuova casa e prendere con sé tutti i suoi 6 figli. A questo punto, l'Ape Regina deve far traferire da sé un altro fuco ed avere assieme ad esso altri 6 figli, e così via.
- Non potete giocare coi futuri fuchi prima che si trasferiscano a casa dell'Ape Regina.
- Niente matrimoni né fidanzamenti finché la vostra Ape Regina non ha partorito tutti i 60 figli/api.
- I fuchi e i figli non possono trasferirsi, avere figli né sposarsi con nessun altro prima di essere andati ad abitare fuori dalla casa dell'Ape Regina. Allo stesso modo, nessuno può trasferirsi nell'unità familiare dell'Ape Regina, se non il nuovo fuco quando il precedente ha terminato il suo "lavoro" ed è stato trasferito.
- La Pozione della Giovinezza e l'Essenza di Vita dalla pianta mucca sono permesse, anzi sono indispensabili per completare la sfida: perfino nell'eventualità che aveste 30 paia di gemelli, ogni gravidanza dura 3 giorni.
- Non si può usare il premio "Fertile" per nessuno dei due genitori, né il tratto del lotto "Su una linea temporale" né alcun altro stratagemma per forzare parti gemellari/trigemellari. Se avvengono, devono essere "spontanei".
- Vietato l'uso di cheat e/o hack che possano facilitare il gioco (per esempio, aumentare i fondi di famiglia, migliorare i bisogni ecc.).
FACILITAZIONI
- I neonati possono passare alla fase di vita successiva quando scadono le 48 ore dopo il parto (cioè quando appare il messagio che è il compleanno del bebè)
- Lattanti possono passare di età una volta ottenute 3 pietre miliari di ogni categoria
• Motricità basilare
• Motricità fine
• Prime volte
• Vita (sono solo due ovvero quello della nascita)
• Sociale
Trovate la lista pietre miliari qui
- I bebè possono passare alla fase di vita successiva se hanno massimizzato, cioè portato a livello 5, almeno un'abilità.
- I bambini possono passare alla fase di vita successiva se hanno completato la loro aspirazione e se hanno il 10 in pagella.
TERMINARE LA SFIDA
La sfida è completata quando il sessantesimo figlio dell'Ape Regina diventa neonato, e la decima famiglia si trasferisce fuori dall'unita familiare dell'Ape Regina.
Se l'Ape Regina diventa anziana prima di aver partorito il sessantesimo figlio, la sfida è da considerarsi fallita. La sfida fallisce anche nel caso in cui l'Ape Regina o il fuco attuale muoiano prima che l'Ape Regina abbia partorito il sessantesimo figlio.
IMPOSTAZIONI DI GIOCO
Prima di cominciare a giocare, nelle opzioni della modalità di gioco impostate le opzioni di gioco come segue:
- Autonomia: Totale
- Passaggio di età automatico (Sim usati in gioco): Solo unità familiare attiva
- Passaggio di età automatico (Sim non usati in gioco): NO (non spuntato)
- Durata della vita del Sim: normale
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megabif · 11 months ago
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Nico Vascellari
Alessio
Via
 Roma, un ragazzo fischia fuori da un bar imitando il canto degli uccelli. Il tempo e la vita attorno a lui sembrano scorrere tranquilli, una donna entra ed esce con la spesa, le auto si muovono, la gente parla, beve il caffè, mangia un cornetto. A Firenze, Alessio di Nico Vascellari è un’azione coreutica che coinvolge oltre trenta performer all’interno del magnifico Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, decorato nel XVI secolo per celebrare il potere di Cosimo I de’ Medici e le conquiste di Firenze sotto la sua guida. Qui lo sguardo scorre lungo le pareti, tra affreschi e sculture affollati da corpi in azione. E mentre gli occhi scoprono continui dettagli tra centinaia di combattenti avviluppati in gesti trionfali o in duelli all’ultimo sangue, la contemplazione diviene un’esperienza che coinvolge tutti i sensi mentre risuonano le urla di quella moltitudine di uomini. Alessio è questo e molto altro, è un’opera che nasce da quelle immagini ma non solo, è un lavoro attorno alla gestualità e alla sua istintività, è un ragazzo che fischia fuori da un bar.
Una performance senza aggettivi. Alessio, che Nico Vascellari porta nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio è una coreografia di corpi i quali riproducono gli stessi gesti che, a video, fa il giovane ventiseienne romano da cui prende il titolo il lavoro dell’artista di Vittorio Veneto: Alessio, un ragazzo autistico.
La mamma, racconta che, fino ai due anni e mezzo, sembrava che tutto filasse liscio: «Poi la sua regressione verbale e l’inizio di una vita e di una modalità di comunicazione nuova, fatta di gesti. Alessio vive oggi la relazione con l’altro da sé in questo modo. Oltre ad alcune regole che si devono seguire io lo lascio molto libero di esprimersi come vuole. Lui è molto consapevole di se stesso. Ed è più libero dei suoi coetanei. Frequenta una cooperativa sociale. È seguito da una psicologa e da pochissimo ha un’assistenza, la chiedevo da 8 anni. Adesso finalmente è arrivata e questo gli consente di passare il suo tempo libero accanto ai ragazzi della sua età». 
Una performance senza aggettivi, si diceva, quella che ci mostra il ragazzo davanti a un supermercato e sotto di lui 30 ballerini a riprodurne le movenze (è arrivata Asia Argento, amica personale dell’artista, per vederla). Un’ora durante la quale non si tratta di distinguere tra chi è normale e chi no. Chi è diverso e chi no. Quello che, senza scossoni, senza turbamenti, senza giudizio, ci mostra il lavoro di Vascellari su Alessio è un linguaggio gestuale fatto di ripetizioni, di suoni gutturali, di un corpo che ha bisogno di toccarsi per percepire se stesso in relazione con gli altri (la mano più volte sbattuta sulla fronte, i salti, gli schiaffi ripetuti in varie parti delle gambe). Cose così. Nulla di più nulla di meno. 
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susieporta · 2 months ago
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RIPARARE L'AMORE
Allontanare una persona problematica dalla nostra vita, senza aver guardato la situazione fino in fondo, questo è garanzia che ne attireremo un'altra simile.
Non farsi abusare è più che lecito, mettere dei paletti è doveroso, amore e compassione non è permettere agli altri di usarti come un oggetto, ma prima, serve osservare molto bene cosa in noi l'ha attirato/a nella nostra vita, perché la vita non procede mai a caso, la vita sistema bene i suoi pezzi sulla scacchiera.
Ciò che attiri ha a che fare con te, il caso non esiste.
Ci sono delle lezioni da appendere:
- Chi non ama se stesso, dovrà imparare ad accettarsi, ad amarsi e a proteggersi.
- Chi sente di essere stato ferito e vive nella commiserazione e nel risentimento, dovrà imparare a perdonare e a lasciare andare il passato per non trattenere veleno nel cuore, cosi fa un favore a se stesso.
- Chi non ha pazienza, dovrà imparare la pazienza, ad avere pazienza con se stesso e con gli altri.
- Chi è carico di rabbia e di odio, dovrà imparare a mettersi al posto degli altri, la compassione.
- Chi è debole e facilmente influenzabile, dovrà recuperare se stesso ed il suo potere interiore.
- Chi tende ad abusare, dovrà imparare ad amare, e a non usare gli altri per compensare le sue deficienze.
- Chi si attacca morbosamente agli altri, dovrà imparare a stare bene anche in solitudine e ad apprezzarne il sapore, lo stare bene con se stessi.
- Chi soffre di invidia e di gelosia, dovrà imparare a darsi fiducia, ad avere più rispetto di se stesso, e dare più valore alla sua vita.
- Chi tende a combattere gli altri ha un carattere competitivo e ha sempre bisogno di dimostrare se stesso come il migliore rispetto agli altri, egli dovrà armonizzare corpo, mente, cuore, ed energia in relazione agli altri.
- Chi ha paura degli altri e dei loro giudizi, dovrà rafforzare la fiducia in se stesso, imparare a conoscere se stesso ed apprezzare se stesso e le sue qualità.
- Chi è avaro nei sentimenti e nel condividere, dovrà imparare l'apertura e la generosità d'animo.
Qual'è la nostra lezione d'apprendere in questa vita?
E' la nostra Essenza che attira la vita e tutto ciò che dobbiamo ancora vivere, accettare e comprendere per raggiungere la completezza.
RIPARARE AMORE
Ama ed accetta te stesso totalmente.
Poi ama ed accetta gli altri.
Questo è il compito di una persona adulta e matura.
Non provarci neanche a pretendere amore per sentirti amato ed accettato.
Non è così che funziona l'amore.
Come adulto, comincia da te stesso e poi osserva che cosa esattamente ti impedisce di amarti e di accettarti...
Lavora sugli impedimenti, su ciò che si frappone fra te e l'amore, fra te e la fiducia, fra te ed il rispetto, fra te e la libertà di vivere te stesso/stessa pienamente così da non dovere usare qualcuno come biberon.
Questa è la base per vivere delle relazioni sane, profonde, interdipendenti.
Ricomincia da te stesso.
Da Gennaio a Luglio 2025 terrò un MASTER di 7 moduli (un modulo al mese) online dal titolo: "RIPARARE L'AMORE".
Un profondo lavoro su di sé dedicato a chi non crede più nella possibilità di poter vivere una sana relazione intima.
Info e prenotazioni scrivere a: [email protected]
Roberto Potocniak
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ma-come-mai · 11 months ago
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COME LIBERARCI DALLA LEGGE DEL PENDOLO
Ognuno di voi è sotto la legge del pendolo.
Ognuno di voi sente il bene e poi sente il male, si sente felice e poi si sente derelitto, ognuno di voi sente affetto e amore e poi sente l’opposto, – l’avversione – e quel curioso opposto dell’affetto per il quale non c’è nome. Questa è vita meccanica. Tutto questo è vivere meccanicamente. Questo vuol dire vivere nell’oscillazione del pendolo della vita e finché vi resterete quello che guadagnate lo perderete e così resterete sempre nello stesso livello di Essere. In un momento voi amate, nel momento successivo voi odiate; in un momento sentite entusiasmo, il momento successivo vi sentite abbattuti; in un momento pensate di essere una gradevole persona, ed il momento successivo sentite che non lo siete. 
In un modo o nell’altro noi dobbiamo cercare di non stare più tanto sotto quest’inevitabile legge del pendolo, che fa avanzare e ritirare le maree, che fa sì che l’inverno sia seguito dall’estate, l’estate dall’inverno. 
Noi abbiamo alcuni momenti di espansione, ed alcuni momenti di contrazione. Abbiamo momenti in cui le cose vanno bene e momenti in cui le cose vanno male. Il pendolo della nostra psicologia, delle nostre emozioni, del nostro benessere generale, va su e giù. Ma quando il pendolo ondeggia indietro, questa dovrebbe essere una fase in cui vengono messe in ordine le cose, in cui uno si consulta con se stesso, in cui le cose vengono sistemate bene, e vengono preparate prima che uno prosegua di nuovo. Voi non potete aspettarvi di essere sempre gli stessi. 
In altre parole, l’oscillazione negativa del pendolo, per la maggior parte delle persone è solo uno spazio vuoto. Mentre dovrebbe essere una fase abitata dalla consapevolezza e da un senso del Lavoro in cui uno cerca di unificarsi e di riflettere, e non pensa invece che tutto sia finito. Ora se uno può vivere con consapevolezza in entrambi i lati dell’oscillazione del pendolo in ogni punto, la sua vita non sarà più insoddisfacente, cioè una semplice funzione dell’ondeggiamento del pendolo. Uno impara a vedere le cose da due punti di vista. S’impara a prendere sé stessi da due punti di vista, e soprattutto s’impara a prendere gli altri nello stesso modo. Invece d’essere molto disgustato, o annoiato, o seccato, si cominciano a mettere, in questo paese incivile se stesso, in questo luogo barbaro, dei pensieri più consapevoli e la memoria, per poi ritornare nell’oscillazione del pendolo avendo preparato qualcosa, ed ancora una volta rientrare nella vita senza essere depresso, e soprattutto senza sentirsi senza speranza.
Quello di cui sto parlando ha a che fare con il vedere entrambi i lati, il lato nero ed il lato lucente, insieme, per mezzo della memoria conscia, per mezzo del Lavoro, ed è solo per mezzo del Lavoro che voi potrete ricordare entrambi i lati del pendolo e così, gradualmente passare psicologicamente nella parte media del pendolo, dove è situato tutto quello che cerchiamo in questo Lavoro. Questo corrisponde a creare un intero circolo, ad essere capaci di girare lungo il circolo della vita, in modo che essa non sia più un pendolo, ma un movimento circolare che non è più governato dagli opposti.
(Vi ho già detto che il movimento del pendolo in realtà è un movimento circolare visto in due dimensioni. Cercate di chiarirvelo praticamente da soli.)
Ora, quando voi girate intorno al circolo di tutte le esperienze, voi cominciate a mettere nella vostra consapevolezza il lato oscuro di voi e voi non vedrete più quelle contraddizioni che vengono invece dal punto di vista della vita del pendolo. Questo significa un aumento di consapevolezza. Questo significa vedere che l’estate e l’inverno non sono opposti, ma sono situati su un circolo, un ritmo che è necessario. La gente che vive molto negli opposti, la gente che discute sempre se questo o quello è giusto sono nell’illusione del pendolo.
Vi citerò su ciò un detto molto antico. Finché avete dei concetti rigidi su ciò che è giusto o sbagliato, voi non potete creare in voi questo cerchio psicologico.
Questo detto viene dagli scritti di Kwang-Zeu:
Egli disse: “Ogni soggetto può essere guardato da due punti di vista – da questo e da quello… Ma questo punto di vista comprende allo stesso tempo sia il giusto sia lo sbagliato – i due punti di vista non hanno trovato il loro punto di corrispondenza che viene chiamato il punto fondamentale del Tao. Appena uno trova questo perno egli si situa al centro dell’anello (o di pensiero) da dove egli può rispondere senza fine ai punti di vista che cambiano; – come a quelli che affermano e a quelli che negano. Perciò dico:  “Non c’è niente come la propria luce (della mente)” “.
Questa cosa chiamata il Tao in realtà è il Lavoro. È una riconciliazione in voi degli opposti ed il raggiungimento di un nuovo posto in cui gli opposti non vi controllano. È chiamato il Tao nell’antico esoterismo cinese.
È una Via. Tao significa una Via o una Via armoniosa. Per esempio in un momento voi pensate d’essere buoni e il momento successivo di esser cattivi e se vi osservate criticamente sarete sempre in questo dilemma, in questo doppio sentimento. 
di Maurice Nicoll Tratto da Commentari psicologici sull’Insegnamento di Gurdjieff e Ouspensky
Volume II Cap. 83 Quaremead, Ugley, 7 luglio, 1945 
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vincentp17 · 1 year ago
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Menzogne !!!
I signori del potere hanno costruito una civiltà su un cumulo di menzogne, sarebbe più preciso dire che se ne sono impossessati, la loro ambiguità ha finito per generare una sorta di realtà alternativa, una società civile, costruita dai nostro padri, che credevano fermamente in quello che dicevano e facevano, e una società sommersa nella prima a nascondere la propria natura perversa, incivile, che tutto l’opposto di quella cui affermano di vivere –sempre riferendomi ai signori del potere- che i discendenti di quei padri fondatori, corrotti e avidi, hanno eretto in nome del profitto. In definitiva, una civiltà che rispecchia appieno la natura dell’essere umano, quel dualismo di ying e yang, luce e tenebra, male e bene.
A differenza, però, che la loro realtà e fatta di assoluta tenebra, un mondo oscuro in cui tutti devono loro, tutti sono ai loro piedi, tutti dipendono dalla loro parola. questi personaggi, molto singolari, amano decidere della vita altrui, disporre dei loro simili che definiscono operai ma nella loro mente sono solo schiavi al loro servizio, cui devono loro piena e assoluta obbedienza.
La loro economia non è il lavoro, non è di certo il produrre beni di consumo essenziali e di utile dominio, essa si basa sul consumismo, spingere il genere umano ad acquistare tutto quello che gli capita tra le mani, indipendentemente se si tratta di utilità o meno.
Parlano di lotta all'inquinamento, al surriscaldamento globale, alla prevenzione delle malattie, si, ma in realtà è solo un pretesto per girare la frittata dalla loro parte, ovvero prelevare fondi pubblici a loro piacimento per ottenere maggiori profitti. Per il resto poi, basta puntarsi il dito l'un l'altro ma mai fare un mea culpa.
Sono vili e privi di scrupoli, gli uomini di potere, nessuno conta per loro quanto sé stessi che mettono al centro del mondo, egocentrici nel loro modo d'essere, trattano gli altri come oggetti di uso comune, ponendosi al di sopra di tutto e tutti. Soprattutto non sono persone affidabili, loro credono solo in sé stessi, gli altri sono solo individui da sfruttare per i pori fini. Per questo sono inaffidabili, non si legano a nessuno e possono tradirti in qualunque momento, dipendono solo da chi li sostiene nelle folle ideologie.
Per questo hanno costruito un mondo che si basa sulla menzogna, dato che il mondo dei loro padri si basava sulla giustizia, fratellanza, uguaglianza, di certo non è adatto alle loro idee di possesso ma del vivere insieme in armonia e soprattutto in pace.
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