#la libertà dei sentimenti
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kb9-ships-mistercriky · 9 months ago
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Chapters: 8/23 Fandom: Men's Football RPF Rating: Explicit Warnings: No Archive Warnings Apply Relationships: Zlatan Ibrahimović/Simon Kjær, Brahim Díaz/Sandro Tonali, Theo Hernandez/Daniel Maldini Characters: Zlatan Ibrahimović, Simon Kjær, Sandro Tonali, Brahim Díaz, Theo Hernandez, Daniel Maldini Additional Tags: Sentimental, Feels, Comedy, Fun, Erotic, Hot, Sexual Curiosity, Exploring, kjbra, sandrim, daneo, Slash, happy slash, milan on fire Series: Part 4 of Milan On Fire Summary:
"- Sì e chi si fa avanti a chiedergli se hanno problemi e se hanno bisogno di una mano? - No, ma soprattutto chi gli chiede se stanno insieme?! - puntualizzò Samu. - Tu che te lo sei portato a letto potresti trovare le palle anche di fargli queste domande! - brontolò Theo in direzione di Brahim. - Perché non dici a lui di chiederlo a Simon? Fra i due è quello con cui hai più possibilità di parlare in modo costruttivo senza essere distrutto!"
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diceriadelluntore · 22 days ago
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Storia Di Musica #357 - Nick Cave And The Bad Seeds, Your Funeral...My Trial, 1986
C'è un sentimento comune nei dischi che hanno a che fare con Berlino: sono dischi che esprimono dei tormenti umani giganteschi, registrati dagli artisti in momenti cruciali della loro vita, spesso non solo artistica. Bowie quando decise di andare a Berlino per la sua trilogia (che per senso filologico dovrebbe essere una tetralogia, dato che fu il creatore anche di The Idiot di Iggy Pop) era nel pieno di una crisi creativa, di una dipendenza da droghe, autore di gaffe clamorose (una terribile in cui disse in una intervista: "In Inghilterra sarei potuto diventare Hitler. Non sarebbe stato difficile. I concerti erano così spaventosi che persino i giornali scrivevano: “Questa non è musica rock, questo è Hitler! Bisogna fare qualcosa!”. E avevano ragione. Era fantastico. In realtà… credo che sarei stato un gran bell’Hitler").
Una cosa simile avvenne dieci anni più tardi a Nick Cave. Conclusa l'esperienza con i Birthday Party nell'estate del 1983, decide di continuare la carriera come solista. Va per questo a Berlino, un posto che, nelle parole dello stesso Cave "ci ha dato la libertà e l'incoraggiamento per fare qualsiasi cosa avessimo voluto fare". Con lui ci sono Mick Harvey, batterista dei Birthday Party, con cui forma i Bad Seeds, sorta di supergruppo comprendente Barry Adamson dai Magazine al basso e Blixa Bargeld dei berlinesi Einstürzende Neubauten. Il primo disco però è ancora registrato a Londra, From Here To Eternity, con ricordi blues stralunati dalla slide di Bargeld, con due cover bellissime di In The Ghetto di Elvis Presley e Avalanche di Leonard Cohen. Nasce qui il suo mito: la sua voce teatrale, cavernosa, inquietante, che racconta di incubi, personaggi strani, ossessioni e dolore. In quello stesso periodo, vive un rapporto devastante con l'eroina: nonostante questo, pubblica The Firstborn Is Dead a Berlino, nei mitici Hansa Tonstudios usati dallo stesso Bowie. Il titolo è un riferimento al gemello di Elvis nato morto insieme a lui, c'è ancora il lato tragico del Blues e una cover di Dylan, Wanted Man, corretta nel testo con l'approvazione del Maestro di Duluth. Per Kicking Against The Pricks (1986), che è una raccolta di interpretazione di cover, entra in gruppo Thomas Wydler, batterista, che permette a Harvey di passare alle tastiere.
Le registrazioni di Your Funeral...My Trial avvengono nell'estate del 1986 presso gli Hansa Tonstudios. Cave è al massimo della disperazione fisica e mentale, l'idea iniziale era di fare due EP con i due titoli My Funeral e My Trial, ma nonostante la gravità della sua condizione psicofisica, alla fine le registrazioni furono entusiasmanti, tanto che tutti considerano questo il loro miglior disco della loro futura ultra-trentennale carriera. È un disco dove i racconti e le storie sono pieni di controcanti, di voci della mente e dei sentimenti che si rincorrono. Quasi tutto è opera di Cave e Harvey, l'unica cover è una versione acuta e sorprendentemente drammatica di Long Time Man di Tim Rose. È il disco notevolmente più compiuto e vario rispetto ai precedenti, che esplora un'ampia gamma di musiche pur mantenendo centrale la visione spesso oscura e sempre appassionata di Cave. Canzoni come Jack's Shadow, una delle future canzoni simbolo, e gli stati d'animo più gentili ma comunque malinconici di Sad Waters, che raccontano una scena in riva al fiume tra una coppia, sono semplicemente grandiose: Cave qui non solo canta ma suona anche l'organo Hammond, aggiungendo un'aria stranamente dolce all'atmosfera notturna del pezzo. The Carny è sicuramente il momento clou, l'accompagnamento di carillon/carnevale incrinato per gentile concessione di Harvey è del tutto appropriato per il racconto di Cave di un circo andato orribilmente male: da questa canzone Marc Craste nel 2003 ricaverà un cortometraggio animato, Jo Jo In The Stars, che vincerà il BAFTA Award for Best Animated Short Film nel 2004. Hard On For Love, come il titolo rivela abbastanza chiaramente, è allo stesso tempo sensuale e schietta fino al testo, riferimenti biblici e tutto il resto, mentre la musica febbrile sale in un'ondata di emozioni. Stranger Than Kindness è scritta da Bargeld e da Anita Lane, cantautrice australiana che da qui in poi collaborerà con i Bad Seeds.
Una versione di The Carny verrà suonata nel film Il Cielo Sopra Berlino di Wim Wenders, dove Cave e i Bad Seeds interpretano loro stessi suonando dal vivo. Cave, la cui carriera verrà segnata da traumi colossali, ha sempre amato questo disco, secondo le sue stesse parole "è molto speciale per me e sono successe un sacco di cose fantastiche, musicalmente, in studio. Ci sono alcune canzoni in quel disco che per quanto mi riguarda sono quasi perfette": una perfetta descrizione di un incubo.
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yellowinter · 9 months ago
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voglio persone sincere nella mia vita, vere, che sappiamo amare e comunicare, che abbiano voglia di condividere idee, passioni, sentimenti, che vogliano creare legami profondi, che vogliano andare oltre alle apparenze e alla superficialità di questa società... sognatori, in grande, che ricercano la libertà, l'avventura e la follia, senza giudizi, senza schemi, senza paura di mostrare le proprie emozioni... artisti, creativi, innovatori, pionieri dei pensieri, gente che fa ciò che dice, piena di passione, che abbia capito che la vera forza sta nella gentilezza.
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fiamme-di-nostalgia · 3 months ago
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La verità è che vivo nel tormento invisibile della mia stessa vergogna. In un fragile momento di vulnerabilità, ho abbassato le difese e ho permesso ad un'estranea di attraversare il confine della mia esistenza, come un'ombra sottile che scivola sotto il fondo di una porta.
Avevo un disperato bisogno di essere visto, di essere capito, e ho abbracciato quella presenza come se fosse l’unico faro, un lumicino di speranza nell'oscurità di una tempesta interiore.
Le onde del mio tormento si infrangevano con furia, ma lei brillava come un'ancora, un miraggio di stabilità. Questa persona mi ha regalato un'illusione di pace e sicurezza, facendomi credere di essere finalmente al riparo dalle mie paure.
È stato come un caldo abbraccio, come il primo sorso di una tazza di tè bollente durante una giornata grigia e uggiosa, un conforto inaspettato che riscaldava l’anima. 
E così, lentamente, è diventata una dipendenza. Come un veleno subdolo e dolce che ha messo radici dentro di me, facendomi credere che senza di lei nulla avesse più senso. Mi sono lasciato cullare da quella fantasia di libertà, come se tutto fosse finalmente a portata di mano, come se per la prima volta mi sentissi capito, apprezzato, accolto.
E ho desiderato rimanere lì, in quell'illusione. 
Non volevo spezzare l’incanto, non volevo guardare in faccia la realtà. Eppure, dietro la dolcezza, c'era sempre il sibilo della paura: paura di affezionarmi troppo, di perdere tutto in un battito di ciglia. 
Mi sono trovato intrappolato tra il desiderio di avvicinarmi e il terrore di essere abbandonato, come un topo in trappola, aggrappato a un legame che sapevo fragile.
E poi, senza preavviso, quella persona si è dissolta come fumo, lasciandomi da solo a fare i conti con la mia ingenuità e con le macerie dei miei errori. Ma in tutto questo, se c'è una lezione amara che ho imparato, è che non posso portare da solo il peso di ogni colpa. 
Non posso continuare a punirmi per aver aperto il cuore, per aver creduto, anche solo per un attimo, che potesse essere vero. Se ho ceduto, è perché qualcuno ha saputo danzare sulle mie fragilità, ha sfiorato i miei sentimenti e, anche se inconsapevolmente, ha scelto di fare leva sulle mie paure, lasciandomi indifeso.
E ora, mi prometto di non dimenticare. Di riconoscere chi, con una maschera di gentilezza, si muove nell'ombra agendo con una sottile sagacia, cercando di toccare le vulnerabilità altrui per soddisfare i propri bisogni nascosti.
E mi auguro, con dolcezza, di non dover più incrociare la strada di chi trasforma la fiducia in un'arma. 
Questa, forse, sarà la mia salvezza.
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canesenzafissadimora · 7 months ago
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Prometto di esserti fedele sempre La fedeltà è l'altro nome del possesso, l'umore dove fermenta la tossina della gelosia, che inquina i sentimenti e struttura i rapporti di potere più dolorosi e squilibrati. Nel momento stesso in cui la pronuncio, la parola diventa falsa e riesco a definirla solo per negazione: so quello che fedeltà non è. Da ragazzina quando compravo "Cioè" rispondevamo ai test con domande come: "Sei un tipo fedele?". Io non sapevo mai cosa dire. Capivo che dire di no avrebbe fatto di me una brutta persona, ma a dire sì proprio non riuscivo. Se significava consacrare la propria libertà alle insicurezze di qualcun altro, allora no, non sono fedele. Se significa stare con qualcuno che mi considera un bene proprietario di cui si può rivendicare l'esclusiva, non sono fedele. Se significa che qualcuno può pretendere di avere controllo sui miei comportamenti, sui miei pensieri, sul mio corpo o sulle mie scelte, non sono fedele. La struttura dei rapporti queer rigetta la fedeltà e richiede affidabilità. Con chi vai a letto o di chi t'innamori sono dati ininfluenti: la romanticizzazione e la sessualizzazione dei rapporti sono le armi con cui il binarismo patriarcale controlla la vita delle persone, specie di quelle che chiama donne. Quando il gioco della vita si fa duro, vince soltanto chi resta e fa quello che serve. Chi mi vuol bene sa che ci sono e ci sarò, ma la mia responsabilità è direttamente proporzionale alla libertà con cui posso agirla. Si può voler davvero appartenere a un altrə in modo esclusivo, sotto minaccia di legge o dello stigma sociale dell'infedele? La violazione della fedeltà è l'alibi delle violenze domestiche e dei femminicidi. È in nome della fedeltà che si può dare a una donna della puttana, giudicarne il comportamento e persino ottenere le attenuanti in tribunale se la si ammazza. Se devono imporci di promettere fedeltà, è perché non ci appartiene: tuttə vogliamo essere liberə, perché solo dentro alla più completa libertà è possibile esercitare la più stabile delle responsabilità. Non avrò bisogno di fuggire, se non cercherai continuamente di ficcarmi dentro una gabbia.
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smokingago · 7 months ago
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Lei aveva paura di amare.
La sua mente percepiva come una minaccia l’imprevedibile, l’ignoto, perché ciò che lei non conosceva lo vedeva come incontrollabile.
Ad incuterle paura era uno scenario che all’apparenza non possedeva nulla di minaccioso, aveva una grossa difficoltà a spiegarsene le motivazioni.
Lei aveva paura di innamorarsi, paura di instaurare una relazione alla cui base ci fosse un vero innamoramento.
L'amore per lei non era come un qualcosa di positivo, qualcosa di benefico, era una cosa da evitare.
Eppure ricercava dall’altra parte vicinanza, affetto comprensione e stabilità, come tutti.
Viveva emozioni molto intense che percepiva come incontrollabili e pericolose, perché prendevano il sopravvento sul proprio modo abituale di fare e di pensare.
Cercava si un amore, vivere una relazione seria, ma ne era altresì spaventata e non riusciva a lasciarsi andare a causa delle sue resistenze mentali, che la bloccavano e non le permettevano di vivere serenamente una storia d’amore.
Era la sua "anoressia sentimentale" , non riusciva ad amare davvero per il timore di soffrire, ipercontrollando i propri sentimenti e esasperando il proprio bisogno di indipendenza e invulnerabilità.
Arrivava a manifestare veri e propri sintomi di ansia e paura sconsiderata e irragionevole, che la spingevano a evitare tutte quelle situazioni, o persone, che potevano portarla ad un coinvolgimento sentimentale.
Le vedeva come un pericolo alla propria stabilità emotiva, fino a portarla a sperimentare dei veri e propri attacchi di panico.
Rifiutava di impegnarsi, la paura d’amare nascondeva in lei il timore della perdita della libertà.
Aveva sempre creduto nell'amore, ma era incapace di amare.
Cit. Smokingago (liberamente tratto)
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susieporta · 3 months ago
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RIPARARE L'AMORE
Allontanare una persona problematica dalla nostra vita, senza aver guardato la situazione fino in fondo, questo è garanzia che ne attireremo un'altra simile.
Non farsi abusare è più che lecito, mettere dei paletti è doveroso, amore e compassione non è permettere agli altri di usarti come un oggetto, ma prima, serve osservare molto bene cosa in noi l'ha attirato/a nella nostra vita, perché la vita non procede mai a caso, la vita sistema bene i suoi pezzi sulla scacchiera.
Ciò che attiri ha a che fare con te, il caso non esiste.
Ci sono delle lezioni da appendere:
- Chi non ama se stesso, dovrà imparare ad accettarsi, ad amarsi e a proteggersi.
- Chi sente di essere stato ferito e vive nella commiserazione e nel risentimento, dovrà imparare a perdonare e a lasciare andare il passato per non trattenere veleno nel cuore, cosi fa un favore a se stesso.
- Chi non ha pazienza, dovrà imparare la pazienza, ad avere pazienza con se stesso e con gli altri.
- Chi è carico di rabbia e di odio, dovrà imparare a mettersi al posto degli altri, la compassione.
- Chi è debole e facilmente influenzabile, dovrà recuperare se stesso ed il suo potere interiore.
- Chi tende ad abusare, dovrà imparare ad amare, e a non usare gli altri per compensare le sue deficienze.
- Chi si attacca morbosamente agli altri, dovrà imparare a stare bene anche in solitudine e ad apprezzarne il sapore, lo stare bene con se stessi.
- Chi soffre di invidia e di gelosia, dovrà imparare a darsi fiducia, ad avere più rispetto di se stesso, e dare più valore alla sua vita.
- Chi tende a combattere gli altri ha un carattere competitivo e ha sempre bisogno di dimostrare se stesso come il migliore rispetto agli altri, egli dovrà armonizzare corpo, mente, cuore, ed energia in relazione agli altri.
- Chi ha paura degli altri e dei loro giudizi, dovrà rafforzare la fiducia in se stesso, imparare a conoscere se stesso ed apprezzare se stesso e le sue qualità.
- Chi è avaro nei sentimenti e nel condividere, dovrà imparare l'apertura e la generosità d'animo.
Qual'è la nostra lezione d'apprendere in questa vita?
E' la nostra Essenza che attira la vita e tutto ciò che dobbiamo ancora vivere, accettare e comprendere per raggiungere la completezza.
RIPARARE AMORE
Ama ed accetta te stesso totalmente.
Poi ama ed accetta gli altri.
Questo è il compito di una persona adulta e matura.
Non provarci neanche a pretendere amore per sentirti amato ed accettato.
Non è così che funziona l'amore.
Come adulto, comincia da te stesso e poi osserva che cosa esattamente ti impedisce di amarti e di accettarti...
Lavora sugli impedimenti, su ciò che si frappone fra te e l'amore, fra te e la fiducia, fra te ed il rispetto, fra te e la libertà di vivere te stesso/stessa pienamente così da non dovere usare qualcuno come biberon.
Questa è la base per vivere delle relazioni sane, profonde, interdipendenti.
Ricomincia da te stesso.
Da Gennaio a Luglio 2025 terrò un MASTER di 7 moduli (un modulo al mese) online dal titolo: "RIPARARE L'AMORE".
Un profondo lavoro su di sé dedicato a chi non crede più nella possibilità di poter vivere una sana relazione intima.
Info e prenotazioni scrivere a: [email protected]
Roberto Potocniak
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fioredialabastro · 7 months ago
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Di germogli, radici e boschi: ci vuole tempo, per fare l'amore
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Uno dei più grandi inganni del nostro secolo è credere che corpo e anima siano due entità distinte e indipendenti. Questo ha portato a concedersi all'altro con più facilità, depotenziando e sottovalutando la felicità suprema che si prova solo nel far coincidere interiorità e fisicità. A prova di ciò, basta guardare qualsiasi film sentimentale per accorgersi quanto sia diventato normale, perfino doveroso, andare a letto insieme nelle prime fasi di una conoscenza, se non addirittura dopo i primi appuntamenti. Insomma, è stato sufficiente manipolare subdolamente il vero significato della libertà sessuale, sacrosanta conquista sociale e morale: anziché intendere "fai l'amore con chi vuoi" come "fai l'amore con chi scegli, con chi ritieni degno", lo si interpreta come "fai l'amore con chiunque", definendo puritani o bigotti coloro che invece preferiscono trovare con cura la persona a cui donare la propria anima attraverso il corpo, perfetto e unico strumento di espressione tangibile di ciò che si ha dentro.
Ci vuole tempo, per conoscere una persona. È un lungo e stimolante viaggio, in cui ci si spoglia, lentamente, passo dopo passo. L'intimità è una perla preziosa, è un dono per pochi. Dopodiché, una volta costruita la fiducia, si comincia a custodirsi, ad amarsi. È un cammino faticoso ed impervio, ma anche ricolmo di bellezza, di grazia. Solo allora, si prova quel desiderio puro, quella bramosia di unirsi in un solo corpo, in cui si fa davvero l'amore, in cui si raggiunge l'estasi perché si vuole passare il resto della vita insieme, con nessun altro, finché si respira. Se non si anela a questo, si finisce per dare troppo peso alla fisicità o alla dimensione spirituale, vivendo inevitabilmente a metà, sottostimandosi, depotenziandosi, sprecando l'occasione di essere davvero felici.
Non ho mai raggiunto quel livello con qualcuno, pur avendo fatto l'amore con il mio fidanzato di allora, pur avendo aspettato che la relazione diventasse stabile e forte, perché il tempo non è solo quantità, ma anche qualità. Credevo mi amasse, invece ne era incapace, e ancora adesso, a distanza di cinque anni, ho nel cuore i solchi dell'edera velenosa che soffocò con la violenza il fiore immacolato dei sentimenti più puri.
Tuttavia, ci credo ancora nell'amore, in quella sacra unione di corpo e anima che trascende l'umano e raggiunge il divino, così forte che solo ad immaginarlo mi sento imbevuta di gioia e sempre più incapace di accontentarmi, di scendere a deleteri compromessi.
Perciò, caro futuro amore mio, sangue del mio sangue, ossa delle mie ossa, compagno di vita: saremo così felici e unificati solo se e quando ci baceremo ovunque sapendo di toccare taumaturgicamente le corde più profonde della nostra anima, dalle più dolorose alle più gaudenti; ci disseteremo di vero piacere se e solo quando, crescendo insieme, uniremo le nostre radici sotto la pioggia, tramutandoci in un bosco rigoglioso e verdeggiante.
Nell'attesa, perciò, diamoci il tempo di germogliare, di dirci:
"È una lunga storia."
"Non preoccuparti, ho tempo."
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im-asiatica · 11 months ago
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Ah, L’Amore! Tanto amato e tanto odiato. Ho 16 anni, sinceramente non so cosa significa essere amati, ma so cosa vuol dire amare. Per me l’amore è qualcuno che quando è in giro ti compra qualcosa dicendo “ho pensato a te“. L’Amore è mio padre che nonostante le difficoltà fa di tutto per me e la mia famiglia. L’amore è la lettura un miliardo di storie che ti coinvolgono in una avventura unica e irripetibile. L’amore è guardare le stelle e pensare che ne esiste una per ognuno di noi abbastanza lontana per impedire ai nostri dolori di offuscarla. L’amore sono i protagonisti dei miei libri preferiti, che nonostante tutto trovano sempre un modo per amarsi. Ma soprattutto per me l’amore sono io, che nonostante le delusioni continue non smetto mai di amare, perché dopo tutto continuo ad avere un grande bene per le mie vecchie relazioni. Se dovessi dire cosa rappresenta l’amore senza dubbio risponderei così.
Per esperienza passata posso dire che l’amore è libertà, senza oppressione, ma sempre con un pizzico di gelosia.Non esiste amore,se ti vieta la gioia, la vita e la libertà. Sono dell’idea che l’amore ossessiona, invade la mente e il cuore ; ognuno di noi cerca un amore passionale che ci stravolge l’anima, e senza ossessione a parer mio non si può amare al 100%, mi spiego meglio: Amare significa lasciare la persona per cui proviamo questi sentimenti libera, tuttavia se noi non abbiamo un pizzico di ossessione, questa persona non può invadere ogni cellula del nostro corpo. Amare vuol dire impazzire all’idea di perdere chi amiamo, non dormire la notte dopo un litigio, provare nonostante tutto a risolvere.
Sono dell’idea che ci siano centinaia di modi diversi per amare, ma come disse una mia vecchia conoscenza “Io ti amo, ma non nella mia concezione d’amore”, sarò onesta, questa frase mi ha tormentato le giornate, settimane e settimane a rimuginarci su, però alla fine ho capito che esistono due tipi di persone, chi ama e chi viene amato. Chi ama vive la relazione con passione, con dedizione assoluta e con romanticismo. Chi è amato, si limita ad essere idolatrato. Non dico che amare sia brutto, non fraintendetemi, ma la verità è che si soffre moltissimo.
Non possiamo amare se non siamo pronti a soffrire. L’amore è 50% anche dolore, non scordiamolo mai.
Però sono dell’idea che non ci sia cosa più bella di essere innamorati, con le farfalle nello stomaco e la testa tra le nuvole, ma se vogliamo amare dobbiamo essere pronti anche al lato doloroso dell’amore, cioè la sofferenza che ci porta la perdita della persona amata, perché ci vuole un coraggio immenso per amare ed essere pronti anche all’effetto collaterale.
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seoul-italybts · 3 months ago
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[✎ ITA] GQ Japan : JIN dei BTS, l'Inizio di un Nuovo Viaggio | 08.11.24⠸
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GQ Japan - dicembre 2024
INTERVISTA di SHIZUKO MIZUTA
JIN dei BTS, l'Inizio di un Nuovo Viaggio
Twitter / X
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I BTS hanno sospeso le attività nel 2022 per svolgere il servizio militare. Dopo un anno e mezzo nell'esercito, JIN è finalmente tornato. Ora che ha compiuto il primo passo verso questo nuovo viaggio, JIN ci confida le sue sensazioni e pensieri correnti.
Dal debutto, nel 2013, ad oggi i BTS sono passati alla storia. Nonostante inizialmente non avessero ricevuto tanto interesse, i sette membri hanno sempre dedicato tutto loro stessi al canto, al ballo e ad una pratica rigorosa.
Poco tempo dopo, i BTS hanno lanciato un messaggio veramente d'impatto con la loro serie di album "LOVE YOURSELF", esternando attraverso il canto le loro emozioni e pensieri più profondi e sinceri. Questo motto si è presto diffuso in tutto il mondo. Sentirsi insicurə rispetto alla propria identità ed avere poca autostima è un disagio condiviso da moltə giovani in tutto il mondo. E chissà quante persone si sono sentite ri-affrancate dalle parole di questi 7 ragazzi coreani, quante ne sono state salvate? Perché "il vero amore inizia dall'amore per se stessə".
Da allora, i BTS hanno tenuto tour sold out negli stadi di tutto il mondo e coltivato un fandom globale – l'ARMY – davvero enorme.
Alla base del gruppo, troviamo il saggio e carismatico leader RM, e JIN, in quanto membro maggiore, ha sempre supportato i BTS - insieme a quest'ultimo – con razionalità, calma ed un'aura rassicurante.
Ci sono stati momenti in cui il gruppo ha dovuto affrontare avversità, ma "tutti e 7 insieme le abbiamo superate", come ha condiviso Jin ad un concerto, senza nascondere le lacrime. Come ben sappiamo, il gruppo ha poi anche raggiunto il notevole traguardo di una nomina ai Grammy Awards con "Dynamite".
I BTS non sono dunque estranei al cambiamento, e la svolta esperienziale maggiore è stata forse quella affrontata nel 2022, con il servizio militare – JIN è stato il primo ad arruolarsi e, lo scorso giugno, è stato congedato, dopo un anno e mezzo di servizio. Dopo aver compiuto il primo passo verso questo nuovo viaggio – aprendo la strada agli altri 6 membri correntemente in servizio – JIN è nuovamente pronto a calcare le frenetiche scene in qualità di entertainer. Con questa intervista, vi sveliamo le sue riflessioni e sentimenti recenti riguardo il gruppo.
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Un nuovo capitolo ed un fascino più maturo
GQ: Innanzi tutto, bentornato. Abbiamo sentito dire che hai ricevuto il titolo di "Special Warrior" nell'esercito. Com'è stato? Cosa hai imparato e cosa si prova ad appartenere ad un'istituzione – quella militare – così diversa dal mondo dello spettacolo?
JIN: Innanzi tutto, in termini di forza e forma fisica, ero tra i 20 migliori tra i tanti soldati più giovani. Non sono al livello di un atleta, ma la continua pratica e movimento portati avanti negli anni sul lavoro hanno sicuramente aiutato. Ho imparato tante cose, ma ciò che mi ha colpito e motivato maggiormente penso sia stato vedere seonbae più grandi e con più esperienza di me correre per 5km ogni giorno.
GQ: Dopo il congedo, hai subito ripreso le tue attività soliste – scrivendo canzoni e facendo apparizioni a vari programmi di varietà. Sei sempre molto impegnato, ma cosa cambia nel tuo approccio alle attività soliste rispetto a quelle di gruppo?
JIN: Nelle attività di gruppo, c'è sempre una dimensione ed una direzione comune e condivisa, e la cosa più importante è riuscire a trovare un punto d'accordo tra tutti e 7 i membri. È solo confrontandoci il più apertamente possibile che possiamo raggiungere risultati oltre ogni nostra aspettativa. Inoltre, la differenza principale è che avere i membri al mio fianco è un grandissimo sostegno, per me. D'altro canto, nelle attività soliste c'è più libertà, ma al costo di maggiori responsabilità e tante ansie.
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GQ: I BTS sono noti per essere un gruppo affiatato. Per quanto il lavoro di squadra sia essenziale, sono sicura non sia sempre facile mantenere una buona atmosfera. Puoi condividere con noi alcuni consigli e suggerimenti su come riuscire ad interagire e comunicare in armonia?
JIN: Nel nostro caso, credo il ruolo più importante ce l'abbia il nostro leader, RM. Ascolta con attenzione le nostre opinioni e poi ci suggerisce ed indirizza all'accordo e soluzione migliore. È serio ed affidabile. Entrambi abbiamo cose che vorremmo provare, ma cerchiamo di non imporle sugli altri nelle attività di gruppo, preferendo realizzarle nei nostri progetti solisti.
GQ: In quanto artista, da dove trai ispirazione in fatto di musica e performance?
JIN: Traggo nuove idee ed ispirazione dalle cose più inaspettate. Ad esempio, magari sto leggendo un fumetto e vedo un colore che mi piace, d'impulso decido di tingermi i capelli di quello stesso colore (ride). O se mentre sto camminando qualcosa cattura la mia attenzione, cerco di capire se posso trasporlo in un evento o sorpresa interessante. Traggo molta ispirazione dai colori. In particolare, mi piace il blu e, quando lo vedo, mi vengono tante idee e pensieri felici. La mia filosofia è mantenere un approccio ed atteggiamento allegro ed ottimista, nella vita. Voglio poter sorridere e ridere ogni giorno.
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GQ: Immagino dei concerti solisti non siano da escludere, in futuro, ma segui una qualche routine particolare, prima di salire sul palco?
JIN: Subito prima di salire sul palco, faccio un bel respiro profondo. Inspiro, trattengo il fiato per 10 secondi e poi rilascio. Così facendo mi sento più rilassato. E poi ho il mio microfono personalizzato – rosa e sbrilluccicante.. mi piace molto, quindi lo porto sempre con me (ride).
GQ: Insieme ai BTS, hai fatto molti tour all'estero, hai tenuto discorsi alle Nazioni Unite e hai pure portato la torcia olimpica, a Parigi, subito dopo il tuo congedo, trascendendo ogni barriera etnica e linguistica. Di primo acchito, sembri sicuro di te, ma sei una persona molto modesta.
Come riesci a controllare il tuo stato mentale ed emotivo?
JIN: Sia che si tratti di qualcosa di positivo o qualcosa di negativo, cerco di non darci troppo peso. La vita è sempre piena di sorprese, ma cerco di viverla con calma. Credo che l'unico modo per mantenere una mente e psiche sana e serena, sia cercare di non lasciarsi impressionare o scuotere da quanto ci accade intorno.
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GQ: Moltissime persone traggono conforto dalla musica dei BTS, dalle vostre performance, dal vostro stile e filosofia di vita. Forte delle tue esperienze personali, hai qualche consiglio da dare a coloro che si sentono smarritə, insicurə o demotivatə?
JIN: Ciò che vorrei dire loro è "Potete farcela!". Personalmente, mi considero una persona normale come chiunque e non penso di avere chissà quale talento speciale. Semplicemente, ho sempre fatto del mio meglio, lavorando sodo nel ruolo e responsabilità che mi sono stati affidati, e fortunatamente sono circondato da persone splendide, il che, credo, mi ha permesso di raggiungere gli ottimi risultati ottenuti finora. Quindi ciò che voglio dire è che potete farcela, tuttə quantə!
GQ: I BTS sono anche la voce delle nuove generazioni e dei giovani di tutto il mondo. Quale tipo di messaggi ti piacerebbe trasmettere, in futuro?
JIN: Spero saprete preservare la vostra calma e serenità. Anche nei periodi più frenetici e carichi di impegni, spero non vi smarrirete e troverete modo d'essere felici. Non è questione d'essere egoisti o egocentrici. O almeno, questo è ciò che vorrei io ed è ciò che sto facendo.
GQ: Puoi dirci quali sono i tuoi obiettivi per il futuro?
JIN: Cerco di non dare troppo peso alle opinioni esterne. La cosa più importante è che [ciò che faccio] piaccia alle/gli ARMY e che lə renda felici. Per quell'obbiettivo sono disposto anche a lavorare senza sosta, fino all'esaurimento. Continuerò questo percorso fianco a fianco alle/gli ARMY.
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GQ: Se sorgesse l'opportunità di fare un viaggio in Giappone, dove ti piacerebbe andare?
JIN: Mmh, mi piacerebbe fare un giro in città ed ammirare il panorama notturno.
GQ: Davvero romantico. Ma ora che abbiamo finito col servizio fotografico di oggi, puoi parlarci del tuo senso della moda e di ciò cui presti maggiore attenzione nel tuo stile?
JIN: Personalmente, in fatto di moda preferisco la semplicità. Non sto a pensarci troppo, solitamente. Ciò che indosso in questo momento è decisamente parte del mio stile.
GQ: Qui a GQ Japan abbiamo questo concept che chiamiamo Stile "Tokyo New Gentlemen", vale a dire un uomo che si distanzia dalle regole stilistiche del gentleman tradizionale ed è molto più libero. Personalmente, penso i BTS incarnino perfettamente questa figura, ma quali credi siano gli elementi essenziali al gentiluomo moderno?
JIN: Beh... essere liberi da ogni regola è fantastico, ma credo il vero gentiluomo sia colui che conosce il rispetto e quanto meno le buone maniere – oltre ad avere altre qualità. E non intendo solo l'atteggiamento o ciò che è visibile all'occhio esterno, ma anche le qualità interiori, come il riguardo per le emozioni e sentimenti altrui. Credo vivere in armonia ed amicizia col prossimo sia l'ideale. Perché ciò sia possibile, credo sia necessario coltivare sia la propria bellezza esteriore che quella interiore.
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Quello che abbiamo visto sul set è il JIN che tuttə conosciamo – una persona squisita, amabile, gentile, sincera e alla mano. Ciò che è cambiato sono le tante nuove espressioni di fresca maturità e sensualità che ha saputo mostrarci per la prima volta, durante il servizio.
Alle prese, come tuttə, con questo mondo frenetico, Jin ha sicuramente saputo mettere a buon frutto le esperienze coltivate negli ultimi anni.
Il nuovo capitolo del 31enne Jin è appena iniziato.
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scogito · 11 months ago
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30 caratteristiche del manipolatore
Questo elenco si applica sia alle donne, sia agli uomini.
È stato sviluppato in un periodo di sette anni dalla psicologa cognitiva comportamentale, specialista in manipolazione, Isabelle Nazare-Aga, ed è contenuto nel libro L’arte di non lasciarsi manipolare.
Indicazioni d'uso:
leggerli con la persona che sospetti in mente. Se ottieni almeno 14 criteri su 30, la persona a cui stai pensando è un manipolatore.
Colpevolizza gli altri in nome del legame familiare, dell’amicizia, dell’amore, della coscienza professionale.
Trasferisce la sua responsabilità agli altri o abdica alla propria.
Non comunica chiaramente le sue richieste, i suoi bisogni, sentimenti e opinioni.
Risponde molto spesso in modo sfocato.
Cambia le sue opinioni, i suoi comportamenti, i suoi sentimenti a seconda delle persone o delle situazioni.
Invoca ragioni logiche per mascherare le sue richieste.
Fa credere agli altri che devono essere perfetti, che non devono mai cambiare opinione, che devono sapere tutto e rispondere subito a domande e richieste.
Mette in dubbio le qualità, le competenze, la personalità degli altri: critica senza averne l’aria, svalorizza e giudica.
Fa scrivere i suoi messaggi da altri.
Sparge la zizzania e crea sospetti, divide per meglio regnare.
Sa impostarsi da vittima affinchè lo si commiseri.
Ignora le richieste anche dicendo di occuparsene.
Usa i principi morali degli altri per soddisfare i suoi bisogni.
Minaccia in modo mascherato, o pratica il ricatto all’aperto.
Cambia copletamente argomento durante una conversazione.
Schiva o fugge dal colloquio, o dall'incontro.
Sfrutta l’ignoranza altrui e fa credere alle persone di essere superiore.
Mente.
Predica il falso per conoscere la verità.
È egocentrico (egoriferito).
Potrebbe essere geloso.
Non sopporta le critiche e nega l'ovvio.
Non tiene alcun conto dei diritti, dei bisogni e dei desideri altrui.
Utilizza spesso l’ultimo momento per comandare o far agire gli altri.
Il suo discorso pare logico o coerente, mentre i suoi atteggiamenti corrispondono allo schema opposto.
Lusinga per compiacerti, offre regali, si premura improvvisamente verso di te.
Produce un senso di disagio o di non-libertà.
È perfettamente efficace nel raggiungere i propri obiettivi, ma a scapito degli altri.
Ci fa fare cose che probabilmente non avremmo fatto di nostra spontanea volontà.
È costantemente oggetto di conversazione, anche quando non è presente.
La maggior parte ha più di 20 punti su 30 (quessta non è una rassicurazione).
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kb9-ships-mistercriky · 9 months ago
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Chapters: 7/23 Fandom: Men's Football RPF Rating: Explicit Warnings: No Archive Warnings Apply Relationships: Zlatan Ibrahimović/Simon Kjær, Brahim Díaz/Sandro Tonali, Theo Hernandez/Daniel Maldini Characters: Zlatan Ibrahimović, Simon Kjær, Sandro Tonali, Brahim Díaz, Theo Hernandez, Daniel Maldini Additional Tags: Sentimental, Feels, Comedy, Fun, Erotic, Hot, Sexual Curiosity, Exploring, kjbra, sandrim, daneo, Slash, happy slash, milan on fire Series: Part 4 of Milan On Fire Summary:
"Doveva uscire dalla confort zone, ma come faceva se la sua confort zone era il solo ed unico con cui parlava di tutto senza problemi? “Oltretutto è colpa della mia confort zone se ora ho queste strane idee... doveva darmi meno dettagli!”"
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ilmilanesechic · 3 days ago
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Abbandono
Abbandonare....
l'abbandono è una cura,
Detto cosi
Sembra sciocco
Ma non lo è..
Anche se l'inizio è stato e sarà amaro,
È un percorso che inizia con la tristezza, ma ti riporta la tua pace interiore.
A volte ci aggrappiamo a cose e persone anche se ci feriscono,
Ma nel momento del lasciar andare, scopri che il cuore diventa più leggero,
L'anima comincia a respirare liberamente dopo un periodo di sofferenza.
Lasciar andare non è una via di fuga, è una scelta per noi stessi.
La decisione di lasciare andare ciò che turba la nostra vita, anche se all’inizio è doloroso.
È una cura che non arriva subito,
Ma col passare del tempo, scoprirai che la vita migliorerà.
E tu sei più forte di quanto immaginavi.
Lasciar andare ti insegna a mettere te stessa al primo posto,
E senti la pace interiore che arriva solo dopo la decisione difficile.
Sii forte e lascia andare ciò che ti ferisce, non importa quanto lo ami, non sprecare le tue energie e i tuoi giorni della tua vita con persone che non ti danno autostima o amore per quello che sei. Ci sono concetti che non cambiano e persone che non cambieranno mai, non importa quanto ci provi. Alla fine, scoprirai che hai combattuto una guerra persa fin dall’inizio e che sei stato l’unico perdente...tu novello don chischotte
Contro i mulini a vento
Devi impare a sfruttare il vento
Non cercare di cambiarlo
Non versare tutti i tuoi pensieri, sentimenti e sforzi in una tazza rotta e rischiare di morire di fame e di sete
In un radioso giorno di agosto
Perche non riesci a vedere il sole
La luce che ti porti dentro
E rimani li a perdere tempo intorno al castello dell illusioni! Lascia andare
Lasciati andare
col tempo il dolore scomparirà lentamente sarà sostituito da un senso di soddisfazione per esserti aggrappato all'ultima cosa che ti era rimasta un attimo prima di arrenderti alla stupidita
, ovvero sarai grata di aver dato valore alla tua dignità.
Perché la dignità ha il sapore della libertà
Entrambi sono dei doveri verso noi stessi prima di essere diritti
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pazzoincasamatta · 3 months ago
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L’impostazione è chiara e ricca di implicazioni: vi è stato un ventennio di dittatura fascista che ha dominato gli italiani con la forza della coercizione e ha tenuto il paese legato insieme con il filo di ferro della repressione e della paura, e vi è una nuova Italia che, prima con l’antifascismo clandestino, poi con la cobelligeranza e la resistenza partigiana, ha concluso la guerra nel fronte dei vincitori, intraprendendo con decisione il cammino della libertà e della democrazia. Alle potenze vincitrici, De Gasperi chiede di trattare con questa nuova Italia, democratica, antifascista e repubblicana, che armonizza in sé «le aspirazioni umanitarie di Giuseppe Mazzini, le concezioni universalistiche del cristianesimo e le speranze internazionaliste dei lavoratori». Questa impostazione poggia su due elementi fondanti. In primo luogo, la distinzione netta di responsabilità tra «fascismo» e «italiani», secondo la teoria della «parentesi» che Benedetto Croce vorrebbe vedere applicata all’intera storia di quel periodo. Stando a questo modello, il conflitto non è nato dalla volontà popolare, ma è una scelta del regime che tutta l’Italia ha subito: la liquidazione di Mussolini, operata dal re e salutata in tutte le piazze italiane da manifestazioni liberatorie, è la dimostrazione dell’estraneità del paese alla guerra e della mancanza di sentimenti ostili nei confronti di coloro che il fascismo ha indicato come nemici. Si tratta di una rielaborazione storicamente impropria che dimentica le folle di giovani in delirio il 10 giugno 1940 quando il duce annuncia da Palazzo Venezia l’entrata in guerra contro la Francia e la Gran Bretagna, ma è in sintonia con uno stato d’animo diffuso nella popolazione che, dopo la primavera 1945, tende a rimuovere ciò che è accaduto per recuperare una dimensione di normalità. Ricondurre la responsabilità del conflitto al regime e alla sua violenza, senza considerare quanto quel regime abbia permeato la società italiana e quanti (intellettuali, professori, giornalisti, magistrati, burocrati, ufficiali, imprenditori, banchieri) l’abbiano sostenuto, è operazione che permette di dimenticare la guerra e le sue sofferenze e di non domandarsi di chi è stata davvero la colpa.
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amore-perso · 1 year ago
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Era una sera invernale come tante, fuori era innevato e lui, un ragazzo che per tanti, troppi anni, aveva fatto parte della mia vita, a intermittenza s'intende, mi invitò a casa sua, accettai. Non è mai stato uno che soffriva il freddo, girava a maniche corte e pantaloncini, io, invece, rimasi con il cappotto anche una volta entrata al caldo, ero congelata. Voleva alleggerirmi e mi accese la stufa al massimo, mi riscaldai subito e appena appesi il cappotto alla sedia notai il suo sguardo addosso: mi guardava come non faceva da tanto, si sorprese della mia bellezza, che io percepivo sempre come minima. Quella sera ero struccata e scompigliata dopo una lunga giornata di lavoro, mi percepivo come orrenda, ma il suo sguardo mi mise a mio agio, mi calmai e non pensai più a nient'altro. Parlammo, ridemmo e scherzammo, si fece tardi, un po' troppo per tornare a casa, io ero così stanca che mi si chiudevano gli occhi, motivo per cui mi offrí il suo letto, uno di quelli piccoli, per gli ospiti, in una cameretta che forse una volta era stata la sua, piena di orsacchiotti e peluche. Lo ringraziai e cominciai a disfarlo, pronta per mettermici dentro per stare calda e morbida. Dietro di me vidi un'ombra, era lui, appoggiato alla porta che mi fece segno di mettermi a letto, "forse ricorda dei miei problemi ad addormentarmi e cerca di farmi rilassare il più possibile" pensai. Era solito venire a casa mia per farmi addormentare nelle notti in cui non riuscivo ad affrontare l'insonnia: mi abbracciava, mi raccontava una storia e andava via, lasciandomi dormire tranquilla. Pensai che quella sera il suo intento fosse lo stesso perché si mise accanto a me e mi abbracciò da dietro, gesto che ho sempre amato dato che mi faceva sentire protetta. Non parlò, allora mi preoccupai e gli chiesi il motivo di tanto silenzio, lui amava parlare, non dei suoi pensieri, sentimenti o emozioni, ma di molte cose in generale sì. Mi rispose che si stava concentrando su ciò che sentiva "e cosa senti?" -gli chiesi pronta- "cerchi sempre di indagare su ciò che pensano gli altri, perché non me lo dici tu?". Rimasi di pietra, io non provavo nulla. Non provavo nulla perché avevo provato troppo per lui in passato ed era sparito spesso ogni volta che io mi ero lasciata andare nei suoi confronti, ritornando poco dopo cercando di riconquistarmi. Era il suo intento ogni volta, per cui poteva funzionare massimo due volte, non di più, motivo per cui ogni volta rimanevo disponibile per lui senza mai farmi coinvolgere totalmente, perché mi piaceva passare il tempo in quel modo, a flirtare con lui, sentirmi desiderata e sfidarlo in continuazione senza sentirmi oggetto del suo piacere, ma giocando al suo gioco.
Si schiarí la voce- "non ti sembra pazzesco questo nostro stuzzicarci? Continuiamo a corteggiarci come il primo giorno a distanza di 10 anni" -rimasi sorpresa ma ancora in silenzio, ero troppo stanca per avere la mia solita capacità di rispondere a tono anche a qualcosa di così semplice e continuò- "quando ho saputo che eravamo nella stessa città ho fatto di tutto per vederti perché sentirti è l'unico regalo che voglio". Approfittai di questo appiglio per fargli notare che un regalo è qualcosa che si dona totalmente perché poi appartiene a quella persona, di risposta "e tu a chi vuoi appartenere?". Cominciò a diminuire il sonno e in tono dissi "a chi mi sappia tenere", ed ecco che cominciava il nostro flirt fatto di botta e risposta in tono di sfida quando lui disse "ho dei lacci morbidi, meravigliosi fatti di rispetto, eros, feeling, fiducia e poesia...". Era tutto vero, lui era tutto quello, la fiducia mancava da parte mia, ma quelle erano le sue qualità, mi accendeva un fuoco dentro e la mente si fermò subito all'aggettivo morbido. Quanto mi conosceva, ricordava del mio tenere senza stringere, lacci morbidi, appartenere senza togliere libertà, poesia, pensieri... La conversazione, l'intimità di parlare a letto abbracciati, la tranquillità della notte e del sonno che mi cullava, tutto mi stava inebriando e lui lo notava "non è meraviglioso che dopo anni tu ti sorprenda ancora delle mie frasi?" - "è solo perché sono attenta ai dettagli, sono quelli che mi sorprendono" - "ed è questo che ti rende speciale"- cominciò con il suo essere classicista- "sai cosa significa speciale?" - "so che vuoi spiegarmelo tu con le tue parole" - "ma le mie parole hanno un effetto particolare su di te". Anche qui aveva ragione, le parole avevano un potente effetto su di me, mi davano un input da cui partire con la fantasia e la mia mente ci lavorava a più riprese rendendole eterne. "Non vorrei sprecare tutto ora" -continuò- "puoi considerarlo come l'amo che mi farà abboccare anche questa volta" -gli dissi- "peccato che resto infilzato io" -rispose. Non avevo mai notato la sua fragilità, in quella frase si mise a nudo, è come se avesse gettato la sua armatura fatta di flirt, sfide e risposte a tono per parlare seriamente.
Continua...
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nonhovogliadiniente · 1 year ago
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Ho parlato per ore con una psicologa e dopo una lunga chiacchierata ha dato un nome a quello che ho.
Dipendente affettivo ossessivo.
Non riesce a distaccarsi dalla propria relazione, anche se il partner non è emotivamente o sessualmente disponibile, incapace di comunicare, distante, svalutante, abusante, egocentrico, egoista, controllante, a sua volta dipendente da qualcos'altro (alcool, droghe, gioco d'azzardo, etc.)
“La dipendenza affettiva non è in realtà una diagnosi che troviamo nel manuale dei disturbi psicologici e mentali (DSM-V). Si tratta però di un pattern di comportamenti, pensieri, sensazioni ed emozioni molto preciso e spesso ripetitivo, una sindrome psicologica con delle caratteristiche ricorrenti che viene classificata come “dipendenza comportamentale“.
Possiamo definire le dipendenze affettive come un modo patologico di entrare in relazione.
Si tratta di una forma di legame molto intenso che comporta la progressiva riduzione fino alla perdita completa della propria autonomia e della propria libertà.
Si tratta di una forma di “amore” simbiotico in cui si ricerca la fusione con l’altro, con conseguenti danni al benessere emotivo e psicologico della persona.
Si entra quindi in relazione in modo patologico, dannoso e disfunzionale.
Il “dare” e il “ricevere” nel rapporto sono fortemente squilibrati a favore dell’uno e a sfavore dell’altra.
Nella dipendenza affettiva si riscontrano le seguenti caratteristiche:
•forte bisogno della presenza dell’altra persona, dalla quale si dipende in tutto e per tutto: la propria felicità e soddisfazione dipendono esclusivamente dalla presenza dell’altro. Vi è un bisogno compulsivo dell’altra persona;
•investimento totale (di tempo e di pensieri) sulla relazione di coppia e sul partner, a discapito di altre relazioni affettive (amicali e familiari), spesso anche per evitare le critiche). Si trascurano quindi altre attività svolte in maniera individuale o con altre persone che non siano il partner. Talvolta si trascurano anche i propri impegni lavorativi e il rendimento cala, poiché la mente è piena dei pensieri (dolorosi) che riguardano l’altra persona;
•si tende a giustificare il partner con se stessi e agli occhi delle altre persone, anche quando è maltrattante o violento. Ci si isola o si mente per evitare le critiche;
•si perde la capacità critica sul rapporto oppure – più spesso – si negano evidenti aspetti patologici perché, se presi sul serio, la consapevolezza raggiunta dovrebbe comportare la rottura della relazione;
•l’autostima e il valore percepito di sé dipendono esclusivamente dalla valutazione e dall’approvazione del partner;
•proprio perché si teme di perdere il legame, si ricercano continue conferme e rassicurazioni, spesso vivendo dei forti sentimenti di dubbio, insicurezza e gelosia;
•annullamento di sé e perdita di importanza della propria autonomia, individualità e indipendenza: questo comporta che le attività svolte senza il partner perdono di importanza, non sono desiderabili e vengono vissute con un sentimento di tristezza, sono svuotate di senso;
•vi è una mancanza di energia disponibile per portare avanti i propri progetti, spesso a causa dei sentimenti depressivi che accompagnano la dipendenza emotiva;
•difficoltà a prendere posizione o ad esprimere le proprie emozioni di fronte al partner. Si perde di vista quello che si desidera veramente, per accondiscenderlo;
•i propri bisogni vengono percepiti esclusivamente in relazione all’altra persona. I bisogni del partner hanno la priorità, a discapito delle proprie esigenze;
•assenza di parità e di reciprocità nella relazione;
•la relazione è rigida e non evolve né matura; i cambiamenti all’intero del rapporto vengono percepiti come minacce. La relazione può diventare davvero distruttiva;
•si ricerca e si porta avanti la relazione nonostante crei molta sofferenza. Anzi, proprio per trovare sollievo da questa sofferenza, si ricerca il partner sempre di più → si crea sofferenza ancora maggiore → si ricerca il partner ancora di più.. etc. (circolo vizioso).
il circolo vizioso si autoalimenta, allo scopo di non perdere la persona “amata”, poiché si temono fortemente l’abbandono, il rifiuto o la separazione.
I sintomi fisici di cui generalmente soffre il dipendente affettivo sono: stanchezza, problemi posturali, cattiva nutrizione, problemi respiratori, problemi al sistema immunitario e problemi digestivi, ad esempio la gastrite. “
Non riesco a spiegare come sto ma ogni singola parte del mio corpo e della mia mentre sembra spegnersi,crollare,distruggersi. Il mio corpo soffre come se mancasse una parte interiore di me, la mia mente sta facendo crollare ogni pensiero sano e il mio cuore si sta chiudendo.
Ed e’ proprio vero che la salute mentale affetta quella fisica perche il mio corpo sta dando allarmi su ogni fronte. Sono stanca ma dormo poco o nulla , mangio senza avere fame e subito dopo mi sento male con lo stomaco e mi obbligo a cacciare tutto fuori.
Sto chiedendo aiuto con gli occhi, con il cuore, con le azioni e con il silenzio ma nessuno mi legge,nessuno mi ascolta . Sono in questo da sola e non so se voglio affrontare tutto questo dolore che provo, vorrei avere un po’ di pace e di tranquillità assoluta.
Vorrei spegnere tutto e mollare , qui non mi resta niente solo i pezzi di me lasciati lì soli a marcire.
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