#marina ivanovna cvetaeva
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natipvrmorire · 1 year ago
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Solo non stare cosi tetro,
la testa chinata sul petto.
Con leggerezza pensami,
con leggerezza dimenticami.
- Marina Ivanovna Cvetaeva
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kiki-de-la-petite-flaque · 2 years ago
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L'anima,
che per l'uomo comune
è il vertice della spiritualità,
per l'uomo spirituale è quasi carne.
Marina Ivanovna Cvetaeva, Tr. Estelle Vargas
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oubliettemagazine · 1 year ago
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Inimitabile mente la vita poesia di Marina Ivanovna Cvetaeva: oltre il velo dell’illusione
La poesia “Inimitabile mente la vita” di Marina Ivanovna Cvetaeva ‒ qui proposta in esclusiva nella traduzione/riscrittura in lingua italiana del poeta friulano Federico Ielusich ‒ è stata pubblicata nel 2022 all’interno del volume di poesia edito dall’editore modenese Mucchi nella collana “10×1” dedicata alla traduzione poetica – a cura di Antonio Lavieri ‒ dal titolo 10 poeti per Vasyl’ Stus e…
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armandoandrea2 · 1 month ago
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Non una sola madre dirà di se stessa che ama il suo bambino. Perché il suo è più che amore. Lei è il suo bambino.
(Marina Ivanovna Cvetaeva)
Photo: Asturias, during the Spanish Civil War
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anocturnalanimal · 1 year ago
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Riconosco l’amore dal dolore lungo tutto il corpo.
Marina Ivanovna Cvetaeva, Indizi - 29 novembre 1924
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canesenzafissadimora · 6 months ago
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In me tutto è incendio
Perché io non sono fatta per la vita. In me tutto è incendio! [...]
Io sono una creatura scorticata a nudo, e tutti voi portate la corazza. Tutti voi avete: l’arte, la vita sociale, le amicizie, le distrazioni, la famiglia, il dovere, io, nel profondo, non ho NUL-LA. Tutto cade come pelle, e sotto la pelle carne viva, o fuoco – io: Psiche. In nessuna forma trovo posto – neanche in quella, spaziosissima, dei miei versi!
Non riesco a vivere. In me nulla va come negli altri. Riesco a vivere solo in sogno, nei semplici sogni che si fanno di notte: ecco che cado da un quarantesimo piano a San Francisco, ecco l’alba e qualcuno che mi insegue, ecco un estraneo e d’improvviso io lo bacio, ecco che stanno per uccidermi e io spicco il volo. Non sto raccontando favole, io faccio sogni terribili e stupendi, sogni con l’amore, sogni con la morte, è la mia vera vita, senza eventi casuali, tutta fatale, dove tutto si avvera.
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Marina Ivanovna Cvetaeva-
"Il paese dell'anima"
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princessofmistake · 4 months ago
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Marina Cvetaeva per quasi un anno intrattiene una fitta corrispondenza con Rainer Maria Rilke, dal 3 maggio fino ad agosto del 1926, con lettere di sublime intensità. Il 29 dicembre Rilke muore di leucemia nel sanatorio svizzero di Val-Mont. La prima lettera di Rilke conteneva una copia dei Sonetti a Orfeo e delle Elegie Duinesi, accompagnate da una dedica: “A Marina Ivanovna Cvetaeva. Ci sfioriamo. Con cosa? Con ali.” E la Cvetaeva: “Cosa voglio da te ? Niente. Tutto.” gli scrive. “Voglio leggerezza, libertà, comprensione – non trattenere nessuno e che nessuno mi trattenga”; “E’ così raro che le mie mani vogliano qualcosa”. A differenza di Rilke, che sacrifica il rapporto col resto del mondo e si ritira in solitudine, credendo sia l’unico modo per aderire alla vocazione poetica, Marina sente la necessità di instaurare forti legami con gli altri “Ciò che amo di più di ogni altra cosa al mondo è l’essere umano, l’essere vivente, l’anima umana-più della natura, più dell’arte, più di ogni cosa “. Ma sembra poi doversi quasi giustificare di fronte a questa posizione: “Il verbo visibilmente mi ama molto e io per tutta la vita non faccio altro che tradirlo !- A vantaggio degli umani !”
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intotheclash · 2 years ago
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Ci sono al mondo i superflui, gli aggiunti, non registrati nell'ambito della visuale. (Che non figurano nei vostri manuali, per cui una fossa da scarico è la casa). Ci sono al mondo i vuoti, i presi a spintoni, quelli che restano muti: letame, chiodo per il vostro orlo di seta! Ne ha ribrezzo il fango sotto le ruote! Ci sono al mondo gli apparenti - invisibili, (il segno: màcula da lebbrosario)! ci sono al mondo i Giobbe, che Giobbe invidierebbe se non fosse che: noi siamo i poeti - e rimiamo con i paria, ma, straripando dalle rive, noi contestiamo Dio alle Dee e la vergine agli Dei!
Marina Ivanovna Cvetaeva - Poeti
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yoursticazzi · 2 years ago
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Nei guerrieri mi disturba la guerra,
nei marinai il mare,
nei sacerdoti Dio,
negli amanti l’amore.
Potrei scrivere dei versi bellissimi – eterni!
se amassi anche l’eterno come l’effimero.
Quando non ho più a cosa giocare,
gioco alla virtù. In amore ha ragione chi è più colpevole.
Marina Ivanovna Cvetaeva
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julias-74 · 1 month ago
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Alla vita
Non prenderai il mio rossore
intenso - come le piene dei fiumi!
Sei il cacciatore, ma io non cederò,
sei l'inseguimento, ma io sono la fuga.
Non prenderai la mia anima viva!
Così, nel galoppo delle cacce -
si china - e morde
una vena il cavallo
arabo.
Marina Ivanovna Cvetaeva
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ech0sb0nes · 10 months ago
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Selciato di fuggiaschi!
Un boato e – a rompicollo,
a perdifiato – ruote! Tempo,
tu mi lasci – indietro!
Acchiàppalo! tra i calendari, nella gabbia
degli abbracci... ma scivola frusciando
il rivolo di sabbia! Tempo,
io non starò – al tuo gioco!
Lancette di quadranti, arterie
di rughe – di Americhe
tutte le scoperte e le sorprese...
Tempo, tu mi ruberai – sul peso!
Mi tradirai: ripudio
di mogli sempre nuove!
Io ti ho già perso,
tempo, treno di diversa
destinazione!
Giacché io sono nata fuori
tempo! Ti sfianchi invano,
non convinci! Califfo per un’ora!
Tempo, io – ti manco!
Elogio del tempo, Marina Ivanovna Cvetaeva
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greenbor · 1 year ago
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Marina Cvetaeva: la poetessa che amò gli uomini tradendoli tutti
Una vita vissuta nel "nonamore", nella fedeltà solo a se stessa, al proprio essere, amando davvero unicamente la scrittura: Marina Cvetaeva tradì tutti i suoi uomini rimanendo fedele solo al suo ideale di amore inappagato.
In un’epoca in cui erano gli uomini a decidere delle sorti delle loro relazioni, a travolgere di passione, illudere, abbandonare le loro amanti, Marina Ivanovna Cvetaeva era la nave che rema controvento in un mare impetuoso, la voce ribelle fuori dal coro; poetessa prima ancora che donna, secondo il suo ordine di importanza delle cose, l’artista russa aveva la sfrontata attitudine non solo a gestire da sé la propria vita, sentimenti compresi, ma anche a consumare un amante dietro l’altro, mai sazia, mai doma, pur senza lasciare mai il marito, Sergej Efron, osservatore passivo e rassegnato della grandezza di una donna a cui l’amore non bastava.
E non perché ne fosse alla disperata ricerca, ma perché il sentimento non era sufficientemente grande, o importante, se paragonato a cose ben più alte, superiori: al cielo, alla bellezza di un albero piegato dal vento, alle parole e ai versi. Nessun uomo valeva la pena di essere guardato o ammirato più del cielo, pensava, ma nemmeno esisteva una sola donna che lo meritasse, neppure lei.
Una donna per bene non è una donna, scrisse Marina nell’inverno del 1919, mentre alla sua corte si susseguiva un valzer di poeti, scrittori, pittori, attori di teatro, uomini e donne, e il marito Sergej aveva trovato rifugio da lei, dai suoi mille tradimenti, nell’Armata Bianca; alcuni, fra cui Serena Vitale, la più grande studiosa italiana di Marina Cvetaeva, dicono che la sua decisione di arruolarsi fu presa proprio dopo aver scoperto dell’infedeltà della moglie con il fratello attore Petja.
Eppure Marina non si considerò mai un’infedele, perché le sue liaisons amorose avevano una dimensione eterea, irreale, ed erano fatte di quelle parole che, negli anni Venti, nessuno si sarebbe sognato di sentire uscire dalla bocca di una donna, neppure della più emancipata; a tutti i suoi amanti la Cvetaeva chiedeva di non chiedere: di non chiederle una vita insieme, di non chiederle un incontro di corpi, un bacio, perché, era solita dire, “Se baci allora ami“. In compenso, però, lei chiedeva, chiedeva la la fiducia assoluta in quel tipo di amore che conteneva in sé un particolare tipo di fedeltà, la fedeltà all’anima, la fedeltà a se stessi.
“Io devo essere amata in modo del tutto straordinario per poter amare straordinariamente“, scrisse ad Aleksandr Vasilevic Bachrach, un ventenne di di cui si era invaghita, a cui mandò molte lettere “Voglio da Voi, ragazzo, il miracolo. Il miracolo della fiducia, della comprensione, della rinuncia“.
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kiki-de-la-petite-flaque · 2 years ago
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I am a shadow’s shade,
a lunatic, perhaps,
of two dark moons.
Marina Ivanovna Cvetaeva, I Never Think Or Argue
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oubliettemagazine · 1 year ago
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Dieci poeti per Vasyl’ Stus e Marina Cvetaeva curato da Alessandro Achilli ed Antonio Lavieri: la poesia costruisce ponti
La poesia, come l’arte in genere, è in grado di costruire ponti fra diverse culture e popoli. Rappresenta uno spazio neutro di conoscenza, di confronto e di crescita reciproca, nonché uno strumento di libertà. Il lettore, a volte, nella poesia può trovare messaggi luminosi, una porta aperta sull’Altrove, una fonte di consolazione ed evoluzione interiore in tempi bui. Dieci poeti per Vasyl’ Stus e…
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thelostaporia · 2 years ago
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L'anima,
che per l'uomo comune
è il vertice della spiritualità,
per l'uomo spirituale è quasi carne.
Marina Ivanovna Cvetaeva
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la-scigghiu · 3 years ago
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Ho gettato uno sguardo, come al primo incontro
Non si guarda.
Gli occhi neri hanno inghiottito lo sguardo.
Ho levato le ciglia e me ne sto lì.
– E allora, – son luminosa? –
Non lo dirò, che m’ha centellinata fino alle radici.
La pupilla ha inghiottito fino all’ultima goccia.
E me ne sto lì.
E scorre la tua anima nella mia.
.🦋.
🔸 Marina Ivanovna Cvetaeva~ ph. Tazio Secchiaroli
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