#gusto italiano
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Italia del Gusto
Questo è il mio canale su Loquis che racconta dell’Italia del gusto e dei sapori, dei prodotti tipici e dei piatti tipici, del buono e del sano, itinerari del gusto alla scoperta della bellezza dei luoghi e del buono delle loro tradizioni gastronomiche, lungo le Strade dei Sapori e dei Vini, piatti regionali della dieta mediterranea, eccellenze dell’Italia rurale, slow food, prodotti a km…
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#agroalimentare#cucina italiana#cucina tipica#enogastronomia#Grand Tour#gusto#gusto italiano#Italia#Loquis#podcast#prodotti tipici#Viaggio in Italia
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#festevaldarno#festearezzo#festevaldarmbra#sagretoscana#sagrevaldarno#sagrearezzo#sagrevaldambra#sagre#eventi#toscana#valdarno#valdambra#cibo italiano#gusto#estate
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Non pensavo che l'avrei mai detto, ma quanto mi mancava fare la spesa in un supermercato italiano. Poter scegliere fra più di tre verdure diverse e sapere che il pomodoro non avrà lo stesso gusto di una zucchina. E il banco gastronomia, non so se mi spiego, GASTRONOMIA.
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Creando un oc para emparejarla con mi nuevo gusto que se volvió más fuerte XD
Alice Marvon es una actriz francesa, esposa amorosa y elegante de Angus Ciprianni.
♡°Es una relación típica de amor bastante empalagoso, aunque Angus tiende a ser bastante más humorístico mientras Alice es más reservada pero ama su humor.
♡°Las diferencias culturales también son algo difícil en su relación y más cuando Alice preparando pasta hizo lo más terrible para un Italiano XD.
♡°Son como Alastor y Rosie sencillamente <3
#angus ciprianni#that's not my neighbor fanart#oc x canon#tnmn#that's not my neighbor#self ship#oc x canon shipping#oc art
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: Raffaello Sorbi (italiano, 1844-1931) ~ Fidia scolpisce la statua di Athena (1869), Olio su tela.
La produzione del Sorbi è molto caratterizzata da continui richiami al gusto settecentesco, medievale o addirittura pompeiano, come nel caso di questo dipinto dove ogni elemento è descritto con dovizia di particolari. L'opera fu commissionata allo scultore Giovanni Dupré, rimasto colpito dai marmi del Partenone conservati al British Museum. Nel dipinto l'artista è raffigurato in studio mentre confronta la sua creazione con una modella in posa, mentre sullo sfondo appare una lastra del fregio del Partenone.
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Siccome ho nostalgia del Lario mi sto leggendo con gusto La spartizione di Piero Chiara, in cui si narra la storia del Primo Archivista Emerenziano Paronzini che con un solo matrimonio guadagna in un sol colpo una moglie e due amanti, tutte e tre sorelle e tutte tre tacitamente d'accordo nello spartirsi il galletto nel pollaio. Sono abbastanza vecchio da ricordarmi il film di Lattuada con Tognazzi, c'era Milena Vukotic, una delle mogli di Fantozzi, che interpretava la sorella minore, c'era la meravigliosa Francesca Romana Coluzzi, una delle sex symbol della commedia scollacciata anni '70, c'era Angela Goodwin, c'era lo stesso Piero Chiara che interpretava uno della compagnia del baretto e Lattuada che interpretava il Dottor Raggi. A fare la via Reggina sul lago di Como, verso Menaggio, si potevano incontrare le stesse atmosfere del lago Maggiore, le stesse ville ottocentesche che trasudavano una tetra eroticità consumata all'ombra di improbabili palmizi mestamente tropicali.
Prossimamente: La stanza del vescovo e Il pretore di Cuvio.
(fun fact: il papà dell'italo-svizzero Piero Chiara era di Resuttano, Caltanisetta, trasferitosi a Luino per fare il doganiere)
(Piero Chiara, che fu tra l'altro anche vicepresidente del Partito Liberale Italiano, mi somiglia molto a mio nonno e per questo forse gli sono anche naturalmente affezionato)
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Nutella Pizza | GUSTO Italiano Market
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ci sto prendendo gusto a postare in italiano quindi beccatevi un altro mio tema che credo sia una delle cose migliori che io abbia mai prodotto
ENG: i'm enjoying this whole posting in italian thing so now you're getting another one of my essays- which i think is one of the best things i've ever written (use google translate or something)
CORO La vicenda si svolge nell’aldilà, nel labirintico supermercato che tutte le anime sono costrette ad attraversare per raggiungere la pace eterna. Si tratta infatti di una sorta di pellegrinaggio nel quale le anime riflettono sulla loro vita terrena mentre vagano per le corsie alla ricerca di un’uscita. In questo luogo si incontrano alcuni celebri personaggi: l’eroico Don Chisciotte della Mancia, il suo fedele compagno Sancio Panza e il principe di Danimarca Amleto.
[entrano DON CHISCIOTTE e SANCIO PANZA]
DON CHISCIOTTE Per l’amor di Dio, quale misterioso luogo è mai questo? Oh compare, questa è indubbiamente opera del terribile mago Frestone! Ma ora guarda, una schiera di nemici pronta ad attaccarci! [indica una scaffalatura piena di detersivi]
SANCIO PANZA Ma quali nemici? Quelli che stai indicando sembrano a me dei bizzarri recipienti inanimati. Nessuno di loro mi pare in alcun modo una minaccia.
DON CHISCIOTTE Oh Sancio, quanto sei inesperto! Quelli che vedi sono invero dei nemici, ma il tuo occhio ti inganna. Ascolta dunque chi è conoscitore delle avventure cavalleresche dei più nobili condottieri e fatti da parte! [brandisce la spada contro gli scaffali di detersivo]
[entra AMLETO]
AMLETO Ma che diamine state facendo, puntando la vostra arma a quel modo contro dei contenitori?
DON CHISCIOTTE State indietro! Siete disarmato, potreste rimanere ferito! Questi recipienti sono in realtà illusioni create dal temibile mago Frestone, colpevole del furto dei miei preziosi libri. È dunque mio dovere far fronte a questo pericolo, per difendere le donzelle di questa strana selva.
AMLETO E i danesi che davano a me del pazzo! Abbassate quella spada, suvvia! Le accuse di follia quasi mi costarono la vita, quando i miei stessi compagni, che ritenevo leali, mi condussero in Inghilterra perché io fossi ucciso! Voi invece siete qui, già graziati dal sonno eterno, e vi ostinate a combattere dei finti pericoli!
DON CHISCIOTTE Molte volte sono stato chiamato pazzo, ma siete voi incapaci di vedere la realtà per ciò che è e non per come appare. Una volta affrontai con audacia degli orrendi giganti, ai quali Frestone aveva fatto assumere le sembianze di semplici mulini a vento.
SANCIO PANZA Oh, avreste dovuto vedere il coraggio e la temerarietà con cui si scagliava verso i nemici!
AMLETO Non dubito certamente della vostra alacrità e forza! Ritengo tuttavia necessario farvi notare che ciò che voi chiamate nemici pericolosi, sono in verità dei bottiglioni appoggiati sopra ad uno scaffale. Vi invito invece a rivolgere le vostre energie e il vostro desiderio di giustizia nel combattere i veri antagonisti di questo mondo, ovvero gli uomini disonesti e sleali, coloro che sono usurpatori e traditori come lo fu mio zio nell’avvelenare mio padre e sposare mia madre.
DON CHISCIOTTE Non posso che concordare sull’esigenza di contrastare gli uomini malvagi, ma osservate ora attentamente: davanti a noi è posta una schiera di nemici, ordinatamente disposti e camuffati grazie alla magia del mago Frestone! Ma cosa accade ora laggiù? Avanti Sancio Panza, affrettati a soccorrere quella donzella che pare aver creato un grande trambusto urtando il ripiano!
[exit SANCIO PANZA]
DON CHISCIOTTE Decidete dunque se avete intenzione di affrontare insieme a me questo esercito o rimanere in disparte, che è giunto per me il momento di dare prova del mio coraggio!
AMLETO Perdonatemi ma proprio non riesco a capirvi: non credete che sia inutile perdere tempo a combattere quando abbiamo già concluso la più grande delle nostre battaglie, la vita?
DON CHISCIOTTE Che senso c’è allora se non combattiamo per qualcosa, per un ideale? Per quale motivo non lottate? Come fate ad essere in pace con voi stesso?
AMLETO Non ritengo ci sia bisogno di combattere in continuazione, ma è invece necessario ogni tanto soffermarsi a riflettere sulle nostre azioni, su ciò che stiamo facendo e chiederci per quale motivo lo stiamo facendo.
Nella mia vita spesso mi fermai a meditare sugli avvenimenti e sulla moralità delle azioni. Fui pure tentato di porre fine alla mia vita, ma fui frenato dal non conoscere cosa mi avrebbe aspettato nell’aldilà. Oh, come sono grato di essere stato bloccato da questo pensiero, perché se così non fosse stato mi sarei ritrovato prima in questa selva assurda!
#dovrei scrivere più spesso cose di questo genere#spyld posts#spyld#speak your language day#italian#questo vale la pena leggerlo giuro#prima o poi lo tradurrò#intanto usate google
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SENSI DELL'ARTE - di Gianpiero Menniti
ARTE STORIA DELLO STILE
Roberto Longhi, piemontese di Alba, classe 1890, è stato uno dei più pregevoli critici d'arte italiani.
Per alcuni, il maggiore.
Non faccio classifiche.
Ricordo solamente il suo concetto del fare artistico:
«[...] l'arte non è imitazione della realtà, ma interpretazione individuale di essa [...] Mentre il poeta trasfigura per via di linguaggio l'essenza psicologica della realtà, il pittore ne trasfigura l'essenza visiva: il sentire per l'artista figurativo non è altro che il vedere e il suo stile, cioè l'arte sua, si costruisce tutto quanto sugli elementi lirici della sua visione.»
Così affermava nella sua "Breve ma veridica storia della pittura italiana", effetto di un compendio proposto da Longhi, tra il 1913 e il 1914, per i maturandi dei licei romani "Tasso" e "Visconti".
Era un giovane laureato.
Ma tenne quell'impostazione per tutta la vita: l'arte nasce dall'arte.
Ed è dunque storia dello stile, o meglio degli stili.
Difficile tenere quel modello concettuale entro solidi margini nella creatività caotica dell'arte contemporanea.
A maggior ragione per chi come me sostiene che l'atto lirico non sia individuale e originale libertà ma il riflesso di una cultura che fa traccia nel tempo facendo del corpo dell'artista il suo strumento espressivo.
Eppure, quando osservo i cosiddetti "illustratori", tra XIX e XX secolo (tra i quali è annoverato Toulouse-Lautrec) che per me sono artisti senza alcuna limitazione, mi sento additato dalle parole di Longhi come in un invalicabile atto d'accusa.
René Gruau, al secolo Renato Zavagli Ricciardelli delle Caminate, riminese dalla nascita avvenuta nel 1909, è tra quelli che più di altri mi mettono in crisi.
Ma che, paradossalmente, concorre a salvare la mia tesi.
Infatti, mentre la sorprendente sintesi stilistica dell'artista italiano attraversa il '900 in un raffinato allungarsi e diffondersi di figure dalla strepitosa e diafana eleganza, corroborando la sentenza longhiana sulla traccia lirica come epicentro dell'arte, quelle apparizioni affascinanti altro non sono che l'espressione dell'estetica del secolo, punto di convergenza delle necessarie concatenazioni causali capaci di rendere riconoscibile il gusto per modelli rappresentativi inequivocabili: rammentano la stampa quotidiana e periodica, la pubblicità, il cinema, la moda di quegli anni ruggenti e tragici, disseminati di straripante follia ed estro creativo.
L'arte emerge dalla vita concreta delle società e dalla grafia delle loro visioni culturali.
Nondimeno, sono un tuffo nel passato recente, con una proiezione nel presente e nel futuro: la linea di Longhi mai spezzata nel suo farsi storico.
Dal fondo, emerge l'essere umano, illuso della libertà e immemore del destino di finitezza assegnata ai confini invalicabili di tempo e di spazio.
Che costui disegna nel colore di un'agognata dimenticanza.
- Le immagini sono un'antologia di espressioni figurative di René Gruau sparse lungo tutto il XX secolo.
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Cinema, da fast food.
Hollywood lo ha corteggiato, gli imponeva un linguaggio, ma Marcello non voleva snaturarsi. C'era in lui un'integrità, una natura semplice e semplificante di fare il mestiere d'attore, che lo guidava a condurre scelte tutte personali. L'uomo, invece, faticava alla comprensione di quel linguaggio, nella sua imposizione, seppur dotato di estrema sensibilità e riconosciuto come tale, celava in sé una certa diffidenza a prendere parte ad un meccanismo cinematografico da fast food. Lui, detestava sentirsi come un impiegato che necessariamente doveva "timbrare il cartellino", la sua creatività spontanea e delicatezza attoriale, erano soffocate da tutto questo. Ma il suo mestiere, in qualche modo, lo destinava sempre alla caparbia richiesta di prendere una decisione, di capire quanto "giocare" in un sistema cinematografico di cui non sentiva totale appartenenza, potesse essere necessario. Marcello, attore italiano instancabile, non voleva tramutarsi in eremita artistico, votato ad un confine, ma bensì gli era più congeniale vivere liberamente quel confine, come un turista di lusso, con il più autentico gusto della scoperta, alimento vitale e opportuno per chi, come lui, ha voglia di riempirsi gli occhi e la testa. Ma la sua propensione alla curiosità spontanea, lo spinge a sperimentare e a non rimanere mai statico, fermo in un ruolo solo, in un qualunque posto del mondo. Alimenta nella sua testa e nei suoi occhi, mondi appartenenti ai suoi personaggi, e riesce a farlo senza troppa ricerca, solo istinto, raccolto, racchiuso, in appartenenza. Lo fa di tanto in tanto, concedendosi uno sguardo al di fuori da sé, dal suo confine, in prima linea, rendendo esterofilo il suo sguardo attoriale, senza dimenticarne l'integrità. Solo istinto analitico e sensibilità bastante a tirare su un carattere, un personaggio che necessariamente non difendesse il ruolo dell'italiano medio ma che, integrandosi, ne ricordasse le radici, anche fuori dal suo confine natio. Marcello era fruitore del suo linguaggio, opportunamente aderente a lui, familiare, congeniale, caustico di un cinema che potesse comunicare e non consumare.
#marcello mastroianni#best actor#federico fellini#telefonamitra20anni#biografy#movies#attore#cinema italiano#italain
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Emis Killa, Club Dogo, J-Ax, Marracash - Se il mondo fosse
Invidio ai sordi la capacità
Di ascoltare con il cuore, ma
Invidio ai ciechi la capacità
Di guardare sempre un po' più in là
Invidio ai muti la capacità
Di dire tutto con uno sguardo
Io che ho tutto al mio posto, invece
Non vedo, non sento e non dico altro
Se il mondo non fosse cieco
Lo saprebbe che è rimasto al buio
Che dentro è marcio come un
Frutto nel sole di luglio
E non vi sembra assurdo che
Se il mondo ci sentisse
Ammetterebbe che la maggioranza è triste
Invece di dimostrarci senza tatto
Che Galileo si sbagliava di fatto
Perché il pianeta è piatto
E da mo che il mondo ha perso il gusto
Forse Gesù era solo un uomo giusto
Forse Gesù era a Woodstock
L’abc del rap italiano Pt.44
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Immaculate - La prescelta: Sydney Sweeney mostro di bravura
Immaculate - La prescelta, film con Sydney Sweeney nel ruolo di una suora, Cecilia, tra fede e body horror. Una cosa è sicura: l'attrice è sempre più un mostro di bravura.
Incredibile come Sydney Sweeney fosse riuscita a evitare nella sua ormai lunga carriera (nonostante la giovane età recita al cinema da 15 anni) un ruolo da scream queen. Proprio lei, che ha la presenza scenica perfetta per una parte del genere. Finalmente quel momento è arrivato. Ma, come ci ha abituato, non è scontato: invece che dare corpo a una studentessa in vacanza in una località isolata, pronta a farsi inseguire in bikini da qualcuno con una motosega, l'attrice si fa suora. In Immaculate - La prescelta, è Cecilia, novizia americana che vola in Italia per prendere i voti e seguire la propria vocazione.
Sydney Sweeney in Immaculate - La prescelta
Il convento in cui viene spedita, un posto in mezzo al nulla, che sorge sopra a delle catacombe, non è però esattamente quello che si potrebbe definire un luogo accogliente: come dicono le suore guidate dalla Madre Superiora (Dora Romano, meraviglioso volto del cinema italiano, pieno di una durezza d'altri tempi, che vorremmo vedere sempre più sul grande schermo) la fede è sofferenza. Essere la sposa di Dio significa quindi offrire il proprio corpo. A qualunque prezzo: anche a costo di provare dolore.
Il film di Michael Mohan, che con Sweeney ha già lavorato in The Voyeurs, gioca bene con body horror e thriller e sopratutto con la fotografia (firmata da Elisha Christian): in alcune scene è la stessa protagonista a illuminarsi con candele e torce, creando contrasti di luce in grado di costruire un'atmosfera sempre più piena di tensione e angoscia. Ma è proprio l'attrice a lanciare allo spettatore una sfida metatestuale davvero interessante: famosa per le sue curve e per l'essere sexy, al punto che c'è chi ha cercato di strumentalizzare il suo corpo definendolo la "risposta all'ideologia woke" (qualsiasi cosa questo voglia dire), Sweeney se ne riappropria sapientemente, non mostrandolo praticamente mai. Se volessimo definire Immaculate - La prescelta con una sola frase potremmo infatti definirlo così: il miracolo è mio e me lo gestisco io.
La trama di Immaculate: a cosa credi?
Non solo suore inquietanti. La trama di Immaculate vede infatti la presenza, sempre più asfissiante, di padre Sal Tedeschi (Álvaro Morte, il Professore della serie La casa di carta): ex biologo, è lui a scavare nel passato di Cecilia, scoprendo che la ragazza è quasi morta da piccola, cadendo in un lago ghiacciato. Da allora ha sentito fortissima la sua vocazione: Dio deve averla salvata per un motivo. Un motivo importante. Possibile che la ragione sia tra quelle antiche mura? Non ne è così certa Gwen (Benedetta Porcaroli): anche lei novizia, non è così ingenua e pura come la ragazza americana. Fuma e sa quando qualcuno le sta dicendo una bugia. Non riesce a convincersi che, proprio lì, sia avvenuto un miracolo. Padre Sal però ne è sicuro, così come il Cardinale Franco Merola (Giorgio Colangeli, in un momento d'oro della sua carriera). Che sia tutto previsto da un disegno divino?
Sydney Sweeney è sempre più brava
Non si perde in momenti morti e chiacchiere inutili Michael Mohan: Immaculate - La prescelta è diviso in tre atti, per una durata di 90 minuti, tutti necessari a raccontare la storia di Cecilia e del suo miracolo. Il ritmo è dunque veloce, la tensione alta, il cast ottimo. Su tutti proprio la protagonista: Sydney Sweeney è in grado di passare dal candore più assoluto e innocente a una maschera di rabbia inarrestabile. Non temete infatti: se vi interessa il sangue ne avrete in abbondanza.
L'attrice si trasforma davanti ai nostri occhi in un angelo sterminatore, degno del miglior revenge movie. A impreziosire il tutto una confezione curata e un gusto evidente per il trucco prostetico. Si parla di fede e spirito santo in questo film, ma tutto è molto materico: la carne, ciocche di capelli tagliati, le piume strappate dei polli. E poi fiamme che lasciano segni, denti che cadono: in questo caso il corpo vince sullo spirito. Per arrivare a un climax intelligente e indimenticabile: il finale di Immaculate - La prescelta avrebbe infatti potuto prendere una strada più facile, consolatoria. Invece, anche qui, Sydney Sweeney accetta di rendersi protagonista di una scena ambigua e volutamente disturbante. È così che cresce un mostro di bravura: con scelte coraggiose e non scontate come questa.
Conclusioni
In conclusione Immaculate - La prescelta, il film di Michael Mohan unisce bene elementi del body horror al thriller, senza perdersi in scene e discorsi inutili, rimanendo compatto e dal ritmo serrato in tutti i suoi 90 minuti di durata. C'è grande gusto per il trucco prostetico e l'utilizzo della luce naturale, ma è Sydney Sweeney a brillare più di tutto: sempre più brava, passa con disinvoltura dall'essere un'ingenua a diventare un angelo sterminatore. Il finale di Immaculate - La prescelta resterà con voi a lungo.
👍🏻
Sydney Sweeney: sempre più brava.
Il ritmo serrato, senza scene e dialoghi inutili.
L'ottimo cast di contorno.
L'utilizzo della luce naturale.
Le props e il trucco prostetico.
Il finale che non si dimentica.
👎🏻
Chi è attento potrebbe anticipare presto molti dei colpi di scena.
Non vi aspettate il film definitivo su suore e horror.
#immaculate#sydney sweeney#recensione#movie review#review#recensione film#benedetta porcaroli#alvaro morte#immaculate 2024#immaculate la prescelta
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50 nerbate.
Espulso per sempre da tutte le scuole nazionali.
2 anni di galera, per adulti, non minori.
Al resto ci pensa Dio.
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Se questa è la scuola, meglio chiuderle tutte
A Fabriano alcuni studenti maltrattano e fanno morire un agnellino. Non ci sono più regole: ora punizione esemplare
di Francesco Teodori 24 Giugno 2024
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A volte è necessario anche per l’Inattuale abbandonare per un momento gli avvenimenti internazionali e abbassare lo sguardo verso la vita quotidiana, fonte inesauribile di indignazione. Il nostro sdegno si volge oggi verso la scuola e la sua squallida decadenza.
Alcuni studenti dell’istituto tecnico agrario di Fabriano, piccola e splendida città nelle Marche, mentre stavano svolgendo un periodo di alternanza scuola-lavoro all’interno di un’azienda agraria che ospita animali da allevamento (nello specifico pecore) hanno pensato bene di maltrattare un po’ le povere bestie. Uno di loro in particolare le ha aggredite calciandogli ripetutamente addosso un pallone. Mentre le pecore scappavano impaurite uno degli studenti ha catturato un agnellino, anch’esso in fuga per la paura, e l’ha lanciato al di fuori del recinto dove erano tenuti gli ovini.
Dopo aver rincorso la povera bestiola lo stesso studente lo ha acciuffato nuovamente, scaraventandolo all’interno del recinto da cui l’aveva prelevato. Il tutto sotto lo sguardo divertito del gruppo. L’agnello, secondo il verbale del direttore dell’azienda agraria indirizzato al dirigente scolastico della scuola, a causa del trauma subito ha riportato la paralisi di tutti e quattro gli arti ed è in seguito morto dopo una tremenda agonia.
Tutta la scena è stata ripresa dalle telecamere installate all’interno dell’azienda agricola. Da quanto abbiamo appreso da una docente dell’istituto, la quale ci ha anche raccontato per prima questa triste vicenda, al momento la decisione sulla sanzione da infliggere ai ragazzi (quasi tutti minorenni) responsabili di questo gesto efferato non è stata ancora presa. Nel frattempo, è stato chiesto ai carnefici di redigere un “tema” in cui avrebbero dovuto riportare una riflessione su quanto accaduto.
Da molti anni ormai osserviamo un rapido ed inesorabile disfacimento dell’istituzione scolastica in Italia, un declino a cui nessuno sembra voler prestare adeguata attenzione e che passa non tanto dalla, in genere pessima, preparazione degli studenti italiani, quanto proprio dall’incapacità della scuola di agire sulla formazione del carattere dei ragazzi. Questo sconcertante episodio ne è la prova.
Un agnello, simbolo dell’innocenza, è stato fatto oggetto della più assurda e gratuita brutalità. Una crudeltà senza scopo e dunque ancora più inquietante. Uccidere per gioco. Seviziare per il semplice gusto di farlo. Per di più un animale destinato ad essere parte di una fattoria didattica, dove le bestiole vengono allevate e curate dalla nascita fino alla morte naturale.
Se la scuola non è in grado di far comprendere a chi la frequenta la distinzione tra bene e male, tra civiltà e barbarie, allora tanto vale rinunciarvi definitivamente. Si chiudano tutte le scuole e si lasci che siano i social network, la strada, la musica o i siti porno ad educare i ragazzini. Se i risultati sono quelli che vediamo, almeno si risparmierebbero soldi pubblici, non più sprecati in inutili programmi educativi.
Ci domandiamo, dunque, se questa è la scuola. Se in un paese che si dica civilizzato sia possibile tollerare episodi del genere senza procedere, una volta appurati i fatti con certezza, ad una punizione esemplare, ammesso che ve ne siano per un gesto tanto crudele.
Così come ci domandiamo come sia possibile che un insegnante guadagni quanto un netturbino, che si possa dare delle “puttana” ad una professoressa senza temere alcuna conseguenza, che quasi la metà degli studenti al termine della scuola superiore non capisca un testo scritto in italiano. E nonostante ciò vengano promossi anche a pieni voti. In attesa di conoscere quale sia l’esito di questa tragica storia che abbiamo raccontato, ci auguriamo che il sacrificio involontario di quel povero agnellino serva quantomeno a far riflettere chi dovrebbe riflettere. E a far vergognare chi dovrebbe vergognarsi.
Francesco Teodori, 24 giugno 2024.
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Non ci sono parole, per di più frequentano una scuola ad indirizzo agrario.
Sarà un caso isolato di giovinastri senza educazione, cultura, formazione civica e formazione genitoriale? Non credo, è la china in discesa che hanno preso questi piccoli delinquenti da quattro soldi.
Ma forse anche sui genitori si dovrebbe indagare a fondo.
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“El amor es fe y no ciencia”
Francisco de Quevedo
Fue un noble, político y escritor español nacido en Madrid en septiembre de 1580, reconocido como uno de los mas notables poetas de la literatura española del siglo de oro.
Nació en el seno de una familia de hidalgos en las montañas de Cantabria. Nació cojo, con ambos pies deformes y una severa miopía, por lo que pasó una niñez solitaria y triste, soportaba la burlas de otros niños y se entregó compulsivamente a la lectura.
Entre 1596 y 1600, fue llevado al colegio imperial, en donde estudió lenguas clásicas, francés, italiano, filosofía, física, matemáticas y teología en la Universidad de Alcalá.
Entre 1601 y 1605 estudia en la Universidad de Valladolid en donde circularon los primeros poemas de Quevedo que imitaban o parodiaban los de Luis de Góngora el poeta y dramaturgo español.
En 1605 se publica en Valladolid la antología poética de Pedro Espinosa titulado “Flores de poetas ilustres” en donde se publican 18 composiciones de Quevedo.
Durante su vida estudiantil escribió opúsculos desvergonzados y de mal gusto, de los cuales el mismo desdeñaría y que al tiempo el mismo se vio obligado a denunciarles a la inquisición para evitar que se hicieran ricos los impresores que comenzaron a publicarlas por medios impresos.
Entre 1606 y 1611 entregado a las letras escribe 4 de sus sueños, comenzando por el “Sueño del juicio final”, a quien el duque de Osuna le niega la autorización para imprimirlo, y por lo cual debe trasladarse a Toledo. En ese tiempo se gana la amistad de Félix Lope de Vega, uno de los poetas y dramaturgos mas importantes del Siglo de Oro español, así como de Miguel de Cervantes, célebre autor de la novela “El ingenioso hidalgo Don Quijote de la Mancha”.
Quevedo atacó sin piedad a dramaturgos como Juan Ruiz de Alarcón y dirigió severas criticas a Luis de Góngora, acusándolo de ser un sacerdote indigno, homosexual, escritor sucio y oscuro.
En 1616, recibió el hábito de Caballero de la orden de Santiago y al parecer falsamente acusado de haber participado en la conjuración de Venecia, entre 1619 y 1621, es desterrado a una comunidad autónoma de Castilla-La mancha llamada Ciudad Real, en donde aislado de las tormentosas intrigas cortesanas escribirá algunas de sus mejores poesías y hallará consuelo a sus ambiciones cortesanas en la doctrina estoica de Séneca, y es en ese tiempo que obra su lectura, traducción y asimilación del estoico “Manual de Epicteto”.
En 1639 bajo oscuras acusaciones por problemas de corrupción, Quevedo es encarcelado en el convento de San Marcos, se confiscaron sus libros y fue llevado a la fría y minúscula celda en donde permaneció hasta 1643. Cuando salió en libertad, su salud estaba muy quebrantada por lo que decidió retirarse definitivamente a la Torre Juan Abad.
Francisco de Quevedo murió en el convento de los padres dominicos de Villanueva de los Infantes en septiembre de 1645.
Fuentes: Wikipedia y biografiasyvidas.com
#poetas en español#españa#citas de reflexion#citas de escritores#escritores#frases de poetas#citas de poetas#poetas#francisco de quevedo
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2:37 a.m.
oggi com'è andata? cerco di ignorarlo ma c'è sempre qualcosa che sembra detto apposta per dire la cosa offensiva.
oggi facciamo i nomi direttamente.
Eleonora sta in turno con me e non mi parla, di nuovo, va bene come vuoi, non le chiamo ordini dalla cassa perché sta in fondo al bancone a fare altro, viene e mi dice "puoi chiamarmi gli ordini, non ti sbrano, ti ho spiegato le cose con "amore, cucciola, patata" (non ricordo esattamente i nomignoli detti) poi mi sono rotta il cazzo" io non rispondo e penso "si ma non ho capito cosa ti ho fatto per cui devi avercela con me da dopo due settimane da che lavoro qui, è un mese che vai avanti a trattarmi così, dimmi cosa ti ho fatto piuttosto, no??
anyway, cliente mi chiede un gelato e la scena si riassume in:
signora X: "scusa questo che gusto è?" non c'è il coso col nome
io: "bella domanda, aspetti che chiedo" signora ride
vado verso il laboratorio e il colore del gelato sotto quella luce da giallo diventa verde acido(che è un verde che tende al giallo ma ok) e chiedo alla titolare: "Carolina scusami quel gusto verde tipo davanti al mango, cos'è?"
Carolina: "è giallo, non verde, sei daltonica. è frutto della passione"
io: "vabè, grazie"
ora, a parte che sei daltonica usato con tono offensivo punto primo anche meno, punto secondo stai davvero cercando di offendermi?? con un sei daltonica?? okay
ma soprattutto, SE FAI I GUSTI E NON METTI IL CARTELLINO PUTTANA VACCA DIMMI CHE GUSTO È E SOPRATTUTTO DIMMI DI CHE CAZZO CHE CAZZO DI COLORE INDEFINITO HAI FATTO QUEL GELATO CHE A SECONDA DELLA LUCE È GIALLO O VERDE, CHE CAZZO.
poi primo pomeriggio attaccano due in turno e una mi chiede "ma chi ha fatto i gelati sta mattina?" e io "in che senso?" perché non capisco il senso della domanda, oggettivamente e dopo un po' manda lì l'altra che è entrata in turno e le dice vari gusti e questa fa facce strane
ASCOLTA AMORE, SE MI CHIEDONO LE VASCHETTE IO COSA FACCIO, GLI TIRO FUORI IL GELATO E POI SISTEMO PERFETTO IL GELATO NELLA NOSTRA VASCHETTA DI METALLO COSÌ SEMBRA APPENA MESSO??? NO PERCHÉ MI MANCAVA QUESTA
quella di Yamamay oggi tarda che prima mi fa che cercano, le lascio il CV e mi dice che non sta cercando, zia è italiano, sappiti esprimere.
in compenso Eleonora che sparla di me con i clienti e con altri che lavorano dentro al centro commerciale mentre sono in turno con lei/appena ha staccato e sta davanti al bancone e con nonchalance parla e casualmente le persone non guardano lei ma me, non per essere cattiva ma a me non dici qual è il problema ma a questi si? quanti anni hai, 12??
oggi com'è andata? 15:35 ho staccato, ho preso una granita alla menta e sono andata a casa solo aver lasciato il CV da Yamamay.
oggi com'è andata? Noah Lyles ha corso la finale dei 200m con il COVID e ha vinto un bronzo olimpico, se ce l'ha fatta lui, posso farcela(spirito guida Noah Lyles)
oggi com'è andata? Gianmarco Tamberi ha avuto coliche per 10 giorni? persino ore prima della finale, è finito in ospedale ed è stato dimesso per tempo, se ce l'ha fatta lui, posso farcela
oggi com'è andata? sono stanca ma non ho sonno, altro che la mia amica con la melatonina.
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Il Déco in Italia
L’Eleganza della Modernità
a cura di Francesco Parisi
SilvanaEditoriale, Cinisello Balsamo 2022, 304 pagine, 315 ill., 24 x 28 cm, Brossura con alette, ISBN 9788836653966
euro 36,00
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Il Déco in Italia, l’eleganza della modernità è il titolo della mostra inedita che il Forte di Bard ospita dal 2 dicembre 2022 al 10 aprile 2023. Il volume, muovendo dalla sezione italiana dell’Exposition internationale des arts décoratifs et industriels modernes, evento epocale che si tenne a Parigi nel 1925 e da cui deriva il termine “Déco”, intende restituire, attraverso 230 opere circa, una fotografia di quanto si andava producendo in quegli anni non solo nelle arti decorative e nella grafica, ma anche in pittura, scultura e architettura. L’obiettivo è quello di scoprire il fil rouge del gusto déco italiano che, tramite le necessarie intersezioni di stili e temi guida – come la danza, la maschera e la spinta sintetica nell’analisi formale di animali esotici –, favorì quella ricerca orientata verso una maggiore struttura architettonica e geometrizzazione delle forme. Tra le opere illustrate, per citarne solo alcune, le sfavillanti ceramiche firmate da Gio Ponti per Richard Ginori e quelle celebri di Francesco Nonni, le delicate trasparenze buranesi di Vittorio Zecchin, gli straordinari dipinti di Aleardo Terzi e Umberto Brunelleschi, che segnano un versante più illustrativo della pittura di quegli anni, e i progetti di Armando Brasini e Piero Portaluppi. Spazio è dato anche a quel sottile legame che avvicinò il secondo Futurismo alla temperie déco, testimoniato dalla partecipazione all’Expo parigina di Giacomo Balla, Fortunato Depero ed Enrico Prampolini.
09/03/23
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