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La Blockchain come Chiave della Trasparenza
Al di là delle Catene – La Blockchain come Chiave della Trasparenza La blockchain è una tecnologia innovativa che sta rivoluzionando il modo in cui le aziende gestiscono le loro catene di fornitura. Grazie alla sua natura decentralizzata e sicura, la blockchain offre una maggiore trasparenza e tracciabilità dei dati, riducendo al minimo i rischi di frode e di errori. Definizione della…

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Attimo di Wisława Szymborska: Un’invocazione alla permanenza del momento presente. Recensione di Alessandria today
La poesia di Wisława Szymborska è una celebrazione della quiete del momento presente, immerso nella bellezza naturale e nella riflessione sul tempo
La poesia di Wisława Szymborska è una celebrazione della quiete del momento presente, immerso nella bellezza naturale e nella riflessione sul tempo. In “Attimo,” Wisława Szymborska ci trasporta in un paesaggio naturale immerso nella tranquillità, dove il tempo sembra essersi fermato. La poesia, con il suo tono meditativo, esplora la percezione umana di un momento perfetto e immutabile, quasi…
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Giacomo Leopardi (Lo zibaldone)

E in fine può anche derivare, e penso che almeno in parte derivi dallo stesso timore che abbiamo di quel pensiero, per la ragione che in tutte le cose fisiche e morali, il voler troppo intensamente e il timore di non conseguire, distorna le nostre azioni dal loro fine, e il mettersi ad un'operazione di mano p. e. chirurgica con troppa intenzion d'animo e timore di non riuscire, la manda a male, e nelle lettere, o belle arti, il cercar la semplicità con troppa cura, e paura di non trovarla, la fa perdere ec.
L'orrore e il timore della fatalità e del destino si trova più (anche oggidì che la superstizione è quasi bandita dal mondo) nelle anime forti e grandi, che nelle mediocri per cagione che i desideri e i fini di quelle sono fissi, e ch'elle li seguono con ardore, con costanza, e risoluzione invariabile. Così era più ordinariamente presso gli antichi, appo i quali la fermezza e la costanza e la forza e la magnanimità erano virtù molto più ordinarie che fra i moderni. E vedendo essi che spesse volte anzi frequentissimamente i casi della vita si oppongono ai desideri dell'uomo, erano compresi da terrore per la ragione della loro immobilità nel desiderare o nel diriggere
le loro azioni a quel tale scopo che forse e probabilmente non avrebbero potuto conseguire. Infatti nella infinita varietà dei casi è molto più improbabile che segua precisamente quello a cui tu miri invariabilmente, che gl'infiniti altri possibili. Ora accadendone piuttosto un altro non è effetto di destino fisso che ti perseguiti, ma di cieco accidente.¹ Essi tuttavia com'è naturale come per un'illusione ottica o meccanica confondevano (e gli animi forti ed ardenti tuttora confondono) l'immobilità loro propria con quella degli avvenimenti, e perchè non erano spiriti da secondarli e adattarvisi, immaginavano che l'immobilità stesse non in se ma nei medesimi avvenimenti già stabiliti dal destino. Laddove gli spiriti mediocri, senza fermezza nè certezza di mire, nella moltiplicità dei loro fini, e si abbattono più facilmente a uno o più di quelli che desiderano, e anche nel caso opposto cedono senza difficoltà all'andamento delle cose, e da questo si lasciano trasportare, piegare, regolare, andando a seconda degli avvenimenti. Così essi non avendo immobilità in loro, nè vedendo la somma difficoltà di concordare i loro disegni cogli avvenimenti hanno l'intelletto più libero, e non pensano che la fortuna opponga loro un'opposizione forte e stabile, (la qual forza e stabilità non è veramente se non nella resistenza che le anime grandi oppongono agl'instabilissimi e casuali avvenimenti) ma considerano tutto come effetto del caso, e delle combinazioni, siccom'è infatti: Aggiungi l'invariabilità non solo dei fini, ma anche dei mezzi nei primi, (cioè né magnanimi) che non permette loro di cambiar principii, nè di regolare le loro azioni a norma degli avvenimenti, ma li conserva sempre costanti nel loro proposito e nel modo di seguitarlo, mentre il contrario accade nei secondi. E anche senza nessun proposito nè scopo, si vedrà che la sola fermezza e immutabilità del carattere, fa illusione sulla forza del destino ch'essendo così vario pare immutabile a quelli che non vedono se non una sola via, una sola maniera di contenersi di pensare e operare, una sola sorta di avvenimenti, e come questi dovrebbero o pare a loro che dovrebbero accadere. E questo timore del destino si trova in conseguenza più o meno anche negli spiriti mediocri, o puramente ragionevoli e filosofici ec. quando provano qual-
che desiderio o mirano a qualche fine in modo che divengano immobili intorno a quel punto.
Prima uscita: 1898
Editore: Mondadori
Pagine: 2032
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Ci sono luoghi che restano custoditi nella memoria, richiamati da canzoni, poesie, dove il cibo, il buon vino, aneddoti e storie si rincorrono, si mischiano, in maniera indissolubile.
Sono le trattorie tipiche di un tempo, quelle rimaste fedeli alla tovaglia a quadrettini rossi e bianchi ed ai bicchieri con la base smerigliata ottagonale.

Le trattorie o le osterie, meglio se “quelle di fuori porta“, rimaste celate ai flussi turistici, sono uno scrigno dell’anima. Un richiamo irrinunciabile per gli abitanti del posto, un tesoro per chi, da turista, da visitatore, da straniero, ha modo di imbattersi in loro e respirare l’aria antica e vera di una città, gustare i piatti tipici secondo le ricette tradizionali.
Tutti i centri italiani, piccoli e grandi hanno la propria “bettola”. Quella che nel corso degli anni ha visto avvicendarsi i vip del posto, quella in cui sono nati progetti politici, teatrali, musicali, letterari.
Di solito non finiscono mai su TripAdvisor, non hanno migliaia di recensioni. Perché la trattoria di una città non ha bisogno di fare fatturato, fanno storia e offrono buon cibo, quello di una volta, della tradizione, la vera ricetta della nonna, che poi, magari, è la persona grazie alla quale, quel luogo di sapori e profumi fu aperto.
Le trattorie tipiche devono essere apprezzate per la loro immutabilità, per la capacità di custodire la storia di una comunità, di conservare i ricordi di un tempo che non ci appartiene più e soprattutto riscoprire sapori di un tempo, immutati, conoscere, anche solo attraverso le foto, i personaggi che ne hanno dato lustro e notorietà.
Bologna, Roma, Milano, Napoli, Torino, Firenze, Palermo, Bari, hanno la trattoria tipica, l’osteria storica, la cassaforte dei ricordi di una città.
A Bologna e a Milano, così come a Roma, le trattorie tipiche si trovano in zone poco battute dai flussi turistici. A Napoli le puoi scoprire nascoste nei meandri dei vicoli del Decumano. Osterie di un tempo a Bari Vecchia, sulle colline fiorentine a Firenze, nel cuore antico a Torino e così via.

Per chi non è del posto, però, potrebbero esserci dei contraccolpi non da poco. Chi vi serve a tavola potrebbe avere un comportamento “troppo intimo”, poco professionale per così dire. E’ questo il bello della trattoria. Se avrete la fortuna di imbattervi in quella davvero storica in una delle cento città italiane, ricordatevi che la trattoria è una esperienza prima ancora che una sosta gastronomica, è come vivere per un’ora in “una stampa storica animata di quella città” dove il tempo si è fermato a tavola.
Il luogo dove potete ancora respirare l’aria degli stornelli e dei minestroni d’osteria, che non sono le zuppe di verdura, ma le lunghissime canzoni che un tempo gli avventori ideavano al momento, magari dopo aver alzato un po’ il gomito.

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Onore a Roberto Morosetti.
Perchè c'informa che la fotografia a corredo di questo brano è di Rui Palha, non di Henri Cartier-Bresson.
Infatti la scritta sul muro recita "subida", salita in portoghese.
Penso ad una antica metropolitana come quella monumentale moscovita.
Mannò, qui siamo a Porto.
La metropolitana lì c'è, ma è moderna.
Queste scale invece, conducono al secondo piano del mercato coperto in Rua de Fernandes Tomas, là.
Una neoclassica delizia, per l'architettura oltre che pel cibo
Attaccheranno la signora, i piccioni?
No, non lo fanno.
Sazi, elegantemente la schivano.
Del resto sono piccioni, mica corvi.
Non sono i corvi di Alfred Hitchcock, ed insomma.
Quelli del praeclaro film "The birds", quelli che uccidono.
No, contribuiscono all'architettura, loro.
Sono tanti, ma non sopraffacenti, loro.
Preferiscono disporsi ordinatamente nell'ottocentesca modanatura, a destra.
O formare una avvolgente coreografia, intorno.
Profumo di Belle Epoque, sentore di decadenza.
La cangiante immutabilità - se mi concedete l'ossimoro - della condizione organica (umani, ed altre specie).
La lenta mutazione dell'inanimato.
Un bianconero di tonale sapienza.
Un momento, una inquadratura, di sottile sensibilità e resa.
All rights reserved
Claudio Trezzani
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Variazioni sul tema uomo: contatti II
Salutandoti domani
spiegherò perché oggi ero suicida
tra i riverberi di una stanca immutabilità.
Ti dirò di una condizione amorfa,
del mio rifiuto incompleto,
del mio rifrangere fotoni di essenza,
del mio sforzo estremo verso l’astrazione.
E domani sarò là
inarcando le spalle all’impossibile
come sempre......
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#opinioni di un clown#pericoloso#immutabilità#temporaneo#cambiamento#accettare il cambiamento#eternità#nulla è eterno#sempre uguale
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Cambiare
Un tempo credevo che coerenza significasse immutabilità, che cambiare fosse un delitto e che qualsiasi variazione costituisse un pericolo, per me e per gli altri. Gli anni però mi hanno insegnato che il cambiamento è forse il più grande valore che si possa difendere, che evolversi è la più antica e più importante fra le tradizioni umane. L'età mi ha messo di fronte all'evidenza della costante necessità di cambiamento ed ha cancellato buona parte delle mie paure. Ora vivo più serenamente, consapevole della piccola rivoluzione quotidiana che ognuno di noi può attuare, forte delle mie convinzioni ho smesso di combattere quelle altrui per portare avanti le mie idee senza la pretesa che chi mi sta intorno le consideri a sua volta migliori. Ora è tutto diverso, rispetto a quel tempo lontano in cui mi crogiolavo nel pensiero che mai sarei cambiato. Sorrido ripensandoci e mi dico che sì, ne è valsa la pena, cambiare.
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La sola stabilità è quella che fa conoscere il progresso della vita divina nell'anima, perché essendo Dio immutabile, chi lo possiede partecipa della sua immutabilità nel bene. Gesù. 💞 Alla Serva di Dio Luisa Piccarreta di Corato, Italia-Bari, laica, mistica, terziaria domenicana. Vol VI, 22 luglio 1904. http://ladivinavolonta.org/scritti-di-luisa-piccarreta/ https://www.instagram.com/p/CWf6lH6MJjn/?utm_medium=tumblr
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Questo Amore che brilla più del Sole , che scalda più del fuoco vivo, che fa male tanta è la sua potenza ed intensità, che è unico e raro e, proprio per questo , inimmaginabile dai più e soprattutto da chi non lo prova o sente , questo Amore che vale più di mille amori e che si schianta su di noi con la forza di un uragano , devastando il nostro sentire e colpendo in pieno la nostra capacità di discernere , ragionare e reagire , questo Amore che ci allontana da tutto ciò che è terreno , facendoci volare verso la sfera spirituale , la forza di un Dio lo fa crescere ed ingigantire dentro di noi , tanto da esserne sommersi e sopraffatti , da schiantarci emozionalmente contro di lui , questo Amore che non conosce ne’ giorno ne’ notte , che è insieme peccato ed eresia , fede e sacralità , che ci fa palpitare , gridare , vibrare , come fuscelli scossi da una tempesta sensoriale , questo Amore che non conosce ne ‘ inizio ne ‘ fine , ma solo eternità ed immutabilità , ciclo immortale del nostro divenire quel Noi di cui essere fieri , questo Amore ci fa esplodere e morire in miliardi di gocce rosso ,vive , sangue da donare all’ umanità , come semi di Vita . Paola Turri
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Ghiacciai: la loro scomparsa è un lutto che faremo fatica a elaborare Mi trovo a due passi dalla Val Ferret in Val D’Aosta, chiusa proprio alcuni giorni fa per una possibile frana del ghiacciaio Planpincieux sul Monte Bianco. C’è una disperazione mista a irritazione da parte di chi lavorava proprio qui in Val Ferret e che ora, dopo il Covid-19, deve chiudere di nuovo tutto. Ma il punto non è solo questo. Come hanno scritto questi giorni i giornali, che ogni tanto si risvegliano per dare notizie sul cambiamento climatico, lo scioglimento (o la fusione, se vogliamo usare il termine giusto) dei ghiacciai è irreversibile ovunque. Il che significa che nel giro di qualche tempo, non sappiamo quanto di sicuro sarà un processo che anche noi adulti faremo in tempo a vedere, i ghiacciai spariranno. E ovunque la sparizione sarà preceduta da possibili crolli e frane. Non mi voglio soffermare qui sulle conseguenze in termini ambientali, economici, sull’impatto rispetto all’approvvigionamento idrico che i ghiacciai garantivano. Mi interessa fare un discorso più emotivo (...) Riflettevo l’altro giorno sul significato delle parole “ghiacciai perenni“. Ecco, questa è la dimensione che guardare, o percorrere, i ghiacciai ci dava. Un senso di stabilità, immobilità, diciamo anche di immortalità, sia pure solo della Natura. Per questo la montagna ha un’aura veramente sacra, per questo ci ritempra non solo fisicamente ma anche spiritualmente. E’ il nostro spazio metafisico, come lo è in parte il mare per la sua infinitezza, qui invece proprio per la sua imponente immutabilità. Se i ghiacci si sciolgono, perdiamo con loro anche questo senso di stabile durevolezza che è fondamentale a livello psicologico per stare al mondo. Perché se è vero che il sentirsi stabili è un fatto interno, ma di sicuro si alimenta anche con ciò che c’è fuori. E lo spazio fisico, la Natura, ci dava e ci dà questa sensazione di continuità letteralmente “ontologica”. Ecco anche, perché, il cambiamento climatico può essere devastante a livello psicologico, specie per i più fragili. Non solo per le sue conseguenze fisiche, ma anche per quelle sulla nostra mente, che deve affrontare ed elaborare una Natura che nel peggiore dei casi muore, nel migliore comunque cambia. Non è più stabile. Non è più eterna. Siamo cresciuti in fondo col binomio “Natura immobile” vs “storia che cambia”, dove la storia era portatrice di eventi drammatici e mutamenti, guerre, rivolgimenti etc, e la Natura invece di stabilità. Oggi potremmo dire viviamo in un’epoca in cui sia la Natura che la storia sono portatrici di mutamente forsennati a cui dobbiamo adattarci. Una sfida psicologica, ripeto, forse mai vista prima. (...) Secondo un recente sondaggio Ipsos, i cittadini italiani sono soprattutto spaventati dai cambiamenti climatici ben più del Covid-19. Ed è logico, un ghiacciaio che si scioglie suscita emozioni intense di dolore e paura. Emozioni che, al momento, né i media né le istituzioni raccolgono. Lasciando le persone sole a elaborare una tristezza troppo grande per poter essere gestita nel privato. Elisabetta Ambrosi
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"Follia è fare sempre la stessa cosa e aspettare risultati diversi."
~Albert Einstein~
Non ci si può aspettare un cambiamento in meglio, se non si fa mai nulla per cambiare.
Eppure, un'unica "follia" concessa e consigliata c'è: quella di coltivare la speranza,
che proprio nella sua tenace immutabilità,
è autentica savieta'.
©Daniela Codenotti
(Matteo 24:13) jw.org
#ArteficiDiSeStessi
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345. Il vivente come calcolatore - Ep. II
La funzione, come l'algoritmo, la sua forma composta, è la descrizione della creazione, del cambiamento cosmico.
L'automazione biologica operata negli eoni e il suo "passaggio" alla coscienza umana ci fa capire la responsabilità della nostra specie vivente di ricollegarci alla natura nell'ozio assoluto.
Ma è davvero questo che voleva la biologia quando ha creato sé stessa? La presa di coscienza dell'assenza di un scopo esistenziale è forse il messaggio che ci comunica che siamo le terminazioni dell'albero della vita? Il senso di tutto sembra sempre essere il semplice adattamento, un fiorire della nostra atmosfera, in cui noi ci siamo svegliati con un apparente scopo.
Possiamo vagare nell'Universo alla ricerca dell'eternità ma saremo sempre in un costrutto morente il cui senso coincide con il suo stesso essere. Chi sostiene che siamo in una simulazione, confonde ricorsivamente il cambiamento e il suo algoritmo. L'unico senso esplicito che possiamo dare alla vita, infatti, è il suo modello matematico.
La definizione di variabili, il loro conteggio e il loro inserimento in funzioni, sono gli strumenti della vittoria. La vittoria è ciò che possiamo definire come l'assorbimento di un elemento su un altro, come processo elementare del cambiamento. Il senso della vittoria è una mera prevalenza di un elemento chimico all’interno di un dominio, non un respingimento a scopo di sopravvivenza. La nostra maggiore vittoria è avvenuta quando abbiamo applicato la definizione di variabili e funzioni per dominare su tutte le civiltà biologiche. L'essere umano ha raggiunto la terminazione della sopravvivenza biologica quando la sua collettività lo ha messo al sicuro da ogni problema esterno.
C'è voluto molto tempo e molto tempo ci vorrà ancora per spalancare le porte dell'energia universale. Per ora, finché la guerra sarà preferita, in efficienza, alla pace e alla matematica, la nostra specie si troverà sempre in quel brodo primordiale di burrascoso cambiamento basato sulla vittoria.
Quando abbracceremo la visione algoritmica e automatizzante della realtà, ci avvicineremo all'ozio assoluto. Alla fine, la coscienza si dissolverà nel destino degli eventi e completeremo il nostro viaggio di immutabilità universale.
L'uomo, elemento chimico nel flusso del cambiamento, potrà solidificarsi tra le braccia dell'universo, esprimendo sé stesso come semplice presenza. Fiorirà nell’arte schivando la morte fino al suo arrivo, o a quello di tutto il sistema a cui appartiene.
(3 aprile 2020)
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LIFE IS BEAUTIFUL - Let's go back to the start
Lesson 2
L’ACQUA
Dalla terra nasce l’acqua dall’acqua nasce l’anima… E’ fiume, è mare, è lago, stagno, ghiaccio e quant’altro….. è dolce, salata, salmastra, è luogo presso cui ci si ferma e su cui si viaggia, è piacere e paura, nemica ed amica, è confine ed infinito, è cambiamento e immutabilità, ricordo ed oblio.
(Eraclito - Frammenti, VI-V sec. A.C.)
#acqua#water#lake#lago#doberdo#fvg#fvglive#friuli venezia giulia#carso#paesaggi#landscape#wandering#forest#studioforest#IspirazioneZERO
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Trustpass Mangrovia: potenzialità derivanti dall’utilizzo della tecnologia blockchain
Trascorsa la fase transitoria di maturazione della tecnologia e di consolidamento dei modelli distribuiti, blockchain e DLTs stanno ora trasformando in modo sempre più radicale i processi di gestione dei dati in un numero crescente di settori industriali, garantendo via via benefici sempre più tangibili e misurabili alle numerose realtà che hanno deciso di applicare le logiche di tecnologia decentralizzata al proprio business.

Al pari di altri ambiti già ampiamente esplorati, anche il settore del ticketing sta dunque iniziando a sfruttare le enormi potenzialità derivanti dall’utilizzo della tecnologia blockchain, con l’obiettivo di offrire un rinnovato approccio gestionale in grado di dimostrare più efficienza, migliore usabilità, totale affidabilità ed ampia garanzia delle prestazioni.
Mangrovia Blockchain Solutions, tra le più consolidate e riconosciute realtà europee attive nella progettazione e sviluppo di soluzioni di tecnologia decentralizzata, su richiesta di alcuni importanti clienti attivi nel settore del ticketing, ha deciso nei mesi scorsi di approcciare il tema in maniera organica e integrata, con l’obiettivo di definire un modello di applicazione della blockchain all’attività di vendita di biglietti e di gestione di eventi in grado non solo di garantire coerenza rispetto alle dinamiche gestionali esistenti su ecosistemi complessi, ma anche – e soprattutto – di produrre innovazione sostanziale in termini di affidabilità del dato, efficientamento dei processi ed abilitazione di nuove funzionalità per i diversi soggetti attivi sulla filiera.
Da questo approfondito percorso di analisi, sviluppo ed integrazione è quindi nata TrustPass, la soluzione targata Mangrovia che adotta le tecnologie distribuite per abilitare ecosistemi di ticketing trasparenti ed affidabili, utili a prevenire aumenti di prezzo incontrollati e meccanismi fraudolenti sul mercato secondario, e a gestire così processi di emissione, vendita, distribuzione, scambio e validazione dei biglietti più rapidi, sicuri ed efficienti.
L’affidabilità delle informazioni gestite tramite TrustPass è infatti garantita dall’utilizzo della tecnologia blockchain, che assicura stabilità, protezione ed immutabilità dei dati, e abilita pertanto automazione dei processi e completa sicurezza su tutte le fasi operative. Ne deriva per l’organizzazione la possibilità di gestire biglietti digitalizzati evoluti (o smart tickets), utili a garantire elevata usabilità e notevole efficienza, tramite cui abilitare nuovi modelli di gestione e di distribuzione, e proteggere così organizzatori, rivenditori, promotori ed acquirenti dal rischio di frodi o di violazioni della privacy.
La soluzione TrustPass ad esempio rende certa l’autenticità dei biglietti acquistati, eliminando così il rischio di frodi e garantendo il rispetto dei prezzi di vendita impostati dall’organizzazione emittente, anche sugli acquisti realizzati tramite rivenditori e terze parti. Conseguentemente, permette di abilitare in modo semplice e sicuro il libero scambio tra gli utenti dei biglietti (mercato secondario) all’interno di un ambiente controllato (marketplace), senza impattare in termini operativi sull’ente organizzatore.
Inoltre è in grado di migliorare ed efficientare la fruizione dei servizi da parte degli utenti, abilitando nuove modalità di conservazione del tagliando (ad esempio tramite dispositivi di wearable IoT), semplificando l’accesso agli eventi grazie alla riduzione dei tempi per il controllo e la validazione del biglietto ed alla conseguente eliminazione dei salti di fila, o introducendo funzionalità semplificate ed automazioni affidabili rispetto alla gestione dei pagamenti, dei rimborsi, della scelta del posto e delle interazioni con l’organizzazione.
Il modello di gestione decentralizzata del ticket adottato da TrustPass offre però ulteriori benefici all’organizzazione, permettendo infatti di acquisire big data sull’intera filiera di ingaggio e di fruizione dell’utente e favorire così processi di profilazione più raffinati e efficienti nel pieno rispetto delle norme GDPR e in totale integrazione con i propri sistemi informativi, oppure facilitando la gestione di iniziative di comunicazione diretta e di campagne affiliate e di marketing diretto, sconti e coupons, tessere associative e carte fedeltà, offerte combinate e last-minute, guest-lists, pass a consumo e stagionali.
In definitiva con la soluzione TrustPass, l’italiana Mangrovia ha saputo realizzare un completo framework decentralizzato in grado di garantire non solo massima affidabilità e innovazione sostanziale al settore del ticketing management, ma al contempo totale integrazione ed interoperabilità rispetto ai modelli tecnologici e ai sistemi gestionali esistenti.
Fonte: Mangrovia.solutions
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Sta crollando tutto. Crollano le certezze più radicate, le basi della nostra storia, dell’Europa stessa. Le livre de piérre è stato bruciato, allontanato da ogni forma riconoscibile, il cuore di ognuno è in subbuglio.
Ci si pone spesso la domanda: il passato ed il presente possono essere ancora collegabili?
La risposta mi sembra scontata. Oggi 15 aprile 2019 il simbolo di Parigi e dell’Europa è stata bruciata: Nostra signora, l’immacolata ed immutabile Cattedrale sulla quale Victor Hugo creò un intero romanzo è stata completamente data alle fiamme.
Sopra ogni facciata vi era scritta la storia, l’eternità di epoche storiche differenti che s’incontrarono e potenzialmente si abbracciarono. La Cattedrale non venne toccata in nessun periodo di crisi: durante la Rivoluzione Francese coloro che scatenarono la rivolta dissero: “Toccate ogni edificio, scardinate tutto se è necessario a patto che Notre-Dame rimanga così com’è: eterna ed invincibile.”
Il legame tra ciò che è passato e ciò che è presente purtroppo non esiste più ed oggi, ogni più remota speranza è andata in fumo proprio come la Guglia più alta del mondo.
Immutabilità, stupore e meraviglia l’animo concepiva di fronte a tanta bellezza e maestosità. La piazza dei folli e la loro fête des fous rimarrà chiusa all’interno delle pigne di un libro ottocentesco, i lavori di Haussmann tanto denigrati da Victor Hugo saranno sempre il centro di quella strada che conduce alla Cattedrale eterna.
Il simbolo di Parigi, il simbolo dell’Europa è stato abbattuto.
Paris vit, Paris lutte, Paris reussit!
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