#ti voglio accanto
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Non posso, non c’è la faccio più. Mi sento esplodere, mi sento come una sigaretta che piano piano sta finendo, una sigaretta un po’ più lunga del solito, ma che prima o poi si spegnerà e diventerà solo cenere.
Mi sento dispersa, lontana, sola anche.
Mi sento impazzire.
Ho bisogno del suo amore, ho bisogno di lui non resisto. Ho bisogno delle sue mani, delle sue carezze, dei suoi baci, della sua pelle, del suo corpo. E non ne ho bisogno per solitudine o solo per colmare la mia mancanza di affetto. Ne ho bisogno perché lo voglio, perché lo amo, perché voglio l’amore, il suo di amore, quel tipo di amore che solo lui mi sa dare.
Voglio lui con me, voglio lui nel mio presente e nel mio futuro e se così non potrà essere allora nessuno più e nessuno mai sarà presente nella mia vita e nel mio cuore.
Mi ha fatto innamorare e che ci posso fare.
È nella mia mente costantemente.
Sento che tutto questo finirà, sento che se ne andrà, che niente tra noi sarà e sento che io, lentamente, mi sto lasciando andare…
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Non desidero altro che svegliarmi tutte le mattine accanto a te e addormentarmi tutte le sere tra le tue braccia...
Vorrei solo che tutto ciò fosse reale...
#futuro#amore#non ce la faccio più#speranza#voglio averti accanto#ti voglio#ti voglio qui#ti voglio con me#mi manchi#lavitaeunillusione98
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Voglio te, solo ed esclusivamente te. Come un riflesso di stelle in un lago placido, così luminosa nella tua quiete, eppure profonda come l'abisso più insondabile. Così educata, gentile, umile, sincera, introversa. La tua riservatezza è un prezioso scrigno che custodisce tesori inestimabili, e io desidero essere il custode di quei segreti, colui che svela il mistero celato dietro ogni tuo sguardo.
Ma anche con un mondo intero da raccontare, nella tua anima. Un universo intessuto di sogni, di pensieri e desideri che attendono solo di essere svelati. Le tue parole sono come il vento che accarezza dolcemente le fronde degli alberi, sussurrando storie di meraviglie e di passioni segrete. Ed io, affamato di quella tua bellezza nascosta, voglio immergermi in questo tuo mare d’inchiostro, esplorare ogni tua emozione, ogni tua paura, e celebrare la tua essenza.
Voglio plasmarti, guidarti, insegnarti tutto ciò che posso. Con la mano del creatore che modella la creta, ma anche con la delicatezza di chi ama senza condizioni, valorizzando ogni curva della tua anima, ogni tua sfumatura. Desidero essere il faro che ti guida attraverso la tempesta, l’ancora che ti tiene salda nei giorni di burrasca. Ma anche colui che ti insegna il volo, libero e audace, senza catene, per raggiungere insieme cime inimmaginabili.
E tenerti accanto a me per tutta la vita. Come un poeta che non può vivere senza il suo verso più amato, così io non posso immaginare un’esistenza senza la tua presenza al mio fianco. Ti desidero come il respiro desidera l’aria, come la notte brama il giorno, in un abbraccio eterno che non conosce fine. Sarò il tuo compagno fedele, l’ombra che ti segue, la luce che ti riscalda, e insieme, intrecciati in un eterno balzo nel tempo, vivremo la più bella delle storie d'amore, scritta a quattro mani, indissolubile come il destino.
#citazioni#compagnia#distanza#frasi famose#frasi pensieri#mancanza#nuove amicizie#pagine di libri#sentimenti#tristezza
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A tutti gli uomini....
A quelli che ti telefonano mentre stanno andando dall'altra.
A quelli che spariscono
per ore, giorni interi,mentre il tuo messaggio resta "visualizzato".
A quelli che dormono con te e mentre ti stringono,tu sai già che domani, chiusa
quella porta, non saprai più dove sono,con chi sono, cosa fanno.
A quelli che "no, no..io non mi voglio impegnare" e poi hanno almeno cinque
relazioni e quando camminano si sente
il rumore delle catene a cui sono legati.
A quelli che si credono belli e sexy solo perché rimorchiano ossa sui siti.
A quelli che quando hai bisogno di loro,loro vanno altrove.
E poi agli altri uomini;
A quelli che la vita non ha fatto sconti
A quelli che un amore vero lo volevano, ma lo volevano davvero e magari chissà...per poco tempo anche,
lo hanno avuto fra le mani,ma poi la terra ha tremato e si sono ritrovati soli, a raccogliere i cocci, a spostare macerie.
A quegli uomini che il rispetto sanno usarlo,
che la dolcezza è l'unica arma che possiedono,
che ti vorrebbero accanto
mentre tornano a casa,
nella loro casa,da soli.
A quegli uomini che conoscono l'immensità di un abbraccio, di due labbra,
di un cuore che batte solo per te.
Agli uomini che non ci credono più, ma che sognano ancora un amore vero.
A tutti questi uomini io voglio dire grazie.
Ai primi perché mi hanno fatto capire
cosa una vera donna deve meritare.
E ai secondi perché mi hanno dato la certezza che l'amore vero è possibile,basta saperlo riconoscere.
(Paola Delton)
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Zitta!
Devi stare zitta, troia. Puoi solo morderti le labbra e provare il più puro dolore. La più grande umiliazione intima. In assoluto silenzio: mentre ti sfondo e ti uso come mi pare e piace. Io devo godere di te. E allora tu leccami bene le palle, troia sofisticata. Mi ricordo di tutte le volte che la domenica in piazza, facendo lo struscio con tuo marito, passandomi accanto non mi degnavi neppure di uno sguardo. Anni di mio desiderio appassionato e un'insana, impossibile devozione per il tuo culo tondo e sodo.
Dio, quanto t'ho desiderata, sofisticata e schizzinosa puttana. Eppure siamo stati addirittura compagni di scuola alle elementari! E quelli, si sa, t'accompagnano per la vita. Incontrandoci in età adulta, avresti almeno potuto farmi un mezzo sorriso, magari una sola volta. Per buona educazione. Per compassione, forse. Penso a tutte quelle occasioni in cui venendo in macelleria fino a qualche mese fa ordinavi i migliori tagli di carne per i tuoi ospiti di riguardo e mi trattavi come l'ultimo dei tuoi servitori.
Con una perenne puzza sotto al tuo nasino di signora viziata. Poi, tuo marito di recente ha avuto un dissesto finanziario, è stato costretto a chiedere un ennesimo prestito, per risollevarsi ed evitare la bancarotta. Ma nessun istituto bancario ha voluto più aiutarlo. Allora una settimana fa siete venuti qui in macelleria, a capo chino. Stranamente, quella volta tu sei stata molto umile e gentile, con me.
A tuo marito ho detto: “ci devo pensare, dammi un giorno.” Un paio d'ore dopo t'ho telefonato, per parlarti a tu per tu. E il pomeriggio dopo qui in macelleria abbiamo avuto un incontro molto fruttuoso. Io e te soli, in separata sede, senza che nessuno ci vedesse. Vedi: alla richiesta nobile e umile di tuo marito, il mio sarebbe stato da subito un si. Senza esitazioni, perché Antonio io lo conosco bene: è veramente un brav'uomo e inoltre dà anche il lavoro a diversi dipendenti, con famiglie a carico. Invece ho voluto prima trattare con te.
Quindi, ad accordo avvenuto, gli ho offerto il prestito a tasso molto basso, quasi nullo. Perché il mio vero interesse eri solo tu. E volevo che il tuo corpo, che tuttora mi fa impazzire, passasse il prima possibile sotto di me. Infatti la condizione nascosta, che ho voluto negoziare solo con te, era quindi che tu diventassi la mia amante, la mia puttana segreta, docile e sottomessa. Disposta a soddisfarmi in tutto. A pomeriggi alterni, nell'orario di chiusura per il pranzo. Certo, tranquilla: tuo marito non saprà mai nulla.
Ma tu da adesso mi farai godere di te e io userò tutti i tuoi orifizi per sfogarmi come voglio. Zitta: non ti lamentare e apprezzami, per la prima vota in vita mia. Succhiami l'uccello, con umiltà impegno e totale dedizione. Poi amami, abituati al mio grosso cazzo, alla mia stazza e al mio odore. E quando t'avrò sborrato ben bene una prima volta in gola, apri bene le gambe: voglio proprio godermi la mia prima volta nella tua fica calda sognata a lungo. Infine, tra due giorni vieni ben lubrificata dietro. Sul mio menù erotico personale c'è scritto: “culo di manza sofisticata.” Da sfondare a volontà.
RDA
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Scrivere queste parole mi costa un’enorme fatica, non solo perché sento un vuoto dentro che non riesco a spiegare, ma perché metterle nero su bianco mi obbliga ad affrontare una realtà che sto cercando di ignorare da troppo tempo. Mi sento smarrita, tradita, delusa, e soprattutto stanca. Stanca di credere nelle persone, stanca di dare il meglio di me per poi ritrovarmi sempre con un pugno di niente tra le mani.
È incredibile quanto dolore possa provocare un'amicizia che finisce, soprattutto quando quella persona non era solo un'amica, ma una parte di te, qualcuno che credevi sarebbe rimasto per sempre. La cosa peggiore, è restare, ma con la distanza emotiva di chi non ti capisce più, di chi non è più veramente lì per te. Credevo in te. Ti ho aperto ogni parte del mio mondo, anche quelle che avevo sempre nascosto agli altri. Ti ho mostrato le mie fragilità, le mie insicurezze, i miei sogni e i miei fallimenti. E tu eri lì, accanto a me, come se niente potesse mai separarci. Eppure, eccoci qui, quasi due estranee che si guardano da lontano, senza nemmeno il coraggio di parlarsi, senza nemmeno la forza di spiegarsi.
Non capisco come si possa cambiare così, da un giorno all’altro. Non capisco come tu abbia potuto guardarmi negli occhi, sapere cosa stavo passando, e comunque scegliere di allontanarti. Sai cosa mi stava passando per la testa, sai quanto fosse difficile per me anche solo alzarmi dal letto ogni giorno e non strapparmi la pelle. Eppure, hai scelto il silenzio, hai scelto l’indifferenza, hai scelto di lasciarmi andare senza una vera e propria spiegazione quando avevo più bisogno di te.
E sai qual è la cosa peggiore? Che tutto questo mi sta facendo dubitare di ogni singolo rapporto umano. Mi guardo intorno e vedo solo superficialità, persone che non sanno cosa significhi costruire qualcosa di vero, qualcosa che duri nel tempo. Tutti pronti a prendere ciò che possono, a succhiare via ogni briciolo di energia, ma nessuno disposto a restare, nessuno disposto a lottare per un legame. È come se il concetto di rispetto non esistesse più, come se l’empatia fosse diventata una qualità rara, quasi inesistente.
Non capisco come si possa essere così leggeri nel distruggere qualcosa di così prezioso. Non capisco come tu possa aver scelto di trattarmi come una persona qualunque, dopo tutto quello che abbiamo condiviso. Mi fa male, un male che non riesco nemmeno a descrivere. È un dolore che mi tiene sveglia la notte, che mi fa mettere in discussione ogni cosa di me stessa. Sono stata troppo? Non sono stata abbastanza? Ho fatto qualcosa di sbagliato? O semplicemente non valgo abbastanza per te, per nessuno?
Non voglio più credere a nessuno. Non voglio più aprirmi, più fidarmi, più sperare. Ogni volta che l’ho fatto, mi sono ritrovata a raccogliere i pezzi di un cuore che ormai non so nemmeno se valga la pena ricostruire. È come se fossi circondata da persone che non sanno cosa significhi amare davvero, rispettare davvero, rimanere davvero. Mi sento usata, vuota, come se tutto ciò che ho dato fosse stato preso e gettato via.
E adesso, qui, in questo periodo buio della mia vita, mi sento più sola che mai. Non c’è nessuno su cui possa davvero contare, nessuno che sappia cosa significhi esserci davvero. È come se stessi gridando sott’acqua, e il mondo continuasse a girare, ignaro del fatto che sto annegando. E tu, tu eri quella persona che pensavo mi avrebbe salvata, quella che non avrebbe mai permesso che mi sentissi così. E invece, sei stata proprio tu a spingermi più a fondo.
Non voglio più vivere con questa costante paura di essere abbandonata. Non voglio più costruire legami che alla fine si rivelano fatti di nulla. Ma allo stesso tempo, non so come fare a smettere. Perché nonostante tutto, nonostante il dolore, una parte di me continua a sperare che qualcuno, un giorno, sia diverso. Ma quella speranza si sta spegnendo, e con essa, anche una parte di me.
Non credo più alle persone. Non credo più ai “per sempre”, ai “ci sarò sempre per te”, alle promesse fatte sottovoce. Perché ogni volta che ci ho creduto, sono rimasta sola, a raccogliere i pezzi di un cuore che ormai non regge più. E tu eri l’ultima persona da cui mi sarei aspettata tutto questo.
Mi sento un guscio vuoto, una persona che non sa più come fidarsi, come amare, come vivere davvero. E tutto questo per cosa? Per credere di nuovo alle persone? Per aver sperato che tu fossi diversa?
Non mi rimane più nulla, se non il dolore di tutto ciò che abbiamo perso. E la tristezza di sapere che, probabilmente, a te non importa nemmeno più.
Ed è questo che fa più male, sai? Sapere che, mentre io passo le notti a chiedermi dove ho sbagliato, tu probabilmente non ci pensi nemmeno. Sapere che per me eri una sorella, un pezzo di vita irrinunciabile, mentre per te sono diventata una presenza superflua, qualcuno che è facile lasciare indietro.
Non riesco a capire come ci si possa spegnere così, come si possa scegliere di voltare pagina senza neanche provare a spiegarsi. Non riesco a capire come il rispetto che credevo avessimo l’una per l’altra possa essere diventato così fragile da frantumarsi senza un vero motivo. E il dolore cresce, giorno dopo giorno, perché continuo a cercare risposte, a dare un senso a questa fine, ma non trovo nulla. Solo vuoto.
Sai quanto è devastante perdere fiducia in qualcuno? È come se qualcosa dentro di te si spezzasse in modo irreparabile. Ogni volta che provo a ricordare i momenti belli, le risate, le confidenze, sento una stretta al petto. Ogni ricordo si trasforma in una ferita aperta, una prova di quanto mi sono sbagliata su di te, su noi.
Ero già in difficoltà. Lo sapevi. E nonostante tutto, hai scelto di andartene, di tirarti indietro proprio quando avevo più bisogno di te. Come si fa? Come si può essere così insensibili? Non riesco a capire se sono io il problema, se pretendo troppo, o se semplicemente sono stata sfortunata a credere ancora una volta nella persona sbagliata.
Sai cosa fa più paura? L’idea che ormai io non riesca più a fidarmi di nessuno. Che ogni volta che qualcuno si avvicina, sento solo la paura di essere ferita di nuovo. È come se stessi costruendo un muro intorno a me, un muro che mi protegge ma che allo stesso tempo mi isola. Perché se nemmeno tu, che consideravo una parte di me, sei rimasta, allora chi mai potrebbe farlo?
Non so più cosa aspettarmi dalle persone. Non so più se esista davvero qualcuno in grado di comprendere cosa significhi rimanere, lottare per un legame, rispettarlo, anche quando è difficile, anche quando richiede sforzo. Mi sembra che nessuno sappia più cosa sia il rispetto, cosa significhi tenere davvero a qualcuno. Tutto è diventato così effimero, così fragile, che a volte mi chiedo se valga ancora la pena provare.
Mi sento stanca. Non solo fisicamente, ma dentro, nel profondo dell’anima. È una stanchezza che non si riesce a spiegare, che ti spezza ogni giorno un po’ di più. Ogni delusione, ogni abbandono, ogni parola non detta aggiunge un peso che diventa insopportabile. E mi chiedo quanto ancora riuscirò a sopportare.
Forse sbaglio io, forse sono io che mi aggrappo troppo alle persone, che vedo cose che non ci sono. Forse sono io che mi illudo, che mi costruisco castelli in aria, che vedo legami dove gli altri vedono solo convenienza. Ma se è così, allora non so più chi sono. Non so più come fare a essere diversa, come fare a non dare tutta me stessa, anche quando non dovrei.
Quello che mi distrugge è che non posso smettere di volerti bene, nonostante tutto. Nonostante il dolore, nonostante la delusione, una parte di me spera ancora che un giorno ti renderai conto di quello che abbiamo perso, di quanto valeva il nostro legame. Ma forse è una speranza inutile, una speranza che mi farà solo più male.
E allora resto qui, con questo vuoto dentro, cercando di capire come andare avanti, come continuare a credere nella vita, nelle persone, quando tutto sembra crollarmi intorno. Forse non ci riuscirò mai del tutto. Forse questa delusione mi accompagnerà per sempre, come un’ombra che non riesco a scrollarmi di dosso.
Ma quello che so è che non dimenticherò mai il dolore che mi hai lasciato, il senso di perdita, di abbandono. Non dimenticherò mai quanto pensavo che fossi diversa, e quanto invece mi sbagliavo. E questo, forse, è ciò che mi farà più male di tutto.
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Non ti voglio vicino, accanto, o sopra o sotto, o stesa al mio fianco, non ti voglio adesa, appesa al collo, a un orecchio o al polso. Ti voglio dentro. Non vicino, dentro.
-Guido Mazzolini-
(Ph: Jan Saudek)
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🍀
Ti resto accanto anche quando non mi vedi. E cerco di capire, tu che un giorno sei una rosa e quello dopo sei una spina. Ti resto accanto in questo tempo indefinibile, nel tempo che ti prendi per pensare, per trovarti e intanto se la ride, passa e se ne frega. Tempo troppo breve se ci scappa da ridere o da vivere, tempo troppo lungo se ti fai aspettare. Se ti volti non mi vedi. Neanche avanti non mi vedi. Io sono al tuo fianco, senza spingere né tirare, nel posto in cui ti puoi appoggiare quando perdi l’equilibrio. Di fianco, per dirti all’orecchio che ti voglio bene, per non perderti di vista neanche quando ti allontani. Di fianco, per non oscurare la tua luce, per non coprire la strada che vuoi fare, per solleticarti se ti chiudi nei pensieri. E non occorre che allunghi la mano per cercare la mia, non l’ho mai mollata. E non occorre che allungo la mano per cercare la tua, è sempre stata nella mia.
Enrico Cattani
#smokingago
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Non ti cerco perché so che sarebbe peggio, non ti cerco per non soffrire per non sentire la tua voce dire che stai bene anche se non ci sono io a farti stare bene. Non ti cerco perché è pericoloso incontrare i tuoi occhi una volta ancora e rischiare di caderci dentro una volta ancora. So che pensi che sia indifferenza ma io non ti cerco perché ci tengo troppo perché se lo facessi ricomincerebbero i casini, ricomincerei a non stare bene, a non avere mai il sorriso sulla faccia, a sentirmi sbagliata senza di te e a sentirmi sbagliata insieme a te ricomincerei a non dormire la notte, a chiedermi perché non mi cerchi, perché ti trovo ovunque, perché senza di te è tutto spento, perché non sono capace di metterci un punto perché la mia testa e il mio cuore arrivano sempre ad uno scontro e sono io il morto.
Non ti cerco perché non averti accanto mi fa male ma forse averti accanto un po' di più, sapere che per quanto tu mi possa amare io ti amerò sempre un po' di più. Non ti cerco perché ho paura di soffrire, non sono abbastanza coraggiosa da affrontare tutto ciò che mi fai sentire non ti cerco perché ti voglio cercare troppo perché è tutto troppo, mi riempi, mi svuoti, te ne vai e mi lasci qui ad aspettarti e io non ce la faccio più. Non è indifferenza, anche se non ti saluto, anche se di me non sai più niente, anche se mi vedi uscire con la gente, anche se sembra che non me ne freghi niente non ti cerco nerché amarti in silenzio è più semplice che provarci davvero non ti cerco perché fa troppo male.
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Vi maledico a vivere questa vita, a trovare una passione che vi incendi l'anima, così forte da non lasciarvi dormire, così viva da farvi svegliare ogni mattina.
Vi maledico a incontrare qualcuno, un giorno per caso, che vi voglia accanto nei giorni più belli ma anche in quelli più brutti.
Vi maledico a conoscere la gioia di un momento con gli amici, quelli che vi fanno sentire amati per ciò che siete, non per ciò che date.
Vi maledico a sentire il peso della felicità, quella che arriva senza preavviso, che ti scombussola e ti lascia senza parole.
Ma forse la maledizione più grande che voglio darvi è questa: vivete con amore, vivete con coraggio, vivete con speranza, anche quando la luce sembra lontana. -Memento
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Voglio un bacio per ogni giorno in cui non ti ho potuto stare accanto.
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L’imprevedibilità dell’ignoto ci mette tutti a rischio. [Parte II]
Come si può sviluppare il nostro sentire? Cosa può comportare? Quanto può restare ancorato all’autenticità della solidità, alla fermezza della razionalità, a un amore esclusivo che riesce a non essere intaccato da niente e nessuno? Io e lei ci saremmo potuti abbandonare alla follia di un’ora di sfrenata passione? E cosa avrebbe comportato? Io voglio ragionare su quanto tutto, in quest’epoca storica specialmente, possa essere instabile, friabile, a rischio. Su quanto si viva sempre sul filo, camminando in modo accorto per non cadere nel burrone. È evidente: se in quel periodo accanto a me avessi avuto la mia donna, probabilmente non mi sarei fatto risucchiare da quel vortice di attrazione fisica, erotica (e anche mentale), che mi ha condizionato un bel po’. Ne sono piuttosto sicuro. Ma è davvero così? Posso metterci la mano sul fuoco? È questo che mi spaventa. Per molteplici ragioni, oggigiorno viviamo troppo a stretto contatto con “altro”: distrazioni di ogni tipo (anche virtuale), legami professionali e relazionali esterni alla nostra sfera familiare, gruppi e cerchie di conoscenze utili a qualche scopo specifico che dev���essere necessariamente perseguito, e così via. Difendere l’amore, nella sua purezza, completezza, necessità, è diventato sempre più difficile. Quando ti si presenta una così, mora con i capelli lunghi, con quei jeans che delineano un fisico di tutto rispetto, sai che devi essere forte. Specialmente se ci s’intende, se c’è simpatia, se ci si stima vicendevolmente. Le mie elucubrazioni sono inevitabilmente incomplete perché mi manca l’altra faccia della medaglia: mi mancava (e mi manca) la scoperta dell’amore vero, quindi di quella persona che per definizione non può ammettere repliche o imitazioni. Ero e sono solo, pertanto posso solo basarmi su congetture e fantasie. Quella voglia rimane, è inutile negarlo. Avrei tanto voluto vederla nuda, non posso dire di no. E mi sarei abbandonato a momenti di perdizione, peccaminosi, passionali. Non l’ho fatto perché sono un signore, un brav’uomo. Ma avrei voluto avere, a mia disposizione, una dimensione parallela in cui poterle dire la verità. In cui poterla baciare, toccare, farle qualsiasi cosa. Ché è ovvio, in quell’abbraccio erettivo avrei voluto tirarlo fuori, il pisellone. Avrei proprio voluto ficcarglielo in bocca, e godere della sua lingua, e dei suoi sguardi mentre me lo leccava tutto. Dannazione, quanto avrei voluto. Ma sono stato più forte, sì. Sono stato più forte di quella parte del mio corpo che mi possiede, che mi rende schiavo, che mi sottomette. E non mi rimane che il sogno notturno, con la splendida eiaculazione che ne è derivata, e che mi ha fatto svegliare. Con la mente inebriata di lei, di quel ricordo un po’ sfocato che però è lì, da qualche parte, dentro di me. E che vale ancor più del mio bazooka duro come il marmo.
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Frattura da isolamento (una breve storia Covid)
“Questa è la pioggia che deve cadere, sulle piccole scene di addio… Arrivederci allora, ragazzo più forte di me. Tu non parlare, che si calma il dolore.” (Ivano Fossati)
Un po’ d'aria al balcone per trovare il coraggio della verità. E le parole giuste e discrete, che non siano pietre o macigni che ti restino sul cuore chissà per quanto. Da quando sono in isolamento, all'inizio ti pensavo e mi mancavi come al solito. Poi un po’ la routine, un po' la differenza tra presenza fisica e virtuale, esce fuori prepotente la volontà di togliere i veli dall'anima, la routine, i pregiudizi e il ciarpame. Tutte queste cose improvvisamente mi hanno fatto smettere di risponderti. Tu, incazzato, dopo un po’ hai diradato le telefonate, i messaggi. Eri sarcastico per le mie risposte di tre sillabe e hai definitivamente smesso i contatti.
Da quando avevamo sedici anni mi hai sempre data per scontata e tua. Per diritto di nascita. Invece ho sentito il bisogno di tenere in piedi solo un altro filo di comunicazione a distanza. Si: è lui. Lo capisci da solo. Scopro soltanto ora che mi manca da morire il suo contatto, il conforto della sua voce. E l'odore del suo corpo accanto al mio. Voglio di nuovo vederlo arrossire quando lo guardo fisso. Lo fa sempre. Con il mondo intero è un vero carrarmato, una macchina potente. Che invece con me invece diventa Bambi.
"Tenera è la notte, ma la vita è anche meglio... Se questo può farti felice, più confusa di così non sarò... L'amore è una strada stretta, dove le cose o vanno bene o vanno così." (Ivano Fossati)
Sai: siamo andati molto avanti, nel reciproco svelarci le nostre intimità. Resta in entrambi solo il pudore dei vestiti sulla pelle. Le nostre anime già sono vicinissime. Come più non si potrebbe. Cadrà presto infine anche quest'ultima esile barriera d'imbarazzo; come pure sparirà questo maledetto virus. Si, è vero: lo desidero e per te non provo più altro che una sana gratitudine. Affetto sincero, ovviamente. Poi però, anche ricordi polverosi e un minimo di rancore per certi tuoi egoismi. Roba vecchia, ormai. Cicatrici ampiamente saldate. Forse avrò un po’ di colpa, se soffrirai. Me la merito. Però te la sei guadagnata, questa fine. E comunque non è che io possa impedirmi di vivere la vita che veramente voglio solo perché tu abbia la tua schiava stupida. Perdonami, se puoi: ti auguro il meglio.
“Ti dico addio. Siamo in tanti che inseguono un bacio… L'amore si vende a milioni di copie.” (Ivano Fossati)
RDA
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“Innamorati di un uomo che ti ami più di me”
Lo so che non posso scegliere per te, ma vorrei tanto vederti insieme ad un uomo che sappia apprezzarti per la donna che sei, un uomo che ti ami e che ti rispetti sempre, qualsiasi cosa accada. Mi auguro che tu possa avere accanto un uomo che si prenderà cura di tutto, perché nonostante tu ormai sia una donna, io ti vedo sempre la mia piccolina.
Ti auguro di innamorarti della persona giusta, quell’uomo che si perda nei tuoi occhi, che ti guarda come non ha mai visto nessuna, che ti dà tutto. Voglio che ti innamori di un uomo che sia in grado di difenderti dai mostri e che voglia combattere tante battaglie insieme a te.
Ti auguro di innamorarti di un uomo che sia in grado di cucinare per te, soprattutto in quei momenti in cui hai bisogno di sostegno, un uomo che vuole sentirti sempre per sapere come stai e per come sta andando la giornata.
Innamorati di un uomo che, indipendentemente da ciò che crede e ciò che pensa, ti apprezza per quella che sei. Un uomo che rispetti la tua famiglia e i tuoi amici, un uomo che sia onesto con te, che sia capace di rubarti il cuore. Innamorati di un uomo che non ti dica sempre ti amo, ma di un uomo che sia capace di dimostrarlo, un uomo che quando ti guarda pensa che tu sia la donna più bella del mondo, un uomo che faccia delle piccole cose per te che ti dimostrano quanto è grande il suo amore.
Ti auguro di avere accanto un uomo che mette la tua felicità al primo posto, che non ti lasci mai da sola, che ti faccia sorridere solo per migliorare il tuo umore, anche in quei momenti così difficili per te.
Innamorati di un uomo gentile, non presuntuoso ma umile di carattere anche se possiede tanti beni materiali, un uomo a cui non piace discriminare le persone a causa della loro condizione economica. Un uomo per cui tu sei il suo più grande tesoro da custodire, più di un gioiello prezioso, che ti sappia difendere da tutti anche quando non hai ragione, che ti sia accanto quando è necessario, che ti apprezzi e che ti aiuti a capire i tuoi sbagli, che ti aiuti a migliorare come persona.
Innamorati di quell’uomo che non ha bisogno di te per essere felice, che sa come essere felice da solo ma che vuole condividere quella felicità con te.
Innamorati, allora, figlia mia, di un vero uomo.
Perché te lo meriti, non dovresti accontentarti di meno.
Non accontentarti mai, trova sempre il meglio.
Te lo dice una persona innamorata di te:
Tuo padre.
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“Io non voglio solo il meglio di te”
Io non voglio solo il meglio di te.
Io voglio tutto di te,
ti voglio la mattina, accanto a me
spettinata e con gli occhi gonfi,
ti voglio in pigiama
e con le coperte fino al collo,
ti voglio nervosa,
capricciosa,
non voglio solo il meglio di te,
voglio il peggio,
soprattutto quello.
(Niccolò Ammaniti)
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Vorrei parlare di quanto sto male, di tutti i sintomi da un quasi burnout, problemi di ansia che ormai costellano costantemente la mia esistenza, ecc ecc MA! non avrebbe senso. Perché? Ma perché mi sono voluta tutto questo da sola! Nonostante i mille avvertimenti, i miliardi campanelli di allarme io lì a pensare: no ma magari le cose migliorano, no magari riesco a diminuire i tempi, no ma magari questo e quest'altro. E invece? Ovviamente no, tutto va sempre più a puttane. Quindi parlare di quanto io stia male blabla non ha senso perché in un certo senso me lo sono voluta pienamente. Quindi assumiamoci per l'ennesima volta questa responsabilità di essere io stessa il peggior male di me stessa, mettiamoci una croce sopra e amen. PERÒ! Posso dire che la crema pasticcera fatta con l'amido di frumento fa letteralmente cagare. L'amido di frumento se non cotto bene si sente a crema fatta, dà la sensazione di farinoso al palato e qua si sente tutto. Ma Mastro Pasticciere dice che la crema fatta col mix di amido di mais e amido di riso è la crema senza glutine ignorando invece la scienza – perché signori miei la pasticceria è una scienza! Accanto alla panificazione! – e cioè che l'amido di mais gli dà più struttura e l'amido di riso più fluidità, li mischi insieme ed hai una consistenza perfetta per una crema da usare come farcia. L'amido di frumento è l'amido forse meno utilizzato in pasticceria sia per le creme che per le torte da forno e lui che fa? Ovviamente lo usa. Perché? Perché non ha scuola, lui è il classico masculo siciliano che s'è fatto da solo andando a travagghiari fin da picciriddo e ha rubbato – sentite un po'! – il mestiere al suo maestro – che bel maestro di merda che ha avuto eh! – aprendosi, dopo tanti anni di lavoro in un laboratorio di pasticceria e dopo aver iniziato da lavapiatti, una propria pasticceria! Ma qua si tratta di vincere a mani basse, perché se io avessi voluto davvero imparare e davvero mettermi in gioco sarei andata in laboratori più seri – o che almeno sembrano tali – ed invece no, faccio la stessa cosa della mia ex amichetta disturbata: mi circondo di ignoranti per essere la più intelligente della situazione – ci vuole assai qua! – e da gente di merda per fare la vittima: buuh quel mostro brutto e cattivo mi ha detto cose brutte! Oltretutto ricevo dall'altro collaboratore della specie di molestie dove mi manda dei bacini da lontano e se cedessi un minimo mi abbraccerebbe spesso con la scusa di volermi "consolare" dalla disperazione e tra l'altro una volta mi ha dato pure un bacetto sul collo ed io stavo per vomitargli in faccia perché ok i baci sul collo sono la mia droga, ma dati da certi soggetti insomma voglio dire ti viene lo schifo ed il ribbrezzo. E meno male che mi considerano un maschio! E sapete perché? Perché io da femmina dico che non mi voglio sposare e non voglio avere figli! Che dire, bastava così poco per essere un maschio e nemmeno lo sapevo! Ah, ovviamente gli immigrati ci tolgono il lavoro e le femmine che si vestono mostrando le chiappe lo stupro se lo vanno a cercare. Questi discorsi li sento per 12h al giorno. Ma chi te lo fa fare, direte voi, non hai manco un cazzo di contratto nemmeno part time e ancora rimani lì? Prenditi i money e lascialo con le pezze al culo la prossima settimana! Boh, non ho il coraggio. Ahah che ridere! Il mio patetismo ha toccato livelli così alti che... lasciamo perdere.
Ad ogni modo: basta! mollo la pasticceria e vado a fare educatrice di bambini nelle ludoteche.
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