#idealizzazioni
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🍀🍀🍀
Siamo noi stessi i nostri più crudeli carnefici.
Chi sollecita in noi un vivo interesse, riesce a far ciò perché ci permette di "proiettare" sulla sua immagine alcuni dei nostri contenuti inconsci, dimensioni particolarissime che vengono letteralmente "catturate" dall'Altro, dalla persona che sentiamo di amare. Il desiderio di appartenere a qualcuno è tipico di tutti noi, perché solo la sensazione di essere indispensabili per un altro essere umano e la consapevolezza di essere il fulcro dei suoi pensieri, ci permettono di sentirci vivi. Una delle caratteristiche più significative dell'esperienza amorosa è la sensazione di non poter opporre alcuna resistenza al turbine di emozioni che ci assale nel momento dell'incontro con l'altro. Sentiamo di doverci arrendere e lasciarci catturare dall'altra persona, è come se fossimo in uno stato ipnotico, ove nulla è possibile se non un'adesione incondizionata a colui che amiamo. Essere amati significa essere pensati, e la consapevolezza di ciò ci rende invincibili, protetti da una armatura inattaccabile con la quale affrontare il mondo a testa alta. È questa la sorgente della felicità, una sorgente reale, priva di utopiche idealizzazioni e alla portata di noi tutti.
Aldo Carotenuto, da Eros e pathos
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Fante di Coppe
"La Verità del Cuore".
Idealizzare è un processo della Mente.
E' un meccanismo di difesa.
Da bambini è un processo vitale per la sopravvivenza affettiva ed emotiva qualora la figura adulta di riferimento risulti deficitaria o assente nelle cure parentali.
Il bambino idealizza per non morire di dolore.
Da adulti impariamo ad affrontare l'Altro con lo stesso schema distorsivo.
Creiamo un'immagine fantasiosa del legame. Qualcosa che non esiste. Ricamiamo sull'Altro un immagine finta e distante dalla realtà.
Siamo i maghi del convincimento: tratteniamo dentro di noi l'immagine dell'Altro fino alle estreme evidenze, anche quando le maschere cadono e producono un tonfo al Cuore inimmaginabile.
Principi e principesse con cui intratteniamo anni della nostra vita, perdendoci nel gioco dell'illusione, giustificando ogni comportamento lesivo in nome di un Sentimento che non esiste, inventato, qualificato dalla svalutazione e dalla finzione.
Il piedistallo ad un certo punto crolla.
E le macerie ci sommergono.
"Io credevo che mi amasse".
Il crollo dell'immagine dei Genitori è qualcosa di immensamente doloroso. Molto più doloroso e impattante della destrutturazione di un rapporto di coppia.
Non essersi sentiti amati e accolti nell'Amore e nell'Accettazione fa male.
Ma la Verità è che molti individui, a loro volta traumatizzati o violentati nelle cure parentali, non provano nulla dentro di loro. Hanno il Cuore completamente asserragliato e congelato.
Non amano.
Non ne sono capaci.
E il bambino lo sente. Ma deve sopravvivere. Non può morire. E si inventa ogni stratagemma di compensazione interiore. Si inventa le storie. Si offre alla fantasia e alla creatività per costruire madri e padri che in realtà in fondo in fondo gli vogliono bene. Ma non riescono ad esprimerlo.
E da grandi si raccontano le medesime bugie.
E i castelli di onnipotenza genitoriale, diventano castelli di rabbia e frustrazione.
La principessa diventa una strega e il principe un ranocchio.
Idealizzare l'Altro nasconde una ferita profondissima.
Metterlo sul piedistallo e adorarlo, onorarlo, divinizzarlo è una "forma di oggettivazione".
E guai uscire da quello spazio di idealizzazione. Guai se l'Altro si sottrae al copione e "si presenta per quello che è".
L'Altro è costretto a stare forzatamente dentro a quell'idealizzazione. Altrimenti deve prepararsi ad essere accusato di "alto tradimento".
Ma l'Altro non sarà mai all'altezza dell'idealizzazione. E' un essere umano in carne e ossa. E' reale. E' emozione vera. E se ha compiuto un percorso di Verità interiore, non può fermarsi ad adempiere al bisogno dell'Altro di aspettativa irrealistica di rapporto.
La Relazione è Cuore.
E il Cuore non idealizza. Sente.
Sente se c'è purezza, se c'è gentilezza, se c'è Verità nei gesti, nelle parole, negli sguardi, nella stretta di mano.
L'Altro non è uno "strumento di compensazione". E se è radicato nella sua Autenticità, non potrà mai esserlo. Sarebbe pura finzione.
E prima o poi giungerà il fatidico momento in cui l'Altro, conscio della "condizione di strumento", deluderà l'aspettativa e se ne andrà. Ed allora verrà sminuito, svalutato e scartato.
Essere veri, radicati, presenti, onesti con noi stessi e l'Altro è il primo presupposto per intrattenere una relazione sana.
Lasciamo cadere le idealizzazioni e sentiamo a Cuore aperto la Verità.
Spalanchiamo gli occhi e le orecchie e guardiamo i "fatti".
Non ci sono giustificazioni o castelli da costruire. Ci sono "fatti".
Non ci sono promesse che tengano.
C'è la Verità.
Impariamo a seguirla.
Piedi ben radicati a terra e Cuore aperto alla Vita. Così si prosegue. Così si può generare Amore e riceverne in abbondanza.
L'Autunno spoglia gli alberi dalle foglie ingiallite. E anche le illusioni.
Per lasciare spazio alla nudità, alla rigidità dell'Inverno. Che all'interno custodisce una Forza generatrice tutta nuova.
Un Amore nuovo.
Una Vita nuova.
Un nuovo Cammino.
Mirtilla Esmeralda
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Lascia che gli uomini ti deludano. Lascia che le tue illusioni crollino, che le aspettative si sfracellino sotto la quantità di romantic movie che ti sei ingurgitata.
C'è un riequilibrio grandissimo dietro questo crollo. Perché stai sulle nuvole e devi tornare a terra. Perché cerchi sempre in lui quello che non vedi in te.
Lascia che brucino tutto con quei baci usciti male, e il sesso senza piacere, gli appuntamenti noiosi e i rapporti che ti tradiscono.
Esci dai tuoi labirinti. Mettiti a correre, sul serio, lascia che bussino se vogliono, solo dopo averti raggiunta.
Perché quel bisogno che hai, di perfezione, di rose e di maschio, non serve per nutrire cazzate in un mondo che vedi solo tu.
Serve per uscire dalle tue idealizzazioni. Per riunire in modo sano il cuore e la carne.
Solo dopo lo incontri. Quello "giusto".
Che di solito nasce dalla metà dentro di te, che ti sei conquistata.
#società#zombie#responsabilità#uomini#donne#relazioni#amore#carne#società malata#svegliatevi#discernimento#consapevolezza#rose#romanticismo#illusioni#disfunzioni#aprite gli occhi#film#lavoro su di sé#se o sé#conosci te stesso#liberazione#prigioni#spirito#verità interiore#crescita personale#crescita interiore#spiritualità
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Smettiamola di dipendere. Dai messaggi, dalle parole, dalle nostre idealizzazioni. Date valore a chi c'è, semplicemente. Tutto il resto è una gran cazzata.
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Stamattina ho sognato una persona di Tumblr, era un sogno bellissimo. Questa ragazza mi chiedeva di mettersi nel letto con me, sotto le coperte (nessuna accezione erotica e sessuale, solo una cosa molto tenera), quasi come a volerci proteggere a vicenda. Mi ha trasmesso una bellissima sensazione. La cosa buffa è che con certe persone che non conosco sono certa sperimenterei queste sensazioni anche nella realtà (sono cose che nascono da solide ragioni di stima, d’istinto anche), non sono idealizzazioni. Ho sempre avuto un ottimo istinto nel riconoscere le belle persone. Ovviamente poi quel che mi devasta è che nella realtà mi ritrovo con persone che mi suscitano sentimenti opposti, e giungo sempre alla stessa conclusione: la sofferenza mentale va anche un po’ a culo. Puoi salvarti se hai la fortuna di intrecciare legami con persone di valore, se hai stabilità economica, una famiglia accogliente: allora anche avere un disturbo bipolare è più tollerabile. Ma se non hai una famiglia, non puoi emanciparti economicamente e quelli che incroci sul tuo cammino sono tossici pippatori di cocaina narcisisti maligni sadici stupratori e attori irrisolti (ovviamente si rivelano poi) allora cazzi tuoi. La voglia di crepare o di vivere alla fine si regge su cose abbastanza banali, giuste predisposizioni ambientali, ed io dovrei imparare a non darmi addosso e sentirmi un’ingrata quando mi voglio suicidare perché ho ed ho avuto un’esistenza oggettivamente costellata di merda, su tutti i fronti, contemporaneamente, più volte al giorno, tanto che a volte pure i terapeuti alzano le mani e più che parlare di disturbi parlano di sfiga.
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È bravo solamente ad usare il sarcasmo. Lo sforzo di capire certi sentimenti, certe questione più profonde non gli interessa.
Ma prima di tutto non gli interesso io, altrimenti potrei valere lo sforzo.
(Ovviamente lo valgo e come, sono solo note per ricordarmi cose realmente importanti. Non i castelli di idealizzazioni che mi faccio).
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Nella fase regressiva investo libidicamente un oggetto-fantasma frutto di idealizzazioni e, parallelamente, investo libidicamente sul soggetto-oggetto al quale faccio reincarnare in maniera quasi allucinatoria e masochistica la ferita narcisistica dell'infanzia.
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Un articolo in cui affronto la questione di genere, in particolare, l'identità sessuale, da un'altra prospettiva al di là delle idealizzazioni polarizzate.
Come dichiaro nel video correlato, è un articolo da leggere con calma a più riprese e, possibilmente, potrebbe fare da spunto per approfondimenti; infatti sono presenti un paio di riferimenti “bibliografici”.
Vi auguro buona lettura e buona riflessione.
#sessualità #identitàsessuale #identitàdigenere #orientamentosessuale #genere #genderfluid #gender #filosofia #corpo #transgender #evoluzione #natura #consulenzafilosofica #educazionesessuale #formazione #istruzione #rosamaggiofilosofiaperlavita #uguaglianzadigenere
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L’incontro con Viktor Orbán offre un’anteprima delle idealizzazioni dell’uomo forte di Trump nel secondo mandato Incontro tra Viktor Orbán e Donald Trump: un’anticipazione delle politiche autocratiche? L’ex presidente ungherese Viktor Orbán si è recato a Mar-a-Lago portando avanti il suo progetto di smantellamento della democrazia, attirando l’attenzione sulla somiglianza delle sue azioni con quelle di Donald Trump. Democrazia minata Orbán, una volta eletto democraticamente, ha eroso le istituzioni democratiche in Ungheria indebolendo il sistema legale, politicizzando imprese, attaccando la libertà di stampa e intimidendo l’opposizione, ricreando uno scenario familiare a quello degli Stati Uniti sotto l’amministrazione Trump. Trump e il desiderio di un secondo mandato Trump non ha mai nascosto la sua ammirazione per politiche
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Cinque di Denari
"L'Essere Umano di fronte allo specchio".
E' stata una traversata molto densa e faticosa.
Ce ne saranno altre.
Ma questa ce la ricorderemo forse come la più "strana", la più "enigmatica".
Nonostante si sia sentita prevalentemente nell'aspetto neurovegetativo e nonostante le condizioni di profonda trasmutazione colpissero la parte organica, qualcosa è cambiato anche a livello di "connessione".
Non siamo più gli stessi. Nuovamente.
Eccoci di fronte ad un'ennesima "versione rivisitata" della nostra identità terrestre.
Questo sconvolgente periodo ci sta trasformando pezzo per pezzo, senza che neppure possiamo fino in fondo coglierne i singoli passaggi, con un continuum di esperienza sensoriale che non ha paragoni.
Gran parte del lavoro che stiamo percependo a livello interiore, va a toccare i nodi degli automatismi del Passato, alla scoperta di ciò che li innesca, ciò che li rende vulnerabili a determinate stimolazioni ambientali.
Questo non è un tempo "buono" per "abbandonarsi alle nuove relazioni d'amore" per chi ha ancora tanto da ripulire nelle zone della Dipendenza e della Mancanza.
Non perché non ci sia "in potenza" la possibilità di esprimere un sottofondo musicale "nuovo". Ma perché è come se si stessero ancora assestando le corde di uno strumento e non si fossero ancora completate le operazioni di messa in sicurezza e di tensione delle stesse.
Il suono potrebbe uscire ancora piuttosto alterato e stonato, ben al di sotto delle potenzialità dello strumento stesso.
Per alcuni la fase di "luna di miele" nelle neo-relazioni, altresì detta "innamoramento", è un'apparentemente conferma della bontà della nuova struttura. Ma non così.
L'aspetto fusionale dell'innamoramento per chi ha sofferto di dipendenza affettiva o di altri deficit emotivi, rispecchia la fase in cui si materializzano le idealizzazioni, le illusioni, le credenze, le future giustificazioni al legame.
E' una realtà distopica dell'Amore.
Passarci attraverso senza lucidità, senza ancoramento, senza consapevolezza è davvero complesso e fuorviante.
Per molti sembrerà eccessivo porsi così tanti "paletti" di protezione intorno all'Amore.
Ma chi ha vissuto l'esperienza umana della "disregolazione del controllo" e della "manipolazione silente", sa cosa significa il "gancio emozionale".
E ne riconosce l'aspetto altamente inquinante e debilitante.
Pochi esseri umani "amano veramente" o sanno davvero cos'è l'Amore su questo piano terrestre.
Lo cercano disperatamente.
Ma non sono consapevoli nemmeno che le loro scarpe sono strette e infangate e che il loro Cuore è chiuso e ferito. Che sono ancora intossicati dalla paura dell'abbandono, dalla vendetta sopita, dalla rabbia mai espressa, dal bisogno compulsivo di trattenere, dalla manipolazione emotiva e affettiva, dal bisogno costante di riconoscimento e attenzioni.
Si possono contare sulle dita della mano le "coppie sacre" che consapevolmente stanno viaggiando insieme nella "lucidità" e nella "presenza". Sia dal punto di vista della Connessione, che del Radicamento. Che continuano a lavorare sull'aspetto umano della responsabilità, monitorando, condividendo e riaffermando con onestà le "condizioni di scambio reciproco".
Il resto è "schema antico".
E' frutto di millenni di distorsione, di eredità traumatica collettiva ed individuale, cristallizzati in ogni cellula del nostro Corpo.
Stiamo spurgando, è vero.
Ma ci vuole tempo e pazienza.
Non serve avere fretta di rientrare nella "dimensione di coppia".
Si può viaggiare "soli" per lunghi periodi. Si può scegliere di sperimentare la relazione d'Amore con noi stessi e scoprire con grande stupore quante volte riusciamo ad essere "tossici" e manipolatori anche nei nostri stessi confronti.
Non è da biasimare chi non riesce a staccarsi dall' "oggetto affettivo".
E' importante però che sappia che quello non è Amore. E' attaccamento patologico.
E ne soffriamo in tanti.
Solo che prima non lo sapevamo.
Perché solo ora l'Essere Umano "vede" per la prima volta. Tutto. Tutto il male che si è tramandato di generazione in generazione. Tutti gli insegnamenti distorti, le assenze, le ambivalenze, le manipolazioni, le "finte cure".
E può riabilitare.
Con sofferenza, fatica, sforzo. Se non è già "troppo tardi".
Ma un tentativo va fatto. Anzi due. Pure tre. Anche tutta la vita.
Perché la "disabilità emotiva" è molto più feroce di quella fisica.
Perché "Amare" è l'Essenza di chi siamo.
E l'Impotenza il suo esatto opposto.
Buon rilascio oggi. Si respira meglio. Ma è una tregua. Poi ci sarà il grande boato. E lì bisogna essere lucidi e presenti. Ma intanto...
Mirtilla Esmeralda
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L'amore ai tempi del Medioevo: un'epoca di contrasti e sfumature
L'amore nel Medioevo era un sentimento complesso e sfaccettato, spesso intrecciato con la religione, la politica e la società feudale. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, non era un'epoca di cuori infranti e dame irraggiungibili, ma piuttosto un periodo ricco di diverse concezioni amorose. Amore cortese L'ideale più famoso del Medioevo è l'amor cortese, nato nelle corti feudali del sud della Francia. Si trattava di un amore platonico e idealizzato, in cui il cavaliere si dedicava anima e corpo alla sua dama, elevandola a un livello quasi divino. La donna era vista come un essere puro e irraggiungibile, da conquistare con gesti di coraggio e prove di lealtà. Il corteggiamento era un rituale elaborato, fatto di poesie, canzoni e tornei cavallereschi. Amore coniugale Nonostante l'ideale cortese, il matrimonio era considerato un'istituzione importante per la stabilità sociale e la procreazione. L'amore coniugale era visto come un sentimento di affetto e rispetto reciproco, basato sulla condivisione dei doveri familiari e sulla gestione del patrimonio. Amore mistico L'amore per Dio era un elemento centrale della vita medievale. I mistici e le religiose ricercavano un'unione profonda con la divinità attraverso la preghiera, la meditazione e l'ascesi. L'amore mistico era visto come un percorso di perfezionamento spirituale che poteva portare all'estasi e alla contemplazione divina. Amore carnale L'amore fisico era presente nella società medievale, ma era spesso visto come un peccato e una tentazione da cui guardarsi. La Chiesa condannava l'adulterio e la fornicazione, mentre la sessualità all'interno del matrimonio era vista come un mezzo per procreare e mantenere l'ordine sociale. Contrasti e sfumature L'amore nel Medioevo era quindi un'esperienza complessa e ricca di sfumature. L'ideale cortese, l'amore coniugale, l'amore mistico e l'amore carnale coesistevano, a volte in contrasto tra loro, a volte intrecciandosi in modi inaspettati. La realtà dell'amore era molto più complessa delle idealizzazioni letterarie e variava a seconda del contesto sociale, del sesso e della personalità degli individui. Oltre a quanto detto Oltre alle diverse concezioni amorose, è importante ricordare che l'esperienza dell'amore nel Medioevo era influenzata da fattori come la classe sociale, il genere e la cultura. Le donne, ad esempio, avevano spesso un ruolo subordinato negli affari di cuore, e la loro voce è poco presente nelle fonti letterarie dell'epoca. Inoltre, l'amore era spesso mediato da rituali e codici di comportamento specifici. La comunicazione tra gli amanti poteva essere ricca di simboli e allusioni, e il corteggiamento era un processo lungo e codificato. In definitiva, l'amore nel Medioevo era un'esperienza ricca e complessa che non può essere ridotta a una semplice categoria. Le sue diverse sfumature ci aiutano a comprendere meglio la mentalità e i valori di un'epoca affascinante e ricca di contrasti. Foto di Peter H da Pixabay Read the full article
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nel momento in cui capisci di esserti innamorata della persona sbagliata, capisci anche che quell’amore che provavi pian piano sta svanendo. perchè alla fine della giornata conti solo tu. e non ti importano i ricordi che vi hanno legate fino all’ultimo istante, ma ti importa solo lo stare bene con te stessa e di cercare (in caso) la persona che ti permette di vivere in tranquillità.
non bisogna attaccarsi alle idealizzazioni e ai ricordi. a 19 anni si è vissuta 1/4 della propria vita e spesso crediamo che sia tutto la fine del mondo, ma non è così.
sono fiera di quanto sono cresciuta, e mi basta sentirlo da me stessa e dalla mia famiglia.
Buone feste franci, goditele tutte❤️
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IDEALIZZAZIONE DEL PARTNER POST-ROTTURA: COME MANTENERLA SOTTO CONTROLLO
Una cosa che ho imparato da esperienze personali è quanto sia comune, soprattutto dopo una relazione in cui avevo investito molto emotivamente, idealizzare il mio ex partner. Questo fenomeno può diventare particolarmente fastidioso, specialmente se il partner aveva tratti narcisistici. La sensazione persistente che quella persona sia l'amore della mia vita, perfetta e indispensabile per un futuro felice, mi ha spesso accompagnato.
L'idealizzazione dell'ex partner sembra essere una conseguenza comune dopo una rottura, anche se, guardando oggettivamente alla relazione, non era tutto così perfetto. Nessuno di noi si sentiva principi o principesse in quella situazione, ma dopo la fine della relazione, tendiamo a idealizzare il partner passato, e questo può portare a sensi di colpa, sentimenti di inadeguatezza, depressione, ansia e pensieri ossessivi sulla relazione.
Come possiamo costruire una visione realistica di quella relazione passata❓In questi casi, l'analisi obiettiva della storia della relazione è fondamentale per riportare la razionalità quando sembra smarrita.
Parlando di sensi di colpa, spesso la persona lasciata tende a sentirsi responsabile per la rottura, attribuendo tutte le colpe a sé stessa. Tuttavia, la realtà potrebbe essere diversa da come la stiamo raccontando a noi stessi. La nostra esperienza nella relazione potrebbe non coincidere con il nostro racconto interiore.
Questo disallineamento tra percezione e realtà può causare disagio e intrappolare le persone in un ciclo negativo difficilmente interrompibile.
Per aiutarti a contestualizzare la tua relazione passata, propongo un esercizio. Ricorda un episodio in cui hai avuto una discussione che potrebbe aver contribuito alla rottura, e per la quale ora provi sensi di colpa. Prenditi del tempo per riflettere su quell'episodio, rispondendo alle seguenti domande:
In che periodo è avvenuto❓Cosa stava succedendo in quel periodo nella tua vita e nella relazione❓Di quale discussione si trattava e cosa è successo❓Ti sentivi in colpa durante quella discussione❓Sì o no, e perché❓Il tuo partner ti ha completamente attribuito la colpa o ha riconosciuto le sue responsabilità❓Oggi, dopo la fine della relazione, ti senti ancora in colpa❓
Spesso, attraverso questa contestualizzazione dettagliata, prendiamo consapevolezza che la colpa di una discussione non è unicamente nostra, ma è una questione di coppia. Contestualizzare gli episodi è cruciale per riportarci alla realtà e per vedere la storia passata e l'ex partner in modo obiettivo, evitando di idealizzazioni.
Se stai lottando con l'idealizzazione del tuo ex partner dopo una rottura e desideri recuperare una visione realistica della tua relazione passata, allora è il momento di agire. Utilizza questo esercizio per contestualizzare i momenti chiave e liberati dai sensi di colpa e dai pensieri ossessivi. Sono qui per aiutarti a riacquistare la chiarezza e la razionalità nella tua vita post-rottura. Contattami oggi stesso e inizia il tuo percorso verso una prospettiva più sana e obiettiva.
Tito Bisson
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Dato che ho notato che scrivere questi post anonimi ma comunque leggibili da qualcuno a mia insaputa mi aiuta, userò questo spazio tipo psicologo così che almeno non crepi sommerso dalle continue insicurezze.
Non so cosa ha fatto sì che mi prendessi questa ossessione per Orlando. In genere finisce sempre che sono tutti ragazzi belli, che hanno giustamente qualcosa che io non ho, e dato che sotto sotto c'è la voglia e l'intenzione di farci sesso, finisco per trovare davvero qualcosa di interessante in loro.
Insomma O. è abbastanza diretto, non troppo curato, ha quella vibe che stranamente fuggo in me dopo anni spesi a intellettualizzarmi ma che allo stesso tempo come ricompare, diventa incredibilmente interessante e desiderabile. CERTO perché È ALTRO DA ME.
È un modo di essere di pancia (come non sono mai stato), fatto di piaceri veri (non di estetica del corpo come la mia), di bisogni umani (di amore caldo vero diretto) e tutto quello che io chiudo in gabbie immaginarie, idealizzazioni, fronzoli senza fine di romanticismo spiccio e nauseabondo (come quei profumi dolci dolci delle signore).
A me i ragazzi così mi uccidono, vorrei spazzare via tutta questa insicurezza, questa costante presenza di DOVREI ESSERE così o forse dovrei essere cosà.
Martedì finalmente è venuto da me. È stato forte, immediato strano ma la mia mente (che ancora non è riuscita a processare la bellezza vera dell'atto, del suo corpo, del suo essere lì presente nel mio letto) torna in continuazione. Vedo anche tutte le cose che potevano andare meglio: non l'ho fatto venire io (dovevo impegnarmi di più?), sono venuto troppo prima (Perché non capivo, non sentivo ero performativo). Il resto è stato dolce, un bacio dopo un altro, abbracci che non so sembravano a metà tra il (si sono presente ora, si mi ha fatto piacere stare con te qui, si sono felice) e il (siamo fragili porcodio). Il tempo speso insieme, la colazione ecc.
Ora che ho toccato il suo corpo e ho avuto il suo sguardo dentro mi sento tutto arrotolato, tutto rigirato. Mi sento ferito perché ossessivamente torno a quell'immagine e non riesco a pensare ad un improvviso andarsene di lui senza troppe spiegazioni.
Perché io devo tornare sulle cose che faccio, le devo sviscerare, le devo passare sotto lente per cogliere ogni dettaglio, ogni rappresentazione.
Ora sono qui col fiato sospeso, con questo temporale costante nel mio cuore, Lunedì che si avvicina, io che non so che dire, io che non so se dirgli che odio quando ci mette anni a rispondermi, io che non capisco se veramente gli interesso, io che non capisco se forse dovrei essere meglio diverso, io che inverto la mia ricerca di femminilità perché ho visto qualcosa di più maschile, io che non capisco dove collocarmi, io che voglio essere lui o forse io che voglio lui, io che davvero basta non vorrei pensare ma ogni volta che mi capitano questi momenti tristi amorosi sono sempre in concomitanza con momenti strani, fermi devo scrivere la tesi ecc.
Spero di non morire sotto le mie macerie.
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Il grande freddo
Negli anni ’80 c’e’ stato un film cult che ha fatto molto parlare di se’ perche’ affrontava il tema della generazione che aveva fatto il ’68. Per me il tema e’ sempre stato “affrontato” di striscio perche’, idealizzazioni a parte, il ’68 mi ha sempre urtato nel profondo. Nato, forse, da sentimenti sinceri, e’ subito stato “gelato” dalla logica dei partiti che hanno avuto premura di impossesarsene…
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