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#giuseppe carta
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A reflection on Assisi in an olive
This large sculpture of an olive by Giuseppe Carta is called Germination of Peace. It can be found in front of the Basilica of San Francesco
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raoullemercier · 2 months
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2024 Spoletto, Germinazione della Pace, 2023 Giuseppe Carta
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giuseppe-carta · 2 years
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Il miracolo dei rei, prossime proiezioni
Domenica 22 Gennaio 2023 all’ex Ma’ (Cagliari via Sonnino presso Piazza Gramsci) ci sarà una proiezione del Miracolo dei rei ore 18,30 ll 28 lo daranno su Rai tre Sardegna in lingua sarda. Giuseppe Carta interpreta la parte di un ergastolano del napoletano Film documentario  “Il Miracolo dei Rei“ 52’ di Alessandra Usai  Il Miracolo dei Rei, scritto e diretto da Alessandra Usai e…
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seaismydrug · 6 months
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Ho incontrato Giuseppe durante un evento universitario a Catania. Imprenditore agricolo con una visione dell' "Agricoltura" differente dal tradizionale contadino. Ha sempre sottolineato che per lui l'agricoltura non è solo "produrre e vendere", ma creare e regalare emozioni. Proprio per questo ha dato vita a un progetto fuori dal comune, creando campi di esperienze con tulipani, girasoli, lavanda e zucche, il tutto abbinato ad opere d'arte.
Oggi ho visitato uno di questi campi e alla fine ho trovato delle "antiche scrivanie" a disposizione per scrivere lettere.
Prima di consentirci l'accesso al campo, ha chiarito che erano state posizionate lì per rappresentare un momento privato con noi stessi.
"Deve valere la gioia, non la pena", ha detto.
Così, alla fine della mia visita, mi sono seduta a quella scrivania e ho lasciato che il mio cuore guidasse la penna, lasciando scorrere non solo parole ma anche lacrime. Scrivere mi sta aiutando molto: mi libera da pesi che non posso condividere con gli altri e mi permette di mettere su carta ciò che penso davvero, concretizzando ciò che mi ferisce e ciò che mi fa stare bene.
Scrivere è una forma di salvezza, almeno per me. Mi sono promessa di raggiungere molti obiettivi, ma il primo e più importante è imparare ad amarmi di più.
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Grazie Giuseppe, perché oggi ho percorso 300 km per raccogliere tulipani, ma oltre quelli, sono tornata a casa con la consapevolezza di aver aiutato la mia anima a ritrovarsi almeno un po' di più .
Mi vorrò bene ✨🌷
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curiositasmundi · 1 month
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[...]
Ora, noi non vorremmo spingerci a dire che sia imparentato con Vincenzo Visco, detto dai contribuenti “Dracula” (a proposito: qualcuno ha più sentito parlare la Lega di flat tax?). Non è che lo vogliamo precisamente proporre come segretario del Pd al posto di Elly Schlein o come bandiera del “sistema” e dell’“establishment” (anzi: dell’élite) portato al governo dal Bilderberg e da George Soros. Però qualcosa dobbiamo dirla. Siamo lieti, ecco. Non abbiamo difficoltà a confessarlo. Siamo lieti che Matteo Salvini, l’uomo pescato più volte al mare insieme col pesce azzurro, attualmente vicepremier, ministro dei Trasporti e segretario della Lega, nei fatti rappresenti l’intersezione insiemistica di Giuliano Amato (quello del prelievo forzoso dei conti correnti) e di Mario Monti (quello dell’austerity).
Salvini è infatti vittima di una grave ingiustizia. Bisogna cominciare a dirlo. Giù le mani da Salvini! Egli viene infatti giudicato per quello che dice, e non per quello che fa. Dice che “con meno armi c’è meno guerra”?  Sì, però non c’è nessuno in Parlamento che abbia votato con costanza, fedeltà (e accanimento) a favore dell’invio delle armi in Ucraina come Salvini e la Lega. Egli farà pure il putiniano da hotel Metropol su Facebook o su Instagram, ma poi guardatelo al Senato: è assai più atlantista di Giuseppe Conte e di gran parte del Pd che addirittura mette in discussione l’appartenenza dell’Italia alla Nato. Lui e Joe Biden: fratelli. Dicono che sia razzista. E in effetti su Instagram trasmette solo video di neri che fanno cose brutte. Però quale governo in Italia ha accolto più migranti di tutti? Ma quello con Salvini, ovviamente, che ha votato e fatto votare alla Lega il decreto flussi. Un record di neri sbarcati nel nostro paese (sai quanti video adesso sui social). E poi: chi ha cancellato il Superbonus? E chi ha cancellato il Reddito di cittadinanza? Lui, lui, e sempre lui. Matteo nostro. Il figlio segreto di Angela Merkel e Ursula von der Leyen. A Palazzo Chigi gli danno la sua Settimana Enigmistica con la biro, le sue forbici con la carta bianca per ritagliare gli elefanti e lui vota qualsiasi cosa. Certo le spara grosse, a volte sembra un picchiatello, non ha inibizioni né pudori né freni, ma non si può giudicare un uomo dalle apparenze.  Per una volta, stiamo ai fatti. Questo fa tutto il contrario di quello che dice. E’ una garanzia: Salvini, (non) basta la parola.
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aitan · 1 year
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FRATTAMAGGIORE, la cittadina dei record.
"Nella classifica dei comuni finiti nel mirino dell’indagine di Tuttoscuola Frattamaggiore si colloca al primo posto: nei quattro istituti paritari della città gli iscritti all’ultimo anno sono aumentati di 1.411 unità."
www.tg24.sky.it/cronaca/2023/08/25/napoli-diplomi-facili
”In 14 comuni su 35 (il 40%), da San Giuseppe Vesuviano a Frattamaggiore, da Ottaviano ad Acerra, il sorpasso è già avvenuto e la scuola statale è già minoranza."
www.tuttoscuola.com/dossier-diplomifici-scuola-statale-in-minoranza/
Prima di partire per le vacanze avevo scritto questo testo sul fenomeno dei diplomifici e sulle migrazioni di massa di giovani e di adulti che, dal profondo Nord, scendono a Sud per venire a comprarsi un pezzo di carta con valore legale.
Oggi leggo che proprio la città in cui vivo è uno dei centri di più fervente attività di queste fabbriche di diplomi.
'O scuorno 'nfaccia!
Anche se, come ho cercato di spiegare nell'articolo del 30 luglio, in realtà, si tratta di una vergogna nazionale che da queste parti ha solo la sua principale piazza di spaccio.
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Já assistiu Malena? Não? Então você precisa assistir!
A primeira vez que assisti o filme Malena do cineasta italiano Giuseppe Tornatore, foi na TV aberta na sessão de sábado na TV Globo. Tinha por volta dos meu 9 para 10 anos e me recordo da beleza de Mônica Bellucci no papel título do filme. Me lembro que fiquei fascinada pela desenvoltura e sensualidade da atriz no auge da beleza.
Malena é um dos meus filmes preferidos que tem como pano de fundo a segunda guerra mundial. O filme se passa no final da guerra e conta a história do adolescente Renato e seu interesse quase obsessivo pela filha do seu professor, Malena Scordia.
Renato mora em uma pequena vila na sicilia junto com seus pais e mais três irmãos mais velhos que ele. Renato como todo adolescente em face de puberdade começa a nutri desejos sexuais e a competir pela atenção das meninas mas ao conhecer uma jovem senhora casada cujo o marido se encontra na África lutando pela Itália, se vê envolvido numa quase obsessiva perseguição pela atenção da jovem.
Madalena Scordia, mais conhecida como Malena é personificação da sensualidade feminina, é desejada por todos os homens da cidade, mas seu coração pertence a um único homem, seu marido Nino Scordia um soldado da frente italiana mandado para combate no continente africano. Malena é filha única de um velho professor que leciona em uma escola em que Renato estuda. Por vezes é motivo de chacota por parte dos alunos que se aproveitam da deficiência da perda de audição dele para proferir maldizeres contra Malena.
No filme a personagem Malena atua como agente passiva, e tudo se passa no ponto de vista do personagem Renato. Mesmo Malena não tendo muitas falas, podemos vê através de suas expressões faciais os sentimento expostos como a tristeza retrata em seu olhar, sempre com o rosto cabisbaixo. Malena é invejada pelas mulheres da vila, o que aumenta quando se chega a notícia falsa do falecimento do Nino, que faz que muitas temem perderem seus maridos. Podemos notar como a rivalidade feminina causou a destruição na vida de Malena, depois da perda do marido e da morte do pai em um bombardeio aéreo, ela se vê sozinha e renegada pela sociedade, para os homens em apenas um objeto de seus desejos impróprios, para as mulheres uma rival a altura. Renato parece ser o único a solidarizar com destino da mulher, que chega a se prostituir pelo um prato de comida.
Malena fala sobre a descoberta da sexualidade, mas também do papel da mulher no século XX. Me pego a pensar que o destino de Malena poderia ser diferente se ela fosse acolhida pelas pessoas do vilarejo. Ela foi julgada por ser bonita, jogada na cova dos leões, foi lhe tirada sua casa, seu sustento, foi acusada injustamente por um crime que não cometeu, obrigada a se prostituir, espancada em praça pública e condenada definitivamente pela a sociedade local a não pisar mais em sua terra. E para quer afinal? Por meros preconceitos.
A parte boa do filme é que temos um reencontro. O marido de Malena, reaparece, após um desencontro na troca dos nomes dos mortos. Acontece que com a confusão, Malena já não se encontra na cidade, e fica para Renato escrever uma carta em que conta que Malena deve que ir embora pegando um trem para outro vilarejo.
No final do filme vemos Renato com seu novo amor, uma jovem de sua idade, observando com toda a cidade a chegada triunfal por assim dizer de Malena e seu marido. Aqui vemos mais uma hipocrisia da sociedade local, Malena antes desprezada, é acolhida como se nada tivesse acontecido pelas moradoras, em sinal de uma virtude inexistente do parte dessas senhoras.
Queria muito uma continuação, não bem uma continuação mas sim uma prequela da vida de Malena aos fatos anteriores ao ocorrido, sobre a perspectiva dela. O que o ocorreu durante esse tempo em que ela esteve afastada? Acho que nunca saberemos. Mas Malena é realmente uma obra de arte, um figurino impecável, cenários incríveis, fotografia genial e uma música inesquecível composta pelo magnífico Enio morricone.
Texto Léia Vanessa Guimarães
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Você pode assistir neste links aqui em baixo👇
Obs. O filme está no idioma original (italiano)
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pettirosso1959 · 2 years
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Un comunicato FARNETICANTE.
Farneticante, ignorante ed emesso con l'unico scopo di darsi un minimo di visibilità.
E' quello di un gruppo Ultras di Salerno, del quale nemmeno voglio pronunciare il nome, il quale, in un vaneggiamento zeppo di parole quali "identità" (ma quale, quella della omonima carta ?), "tradizione" (ma de che ?) e "Salernitanità" (mai sentita) , hanno praticamente MINACCIATO, nemmeno troppo velatamente, i tifosi del Napoli che vivono in quella città affinché non festeggino l'eventuale tricolore.
Fa rabbia , innanzitutto, leggere quanto bene ci vogliano nella nostra stessa regione, ad un tiro di schioppo da Napoli che, vorrei ricordare a queste amebe, è sempre il capoluogo di provincia della NOSTRA regione (sì, Regione, nostra) , TERZA città d'Italia per dimensioni nonché vanto assoluto della nostra Nazione in tutto il mondo nell'ambito di una qualsiasi risvolto storico-culturale, che sia mediterraneo, che sia antico, medievale, settecentesco, risorgimentale, moderno o altro.
A Salerno, invece, questi figuri parlano di "Salernitanità", come se il nostro vicinato gli facesse schifo (cosa tra l'altro risaputa, ma a Napoli chi se ne è mai fottuto).
Loro non vogliono mescolare la loro "Salernitanità" , alla "Napoletanità", questa sì, molto ben conosciuta, a differenza dell'altra.
Preferiscono la "Juventinità " e questo è risaputo, ma anche tante altre "inità" del nord Italia.
E transeat pure, chissenefotte, in fin dei conti, contenti loro, contenti tutti.
Ma passare alle minacce farneticanti, nei confronti di qualche povero Cristo che vuole esporre una bandiera o una sciarpa fuori ad un balcone, in quel di Salerno, qualifica molto bene questi soggetti e costituisce anche la necessità di un attenzionamento particolare delle forze dell'ordine.
Peraltro, Napoli e provincia sono ben zeppe, ahinoi, di juventini, interisti e persino milanisti.
Figuriamoci se i nostri tifosi (ne abbiamo "qualcuno" in più, per usare un eufemismo, rispetto alla Salernitana), dovessero andare casa per casa, soprattutto in provincia, per appiccare il fuoco a tutto quanto non è tifo per il Napoli.
I roghi sarebbero visibili anche a Salerno.
E forse la nostra superiorità, in fin dei conti, sta anche in questo.
Nel non "cagare" questi sfigati che, vergognandosi delle loro terroni origini, e della loro ancor più terrona terra, tifano per compagini di stanza aldilà del Rubicone, come se fossero casi patologici da curare.
E non sono i soli.
I casi patologici , a quanto pare, non vedono solo aldilà del Rubicone. Per qualcuno, prima del Rubicone, ultimo bastione da odiare, ci siamo noi. Da Giuseppe Sabatino.
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jugosocial · 1 year
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¿Una tercera guerra mundial ya predicha?
Un 15 de agosto de 1871 , Albert Pike – un capitán del ejército de los Estados Unidos- envió una curiosa carta al político italiano Giuseppe Mazzini en la cual, se atrevía a señalar que -a partir del año 1900- se sucederían dos guerras mundiales que cambiarían el mundo. Por desgracia acertó. “Hay que fomentar la Segunda Guerra Mundial aprovechando las diferencias entre los fascistas y los…
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cristo-salva · 1 year
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PEONES EN EL JUEGO
Peones en el juego Un agente de los servicios secretos británicos, Willian Guy Carr tachado por muchos de conspeiranoico y antimasonico publico en su libro Peones en el juego parte de la conrrespondencia mantenida entre 1870 y 1871 entre Albert Pike y Giuseppe Mazzini dos cualificados miembros de la cúpula masónica y satánica de los Iluminados. En ellas se diseñaron las tres grandes guerras mundiales. Albert Pike:fue un abogado estadounidense, militar, escritor y destacado activista francmasón, en 1859 fue electo Soberano Gran Comendador del Supremo Consejo de grado 33 para la Southern Jurisdiction o "jurisdicción meridional", una de las dos divisiones orgánicas del Rito Escocés Antiguo y Aceptado en los EE.UU. que ejerció hasta su fallecimiento.En el siglo XIX, estableció el marco para realizar Un Orden Mundial. Basándose en una visión que tuvo, Albert Pike escribió un plan de sucesos que se desarrollarían el siglo XX, con aún más sucesos por venir. Es este plan que creemos que líderes ocultos están siguiendo hoy en día para tramar la Tercera Guerra Mundial.  Giuseppe Mazzini:apodado "el alma de Italia"fue un político, periodista y activista italiano que bregó por la unificación de Italia. Ayudó al proceso de formación y unificación de la Italia independiente moderna a partir de los numerosos Estados, muchos dominados por potencias extranjeras, que existieron hasta el siglo XIX. También contribuyó a definir el movimiento europeo en pro de una democracia popular en un Estado republicano.  La carta Así, en carta dirigida a Mazzini con fecha del 15 de agosto de 1871 —hace más de un siglo— Pike le comunica que la Primera Guerra Mundial se debía generar para permitir a los Iluminados derrocar el poder de los zares en Rusia, y transformar este país en la fortaleza del comunismo ateo. Las divergencias provocadas por los agentes de los Iluminados entre los imperios británico y alemán —y también la lucha entre el pangermanismo y el paneslavismo— se debían aprovechar para fomentar esta guerra. Una vez concluída, se debía edificar el comunismo y utilizarlo para destruir otros gobiernos y debilitar a las religiones. La Segunda Guerra Mundial debía fomentarse aprovechando las diferencias entre fascistas y sionistas políticos. La lucha debía iniciarse para destruir el nazismo e incrementar el sionismo político, con tal de permitir el establecimiento del Estado soberano de Israel en Palestina. Durante la Segunda Guerra Mundial se debía edificar una Internacional comunista lo suficientemente robusta como para equipararse a todo el conjunto cristiano. En este punto se la debía de contener y mantener, para el día en que se la necesitase para el cataclismo social final. El objetivo de estas dos guerras —diseñadas en el siglo pasado— se ha conseguido. Queda por ver la Tercera Guerra Mundial. La Tecera Guerra Mundial se debe de fomentar aprovechando las diferencias promovidas por los agentes de los Iluminados entre el sionismo político y los dirigentes del mundo musulmán. La guerra debe de orientarse de forma tal que el Islam y el sionismo político se destruyan mutuamente, mientras que otras naciones se verán obligadas a entrar en la lucha, hasta el punto de agotarse física, mental, espiritual y económicamente. Albert Pike escribió a Giuseppe Mazzini que al final de la Tercera Guerra Mundial, quienes pretenden la completa dominación mundial provocarán el mayor cataclismo social jamás conocido en el mundo. Las masas decepcionadas ante la nula respuesta de las autoridades politicas y religiosas,serian llevadas a tal nivel de desesperación que destruirán al mismo tiempo el cristianismo y los ateismos; ,sera la union de todas la religiones y creencias antes conocidas en el mundo.Los Iluminati presentarian al mundo a un lider capaz de devolver la paz y la normalidad al planeta(que seria el nuevo Jesucristo para los cristianos,pero tambien el mesias para los judios y el mahdi que aguardan los mulsumanes)y todo el proceso desembarcaria finalmente en el Nuevo Orden Mundial.
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filorunsultra · 2 years
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SciaccheTrail: il ritorno
Avrei voluto scrivere questo articolo un anno fa, invece le cose non sempre vanno come le immaginiamo e forse è stato meglio così (l'articolo dell'anno scorso è qui).
Quest'anno Roby e Raffa non ci sono, ma c'è Dani, con un suo amico di Trento. Giulio non corre, ma è venuto a trovarci con la Cate e Ciorven prima di continuare verso Loano, dove domenica correrà la Maremontana. Ci sono anche Enrico Serena e suo figlio, ma nemmeno Enrico corre a causa di una caduta a Ultrabericus. Manu e Oscar sempre presenti, assieme al loro socio Paolo e a Giuseppe, il babbo del Manu e leggendario presidente del Ciuk Running Team.
Io e Andrea arriviamo a Monterosso il venerdì. Ci sono nuvole e vento ad aspettarci. Ritiriamo il pettorale e andiamo a mangiare una pizza con gli altri, poi ci nascondiamo in furgone.
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Una bellissima foto del Trento Running Club a colazione col Ciuk Running Team qualche minuto prima della partenza.
La notte piove e sono indeciso su come partire, ma alla fine mi decido per maglietta, borraccia e fascia: sempre evitare lo zaino a meno che non sia strettamente necessario. Anche il Pass giunge alla stessa conclusione, onorando gli dèi dell'ultrarunning.
L'aria della mattina è fresca ma si pregusta una giornata torrida. Sono sulla linea di partenza e sono calmo e mi sento bene. Ci scambiamo gli ultimi sguardi, poi partiamo. Corro a un ritmo sostenibile, sui 4:30', ma mi viene subito il fiatone e realizzo di essere sveglio da mezz'ora. In salita cerco il mio passo e dopo un quarto d'ora inizio a carburare. Guadagniamo dislivello e penetriamo le nuvole che avvolgono l'alta via con un'atmosfera particolare. L'ultima volta che ci sono stato fioccava e c'erano quindici centimetri di neve per terra: è un luogo che dà sempre grandi emozioni. Ora è umido e caldo, e io grondo di sudore e il sentiero è dritto e corro facile e siamo in tre. Loro usano i bastoncini e lo zaino gli balla dietro la schiena, e tallonano. Capisco che tipi sono e so che nella seconda parte potrebbero giocarsi qualche carta, ma la mia economia di corsa è migliore e so che è qua, dove si corre, che posso tirarli un po'. Così mi metto davanti e accelero leggermente, corro a bocca chiusa e perdono qualche metro, poi si lanciano a tuono in discesa. In salita sbacchettano e sul falsopiano perdono terreno: correte come dei cazzo di uomini. I chilometri passano e uno dei due inizia a lamentarsi di quelle forestali, ma per sua fortuna durano troppo poco. Cinquecento metri a picco sotto di noi il Mediterraneo.
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Le fottute scalette di Manarola, Cinque Terre
Arriviamo a Riomaggiore in un lampo e da qui in poi conosco il percorso. Dopo il paese c'è la prima rampa di scale, è verticale e durissima ma riprendo due o tre cadaveri. Solo una volta in cima mi accorgo di essermi imballato le gambe. Patisco il chilometro successivo ma poi mi riprendo. Passo a Manarola (35° km) in 3h45' ed è quanto basta per finire sotto le 5 ore e 15 come mi ero prefissato, ma qui inizia la sezione più dura e io lo so. Poco più avanti trovo Giulio, la Cate ed Enrico che ci aspettano e sono felice di vederli: sono sesto ma non lo so, penso di essere attorno alla quindicesima posizione così decido di non rallentare. Poi black out.
Volastra è il paese più odiato al mondo e la salita che vi conduce è micidiale. Nei 6 chilometri successivi calo il ritmo e vengo superato da quattro persone finendo in decima posizione, mangio l'ultimo gel e bevo e così dopo un po' mi riprendo, ma ormai ho perso tempo. A Corniglia riprendo a spingere e risale il morale. Ancora su e ancora giù, via un'altra, picchiata a Vernazza.
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Ancora scale: mani sulle ginocchia e su, i bastoncini andrebbero vietati sotto gli 80km
Inizio l'ultima, infame, scalinata. Sono riuscito a riprendere una posizione, ma non mi interessa granché in quel momento, così mi assesto su un ritmo sostenibile. Soffro ancora per qualche decina di minuti, poi il sentiero piega a sinistra e rientra seguendo il seno della costa, da cui vedo finalmente il paese e l'arrivo. Ancora qualche gradino, poi l'asfalto, entro in paese e svolto verso la spiaggia. Arrivo sul lungomare e vedo che tutti guardano nella direzione opposta alla mia: ho sbagliato strada, taglio il traguardo, mi butto per terra.
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Nudismo e ultrarunning a Monterosso. Marzo 2023
Una ragazza mi prende una birra: non voglio alzarmi e lei è la persona più vicina. Poi arriva Giulio. Mi racconta come ero messo a Manarola e facendo due conti capisco che potrei essere nei dieci, ma non so se sbagliando strada ho tagliato o ho perso posizioni. Ovviamente la seconda: in 300 metri ne ho perse quattro. Sarebbe stata la prima top-10 e invece anche sto giro ne resto fuori. Non che significhi molto, il livello era basso e il mio tempo è mediocre. Ho fatto una buona gara ma non ottima, ma i se e i ma che non contano un cazzo in questo sport.
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Restiamo a chillare al sole e a bere birre e a sparare stronzate e aspettiamo i nostri amici. Manu finisce con un gran tempo, soprattutto considerando che ha corso Ultrabericus la settimana prima; anche Andrea va alla grande e sono contento di vederlo soddisfatto. Poi arrivano Oscar, Dani e il suo socio, tutti insieme: il Dani ha avuto una giornata difficile ma sono felice di vederlo. Passiamo dei bei momenti insieme e mi godo questa bella comunità. Sciacche è diventato un bell'appuntamento e mi sono affezionato a queste terre ostili e inospitali.
Restiamo lì fino al tramonto, poi io e Andrea andiamo a mangiare una pizza e crolliamo a letto. Sognavo questo weekend qui da un anno e mezzo, ed eccoci qua.
Questa mattina ci siamo alzati e siamo andati a Riomaggiore a sentire la conferenza stampa per la 100km che vogliono organizzare l'anno prossimo. Nic e i suoi amici sono dei fumìni e ogni occasione è buona per lamentarsi di quelli del Parco e dei sindaci e della ndrangheta e delle navi da crociera e dei grandi bus. Ci fa sempre ridere e io e Andrea ci divertiamo ad ascoltarli. Andiamo a farci una focaccia e poi via verso Trento, pronti a macinare nuovi chilometri.
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Io e il Pass beviamo una radler in spiaggia a Monterosso e chiudiamo il weekend. Thanks bro.
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arcobalengo · 2 years
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Agli inizi degli anni Novanta era il pupillo di Riina. Si chiamava Matteo Messina Denaro. Ed era figlio di don Ciccio, capo mafia di Castelvetrano, in provincia di Trapani. Matteo era giovane, sconosciuto e impunito. Caratteristiche utili per guidare la “missione romana” dei trapanesi, voluta da Riina. Nella Capitale dovevano essere uccisi alcuni giornalisti per allontanare l’attenzione dalla Sicilia. Se necessario, bisognava portare anche l’attenzione sui vecchi brigatisti. Così spiegava Matteo Messina Denaro agli altri del commando omicida. Ma, soprattutto, bisognava raggiungere Roma per far fuori a colpi di kalashnikov il giudice Giovanni Falcone. Così a febbraio 1992, Matteo “U siccu” partì con altri picciotti di Cosa Nostra alla volta di Roma. Francesco Geraci arrivò in aereo con Enzo Sinacori, mentre Messina Denaro era partito con Renzo Tinnirello, e Giuseppe Graviano con Fifo De Cristoforo. Il gruppo di fuoco prese un alloggio ai Parioli e Geraci noleggiò un’auto perché era l’unico che aveva una carta di credito. Per quella trasferta il giovane Matteo diede a ciascuno cinque milioni di lire. Rimasero a Roma in tutto nove giorni. Il gruppo di fuoco cercò inutilmente Falcone nel ristorante “al Matriciano” nel quartiere Prati. Scoprirono in seguito che il giudice frequentava “La Carbonara”, nella centralissima Campo de’ Fiori. Poi fu la volta del Teatro Parioli, dove lavorava Maurizio Costanzo, e lì cercarono di capire dove piazzare il tritolo. Individuarono un cassonetto dell’immondizia. Entrarono anche in teatro per assistere al “Maurizio Costanzo Show”. Quel giorno, in sala, pare ci fosse anche Falcone. Improvvisamente però, il 4 marzo, Riina cambiò i programmi e ordinò ai picciotti di tornare a casa. Otto giorni dopo partì l’offensiva stragista in Sicilia. Il 12 marzo venne freddato a Mondello l’eurodeputato Salvo Lima, prima uomo del potentissimo ministro Giovanni Gioia, poi passato armi e bagagli dai fanfaniani a trasformare in corazzata nazionale il vascello laziale della corrente di Giulio Andreotti, portando in dote al sette volte presidente del Consiglio la cassaforte dei voti della famiglia più inquinata dell’Isola, come l’aveva definita il generale Carlo Alberto dalla Chiesa. Clientele e favori. Grandi affari e mafia. Fino al Maxiprocesso, che fu la condanna di Lima. Non era tra gli imputati, ma i tempi del giudizio coincisero con la sua parabola discendente. Lima era ormai incapace di garantire gli interessi di una Cosa Nostra alla ricerca di un canale per neutralizzare i guasti del pool antimafia di Giovanni Falcone.
Franco Fracassi - The Italy Project
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brasilconspiracao · 1 year
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Conexão da Máfia Italiana com a Maçonaria (a Máfia Italiana foi fundada pelo maçom Giuseppe Mazzini, esse que era amigo do maçom Albert Pike, fundador da Ku Klux Klan)
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Albert Pike trocou cartas com Giuseppe, numa delas ele revelou um plano maçônico para impor a doutrina Luciferiana no mundo após a Terceira Guerra Mundial.
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sardies · 18 days
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A Ozieri strumentazioni di ultima generazione per la lotta alle patologie neoplastiche
Da sinistra il dottor Giuseppe Carta, direttore SC chirurgia Ozieri, e il dottor Giuseppe Cherchi, dirigente medico della stessa SC Sassari. L’ospedale civile “Antonio Segni” di Ozieri è stato arricchito in questi giorni di un ecografo di ultimissima generazione, caratterizzato dalla presenza di una sonda endocavitaria ad indirizzo proctologico, capace di acquisire immagini bi e tridimensionali,…
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todademariablog · 1 month
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SÃO PIO X
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Papa da Terceira Ordem (1835-1914). Canonizado por Pio XII no dia 29 de maio de 1954.
Giuseppe Sarto, assim era o seu nome, nasceu em Riese (Treviso), em 1835, em uma família de camponeses. Depois de estudar no Seminário de Pádua, foi ordenado sacerdote aos 23 anos. No começo, foi vigário em Tombolo, após pároco em Salzano, depois cônego da catedral de Treviso, com o encargo de chanceler episcopal e diretor espiritual do Seminário Diocesano. Nestes anos de rica e generosa experiência pastoral, o futuro Pontífice mostrou aquele profundo amor a Cristo e à Igreja, aquela humildade e simplicidade e aquela grande caridade com relação aos mais necessitados, que foram características de toda a sua vida. Inscreveu-se na Ordem Terceira de São Francisco e do humilde e pobre Santo de Assis quis aprender mais profundamente as virtudes que sempre queria em seu coração.
Em 1884, foi nomeado Bispo de Mântua e, em 1893, Patriarca de Veneza. Em 4 de agosto de 1903, foi eleito Papa, ministério que aceitou com hesitação, porque não se considerava digno de uma tarefa assim tão alta.
O pontificado de São Pio X deixou um sinal indelével na história da Igreja e foi caracterizado por um notável esforço de reforma, sintetizado no seu lema Instaurare omnia in Christo (Renovar todas as coisas em Cristo). Suas intervenções, de fato, envolveram os diversos ambientes eclesiais. Desde o início, dedicou-se à reorganização da Cúria Romana; após, deu início aos trabalhos para a redação do Código de Direito Canônico, promulgado pelo seu Sucessor, Bento XV. Promoveu, em seguida, a revisão dos estudos e do “iter” (processo) de formação dos futuros sacerdotes, fundando também vários Seminários regionais, equipados com boas bibliotecas e professores preparados. Outro setor importante foi aquele da formação doutrinal do Povo de Deus. Desde os anos em que era pároco, havia escrito ele próprio um catecismo e, durante o episcopado em Mântua, trabalhou a fim de se chegasse a um catecismo único, se não universal, pelo menos italiano. Como autêntico pastor, havia entendido que a situação da época, também devido ao fenômeno da emigração, tornava necessário um catecismo a que todos os fiéis pudessem recorrer independentemente do local e das circunstâncias da vida. Como Pontífice, preparou um texto de doutrina cristã para a Diocese de Roma, que se difundiu depois por toda a Itália e no mundo. Esse Catecismo é chamado “de Pio X” e foi, para muitos, um guia seguro no aprender as verdades da fé através de uma linguagem simples, clara e precisa, com eficácia positiva.
Notável atenção dedicou à reforma da Liturgia, em particular da música sacra, para conduzir os fiéis a uma mais profunda vida de oração e a uma mais plena participação nos Sacramentos. No Motu Proprio Tra le sollecitudini (1903, primeiro ano de seu pontificado), ele afirma que o verdadeiro espírito cristão tem a sua primeira e indispensável fonte na participação ativa nos sacrossantos mistérios e na oração pública e solene da Igreja (cf. ASS 36 [1903], 531). Por isso, recomendou a recorrência frequente aos sacramentos, favorecendo a frequência cotidiana à Santa Comunhão, bem preparados, e antecipando oportunamente a Primeira Comunhão das crianças para em torno de sete anos de idade, “quando a criança começa a raciocinar” (cf. Sagrada Congregação De Sacramentis, Decretum Quam singulari: AAS 2 [1910], 582).
Fiel à missão de confirmar os irmãos na fé, São Pio X, frente a algumas tendências que se manifestaram no contexto teológico no final do século XIX e início do século XX, interveio decisivamente, condenando o “Modernismo”, para defender os fiéis das concepções errôneas e promover um aprofundamento científico da Revelação em consonância com a Tradição da Igreja. Em 7 de maio de 1909, com a Carta Apostólica Vinea electa, fundou o Pontifício Instituto Bíblico. Os últimos meses de sua vida foram marcados pelos clarões da guerra. O apelo aos católicos do mundo, lançado em 2 de agosto de 1914 para expressar “a amargura” do momento presente, foi o grito sofredor do pai que vê os filhos se colocarem uns contra os outros. Morreu pouco tempo depois, em 20 de agosto, e a sua fama de santidade começou a se espalhar rapidamente entre o povo cristão.
Queridos irmãos e irmãs, São Pio X ensina a nós todos que a base da nossa ação apostólica, nos vários campos em que atuamos, sempre deve ser uma íntima união pessoal com Cristo, a se cultivar e crescer dia após dia. Esse é o núcleo de todo o seu ensinamento, de todo o seu compromisso pastoral. Somente se estamos enamorados pelo Senhor seremos capazes de levar os homens a Deus e apresentá-los a Seu amor misericordioso, e, assim, apresentar o mundo à misericórdia de Deus.
No dia 20 de agosto de 1914, aos setenta e nove anos, Pio X morreu. O povo, de imediato, passou a venerá-lo como um santo. Mas só em 1954 ele foi oficialmente canonizado.
Fonte: ��Santos Franciscanos para cada dia”, Ed. Porziuncola
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scienza-magia · 1 month
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Il moto perpetuo della campana di Oxford
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La campana elettrica di Oxford ha una batteria che funziona da 200 anni, ma non si sa come sia possibile. Questa campana alimentata da due batterie suona sin dal lontano 1840 ed è uno degli esperimenti scientifici più longevi al mondo. Da anni è conservata nel Clarendon Laboratory dell'Università di Oxford da cui prende il nome. Quasi non si sente il suono della campana elettrica di Oxford, talmente è flebile. Nonostante ciò, la campana – che è anche conosciuta come "Clarendon Dry Pile" – ha iniziato a suonare già ben prima del 1840, e quindi da quasi due secoli. Ha visto tutto il vecchio secolo e i primi vent'anni di quello nuovo, e anche se è ampiamente invecchiata e sempre più "stanca", va ancora avanti grazie alle due batterie che la alimentano. Come siano fatte al loro interno, però, è ancora un mistero per gli scienziati: se le aprissero la campana si romperebbe, e a quel punto addio a uno degli esperimenti scientifici più longevi di sempre. Ma tutto ha una fine: secondo gli esperti ci vorrà circa una decina d'anni prima che anche questo sistema di batterie arrivi al termine, e finalmente si potranno aprire e studiare. Secondo gli studiosi il suono della campana si sarebbe verificato almeno 10 miliardi di volte, e proprio per questo motivo detiene il Guinness World Record come "la batteria più durevole al mondo". Da dove arriva la campana e l'enigma delle batterie Questo longevo esperimento scientifico è costituito da due campane di ottone, ognuna posizionata sotto una batteria a pila secca, e da una sferetta di metallo dal diametro di 4 millimetri che oscilla perpetuamente tra di esse grazie alla forza elettrostatica e che produce un suono (frequenza di oscillazione di 2 Hertz). Il reverendo Robert Walker, che all'epoca era anche professore di fisica all'Università di Oxford, acquistò la campana dai costruttori di strumenti Watkin and Hill che la avevano realizzata nel 1825 e la portò in classe per mostrarla ai suoi studenti. L'oggetto oggi si trova nel Clarendon Laboratory dell'università – da cui ha preso la prima parte del nome – protetta da ben due strati di vetro. Abbiamo capito perché si chiama Clarendon, ma invece Dry Pile? Tradotto dall'inglese significa "pila a secco". Questa seconda parte del nome le è stata attribuita perché le due batterie somigliano moltissimo a quelle "a muschio secco" realizzate dal prete e fisico italiano Giuseppe Zamboni. Queste batterie erano composte da almeno 2000 paia di dischi di stagnola incollati su carta impregnata di solfato di zinco e rivestiti sull'altro lato con biossido di manganese. Le pile non sono asciutte, ma contengono la giusta quantità d'acqua per fornire l'elettrolita senza causare cortocircuiti. Le batterie della campana di Oxford inoltre sono sigillate al loro esterno con un rivestimento che si ritiene sia di zolfo, e ciò le fa sembrare delle candele (tranquilli, è tutta apparenza: è impossibile che siano candele, sennò la campana non potrebbe funzionare). Tuttavia non è certo che siano pile di questo genere, e per sapere esattamente la loro composizione bisogna aspettare che le batteria muoiano: come abbiamo scritto in precedenza se dovessimo aprirle ora l'esperimento avrebbe fine, e gli scienziati vogliono farlo durare il più a lungo possibile. Perché è in funzione da così tanto tempo? Si pensa che almeno in parte il motivo per cui la campana suona da così tanto tempo sia dovuto al fatto che non richiede molta energia e che non ne spreca molta. Il dottor Robert Taylor dell'Università di Oxford ha spiegato: "Mentre si muove avanti e indietro, la piccola campana di piombo tocca le due batterie da entrambi i lati, e così facendo si carica e si scarica di continuo. Una piccola quantità di carica filtra tra le due estremità e l'unica perdita è la resistenza dell'aria". Quando smetterà di funzionare? La campana ha suonato per tanto tempo, ma non lo farà all'infinito, e presto o tardi smetterà di funzionare. Secondo Taylor ci vorranno tra i 5 anni o i 10 al massimo, visto che negli ultimi 40 anni ha rallentato sempre di più. Perché prima o poi tutte le batterie si esauriscono, e quando finirà l'energia la campana smetterà si suonare, rendendo l'Università di Oxford un po' più silenziosa. Fonti: University of Oxford - Atlas Obscura Read the full article
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