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Un Natale "Inimitabile" ad Alessandria: Inaugurazione dello Snowman e animazione in via Dante
Shopping, divertimento e atmosfera natalizia nel cuore della città il 7 dicembre 2024
Shopping, divertimento e atmosfera natalizia nel cuore della città il 7 dicembre 2024 Alessandria si prepara a vivere un Natale davvero “Inimitabile”, grazie a un evento speciale organizzato dalla Confesercenti e sostenuto dalla campagna di comunicazione con Claudio Lauretta, noto per la sua simpatia e le sue irresistibili imitazioni. Sabato 7 dicembre, a partire dalle ore 16:00, via Dante…
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LA GIORNATA INTERGALATTICA DEL COMPAGNO IMMAGINARIO
Inventa una vacanza! Spiega come e perché tutti dovrebbero festeggiare. Immagine creata con IA Segnatevi questa data: ogni 1° di Cosmoraggio, ovunque siate nella galassia, è la Giornata Intergalattica del Compagno Immaginario. La celebrazione in cui alieni, umani, e persino intelligenze artificiali si uniscono per festeggiare… beh, la compagnia di chiunque non sia realmente presente. Cos’è la…
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A Prarostino un ottobre in festa
a cura della redazione Inizia sabato 28 settembre a Prarostino un mese ricco di appuntamenti che precedono e seguono l’attesa Festa dell’Uva, in programma domenica 13 ottobre. Una domenica che quest’anno, oltre alle degustazioni e al mercatino dei prodotti tipici del territorio, propone un programma denso e variegato: dall’apertura del Museo della viticoltura alla sfilata dei carri…
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Storia Di Musica #351: Bob Dylan & The Band, Before The Flood, 1974
C'è un'altra ricorrenza periodica nelle Storie di Musica, e che capita quasi sempre a Dicembre: un racconto di un disco di Bob Dylan. Dopo tanto tempo vi racconto quando nasce la mia fascinazione per lui. Tra i libri della libreria dei miei mi capitò tra le mani, io andavo alle elementari, un libro, Bob Dylan: folk, canzoni e poesie, a cura di Alessandro Roffeni, Newton Compton Editori, pubblicato nel 1978 e comprato anni dopo dai miei ad una Festa dell'Unità. Mi affascinava anche perché aveva i testi inglesi a fronte e quel libro, che conservo ancora con affetto, aveva un'introduzione che finisce così: in un "ritmo di distorsione impoetica" si consuma l'impossibilità stessa di fare "grande" poesia, di additare le risoluzioni definitive: nelle pulsioni dell'eros, nella ricerca martellante di concatenazioni linguistiche nervose e oltraggiosamente impure, Dylan, e con lui l'uomo contemporaneo, cerca un instabile e mai risolto rapporto con l'irriducibile spietatezza del divenire storico.
Siccome è dicembrina, la collezione del mese avrà un'idea celebrativa, perchè i dischi che ho pensato festeggiano tutti mezzo secolo, omaggio questo anche ad una delle mie migliori amiche che è nata nello stesso anno di questi album.
La storia di oggi inizia quando Dylan, con una mossa clamorosa, abbandona la Columbia nel 1973, la casa discografica che lo scoprì e per cui aveva pubblicato i suoi primi 13 dischi, per passare alla neonata Asylum di David Geffen (che la fondò nel 1971 con Elliot Roberts) costruita per riabilitare la musica folk. Dylan in quel periodo iniziò a curare personalmente la sua attività finanziaria. Con la Asylum pubblica Planet Waves nel gennaio del 1974, un disco nato quando Robbie Robertson si trasferì a Malibù vicino casa di Dylan a metà del 1973. Il rapporto con Robertson e The Band è fortissimo: erano ancora The Hawks quando furono chiamati ad aiutare Dylan nella fondamentale transizione elettrica di metà anni '60, gli innumerevoli concerti insieme, e fu con questi musicisti che Dylan, dopo il misterioso e terribile incidente in moto del 1966, si ritirò in cantina a suonare per riabilitarsi (cose che diventeranno i mitici The Basement Tapes nel 1975). Planet Waves è un disco intimo, quasi di emozioni domestiche, che spiazza perchè sembra che Dylan abbia abbandonato l'epica universale della sua musica. Nasce l'idea di promuovere il disco con un tour e appena dopo la pubblicazione Geffen organizza 30 date in 21 città, in teatri e palazzetti al coperto, in circa un mese di tour. Il materiale registrato, nelle due date di Los Angeles del 13 e 14 Febbraio e a New York il 30 gennaio, venne pubblicato a Giugno con il titolo Before The Flood, addirittura un doppio live, il primo live della storia discografica dylaniana (le registrazioni precedenti verranno pubblicate molto tempo dopo) a testimonianza di un evento non secondario: dall'incidente del 1966, e tolta la partecipazione al Concerto per Il Bangladesh organizzato da George Harrison, è la prima tournee di Dylan in 8 anni.
Il titolo prende probabilmente spunto da un racconto, Farn Mabul, scritto da Sholem Asch, scrittore e drammaturgo ebreo-polacco, il cui figlio, Moses, era molto amico di Dylan, che lo aiutò ad organizzare la sua casa discografica, Folkways Records, che era attiva nel folk revival (e che quando chiuse, nel 1987, aveva così materiale ritenuto importante che fu acquisita dalla Smithsonian Society). Tra l'altro, l'ultima canzone di Planet Waves, Wedding Song, finisce così: We can't regain what went down in the flood. Nonostante il Tour fosse stato pensato per promuovere il disco, alla fine da Planet Waves arriva pochissimo, è piuttosto l'occasione per Dylan e i fidati musicisti della Band di riprendere le meraviglie spesso suonate insieme in studio e rivoltarle, riarrangiarle nel modo più imperscrutabile, tanto che le canzoni si riconoscono solo quando il canto irrompe e ne rivela la natura. In generale, dopo qualche data di rodaggio, le serate erano composte da un set con Dylan con la Band, un set solo del gruppo, uno solo di Dylan, e poi qualche bis di nuovo insieme. Ricordo qui gli strepitosi musicisti della Band, tutte leggende: oltre a Robbie Robertson, Garth Hudson, Levon Helm, Richard Manuel e Rick Danko, una line up indimenticabile.
Il risultato fu all'epoca rivoluzionario, perchè non si era abituati a sentire Dylan live sul disco: nel doppio c'è la sua massima espressione poetica, con buona parte dei suoi classici, da Like A Rolling Stone a Blowin' In The Wind, da Ballad Of Thin Man a Knockin' On Heaven's Door, da Just Like A Woman ad una rockeggiante Highway 61 Revisited. A questi si aggiungono le meraviglie della Band: capolavori come The Weight, The Night They Drove Old Dixie Down, The Shape I'm In. Dylan si ricuce le canzoni in abiti diversi, abbandona il canto romantico e spesso è furente nell'interpretazione, tanto che il critico Robert Christgau dirà in una famosa recensione del disco appena uscito "Without qualification, this is the craziest and strongest rock and roll ever recorded. All analogous live albums fall flat.", puntando l'attenzione sulla intensificazione musicale dei suoi classici in veste dal vivo.
Il disco divenne un successo, in Top Ten negli Stati Uniti e in Gran Bretagna (che va ricordato per numero di dischi in classifica era un luogo di Dylan mania da oltre un decennio). E in Dylan scatta qualcosa: la Columbia, pentita, gli richiede di ritornare a casa, e Dylan prima regala alla storia uno dei dischi più belli di sempre, Blood On The Tracks e poi parte il circo musicale del Rolling Thunder Avenue, il secondo tour consecutivo.
Negli anni furono ripubblicati dalla Columbia altre date, anche in cofanetto, ma niente di così sfavillante come l'edizione del cinquantenario che è arrivata nel 2024: 27 cd, 417 esibizioni inedite, registrazioni appena mixate e note di copertina di Elizabeth Nelson, che raccolgono tutti i concerti di quel tour, storicamente uno dei più importanti della musica rock occidentale.
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LA NOIA | ANGELINA MANGO
Quanti disegni ho fatto How many drawings I made Rimango qui e li guardo I stay here and look at them Nessuno prende vita None comes to life Questa pagina è pigra This paper is lazy Vado di fretta I am in a hurry E mi hanno detto che la vita è preziosa And they told me that life is precious Io la indosso a testa alta sul collo I wear it head held high on my neck La mia collana non ha perle di saggezza My necklace doesn't have pearls of wisdom (perle di saggezza=> idiomatic, could also be used ironically "words of wisdom") A me hanno dato le perline colorate They gave me colored beads Per le bimbe incasinate con i traumi For young girls messed up with traumas Da snodare piano piano con l'età To slowly untie while growing older Eppure sto una Pasqua, guarda, zero drammi And yet I'm doing great, look, no dramas (stare una Pasqua => idiomatic and usually very ironic, "to feel/do great") Quasi quasi cambio di nuovo città Maybe I (should) move to another city once again (quasi quasi => idiomatic, when you think about a chance you say "Maybe...") Che a stare ferma a me mi viene, a me mi viene If I stand still I get, I get ("a me mi" is a colloquial grammatically wrong concept that translates literally as "it comes to me"; it should be "a me viene" but for lyrical/musical lyrics is okay to find this in songs) La noia Bored(om) (for translations reasons -aka the sentence construction in English- I'm using the adjective "bored" here but "noia" is a noun so the literal translation is "boredom") La noia Bored(om) La noia Bored(om) La noia Bored(om)
Muoio senza morire, in questi giorni usati I die without dying, in these used days Vivo senza soffrire, non c'è croce più grande I live without suffering, there's no greatest trial ("croce" here has a figurative meaning as in "portare una croce", idiomatic, meaning basically "to bring pain/affliction/trials *on your shoulders*") Non ci resta che ridere in queste notti bruciate We cannot do anything but laugh in those burnt nights (like the famous movie's title "non ci resta che piangere" but from a happier/ironic pov) Una corona di spine sarà il dress-code per la mia festa A crown of thorns will be the dress-code for my party Ah, è la cumbia della noia, mmh Ah, it's the cumbia of boredom È la cumbia della noia The cumbia of boredom Total definitive Ah, è la cumbia della noia Ah, it's the cumbia of boredom È la cumbia della noia It's the cumbia of boredom Total definitive
Quanta gente nelle cose vede il male So many people see the evil in things ("quanto/a/i/e" if not used as a question usually means "a lot", "there are so many...") Viene voglia di scappare come iniziano a parlare One feels like running away as they start talking E vorrei dirgli che sto bene ma poi mi guardano male And I'd like to tell them I'm doing good but then they look at me sideways Allora dico che è difficile campare So I say that it's hard to keep on living Business, parli di business Business, you talk about business Intanto chiudo gli occhi per firmare i contratti, mmh In the meantime I close my eyes to sign contracts Princess, ti chiama "princess" Princess, (he) calls you "princess" Allora adesso smettila di lavare i piatti Then stop washing dishes now
Muoio senza morire, in questi giorni usati I die without dying, in these used days Vivo senza soffrire, non c'è croce più grande I live without suffering, there's no greatest trial Non ci resta che ridere in queste notti bruciate We cannot do anything but laugh in those burnt nights Una corona di spine sarà il dress-code per la mia festa A crown of thorns will be the dress-code for my party Ah, è la cumbia della noia, mmh Ah, it's the cumbia of boredom È la cumbia della noia The cumbia of boredom Total definitive Ah, è la cumbia della noia Ah, it's the cumbia of boredom È la cumbia della noia It's the cumbia of boredom Total definitive
Allora scrivi canzoni? So you write songs? Sì, le canzoni d'amore Yes, love songs E non ti voglio annoiare And I don't want to bore you Ma qualcuno le deve cantare But someone needs to sing them Cumbia, ballo la cumbia Cumbia, I dance the cumbia Se rischio di inciampare almeno fermo la noia If I risk to stumble at least I stop the boredom Quindi faccio una festa, faccio una festa Therefore I make/hold a party, I make/hold a party Perché è l'unico modo per fermare, per fermare, per fermare, ah Because it's the only way to stop, to stop, to stop, ah La noia Boredom La noia Boredom La noia Boredom La noia Boredom
Muoio perché morire rende i giorni più umani I die because dying makes days more human Vivo perché soffrire fa le gioie più grandi I live because suffering makes the joys look bigger Non ci resta che ridere in queste notti bruciate We cannot do anything but laugh in those burnt nights Una corona di spine sarà il dress-code per la mia festa A crown of thorns will be the dress-code for my party Ah, è la cumbia della noia, mmh Ah, it's the cumbia of boredom È la cumbia della noia The cumbia of boredom Total definitive Ah, è la cumbia della noia Ah, it's the cumbia of boredom È la cumbia della noia It's the cumbia of boredom Total definitive
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A Roma un uomo è finito in carcere per un errore dell’intelligenza artificiale di un sistema di riconoscimento facciale collegato a una telecamera di una gioielleria (1). A Milano il comune vuole acquistare un sistema di intelligenza artificiale per individuare e multare chi usa lo smartphone mentre guida (2). A Napoli una testata giornalistica ha sottoposto ChatGpt a una prova di dialetto napoletano concludendo che il software ha svolto il lavoro in modo più che sufficiente (3). A Milano alcuni giornalisti hanno usato l’intelligenza artificiale per realizzare un’intervista virtuale con il ciclista Luigi Ganna, morto nel 1957, il quale si è rammaricato per non aver potuto usare le attuali biciclette tecnologiche (4). A San Benedetto del Tronto (Ascoli) un esperto di economia ittica ha avvisato i pescatori che l’intelligenza artificiale troverà da sola le aree di mare più pescose (5). In una scuola di Lecco è partito un progetto per usare in classe l’intelligenza artificiale (6) fornita da Google (7). In una scuola di La Spezia un professore si è accorto che dal controsoffitto cadevano calcinacci e ha fatto evacuare l’aula, dove subito dopo il controsoffitto è crollato (8). A Roma una scuola dell’infanzia è stata chiusa per la presenza di serpenti e topi (9). A Lecce durante un incontro scuola-famiglia una donna ha preso a pugni una professoressa perché riteneva che avesse dato al figlio un voto troppo basso (10). In una scuola di Carrara uno studente di 15 anni ha salvato la vita di una bidella che stava per essere soffocata da una merendina praticandole una manovra appresa dalla madre infermiera (11). Alle isole Tremiti (Foggia) la scuola elementare ha riaperto dopo vent’anni grazie a una maestra precaria che ha accettato l’incarico (12) trasferendosi in un paese di 131 abitanti (13). A Trapani il 10,47 per cento dei ragazzi non finisce gli studi, facendo della città siciliana quella con la più alta dispersione scolastica in Italia (14). In Abruzzo l’84 per cento dei ginecologi degli ospedali pubblici non pratica l’interruzione di gravidanza, facendo della regione quella dove è più difficile abortire in Italia (15). A Perugia una donna ha denunciato di aver vissuto un’odissea girando per tre diverse strutture sanitarie per ottenere l’interruzione di gravidanza (16). A Torino c’è stata una manifestazione di donne contro la cosiddetta “stanza dell’ascolto” dell’ospedale Sant’Anna dove gli antiabortisti cercano di convincere le donne a non interrompere la gravidanza usando a questo scopo soldi pubblici (17). A Rapallo (Genova) un uomo che non aveva ottenuto l’eutanasia si è tolto la vita acquistando un kit per il suicidio sul dark web (18). A Vicenza un uomo con un grave tumore ha rivelato di essere andato in Svizzera per ottenere cure palliative con l’Lsd (19) e l’Associazione Coscioni ha chiesto che le terapie psichedeliche vengano autorizzate anche in Italia (20). A Vernio (Prato) una donna di 82 anni ha soffocato con un cuscino il marito malato di Alzheimer (21). Nell’ospedale di Baggiovara (Modena) è in corso l’Alzheimer fest che prevede momenti di svago e la cena finale “Non ti scordar di me” (22). A Bergamo per la Festa dei nonni i gelatai hanno regalato agli ospiti delle rsa centinaia di coni e coppette con un gusto a basso indice glicemico (23). A Peschici (Foggia) una gelateria ha iniziato a proporre il gusto alle cime di rape perché è adatto all’autunno (24). A Milano gli operatori della moda hanno convenuto che quest’autunno bisogna avere nell’armadio almeno un capo bordeaux (25), giacche in stile navajo (26) e cardigan da abbinare ai jeans (27), mentre per quanto riguarda il beauty il rossetto dev’essere color vinaccia o castagna (28). [...]
[...] Continua su: L’innocente arrestato dall’intelligenza artificiale e altre storie - Internazionale
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Idee per Natale
Ecco le nostre proposte per questo periodo: si tratta di ristampe di autori noti, da riscoprire o di nuove pubblicazioni. Qualche classico non guasta mai e non manca anche un film e una nuova serie: ce n’è per tutti i gusti. Buone feste!
Appena ristampato da La nave di Teseo, Lo scandalo dell’osservatorio astronomico è diverso dagli altri gialli di Giorgio Scerbanenco: un manoscritto ritrovato dai figli dell’autore e stampato postumo da Sellerio nel 2011. È il sesto giallo della serie di Arthur Jelling, archivista di Boston “prestato” alla polizia, che ama definirsi consulente di giustizia. Un detective timido e intrinsecamente ottimista, che crede nella possibilità di una vittoria del bene sul male. Si distingue perciò dal suo collega Duca Lamberti, che con la serie della “Milano nera” inaugura di fatto il noir italiano, non solo letterario, ma anche cinematografico. Lettura assai gradevole e non priva di tratti ironici.
Dallo scaffale degli scrittori un po' dimenticati ripeschiamo Il tè delle tre vecchie signore di Friedrich Glauser, autore dall’esistenza piuttosto travagliata. Ambientato a Ginevra, città dove l’autore, il Simenon svizzero, visse per un certo periodo. Un bel giallo, scritto molto bene e intricato quanto basta. Diplomatici, poliziotti, medici, avvocati, stregoni, principi indiani e inquietanti vecchie signore si avvicendano in questo noir da leggere tutto di seguito per non perdersi nei suoi avviluppati, ma seducenti meandri.
Giustamente ripubblicato da Sellerio nel 2021, L’ultima corsa per Woodstock di Colin Dexter ci ripropone il saputissimo ispettore Morse, di cui non possiamo non sentire la mancanza. Il cadavere di una vistosa ragazza bionda viene ritrovato nei pressi di un locale assai frequentato. Molti sono i sospettati coinvolti nelle indagini, ma forse nessun lettore potrebbe indovinare l’identità del vero assassino… Finale a sorpresa e qualche lacrimuccia anche per il coriaceo ispettore di Oxford. Giallo di gran classe.
È ambientata a Milano nel 2015 alla fine di Expo l’ultima fatica di Paolo Roversi Una morte onorevole: il fascinoso commissario Botero, detto Amish per la sua nota avversione verso la tecnologia, deve sbrogliare l’intricata matassa di un delitto “vip”, consumato in un albergo extra lusso durante una festa privata destinata al divertimento di ospiti selezionatissimi; ça va sans dire, la fastosa suite è dotata di un’ampia quanto pericolosa piscina. Una curiosità: il nome del terrorista polacco che perseguita Botero e la sua squadra, Kaminski, ci pare un omaggio al giallista americano Stuart M. Kaminsky, che ha ambientato gran parte dei suoi romanzi nel mondo di Hollywood, e di cui abbiamo avuto modo di parlare in un altro post.
Ben tre sono i libri di Simenon recentemente pubblicati da Adelphi: la raccolta di racconti tradotti per la prima volta in italiano La cantante di Pigalle, in cui il maestro del giallo introduce una giovane investigatrice dilettante, Lili, figlia di un ex dirigente della Squadra anticrimine. La prima novella, Sette crocette su un taccuino ha vinto il premio Edgar Allan Poe e ha avuto diverse trasposizioni cinematografiche. La porta, un ménage di coppia in cui apparentemente non succede nulla fino a che la situazione non esplode perché le difficoltà del protagonista hanno scavato negli anni un solco fatto di silenzi, incomprensioni e soffocanti abitudini che non può più essere ignorato. In fondo cos’è la gelosia, se non una profonda insicurezza che ci fa sentire immeritevoli di un amore ricambiato? Simenon, come sempre, fine psicologo. In Malempin non solo il passato, come scrisse André Gide, “fa luce sul presente”, ma lo condiziona in maniera particolare, soprattutto per quanto riguarda i rapporti con la famiglia. Ed è proprio la malattia del figlio a scatenare nel protagonista, il dottor Malempin, una ridda confusa di ricordi ancora da interpretare: è uno scavo “alla ricerca del tempo perduto”, un ritorno all’infanzia, scatenato da un evento traumatico.
È tornato, attesissimo dai suoi numerosi fan, il commissario Soneri in Vuoti di memoria di Valerio Varesi: l’indagine sul presunto omicidio di un mafioso lo porterà a interrogarsi sugli scherzi della memoria, in un alterno rincorrersi tra ricordi personali e amnesie altrui. Come sempre, scritto molto bene: “Il commissario Soneri pensava a tutto ciò osservando la gramigna forare l’asfalto per riappropriarsi della sua parte di sole. Appariva ammirevole la caparbietà con cui crivellava il sarcofago di bitume che la ricopriva crescendo a chiazze come la barba di un adolescente”. Curiosamente, anche Soneri come Botero è allergico alla tecnologia.
La trama di Bébi, il primo amore di Sándor Márai (appena ripubblicato da Adelphi) ricorda quella di Morte a Venezia di Mann: si tratta cioè di un amore “tardivo”, per non dire quasi senile considerati i tempi in cui la storia è ambientata, di cui la letteratura è ricca, basti ricordare lo splendido Un amore di Buzzati e il classico Senilità di Svevo. “Appena ventottenne e al suo proimo romanzo, Márai si rivela un acutissimo indagatore d’anime, e un magistrale narratore”.
La serie dell’ispettore Stucky, magistralmente interpretato da Giuseppe Battiston (già soprannominato il Colombo italiano) in una Treviso seducente e godereccia, ha riportato in auge i gialli di Fulvio Ervas. Autore di sette romanzi e dieci polizieschi, dalle sue opere sono stati tratti due adattamenti cinematografici: Finché c’è prosecco c’è speranza, sempre interpretato da Battiston (2017) e Tutto il mio folle amore di Gabriele Salvatores, con Valeria Golino, Diego Abatantuono e Claudio Santamaria (2019). Commesse di Treviso, per citare solo uno dei gialli dell’ispettore Stucky, è ambientato proprio durante il periodo natalizio.
#scerbanenco#glauser#paolo roversi#colin dexter#georges simenon#valerio varesi#sandor marai#fulvio ervas#giuseppe battiston#thomas mann
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Sempre avuto un rapporto molto forte con mio nipote. Forse perché sostituisce il figlio maschio che non ho avuto.
Lui parla e si confida con me molto più che con suo padre e con sua madre, mia figlia. Mi ha sempre raccontato i suoi sogni, le sue idee, le sue emozioni, i suoi problemi. E, da quando è diventato grande, è a me che racconta le sue cotte e le sue delusioni d’amore.
Il mio tesoro non ha fortuna con le ragazze. Saranno le ragazze d’oggi, che disprezzano i suoi modi gentili, timidi, la sua dolcezza. Quante volte ha pianto raccontandomi dei suoi amori non corrisposti. Eppure non è brutto, è solo impacciato. Da nonna l’ho confortato e incoraggiato. Quante volte l’ho stretto a me e accarezzato.
“Dovrei trovare una ragazza come te, nonna…” mi dice. “Sono solo una vecchia signora…” replico. “Sei bellissima, invece….”
Che tenerezza queste parole. E che piacere notare quando mi guarda, non di rado le gambe, e che tenerezza quando gli faccio capire che mi sono accorta e diventa tutto rosso. E che languore mi viene quando lo abbraccio stretto….e sento che si irrigidisce per evitare di stare troppo a contatto con me….”come vorrei trovare una ragazza che mi abbracci come fai tu, nonna….” “E come vorrei trovartela”, penso, senza dirglielo.
L’ennesima delusione d’amore lo ha fatto proprio soffrire. “nessuna mi vuole, nonna, nessuna mi vorrà mai…” Povera stella, penso, mentre lo stringo al mio petto, gli accarezzo il viso e i capelli, cerco di confortarlo, quanto vorrei dimostrarti il contrario….
Stiamo andando a un matrimonio di un familiare. Fuori città, ci fermeremo tutti a dormire in hotel. Mio genero guida, mia figlia sonnecchia sul sedile davanti, io e Marco siamo dietro.
È già buio fuori, in auto c’è silenzio. Marco seduto accanto a me sul sedile dietro sembra che insegua i suoi pensieri. Ma ho visto che spesso il suo sguardo è andato sulle mie gambe. Ne sono lusingata, come lo sarebbe ogni donna. Le muovo e le accavallo. La gonna sale. Le scopre. Lui non perde un movimento. Puoi anche fargli vedere il reggicalze, mi dico, che c’è di male, questo ragazzo si deve svegliare….
Avvicino le labbra alle sue orecchie e gli sussurro: “Ma che guardi?” “N..n..niente, nonna”, è la ovvia, ma bugiarda, risposta.
“Ti piacciono le mie calze?”, insisto, provocatrice. Gli prendo la mano, la guido sulle ginocchia, poi sulle cosce. Lascio che gonna e soprabito vi ricadano sopra per nasconderla. Mio genero è assorto nella guida, mia figlia, sua madre, dorme. E Marco continua il viaggio con la mano che accarezza le mie gambe…..
Il matrimonio è noioso come tutte le cerimonie. La folla di parenti mi da la scusa per evitare Marco. Lo guardo ogni tanto, a distanza, solo, un po’ incupito, non simpatizza con nessuna delle altre ragazze presenti. Peraltro tutte brutte o insipide. Loro.
La festa è finita, tutti salutano e vanno via. Noi siamo troppo lontani per rientrare in nottata. Ci hanno riservato una camera in albergo. Una per mia figlia e mio genero, Marco ha la sua, io la mia.
Quando entro, mi sdraio un attimo, a riposare e ..pensare.
Gli scrivo un messaggio: “Marco, tesoro, non riesco a prendere sonno, mi ci vorrebbe una boccata d’aria. Ho paura però da sola a quest’ora. Mi faresti compagnia? Tra dieci minuti giù nella hall?”
Ovviamente risponde di sì. Ma io faccio passare, dieci, poi quindici, poi venti minuti. Alla fine gli scrivo di nuovo, un nuovo messaggio: “ho cambiato idea. Sono stanca. Vieni a trovarmi in camera?”
Quando bussa gli apro subito. Sbarra gli occhi nel vedere sua nonna accoglierlo in sottoveste. Da quel che è accaduto in macchina in poi non capisce più cosa stia succedendo. Lo faccio sedere sul divanetto che c’è in camera. Sufficientemente piccolo da stargli praticamente addosso. Gli prendo il viso fra le mani, lo costringo a guardarmi negli occhi. “Volevo stare un po’ sola con te” gli dico. Gli faccio appoggiare il viso sul seno. Prendo la sua mano e, stavolta, la guido decisa, non più solo sulle gambe, ma proprio in mezzo alle cosce.
“Pensi sempre che sia bellissima, tesoro?” Un suono strozzato esce dalla sua bocca, a metà fra un sì e un singhiozzo di timidezza.
“Non è vero che nessuna donna ti vuole, amore.” Lo bacio delicatamente sulle labbra. “Ti mostrerò io come ci si comporta con le donne, tesoro. Ti insegnerò io….come si fa l’amore….”
Lo porto sul letto dove si fa spogliare docilmente. Accarezzo il suo corpo. Solo al momento di abbassargli gli slip, il pudore lo trattiene, mi prende il polso. Ma non basta certo questa timida resistenza a fermarmi. Adesso è nudo, e gli accarezzo il pene, duro, grande.
Salgo su di lui mettendomi a cavalcioni. Accarezzo sensualmente il suo petto, i suoi capezzoli, lo sento fremere sotto di me. Mi abbasso su di lui. Quando lo sento penetrarmi mi scappa un gemito di piacere. “Accidenti, nipote, le ragazze di oggi non capiscono proprio niente….” , penso.
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Ho vissuto 17 anni a Pola ed è stata una vita da favola: è quella la mia terra e mi manca tanto. Siamo andati via nel 1946 perché c’erano già state le prime foibe, in Istria si sapeva, a Pola meno. Venivano di notte, chiamavano la persona e dicevano “Vieni, ti devo parlare”, e quella spariva. Poi ci accorgemmo che, dopo tempo, a Pola, sui tabelloni di un cinema erano esposti cadaveri; così la gente andava alle foibe per cercare lembi di indumenti dei familiari scomparsi. Fummo sfollati a Orsera (in croato Vrsar) nel 1944-’45, quando avevo 14 anni, perché gli alleati bombardavano e c’erano i tedeschi. Ricordo un presidio di giovani soldati, 18 o 19 anni, che furono convinti dalla popolazione pro-Tito a lasciare il presidio e andare in bosco coi titini. Questi presero le armi dei nostri soldati e si vestirono con le loro divise: i giovani che andarono in bosco non tornarono più. Le mamme andavano a chiedere a don Francesco Dapiran, poi parroco di Fertilia, dove fossero i loro figli, e lui andò a cercarli paese per paese, chiedendo alla popolazione dove fossero stati portati: erano tutti morti gettati nelle foibe. Tornammo a Pola e riprendemmo la vita di tutti i giorni. Vivevamo in mezzo a gente slava, ma non lo sapevamo, eravamo tutti una comunità. Furono alimentati rancori e odi, ma in realtà non c’era questo fra noi, eravamo gente buona. Mio padre, originario di Buggerru, e mia madre ripresero a lavorare, io proseguii gli studi. Poi anche da noi iniziarono le uccisioni e facemmo domanda per espatriare. La nostra partenza fu fissata il 10 febbraio 1947, ma l’uccisione del generale De Winton la rinviò. Essendo una ragazza di 17 anni, vivevo quell’esperienza non come un disagio, ma come un’avventura. Partimmo col successivo imbarco, il pomeriggio di sabato 15 febbraio. La domenica, a bordo, il parroco celebrò la messa, quindi, nel pomeriggio, arrivammo ad Ancona. Mi aspettavo una festa d’accoglienza, con le bandiere, invece ci vennero incontro delle barche con a bordo uomini che, col pugno chiuso, ci insultavano gridando: “Tornate a casa vostra, fascisti!”. Se non ci fossero stati i carabinieri quelli ci avrebbero buttati in mare: li ringrazierò per sempre per quello che hanno fatto per noi. In treno raggiungemmo Civitavecchia da dove c’imbarcammo per la Sardegna. Il giorno dopo sbarcammo ad Olbia, quindi ci trasferimmo a Sassari e da lì prendemmo il treno per Cagliari. Il paesaggio che si presentò ai miei occhi era desolante, mi sembrava di attraversare la steppa; ricordo delle cavallette enormi ma anche un bel sole, che ci accolse con tutto il suo calore. Il primo impatto con Cagliari fu positivo: il municipio e il bel giardino antistante mi diedero subito l’impressione di una bella città, nonostante i danni subiti dalla guerra appena terminata. Ci condussero nel campo profughi, situato tra le vie Logudoro e San Lucifero, e lì l’accoglienza fu buona. La città mi piaceva e mi piace, ma mi sono inserita con difficoltà, la mia mentalità era diversa da quella che ho trovato e non riuscivo a capire le persone che si esprimevano solo in sardo. Sono arrivata a 80 anni e ringrazio Dio e ringrazio la Sardegna perché mi trovo bene, la vita è tranquilla, una pensione l’ho avuta, ho pochi amici ma buoni e tengo collegata tutta la ‘mia’ gente, sparsa in tutto il mondo.
Nerina Milia, esule da Pola
#La signora Melia scrisse abbastanza spesso sull’Arena di Pola negli anni Ottanta#Esodo giuliano-dalmata#Giorno del ricordo
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Cagliari si accende con il “Babbo Natale in vespa”. Un evento che unisce festa, tradizione e solidarietà
Sabato 21 e domenica 22 dicembre 2024, Cagliari si prepara ad accogliere la 17ª edizione del “Babbo Natale in vespa”
Sabato 21 e domenica 22 dicembre 2024, Cagliari si prepara ad accogliere la 17ª edizione del “Babbo Natale in vespa”, un evento natalizio che combina spirito festoso e solidarietà, coinvolgendo la comunità locale e i visitatori. Organizzato dal Vespa Club Cagliari e Karalis, l’evento non è solo una celebrazione del Natale, ma un’opportunità per unire le persone e sostenere chi è in…
#Alessandria today#allegria natalizia#Babbo Natale in vespa#Beneficenza#cittadini di Cagliari#comunità unita#corteo natalizio#donazioni Natale#doni per bambini#eventi Centro commerciale La Plaia#eventi dicembre Cagliari#eventi natalizi Sardegna#Festa di comunità#Google News#iniziative benefiche Cagliari.#italianewsmedia.com#itinerario Babbo Natale#itinerario natalizio Cagliari#largo Carlo Felice#Magia del Natale#Marco Benucci#Maurizio Vannini#Natale a Cagliari#Natale in città#Natale in Sardegna#Natale solidale#partecipazione locale#piazza Yenne#Pier Carlo Lava#raccolta fondi Sardegna
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GONE GIRL (Gillian Flynn)
Amy e Nick si incontrano ad una festa una sera di gennaio: uno scambio di sguardi ed è subito amore; lui la conquista con il sorriso sornione, l'accento ondulato del Missouri, il fisico statuario; lei è la ragazza perfetta: bella, spigliata, battuta pronta.
Sono felici, innamorati, ma qualche anno dopo sembra tutto cambiato: da giovani professionisti in carriera a coppia alla deriva; Amy e Nick hanno perso il lavoro e sono costretti a reinventarsi: lui proprietario di un bar; lei casalinga in una città di provincia anonima - fino a che, la mattina del loro quinto anniversario, Amy scompare: in quel momento, ha inizio la vera storia del matrimonio fra Amy e Nick.
Il primo romanzo di Gillian Flynn, Sharp Objects ha vinto due CWA DAGGERS ed è stato selezionato per il GOLD DAGGER.
Gone Girl è un bestseller, il cui adattamento cinematografico, diretto da David Fincher e interpretato da Ben Affleck e Rosamund Pike, ha vinto l'Hollywood Film Award 2014.
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Da stamattina ho avuto una forte sensazione che avrei incontrato il mio ex storico alla Festa del vino della nostra città. Non ci siamo più visti da quando l’ho lasciato, quindi quattro anni e ormai viviamo in due città diverse.
Ero in coda insieme a M. e lo vedo da lontano: mi decido ad andarlo a salutare. Lo dico ad M. che senza alcun problema mi dice di andare, che anzi faccio una cosa importante. Mi avvicino ad A. e lo tocco, si gira e mi sorride e ci abbracciamo. Gli chiedo come sta, se è con qualcuno, se ha finito finalmente giurisprudenza e lui mi risponde ancora con questo sorriso. Mi dice poi che è gli ha fatto piacere vedermi. E io sono contenta perché non sta più male a sentirmi, che io sono felice di vederlo e lui pure. Mai avrei sopportato di avergli fatto talmente male da non riuscire più a sorridermi.
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Bei Fior
Questo 25 Aprile è ancora più importante: perchè siamo al culmine di una strisciante strategia di revisionismo, dai tratti sbracati e ingenui (per questo spesso di presa) che continua ad ammiccare, a nascondersi, a non affrontare il problema. Lo fa nonostante sia classe dirigente, lo fa con atteggiamenti antistorici, propagandistici. Lo fa manipolando.
E pensò che forse un partigiano sarebbe stato come lui ritto sull’ultima collina, guardando la città e pensando lo stesso di lui e della sua notizia, la sera del giorno della sua morte. Ecco l’importante: che ne restasse sempre uno. Scattò il capo e acuì lo sguardo come a vedere più lontano e più profondo, la brama della città e la repugnanza delle colline l’afferrarono insieme e insieme lo squassarono, ma era come radicato per i piedi alle colline. – I’ll go on to the end. I’ll never give up.
Beppe Fenoglio, Il partigiano Johnny
Questo 25 Aprile è anche importante per un altro anniversario.
50 anni fa una rivoluzione pacifica mise fine ad un regime che credeva fosse meglio vivere non nel presente, ma cento anni nel passato. Un regime che vigeva dal 1926: con il colpo di Stato del generale Carmona, Antonio de Oliveira Salazar è nominato Ministro delle Finanze con pieni poteri nel 1928 e nel 1932 Salazar si trasforma nel dittatore che, attraverso il suo Estado Novo, controllerà per 35 anni ogni aspetto della società portoghese. Nel 1968 una trombosi cerebrale, causata da un incidente domestico, lo allontana per sempre dal potere. Viene quasi subito sostituito da Marcelo Caetano, ma fino al giorno della sua morte nel 1970 rimane convinto di essere ancora il Primo Ministro. Pare che nessuno ebbe mai il coraggio di dirgli la verità. Dopo decenni di oscurantismo, censura, mancate libertà personali, l'ossessivo controllo della PIDE (poi DGS) la polizia politica, istruita dalla Gestapo e dalla CIA, che controlla l'intera popolazione in patria e nelle colonie, dove sin dagli anni '60 ribollono istanze di indipendenza (Angola, Mozambico, Guinea-Bissau). E In Portogallo furono i militari, tramite il Movimento das Forças Armadas, che organizzarono prima un movimento clandestino, poi un effettivo golpe incruento volto a far cadere il Governo Caetano.
La sera del 24 Aprile poco prima di Mezzanotte, il segnale fu lanciato: per la radio di Stato passò una canzone, Grândola vila morena del cantautore e attivista politico José Afonso, da sempre bandita. In poche ore un corteo pacifico di mezzi corazzati entra nel centro di Lisbona. Caetano prima si rifugia nel Palazzo della Guardia Civil, poi si arrende. Il 25 Aprile, sparsa la notizia, la gente si riversa in piazza, e una fioraia, felicissima, inizia a distribuire garofani rossi ai soldati, che li infilano nei loro fucili. È il simbolo della Rinascita: il 1° Maggio 1974 il Portogallo festeggia la Festa dei Lavoratori dopo 46 anni. La Transizione sarà lunga e difficile, ma i Militari mantengono le promesse: indipendenza alle colonie, libere elezioni, un progressivo ammodernamento del Paese.
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queste cose le annoto per la me del futuro: venerdì sera mi ha portato da lavoro un pezzo di brownie, domenica sera quando ha staccato da lavoro è passato a prendermi a casa mia e prima di andare a casa sua siamo andati nel punto panoramico della città e abbiamo chiacchierato un po', lunedì sera mi ha organizzato una serata con amici perché gli avevo detto che mi sto sentendo molto sola ultimamente, martedì è uscito di casa solo per me con nessunissima voglia solo per comprarmi le paste perché ne avevo voglia. lunedì sera durante la cena ci siamo stuzzicati tutto il tempo e dopo la festa era ubriaco e siamo rimasti a chiacchierare sulla panchina per un oretta buona e mi ha riempito di parole dolci come il fatto che ormai il suo futuro senza di me non lo vede, che di me non riesce più a farne a meno "devo dirti un sacco di cose ora perché da sobrio fatico"
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⚠️ NOVITÀ IN LIBRERIA ⚠️
In collaborazione con soldato_audace
Nicola Crippa
IL SOGNO DI FIUME
Romanzo
In un’era in cui Imperatori e Re sono pupazzi tra gli uomini, Gabriele D’Annunzio suona la diana della riscossa e conquista Fiume. Il 12 settembre 1919 – contro ogni pronostico – il Vate sfida e umilia i poteri forti del suo tempo, beffandoli per circa 16 mesi. “Arma la prora e salpa verso il mondo”: con questo motto, migliaia di giovani partecipano ad un’impresa epica, rompendo gli schemi del conformismo borghese e scrivendo un’indelebile pagina di storia.
Guglielmo – un giovane ragazzo tornato dalle trincee della Grande Guerra – decide di rispondere alla chiamata dell’ultimo Cesare poeta, iniziando un’avventura fantastica e leggendaria nella “città del sogno”. Le belle ore si alternano a quelle tristi, tra addestramenti legionari e grandi bevute, “colpi di mano” e nuovi amori. Nella “primavera fiumana”, che è una continua festa della rivoluzione, prende corpo una lucida follia fatta di spregiudicatezza e romanticismo, arte senza freni e puro ardimento, fedeltà e spirito, eroismo e passione incondizionata, estetismo e comunione ideale, patriottismo e giovinezza, libertà e dovere... Tutto questo è “Il sogno di Fiume”.
INFO & ORDINI:
www.passaggioalbosco.it
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bella l’estate, bello il mare, grazie alla fortuna che mi ha dato la possibilità di godere il sole e la montagna, però mi manca la mia famiglia. quella che ho scelto, le persone di cui mi prendo cura e che si prendono cura di me quando siamo lontani dai parenti di sangue. le persone con cui piango, rido, che mi fanno sentire sempre amato senza nessun dubbio, i miei fratelli e le mie sorelle che mi hanno visto in lutto, innamorato, lasciato, laureato, ubriaco. A che mi porta i cioccolatini quando studiamo insieme e mi abbraccia quando meno me lo aspetto. J che è un organo interiore che non potranno mai asportarmi con cui ho vissuto qualsiasi gamma emotiva dallo scopare all’essere fratelli. Miele che è un orso zuccone testardo che mi urla cose amorose come fosse un soldato tenerone e mi avvolge con le sue braccia. conqui S che è la persona più empatica che conosco, di cui sappiamo un po’ tuttə che sono mezzo innamorato perché è tra le persone più belle del mondo. C che sparisce ma quando torna per me è sempre una festa, e anche se non ci raccontiamo sempre cosa ci succede ci capiamo con una battuta. io mi chiedo da tanto tempo se l’amore romantico e sessuale che mi hanno insegnato a rincorrere (e che mi fa dannare tanto) è davvero la cosa più importante, quella che ti fa stare meglio nella vita. non lo so se mi piace che devo faticare per sentirmi realizzato nel lavoro intellettuale e accademico. a me l’unica cosa che importa alla fine della fiera è essere abbracciato e poter vedere i miei amici, che chiamo famiglia perché è quello il nome che dai alle persone che ti portano le medicine se stai male, che ti rassicurano quando li chiami di notte in preda alla paranoia, che corrono da te se gli succede qualcosa, di cui sai gli orari degli antidepressivi e gli ricordi di prenderli. mi manca la mia città d’elezione perché mi mancano i miei parenti scelti. e nessun partner o lavoro mi pare comparabile alla fortuna che è averli nella mia vita.
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