#il frutteto
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“Ecce deus fortior me, qui veniens dominabitur mihi”. Così si disse Dante, ancora bambino, quando vide Beatrice per la prima volta. Ecco, un dio più potente di me che mi dominerà. “Heu miser, quia frequenter impeditus ero deinceps”, quante volte sarò turbato da ora in poi! Decisi di non dirlo a nessuno, nemmeno a Noah. Nascondere quel segreto mi sembrava come nascondere un’opera d’arte rubata. Avevo accesso a una bellezza che nessun altro poteva vedere, un’immagine conservata nella mia mente che era così elettrizzante da illuminare i recessi più oscuri della mia vita, ma che in realtà non potevo rivelare.
#io voglio un libro dove il protagonista manda poi a quel paese il love interest e non si continui sempre con questa sottomissione dinnanzi#un colpo di fulmine che non viene mai giustificato e continua anche dopo che il disincanto finisce#eden la tua sofia è una persona che ti farebbe uccidere per l'ex SMOLLALA#pag246#dark academia#citazioni#citazione#citazioni libri#citazione libro#libri dark academia#narrativa#il frutteto#Il frutteto#David Hopen#david hopen#The Orchard#libri letti#the orchard#libri#frasi#letteratura#amore
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Le sei del mattino.
Ho aperto la porta del giorno ci sono entrato
ho assaporato
l’azzurro nuovo nelle finestre
le rughe della mia fronte di ieri
sono rimaste sullo specchio
sulla mia nuca una voce di donna
tenera peluria di pesca
e le notizie del mio paese alla radio
vorrei correre d’albero in albero
nel frutteto delle ore
verrà il tramonto, mia rosa
e al di là della notte
mi aspetterà
spero
il sapore di un nuovo azzurro.
Nâzım Hikmet
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“A ogni delusione della vita ti ritiri nel tuo giardino segreto, costruito in anni di pena e di attenzioni. Brutta è la vita, mille rose ha il tuo giardino: c'è un frutteto seminato l'anno che ti ha lasciata tuo marito, c'è un orto di erbe aromatiche coltivato la primavera che hai perso il lavoro e c'è un limoneto piantato quando tua sorella è partita, fuori stagione, è venuto bene lo stesso.
Del tuo giardino segreto non hai mai detto parola a nessuno. Neanche a me. Ma è lì che vai quando non mi ascolti. Sono sicuro: ne sento il profumo.
Come mi piacerebbe entrare e vedere, Chiara. E infatti mi avvicino, ma tu mi tieni fuori dal cancello, mi tiri i sassi.”
(Paolo Milone, L'arte di legare le persone)
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"Sotto questo albero della vita Il mio frutteto sussurra dolci ninne nanne Respiro l'aria al sapore di mela Contro l'erba, le mie braccia spalancate Abbraccio il mondo nella mia mente Gaia, siamo una cosa sola, e non c'è tempo Da sprecare con le cose più grandi Quando le piccole cose sono spesso sufficienti Perché chiunque si innamori..." Angel art by Cozy *********************** "Underneath this tree of life My orchard whispers sweet lullabies I breathe in the apple-flavoured air Against the grass, my arms spread wide I hug the world in my mind Gaia, we are one, and there is no time To waste on the biggest stuff When the little things are often enough For anyone to fall in love..." Angel art by Cozy
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l'ingenuità che mi porto dentro come un organo interno, mi fa desiderare di ritrovarvi all'ombra di un frutteto e perdonarvi tutti. non è bontà, è voglia di pace. come in sogno o in paradiso, dove il rancore muore.
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«Sei bella tutta.
Le tue guance, spezie e fiori dolci;
il tuo respiro, canfora e nardo;
zafferano; calamo e cannella;
incenso e aloe;
la tua gola fatta per le perle;
i seni latte e miele:
dovresti tenere la mano sinistra sotto la mia testa,
con la destra abbracciarmi.
Solo a guardarti la mano,
impazzisco d'amore.
Sei il melo tra gli alberi della foresta.
Sono disteso alla tua ombra
e il tuo frutto è dolce al mio assaggio.
Sei un grappolo di fiori di canfora nel vigneto;
un frutteto di fichi maturi, melograni.
Sono tuo e tu sei mia,
fino allo spuntare del giorno e quando le ombre svaniscono.
Non c'è fiume che spenga l'amore, né mare che lo anneghi»
(Carol Ann Duffy)
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Il giardino dipinto
Stefano Zuffi
24Ore Cultura, Milano 2024, 208 pagine, 100 illustrazioni, 28,5x28,5cm, ISBN 978-88-6648-706-7
euro 45,00
email if you want to buy [email protected]
Nella Bibbia, Adamo ed Eva passeggiano nel meraviglioso giardino dell’Eden, e ne vengono cacciati a causa di un frutto proibito; nel mondo classico l’origine ogni pianta e fiore si associa a un mito; nella letteratura del Medioevo si afferma il “romanzo della rosa”, e Dante immagina il Paradiso in forma di “candida rosa”; nel Rinascimento Leonardo ha esplorato con appassionata partecipazione le leggi della natura partendo proprio dai vegetali; nell’età barocca la “febbre dei tulipani” ha provocato in Olanda una crisi finanziaria di proporzioni inimmaginabili; nell’Illuminismo Voltaire ci ricorda quanto sia necessario “coltivare il proprio orto”; l’introduzione di nuove specie e coltivazioni cambia il paesaggio e l’alimentazione di interi continenti.
E oggi ci rendiamo conto di quanto sia delicato, fragile e indispensabile la cura del pianeta partendo dal “verde” dei campi, dei boschi, di ogni singolo seme o fiore. Attraverso una accurata selezione di immagini, con sorprendenti particolari tra celebri capolavori e opere da scoprire, questo volume illustra la presenza di alberi, fiori e frutti nell’arte.
Per ogni singola specie botanica vengono presentati i miti, i significati simbolici, i riferimenti storici e letterari. Il lettore si troverà così di volta in volta a passeggiare in un bosco, in un parco, in un giardino, in un frutteto o in orto, con la compagnia di splendidi dipinti e con commenti brevi e documentati.
13/07/24
#giardino dipinto#Stefano Zuffi#alberi fiori frutta nell'arte#splendidi dipinti#art books#fashionbooksmilano
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Stanotte sognato che padre ci chiamava (me e s2) per andare d'urgenza all'udienza sulle terre. Era sera tardi, probabilmente stavamo anche dormendo, io non trovavo le mie scarpe e usavo due fette di bacon croccante come suola. Mi sembra anche che arrivavamo lì in carrozza(nera, con le ruote grandi a raggiera).
L'udienza per le terre è un sogno che ho fatto più volte, è uno dei miei luoghi onirici, anche se non ricordo mai come va a finire. Ogni tanto i padroni delle terre (è come se fossero dei vassalli, che controllano una certa regione) si svegliano e decidono di interrogare tutti i proprietari terrieri delle terre sotto il loro controllo, per decidere se sono degni di continuare a detenerle, oppure se togliergliele. Sono capricciosi, sono insidiosi, fanno tantissime domande; non sono esattamente umani, anche se ci somigliano, ma qualcosa di diverso, di più selvatico. Hanno barbe e baffi, può essere che abbiano un piccolo ramoscello che gli spunta da qualche parte del corpo, da una mano, da un lato del volto.
Scendiamo dalla carrozza, io con le mie solette di bacon e s2 non vestita da suora, in questa strada appena illuminata da un lampioncino giallo, ci precipitiamo nell'antro buio in cui abbiamo visto scomparire padre. L'udienza è lì. Ci sono varie porte, c'è altra gente in attesa. C'è una signora con un maiale, lo accarezzo -è amichevole- lascio anche che prenda la mia mano in bocca, ma ad un certo punto sembra che non la voglia lasciar andare più e mi spavento. Padre nel frattempo è introvabile. Io penso alle risposte che dovrei dare. Non so nemmeno quali sono queste terre! Speravo che ci avrebbe un minimo istruite quando fossimo arrivate lì, invece di lui non c'è traccia. A cosa mi servono queste terre? Banalmente per viverci. Sarebbe bello avere una casetta in campagna con il mio compagno, più in là; la terra da coltivare a giardino od orto, frutteto. Penso a queste cose e non appena riesco a liberare la mia mano dalla morsa del maiale (che sembra fatto di terracotta ancora umida) è arrivato il nostro turno di essere ascoltate. Siamo in stanze separate, ma non ricordo bene cosa ci chiedono; comunque immagino che le nostre risposte siano state buone: danno a entrambe una scatola di cartoncino e ci congedano, senza però spiegarci cosa avverrà delle nostre terre (che comunque continuiamo a non sapere quali siano).
Usciamo e c'è luce, è mattino. C'è anche padre che viene verso di noi, in lontananza. Apriamo il plico -è pesante- e iniziamo a leggere: sono citazioni toccanti, trame di libri. Giriamo l'ultimo foglio e sulla base del cartoncino scopriamo due libri, i libri da cui erano state prese trame e citazioni. Sono sorpresa e contenta, perché non me l'aspettavo proprio e sembrano delle buone letture; ecco spiegato il peso del plico.
Arriva padre che credo sorrida. Mi sa che non c'era nessuna udienza per le terre, era tutto un modo per regalarci un'esperienza e due libri.
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Dal 20 aprile al 15 settembre, ogni sabato e domenica e festivi. Previste tre fermate
A Villa Bardini arriva il nuovo servizio gratuito di navetta elettrica per la visita del meraviglioso giardino incastonato fra le antiche mura di Firenze. La pendenza dell’aspra collina lungo la quale si estendono i quattro ettari di bosco, orto e frutteto non sarà più dunque un problema. Un’iniziativa di Fondazione CR Firenze e Fondazione Parchi Monumentali Bardini e Peyron in collaborazione con Opera Laboratori Fiorentini.
La navetta sarà attiva dal 20 aprile al 15 settembre 2024, ogni sabato, domenica e festivi (partenza alle 11.00 da via de Bardi e ultima corsa alle 17.30 da Villa Bardini, con un intervallo dalle 13.00 alle 14.00). Saranno tre le fermate: il capolinea in via de Bardi, la fermata Scalinata Barocca e il capolinea Villa Bardini. Precedenza sarà data alle famiglie con bambini e alle persone anziane. Il Giardino racconta sette secoli di storia fiorentina e del giardinaggio, dalla sua nascita come giardino barocco nel Seicento e Settecento al passaggio anglo-cinese e vittoriano. Nell’oasi verde convivono infatti tre anime: il giardino all’italiana con la magnifica scalinata barocca, il bosco all’inglese con i suoi elementi esotici e il parco agricolo dove è possibile ammirare il celebre pergolato di glicini. All’interno sono presenti circa 200 pezzi di scultura, tredici fontane, un muro fontana e tre grotte.
Organizza la tua visita.
@villabardini
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Scarabocchiato sul retro dell’immagine c’era una frase di Euripide: Terribile è desiderarlo… ma anche terribile non desiderarlo.
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«A ogni delusione della vita ti ritiri nel tuo giardino segreto, costruito in anni di pena e di attenzioni.
Mille rose ha il tuo giardino: c'è un frutteto seminato l'anno che ti ha lasciato tuo marito, c'è un orto di aromatiche coltivato la primavera che hai perso il lavoro e c'è un limoneto piantato quando tua sorella è partita, fuori stagione, è venuto bene lo stesso.
Del tuo giardino segreto non hai mai detto parola a nessuno. Neanche a me. Ma è lì che vai quando non mi ascolti.
Sono sicuro: ne sento il profumo.
Come mi piacerebbe entrare e vedere, Chiara. E infatti mi avvicino, ma tu mi tieni fuori dal cancello, mi tiri i sassi.»
«Dentro di te c'è un cielo dove corrono nuvole anche se fuori c'è il sole […] Oggi grandina. Hai perso le mezze stagioni, Chiara: o fuoco o ghiaccio.»
Paolo Milone, «L'arte di legare le persone»
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Fra me e te
voglio piantare
un frutteto.
Con le tue braccia
intreccerò una vite
e quando la pioggia
verrà
non ti lascerò sola,
appena il sole
sarà alto
ti canterò
nelle vene.
Ogni sera
verrò a bere
ai tuoi grappoli,
poi l’alba verrà.
Rocco Scotellaro
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«A ogni delusione della vita ti ritiri nel tuo giardino segreto, costruito in anni di pena e di attenzioni. Mille rose ha il tuo giardino: c’è un frutteto seminato l’anno che ti ha lasciato tuo marito, c’è un orto di aromatiche coltivato la primavera che hai perso il lavoro e c’è un limoneto piantato quando tua sorella è partita, fuori stagione, è venuto bene lo stesso. Del tuo giardino segreto non hai mai detto parola a nessuno. Neanche a me. Ma è lì che vai quando non mi ascolti. Sono sicuro: ne sento il profumo. Come mi piacerebbe entrare e vedere, Chiara. E infatti mi avvicino, ma tu mi tieni fuori dal cancello, mi tiri i sassi.» ⁓ «Dentro di te c’è un cielo dove corrono nuvole anche se fuori c’è il sole. Ricordo che pioveva così sul viso di mia madre: pioveva, pioveva e l’acqua saliva alla porta. Ma papà, dai suoi barometri, si limitava a dire: non piove. Ora io non ho più paura del diluvio universale e sto tranquillo qui seduto, mentre dentro te scroscia la pioggia da giorni. Oggi grandina. Hai perso le mezze stagioni, Chiara: o fuoco o ghiaccio.»
(Paolo Milone – “L’arte di legare le persone”)
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farfalla
LXIII - MELANCOLÍA Esta tarde he ido con los niños á visitar la sepultura de Platero, que está en el huerto de la Pina, al pie del pino paternal. En torno, Abril había adornado la tierra húmeda de grandes lirios amarillos. Cantaban los chamarices allá arriba, en la cúpula verde, toda pintada de cenit azul, y su trino menudo, florido y reidor, se iba en el aire de oro de la tarde tibia, como un claro sue��o de amor nuevo. Los niños, así que iban llegando, dejaban de gritar. Quietos y serios, sus ojos brillantes en mis ojos, me llenaban de preguntas ansiosas. - ¡Platero amigo! - le dije yo a la tierra - si, como pienso, estás ahora en un prado del cielo y lleva sobre tu lomo peludo á los ángeles adolescentes, ¿me habrás, quizá, olvidado? Platero, dime: ¿te acuerdas aún de mi? Y, cual contestando mi pregunta, una leve mariposa blanca, que antes no había visto, revolaba insistentemente, igual que un alma, de lirio á lirio... da J. R. Jiménez, Platero y yo
Oggi pomeriggio sono andato con i bambini a visitare la tomba di Platero, che si trova nel frutteto della Pina, ai piedi del pino paterno. Tutto intorno, aprile aveva decorato la terra umida con grandi gigli gialli. I lucherini cantavano lassù, nella cupola verde, tutta dipinta di zenit azzurro, e il loro piccolo trillo fiorito e ridente si spegneva nell'aria dorata del caldo pomeriggio, come un chiaro sogno di un nuovo amore. I bambini, man mano che arrivavano, smettevano di gridare. Immobili e seri, con gli occhi che brillavano nei miei, mi riempivano di domande ansiose. - Platero, amico mio! - dissi alla terra - se, come penso, ora sei in un prato del cielo e porti sulle tue spalle pelose gli angeli adolescenti, ti sei forse dimenticato di me? Platero, dimmi: ti ricordi ancora di me? E, come rispondendo alla mia domanda, una leggera farfalla bianca, che non avevo mai visto prima, svolazzava insistentemente, come un'anima, di giglio in giglio.... Tradotto con DeepL.com (versione gratuita)
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«Fra me e te
voglio piantare un frutteto.
Con le tue braccia intreccerò una vite
e quando la pioggia verrà
non ti lascerò sola,
appena il sole sarà alto
ti canterò nelle vene.
Ogni sera verrò a bere
ai tuoi grappoli,
poi l'alba verrà»
(Rocco Scotellaro)
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