#inimitabile
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Dannazione ragazzo, non innamorarti di una ragazza solo perché ha un bel culo, o una terza piazzata bene. Non innamorarti perché ha belle forme, quelle con il tempo andranno a farsi fottere. Piuttosto, innamorati del profumo della sua pelle, dell'emozioni che ti regala con un sorriso. Innamorati dei suoi abbracci e delle sue carezze. Innamorati delle sue imperfezioni, rendile uniche e inimitabili. Cogli la sua vera essenza, ubriacati di lei. Non badare alle forme, scava nel suo animo e arriva fino al centro del suo cuore. Innamorati di questo, perché è l'unica cosa che troverai sempre.
#Bob Marley#Frasi#Innamorarsi#Innamoramento#Forme#Tempo#Profumo#Pelle#Emozioni#Regalare#Sorriso#Sorridere#Abbracci#Carezze#Imperfezioni#Unicità#Inimitabile#Vera essenza#Animo#Cuore#Amore#Sempre#Per sempre
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Un Natale "Inimitabile" ad Alessandria: Inaugurazione dello Snowman e animazione in via Dante
Shopping, divertimento e atmosfera natalizia nel cuore della città il 7 dicembre 2024
Shopping, divertimento e atmosfera natalizia nel cuore della città il 7 dicembre 2024 Alessandria si prepara a vivere un Natale davvero “Inimitabile”, grazie a un evento speciale organizzato dalla Confesercenti e sostenuto dalla campagna di comunicazione con Claudio Lauretta, noto per la sua simpatia e le sue irresistibili imitazioni. Sabato 7 dicembre, a partire dalle ore 16:00, via Dante…
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buongiorno alla terza stagione di DOC e soprattutto al dottor enrico sandri e al dottor riccardo bonvegna
#E a jack george unico e inimitabile#ho anche scoperto che hanno messo i primi due episodi in anteprima wohoo
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Inimitabile mente la vita poesia di Marina Ivanovna Cvetaeva: oltre il velo dell’illusione
La poesia “Inimitabile mente la vita” di Marina Ivanovna Cvetaeva ‒ qui proposta in esclusiva nella traduzione/riscrittura in lingua italiana del poeta friulano Federico Ielusich ‒ è stata pubblicata nel 2022 all’interno del volume di poesia edito dall’editore modenese Mucchi nella collana “10×1” dedicata alla traduzione poetica – a cura di Antonio Lavieri ‒ dal titolo 10 poeti per Vasyl’ Stus e…
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#marina ivanovna cvetaeva#federico ielusich#mucchi editore#dieci poeti per vasyl stus e marina cvetaeva#inimitabile mente la vita#marina ivanovna cvetaeva poesie
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Il film capolavoro del '73 messo in opera a teatro con musica rock inimitabile, per quanto copiata. Persino i Deep Purple suonarono l'overture. Una opera davvero colossale ancor oggi, che cambiò la vita a tanti compresa quella degli attori stessi.
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Jesus Christ Superstar
Non a caso i registi che hanno trattato e messo in opera tale evento rispondono ai nomi famosi di P. P. Pasolini con il Vangelo secondo Matteo, di F. Zeffirelli con Gesù di Nazareth e poi ancora Mel Gibson con lo straordinario film la Passione.
"J. C. Superstar fu diretto da Norman Jewison".
lan ✍️
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SENSI DELL'ARTE - di Gianpiero Menniti
LO STILE DI UN 'VAN GOGH' SPENTO
Il soggetto della tela non è originale: "La ronda dei carcerati" (1890) è ripreso con pedissequa ri-presentazione da un'incisione di Gustave Doré, "Newgate: The Exercise Yard" che risaliva al 1872.
Dunque, un van Gogh inedito: tiene in esercizio il proprio talento artistico ma solo per la qualità tecnica.
Non è creativo.
Allora, quale giudizio si può attribuire a un'opera che manchi di espressione?
Nessuno.
Ma è davvero così?
Davvero questa tela si può considerare priva di valore perchè la scena è la riproposizione di un atto artistico già esistente e originale?
Se si trattasse di un testo scritto, riproporlo sarebbe un plagio privo di contenuto.
Ma per un dipinto l'affermazione non regge: esiste qualcosa che lo caratterizza e lo differenzia.
Si tratta dello "stile".
Una traccia indelebile, un solco: come nel caso dello "stilo", lo strumento utilizzato per scrivere sulle tavolette di cera nell'antichità.
Stile: termine che deriva, paradossalmente, dalla già richiamata similitudine con i segni grafici, la calligrafia, l'ortografia.
Lo stile non racconta ma desta un sentimento indecifrabile che attrae o respinge.
È dunque, riflettendo bene, un modo d'espressione pieno, che caratterizza, che definisce un'identità, che provoca un illusorio, intenso, frenetico moto alla ricerca di parole descrittive, difficili, talvolta impossibili da trovare: così come lo stile non racconta, allo stesso modo non si può narrare, non si può indicare fino in fondo nelle sue caratteristiche.
Ma c'è.
S'impone alla vista e provoca lo spalancarsi di un abisso: manca la parola, domina il silenzio.
Infine, si afferma un principio inatteso: l'arte è un apparire dell'insostenibile gravame costituito dalle immagini mentali di un essere umano.
Così, mentre la penna tenta una descrizione, il pennello scorre attingendo a flussi caotici incessanti di sguardi interrotti.
Fino a quando la penna, esausta, si arresta mentre la mano del pittore rimane viva nel desiderio di lasciare sulla riva quel mare di figure e di scenari per abbandonarsi alla purezza di un'intonazione muta capace di rifondare l'atto creativo esclusivamente nello stile, inimitabile e per questo originale e a suo modo immutabile.
Ecco la ragione per la quale si ammira un'opera come questa di van Gogh: non si viene attratti dal contenuto ma solo dal riconoscere la mano dell'artista.
Forse, il complimento migliore che si possa attribuire a un'anima creativa.
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Cose Olimpiche
Premessa: vorrei togliere dalle gigantesche spalle di Charles Pierre de Frédy, barone di Coubertin la frase che sostiene "l'importante non è vincere, è partecipare": in realtà a pronunciare questa frase fu il vescovo anglicano Ethelbert Talbot, della diocesi di Bethlehem, Central Pennsylvania, durante una cerimonia di saluto ai partecipanti ai Giochi di Londra 1908, il 24 giugno, nella cattedrale di Saint Paul. Lui si limitò a citarla il giorno dopo, chiarendone la fonte, in un banchetto. Il motto olimpico, voluto da De Coubertin ma ideato da un altro religioso, Henri Didon è un altro, dal significato del tutto opposto: «Citius, altius, fortius», «Più veloce, più alto, più forte».
Multidisciplinarietà Rosa: le 40 medaglie vengono da 20 discipline diverse, delle 12 d'oro 7 sono state vinte da atlete, 2 da coppie miste (la prima assoluta della storia olimpica nella prova dello Skeet Misto). I grandiosi velisti Caterina Banti e Ruggero Tita sono gli unici della nostra spedizione ad aver confermato l'oro di Tokyo.
Legni: Sono 25 i quarti posti nelle competizioni olimpiche dell’Italia. Dietro di noi la Francia con 19, gli Stati Uniti con 18 e la Gran Bretagna con 17. A cui vanno aggiunti altri 26 tra quinti e sesti posti. Un segnale prezioso, che dimostra una generale competitività del movimento sportivo, ma che lascia l’amaro in bocca, soprattutto per alcuni episodi.
Rivolte Eleganti: la protesta del Settebello, la Nazionale Maschile di Pallanuoto, rimarrà nella storia Olimpica. Alla presentazione degli inni prima della Semifinale per i posti dal 5° all'8° contro la Spagna, la squadra si è presentata di spalle alla giuria arbitrale
Poi per i primi 4 minuti della partita con la Spagna ha tenuto un giocatore sempre nel proprio angolo di metà campo, a simboleggiare una espulsione. Questo perché nella partita dei Quarti contro l'Ungheria, una decisione inspiegabile del primo arbitro ha punito per fallo violento per 4 minuti un giocatore, Francesco Condemi: è stato giudicato infatti violento un contatto naturale di Condemi, che si preparava a nuotare in attacco, con un ungherese. La decisione ha annullato il 3-3 italiano scaturito in quella azione, dato un rigore all'Ungheria, trasformato (punteggio quindi 2-4) e costretto l'Italia a giocate 4 minuti, metà di uno dei 4 tempi della partita, con un uomo in meno. La partita finirà 9-9, perderemo ai rigori.
Leggende: L'unico atleta delle Olimpiadi moderne ad aver vinto per 5 edizioni consecutive l'oro, nella Lotta Greco Romana categoria Super Massimi, battendo il record detenuto da 4 leggende sportive americane: Al Oerter, Carl Lewis e Michael Phelps. Mijaín López, lottatore cubano, appena terminato il suo incontro si è tolto le scarpe, annunciando il suo ritiro, dopo una carriera inimitabile (tra l'altro, 5 volte campione del Mondo, 5 ori ai Panamericani)
Insegnamenti: Kimia Yousofi, velocista afghana, ha corso la sua batteria dei cento metri in 13"42, tempo nemmeno modesto, ma alla fine della sua prova, girando il suo numero di partenza ha mostrato queste parole:
Educazione, Sport (scritto in verde, che si legge a malapena) e I nostri diritti. I 6 atleti afghani presenti a Parigi, 3 donne e 3 uomini, sono stati selezionati non dal governo afghano dei taliban ma da un Comitato olimpico afghano in esilio. Tanto che “Soltanto tre atleti maschili rappresentano l'Afghanistan” ha dichiarato qualche settimana fa un portavoce dei taliban. Perchè tra le molte cose vietate alle donne, anche lo sport non può essere praticato.
Onlyfans: l'asticella colpita dalla "generosità" del saltatore Anthony Ammirati che lo ha estromesso dalla Finale del Salto con l'Asta (per una di quelle serie di coincidenze linguistiche da capogiro) non ha affatto scatenato le polemiche sulla ipersessualizzazione di un atleta. Cosa che, per certi versi in maniera molto coerente, ha spinto le giocatrici di Beach Volley Brasiliane (oro alla fine del Torneo) a giocare così:
in pantaloncino, mentre le loro avversarie canadesi in finale si sono presentate così:
Argentini: prima delle Olimpiadi, Julio Velasco ha perso il fratello maggiore, Raul, più anziano di lui di sei anni (72 Julio, 78 Raul). Ne ha anche un altro, Luis, che giovanissimo fu arrestato durante la Dittatura di Vileda, e per cinque mesi irrintracciabile. La famiglia, sconvolta, pensò ad un ennesimo caso di desaparecido. Invece dopo 5 mesi, dopo che subì torture indicibili e numerose simulazioni di fucilazioni, Luis fu riconsegnato alla famiglia. E la prima cosa che raccontò ai fratelli fu questa: "Quando mi stavano torturando, c'era un prete nella stanza. Distrutto dal dolore, a mezza voce gli dico <<Padre ma lei è contento di far parte di tutto questo?>>. Il prete restò in silenzio ed uscì dalla sala". Questo per dire di che pasta sono fatti i Velasco. Le cui prime parole dopo un'impresa stratosferica (5 partite vinte su 5, 15 set vinti, solo 1 perso, record assoluto in una Olimpiade, prima squadra Europea campione Olimpica nella pallavolo femminile dal 1988) sono state rivolte: alle ragazze che hanno giocato, a quelle che non c'erano per infortunio, al movimento della pallavolo femminile che "sta alle ragazze come il calcio ai ragazzi". Nessuna sfida personale, nessun cerchio che si chiude. Un grande uomo di sport, Julio Velasco.
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...Essere semplicemente te stessa... UNICA ed INIMITABILE questo è un dettaglio molto femminile...🤍 💜 🤍
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"E se diventi farfalla
nessuno pensa più a ciò che è stato
quando strisciavi per terra e non volevi le ali."
#Alda Merini #inimitabile #my post
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Le donne devono sentirsi libere, a tutte le età, di vivere la passione. Per questo nella mia serie Tv ho esposto il corpo senza filtri: non ho voluto Photoshop, penso di poter essere un veicolo per il pubblico femminile e un’apripista per le colleghe cinquantenni a cui si chiede sempre di avere il viso da trentenni. Interpreto Gabriella, proprietaria di un albergo sulla costiera amalfitana, che incontra Elia (Giacomo Gianniotti) e riscopre la passione e il sesso. I figli, preoccupati che sia un approfittatore, provano a farla interdire. La trama è popolare, poggia sugli archetipi: i figli, la famiglia, il benessere. Lei è madre e nonna, ma in questo nucleo è la scheggia impazzita e fa esplodere tutto. Si libera del giudizio, non le interessa lo sguardo altrui. I figli invece restano ingabbiati da quello che pensano gli altri. Mi piacerebbe che le ragazze, anche le mie figlie, vedessero che una donna può prendersi quello che vuole. Si può dare il proprio viso, il proprio corpo, a un racconto. Per me anche nella vita è così: la prima è stata la Magnani. Non è una questione di rughe, è imporre la propria faccia, il proprio modo di recitare, unico e inimitabile. Sulle scene intime nessuna disinvoltura, anzi ho provato un certo imbarazzo quando ho dovuto mostrare la mia bellezza sfiorita rispetto a quella che il pubblico conosceva. Il coraggio l’ho trovato nel mestiere, è giusto alzare l’asticella per tutte le donne: devono essere quello che sono realmente. A 60 anni non hai il corpo di una di trenta, ma può suscitare desiderio. Io volevo mostrare la stessa intensità passionale, anche con l’umiliazione e l’imbarazzo. Se stai con un uomo giovane esiste: c’è il mio corpo e c’è il suo. Le donne cambiano. Prima hanno le mestruazioni, fanno i figli, poi c’è la menopausa. Diventano adulte e a un certo punto tutto si ferma. Ma chi l’ha detto? Non è così. Le donne hanno desideri, e si sa, l’amore è pericoloso. Monica Guerritore
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Nulla di ciò che t’offro
è irraggiungibile:
cieli e solchi d’uccelli, carezze come nubi
– il tuo cuore che batte inimitabile –
Tutto questo è possibile
senza bisogno di fantasticare.
Altro non siamo che argentate tracce
lasciate dalle chiocciole nei luoghi
visitati nei sogni.
E mai nessuno chiederà in che giorno
o in che mese viviamo.
Un lampo che s’incunea dentro il tempo
è quanto ci rimane da salvare.
L’illusione di stare l’un con l’altro.
Nulla di ciò che t’offro
può sembrare impossibile:
pensieri in volo simili ad uccelli,
un ponte teso fra i nostri due mondi
Francisco Véjar
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comunque calafiori di qua, buongiorno di la, lukaku a milano etc etc ma non si parla mai del più resistente ad ogni tipo di calciomercato che siede in panchina da 180 stagioni stipendiato per vedersi i match dell'as roma in prima fila: PIETRO BOER l'unico inimitabile
#lui non viene comprato non viene ceduto lui rimane li incatenato alla sua panchina e chi lo ammazza#ogni anno una garanzia
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È passato molto tempo ormai da quando anche io ho iniziato l'opera di abbattimento di tutto ciò che ci rende INquieti e sofferenti, tristi, svogliati e a volte con poca voglia da parte delle persone di vivere felici riconoscendo che la vita è il dono più prezioso che ci è stato fatto da Dio. Impegno difficile ma edificante, aiutare gli altri a guarire e togliere dalle loro menti le convinzioni che certe cose non si possono cambiare e, che le loro idee possono essere corrette e, che l'INguaribile puo' diventare guaribile e, l'INcerto può essere certo.
E non da oggi! INdiscreto, INvadente, INdelicato INsensibile, INsolente INguaribile INeguagliabile INdicibile, INvisibile, INcredulo...ecco si questo è ciò che più cerco di combattere e di distruggere testimoniando la parola di Dio. Io ero uno di loro, ma lo rinnegai e da INcredulo diventai credente. Fu cosi che la mia vita cambiò e diventò vivibile, di qualità superiore e mi aiutò a crescere e usare la gentilezza, la discrezione, il rispetto e l'amore. Il vero Amore, quello con la A maiuscola, quello che fa dell'eccezione la unica vera regola, quello INdistruttibile, quello INimitabile e INvidiabile.
lan ✍️
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È il marchio-simbolo di Beretta, conservato al Vittoriale, opera dell’artista Guido Marussig negli anni Trenta
Beretta ha celebrato lo scorso 6 dicembre al Vittoriale degli Italiani di Gardone Riviera (Bs), il restauro della pila in pietra del “dare in brocca”. Il simbolo delle tre frecce che colpiscono il bersaglio, con il motto “dare in brocca” ovvero fare centro – colpire il bersaglio, fu realizzato negli anni Trenta dello scorso secolo dal friulano Guido Marussig, su indicazione di Gabriele D’Annunzio. Le 3 frecce racchiuse in altrettanti cerchi rappresentano i 3 colpi sparati da una corazzata che ingaggia battaglia con un potenziale nemico: la freccia a sinistra rappresenta il primo colpo di avvertimento, sparato a poppa della nave, per privarla del timone e renderla ingovernabile; la freccia a destra rappresenta il secondo colpo di avvertimento, sparato a prua della nave, perché imbarchi acqua; la freccia centrale è l’ultimo colpo sparato, al centro della nave stessa, per farla affondare. D’annunzio completò il logo con il motto “Dare in brocca” o “colpire il bersaglio” e si dice fu proprio il poeta a suggerire a Giuseppe Beretta, 13° discendente della famiglia, prozio di Franco Gussalli Beretta attuale presidente della Fabbrica d’armi Pietro Beretta, di utilizzarlo come marchio per le proprie armi, “così precise da colpire sempre il bersaglio”. Dal 1954 le tre frecce dannunziane sono il logo Beretta. Il Vittoriale degli Italiani è un complesso di edifici, vie, piazze, un teatro all’aperto, giardini e corsi d’acqua eretto dal 1921, a Gardone Riviera sulle rive del lago di Garda da Gabriele d’Annunzio con l’aiuto dell’architetto Gian Carlo Maroni, a memoria della “vita inimitabile” del poeta-soldato e delle imprese degli italiani durante la Prima guerra mondiale.
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Storia Di Musica #332 - Area, Crac!, 1975
Le storie dei dischi dello scatolone del mese di Giugno hanno avuto un grande riscontro, e ne sono particolarmente felice. E per quelle di Luglio vorrei ripartire da quello scatolone, perché conteneva un altro disco, che però rispetto ai 5 scelti avevo già comprato da me. L’ho scelto per tre motivi: perché è l’occasione di parlare di un grande personaggio, che ho citato di striscio nelle storie del mese scorso; perché questo lavoro è un formidabile esempio della grandezza e delle capacità di uno dei gruppi italiani più grandiosi di sempre; perchè il suo titolo mi ha sedotto a trovare altri dischi che hanno nel titolo lo stesso simbolo grafico, il punto esclamativo. Gli Area, che avevano nel nome di gruppo una dicitura chiarissima, International POPular Group, sono stati una delle punte di diamante della musica europea degli anni ’70. Nascono a Milano nel 1972 quando musicisti provenienti da esperienze molto diverse mettono su un gruppo. Il primo nucleo comprendeva il tastierista Patrizio Fariselli, Giulio Capiozzo alla batteria, Johnny Lambizzi alla chitarra, sostituito subito da Paolo Tofani, Patrick Dijvas al basso e Victor Busnello al sassofono, con in più uno studente di architettura di origini greche, alla voce, Demetrio Stratos (psudonimo di Efstràtios Dimitrìou). Convergono nel gruppo esperienze diversissime: Fariselli è diplomato al Conservatorio di Pesaro, Capiozzo ha suonato per anni all’Hotel Hilton de Il Cairo e fu prolifico sessionman per la Numero Uno di Mogol e Battisti, Tofani suonava la musica beat con i Califfi, Stratos aveva avuto un certo successo negli anni precedenti, avendo cantato il brano Pugni Chiusi dei Ribelli, che entrò in classifica nel 1967.
Ma qui è tutta un’altra storia: scelgono una musica totale e creativa, ricchissima di suggestioni, puntando anche sulla “complessità musicale”. Quest’ultimo punto li vide clamorosamente osteggiati durante il loro primo tour a supporto di grandi nomi come Rod Steward e i mitici Gentle Giant, accusati dal pubblico di essere troppo ostici. Poco dopo l’incontro che cambia la loro storia (e in parte anche quella della musica italiana). Gianni Sassi è un fotografo, scrittore, artista bolognese che fonderà una etichetta, la Cramps, che scompaginerà il panorama musicale del tempo. Li mette sotto contratto, dà loro libertà creeativa ma si mette a scrivere i testi, con lo pseudonimo di Frankenstein. Il debutto è leggendario: nel 1973, Arbeit Macht Frei, la beffarda e drammatica scritta che accoglieva i deportati nei lager nazisti, già dalla copertina è un colpo alla coscienza, con un pupazzo mascherato e con un lucchetto, imprigionato tra totalitarismo e sistema del Capitale. La musica è altrettanto dirompente: un jazz rock teso, di caratura internazionale, ma che profuma di mediterraneo, vedasi il suono balcanico del primo pezzo culto, Luglio, Agosto, Settembre (Nero), netta presa di posizione a favore dei palestinesi, e che spesso vira all’avanguardia (L’Abbattimento Dello Zeppelin). Tra tutto, spicca la voce, prodigiosa, di Stratos, non solo per l’estensione o la duttilità, ma per il ruolo che gioca nelle canzoni, e per le straordinarie capacità tecniche (studierà le diplofonie, facendo della sua voce uno strumento aggiunto e inimitabile, arrivando a produrre contemporaneamente fino a 4 note diverse). Busnello e Dijvas lasciano il gruppo, quest’ultimo andrà alla PFM, e entra in formazione Ares Tavolazzi al basso. Nel 1974 arriva Caution Radiation Area (in copertina il simbolo del pericolo radioattivo) e radioattiva è la musica, che abbandona la forma canzone (tranne Cometa Rossa, che sfoggia ancora suggestioni mediterranee) e vira decisamente sull’avanguardia e la sperimentazione. Il pubblico non gradisce, ma dal vivo la band macina concerti su concerti, ad un ritmo forsennato (oltre 200 l’anno) è spesso invitata in contesti internazionali, e chi li ha visti dal vivo assicura che erano straordinari. Dopo aver registrato una versione strumentale de L’Internazionale (con lato b Citazione Da George J. Jackson, con Stratos che recita un famoso discorso del leader delle Pantere Nere) per la liberazione dell’anarchico Giovanni Marini, all’epoca detenuto in carcere per l’omicidio del vicepresidente del FUAN, Carlo Falvella, avvenuto a Salerno nel 1972, nel 1975 arriva l’atteso nuovo disco.
Crac! è un disco che media tra il primo e il secondo. L’immediatezza di alcuni brani, che furono tacciati di frivolezza (storica la stroncatura di Riccardo Bertoncelli e la contro risposta di Stratos sulla rivista Gong) ma che invece sono una lucida organizzazione del solito alto livello musicale, un formidabile jazz rock al massimo livello, a cui per una volta si aggiunge un giocoso approccio. Crac! si apre con L’Elefante Bianco, che diventerà brano culto, una cavalcata rock con i fiocchi e prosegue con La Mela di Odessa: Stratos che qui fa davvero capire che voce incredibile è stata, è anche famoso perché durante i live Demetrio raccontava la storia che la ispirò. Secondo lui infatti, il testo si baserebbe su un fatto realmente avvenuto nel 1920, e che potrebbe essere uno dei primi dirottamenti marini della storia. Un pittore dadaista tedesco, tale Apple, che intendeva assistere ad una mostra d'arte a Odessa, vi dirottò una nave passeggeri con l'intenzione di regalarla ai russi che avevano da poco fatto la rivoluzione. Una volta a Odessa, Apple venne salutato con feste enormi, che comportarono anche far saltare in aria la nave con tutti i suoi passeggeri tedeschi. Della storia non c’è traccia in nessuna fonte storica e ormai è chiaro che fosse stata inventata per rendere ancora più potente le metafore che il testo sprigiona in un brano “enciclopedia” per la commistione di generi, stili, suoni, un capolavoro assoluto. Megalopoli e Nervi Scoperti spiegano la vita mediterranea al jazz rock. Nel disco c’è anche il brano più famoso degli Area, Gioia E Rivoluzione, che dice “Canto per te che mi vieni a sentire\Suono per te che non mi vuoi capire\Rido per te che non sai sognare\Suono per te che non mi vuoi capire", e che verrà ripresa decenni dopo con successo dagli Afterhours; l’elettro-psichedelia retta dal basso di Implosion e la sperimentazione vocale di Area 5 chiudono l’LP. Il successivo tour verrà ricordato con un live, Are(A)zione, con tre brani noti dai Festival a cui parteciparono, e una nuova suite, omonima al titolo del disco.
La band durerà altri due anni: divisi dal sentirsi alfiere dell’avanguardia musicale, con scelte a volte del tutto incomprensibili, come Event del 1976, una lunga suite sconclusionata, faticosissimo tentativo di cavalcare la tigre del suono, progetti solisti che crearono tensioni, il passaggio dalla Cramps alla CGD di Caterina Caselli, che nel 1978 pubblica Gli Dei Se Ne Vanno, Gli Arrabbiati Restano, che esce pochi mesi prima che Demetrio Stratos muoia di leucemia fulminante. “Stratos è stato senza dubbio il personaggio più originale e importante nella musica italiana di ricerca degli anni Settanta, proprio per il suo voler sfuggire alle definizioni, per aver saputo, con coerenza e intelligenza, mettere in comune mondi apparentemente lontanissimi.” (Ernesto Assante).
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