#giuseppe carta
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A reflection on Assisi in an olive
This large sculpture of an olive by Giuseppe Carta is called Germination of Peace. It can be found in front of the Basilica of San Francesco
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2024 Spoletto, Germinazione della Pace, 2023 Giuseppe Carta
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Il miracolo dei rei, prossime proiezioni
Domenica 22 Gennaio 2023 all’ex Ma’ (Cagliari via Sonnino presso Piazza Gramsci) ci sarà una proiezione del Miracolo dei rei ore 18,30 ll 28 lo daranno su Rai tre Sardegna in lingua sarda. Giuseppe Carta interpreta la parte di un ergastolano del napoletano Film documentario “Il Miracolo dei Rei“ 52’ di Alessandra Usai Il Miracolo dei Rei, scritto e diretto da Alessandra Usai e…
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Un libro dedicato al Domenichino del Sacro Monte di Varese. La presentazione e il suo ricordo in Basilica di San Vittore
Penso di non sbagliarmi nel pensare che il libro “DOMENICHINO del Sacro Monte di Varese“, scritto dall’amica Carla Tocchetti ed edito da Pietro Macchine Editore, sia stato concepito la sera del 10 aprile 2024 quando nella magnifica e gremita Chiesetta dell’Immacolata Concezione, che precede il Viale delle Cappelle del Sacro Monte di Varese, si è tenuto l’evento “Riscopriamo il Domenichino” a cura…
#Angela Dematté#Arcidiocesi di Milano#Basilica di San Vittore#Basilica di Varese#Carla Tocchetti#Carta di Varese#Chiesetta dell&039;Immacolata Concezione#Città Giardino#Cultura#divulgatore culturale#Domenichino#Domenico Zamberletti#Gianfranco Fabi#Giuseppe Zamberletti#lettura#libri#libri belli#libri che passione#libri da leggere#Luisa Oneto#Maricilla Piovanelli#Monsignor Ennio Apeciti#Monsignor Eros Monti#Monsignor Gabriele Gioia#musiche sacre#novità editoriale#organo#Pietro Macchione Editore#Protezione Civile#Sacro Monte di Varese
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Meno consumo energetico e riduzione della CO2 con le merci su rotaia: L'ultimo miglio ferroviario al centro della svolta green
La "Carta dell'ultimo miglio ferroviario" presentata a Padova mira a potenziare il trasporto merci su treno, riducendo il consumo energetico e le emissioni di CO2 fino all'80%.
La “Carta dell’ultimo miglio ferroviario” presentata a Padova mira a potenziare il trasporto merci su treno, riducendo il consumo energetico e le emissioni di CO2 fino all’80%. Il futuro del trasporto merci passa dalla rotaia, e in particolare dall’efficienza del cosiddetto “ultimo miglio”, un passaggio cruciale per la logistica green. Lo afferma la nuova “Carta dell’ultimo miglio ferroviario”,…
#Bernhard Kunz#Clemente Carta#decarbonizzazione#emissioni CO2#Fermerci#Giuseppe Rizzi#Green Logistics#Green Logistics Expo#hub and spoke#infrastrutture ferroviarie#infrastrutture nazionali.#innovazione ferroviaria#investimenti ferroviari#logistica ambientale#logistica green#Mercitalia#ministero delle infrastrutture#obiettivi 2030#PadovaFiere#Pwc#rete ferroviaria#RFI#riduzione CO2#Risparmio Energetico#Rse#shift modale#terminali ferroviari#trasporto merci#trasporto merci su treno#trasporto sostenibile
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PRIMA PAGINA Il Mattino di Oggi lunedì, 30 settembre 2024
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Ho incontrato Giuseppe durante un evento universitario a Catania. Imprenditore agricolo con una visione dell' "Agricoltura" differente dal tradizionale contadino. Ha sempre sottolineato che per lui l'agricoltura non è solo "produrre e vendere", ma creare e regalare emozioni. Proprio per questo ha dato vita a un progetto fuori dal comune, creando campi di esperienze con tulipani, girasoli, lavanda e zucche, il tutto abbinato ad opere d'arte.
Oggi ho visitato uno di questi campi e alla fine ho trovato delle "antiche scrivanie" a disposizione per scrivere lettere.
Prima di consentirci l'accesso al campo, ha chiarito che erano state posizionate lì per rappresentare un momento privato con noi stessi.
"Deve valere la gioia, non la pena", ha detto.
Così, alla fine della mia visita, mi sono seduta a quella scrivania e ho lasciato che il mio cuore guidasse la penna, lasciando scorrere non solo parole ma anche lacrime. Scrivere mi sta aiutando molto: mi libera da pesi che non posso condividere con gli altri e mi permette di mettere su carta ciò che penso davvero, concretizzando ciò che mi ferisce e ciò che mi fa stare bene.
Scrivere è una forma di salvezza, almeno per me. Mi sono promessa di raggiungere molti obiettivi, ma il primo e più importante è imparare ad amarmi di più.
Grazie Giuseppe, perché oggi ho percorso 300 km per raccogliere tulipani, ma oltre quelli, sono tornata a casa con la consapevolezza di aver aiutato la mia anima a ritrovarsi almeno un po' di più .
Mi vorrò bene ✨🌷
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Canivets
Piccoli capolavori anonimi (sec.XVII-XIX)
dalla collezione di Giuseppe Recchi
Flavio Cammarano, Giuseppe Recchi
Tecnostampa, Loreto 2024,152 pagine, 23x29cm, copia 025/300
euro 70,00
email if you want to buy [email protected]
Quest’opera presenta sessantuno canivets, preziose immagini devozionali manufatte prodotte in Francia, Germania, Austria, Svizzera, Boemia, Moravia e nei Paesi Bassi tra la metà del XVII e gli anni quaranta del XIX secolo.
Intagliati su carta o pergamena con un temperino a lama stretta, il canif, erano generalmente riservati a una cerchia ristretta di benefattori di ceto sociale elevato. La loro realizzazione, prevalentemente conventuale, richiedeva un lavoro di grande pazienza e abilità.
Le immagini pubblicate in questo libro, corredate da descrizioni molto ricche e dettagliate, dal punto di vista tecnico, simbolico e storico, fanno parte della pregiata e più ampia raccolta di Giuseppe Recchi, intenditore e collezionista.
Questo volume testimonia all’attuale e alle future generazioni la ricercata bellezza di tale forma d’arte popolare e può trasformarsi in un rilevante sussidio di conoscenza per l’orientamento degli appassionati del settore.
13/10/24
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[...]
Ora, noi non vorremmo spingerci a dire che sia imparentato con Vincenzo Visco, detto dai contribuenti “Dracula” (a proposito: qualcuno ha più sentito parlare la Lega di flat tax?). Non è che lo vogliamo precisamente proporre come segretario del Pd al posto di Elly Schlein o come bandiera del “sistema” e dell’“establishment” (anzi: dell’élite) portato al governo dal Bilderberg e da George Soros. Però qualcosa dobbiamo dirla. Siamo lieti, ecco. Non abbiamo difficoltà a confessarlo. Siamo lieti che Matteo Salvini, l’uomo pescato più volte al mare insieme col pesce azzurro, attualmente vicepremier, ministro dei Trasporti e segretario della Lega, nei fatti rappresenti l’intersezione insiemistica di Giuliano Amato (quello del prelievo forzoso dei conti correnti) e di Mario Monti (quello dell’austerity).
Salvini è infatti vittima di una grave ingiustizia. Bisogna cominciare a dirlo. Giù le mani da Salvini! Egli viene infatti giudicato per quello che dice, e non per quello che fa. Dice che “con meno armi c’è meno guerra”? Sì, però non c’è nessuno in Parlamento che abbia votato con costanza, fedeltà (e accanimento) a favore dell’invio delle armi in Ucraina come Salvini e la Lega. Egli farà pure il putiniano da hotel Metropol su Facebook o su Instagram, ma poi guardatelo al Senato: è assai più atlantista di Giuseppe Conte e di gran parte del Pd che addirittura mette in discussione l’appartenenza dell’Italia alla Nato. Lui e Joe Biden: fratelli. Dicono che sia razzista. E in effetti su Instagram trasmette solo video di neri che fanno cose brutte. Però quale governo in Italia ha accolto più migranti di tutti? Ma quello con Salvini, ovviamente, che ha votato e fatto votare alla Lega il decreto flussi. Un record di neri sbarcati nel nostro paese (sai quanti video adesso sui social). E poi: chi ha cancellato il Superbonus? E chi ha cancellato il Reddito di cittadinanza? Lui, lui, e sempre lui. Matteo nostro. Il figlio segreto di Angela Merkel e Ursula von der Leyen. A Palazzo Chigi gli danno la sua Settimana Enigmistica con la biro, le sue forbici con la carta bianca per ritagliare gli elefanti e lui vota qualsiasi cosa. Certo le spara grosse, a volte sembra un picchiatello, non ha inibizioni né pudori né freni, ma non si può giudicare un uomo dalle apparenze. Per una volta, stiamo ai fatti. Questo fa tutto il contrario di quello che dice. E’ una garanzia: Salvini, (non) basta la parola.
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FRATTAMAGGIORE, la cittadina dei record.
"Nella classifica dei comuni finiti nel mirino dell’indagine di Tuttoscuola Frattamaggiore si colloca al primo posto: nei quattro istituti paritari della città gli iscritti all’ultimo anno sono aumentati di 1.411 unità."
www.tg24.sky.it/cronaca/2023/08/25/napoli-diplomi-facili
”In 14 comuni su 35 (il 40%), da San Giuseppe Vesuviano a Frattamaggiore, da Ottaviano ad Acerra, il sorpasso è già avvenuto e la scuola statale è già minoranza."
www.tuttoscuola.com/dossier-diplomifici-scuola-statale-in-minoranza/
Prima di partire per le vacanze avevo scritto questo testo sul fenomeno dei diplomifici e sulle migrazioni di massa di giovani e di adulti che, dal profondo Nord, scendono a Sud per venire a comprarsi un pezzo di carta con valore legale.
Oggi leggo che proprio la città in cui vivo è uno dei centri di più fervente attività di queste fabbriche di diplomi.
'O scuorno 'nfaccia!
Anche se, come ho cercato di spiegare nell'articolo del 30 luglio, in realtà, si tratta di una vergogna nazionale che da queste parti ha solo la sua principale piazza di spaccio.
#diplomificio#diplomifici#diploma#diploma facile#Frattamaggiore#nord e sud#istruzione#scuola#formazione#titolo di studio
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Já assistiu Malena? Não? Então você precisa assistir!
A primeira vez que assisti o filme Malena do cineasta italiano Giuseppe Tornatore, foi na TV aberta na sessão de sábado na TV Globo. Tinha por volta dos meu 9 para 10 anos e me recordo da beleza de Mônica Bellucci no papel título do filme. Me lembro que fiquei fascinada pela desenvoltura e sensualidade da atriz no auge da beleza.
Malena é um dos meus filmes preferidos que tem como pano de fundo a segunda guerra mundial. O filme se passa no final da guerra e conta a história do adolescente Renato e seu interesse quase obsessivo pela filha do seu professor, Malena Scordia.
Renato mora em uma pequena vila na sicilia junto com seus pais e mais três irmãos mais velhos que ele. Renato como todo adolescente em face de puberdade começa a nutri desejos sexuais e a competir pela atenção das meninas mas ao conhecer uma jovem senhora casada cujo o marido se encontra na África lutando pela Itália, se vê envolvido numa quase obsessiva perseguição pela atenção da jovem.
Madalena Scordia, mais conhecida como Malena é personificação da sensualidade feminina, é desejada por todos os homens da cidade, mas seu coração pertence a um único homem, seu marido Nino Scordia um soldado da frente italiana mandado para combate no continente africano. Malena é filha única de um velho professor que leciona em uma escola em que Renato estuda. Por vezes é motivo de chacota por parte dos alunos que se aproveitam da deficiência da perda de audição dele para proferir maldizeres contra Malena.
No filme a personagem Malena atua como agente passiva, e tudo se passa no ponto de vista do personagem Renato. Mesmo Malena não tendo muitas falas, podemos vê através de suas expressões faciais os sentimento expostos como a tristeza retrata em seu olhar, sempre com o rosto cabisbaixo. Malena é invejada pelas mulheres da vila, o que aumenta quando se chega a notícia falsa do falecimento do Nino, que faz que muitas temem perderem seus maridos. Podemos notar como a rivalidade feminina causou a destruição na vida de Malena, depois da perda do marido e da morte do pai em um bombardeio aéreo, ela se vê sozinha e renegada pela sociedade, para os homens em apenas um objeto de seus desejos impróprios, para as mulheres uma rival a altura. Renato parece ser o único a solidarizar com destino da mulher, que chega a se prostituir pelo um prato de comida.
Malena fala sobre a descoberta da sexualidade, mas também do papel da mulher no século XX. Me pego a pensar que o destino de Malena poderia ser diferente se ela fosse acolhida pelas pessoas do vilarejo. Ela foi julgada por ser bonita, jogada na cova dos leões, foi lhe tirada sua casa, seu sustento, foi acusada injustamente por um crime que não cometeu, obrigada a se prostituir, espancada em praça pública e condenada definitivamente pela a sociedade local a não pisar mais em sua terra. E para quer afinal? Por meros preconceitos.
A parte boa do filme é que temos um reencontro. O marido de Malena, reaparece, após um desencontro na troca dos nomes dos mortos. Acontece que com a confusão, Malena já não se encontra na cidade, e fica para Renato escrever uma carta em que conta que Malena deve que ir embora pegando um trem para outro vilarejo.
No final do filme vemos Renato com seu novo amor, uma jovem de sua idade, observando com toda a cidade a chegada triunfal por assim dizer de Malena e seu marido. Aqui vemos mais uma hipocrisia da sociedade local, Malena antes desprezada, é acolhida como se nada tivesse acontecido pelas moradoras, em sinal de uma virtude inexistente do parte dessas senhoras.
Queria muito uma continuação, não bem uma continuação mas sim uma prequela da vida de Malena aos fatos anteriores ao ocorrido, sobre a perspectiva dela. O que o ocorreu durante esse tempo em que ela esteve afastada? Acho que nunca saberemos. Mas Malena é realmente uma obra de arte, um figurino impecável, cenários incríveis, fotografia genial e uma música inesquecível composta pelo magnífico Enio morricone.
Texto Léia Vanessa Guimarães
Você pode assistir neste links aqui em baixo👇
Obs. O filme está no idioma original (italiano)
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Un comunicato FARNETICANTE.
Farneticante, ignorante ed emesso con l'unico scopo di darsi un minimo di visibilità.
E' quello di un gruppo Ultras di Salerno, del quale nemmeno voglio pronunciare il nome, il quale, in un vaneggiamento zeppo di parole quali "identità" (ma quale, quella della omonima carta ?), "tradizione" (ma de che ?) e "Salernitanità" (mai sentita) , hanno praticamente MINACCIATO, nemmeno troppo velatamente, i tifosi del Napoli che vivono in quella città affinché non festeggino l'eventuale tricolore.
Fa rabbia , innanzitutto, leggere quanto bene ci vogliano nella nostra stessa regione, ad un tiro di schioppo da Napoli che, vorrei ricordare a queste amebe, è sempre il capoluogo di provincia della NOSTRA regione (sì, Regione, nostra) , TERZA città d'Italia per dimensioni nonché vanto assoluto della nostra Nazione in tutto il mondo nell'ambito di una qualsiasi risvolto storico-culturale, che sia mediterraneo, che sia antico, medievale, settecentesco, risorgimentale, moderno o altro.
A Salerno, invece, questi figuri parlano di "Salernitanità", come se il nostro vicinato gli facesse schifo (cosa tra l'altro risaputa, ma a Napoli chi se ne è mai fottuto).
Loro non vogliono mescolare la loro "Salernitanità" , alla "Napoletanità", questa sì, molto ben conosciuta, a differenza dell'altra.
Preferiscono la "Juventinità " e questo è risaputo, ma anche tante altre "inità" del nord Italia.
E transeat pure, chissenefotte, in fin dei conti, contenti loro, contenti tutti.
Ma passare alle minacce farneticanti, nei confronti di qualche povero Cristo che vuole esporre una bandiera o una sciarpa fuori ad un balcone, in quel di Salerno, qualifica molto bene questi soggetti e costituisce anche la necessità di un attenzionamento particolare delle forze dell'ordine.
Peraltro, Napoli e provincia sono ben zeppe, ahinoi, di juventini, interisti e persino milanisti.
Figuriamoci se i nostri tifosi (ne abbiamo "qualcuno" in più, per usare un eufemismo, rispetto alla Salernitana), dovessero andare casa per casa, soprattutto in provincia, per appiccare il fuoco a tutto quanto non è tifo per il Napoli.
I roghi sarebbero visibili anche a Salerno.
E forse la nostra superiorità, in fin dei conti, sta anche in questo.
Nel non "cagare" questi sfigati che, vergognandosi delle loro terroni origini, e della loro ancor più terrona terra, tifano per compagini di stanza aldilà del Rubicone, come se fossero casi patologici da curare.
E non sono i soli.
I casi patologici , a quanto pare, non vedono solo aldilà del Rubicone. Per qualcuno, prima del Rubicone, ultimo bastione da odiare, ci siamo noi. Da Giuseppe Sabatino.
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¿Una tercera guerra mundial ya predicha?
Un 15 de agosto de 1871 , Albert Pike – un capitán del ejército de los Estados Unidos- envió una curiosa carta al político italiano Giuseppe Mazzini en la cual, se atrevía a señalar que -a partir del año 1900- se sucederían dos guerras mundiales que cambiarían el mundo. Por desgracia acertó. “Hay que fomentar la Segunda Guerra Mundial aprovechando las diferencias entre los fascistas y los…
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PEONES EN EL JUEGO
Peones en el juego Un agente de los servicios secretos británicos, Willian Guy Carr tachado por muchos de conspeiranoico y antimasonico publico en su libro Peones en el juego parte de la conrrespondencia mantenida entre 1870 y 1871 entre Albert Pike y Giuseppe Mazzini dos cualificados miembros de la cúpula masónica y satánica de los Iluminados. En ellas se diseñaron las tres grandes guerras mundiales. Albert Pike:fue un abogado estadounidense, militar, escritor y destacado activista francmasón, en 1859 fue electo Soberano Gran Comendador del Supremo Consejo de grado 33 para la Southern Jurisdiction o "jurisdicción meridional", una de las dos divisiones orgánicas del Rito Escocés Antiguo y Aceptado en los EE.UU. que ejerció hasta su fallecimiento.En el siglo XIX, estableció el marco para realizar Un Orden Mundial. Basándose en una visión que tuvo, Albert Pike escribió un plan de sucesos que se desarrollarían el siglo XX, con aún más sucesos por venir. Es este plan que creemos que líderes ocultos están siguiendo hoy en día para tramar la Tercera Guerra Mundial. Giuseppe Mazzini:apodado "el alma de Italia"fue un político, periodista y activista italiano que bregó por la unificación de Italia. Ayudó al proceso de formación y unificación de la Italia independiente moderna a partir de los numerosos Estados, muchos dominados por potencias extranjeras, que existieron hasta el siglo XIX. También contribuyó a definir el movimiento europeo en pro de una democracia popular en un Estado republicano. La carta Así, en carta dirigida a Mazzini con fecha del 15 de agosto de 1871 —hace más de un siglo— Pike le comunica que la Primera Guerra Mundial se debía generar para permitir a los Iluminados derrocar el poder de los zares en Rusia, y transformar este país en la fortaleza del comunismo ateo. Las divergencias provocadas por los agentes de los Iluminados entre los imperios británico y alemán —y también la lucha entre el pangermanismo y el paneslavismo— se debían aprovechar para fomentar esta guerra. Una vez concluída, se debía edificar el comunismo y utilizarlo para destruir otros gobiernos y debilitar a las religiones. La Segunda Guerra Mundial debía fomentarse aprovechando las diferencias entre fascistas y sionistas políticos. La lucha debía iniciarse para destruir el nazismo e incrementar el sionismo político, con tal de permitir el establecimiento del Estado soberano de Israel en Palestina. Durante la Segunda Guerra Mundial se debía edificar una Internacional comunista lo suficientemente robusta como para equipararse a todo el conjunto cristiano. En este punto se la debía de contener y mantener, para el día en que se la necesitase para el cataclismo social final. El objetivo de estas dos guerras —diseñadas en el siglo pasado— se ha conseguido. Queda por ver la Tercera Guerra Mundial. La Tecera Guerra Mundial se debe de fomentar aprovechando las diferencias promovidas por los agentes de los Iluminados entre el sionismo político y los dirigentes del mundo musulmán. La guerra debe de orientarse de forma tal que el Islam y el sionismo político se destruyan mutuamente, mientras que otras naciones se verán obligadas a entrar en la lucha, hasta el punto de agotarse física, mental, espiritual y económicamente. Albert Pike escribió a Giuseppe Mazzini que al final de la Tercera Guerra Mundial, quienes pretenden la completa dominación mundial provocarán el mayor cataclismo social jamás conocido en el mundo. Las masas decepcionadas ante la nula respuesta de las autoridades politicas y religiosas,serian llevadas a tal nivel de desesperación que destruirán al mismo tiempo el cristianismo y los ateismos; ,sera la union de todas la religiones y creencias antes conocidas en el mundo.Los Iluminati presentarian al mundo a un lider capaz de devolver la paz y la normalidad al planeta(que seria el nuevo Jesucristo para los cristianos,pero tambien el mesias para los judios y el mahdi que aguardan los mulsumanes)y todo el proceso desembarcaria finalmente en el Nuevo Orden Mundial.
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SciaccheTrail: il ritorno
Avrei voluto scrivere questo articolo un anno fa, invece le cose non sempre vanno come le immaginiamo e forse è stato meglio così (l'articolo dell'anno scorso è qui).
Quest'anno Roby e Raffa non ci sono, ma c'è Dani, con un suo amico di Trento. Giulio non corre, ma è venuto a trovarci con la Cate e Ciorven prima di continuare verso Loano, dove domenica correrà la Maremontana. Ci sono anche Enrico Serena e suo figlio, ma nemmeno Enrico corre a causa di una caduta a Ultrabericus. Manu e Oscar sempre presenti, assieme al loro socio Paolo e a Giuseppe, il babbo del Manu e leggendario presidente del Ciuk Running Team.
Io e Andrea arriviamo a Monterosso il venerdì. Ci sono nuvole e vento ad aspettarci. Ritiriamo il pettorale e andiamo a mangiare una pizza con gli altri, poi ci nascondiamo in furgone.
Una bellissima foto del Trento Running Club a colazione col Ciuk Running Team qualche minuto prima della partenza.
La notte piove e sono indeciso su come partire, ma alla fine mi decido per maglietta, borraccia e fascia: sempre evitare lo zaino a meno che non sia strettamente necessario. Anche il Pass giunge alla stessa conclusione, onorando gli dèi dell'ultrarunning.
L'aria della mattina è fresca ma si pregusta una giornata torrida. Sono sulla linea di partenza e sono calmo e mi sento bene. Ci scambiamo gli ultimi sguardi, poi partiamo. Corro a un ritmo sostenibile, sui 4:30', ma mi viene subito il fiatone e realizzo di essere sveglio da mezz'ora. In salita cerco il mio passo e dopo un quarto d'ora inizio a carburare. Guadagniamo dislivello e penetriamo le nuvole che avvolgono l'alta via con un'atmosfera particolare. L'ultima volta che ci sono stato fioccava e c'erano quindici centimetri di neve per terra: è un luogo che dà sempre grandi emozioni. Ora è umido e caldo, e io grondo di sudore e il sentiero è dritto e corro facile e siamo in tre. Loro usano i bastoncini e lo zaino gli balla dietro la schiena, e tallonano. Capisco che tipi sono e so che nella seconda parte potrebbero giocarsi qualche carta, ma la mia economia di corsa è migliore e so che è qua, dove si corre, che posso tirarli un po'. Così mi metto davanti e accelero leggermente, corro a bocca chiusa e perdono qualche metro, poi si lanciano a tuono in discesa. In salita sbacchettano e sul falsopiano perdono terreno: correte come dei cazzo di uomini. I chilometri passano e uno dei due inizia a lamentarsi di quelle forestali, ma per sua fortuna durano troppo poco. Cinquecento metri a picco sotto di noi il Mediterraneo.
Le fottute scalette di Manarola, Cinque Terre
Arriviamo a Riomaggiore in un lampo e da qui in poi conosco il percorso. Dopo il paese c'è la prima rampa di scale, è verticale e durissima ma riprendo due o tre cadaveri. Solo una volta in cima mi accorgo di essermi imballato le gambe. Patisco il chilometro successivo ma poi mi riprendo. Passo a Manarola (35° km) in 3h45' ed è quanto basta per finire sotto le 5 ore e 15 come mi ero prefissato, ma qui inizia la sezione più dura e io lo so. Poco più avanti trovo Giulio, la Cate ed Enrico che ci aspettano e sono felice di vederli: sono sesto ma non lo so, penso di essere attorno alla quindicesima posizione così decido di non rallentare. Poi black out.
Volastra è il paese più odiato al mondo e la salita che vi conduce è micidiale. Nei 6 chilometri successivi calo il ritmo e vengo superato da quattro persone finendo in decima posizione, mangio l'ultimo gel e bevo e così dopo un po' mi riprendo, ma ormai ho perso tempo. A Corniglia riprendo a spingere e risale il morale. Ancora su e ancora giù, via un'altra, picchiata a Vernazza.
Ancora scale: mani sulle ginocchia e su, i bastoncini andrebbero vietati sotto gli 80km
Inizio l'ultima, infame, scalinata. Sono riuscito a riprendere una posizione, ma non mi interessa granché in quel momento, così mi assesto su un ritmo sostenibile. Soffro ancora per qualche decina di minuti, poi il sentiero piega a sinistra e rientra seguendo il seno della costa, da cui vedo finalmente il paese e l'arrivo. Ancora qualche gradino, poi l'asfalto, entro in paese e svolto verso la spiaggia. Arrivo sul lungomare e vedo che tutti guardano nella direzione opposta alla mia: ho sbagliato strada, taglio il traguardo, mi butto per terra.
Nudismo e ultrarunning a Monterosso. Marzo 2023
Una ragazza mi prende una birra: non voglio alzarmi e lei è la persona più vicina. Poi arriva Giulio. Mi racconta come ero messo a Manarola e facendo due conti capisco che potrei essere nei dieci, ma non so se sbagliando strada ho tagliato o ho perso posizioni. Ovviamente la seconda: in 300 metri ne ho perse quattro. Sarebbe stata la prima top-10 e invece anche sto giro ne resto fuori. Non che significhi molto, il livello era basso e il mio tempo è mediocre. Ho fatto una buona gara ma non ottima, ma i se e i ma che non contano un cazzo in questo sport.
Restiamo a chillare al sole e a bere birre e a sparare stronzate e aspettiamo i nostri amici. Manu finisce con un gran tempo, soprattutto considerando che ha corso Ultrabericus la settimana prima; anche Andrea va alla grande e sono contento di vederlo soddisfatto. Poi arrivano Oscar, Dani e il suo socio, tutti insieme: il Dani ha avuto una giornata difficile ma sono felice di vederlo. Passiamo dei bei momenti insieme e mi godo questa bella comunità. Sciacche è diventato un bell'appuntamento e mi sono affezionato a queste terre ostili e inospitali.
Restiamo lì fino al tramonto, poi io e Andrea andiamo a mangiare una pizza e crolliamo a letto. Sognavo questo weekend qui da un anno e mezzo, ed eccoci qua.
Questa mattina ci siamo alzati e siamo andati a Riomaggiore a sentire la conferenza stampa per la 100km che vogliono organizzare l'anno prossimo. Nic e i suoi amici sono dei fumìni e ogni occasione è buona per lamentarsi di quelli del Parco e dei sindaci e della ndrangheta e delle navi da crociera e dei grandi bus. Ci fa sempre ridere e io e Andrea ci divertiamo ad ascoltarli. Andiamo a farci una focaccia e poi via verso Trento, pronti a macinare nuovi chilometri.
Io e il Pass beviamo una radler in spiaggia a Monterosso e chiudiamo il weekend. Thanks bro.
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Conexão da Máfia Italiana com a Maçonaria (a Máfia Italiana foi fundada pelo maçom Giuseppe Mazzini, esse que era amigo do maçom Albert Pike, fundador da Ku Klux Klan)
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Albert Pike trocou cartas com Giuseppe, numa delas ele revelou um plano maçônico para impor a doutrina Luciferiana no mundo após a Terceira Guerra Mundial.
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