Tumgik
#io vi giuro ho le lacrime agli occhi ma come si fa
killiandestroy · 2 years
Text
okaydbajsvaj
0 notes
ansiaritmia · 3 years
Text
Parlerò di te come se mi fossi davanti. Come se potessi sentire la mia voce, il mio respiro.
Sono arrivata al punto in cui non so se ridere o essere dispiaciuta per te, ma credo che punterò alla prima.
Si dice che chi disprezza compra, e cazzo, ne sei la prova vivente. Eppure non vedevo questo lato di te. Vedevo sempre la parte buona, quella che riusciva ad amare, ma quello che sei è tutto meno che un umano con dei sentimenti.
Ridere di te, questo mi mancava, ridere della tua finzione, del tuo aprire la bocca per versare veleno su di me. Ridere per nascondere la sofferenza, come se queste risate possano cancellare tutto. Per ora si, ma e momentanea come cosa, lo so.
Eppure, ora sei con una persona che di veleno ne sputa quanto te. Una persona che hai criticato, insultato, sminuito. Esattamente come facevi con me.
Chissà quante cose brutte dici sul mio conto agli altri. Quante cazzate avrai inventato per far bella figura davanti alle altre tipe. Così squallido che appunto, mi fa ridere.
Sono felice per te, per voi. Perché siete la stessa cosa. Fate soffrire tutti quelli che vi vogliono bene. Era destino che diventaste una coppia di vipere. Bere lo stesso veleno per poi vomitarlo addosso agli altri. Come un drink di amore tossico. Stupendi.
Ti ho dato tutto, ma ho sbagliato, non ti meritavi e non ti meriti nulla.
Non mi hai mai aiutata a stare bene. Ma infondo diciamocelo. Non stai bene neanche tu.
Ti ho visto fare tante di quelle minchiate nella vita, ma questa ha superato i limiti della concezione umana. Ti giuro, sei patetico.
E no, non è gelosia, vorrei lo fosse almeno smetterei di ridere. È solo la realtà che esce fuori da quel cumulo di amore dove avevo sotterrato lo schifo che sei. Anzi, che siete.
Io vado via da te per sempre. Anche se ora tu stessi male e avessi bisogno di me, credimi, non mi troverai.
Ricordi cosa ho detto nell’ultima lettera? Ti avevo lasciato il cuore fuori dalla porta. “Polvere e cenere”. Ricordi no? Beh, è volata via l’ultima parte di me.
Non ti odio, non ti voglio neanche più bene, provo solo tanta tristezza nel vederti ridotto così.
Eri una bella persona credimi, lo eri, ora sei solo un coglione.
Sono anni che scrivo di noi. Mille fogli e quaderni pieni di parole. Avevamo un progetto prima di chiudere, quello di scrivere un libro su di noi, sulla nostra vita. Ora te ne esci con “voglio le lettere così le metto nel libro” ma tesoro, sono anni che butto tutto il mio dolore e amore la sopra, non sai neanche cosa significa scrivere intere ore con le lacrime agli occhi e con la mano che trema.
Quindi no, non farai di quello che era nostro una cosa tua, non avrai mai le lettere. Non avrai più niente da me. E se scriverai quel libro, sarà soltanto la conferma che alla fine non hai rispetto, ma soprattutto non hai valori.
Ti auguro il meglio, anche se continuando così non so come potrai averlo.
Addio.
4 notes · View notes
garkissimo · 4 years
Text
So chi sei e perché l’hai fatto
Finalmente un fine settimana ricchissimo, quello appena trascorso sui migliori canali della tivvù: alla tanto attesa seconda puntata del coming out dell’ormai eroe nazionale dei diritti LGBT ospite a Verissimo segue a sorpresa su La7 un approfondimento da inchiesta graffiante sull’AresGate con Giletti che intervista addirittura Tarallo in persona, altrimenti noto come Lucifero, praticamente estraneo a ogni apparizione tv. Un polittico che contrappone da una parte un nuovo Garko, loquace, prolisso e spesso tendente alle lacrime e dall’altro l’affermato produttore, pacato, dai toni misurati, che però sul finale ricordano quelli della malavita organizzata. 
Tumblr media
Ma andiamo con ordine.
L’intervista a Garko è una discreta palla che un po’ ho pure dormito un quasi monologo ricco di sfumature. A differenza delle precedenti ospitate che ci offrivano un divo misterioso e sfuggente dai mille segreti, qui sviscera con riflessioni e digressioni ogni punto, facendo riferimento anche al suo percorso psicanalitico, di fronte a una Toffanin (distante sei metri come da normativa) che per gran parte dell’intervista se ne resta in silenzio, con una espressione permanente sul volto da “esticazzi” ma che sembra direi anche “fossero tutti questi i problemi Gabriè”. Mentre lui, pur ricordando a ogni piè sospinto che non intende fare la vittima, narra delle sue sofferenze e dei suoi dolori di un percorso che alla fine regala pochi scoop. La storia di mamma e papà che hanno sempre saputo, la negazione per poter lavorare nel settore, i paparazzi ovunque, il rapporto con Eva Grimaldi, Adua con la quale a malapena si incontravano, la sua riservatezza intrinseca e, severo ma giusto, una battuta di profondo sdegno e di buonsenso contro chi nei giorni scorsi lo ha accusato di aver ricevuto cachet stellari per il suo coming out, che alla fine a ogni ospitata televisiva sossoldi e non si capisce perchè queste ultime due debbano fare eccezione (Selvaggia Lucarelli, per caso vai a fare ballando con le stelle a gratis? Eh??). 
A un certo punto la Toffanin (che per lo più pare davvero disinteressarsi dell’andamento dell’intervista) interviene con toni sobri: “Sì va bene ma tu hai mai avuto degli amori tuoi? O hai del tutto ucciso te stesso?”. Segue emozione di Garko, un sorso d’acqua dal bicchiere, silenzio, turbamento, lacrime, Garko invoca la pubblicità, lo sa che ora può parlare ma non ce la fa, è più forte di lui. Mentre lei hai ripreso la sua posizione da sfinge e se ne sbatte. Qualcosa di più esce, un fidanzato di 11 anni che finge di essere solo un amico e di abitare in un altro luogo anche agli occhi della governante di casa Garko (giuro, dice veramente governante), la storia con Gabriele Rossi che ora è finita e una storia che sta muovendo i suoi primi passi ma insomma anche qui sbadiglioni interrotti solo dal momento comico in cui lei poi citando il libro di Garko uscito qualche tempo fa ricorda tra le altre cose “alcuni pregiudizi in merito alle tue capacità di recitazione da parte della critica”. Alcuni.   
Certo, con un’ingenuità che va ben oltre l’ingenuità standard Mediaset e che la Toffanin tenta di arginare, ma con un modo anche tutto sommato decente che ci dice “nessuno mi ha costretto”, Garko accenna i contorni di una tassonomia dei mestieri dello shobiz sui quali sia stata sdoganata l’omosessualità e quali no: il cantante sì, il calciatore no, e via discorrendo. Del resto, aggiungo io, così a bruciapelo vi viene in mente il nome di un altro attore italiano dal successo nazional popolare che sia omosessuale dichiarato?  Perfino la Toffanin cede e si trova a citare il triste destino di Rupert Everett. 
Si conclude chiedendo a Garko, che è poi la questione che ci sta più a cuore di tutte, se questo suo coming out inciderà sui ruoli che interpreterà in futuro (su questo vorrei anche rimandare i lettori ad approfondire la posizione del manzissimo Darren Chriss in merito), e se si orienteranno più su personaggi etero o gay: non so se mi ri offriranno parti come quella di Tonio Fortebracci dice lui (e questo ci getta nella disperazione, ndr) ma del resto ho già interpretato ruoli di omosessuali come ad esempio - interpretazione fantastica ci tiene a sottolineare la Toffanin - nelle Fate Ignoranti. E qui chiuderei, rimembrando l’unica interpretazione del nostro beniamino veramente degna di questo nome, che però, ricordiamolo, credo sia racchiusa tutta in 3 battute da malato terminale che per gran parte del film giace su un letto o atterrito sotto la pioggia.
Ma per svegliarci un poco spostiamoci nello scoppiettante studio di Giletti dove lui ci attende con l’espressione delle inchieste più serie e delicate! I più attenti ricorderanno che dopo le dichiarazioni di Adua del Vesco - alias Rosalinda - e quell’altro del grande fratello vip, gravissime come ricorda Giletti stesso, che lanciavano come petali dalla finestra accuse di sequestro di persona, plagio e istigazione al suicidio, si erano susseguiti in settimana pareri autorevoli divisi a squadre: Manuelona nostra e nientepopodimeno che Ursula Andress si erano levate sdegnatissime in favore della generosità e integrità di Tarallo, Giuliana de Sio e Nancy Brilli avevano solo lievemente preso le distanze dal modus operandi della Ares sottolineando come non avessero poi granchè piacere a lavorarci e il buon Francesco Testi, meglio noto come Renè Rolla dei nostri cuori, ha fatto una sintesi brillante tipo l’amico un po’ regaz dichiarando che finché la regola della casa di  produzione era di scopare in giro senza fidanzarsi a lui era andata poi bene, ma che lui poi è una persona quadrata e quindi non teme condizionamenti. 
E a questo punto arriva in tivvù Tarallo, insignito da Giletti del titolo di Re delle Fiction. Tarallo che viene da una famiglia devota a Padre Pio, Tarallo che ha fatto il coming out a 14 anni, Tarallo che è in studio solo per onorare la memoria del suo compagno Teodosio Losito. Losito che, ricordiamolo, prima di questo momento era stato seppellito con una certa furia nei campi dell’oblio, e solo noi  e pochi altri ne sentivamo una struggente mancanza.
Tarallo che accompagnato passo passo da Giletti costruisce una narrazione di sé di vero e proprio, generosissimo, benefattore di tutti gli attori, nel ridente contesto di Zagarolo che, tra ville di attori famosissimi, dependance di Vip e Vippissimi, santo cielo vi prego qualcuno mi ci porti. Lui ha sempre fatto il bene di tutti, aiutando, formando, lanciando, offrendo lavoro, seguendo e consigliando, facendo anche da supporto psicologico, senza mai obbligare nessuno. Lui insieme a Teo, si capisce, che era l’animo più sensibile. Quasi mai contrasti con nessuno, solo una volta “Quando diedi ad Adua e Morra da leggere Il Giovane Holden e  Il piccolo principe” (faceva parte della formazione a quanto pare, che bellissimo) e mi prendevano in giro fingendo di averli letti” (capre!!). Una immagine questa poi confermata da 3 attori che interverranno dopo in studio per raccontare la loro esperienza con la Ares e osannare Tarallo. Si difende con sdegno dalle accuse ricevute e infila su Adua una serie di affermazioni che la fanno uscire, così cos,ì come una psicolabile diciamo. 
E poi. Poi si prepara per il gran finale. Cioè dopo aver tenuto per tutta l’intervista un tono mediamente sobrio, un modo affabile e pacato da professionista della TV, mette la freccia e supera a destra Garko e il picco trash della lettura della lettera ad Aduarosalinda.
Sempre spalleggiato da Giletti, si alza e tra le lacrime, con alle spalle una foto di Teo, legge la lettera che Losito gli ha scritto poco prima di suicidarsi. Così, senza motivo, se non per difendersi dall’accusa gravissima lanciata da Auda. Ma no, non è Adua, Adua è solo uno strumento: è stata plagiata poverina che è mezza instabile, dietro a lei e a Morra c’è una macchinazione di una persona che si muove contro di lui. 
E quindi infine, con uno sguardo degno del migliore fetuso, sibila "A questa persona voglio dire: “So chi sei e so perchè l’hai fatto. Chi ha distrutto Teo non distruggerà me, perchè io sono più forte”. 
Cala il sipario. E forse questo climax è il miglior omaggio a Losito in cui potessimo sperare. 
6 notes · View notes
stupid-exaggerate · 5 years
Text
13 gennaio 2020
Io sono così spaventata dalle parole che sto per scrivere; sono così spaventata da quello che sto per raccontare; vorrei tanto poter utilizzare un linguaggio meno difficile, meno doloroso, che faccia meno male alla mia pelle ogni volta che provo ad utilizzarlo.
Vorrei che i giorni che ho trascorso non fossero passati, vorrei che il tempo fosse andato a ritroso, vorrei che la mia disperazione si fosse affievolita piano piano, invece che accrescere sempre di più, fino a quella notte in cui non sono più riuscita a sopportarla.
Vorrei che le mie parole risuonassero come musica nella mente di chi legge, invece di sembrare un puro lamento di terrore di una ragazza che non ci è riuscita, e che ancora non ci riesce, e che forse non ci riuscirà mai; vorrei che queste frasi rimanessero impresse nella vostra testa, perché nella mia hanno già fatto il loro dovere, marchiandomi a fuoco, lasciandomi segni che mai più sarò in grado di cancellare. Vi prego, non scordatele mai. Non scordatevi mai che io ho pregato, che io ho chiesto aiuto.
Che io ho pianto. Che io ho gridato. Che io non sono mai stata ascoltata.
Non scordatevi mai che quel grido per me era un urlo senza una voce, la melodia di uno strumento scordato, rotto, irreparabile. Io ci ho provato, ve lo giuro.
Ora proverò a raccontare, ma le parole mi feriscono, fanno male ad ogni singola cellula del mio corpo, perché sono reali, io lo so che sono reali. Non mi sono mai inventata niente, non ho mai detto bugie, e ciò che qualcuno chiamava imprecisione, in realtà non era altro che bisogno disperato di essere ascoltata.
Nessuno lo ha fatto.
Nessuno mi ha mai ascoltata.
Dio, mi sento come un compositore adesso. Sto scrivendo la mia musica, la mia melodia, la mia armonia spettrale che voi purtroppo siete obbligati a sentire, lasciandovi trasportare dai pensieri che questa vi evoca; perché io so che state pensando, e a volte pensare non è un male.
A volte pensare può salvarvi la vita.
A volte pensare può portare voi stessi a rendervi conto di essere persone.
Racconterò la mia storia, la mia musica, la mia armonia, i miei segreti di questi pochi giorni, sperando di essere ascoltata non per noia, e nemmeno per curiosità, ma per il puro e semplice desiderio di capire. Per il desiderio di voler sentire questa musica così nascosta e così lieve che fino a ora non ha fatto altro che rimanere nascosta nella brulicante orchestra di voci troppo forti, troppo impetuose, per una tiepida e flebile come lei.
Dopo essere stata al pronto soccorso, dopo aver visto la mia vita scendere giù, goccia dopo goccia, da quella flebo, ho iniziato a credere che fosse la solitudine a voler stare con me, e non io con lei. Quelle gocce che scendevano mi ricordavano le mie lacrime; dio, ho 20 anni, e mi sembra di aver pianto talmente tanto, da non aver più spazio per nessun altro tipo di dolore. Ho provato la sensazione di dolore. Quella morse che attanaglia il petto, lo stringe, e poi ti prende lo stomaco, le gambe, la testa, e improvvisamente desideri scomparire. Se resisti al vero dolore sei forte, ma se lo accetti, se lasci che lui si insidi dentro di te, allora è proprio lì che sta la grande debolezza.
Tornata a casa dall'ospedale mi sono seduta sul divano; mi hanno aumentato le medicine, hanno aggiunto i sonniferi -come se quelli fossero davvero in grado di poter fermare il diavolo- , e mi hanno tenuta sotto stretta sorveglianza. Io non volevo parlare con nessuno, non volevo che nessuno mi toccasse, perché mi sentivo tradita da tutti. Io avevo gridato, avevo chiesto aiuto, ma il mio grido era stato ignorato, o meglio lo avevano trattato con la superficialità di chi crede che queste cose non siano altro che mali passeggeri, cose che si possano curare.
Nessuno sospetta che questo dolore, queste grida, io le porto dentro da anni, da quando avevo 11 anni più o meno, da quando per la prima volta mi hanno dato della cicciona, da quando mi hanno detto che ero talmente balena che la sedia si sarebbe rotta se mi fossi seduta. Loro non lo sanno. Loro pensano che io sia peggiorata ora. E per che cosa? Per una relazione?
La relazione poi, è stato il più grande sbaglio che potessi fare. Ho detto che lo amavo, ci credevo con tutta me stessa. Ma lui non amava me; lui amava semplicemente la versione di me che voleva lui; desiderava cambiarmi, desiderava che io crescessi, che io maturassi, che io frequentassi amicizie diverse, o meglio, che non ne frequentassi, desiderava cheio mi staccassi dalla mia famiglia, desiderava che io fossi più precisa nelle cose, che non mi confondessi.
Agli inizi della relazione mi aveva persino detto che con le altre non aveva funzionato perché lui avevano cercato di cambiarlo e poi si erano stufate di come lui era diventato per loro; nemmeno si è accorto che, involontariamente, ha fatto in modo che io cambiassi per lui. Ho rinunciato a tante amicizie, ho smesso di pubblicare foto senza il suo consenso, non mi sono nemmeno resa conto di essermi chiusa da sola in una gabbia. Io mi ci trovavo bene, finchè non litigavo con la mano che mi dava da mangiare. E ormai ero arrivata a litigarcci troppo spesso. Litigavamo perché non rispondevo subito al telefono, perché mi sbagliavo a dire una parola, perché non sapevo cosa dire durante un discorso... non mi rendevo conto che stavo scomparendo, la mia dignità stava scomparendo, e con lei io, e tutti i miei sogni, e le mie speranze, e le gioie che provavo nell'essere innamorata di una persona.
Non voglio specificare le date di quando sono successe queste cose; spero possiate perdonarmi; sappiate che la nostra relazione si è ufficialmente conclusa il 7 gennaio 2020, nella notte in cui io ho tentato di uccidermi.
No, parlare di suicidio non è una cosa semplice, e io sto già piangendo mentre scrivo, perché ci sto ripensando, e mi fa male.
Io e il mio attuale ex ragazzo abbiamo avuto una discussione quella notte, e lui ha detto testualmente che era terrorizzato all'idea di avermi come ragazza, e di dover avere a che fare con una famiglia come la mia. Ha detto che se volevo mi sarebbe stato vicino, ma non come ragazzo. Ha detto che avrebbe avuto rapporti con altre donne, e non mi avrebbe detto niente per non farmi male. Ma che ci sarebbe stato, per me. Tutto questo mentre io ero da sola, sul divano, a piangere, perché lui non è venuto con me in ospedale. Non è rimasto con me a contare quelle gocce che scendevano dal tubetto della flebo, non mi ha nemmeno scritto un messaggio. E non era lì nemmeno in quel momento, mentre per telefon mi diceva che voleva tagliarsi fuori dalla mia vita.
Ed è qui, che la mia musica ha un taglio repentino, qui di colpo si ha un crescendo, il mio cervello cambia, i miei occhi cambiano colore, e io non ci vedo più, non ragiono più, e non ricordo assolutamente più nulla di quello che ho fatto. Perciò ora la mia musica diventerà di qualcun'altro, mia madre, anche se lei non sa che sto suonando per lei, ma è da lei che ho ricevuto i dettagli di ciò che ho fatto quella notte, e di ciò che ha fatto Emanuele.
Dopo il suo messaggio, gli ho detto che a quel punto il fondo lo avevo proprio toccato con la faccia, e che non avrei proprio più visto possibilità di risalità; successivamente l'ho bloccato; ho bloccato lui e ogni numero con cui tentava di scrivermi, priva della lucidità e della ragione che fino ad un momento prima avevo, quando le lacrime avevano ancora un significato. Sono andata in camera di mia madre e ho bloccato i numeri anche a lei, in modo che non potesse ricevere niente; lei era arrabbiata con me, non ricordo per cosa, ma nonostante questo le ho dato un bacio della buonanotte, pensando che fosse l'ultimo.
Con una tranquillità che non sentivo mia, e dei passi che mi sembravano a dir poco innaturali, sono andata in frigo e ho preso una bottiglia di birra, sgolandola tutta di colpo. Successivamente mi sono avvicinata al cassetto dei medicinali e ho preso dello xanax, mandando giù due pastiglie, stupidamente credendo che così la mia vita sarebbe finita.
Non ragionavo, non capivo. Volevo solamente sdraiarmi sul divano, abbracciare il mio gatto e aspettare finchè il mio respiro non si fosse fatto più debole, e i miei occhi si fossero rifiutati di aprirsi. Nella mia mente tutto ciò in quel momento era giusto, aveva senso. Ma io non stato ragionando. Io stavo sognando di scappare via da un mondo che mi stava fancendo troppo male perché io potessi tollerarlo ancora. Mia madre che non mi parlava, il mio ragazzo che mi lasciava perché era terrorizzato da me.
Mi sentivo una bestia. E che fine farebbe la bestia nella realtà? Morirebbe.
Io volevo solo scappare via.
Il mio ragazzo da torino ha chiamato il 118 e i carabinieri, e poi è scomparso, non si è più assolutamente fatto sentire; mia madre mi ha riferito che durante la visita del 118 io non sembravo io. I miei occhi erano neri come la pece, e dicevo parole molto dure contro mia madre, che purtroppo non mi ricordo; mi ha riferito che la guaravo con odio, che guardavo in cagnesco chiunque osasse avvicinarsi a me.
Tutti tranne Sonia. Sonia era una dottoressa venuta lì per soccorrermi, e non so come ma ha capito; ha capito che il mio non era un suicidio. Il mio era un bisogno di affetto, una disperata ricerca di un abbraccio mai ricevuto; lei ha capito che non avevo bisogno di essere portata via in ospedale, ma avevo bisogno che qualcuno mi stesse vicino, e mi ascoltasse, ascoltasse la mia musica, la mia melodia, tutto ciò che avevo da dire.
Ho sempre paura di dire troppo quando parlo, di sbagliare, e questo è perché non ho mai avuto nessuno che apprezzasse davvero ciò che avevo da dire. Ogni volta che mi sono sentita dire da una persona “ l'hai già detto”, per me era peggio che un insulto. Se ti importa di me, lo riascolti. Io ho riascoltato tante cose che avevo già sentito, perché le persone sono felici quando parlano di ciò che le rende felici. Allora perché io non posso?
Quando il 118 è andato via, sono stata obbligata ad andare a dormire con mia madre, perché non voleva lasciarmi da sola, perché aveva paura che volessi farlo di nuovo; io volevo semplicemente essere ascoltata. Ma lei non voleva parlare con me.
Il giorno dopo, sono stata scossa a forza da mia nonna, la quale aveva “ricevuto l'ordine” dalla dottoressa di dirmi tutto quello che pensava in merito a ciò che avevo fatto; ogni singola parola che mi è stata rivolta ora è impressa nella mia mente come fuoco, e dubito che se ne andrà con tanta facilità.
Un buon compositore non vuole annoiare il proprio pubblico ripetendo le stesse tonalità di una melodia spenta, per cui mi limiterò a citare solamente qualcosa della valanga di insulti che mi sono stati rivolti quella mattina, mattina nella quale io volevo semplicemente sparire.
“Sei solo una bugiarda di merda!”
“Hai rovinato la vita ai tuoi genitori!”
“Tu fai solamente soffrire tutti”
“Avresti meritato più botte da piccola, più calci in culo, magari da tuo padre!”
“Dopo ti tirerò addosso l'acqua santa, perché tu hai il demonio dentro!”
“Tu ci godi a far star male gli altri, ti diverti!”
“Io dovrei andare a fare la spesa invece per colpa tua e del tuo egoismo io non ci posso andare”
“ Tu sei il male di questo mondo”
“Sei convinta che il mondo giri intorno a te?”
Mentre prendevo le pastiglie che sono obbligata a prendere per prescrizione psichiatrica, lei me le ha tolte di mano e ha detto: “Vuoi anche una birra per buttarle giù?” mettendosi immediatamente a ridere.
Dentro di me sentivo solamente il vuoto; mi sentivo lacerata, abbandonata da qualunque cosa potesse anche soltanto donarmi quel briciolo di affetto che chiedevo tanto disperatamente. Il mio ragazzo non mi voleva più, per mia nonna ero satana, mia mamma non si fidava più di me.
Avessi potuto esplodere in quel momento, lo avrei fatto.
E invece sono rimasta zitta, ho lasciato che mia nonna mi urlasse contro, che mi facesse male, che mi scuotesse con forza quando non reagivo ai suoi insulti, che mi lanciasse addosso l'acqua. Mi sono rifiutata di bere e di mangiare, sono rimasta ferma immobile, con le orecchie tappate, chiusa nella mia prigione di dolore, dove almeno il male lo conoscevo, dove almeno sapevo di cosa soffrivo. Gli insulti lì non potevano sfiorarmi, potevano solo scivolarmi addosso, perché erano già tutte cose che pensavo. Ho lasciato che il dolore mi assorbisse, che mi facesse sua, e che mi tormentasse nell'unico modo in cui poteva fare: ho pianto, pianto tra me e me, senza farmi sentire, sentento quella morsa stringermi tutti gli organi, appropriandosi della mia ragione, fino a non farmi sentire più nulla. A quel punto, di nuovo, non ero più io. Ero solo lo spettro di me, quello stanco, quello pronto ad offendere perché già offeso, quello pronto ad uccidere perché già morto; ho iniziato a dire a mia nonna di piantarla, di stare zitta, con tono neutro, senza voce, come se fossi una macchina. Come se non avessi più emozioni. Ho iniziato a dirle che non mi importava, nulla di ciò che diceva era importante. Anche quando parlavo con mia mamma durante quella sera sembravo una macchina, mi è stato riferito.
Che ci sia qualcun'altro dentro di me? Qualcuno stanco di soffrire così? Qualcuno che si ribella alle situazioni in cui non può avere il controllo?
Quanto vorrei che la mia melodia fosse finita qua.
Quanto vorrei poter concludere con una frase d'effetto per lasciarvi la possibilità di riflettere su ciò che avete sentito; ma purtroppo... ho ancora un'altro atto, più orribile e raccapricciante, che non so ancora come raccontare. Una parola per volta, Giulia. Sei sempre stata brava a scrivere, e anche se ti scapperà qualche errore grammaticale, questa volta te lo perdonerai, perché questa è la tua melodia, questo è il tuo pezzo di storia, e merita davvero tutti gli errori che puoi dargli.
Due notti dopo quella del suicidio, stavoun po' meglio, ho chiacchierato con la mia psicologa, le ho consegnato i testi del diario che sto scrivendo, ho cercato di far pace con mia madre, ho anche ristabilito con fatica il rapporto con mia nonna, e ho fatto in modo di recuperare una sorta di equilibrio.
Avevo paura, ho ancora paura adesso, ma dettagli.
Non avevo nulla che mi preoccupasse, a parte la solita ansia, con cui ormai convivo; non sentivo il mio ragazzo da due giorni.
Quella notte, verso le 2, suonano a casa nostra i carabinieri, mentre io stavo ovviamente dormendo. Mia madre si sveglia e va ad aprire, e questi enunciano la fantastica notizia: il mio ragazzo ha telefonato ai carabinieri perché una sua amica dalla Polonia le ha detto che “Giulia era morta”. Questo “Giulia era morta” è arrivato per messaggio a lei, e loro hanno fatto arrivare i carabinieri a casa mia, sostenendo che questo esatto messaggio fosse partito dal mio telefono. Ovviamente i due uomini hanno perquisito il mio cellulare alla ricerca del messaggio, o almeno di un contatto corrispondente a quanto riferitogli, non trovando assolutamente nulla.
Come se non bastasse, anche il padre del mio ragazzo ha scritto a mia madre, dicendo che questo messaggio sarebbe partito da me.
Quello che nessuno ha messo in conto però, è che io per prescrizione psichiatrica ad una certa ora, ovvero le 21 e 45 devo predere un sonnifero, che mi porta ad addormentarmi intorno alle 22 e 10. il messaggio in questione è stato mandato alle 22 e 35.
Quella notte, i carabinieri si sono scusati, sia con me, che con mia madre, ma io praticamente non stavo ascoltando. Io ero semplicemnte sconvolta; ho amato una persona per 8 mesi, ho dato me stessa, tutta me stessa, per otto lunghissimi mesi, per finire con i carabinieri a casa mia a chiedermi scusa.
O meglio, vorrei fosse finita così.
Oggi, 13 gennaio 2020 ho denunciato il mio ragazzo per molestie. Ho denunciato una persona che per otto mesi, piano piano, si è infilata nella mia vita e mi ha portato via tutto ciò che avevo, dalle amicizie, alla mia identità, alla mia libertà, alla mia personalità. Oggi, scrivendo queste parole, ho composto il primo pezzo della nuova melodia della mia vita, dove non voglio più cadere in stonature, dove non voglio più perdere me stessa a causa di qualcuno.
Il problema ero io, io mi sono lasciata trascinare da qualcuno che era convinto di fare ciò che era più giusto per me, quando in reatà, ciò che è più giusto per me lo dovrei decidere io.
È questo il mio gran finale, è questo il mio assolo.
Io sono arte, e mi amo.
53 notes · View notes
giulia-liddell · 4 years
Text
Qualcuno non sa sempre fare rumore, ma va bene così
Parole: 1749
Beta: Server di Discord
Fandom: Sanremo RPF (Cenone di Natale AU/Sanremo Family AU)
Ship: Nessuna (tecnicamente)
Avvertimenti: credo nessuno... Per una volta Diodato non è la punchline di una battuta
Note autore: Seguito di X, in cui Cally va a ringraziare Diodato e hanno l’occasione di parlare... Unrelated note: Happy Pride Month everyone!
Come gli è venuto in mente a quello lì di andarsi a cacciare nel capanno degli attrezzi da giardino? E come diavolo fa zio Bugo a sapere che è andato proprio là? Pensa Cally mentre si allontana dalla tavolata allestita all’aperto sotto il sole primaverile per cercare lo scomparso Antonio. In realtà non è esattamente dentro il capanno degli attrezzi, è più di fianco, seduto con una scioltezza che non sembra sua su una panchina. Tiene gli occhi chiusi e la testa appoggiata all’indietro contro la parete del capanno. Cally improvvisamente sente che è stata una cattiva idea venirgli dietro… Sembra… Una di quelle situazioni in cui non dovresti disturbare qualcuno, quando basta una persona ed i suoi pensieri. Ma ormai è lì e non è mai stato il tipo che si tira indietro, quindi fa qualche passo in più «Ehi.» dice a bassa voce per attirare la sua attenzione. Antonio apre gli occhi e si volta verso di lui, ma non sembra essersi spaventato, sembra quasi troppo distratto da sé stesso per spaventarsi davvero. Cally lo osserva meglio e corruga la fronte «Ma stavi piangendo?» chiede. Non è mai stato il tipo da girare troppo intorno alle cose o da frenare la lingua, quindi non può fare a meno di chiederlo mentre osserva la sua faccia arrossata e gli occhi lucidi e gonfi. Antonio annuisce e Cally pensa che sia perché non riesce a parlare, ma subito aggiunge anche «Sì. Stavo piangendo.» con la sua solita voce calma, anche se leggermente alterata. È incredibile come riesca a sembrare così composto anche in questa situazione.
Cally si rimangia il centinaio di battute che gli erano venute in mente da fare e con molta cautela si avvicina ancora un po’ per sedersi accanto ad Antonio. «Io volevo ringraziarti per aver difeso mio cugino… Lo avrei fatto anche io, anzi di solito lo faccio io, o Tarek… Ma grazie comunque… È fantastico anche il discorso che hai fatto… Ed è bello per una volta vedere anche te che ti ribelli alla zia Rita… Insomma non mi sarei mai aspettato che lo avessi fatto, sei così…» Cally si interrompe in cerca della parola giusta «Così “in una posizione privilegiata agli occhi dei nonni e degli zii”?» suggerisce Antonio facendo un mezzo sorriso mentre guarda un angolo lontano del giardino «Sì. Sì, esatto. Insomma sei il cugino perfetto, quello a cui tutti vogliono bene, sei quello che non deve mai sopportare offese e che non deve mai difendersi da nessuno… Ad essere onesto ti odiano un pochino tutti per questo… Cioè, io sicuramente… Anche il modo in cui hai trattato Elodie e Levante non mi è piaciuto per niente, insomma Levante ha diritto di fare quello che vuole e-» Cally non vorrebbe suonare offensivo, almeno non in questo momento, ma non può trattenersi dal buttare fuori quello che pensa «Ah è così che la vedi tu? Credi che a Natale io ce l’avessi con Levante perché ha chiuso la nostra relazione e si è messa con Elodie? Sicuramente non avevo preso benissimo la rottura… Questo è certo, ma… Non importa.» lo interrompe Antonio per poi rinunciare a quello che stava dicendo. L’attenzione di Cally torna al massimo «No, aspetta, adesso devi spiegarmi. Non puoi buttare l’amo così e poi non farci niente… Io… Prometto di non farne parola con nessuno, parola d’onore. Hai difeso mio cugino e ti sono debitore. So che non sono la persona più affidabile di questa famiglia, ma su una questione di onore non faccio cazzate.» si affretta ad incalzarlo. Antonio si volta improvvisamente per guardarlo negli occhi, come per testare che stia dicendo la verità, e Cally nota che sono di nuovo lucidi. Sembra davvero sul punto di ricominciare a piangere. «Lo giuri?» chiede con un filo di voce, perdendo solo per un attimo la sua compostezza. Cally si rende conto che ha bisogno che lui gli dica di sì, ha bisogno di liberarsi di un peso con qualcuno. «Lo giuro.» risponde seriamente guardando Antonio negli occhi per cercare di trasmettergli più fiducia possibile.
Antonio prende un respiro profondo e appoggia di nuovo la testa alla parete dietro la panchina, guardando in alto le poche nuvole bianche che viaggiano per il cielo azzurro. Sembra raccogliersi un attimo per farsi contagiare dalla serenità di quella giornata primaverile prima di riuscire a parlare «Io… Non ce l’avevo con Claudia, davvero… A Natale ho fatto delle gran puttanate, questo lo so e mi dispiace… Ma perché provavo invidia.» spiega Antonio sospirando. Cally non sa se è più stupito dall’aver sentito il signor Perfetto dire una parolaccia o dall’averlo sentito ammettere che era invidioso di qualcuno. Lui. Quello che di solito tutti invidiano. «C- Cosa intendi con “provavo invidia”? Perché lei è in una relazione e tu no?» chiede Cally sperando che dal suo tono si capisca che non intende prenderlo in giro. Antonio scuote la testa «Sarebbe davvero da bambini piccoli prendersela per una cosa così semplice, non trovi? Mi credete così infantile? Ouch… No… No, provavo invidia perché… Perché…» Antonio si interrompe e quel mezzo sorriso che era riuscito a fare scompare dalla sua faccia. Cally lo osserva con attenzione. Capisce perfettamente che si sta sforzando e non vuole assolutamente portarlo al punto di rottura «Ehi, ehi… Non devi mica sentirti obbligato, eh. Se non vuoi parlarne non fa niente… Possiamo parlare di altro… Possia-» prova a dire, ma subito Antonio lo interrompe «NO! No, ti prego… Se- Se non lo dico adesso non lo dirò mai più, lo so… Voglio solo… Voglio solo buttarlo fuori per una volta…» Antonio sospira e fa una piccola pausa prima di ricominciare «Perché loro riuscivano ad essere sé stesse ed io no.» dice, mentre alcune lacrime ricominciano a scendere silenziosamente lungo le sue guance. Cally resta a fissarlo un attimo. Sembra fuori posto tutta quell’amarezza in una giornata di sole così bella.
«Perché credi di non poter essere te stesso?» chiede con cautela Cally scrutando il volto di Antonio e riesce a notare una piccola smorfia involontaria che lui cerca subito di nascondere «”Stessa”» mormora sottovoce Antonio. «Come?» chiede Cally, che ha sentito benissimo, ma non ha afferrato il senso di quella correzione. Antonio chiude gli occhi e stringe le labbra, come se si stesse concentrando per farsi coraggio e poi parla con il suo solito tono calmo «Non credo di poter essere me stessa.» dice versando ancora qualche lacrima. Cally resta un attimo in silenzio mentre gli ingranaggi della sua mente rielaborano quello che ha appena sentito. Oh. Credo di aver capito. «Da quanto…? Perché non hai mai…? Io… Mi dispiace.» riesce a rispondere Cally prima di darsi dello stupido da solo «No, scusa. “Mi dispiace” è una risposta del cazzo. Io non avevo assolutamente idea di questa cosa e ti ho preso in giro per così tanto e ti ho sempre chiamato nel modo sbagliato e sicuramente non ho fatto altro che contribuire al tuo stato di malessere generale… Un “mi dispiace” non basta… Non ho modo di scusarmi per questo…» aggiunge subito con tono più deciso. «Come se io non ti avessi mai preso in giro… Con tutti voi… Ho rigirato il mio non poter essere me, insultando voi che ci riuscivate… Volevo mantenere quell’aria da “cugino perfetto” come se fosse una maschera… E… Non volevo perdere quell’attenzione che ricevevo… Non so neanche perché… Ci sono stati dei momenti in cui avrei voluto dire tutto, ma… Poi vedevo come le nonne parlavano di te o del ragazzo di Riccardo o di Anastasio e… Perdevo il coraggio…» cerca di tranquillizzarlo Antonio (?). Cally rimane un momento confuso «Tu sai davvero di tutti quanti? Perfino di me? Di Eugenio?» chiede e Antonio (?) gli sorride debolmente «Certamente. Mi hai mai sentito usare il tuo deadname? Siete la mia famiglia. Ho sempre ascoltato attentamente tutti i vostri discorsi e vi ho sempre osservati… Adoravo vedere le vostre bandiere in braccialetti, anelli, spille… Ho sempre guardato tutte le foto dei Pride a cui siete andati… Ma… Sì, ecco in un certo senso ho cercato di proiettare in quello che facevate voi…» spiega Antonio (?). Cally resta sorpreso dalla considerazione che dimostra per ognuno di loro, perfino per lui.  
«Cazzo… Prima di continuare il discorso, ti posso chiedere come preferiresti che ti chiami? Hai un nome scelto?» chiede subito Cally scuotendo la testa e fissa un attimo i suoi occhi di nuovo lucidi. Sicuro dopo devo portarle almeno un litro d’acqua per la reidratazione. «Ecco… Io… Ci ho pensato, ma… Non ne ho mai provato uno ad alta voce… Quindi… Un po’ mi mette ansia come cosa… Comunque… Volevo provare con “Anita”.» dice Anita. Cally annuisce «Ehi, peggio del mio soprannome idiota non può essere… Posso chiederti come mai Anita? Se ti va di dirmelo…» risponde e ad Anita si illuminano gli occhi «Ecco… Le versioni femminili di “Antonio” non mi piacciono e… Non volevo una cosa troppo simile al mio nome di battesimo… E… Mi sembrava un nome che ricorda abbastanza quello di battesimo, ma anche che suona completamente diverso… Se ha senso come discorso…» spiega lei. Cally annuisce «Sì, certo certo… Ha senso… Domanda: ti possiamo ancora chiamare “Godgiven” tra noi cugini? Tecnicamente è gender neutral, anzi forse più femminile dato che sappiamo tutti che Dio è una donna, ma voglio essere sicuro…» commenta subito e Anita scoppia a ridere, sembra anche che provi ad usare un tono leggermente più acuto. Cally sorride pensando che si è sentita abbastanza sicura con lui per tentare ad usare un timbro diverso «Davvero mi chiamate così? Ma è bellissimo! Certo, approvo al cento per cento il mio soprannome gender neutral! Ma… Ecco non credo di essere pronta a parlarne con gli altri… Io ecco… L’ho detto a te perché… Perché ne avevo bisogno e perché… Beh tu sei non-binary e sei una lesbica quindi… Sei la persona con un’esperienza più vicina alla mia che io conosca… C’è sempre Eugenio, ma lui è un ftm gay, non è proprio la stessa cosa e… Non ci conosciamo molto…» risponde lei con un sorriso e Cally le fa un occhiolino «Non preoccuparti Anita, il tuo segreto è al sicuro con me. E quindi sei una lesbica anche tu, eh? Sempre bello conoscerne altre… Se ti senti tranquilla a restare un paio di minuti da sola, ti porto un po’ d’acqua…» propone Cally e Anita annuisce «Grazie mille… Davvero… Comunque sono pan.» dice con un piccolo sorriso. Sembra più serena. Beh sicuramente gli eventi hanno preso una piega inaspettata.
4 notes · View notes
veronica-nardi · 5 years
Text
The Untamed, Al Tempio di Yunping (episodi dal 47 al finale)
PRIMA PARTE.
Sto riscrivendo l'incipit del commento perché avevo pensato di fare una tirata fino al finale, ma scrivendo il commento mi sono accorta di essere la persona più prolissa sulla faccia della terra, quindi, avendo fallito miseramente all'idea di buttare giù un commento sintetico degli episodi finali, dovrò dividere la cosa in due parti: questa prima parte sono gli episodi 47 e 48, poi farò il 49 e il 50.
Senza contare che ho finito il numero delle gif disponibili.
Avvertenza: consiglio di aver comunque già visto tutto il finale prima di continuare la lettura.
Iniziando a scrivere, ci sono due cose che NON devo fare: mettermi le mani nei capelli pensando a tutto lo spettacolino di Jin Guangyao che dovrò raccontare tra poco; e cercare di non ricordare la parte finale della novel perché altrimenti inizio a porconare pensando a come avrei voluto vedere CERTE COSE.
Evito di mangiarmi le mani, e partiamo.
Dunque, Lan Zhan e Wuxian si dirigono nella città di Yunping per raggiungere il luogo segnato sull'atto di proprietà trovato nella stanza segreta di Jin Guangyao. Con loro, ovviamente, c'è anche Wen Ning, che li segue ovunque vadano come un cagnolino. Guardando come viene infastidito da alcuni bambini per la strada, Wuxian desidera che Wen Ning riesca a staccarsi da lui e vivere una vita più indipendente. Ormai non è più il ragazzino balbettante di una volta, è giusto che prenda la sua strada. Non può dipendere da Wuxian per sempre, non è giusto né per lo stesso Wen Ning, e nemmeno per la nostra coppietta preferita, che vorrà pure un po' di privacy.
Wuxian e Lan Zhan scoprono che il luogo di cui Jin Guangyao è il proprietario, è un tempio situato in città, piuttosto frequentato. Entrano a dare un'occhiata, e sentendo una conversazione vengono a sapere che quella notte, per tre giorni, il tempio rimarrà chiuso per lavori di restauro.
Lavori di restauro. Come no.
I due decidono di tornare sul posto una volta calata la notte, in modo da intrufolarsi all'interno quando non ci sarà nessuno, E IO DEVO SFORZARMI DI NON PENSARE A COSA SUCCEDE A QUESTO PUNTO NELLA NOVEL.
Quella notte, Wuxian non lascia venire con sé anche Wen Ning. Lo lascia sulla porta, prima di tutto perché penso voglia proteggerlo, e poi se lui e Lan Zhan non dovessero più uscire Wen Ning dovrà correre al Pontile del Loto e chiamare Jiang Cheng.
E Wuxian non mette in dubbio quello che potrebbe fare o non fare il fratello. Non pensa "se le cose dovessero mettersi male speriamo che Jiang Cheng arrivi". No. Wuxian è sicuro che arriverà. Per quanto possa mostrarsi sempre arrabbiato e scontroso, Wuxian sa che il fratello non lo lascerebbe morire se dovesse sapere che lui è in pericolo.
Wen Ning rimane quindi fuori, quando d'un tratto vede dell'energia nera (?) all'orizzonte, nel cielo della notte, e come un razzo vi corre incontro (qualcuno mi spieghi please).
Wuxian e Lan Zhan si arrampicano sui tetti del tempio e nel cortile interno, tra vari uomini, vedono anche Lan Xichen. Prima che possano capire cosa sta succedendo, Fata guida Jin Ling alle porte del tempio, e il ragazzo, incuriosito, si mette a bussare. L'arrivo del nipote non facilita certo le cose a Wuxian, che si mette a pregare tutti i santi affinché il ragazzo se ne vada.
E invece cosa fa Jin Ling?
SI ARRAMPICA SUI TETTI ANCHE LUI.
Nel bel mezzo della notte, da solo, giovane e inesperto, si arrampica sulle mura per sbirciare in questo tempio dall'aria sinistra. Jin Ling, vuoi morire? A quanto pare sì, perché gli arcieri, ignorando bellamente le parole di Lan Xichen di non fare del male al ragazzo, sono pronti a puntare su di lui, e sarebbe davvero morto se Wuxian non avesse deviato le frecce in tempo. Wuxian gli grida di scappare e il nipote se la svigna, ma ormai lui e Lan Zhan sono stati scoperti: da vera serpe qual è, Jin Guangyao sguscia dall'ombra e prende in ostaggio Wuxian immobilizzandolo con una corda attorno al collo.
Zan zan zaaaaaaaan.
Perfetto modo di prendere in pugno la situazione.
Tenendo tra le mani la vita di Wuxian, Jin Guangyao costringe Lan Zhan ad abbassare la sua spada e sigillare i suoi poteri spirituali, il tutto mentre il Signor Sono Stato Ingannato (non dire che non eri stato avvertito) assume sempre di più un'aria da "ma dove diavolo sono finito..."
Jin Guangyao ci mette poco a creare tensione con le persone che ha tra le mani. Abilissimo manipolatore, si mette a fare riferimenti alla morte di Wuxian e di come i due una volta fossero nemici, parole mirate a risvegliare brutti ricordi e far bruciare i rimorsi di Lan Zhan, che si vede costretto a esaudire le richieste del nemico. Wuxian invece lo spinge a scappare e a cercare aiuto, rassicurandolo di non averlo mai incolpato di nulla, ma a nulla valgono le sue parole: Lan Zhan rimane al suo fianco, cosa che colpisce Wuxian al punto da fargli salire le lacrime agli occhi.
La situazione si fa ancora più interessante nel momento in cui Jin Ling viene catturato e portato dentro (sento Wuxian porconare internamente). Jin Guangyao ordina di trovare e uccidere il cane, cosa che sorprende e allarma il nipote, visto che Fata gli è stata regalata proprio dallo zio e gli è molto affezionato.
Lan Xichen è sempre più sconcertato: "Jin Ling è solo un bambino, ed è tuo nipote."
Ancora non hai capito quanto sa essere subdolo e crudele questo caso umano che è Jin Guangyao? Quest'ultimo approfitta della situazione per tenere un altro prezioso ostaggio con sé, assicurando a Jin Ling che se si comporterà bene non gli succederà nulla di male.
Con tutto il rispetto, Jin Guangyao, ma ormai non sei più molto affidabile.
Fulmini e saette rombano nel cielo. Una tempesta si sta avvicinando, così entrano tutti all'interno del tempo, dove Jin Guangyao, che si dimostra un individuo sempre più macabro ogni minuto che passa, sta facendo scavare la terra per dissotterrare qualcosa, non si sa bene cosa, ma a quanto pare molto importante per lui.
Tumblr media
Mentre Jin Guangyao è occupato con gli scavi archeologici, i prigionieri si siedono per terra mentre fuori si scatena il temporale. Wuxian approfitta del momento di pace per rivolgersi a Lan Zhan, dicendogli che non è costretto a stare al suo fianco, che non è mai stato arrabbiato con lui e che non gli deve niente.
"Non ho mai pensato di doverti qualcosa."
"Allora perché lo hai fatto?"
SECONDO TE PERCHÉ??! Wuxian sarà il più grande genio di questo mondo, ma quando si tratta di sentimenti diventa improvvisamente uno scemo (e nella novel è pure peggio!). A parte gli scherzi, Wuxian è abituato a combattere da solo e per troppo tempo ha pensato di non meritare nulla di più che indifferenza e ritorsione; inoltre, dopo che Lan Zhan gli ha confessato di avere i suoi rimpianti, teme che stia agendo solo perché sente di avere un debito nei suoi confronti. E invece no. Lan Zhan l'ha fatto perché...
"Perché andava fatto."
E perché ti ama, certo, ma questo non si può dire.
Intanto Lan Xichen se ne sta seduto a occhi chiusi a meditare (perché non sono sorpresa?), mentre Jin Ling stringe al petto la sua spada. AMOREEEEEE. Jin Ling sarà anche scontroso e altezzoso a volte, ma guardalo, ora se ne sta seduto visibilmente impaurito e a disagio, tenendo stretta a sé la spada di suo padre. Questo dice tanto di lui.
Per rallegrare l'atmosfera arriva Su She, recante con sé uno svenuto Nie Huaisang. Per Jin Guangyao è ancora meglio: ora ha un altro Capo Clan tra le mani (tra poco riderai di meno perché sta per essere sganciata una bomba INCREDIBILE).
NIE HUAISANG, IO LO SO CHE NON SEI DAVVERO SVENUTO!!!
Ma non è ancora il momento di parlare di lui.
Jin Guangyao rassicura Lan Xichen che non farà del male al povero Nie Huaisang, lo ha sempre trattato bene, e se tutto andrà per il verso giusto, tutti quanti potranno uscire da quel posto sani e salvi. Lan Xichen pare confuso e sconcertato:
"Dovrei crederti?"
MA ANCORA TE LO CHIEDI???!!?!?
Per amor del cielo, l'ingenuità di quest'uomo deve pur avere un limite!
"Dipende da te. Che tu mi creda o no, non puoi far niente comunque. Giusto?"
Della serie: sticazzi. Vedo lo schiaffo in faccia che queste parole provocano sul volto di Lan Xichen. Ma cosa ti aspettavi? Quest'uomo sta sprofondando nel più profondo fallimento ogni minuto che passa. Io ti voglio bene però, insomma... hai voluto vedere solo quello che volevi tu fino all'ultimo, quando ormai è impossibile negare l'evidenza.
Mentre Lan Xichen fa i conti con la sua ingenuità, Su She si lancia nel suo passatempo preferito: cagare il cazzo ai due protagonisti. Innanzitto cerca di vantarsi perché loro sono in ostaggio, al che Wuxian gli fa notare che il suo padrone è piuttosto nella merda in questo momento, poi se la prende con Lan Zhan lamentandosi della sua perenne aria da superiorità.
Su She, la verità è che sei invidioso.
Quando Wuxian difende l'amato affermando che le regole del Clan Lan vietano di essere arroganti, lo scambio di battute tra lui e Jin Ling mi fa sempre ridere:
"Come fai a conoscere le regole del Clan Lan?"
"Perché le ho ricopiate tante volte."
"E perché le avresti ricopiate tante volte?"
"Pensi che mi piacesse? Era... una punizione."
"Che vergogna".
Il modo in cui Jin Ling volta la testa dall'altra parte con aria indignatissima mi fa morire. Giuro che Jin Ling e Wuxian insieme sono un'accoppiata meravigliosa.
Dopo la piccola umiliazione davanti al nipote, Wuxian torna a rispondere a Su She in un modo che mi rende molto orgogliosa di lui:
"Dovreste essere lieto di non aver studiato al Clan Jiang di Yunmeng. Altrimenti, vi avrei fatto arrabbiare a morte. Quando ero giovane, ero sinceramente convinto di essere un prodigio. E non solo ce l'avevo nel cuore, lo sbandieravo anche ovunque."
Amore mio, sei cresciuto. Ci sono cose e aspetti di Wuxian che rimarranno per sempre gli stessi: la sua generosità, la bontà di cuore, la sua insolenza, la sua lingua sciolta, il suo eterno sorriso da bambino che ti scalda il cuore. Ma quello che è cambiato in lui è la consapevolezza. Quella presa di coscienza che prima gli mancava. Wuxian qui parla al passato, di quanto si sentiva un prodigio quando era giovane. Ora giovane non lo è più, e si rende conto di quanto dannatamente sia stato arrogante nella sua vita precedente.
E c'è Su She che si incazza e tenta di attaccarlo, e Lan Zhan entra nel mood "non osare toccare mio marito" nel giro di un nano secondo:
Tumblr media
A questo punto le cose si fanno davvero interessanti. Su She è colto da istinti omicidi verso Wuxian, che però non ci tiene proprio a morire.
"Non è che ho paura della morte. È che non voglio morire."
Questo è un altro cambiamento in Wuxian. Appena tornato in vita non mi sembrava felice di essere ancora in questo mondo: non aveva nessuno ed era odiato da tutti, la sua sola compagnia erano i traumi del passato con cui dover fare i conti. Fino a quando non ha incontrato Lan Zhan, che gli ha letteralmente salvato la vita non solo in senso fisico: ha reso la sua vita degna di essere vissuta di nuovo. Senza Lan Zhan, Wuxian sarebbe rimasto uno scarto della società per sempre, e non avrebbe trovato mai più la gioia di vivere.
Quello che ha fatto la differenza tra presente e passato, è che adesso Lan Zhan sta dalla sua parte qualunque cosa accada. E questo è stato sufficiente per Wuxian per ritrovare la pace perduta. Lo ha detto lui stesso: un compagno di vita è sufficiente. Non importa se Lan Zhan dovesse essere l'unica persona sulla faccia della terra che crede in lui, Wuxian non ha mai avuto bisogno di molti alleati per trovare la forza di combattere. Un alleato come Lan Zhan e una coscienza pulita, e Wuxian vive che è un piacere.
A questo punto mi viene da dire solo una cosa: Dio benedica Lan Zhan.
Ma andiamo avanti. Ho detto che le cose si fanno interessanti, infatti prima che Su She possa attaccare di nuovo le porte del tempio vengono buttate giù da uno sfrigolante colpo di frusta violaceo:
Tumblr media
IL NOSTRO TSUNDERE PREFERITO È ARRIVATO!!! (E in tutta la sua bellezza).
CHE BADASS.
Guardate che stile.
Jiang Cheng porta con sé anche Fata, che si precipita dentro abbaiando contro Su She, cosa che terrorizza Wuxian. Jin Ling incita il cane ad attaccare, e anche Wuxian si mette ad incitare mentre si nasconde dietro il braccio di Lan Zhan, prontamente protettivo.
Tumblr media
Ora, due cose:
Uno: apprezzo moltissimo come in una scena del genere, che dovrebbe essere stressante, ansiosa e ricca di tensione (e lo è), riescano ad alleggerire l'atmosfera qua e là usando trucchetti come quello di Wuxian spaventato dal cane, o lo scambio di battute tra lui e Jin Ling. Questa serie ha sempre avuto un ottimo equilibrio tra leggerezza, ansia, dolcezza, tensione, horror, divertimento, lacrime (ok, di lacrime ce ne sono state tante, ma è comunque una serie equilibrata per quanto mi riguarda).
E due: possiamo parlare di quanto sia prepotentemente potente la presenza di Lan Zhan nonostante non pronunci praticamente parola? Da quando è iniziato l'episodio avrà pronunciato tre parole, e per tutto il tempo che staranno al tempio, lo passerà per la maggior parte in silenzio, eppure non ci si dimentica della sua presenza nemmeno per un istante, perché riesce comunque a parlare col corpo e con gli sguardi.
Mi ricordo di aver visto un'intervista di Wang Yibo in cui faceva riferimento al quasi assoluto silenzio di Lan Zhan nelle vicende del tempio, e raccontava la difficoltà di interpretare un personaggio del genere, e di come si fosse chiesto in quali altri modi poteva farlo "parlare". So che Lan Zhan è un personaggio che parla poco proprio di base, ma le vicende del tempio mi hanno colpita perché sono gli ultimi momenti della serie, è dove si decidono le sorti dei personaggi, è dove tutto viene concluso, c'è molta tensione e ci si aspetta che i personaggi buttino fuori quello che si portano dentro, mentre Lan Zhan rimane quasi muto, e l'attore ha dovuto lavorare su questo.
Dunque, appena entrato lo sguardo di Jiang Cheng cade subito sul fratello, uno sguardo ancora molto scosso per via della recente scoperta sul Nucleo (Wuxian ancora non sa che lui sa). Jin Guangyao, dall'occhio attento come una serpe, se ne accorge subito e ne approfitta, cominciando a creare tensione tra i due fratelli.
Tumblr media
Nel duello che parte con Jiang Cheng, guarda un po', si lascia casualmente scappare di aver sentito di un certo trambusto al Pontile del Loto, con Jiang Cheng che è corso da tutte le parti come un pazzo chiedendo a chiunque di provare a estrarre Suibian manco fosse la versione cinese di Excalibur.
Faccia di Jiang Cheng: YOU MOTHERFUCKER.
Faccia di Wuxian: PANICO.
Faccia di Jin Guangyao: OH YES BITCHES!
"Ho saputo che nessuno è riuscito ad estrarre quella spada, ma che tu ne sei stato capace. Che strano. Sedici anni fa, quando raccolsi quella spada, si sigillò da sé. Oltre allo stesso Patriarca di Yiling, nessun altro fu in grado di estrarla."
Faccia di Wuxian: SUPER MEGA PANICO.
Faccia di Lan Xichen: ma di cosa stiamo parlando?
Jiang Cheng: TI AMMAZZO BASTARDO!!!
"Poi me ne sono ricordato. Allora, Wei Gongzi era così ostinato. Non portava mai con sé la propria spada. Ogni volta dava una scusa diversa. Lo trovai singolare. Capo Clan Jiang, sei davvero straordinario. Il più giovane dei Capo Clan, capace di ricostruire il Clan Jiang di Yunmeng da sé. Lo rispetto davvero molto. Ma ricordo che in passato non sei mai stato capace di superare Wei Gingzi. Puoi spiegarmi come hai fatto ad ergerti tanto in alto dopo la Campagna dell'Eclissi? È stato forse merito di una pozione per il Nucleo D'oro?"
Wuxian: OH MIO DIO OH MIO DIO OH MIO DIO.
Lan Xichen e Jin Ling: confusione totale.
Jiang Cheng: fase trigghered completata.
Lan Xichen ha provato ad avvertire Jiang Cheng di stare attento e di non parlare con la serpe, che con le sue parole riesce a distogliere la tua attenzione e manipolare le tue emozioni (ed è vero cazzo!), ma Jin Guangyao è riuscito comunque a vincere questo primo round.
Sarò sincera: rivedendo la scena, devo ammettere che AMO il modo in cui Jin Guangyao mette in piedi il suo spettacolino. È un manipolatore così fottutamente abile che non posso fare a meno di ammirarlo. Le mie parole o le mie gif non possono descriverlo come si deve, bisogna vederlo in azione per capire quanto è bravo.
E QUANTO CAZZO È BRAVO L'ATTORE!
Decisamente si merita un applauso. Amo il modo in cui prende palesemente per il culo Jiang Cheng, assumendo un'aria innocente e disinvolta mentre gli butta veleno addosso. Ora, approfittando del suo stato sconvolto, torna all'attacco. Mentre combattono, Jiang Cheng salva Wuxian deviando la spada di Jin Guangyao, risultando per una volta addirittura più veloce di Lan Zhan. Il fatto che lo protegga senza esitare dice tutto.
Jiang Cheng esce dal combattimento ferito, e sono sicura che non sia riuscito a dare il massimo perché la sua concentrazione è stata abilmente manipolata. Quindi si siede per ristabilire la sua energia spirituale, mentre gli occhi di Jin Guangyao si riempiono di eccitazione vedendo che gli scavi stanno per volgere al termine (ma ancora non ci hanno detto di cosa si tratta).
In questo momento di "calma", Wuxian si rende conto che Wen Ning ha raccontato tutto a Jiang Cheng e Lan Zhan. Non fa di certo i salti di gioia nel saperlo, e capisco la sua preoccupazione perché sa già come sta per reagire Jiang Cheng, ma a questo punto è inevitabile, e ora c'è solo una cosa da fare: chiarirsi.
OK.
NON SONO PRONTA PER LA BOTTA EMOTIVA TRA I DUE FRATELLI.
Rivedendo la scena, ho pianto.
Maledetti, vi odio.
No non è vero, in realtà vi voglio bene, ma quanto mi fate esasperare!
Jiang Cheng si rivolge a Wuxian nell'unico modo in cui sa rivolgersi al fratello: arrabbiato. Solo che ora c'è una differenza: ora Jiang Cheng è arrabbiato anche con se stesso. Ma sappiamo come è fatto, fa fatica ad ammetterlo, è uno che per evitare una dolorosa verità si sfoga con la rabbia e il risentimento.
E così Jiang Cheng si sfoga, mostrando la sua rabbia verso le grandi azioni eroiche di Wuxian, su quanto si sia sempre sentito oppresso da lui sotto qualsiasi aspetto, di come il padre lo preferisse, di come la sua famiglia sia morta per colpa sua (questo ormai è un must). E poi tira fuori quello che lo ha fatto soffrire DAVVERO in tutti questi anni:
"Wei Wuxian, chi è quello che ha davvero rotto per primo la sua stessa promessa e tradito il nostro Clan Jiang? Avevi detto che quando in futuro sarei diventato Capo Clan, tu saresti stato il mio braccio destro. Che mi avresti supportato per sempre. Quindi che importa se Gusu ha le Due Giade? Noi di Yunmeng abbiamo le Glorie Gemelle! Non tradiresti mai il nostro Clan Jiang. Chi ha detto tutto ciò? Ti sto chiedendo chi l'ha detto! Te le sei rimangiate tutte?"
Tumblr media
È importante capire quanto Jiang Cheng avesse preso a cuore quella promessa, e quanto si sia sentito ferito in seguito quando Wuxian l'ha "abbandonato". Wuxian lo lascia sfogarsi mentre lui rimane in silenzio, con le lacrime agli occhi. Sono abbastanza sicura che a questo punto della storia, data l'evoluzione del personaggio, Wuxian non faccia più sua la colpa della morte delle persone che ha perso. Voglio dire, è ovvio che quelle perdite lo faranno sempre soffrire e i sensi di colpa probabilmente ci saranno sempre, ma credo che ora Wuxian abbia raggiunto quella consapevolezza del "non è davvero colpa mia" e riesca a vivere in modo più sereno. Non risponde nulla a Jiang Cheng su queste cose, sa che il fratello dice cose del genere quando è arrabbiato, l'unica cosa che può fare è lasciare che si sfoghi.
"Che è successo alla fine? Invece, sei andato a proteggere degli estranei. Oltretutto membri del Clan Wen. Hai disertato senza esitazione. Cosa credi che sia la mia famiglia? Hai fatto tutte le buone azioni. Quelle cattive erano sempre tutte involontarie. Quali sono esattamente queste tue ineffabili situazioni difficili? Situazioni difficili? Non mi hai mai detto nulla. Mi hai trattato come uno stupido!"
Jiang Cheng si trascina verso il fratello, quasi incespicando per via delle ferite, ignorando totalmente il nipote e Lan Xichen che lo avvertono di fare attenzione.
"Wei Wuxian, visto quanto devi al nostro Clan Jiang, non dovrei forse odiarti? Non posso odiarti? Perché? Perché sembra che io ora debba scusarmi con te? Perché devo sentirmi come se per tutti questi anni io sia stato solo un buffone!? Cosa sono io? Meritavo semplicemente di essere messo in ombra dalla tua radiosità fino al punto di non riuscire più ad aprire i miei occhi? Non dovrei odiarti?!"
Jiang Cheng ormai è in ginocchio davanti a Wuxian, stravolto e devastato. E qui Jiang Cheng parla chiaro: vorrebbe odiare il fratello con tutto il cuore, ma non ci riesce. Non ci è mai riuscito davvero, e sopratutto ora non riesce e non può odiarlo, non dopo il sacrificio che Wuxian ha fatto per lui.
"Perché? Perché, Wei Wuxian? Perché non me l'hai detto?"
"Perché non volevo vederti agire come stai facendo ora."
Questo è comprensibile. Wuxian ha sempre saputo come avrebbe reagito il fratello se lo avesse scoperto, perché lo conosce. Ma alla fine tenere il segreto non è stata la soluzione migliore: Jiang Cheng aveva bisogno di sapere.
Jiang Cheng è quasi consumato. La scoperta della verità, la rabbia, il senso di colpa, la tensione, tutto ha contribuito a rendergli i nervi estremamente tesi. Dopo lo sfogo, sembra essersi finalmente svuotato del peso che portava dentro da troppo tempo, ma la tristezza per i tempi passati ormai svaniti, rimane:
"Avevi detto che in futuro, quando sarei divenuto Capo Clan, tu saresti stato il mio braccio destro. Che mi avresti supportato per sempre. Non avresti mai tradito il nostro Clan Jiang di Yunmeng. Queste sono cose che hai detto tu stesso."
"Mi dispiace. Ho infranto la mia promessa."
Jiang Cheng sorride in modo quasi triste, ironico, amaro. Non è un sorriso soddisfatto per aver finalmente ricevuto delle scuse.
"La situazione è già così e voglio comunque che tu mi dica scusa. Che persona preziosa sono? - pausa - "Mi dispiace".
Wuxian lo guarda con una sfumatura di sorpresa nello sguardo, come se non si aspettasse delle scuse da parte del fratello. Persino Lan Zhan pare sorpreso.
"Non devi scusarti con me. Prendila solamente come mia ricompensa per il Clan Jiang." - si avvicina al fratello mettendogli una mano sul braccio per consolarlo - "Questa questione... Non prendertela a cuore. Dimenticala. Anche se so già che con la tua personalità, continuerai a ricordarla. Ma come dovrei dirlo? In questo momento, sento come se fosse tutto nel passato. Tutte quelle questioni sembrano cose di una vita passata. Lasciale andare. Non invischiamoci più."
Tumblr media
Wuxian sorride e asciuga le lacrime del fratello. Per un attimo sembrano tornare quei due fratelli che erano una volta, quando Wuxian metteva protettivamente un braccio attorno alle spalle di Jiang Cheng. Certo, ora è tutto diverso, e ammetto che in un primo momento Wuxian non sembra sciolto come una volta nell'avvicinarsi a Jiang Cheng, ma il modo in cui gli sorride rassicurante e come gli asciuga le lacrime mi fa ricordare quel fratello maggiore che proteggeva suo fratello minore. E Jiang Cheng per un attimo non è più quell'uomo duro e aggressivo di sempre, ma sembra quasi un bambino che si lascia consolare dal fratello maggiore.
E, di nuovo, Wuxian dimostra di aver superato i traumi del passato. Ora riesce a conviverci, a lasciarsi il dolore alle spalle. Quel dolore appartiene alla sua vita precedente, la sua vita presente ora è un'altra ed è felice di viverla.
Ora, ho rivisto la scena due o tre volte e ho letto dei commenti in giro, e penso di aver capito piuttosto bene la posizione di Jiang Cheng. C'è ancora una questione che lo riguarda, ma ci arriverò dopo. Per ora, posso dire che:
Jiang Cheng si è sempre sentito inferiore a Wuxian, oppresso da lui, come se fosse stato la sua ombra. Sempre un passo indietro a lui. Da giovane si sentiva inadeguato, vedeva il padre preferire il fratello e si sentiva messo da parte e non adatto.
Jiang Cheng è una persona estremamente insicura, con un forte complesso di inferiorità e grossi problemi di autostima (sopratutto in passato. Ora potrà costruire il suo equilibrio).
Aveva fatto affidamento sulla promessa di Wuxian. Ci credeva davvero. Con la sua insicurezza, per lui era molto importante avere il fratello al suo fianco, sentire il suo supporto. E invece Wuxian se ne è andato via, lasciandolo da solo ad occuparsi del Clan. Ora, sappiamo tutti che Wuxian ha avuto le sue ottime ragioni e che Jiang Cheng abbia sbagliato a non salvare i sopravvissuti Wen, ma questo suo sfogo ci fa capire quanto abbia sofferto nel suo senso di abbandono.
Per anni non ha nutrito altro che rabbia, risentimento, amarezza e "odio" verso il fratello (non penso che lo abbia mai davvero odiato). Perché? Perché si è sentito messo da parte, si è sentito messo al secondo posto. Perché ai suoi occhi Wuxian ha preferito stare e salvare altre persone. Lan Zhan, i Wen. Mentre lui l'ha messo in un angolo, ignorando la loro fratellanza, tutto quello che la famiglia Jiang ha fatto per lui, e la promessa che lui stesso aveva fatto.
Ora Jiang Cheng ha scoperto che Wuxian non l'ha mai messo in un angolo, non l'ha mai davvero messo da parte o considerato al secondo posto rispetto a qualcun altro. Perché gli ha dato il suo Nucleo per salvarlo. La cosa più preziosa che potesse dargli. Come può ora Jiang Cheng pensare di non essere importate per Wuxian? Come può essere ancora arrabbiato con lui? Ci credo che ora si sente un buffone! Anche io mi sentirei così. Ci credo che sente di dovergli delle scuse. Il suo discorso ha perfettamente senso.
Ora Jiang Cheng potrà cominciare a ritrovare quell'equilibrio interiore che gli è mancato in questi sedici anni.
Dopo questa botta emotiva direi di tornare ai piani malefici di Jin Guangyao. Innanzitutto, Nie Huaisang si risveglia dopo essere rimasto svenuto per tutto quel tempo, trovandosi stordito in quel tempio assieme a tutti gli altri. Delle grida di dolore si levano nell'aria: Jin Guangyao, Su She e gli uomini che stavano scavando rimangono feriti. Sembra che ci sia del fumo che sprigiona dagli scavi, e a quanto pare è velenoso. Jin Guangyao viene contagiato a una mano, e questa è la prima ferita che si procura. E io comincio a chiedermi perché nessuno dei presenti lo uccide.
Comunque, la cosa che Jin Guangyao ha fatto dissotterrare è una bara, ma quando la vanno ad aprire non contiene quello che si aspettava, bensì trovano al suo interno il cadavere di Nie Mingjue, la cui testa è stata ricucita al corpo.
Faccia di Jin Guangyao: COMPLETAMENTE TRIGGHERATO.
Si ritrae sconvolto, scioccato, indietreggia quasi in preda al panico. Ops. Paura? Credo che per la prima volta da quando sono entrati al tempio Jin Guangyao abbia paura: del fantasma di Nie Mingjue. Ha paura di essere tormentato dal fantasma del fratello giurato che ha ucciso.
Lan Xichen si arrabbia con Jin Guangyao perché non capisce che cosa ci fa lì il corpo del suo fratello giurato, ma Wuxian, col suo solito sangue freddo e la tipica sfacciataggine che lo contraddistingue, intuisce che non è stato Jin Guangyao a mettere lì dentro quel corpo. Perché avrebbe dovuto scavare una fossa, seppellire Nie Mingjue, per poi farlo disseppellire? A questo punto è Wuxian che si approfitta delle emozioni del suo nemico, facendogli notare che c'è certamente qualcuno che ormai da tempo sta agendo nell'ombra contro di lui e che ha fatto in modo di rovinargli la reputazione.
"La persona che vi sta osservando, in questo momento, potrebbe persino nascondersi in qualche angolo ad osservare ogni vostra mossa. Forse non è nemmeno umano."
Jin Guangyao è sempre più triggherato. L'atmosfera notturna, in questo tempio sinistro, con la tempesta che imperversa al di fuori, di certo non aiuta. Per il momento Jin Guangyao riesce comunque a mantenere un certo autocontrollo (ma pure lui comincia ad avere i nervi a pezzi), e consegna a Su She una medicina da applicare sulle sue ferite. Questo permette a Lan Zhan di notare una piaga sulla pelle di Su She, piaga che si presenta come tanti fori e che altro non è che il riflesso di quella stessa maledizione lanciata su Jin Zixun e di cui Wuxian fu accusato.
ZAN ZAN ZAN.
Ora l'atmosfera si scalda davvero.
Lan Xichen chiede spiegazioni (non lo capisci da solo?), Jiang Cheng comincia a sputare fuori il suo disgusto per quello che Jin Guangyao ha fatto per ottenere il potere, e Wuxian dal canto suo è comprensibilmente scosso e punto sul vivo.
Quando Su She sente gli insulti che Jiang Cheng rivolge al suo padrone, si lancia sulla difensiva indignato.
"Chi vi credete di essere per dare del pezzente al Capo Clan? Voi, gentaglia... Vi descrivete come individui generosi e giusti. Ma lo siete solo perché siete nati in delle buone famiglie. Perché vi è lecito sminuire gli altri? Non sono forse i discepoli esterni alla famiglia come noi anche degli esseri umani? Se avessi saputo come proteggermi, avrebbero forse osato minacciarmi? Per il vostro Clan Lan sarei forse stato come una foglia secca da recidere e gettare via a quel modo?"
E Lan Zhan risponde nel modo più secco, diretto e sincero possibile: "Sì. Il Clan Lan di Gusu non accetta coloro che si tradiscono nelle parole e negli obblighi."
"Han Guang-Jun, non sopporto il tuo atteggiamento arrogante e prepotente! Non mi hai perdonato neppure il più piccolo degli errori. Come se fossi considerato inferiore per nascita. Eccetto il Capo Clan, chi di voi mi ha mai mostrato rispetto? Statemi a sentire. Chiunque sia arrogante tanto quanto quel Jin Zixun, lo ucciderò senza pietà, ucciderò ciascuno di loro!"
Che paura. Ho i brividi guarda.
Innanzitto, ti sei drogato? Perché a me risulta che sei stato tu a tradire e abbandonare il Clan Lan per fondare il tuo nuovo Clan copia incolla. Stavi così male nel Clan Lan? Odiavi così tanto il loro senso di superiorità? Davvero non ti portavano alcun rispetto? O forse il tuo complesso di inferiorità ti ha reso talmente invidioso da volerti staccare e provare a superarli fallendo miseramente?
La scusa dell'essere nati in una famiglia non rilevante è stata usata anche da Jin Guangyao con Nie Mingjue. È un discorso che capisco, ma che non regge. Prima di tutto, mi vengono in mente Xiao Xingchen e Song Lan che, pur non appartenendo ad alcun Clan rilevante, si sono coltivati e hanno fatto strada con l'impegno e la pratica. Su She, pur non essendo nato in una nobile famiglia, avevi la possibilità di studiare al Clan Lan e diventare un prestigioso cultore, ma hai SCELTO di voltare le spalle.
Esattamente come Meng Yao era stato accolto nel Clan Nie ed era pure stato promosso vice comandante, ma poi ha scelto di tradire la fiducia di Nie Mingjue e di pugnalarlo alle spalle.
Ok. Il discorso del senso di superiorità dei cultori è giusto, questo devo ammetterlo. Ho sempre detto che in questa storia non esiste il bianco o nero, il torto e la ragione non sono distaccati in modo chiaro. Qui tutti i personaggi sono grigi, e ognuno di loro ha i suoi torti e le sue ragioni.
Ma definire Lan Zhan prepotente e arrogante mi pare ingiusto e fuori luogo. Su She forse ti sei dimenticato di quella volta in cui Lan Zhan si è sacrificato, quando si è consegnato al Clan Wen cedendo il pezzo di Metallo Yin e facendosi rompere una gamba, tutto per proteggere voi altri discepoli e per fermare la distruzione dei Meandri delle Nuvole? Forse ti sei dimenticato di come sia andato alla ricerca del Metallo Yin mettendo a rischio la sua vita per proteggere il mondo della coltivazione? Lan Zhan è uno dei più famosi e richiesti cultori quando si tratta di combattere il male, questo è quello su cui fonda la sua vita. Strano che tutto questo non venga nominato da Su She.
Credo che Su She si sia reso conto che non avrebbe mai raggiunto i livelli di coltivazione di Lan Zhan, di Lan Xichen, di Wuxian, e di tanti altri cultori, e abbia deciso di tradirli alleandosi con Jin Guangyao, con cui è riuscito a rispecchiarsi e da cui si è sentito compreso e mai giudicato. Alla fine la rabbia repressa e l'ambizione ha fatto agire entrambi.
Capisco i punti di vista di Su She e Jin Guangyao, e apprezzo che ci mostrino le cose anche dalla loro prospettiva in modo da renderli personaggi più di spessore. Posso capirli, ma non posso ovviamente appoggiarli. Avere umili origini o aver avuto un'infanzia difficile non possono essere delle giustificazioni per rovinare la vita delle altre persone.
A questo punto, trovando la cosa ridicola, Wuxian si mette a ridere:
"Non avrei mai immaginato che voi due aveste ucciso così tanta gente solo per... solo per questo motivo?"
In effetti se pensi che hanno agito perché ci sono persone che li hanno guardati con superiorità... la cosa fa ridere. Non fa ridere però Jin Guangyao, che prima gli lancia un'occhiata fulminante, poi si avvicina a lui con la sua aria da serpe e comincia a giocare con lui:
"Wei Gongzi, ti senti tradito? In realtà non dovresti. Ripensa a quell'anno. Se anche non avessimo maledetto Jin Zixun, prima o poi avresti subito un assedio per altre ragioni." -la risata di Wuxian si spegne, e Jin Guangyao gli sorride in faccia- "Perché è questo il genere di persona che sei. Per dirlo graziosamente, sei un eroe coraggioso, galante e indomito. Tuttavia, spiacevolmente, arrechi offese alla gente ovunque tu vada. Fino a quando queste persone vivono felici e serene la propria vita, non succede nulla, ma non appena accadrà loro qualcosa, la prima persona di cui sospetteranno sarai tu, e la prima persona di cui vorranno vendicarsi sarai tu! E tutto questo... non puoi assolutamente evitarlo. Anche se quella volta nella Città Senza Notte tu non avessi perso il controllo, avresti forse potuto garantire che nel corso della tua vita non sarebbe mai accaduto? Ecco perché le persone come te sono destinate ad una morte prematura. Capito? Vederla in questo modo non ti fa sentire molto meglio?"
Non posso fare altro che APPLAUDIRE. Adoro il modo in cui sta chiaramente giocando con Wuxian, ferendolo di proposito per vendicarsi che abbia riso di lui. Jin Guangyao impiega due secondi per congelare il sorriso sulla faccia di Wuxian, che riesce soltanto a incassare i colpi senza riuscire a replicare. La cosa bella è che il discorso di Jin Guangyao... lo condivido anche. Ok. Sta chiaramente parlando per colpire Wuxian e fargli del male, ma:
1) Il fatto che Wuxian sia il bersaglio della gente è assolutamente vero. Ora che la verità sta venendo a galla le cose potranno migliorare, ma finora è stato così. E comunque non penso che la figura del Patriarca di Yiling sarà mai vista in modo positivo.
2) "Arrechi offese alla gente ovunque tu vada" questo lo intendo come Wuxian sia capace di far cadere la maschera di ipocrisia delle persone, come metta in discussione il mondo della coltivazione, come riesca a far vedere cosa c'è che non va. Questo non rende gli altri felici, e appena ne avevano l'occasione, di tutte le disgrazie del mondo hanno sempre accusato Wuxian.
3) "se anche quella volta non avessi perso il controllo, puoi garantire che non sarebbe mai accaduto?". Assolutamente no. Wuxian non può garantirlo. Se non ci fosse stato Jin Guangyao, o ci sarebbe stato qualcun altro, o sarebbe stato lui stesso a perdere il controllo (come nella novel).
Mentre Lan Xichen si limita a scuotere la testa in silenzio (unico mood della sua vita), Jiang Cheng interviene, non sopportando tutte quelle cattiverie rivolte a suo fratello.
"Quello a morire sarai tu! Figlio di una prostituta! Senza alcuna vergogna solo per scalare i ranghi."
JIANG CHENG TI ADORO. E GIURO CHE LA FACCIA DI JIN GUANGYAO FA PAURA.
MAI chiamarlo "figlio di una prostituta". A questo scattano gli istinti omicidi che manco a un serial killer.
"Capo Clan Jiang, calmati. Capisco quello che stai provando in questo momento. Sei tanto sconcertato solo perché hai scoperto la verità. E se rifletti sul tuo comportamento degli anni passati, il tuo animo orgoglioso prova del rammarico. Ecco perché sei ansioso di trovare un colpevole per ciò che è accaduto a Wei Gongzi, un cattivo a cui accreditare tutto ciò che accadde a quel tempo."
Il modo in cui Jin Guangyao riesce a comprendere le emozioni degli altri e a manipolarle come più desidera, è strabiliante. Ha capito perfettamente la situazione, e ha ragione. Jiang Cheng non parla solo in difesa del fratello, ma anche perché si sente in colpa. Dopo aver scoperto del sacrificio del Nucleo, non può fare a meno di provare rammarico per tutta l'ingiusta rabbia che ha sempre scaricato sul fratello.
"Capo Clan Jiang, se dare la colpa a me di tutto ti fa sentire meglio, sentiti libero di farlo. Tuttavia, devi capire che quello che è accaduto a Wei Gongzi, è anche colpa tua."
Questo è un colpo basso. Ed è anche vero, questo devo ammetterlo.
"In effetti, hai avuto un ruolo prominente. Perché così tanta gente voleva a ogni costo uccidere il Patriarca di Yiling? Perché tutti hanno mostrato il loro supporto, che fossero coinvolti o meno? Perché è stato isolato mentre gli altri facevano fronte comune? Volevano solo salire sul carro del vincitore? Certo che no! Parte della responsabilità... è di certo tua."
Questo fa male.
"Al tuo fianco avevi lo straordinario e temibile Wei Wuxian. Credi che gli altri Clan fossero felici di vedere un giovane Capo Clan con un sostegno tanto potente ed invincibile? Quindi, Capo Clan Jiang, se ti fossi comportato meglio nei confronti di tuo fratello, mostrando a tutti la solidità del vostro inscindibile legame, e non avessi dato agli altri una scusa per seminare discordia, le cose non sarebbero andate in quel modo."
Tumblr media
Quando parla, Jin Guangyao sembra voler entrare nella testa della persona a cui si rivolge per poter cambiare la direzione dei suoi pensieri ed emozioni e rigirare tutto come vuole lui. Ma quello che dice... è vero. Ho sempre detto di come Jiang Cheng abbia sbagliato (COSÌ COME CHIUNQUE ALTRO LÀ DENTRO, COMPRESO LAN ZHAN) a non schierarsi con Wuxian, e mi sono anche sempre chiesta come sarebbero andate le cose se avesse portato il Clan Jiang al fianco del Patriarca di Yiling, invece di dichiararlo un traditore e renderlo il nemico pubblico numero uno agli occhi di tutti.
E comunque c'è da dire che gli altri Clan fecero molta pressione al giovane Jiang Cheng, appena uscito dalla disfatta del Pontile del Loto e dalla Campagna dell'Eclissi, ma di questo, ovviamente, Jin Guangyao non fa menzione.
(Tra parentesi, una parte di me continua a chiedersi perché nessuno dei presenti tenti di ucciderlo. Lasciamogli pure fare i suoi discorsetti).
Wuxian rimane certamente scosso da quei discorsi, arriva addirittura a versare qualche lacrima per tutto il dolore che Jin Guangyao ha risvegliato. Lan Zhan lo guarda preoccupato, ma Wuxian non si lascia manipolare, e invece che arrabbiarsi con Jiang Cheng, si rivolge a Jin Guangyao con la massima calma, facendogli vedere in faccia che i suoi giochetti con lui non funzionano:
"La semplice menzione dell'appellativo 'figlio di una prostituta' ha scatenato una tale replica. Pare che essere chiamato in questo modo sia il tallone d'Achille del Capo Clan Jin. Non mi stupisce che abbiate ucciso Nie Mingjue."
In una sola frase, Wuxian cita le due cose che fanno triggherare malissimo Jin Guangyao appena ne viene fatta menzione. Jin Guangyao cerca di non prestargli attenzione e si prepara a partire, ma Wuxian non gliene dà il tempo.
"Non avete forse paura? Paura che... torni a cercarvi."
Jin Guangyao ha fallito nel cercare di dividere i due fratelli, mentre Wuxian riesce a terrorizzarlo completamente, facendo concentrare la sua attenzione su un'unica cosa: il fantasma di Nie Mingjue. Jin Guangyao ha tormentato per mesi lo spirito del suo fratello giurato quando era in vita, lo ha fatto impazzire, voleva usarlo come burattino d'ombra e alla fine è morto di morte violenta. La possibilità che il suo fantasma torni per vendicarsi è molto alta.
E quello che fa adesso Wuxian è semplicemente spettacolare: cominciando a fischiare (ebbene sì, Wuxian usa i suoi poteri anche solo fischiando), risveglia gli spiriti, e non degli spiriti qualunque: gli spiriti delle persone che hanno abitato in quel posto prima che fosse costruito il tempio.
(Una volta quello che era un bordello dove lavorava la madre di Jin Guangyao e dove lui è cresciuto, e questo lo so perché ho letto la novel, la serie non si è mai degnata di dirlo).
E, top del top, Wuxian richiama anche lo spirito di Nie Mingjue facendo apparire la sua sciabola. Questa scena è meravigliosamente inquietante e accattivante: il temporale, il tempio sinistro, la pioggia, i fulmini, gli spiriti, i ricordi del passato, lo sguardo in preda al terrore di Jin Guangyao, le inquadrature sugli sguardi e sulle labbra di Wuxian. Mette quasi i brividi. E con la sua aria fredda e sorridente, Wuxian mi ricorda quando si vendicò di Wen Chao. Wuxian è tanto buono e caro, ma devo ammettere che quando si vendica dei villain non ci va molto per il sottile, e lo adoro.
Jin Guangyao è completamente scosso, scioccato e spaventato. Arriva addirittura a sputare sangue e crollare a terra gridando (ma ucciderlo no?). Quando si rialza cerca di ricomporsi.
Tumblr media
"Il Patriarca di Yiling è davvero degno del suo nome."
OH YES BITCH. CI PUOI SCOMMETTERE.
Ed ecco che Lan Xichen pare avere un improvviso attacco di senno quando sfodera la spada e la punta alla gola di Jin Guangyao. Ah, Mister Fesso si è svegliato! Ma non abbastanza da ucciderlo.
Poi, non so bene perché, Su She cerca di attaccare Wuxian (... ancora ci provi?), ma Lan Zhan lo respinge in un baleno ferendolo al polso.
A questo punto i buoni prendono pieno controllo della situazione. Wuxian sottrae la spada a Jin Guangyao e si fa consegnare il Sigillo della Tigre (cioè, quella metà rifatta da Xue Yang). Quando Jin Guangyao gli chiede spiegazioni sulle origini del Sigillo della Tigre, mi aspettavo uno spiegone da parte di Wuxian su come abbia creato la sua famosa arma.
E invece NIENTE.
NON SAPRÒ MAI COME WUXIAN HA CREATO IL SUO SIGILLO, MALEDETTI!!!
L'ha forgiato attraverso la spada? Ma se con solo un pezzo di Metallo Yin è riuscito a creare il Sigillo, perché Xue Yang con il suo pezzo è riuscito a copiarne solo una metà?
C'è una parte di me che mi dice che c'è una spiegazione logica a tutto questo, e che io sono troppo scema per capirlo.
Comunque, Lan Xichen finalmente mostra la sua rabbia e indignazione verso Jin Guangyao, colpevole di aver messo in piedi i piani più malefici di questo mondo.
"Hai collaborato con Xue Yang e fatto cose terribili, solo per avere il Sigillo della Tigre?"
"Non è solo quello."
Ci credo. Jin Guangyao non ha fatto tutto quello che ha fatto, per il solo e unico scopo di ottenere il Sigillo della Tigre e conquistare il mondo. È un personaggio molto più complesso di così. Tuttavia Lan Xichen non gli chiede quali altri motivi lo hanno spinto. Con aria fallita, abbassa la spada e la rinfodera.
"Non è che prima non sapessi cosa avevi fatto, ma pensavo che per ogni tua azione ci fosse una spiegazione logica. Ma ora... hai oltrepassato il limite. Non so più se dovrei crederti."
L'unico amico/complice/compagno che poteva essergli rimasto, ora gli volta le spalle anche lui. Ora Jin Guangyao è solo, con le spalle al muro. Le parole del suo fratello giurato sembrano essere una pugnalata per lui. Con aria sconfitta e devastata crolla in ginocchio.
Tumblr media
"Erge, ho sbagliato. Noi ci conosciamo da molti anni. A dispetto di ciò che ho fatto, sai come mi sono sempre comportato con te. Non ho più interesse nella carica di Cultore Capo. Ho già consegnato il Sigillo. Dopo stanotte me ne andrò e non farò mai più ritorno. Per amore di tutto ciò, potresti lasciarmi andare?"
COL CAVOLO!!!
Hai ucciso gente, hai ucciso il tuo fratello giurato, il tuo stesso fratello, hai rovinato la vita di Wuxian, reso orfano tuo nipote, hai ingannato Lan Xichen rendendolo un completo fallito, hai ucciso tuo padre nel modo più perverso possibile, hai consapevolmente sposato tua sorella, hai difeso e collaborato con Xue Yang, hai compiuto le azioni più crudeli e deplorevoli per ottenere potere, per scalare la scala sociale, per vendicarti. Capisco le tue ragioni, ma dopo tutto quanto come puoi avere il coraggio di chiedere di lasciarti andare?
E guarda caso si rivolge a Lan Xichen cercando di mostrarsi nel modo più pietoso possibile ai suoi occhi: in ginocchio, con aria sconfitta e dispiaciuta, chiede scusa, riconosce di aver sbagliato, fa leva sull'affetto che li ha sempre uniti, finge di non avere più alcun interesse nella politica e nel potere. Sa che con Lan Xichen può avere una possibilità, il suo buon cuore a questo punto è la sua unica speranza.
E sì, quella di Jin Guangyao è certamente una recita. Non credo sia davvero pentito, le sue scuse non hanno valore. Non credo che non sia più interessato al potere. E sopratutto non credo nemmeno per un minuto che davvero non tornerà mai più. Vivere come uno straccione in terra straniera per il resto della sua vita? Come no!
Per inciso: anche se Jin Guangyao fosse davvero pentito, non sarebbe comunque giusto lasciarlo andare senza punirlo. Non facciamo i buonisti alla My Country Style.
Tuttavia, siccome seguo la teoria che i personaggi di questa storia siano grigi e che nessuno, nemmeno quelli che sono etichettati come villain, sia completamente nero o completamente nel torto, credo che qui Jin Guangyao, almeno una parte di lui, si sente davvero abbandonato dal suo unico amico, la sola persona che in tutti quegli anni gli ha mostrato rispetto e offerto la sua amicizia in modo assolutamente sincero e genuino.
Ora che anche Lan Xichen smette di credergli e gli volta le spalle, Jin Guangyao capisce di aver rovinato la sola, unica e vera cosa bella che gli era capitata nella vita. E tutto per la sua ambizione, la sua rabbia e la voglia di vendetta.
Quando crolla in ginocchio, Lan Xichen lo guarda sorpreso e colpito da quel gesto, e la cosa mi preoccupa.
Wuxian invece fa una faccia del tipo: serio? Wtf?? E propone di piantarla con quello spettacolino imbarazzante e cominciare a uccidersi a vicenda.
Se Jin Guangyao fosse stato da solo con Lan Xichen, sono sicura che sarebbe riuscito a cavarsela. Anche con Jin Ling se la sarebbe cavata, perché anche se gli ha ucciso il padre, Jin Ling è giovane e manipolabile, nasconde un cuore buono nonostante tutto, e Jin Guangyao è sempre stato uno zio più che gentile con lui.
Per fortuna sono presenti Wuxian, Jiang Cheng e Lan Zhan: di certo loro non vogliono lasciarlo andare impunito.
E NON DIMENTICHIAMOCI DI NIE HUAISANG!!!
LA BOMBA STA PER SCOPPIARE.
8 notes · View notes
mydemonicas · 6 years
Text
Discoteca!TEEN!AU
Ispirata al video del backstage di Ermal per Ermergency in cui si muove convulsamente balla. Dedico questo hc alle Maccomari, che speciali come sono mi hanno costretta spinta a scrivere questa cosetta immaginata in un misero messaggio! Spero che vi piaccia <3
AU in cui la gang di Ermal per festeggiare la maturità decide di andare in discoteca 
Cosa che Ermal critica in continuazione, la musica si gli piace, ma per rimorchiare non gli sembra il posto giusto visto che non riesce neanche a scambiare due parole senza urlare “EH?” a causa del rumore assordante 
“Ma mica devi parlare con le persone per rimorchiare” esordisce pacatamente Marco dall’alto della sua saggezza mentre guida 
E in parte Ermal si fa sfuggire un leggero sorriso perchè il suo migliore amico ha usato persone invece di ragazze
Marco era l’unico a cui aveva chiesto, in un pomeriggio in cui avrebbero dovuto solo studiare in vista degli esami, se era sbagliato provare attrazione per più di un genere, una confidenza sussurrata tra una pagina di storia e una di letteratura inglese
TORNIAMO A NOI (scusatemi ma i metanari sono la brotp del mio cuore)
“E come dovrei farlo?”
“Balla, ondeggia, fa qualcosa” 
“Ma mi hai visto? Molto meglio parlare” continua a rispondere restando fermo sulla sua idea 
Marco scrolla le spalle come a dire ma fa che cazzo ti pare, tanto sa che quando l’amico si impunta su qualcosa di certo non cambierà idea insistendo 
Arrivati in discoteca c’è un casino micidiale, roba che non sentono la loro stessa voce 
Ermal è: sconvolto 
Ok la gioventù, ma vogliamo confrontare una serata in discoteca a un concerto? Molto meglio il secondo
Inutile dire che già si pente ad aver acconsentito a questa cosa 
Poi si ricorda gli occhi da cucciolo abbandonato che gli ha fatto Vige per convincerlo e ci ripensa un attimo 
E si dice fai uno sforzo solo per questa sera, solo per loro 
Gli altri appena sono arrivati si sono letteralmente buttati in pista 
Andrea in primis, seguito a ruota da Pace, Emiliano e Marco 
Dino è fermo al banco del bar con Ermal, che ancora riluttante guarda i suoi amici rimorchiare sin da subito inaspettatamente 
In particolare Marco e Pace 
Tranne Vige, che appena adocchia qualcuna quella determinata ragazza vira sopra i ragazzi citati precedentemente (Vige tvb) 
Dino li guarda divertiti, scolandosi l’ennesima birra, mentre Ermal aveva bevuto letteralmente UNA fanta 
“Stiamo festeggiando la maturità e tu ti prendi una fanta? Ma sei serio?” 
“Non reggo l’alcool, preferisco rimanere qui ad aspettare” 
“Ma non puoi passare tutta la serata qua in pena, prenditi qualcosa e goditela” 
Come si ritrova con uno shottino tra le mani, Ermal non lo sa 
“Se lo bevi trovo un modo per andarcene via prima, rilassati un po’“ 
La proposta era decisamente interessante, motivo per cui Ermal decide di accettare
Fatto sta che neanche 5 minuti dopo si sente parecchio brillo e dopo qualche risata e spallata da parte dei suoi meravigliosi amici si ritrova letteralmente al centro della pista 
E cosa può fare un povero ragazzo accerchiato da gente che balla?
Si muove 
Inizia ad ondeggiare senza senso, cercando di seguire un minimo di ritmo senza successo 
Marco alla sola visione sghignazza mentre lo indica animatamente con Vige 
Ermal è upset perchè adesso vi dimostro che anche io posso rimorchiare 
Cerca di approcciarsi con più ragazze con scarso successo e nonostante l’ebrezza continua ad urlare “CIAOO!” nelle orecchie di qualunque persona gli si avvicini, ritrovandosi non pochi sguardi confusi 
Ci rinuncia e decide di ondeggiare spasticamente animatamente lì da solo tra la confusione, mentre osserva la gente intorno a se 
Solo ora ha notato un ragazzo -sicuramente più grande di lui- che balla li vicino
Balla per non dire che si sta strusciando contro una ragazza che è decisamente parecchio interessata all’altro 
Non riesce a vedergli il viso, ma Dio come si muove, le braccia tatuate che si flettono a ogni movimento, la camicia quasi totalmente sbottonata che scopre ritmicamente il petto dello sconosciuto, i capelli che vengono scompigliati da una mano che non sa bene dove andare 
Ermal si ritrova incantato a deglutire la saliva in eccesso osservando quella specie di visione 
Per non sembrare ancora più pazzo di quel che è, decide di prenderlo come riferimento 
Insomma, con un esempio davanti può cercare di imitare quei movimenti 
E questa non è assolutamente una scusa per fissarlo meglio 
Fatto sta che passano pochi minuti e continua a guardarlo, finchè non si rende conto di essere a sua volta fissato dallo sconosciuto che si è staccato leggermente dalla tipa con cui stava “ballando” (che lo guarda con aria interrogativa)
E si rende conto che forse può sembrare uno psicopatico visti anche quella sottospecie di movimenti che fa ed è pronto a tutte le scuse di questo mondo per giustificarsi 
Finchè non si rende conto che il suddetto tipo davanti a lui gli scoppia a ridere in faccia 
Ma proprio letteralmente, si piega dal ridere 
E quando cerca di riprendersi ha una mano sulla pancia e l’altra agli occhi chiusi cercando di trattenere le lacrime dalle risate, con tanto di collo arrossato e vene in rilievo dallo sforzo
Nella confusione, Ermal si ferma con gli occhi sgranati
La tipa è ancora più confusa 
???????? ma che sta succedendo ????????
“SCUS- SCUSA!” E Fab scoppia di nuovo a ridere 
Quando riesce a riprendersi un attimo si gira verso la ragazza con cui stava parlando, ancora rosso dalla risata, e dice qualcosa che Ermal non riesce minimamente a capire 
E se ne andrebbe, se non fosse che suddetto ragazzo subito dopo lo ha preso per il braccio trascinandolo fuori dalla folla diretto verso il bagno
Quando chiude la porta si rende conto di quanto rimbombo c’è dall’altra parte 
Ermal è ancora confusissimo 
“Scusami se t’ho trascinato qua, ma me stavo a scompiscià dalle risate! Ma come te movi? Ti giuro, non ridevo così de gusto da ‘na vita!” gli dice avvicinandosi al lavandino per aprire l’acqua e rinfrescarsi un attimo 
Ermal mica si incanta vedendo l’acqua scivolare sul collo del ragazzo, ma che pensate 
“I- io -dice schiarendosi la gola, cercando di guardare da tutt’altra parte- non sono molto un tipo da discoteca. Scusami se ti ho fissato dandoti fastidio, non volevo disturbare te e la ragazza” 
“Ma chi se lamenta, figurati! Tanto manco la conoscevo, ‘na risata ce voleva proprio invece stasera... non era manco er’ mio tipo” 
“E qual è il tuo tipo?” dice Ermal girandosi di scatto, rendendosi conto che era in realtà l’alcool a dargli quella spinta di coraggio 
Fab.exe che aveva lanciato l’amo ma non pensava di pescare effettivamente qualcosa, era un marpione e lo sapeva, ma quel ragazzo non gli dava quell’impressione 
Ma aò, si butta, ce prova no?
“Il tuo qual è?” e Ermal ridacchia, appoggiandosi al lavandino a sua volta, mentre Fabrizio si è appoggiato al muro per riprendere un po’ di fiato sorridengogli
“Non si risponde a una domanda con un’altra domanda, è scorretto” risponde Ermal, che è ancora mezzo incantato dal sorriso che si è ritrovato davanti, facendo una mezza smorfia 
“Io e la correttezza non semo proprio anime gemelle, diciamo che seguo un po’ il cuore- so’ Fabrizio, comunque” e gli porge la mano 
Ermal.exe perchè c’è davvero gente coetanea così da presentarsi con una stretta di mano? e dopo un attimo di disorientamento, gliela stringe a sua volta 
“E-Ermal. E cosa ti dice il tuo cuore adesso?” e continuano a tenersi le mani, ammorbidendo la presa senza effettivamente staccarle 
“Eh sapessi, mejo non dirlo” dice Fabrizio abbassando leggermente lo sguardo, mettendosi la mano libera tra i capelli 
E Ermal, che ha visto quella sua mossa ormai per la terza volta nel giro di 15 minuti, non ce la fa più
Insomma, probabilmente sarà la sua prima e ultima volta in discoteca, è mezzo brillo e di parlare ha parlato: tanto vale provare? 
Ristringe con più forza la mano dell’altro, tirandola verso di se per avvicinarlo 
Nel giro di mezzo secondo si ritrova schiacciato tra il lavandino e il bacino di Fabrizio che, con sguardo piacevolmente sorpreso, stacca la mano dalla sua per posargliela sul fianco 
“Ammazza oh, sei deciso per esse’ n’ pischello” ed è l’ultima cosa che dice prima di trovarsi le labbra tappate da quelle di Ermal, che dopo un attimo di esitazione in cui non sa se schiuderle o osservare la reazione dell’altro, decide di spingerlo maggiormente verso di lui prendendogli il viso tra le mani 
Fab.exe che dopo il momento di sorpresa prende letteralmente in mano il culo la situazione e solleva Ermal dalle cosce per farlo appoggiare meglio sul lavandino 
Ermal che letteralmente spalanca le gambe per far spazio a Fabrizio, che si infila tra loro facendo ancora più pressione sul bacino dell’altro mentre si sporge a baciargli il collo scoperto mentre con una mano cerca di tenerlo in equilibrio e l’altra gliela infila tra i riccioli 
Ermal -che ancora non riesce a realizzare quello che sta succedendo- si stacca leggermente per riaprire gli occhi liquidi di eccitazione, trovandosi a pochi millimetri di distanza gli occhi scuri di Fabrizio che si fermano ad osservarlo 
Tempo due secondi ed è un ammasso di lingue, denti, mani che premono e accarezzano, gemiti e movimenti senza un vero e proprio senso, spinte che cercano di prolungare e appagare quel piacere che entrambi sentivano crescere nei jeans dell’altro 
Ed era tutto bellissimo
Decisamente più bello del previsto 
Finchè non sentono la porta spalancarsi, facendo inondare quello squallido bagno dal frastuono assordante della sala accanto
Ed entrambi si staccano di colpo, ancora ansimanti e con le bocche semi-aperte, un rivolo di saliva che per mezzo secondo li unisce quando sono ancora vicini, voltandosi verso la porta 
Ermal sbianca 
“Ermal! Ti stavamo cerc-”
Marco è lì immobile, che spalanca gli occhi davanti alla scena che si ritrova a vedere 
E non se lo aspettava 
Fabrizio che alterna lo sguardo dallo sconosciuto alla porta a Ermal che nel giro di un millisecondo è diventato non rosso di più 
“Io- noi ci stavamo preocc-- beh ecco, non ce n’era il motiv- siamo di là, pensavamo di andarcene ma- fai con calma, si. Vado.” ed esce alla velocità della luce, roba che Barry Allen sei ‘na pippa in confronto 
Ermal è ancora mezzo sconvolto, improvvisamente totalmente lucido e cazzocazzocazzo
“Oh, tutt’apposto?” dice Fab mettendogli una mano sulla guancia, carezzandogli lentamente lo zigomo 
“Io- si, scusami. Forse è meglio che vada” e spinge leggermente l’altro col bacino per scendere dal lavandino
Fab che ancora preso alla sprovvista è tipo ???non sto capendo un cazzo???
“Dammi il telefono” e Fabrizio glielo da così, senza se e senza ma, mentre lo vede smanettare velocemente 
Glielo ridà 10 secondi dopo, stampandogli velocemente un bacio a stampo 
“Scrivimi” e improvvisamente si ritrova da solo nel bagno 
E Fabrizio è ancora spaesato, col telefono in mano, ancora col respiro affannato e con un’evidente erezione tra le gambe e se non fosse per la scritta “Ermal ballerino” con allegato un numero di telefono nella schermata del suo cellulare mezzo scarico, forse crederebbe di essersi immaginato quella ultima mezz’ora 
E AAAAAAAA CI SONO RIUSCITA 
PLZ ditemi che ne pensate e che non è una cazzata orribile uscita totalmente a caso, ma da oggi pomeriggio la scena in cui Fab rideva guardandolo mi ronzava nella testa e buttando giù la cosa a punti è uscito... questo, INSOMMA. 
Grazie a chiunque ha avuto il coraggio di arrivare fino in fondo! <3 se avete altre idee e prompt da sviluppare io sono apertissima come Ermal alle richieste!
93 notes · View notes
writehereforme · 6 years
Text
Di te
Scrivo ancora di te
Nonostante L orario e nonostante io sia consapevole che tu invece di essere qui con me sei a divertirti con chissà chi ... non ce la faccio a non pensarti
Forse è presto
Ci siamo detti basta quasi un mese fa e per me un mese è pochissimo
Sai che ho dei tempi lunghi per elaborare
Ti ho detto io basta
Tu non volevi
Mi hai chiamato notte e giorno
Fino a quando ti ho detto le parole giuste per farti smettere
Simo sto soffrendo .. se te ne vai soffrirò meno
Un secondo ..hai visualizzato ti sei scusato e mi hai detto che se avessi cambiato idea avrei potuto chiamarti o scriverti . "Mi dispiace ti voglio bene" le tue ultime parole
Le ho lette con le lacrime agli occhi..sapevo che non avresti fatto più passi verso di me.
Facebook mi regale tue foto ogni giorno
Per non parlare di Instagram
Sei sereno e tranquillo
Sei tornato a casa per Natale ..come sempre.. e noto che ti sei riunito con i tuoi amici del liceo. Una festa ogni sera praticamente ..certe abitudini non cambiano
Il 25 ti mando un messaggio
Ora che siamo a 5 km di distanza la tentazione di chiederti di vederci è tanta
Ma non voglio cedere
Ciao Simo buon natale a te e famiglia
- ehi ciao buon natale anche a voi 😊da quando questi auguri così formali?
- non ci sentiamo da un po' dai non fare il finto tonto
Nono ok 👌 è che sono gli auguri più semplici che mi fai da quando ci conosciamo ossia 7 anni
- forse si ..accontentati dai
Ma certo mi ha fatto piacere che mi hai scritto. Stasera ti offro qualcosa in centro . Ci sei ?
Io avrei voluto dire di no ..ma non ce l'ho fatta
Mi mancava
- simo paghi tutto tu però
Tutto tutto ? Ok !! Alle 10 ti passo a prendere
- ok a dopo
Ero felice
Lui che passava a prendermi
Dopo quasi un mese passato a non parlarci
Ora sembrava tutto così facile e leggero
Esco di casa
Vedo la sua macchina
E c'è qualcuno insieme a lui
Certo è Marica ... ovvio
Poteva anche dirmelo
È proprio stronzo
C'è poco da fare
Mi tocca fingere e fare finta di nulla
- ciao simo , ciao mari buon natale
M- ciao come stai ? È un po' che non ci si vede
S- lei studia sempre vero Em ?
- si sono super incasinata mi ci voleva questa serata
S- vi portò a bereeeee
Ma grazie ne ho proprio bisogno
La situazione era assurda dovevo far finta di nulla
Marika la sua ragazza da ormai due anni non sapeva del nostro litigio e di quello che c era stato tra noi
Fingere fingere fingere
La serata fu abbastanza tranquilla incontrai tanti altri amici è così evitai di stare sempre con Simone
Ci cercavamo continuamente con gli occhi
Avevamo bisogno di parlare
Ma non in mezzo a quel casino
Solo noi due
Gli sorrisi da lontano
Poco dopo mi arriva un suo messaggio
-Devo parlare con te .. tra 10 minuti ce ne andiamo .. ti lascio a casa tua ma non salire .Accompagno marika e poi torno a prenderti . Ok ?
- ok simo . Sei un guaio
E andò proprio così
Mi lascio a casa e dopo 10 minuti tornò.
Entro in macchina
Lui mi guarda
- che c'è ?
S- come stai ?
- ora bene .. ora che ci sei solo tu ecco
S- scusami è che se ti avessi detto di marika non saresti venuta ..e io invece volevo vederti .
- sono stata davvero male senza di te
Senza i tuoi messaggi le tue chiamate
Senza sapere che facevi
Ma simo ora penso di poter accettare la situazione
Sarò solo un'amica per te per sempre prima non ero pronta ora si
Non voglio perderti
Saremo amici
Io voglio essere tua amica
Lui mi abbraccia e restiamo in silenzio
Mi sei mancato tantissimo
-s anche tu. Rivederti stasera e fare finta di nulla è stato difficilissimo. Sai io ti ho incasinato quest estate ..quel bacio prima di partire e poi fingere che non fosse successo nulla
Si ....perché l'hai fatto ?
S- perché volevo e ..ti giuro Em vorrei anche ora ....
Lo fissò e non dico nulla
9 notes · View notes
anneisthechaos · 7 years
Text
Che cazzo ne so
Ho sempre voluto avere ogni cosa sotto controllo, ho sempre cercato di essere pienamente consapevole di ogni mia emozione, ho razionalizzato ogni minimo sentimento fino a renderlo un mucchio di pensieri dettati solo ed unicamente dal mio cervello. Ho vissuto in una gabbia, ero nel cuore di un meteorite, nessuno poteva capire chi fossi davvero, nessuno poteva ferirmi. Ero al sicuro. Vi avevo fottuti tutti. Poi sei arrivato tu, con le tue rayban e i tuoi vestiti neri, con i tattoo e il passato da cattivo ragazzo che i tuoi non accetterebbero mai. Mi hai fatto vedere come ci si sente ad uscire dalla gabbia. Ho distrutto il meteorite. Sono uscita fuori dalla mia tana. Correvo. Correvo senza mai fermarmi. Inciampavo. Cadevo. Mi facevo male. A volte troppo. Ma continuavo a correre. Guardavo le albe più belle con le mani grondanti di sangue. Le stesse mani con le quali mi asciugavo le lacrime in viso e mi lasciavo tutti quei segni rossi intorno agli occhi. Mi leccavo le ferite da sola ma non smettevo mai di correre. Ero libera. Completamente libera. Libera da ogni mio condizionamento. Provavo tutto all'estremo. O ero felice fino a che il cuore stava per scoppiarmi. O ero triste fino al punto di pensare che non avrei mai voluto vedere la luce di un nuovo giorno. Ho provato tutto. Amore, odio, felicità, rabbia, risentimento, rancore, passione, follia, tristezza, dolore, ansia, impazienza, voglia. Qualsiasi emozione sia possibile provare io l'ho provata nel profondo di ogni sua sfumatura. Ora so cosa significa essere liberi. Cosa vuol dire sentirti bruciare continuamente. Ma ho corso troppo. Più di quanto il mio cuore potesse reggere. Ogni giorno che passa mi sembra di spegnermi. E giuro che mi ci impegno, mi ci impegno per non restare qui a guardare fuori dalla finestra come se il tempo non passasse mai. Credevo che dopo aver capito cosa significava essere liberi ero arrivata al punto in cui ero libera di scegliere quanto soffrire, per chi soffrire, in che modo soffrire. Ma non è così. La mia anima è predisposta al dolore perché paradossalmente è l'unica cosa che mi fa pensare di voler essere ancora quella che sono e non ritornare mai quella che ero prima. Ma sono così stanca. Ad ogni passo perdo 10 battiti. Vorrei soltanto riposare. Vorrei soltanto che per un po' tutte queste voci, tutto questo dolore passasse e ritroverei la forza, forse, di ricominciare a vivere davvero. Amo la vita. Amo l'amore. Amo te che mi hai fatto a pezzi. E me che a pezzi ti amo ancora.
9 notes · View notes
sofiasaccardi-blog · 8 years
Text
Sapete quando odiate qualsiasi cosa di voi stessi? Ma dico proprio qualsiasi. Avete mai sentito quella sensazione di vuoto? A volte, non vi sentite inferiori agli altri per il vostro aspetto fisico o per come apparire in pubblico? I vostri genitori non vi hanno mai detto:"Sei una delusione"? O cose del genere? Non vi è mai capitato di essere sfottuti di fregarvene per poi tornare a casa e piangere come bambini? Sapete quando avete quella voglia irrefrenabile di farla finita? Sapete quando non avete proprio voglia di fare un cazzo? Si, proprio di gettare nel cesso la giornata. Avete mai pianto una notte intera? Sentirvi una voragine dentro voi stessi e andare a scuola il giorno dopo con il sorriso stampato sulle labbra? Avete mai avuto gli occhi rossi e gonfi da quanto avete pianto? Mi siete mai sentiti soli almeno una volta nella vita? Quante domande, eh? Beh, ora vi chiedo un ultima cosa. Giuro. Avete mai detto:"che schifo la vita"? Si, proprio quella frase. "Che schifo la vita". Non so quante volte lo abbia ripetuto nel giro di 15 anni però, per la mia tenera età, ho superato abbastanza. Gli errori o i periodi di merda mi hanno cresciuta, resa più consapevole, resa più ragionevole però, diciamocelo, quando sai più cose, sei meno felice. Rimanendo nell'ignoranza, sei felice. La vita insegna ad andare avanti. Molte volte, pensiamo di non farcela e,si, magari non non ne uscirete subito magari avrete bisogno di un aiuto... ma ne uscirete. Non date retta a nessuno. Vivete la nostra vita al meglio con i vostri limiti. Non piangete per chi non merita le vostre lacrime. Purtroppo io ho pianto per gente sbagliate, che meritava solo degli schiaffi. Dicono che un giorno senza sorriso, è un giorno perso. Magari è vero,si. Però sarebbe un sorriso falso e, anche se mostrassimo la nostra tristezza, non verremmo notati da nessuno. Vaghiamo come fantasmi per le strade, la scuola, casa ecc.. Nessuno si chiede che cosa abbiamo o come ci sentiamo, no. Saranno solo capaci di sottovalutarti, di cercare di farti andare sotto terra e di non farti essere felice. Tu non vergognarti per come sei. Vivi la tua vita al meglio. Fa tutti gli errori che vuoi per poi poter imparare. Non ascoltare le persone, sono solo fotocopie di altre fotocopie. Sii te stesso e non sbaglierai mai. -Sofiasaccardi- Vivete come volete. La vita è una e non vi sarà restituita.
2 notes · View notes
earthandeath · 7 years
Text
Poi si chiedono perché esiste il femminismo
Sono appena tornata a casa per fortuna ma non potete capire quanto sia scossa. Parcheggiando l'auto questa sera prima di andare a fare un giro, c'era questa banda di ragazzi praticamente mezzi ubriachi che, quando siamo scese dalla macchina, ci è venuta vicino con tanto di frasi della serie "ehi belle dove andate?" "fermatevi un poco con noi", ma vabbe, noi abbiamo filato dritto e stop. Al ritorno, quando siamo andate a prendere la macchina, c'erano ancora gli stessi ragazzi, forse più ubriachi di prima (li chiamo ragazzi ma in realtà erano parecchio più grandi di noi) e mentre facevo retromarcia si sono piazzati davanti alla macchina per non farmi passare. Ho bussato in continuazione, due o tre se ne sono andati ma uno di loro è rimasto là mentre tentava un approccio decisamente poco civile. A un certo punto mi sono fatta più avanti con la macchina, sfiorandolo, e lui si è buttato a terra fingendo di essere gravemente ferito. Io ero totalmente in panico, vi giuro, ci ho messo mezz'ora per fare retromarcia e partire passandogli accanto tanto mi tremavano le gambe. Tutt'ora, nel letto da sola e dopo aver accompagnato le mie amiche ognuna a casa propria, ho le lacrime agli occhi al pensiero di quello che sarebbe potuto succedere se fossi stata meno veloce ad aprire la macchina, e tutto questo solo perché io, una ragazza, e le mie amiche, siamo volute andare a farci un giro in piazza. Questo è il mondo in cui dobbiamo vivere noi donne, signori e signore: un mondo in cui dobbiamo avere paura anche solo di voler passare del tempo a divertirci perché qualunque uomo in preda agli ormoni potrebbe importunarci senza tregua, un mondo in cui siamo viste non come esseri umani ma come vagine con le gambe pronte per essere usate dal primo che passa che decide che quella sera "gli va una scopata." Sono davvero sconvolta per questa cosa che, sebbene avessi già realizzato tempo fa, quando ho capito come funzionavano davvero le cose, ho provato solo stasera sulla mia pelle e mi ha terrorizzato. Noi donne non dovremmo mai sentirci così solo perché siamo tali. Gli uomini non dovrebbero mai farci sentire così solo perché sono tali. E la cosa che più mi fa ribrezzo è che c'è chi crede che questa concezione sia sbagliata, che la superiorità maschile venga prima di tutto, e che le donne in realtà siano solo oggetti pronti per l'uso. Mi viene quasi la voglia di smettere di sperare in un mondo migliore, ma non posso, perché c'è ancora tantissima strada da fare, strada che DEVE essere fatta, per il bene di tutte le donne, e delle bambine che diventeranno tali. Non smettete di combattere.
0 notes