#giovanni baffi
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gregor-samsung · 2 months ago
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" Una tribù odia la tribù vicina da cui si sente minacciata, e quindi razionalizza le sue paure rappresentandola come malvagia o inferiore, o in qualche modo assurda o spregevole. Eppure accade talvolta che questi stereotipi mutino con grande rapidità. Consideriamo il caso dell’Ottocento: nel 1840, più o meno, si pensa ai francesi come a sgargianti spacconi, immorali e bellicosi, uomini con i baffi arricciati pericolosi per le donne, che probabilmente invaderanno l’Inghilterra per vendicarsi di Waterloo, mentre i tedeschi sono bevitori di birra, provinciali un po’ ridicoli che amano la musica e le fumisterie metafisiche, innocui ma abbastanza assurdi. Ebbene, nel 1871 i tedeschi sono diventati gli ulani che irrompono in Francia incitati dal terribile Bismarck – spaventosi militaristi prussiani ebbri di orgoglio nazionale, ecc. ecc. La Francia è un povero, civile Paese annientato che ha bisogno della protezione di tutti gli uomini onesti per evitare che la sua arte e la sua letteratura vengano schiacciate dal tallone degli spaventevoli invasori.
Nell’Ottocento i russi sono stremati servi della gleba, + mistici slavi semireligiosi che rimuginano cose oscure e scrivono romanzi profondi, + una gigantesca orda di cosacchi fedeli allo zar che cantano meravigliosamente. Nella nostra epoca, tutto questo è radicalmente cambiato: c’è sempre la popolazione stremata, ma ci sono anche la tecnologia, i carri armati, il materialismo ateo, la crociata contro il capitalismo, ecc. ecc. Quanto agli inglesi, sono dapprima spietati imperialisti che tiranneggiano popoli negroidi e che al di sopra dei loro lunghi nasi guardano dall’alto in basso il resto del mondo, ma poi diventano brava gente impoverita che nutre convinzioni liberali, vive di assistenza statale e ha bisogno di alleati. E così via. Tutti questi stereotipi sono surrogati della conoscenza autentica, che non è mai, neppure lontanamente, così semplice o immutabile come una certa immagine generalizzata di un popolo straniero; non solo, ma stimolano l’auto-compiacimento nazionale e il disprezzo per le altre nazioni. Sono un puntello del nazionalismo. "
Isaiah Berlin, Appunti sul pregiudizio [1981], Traduzione di Giovanni Ferrara degli Uberti, Adelphiana, 28 gennaio 2002.
NOTA: Gli appunti provengono da una lettera indirizzata ad un amico che il giorno seguente avrebbe dovuto tenere una conferenza sul tema del pregiudizio.
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carmy77 · 1 year ago
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Elenco vincitori
Concorso di Poesie, Filastrocche, Racconti e Fiabe
“Libera la fantasia” 5^ Edizione
A) Sezione Poesie e Filastrocche a tema fantasy
“Carmelo, il sedano fragola, Penelope la ragna e Riccardo, il riccio bugiardo” filastrocche inedite di Cecilia Turino – Frattaminore (NA)
“ Amore su petali di rosa” raccolta edita di poesie di Barbara Baka – Carapelle (FG)
“C’erano una volta sette nani” filastrocca inedita di Danila Pesce – Savona (SV)
Menzione Speciale a:
“Poesie, Filastrocche, Raccontini per grandi e piccini” libro edito di filastrocche e racconti brevi di Rita Giovanna Cavicchi – Castiglione dei Pepoli (BO)
Segnalazione di merito a:
“ Nonna e Paura” filastrocca inedita di Valerio Falgari – Curno (BG)
“Dimora fiabesca” raccolta edita di poesie di Maria Cristina Biasoli – Molinella (RO)
B) Poesie e Filastrocche a tema libero
“Ricomincio da t(r)e” raccolta di poesie in fase di pubblicazione di Mario Tommasini – Roma (RM)
“Alla periferia del vento” poesia inedita di Stefano Baldinu – S. Pietro in Casale (BO)
“Per voi” poesia inedita di Christian Testa – Villanterio (PV)
Menzione Speciale a:
“Filastroccando – Poesie e filastrocche di Nonnogino” raccolta inedita di poesie e filastrocche di Luigino De Francesco – Torino (TO)
Segnalazione di merito a:
“Unni a biddizza cunforta (Dove la bellezza consola)” poesia in dialetto siciliano tradotta in italiano di Lucia Zappalà -  Istrana  (TV)
  Premi Speciali
   Premio Assoluto della Critica a:
“Note dimenticate nella notte” raccolta poetica inedita di Francesco Ambrosio -  Frattamaggiore (NA)
  Premio Speciale Miglior Giovane Autore a:
“Unica salvezza” poesia inedita di Serena Cola – Meldola (FC)
     Premio Speciale per l’Operato Socio – Culturale a:
Angelo Canino, scrittore (Acri – CS) distintosi per quanto costruito artisticamente e culturalmente negli anni, vincendo tantissimi premi letterari e aderendo in varie manifestazioni di spessore. Poesia scelta come migliore dalla Giuria: “ Ppe cchilli terri (Per quei terreni)” opera inedita in dialetto calabrese tradotta in italiano.
    Premio Speciale della Giuria a:
Lucia Barabino, scrittrice (San Francesco al Campo – TO) per la sua
straordinaria capacità creativa e la sua estrema bravura mista a sensibilità nello scrivere testi per grandi e piccini. Testo scelto come migliore dalla Giuria: “L’albero nel bosco” filastrocca inedita.
“Kerstonville, segreti di contea” romanzo inedito di Silvia Turello – Siderno (RC)
C) Sezione Racconti e Fiabe a tema fantasy
“Sara e i mille mila” fiaba edita di Gabriele Missaglia – Dizzasco (CO)
“Ascoltate la biblioteca” racconto inedito di Gabriele Andreani – Pesaro (PU)
“Agata delle farfalle” fiaba inedita di Clara Guareschi – Varallo (VC)
Menzione speciale a:
“Misha l’orsetto magico” fiaba inedita di Giovanni Saia – La Spezia (SP)
  Segnalazione di merito a:
“Diario di un tirannosauro vegetariano” racconto fantasy inedito di Gabriele Di Fazio – Marino (RM)
D) Sezione Racconti e Romanzi a tema libero
“La rosa sott’acqua – Storia di una vita negata” racconto inedito di Cristina Manzo – Lecce (LE)
“La rosa bianca di Izmir – Oltre il velo della paura ” romanzo edito di Anna D’Auria – Gragnano (NA)
“Raggio di luce” romanzo edito di Matteo Molino – Milano (MI)
Menzione speciale a:
“Augustus Darius” romanzo inedito di Angelo Dario Garziano – Mazzarino (CL)
Segnalazione di merito a:
“La ragazza e il cavaliere” romanzo inedito di Cristina Mora – Luserna San Giovanni (TO)
   Premio Finalisti
“Cassandra e Isabeau” racconto inedito di Alessandra Peretti – Amandola (FM)
“L’arte di Howth (Tratto da una storia vera)” racconto inedito di Anna Ferriero – Torre del Greco (NA)
“Le avventure di Rapetta” raccolta inedita di racconti di Paola Ercole – Roma (RM)
“Il marziano Baffi Blu” filastrocca inedita di Barbara Barducco – Rivarossa (TO)
“La mia follia” monologo teatrale inedito di Rodolfo Andrei – Roma (RM)
“Il peso della solitudine” raccolta poetica di Roberta Matassa – Bari (BA)
“Anche l’ospedale è bello...se si muta in un castello” filastrocca inedita di Sergio Giovannetti – Vinci (FI)
“Il brutto anatroccolo (Favola rap) favola inedita in versi di Veruska Vertuani – Aprilia (LT)
“Era notte a Roma” racconto edito di Laura Marcucci – Roma (RM)
“La strega presuntuosa” filastrocca inedita di Caterina Giannini – Roma (RM)
“Immensa” racconto inedito di Chiara Mari – Losanna Svizzera (VD)
“Il Natale delle fiabe” filastrocca inedita di Patrizia Birtolo – Giussano (MB)
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delectablywaywardbeard-blog · 10 months ago
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All'Augusteo dal 2 febbraio 'Na Santarella di Eduardo Scarpetta
Massimo De Matteo protagonista al Teatro Augusteo di Napoli in “‘Na santarella” di Eduardo Scarpetta, con adattamento e regia di Claudio Di Palma; debutto nazionale venerdì 2 febbraio, in scena fino a domenica 11. Sul palco anche Giovanni Allocca, Chiara Baffi, Marika De Chiara, Angela De Matteo, Carlo Di Maro, Luciano Giugliano, Valentina Martiniello, Peppe Miale, Sabrina Nastri, Federico Siano.…
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carmelagabriele · 1 year ago
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Elenco vincitori
Concorso di Poesie, Filastrocche, Racconti e Fiabe
“Libera la fantasia” 5^ Edizione
A) Sezione Poesie e Filastrocche a tema fantasy
“Carmelo, il sedano fragola, Penelope la ragna e Riccardo, il riccio bugiardo” filastrocche inedite di Cecilia Turino – Frattaminore (NA)
“ Amore su petali di rosa” raccolta edita di poesie di Barbara Baka – Carapelle (FG)
“C’erano una volta sette nani” filastrocca inedita di Danila Pesce – Savona (SV)
Menzione Speciale a:
“Poesie, Filastrocche, Raccontini per grandi e piccini” libro edito di filastrocche e racconti brevi di Rita Giovanna Cavicchi – Castiglione dei Pepoli (BO)
Segnalazione di merito a:
“ Nonna e Paura” filastrocca inedita di Valerio Falgari – Curno (BG)
“Dimora fiabesca” raccolta edita di poesie di Maria Cristina Biasoli – Molinella (RO)
B) Poesie e Filastrocche a tema libero
“Ricomincio da t(r)e” raccolta di poesie in fase di pubblicazione di Mario Tommasini – Roma (RM)
“Alla periferia del vento” poesia inedita di Stefano Baldinu – S. Pietro in Casale (BO)
“Per voi” poesia inedita di Christian Testa – Villanterio (PV)
Menzione Speciale a:
“Filastroccando – Poesie e filastrocche di Nonnogino” raccolta inedita di poesie e filastrocche di Luigino De Francesco – Torino (TO)
Segnalazione di merito a:
“Unni a biddizza cunforta (Dove la bellezza consola)” poesia in dialetto siciliano tradotta in italiano di Lucia Zappalà -  Istrana  (TV)
  Premi Speciali
   Premio Assoluto della Critica a:
“Note dimenticate nella notte” raccolta poetica inedita di Francesco Ambrosio -  Frattamaggiore (NA)
  Premio Speciale Miglior Giovane Autore a:
“Unica salvezza” poesia inedita di Serena Cola – Meldola (FC)
     Premio Speciale per l’Operato Socio – Culturale a:
Angelo Canino, scrittore (Acri – CS) distintosi per quanto costruito artisticamente e culturalmente negli anni, vincendo tantissimi premi letterari e aderendo in varie manifestazioni di spessore. Poesia scelta come migliore dalla Giuria: “ Ppe cchilli terri (Per quei terreni)” opera inedita in dialetto calabrese tradotta in italiano.
    Premio Speciale della Giuria a:
Lucia Barabino, scrittrice (San Francesco al Campo – TO) per la sua
straordinaria capacità creativa e la sua estrema bravura mista a sensibilità nello scrivere testi per grandi e piccini. Testo scelto come migliore dalla Giuria: “L’albero nel bosco” filastrocca inedita.
“Kerstonville, segreti di contea” romanzo inedito di Silvia Turello – Siderno (RC)
C) Sezione Racconti e Fiabe a tema fantasy
“Sara e i mille mila” fiaba edita di Gabriele Missaglia – Dizzasco (CO)
“Ascoltate la biblioteca” racconto inedito di Gabriele Andreani – Pesaro (PU)
“Agata delle farfalle” fiaba inedita di Clara Guareschi – Varallo (VC)
Menzione speciale a:
“Misha l’orsetto magico” fiaba inedita di Giovanni Saia – La Spezia (SP)
  Segnalazione di merito a:
“Diario di un tirannosauro vegetariano” racconto fantasy inedito di Gabriele Di Fazio – Marino (RM)
D) Sezione Racconti e Romanzi a tema libero
“La rosa sott’acqua – Storia di una vita negata” racconto inedito di Cristina Manzo – Lecce (LE)
“La rosa bianca di Izmir – Oltre il velo della paura ” romanzo edito di Anna D’Auria – Gragnano (NA)
“Raggio di luce” romanzo edito di Matteo Molino – Milano (MI)
Menzione speciale a:
“Augustus Darius” romanzo inedito di Angelo Dario Garziano – Mazzarino (CL)
Segnalazione di merito a:
“La ragazza e il cavaliere” romanzo inedito di Cristina Mora – Luserna San Giovanni (TO)
   Premio Finalisti
“Cassandra e Isabeau” racconto inedito di Alessandra Peretti – Amandola (FM)
“L’arte di Howth (Tratto da una storia vera)” racconto inedito di Anna Ferriero – Torre del Greco (NA)
“Le avventure di Rapetta” raccolta inedita di racconti di Paola Ercole – Roma (RM)
“Il marziano Baffi Blu” filastrocca inedita di Barbara Barducco – Rivarossa (TO)
“La mia follia” monologo teatrale inedito di Rodolfo Andrei – Roma (RM)
“Il peso della solitudine” raccolta poetica di Roberta Matassa – Bari (BA)
“Anche l’ospedale è bello...se si muta in un castello” filastrocca inedita di Sergio Giovannetti – Vinci (FI)
“Il brutto anatroccolo (Favola rap) favola inedita in versi di Veruska Vertuani – Aprilia (LT)
“Era notte a Roma” racconto edito di Laura Marcucci – Roma (RM)
“La strega presuntuosa” filastrocca inedita di Caterina Giannini – Roma (RM)
“Immensa” racconto inedito di Chiara Mari – Losanna Svizzera (VD)
“Il Natale delle fiabe” filastrocca inedita di Patrizia Birtolo – Giussano (MB)
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adrianomaini · 1 year ago
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Binda ora scucchiaiava in un gavettino di castagne bollite
Binda ora scucchiaiava in un gavettino di castagne bollite https://ift.tt/juXm1Ns                                                                  Dintorni di Triora (IM). Foto: Alessandro Spataro Monte Gerbonte (fotografia di Elisa Longinotti). Fonte: Elisa Longinotti, Op. cit. infra Una mappa dei luoghi calviniani. Fonte: Elisa Longinotti, Op. cit. infra                                                                                      Tappa 3                                                                        Creppo - Monte Gerbonte Alle nove e un quarto arrivò su Colla Bracca assieme alla luna, ai venti era già al bivio dei due alberi, per la mezza sarebbe stato alla fontana. In vista di San Faustino prima delle dieci, dieci e mezzo a Perallo, Creppo a mezzanotte, per l’una poteva essere da Vendetta in Castagna: dieci ore di strada a passo normale, sei ore a dir tanto per lui, Binda, la staffetta del primo battaglione, la più veloce staffetta della brigata (Paura sul sentiero in RR I, p. 246). Binda ora scucchiaiava in un gavettino di castagne bollite, sputacchiando le pellicole rimaste appiccicate. […] Si incamminò. -Vado da Serpe, in Gerbonte, - disse.- Forza Binda,- gli dissero i compagni. Lui già svoltava dietro allo sperone di roccia, aveva perso di vista il casone, si lasciava alle spalle il dirupo nero di cespugli (Paura sul sentiero in RR I, p. 252). - Al Culdistrega,- disse quello con i baffi neri, - così non c’è da scavare la fossa […]. Li condussero su per il sentiero di rocce, con le armi alle reni. Il Culdistrega era l’apertura d’una caverna verticale, un pozzo che scendeva nella pancia della montagna, giù giù, non si sapeva fin dove (Uno dei tre è ancora vivo in RR I, p. 273). I tedeschi, con quattro o cinque cannoni e lanciabombe, tirano sulla parete superiore del costone diroccando case e casoni a San Faustino. Fu allora che cadde, ferito dalle scheggie, il garibaldino Petrin di Creppo. Le sorti della battaglia arridono ai nazisti: essi riescono a piazzare le mitragliatrici sul costone e a battare e isolare i nostri centri di fuoco. Alle nostre mitraglie non resta che ritirarsi (Le battaglie del comandante Erven, dal racconto di Italo Calvino in L’epopea dell’esercito scalzo, p. 237). Attraverso la dettagliata descrizione del percorso che Binda fa in Paura sul sentiero, è possibile provare a ripercorrere il tragitto che la staffetta faceva per avvisare i vari distaccamenti dell’arrivo dei nemici. Quindi raggiunta colla Bracca sulla strada extraurbana che unisce San Giovanni dei Prati a Aigovo, passando attraverso i sentieri nel bosco da Perallo e Creppo, dopo dieci ore di strada si raggiunge un luogo chiamato Castagna in direzione di Realdo. Il tragitto prevedeva di attraversare il torrente Argentina all’altezza del vecchio ponte di Loreto (oggi identificato come il ponte di Mauta) che dista dieci minuti di cammino ripido verso valle, partendo da Loreto, piccolo borgo di case arroccate sull’argine sinistro del torrente Argentina, che è stato un crocevia strategico durante la guerra di liberazione delle forze partigiane contro i nazi-fascisti. Questo tragitto notturno di Binda unisce punti centrali della Valle Argentina che sono stati luoghi protagonisti delle battaglie partigiane. Gli abitanti di questi paesi, per lo più contadini: «hanno dimostrato nella guerra partigiana un entusiasmo, uno spirito combattivo, una solidarietà» tale da apportare un contributo profondo alle Brigate Garibaldine. Così spesso Calvino li nomina nei suoi scritti, come in Liguria magra e ossuta dove leggiamo: «da Castelvittorio
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cinquecolonnemagazine · 2 years ago
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Carosello RAI: storia di un mito della TV italiana
Il Carosello Rai. Soltanto sentendo queste due parole, in molti vengono travolti da una vera valanga di ricordi dal passato. Per molti Carosello è un pezzo della propria infanzia ma per molti altri un vero e proprio precursore del Content Marketing. Un dualismo da raccontare. Quando nasce il Carosello rai? Siamo nel 1957 quando la Rai realizzò la sua idea di inserire messaggi pubblicitari all'interno della sua programmazione. Se al tempo non era permesso mandare in onda pubblicità durante gli spettacoli, la Rai decise di realizzare un intero format televisivo dedicato alla pubblicità. Era, quindi, il 3 Febbraio del 1957 quando sul Programma Nazionale (ovvero Rai 1) andò in onda la prima storica puntata del Carosello. Per gli amanti delle curiosità: sapete quali sono stati i quattro spot che hanno composto la prima storica puntata? - Shell: Contributo Shell per la sicurezza del traffico; Giovanni Canestrini vi parla di: "Guida a destra o guida a sinistra?" - L'Oréal: Un personaggio per voi con Mike Bongiorno - Singer: Quadrante della moda con Isa Pola e Mario Carotenuto - Cynar: Il barman con Carlo Campanini e Tino Bianchi Quali sono state le evoluzioni del Carosello RAI? In venti anni ed oltre 7mila puntate andate in onda, il Carosello ha subito tantissime evoluzioni ma non lasciando mai la sua struttura fondante. La regola d'oro del Carosello, infatti, era che la parte parte d'intrattenimento dello spot (che doveva durare massimo un minuto e 45 secondi), doveva essere rigidamente separata da quella puramente pubblicitaria (chiamata col nome di "codino", della durata di 30 secondi). Il passaggio dal pezzo al codino avveniva sempre attraverso una frase-chiave pronunciata dal protagonista. Altra cosa importante è che solo nella parte finale poteva essere nominato il prodotto. La caratteristica dei primi anni di Carosello è che tra un spot e l'altro questi venivano intervallati ed introdotti da un siprario che si apriva dando al tutto un sapore molto teatrale. Quella del sipario è una soluzione che durò per i primi sei anni di Carosello poi venne abbandonata. Divenne poi sempre più popolare il creare spot come fossero all'interno di una serie televisiva creando una sorta di continuity. Il Carosello RAI è stato un fenomeno di costume? Carosello nei suoi 20 anni di vita ebbe un successo enorme. Le pubblicità del Carosello divennero in brevissimo tempo un fenomeno di costume senza precedenti. Le mini serie ma soprattutto i personaggi che negli spot divennero dei simboli praticamente immortali della nostra televisione. Uno dei più famosi è sicuramente Angelino protagonista degli spot del detersivo Super Trim della Agip che insieme all'uomo coi baffi della Bialetti è tra i primi personaggi ad aver animato Carosello e lo fece per ben sette anni ovvero dal 1958 fino al 1965. Parlando di personaggio più recenti possiamo annoverare Calimero ovvero il piccolo pulcino nero al centro delle pubblicità del detersivo Ava. Possiamo mai dimenticare il celebre Jo Condor che nel 1971 è protagonista degli spot della Nutella? Jo condor e Calimero, poi, hanno un punto in comune: l'autore ovvero il fumettista Toni Pagot. Quando cessa di andare in onda il carosello rai e perché? L'ultima puntata di Carosello va in onda il 1 Gennaio 1977 e gli spot messi in onda fuorno cinque: - Stock: Superspettacolo di Capodanno (con Raffaella Carrà, regia di Gino Landi); - BTicino: Il calcolatore elettronico: Cassa robot (con Alfredo Danti, regia di Nedo Zanotti); - Amaro Ramazzotti: I due sceneggiatori: Il bowling (con Mario Maranzana e Giancarlo Dettori, regia di Andrea Cardile); - Ati/Piletti: Attività serene: La giornalaia (regia di Ermanno Olmi); - Dr. Gibaud: Famiglia: Sciare (con Mario Valdemarin e Gemma De Angelis, regia di Ezio Perardi). Le motivazione dietro la chiusura del ventennale programma della Rai erano molteplici. Prima di tutto i tempi erano cambiati, la pubblicità stessa era cambiata diventando più moderna e dinamica. Gli stessi creatori delle pubblicità iniziavano a vedere i paletti di durata degli spot di Carosello come un ostacolo più che una opportunità. Le pubblicità, soprattutto quelle dei marchi internazionali, iniziarono a non essere più favorevoli a dover creare appositamente per Carosello degli spot andando a prediligere una forma più breve di réclame ma soprattutto uguale per tutti i mercati di tutti i paese del mondo. La fine di Carosello, infatti, coincise con la nascita dei bumper pubblicitari Foto di Marc Pascual da Pixabay Read the full article
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robehira · 6 years ago
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Roberto RAN through MILES of underground piggybacking Hiraga to get him to a hospital. 
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incorrectvkc · 6 years ago
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Giovanni: QUICK, BILL IS LOSING A LOT OF BLOOD, WHAT’S HIS BLOOD TYPE?
Hiraga: B positive.
Giovanni: I’M TRYING
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Qui rido io (2021) film: Trama, Data in Uscita, Cast e Dove Vederlo
Qui rido io è un film di genere Commedia, Drammatico del 2021 diretto da Mario Martone con Toni Servillo e Maria Nazionale. Uscita al cinema: 9 Settembre 2021. Durata: 132 min. Distribuito in Italia da 01 Distribution. Paese di produzione: Italia, Spagna.
TRAMA QUI RIDO IO 2021 La trama di Qui rido io (2021). La storia è ambientata agli inizi del ‘900, nella Napoli della Belle Époque. Tra il cinematografo e il teatro, l'attore di spicco che domina la scena è il grande comico Eduardo Scarpetta. Dalle umili origini, Scarpetta vive adesso nel lusso grazie alla fama e alla ricchezza accumulati con le commedie e alla maschera di Felice Sciosciammocca, una figura che nel cuore del pubblico napoletano ha soppiantato Pulcinella. Proprio all'apice della carriera, Scarpetta fa un passo falso: decide di realizzare la parodia de La figlia di Iorio, tragedia del più grande poeta italiano del tempo, Gabriele D’Annunzio.
La sera della prima la commedia non è gradita dal pubblico e viene interrotta da urla, fischi e improperi sollevati dai poeti e drammaturghi della nuova generazione che gridano allo scandalo. Scarpetta finisce con l’essere denunciato per plagio dallo stesso D’Annunzio. Napoli, inizio del Novecento. La Belle Époque ha regalato nuovi fasti alla città, tanto da far risplendere i teatri e la cultura in generale come mai prima d’ora. Nel frattempo, è arrivata anche una nuova invenzione: il cinematografo. L’attore e autore Eduardo Scarpetta è il riferimento incontrastato del panorama teatrale. Partito da umili origini, si è affermato grazie alle sue commedie e a un talento innato, accumulando ricchezze e agiatezze, attorno alle quali gravitano tantissi.
Data di uscita: 09 settembre 2021 Genere: Biografico Anno: 2021 Regia: Mario Martone Attori: Toni Servillo, Maria Nazionale, Cristiana Dell'Anna, Antonia Truppo, Paolo Pierobon, Eduardo Scarpetta, Lino Musella, Roberto De Francesco, Gianfelice Imparato, Giovanni Mauriello, Iaia Forte, Roberto Caccioppoli, Chiara Baffi, Alessandro Manna, Lucrezia Guidone, Elena Ghiaurov, Gigio Morra Paese:Italia, Spagna Durata: 133 min Distribuzione: 01 Distribution Sceneggiatura: Mario Martone Fotografia: Renato Berta Montaggio: Jacopo Quadri Produzione: Indigo Film e Publispei con Rai Cinema
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revengeisalwaysanoption · 4 years ago
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Martino e Niccolò 153
I actually have two for this prompt: a more serious one here ... e poi questo, che è proprio la cosa più idiota dell’universo, ma è tipo da inizio maggio che ce l’avevo in mente, anon, quindi te la becchi 😂 (colpa anche di fe_cesari con le sue storie su Instragram)
“Ma in quale universo quello sarebbe un procione, scusa?” 
Sbuffa. Perché non si può perdere così pure a Pictionary, gioco in cui - in teoria -avrebbero dovuto sbaragliare la concorrenza senza alcun problema grazie alle capacità artistiche di Niccolò.
Che Martino sia a malapena in grado di tenere in mano una matita, e buttar giù due omini stilizzati, si sapeva. Né i suoi orrori né quelli di Giovanni hanno destato scalpore. Quelli di Nico, invece... Cioè, non è che siano disegni brutti. Hanno un loro fascino naïf, per carità.
Solo che sono impossibili da decifrare in un minuto.
“Nello stesso in cui possiamo accettare ‘inculato’ e ‘inculatissimo’ a Scarabeo, nonché ‘cazzo’ per ‘cose che si trovano in bagno’ a Saltinmente?” Interviene Luca, sempre pronto a prendere le parti del suo più grande amico.  “Tutte parole geniali, Nico, se mi permetti.”
“Permetto, accetto e ringrazio. Tu sì che non mi deludi mai, Luchì.” Battono il cinque, poi lo fanno con due mani, si scambiano una spallata prima da una parte e poi dall’altra. Il rituale più ridicolo - e adorabile, non che lui ammetterebbe mai di trovarlo tale - che Martino abbia mai visto. 
“Insisto nel dire che qui qualcuno c'ha bisogno de scopa’, comunque, eh...” Rimarca Elia, ridendosela sotto i baffi. Quelli che gli piacerebbe avere, almeno, visto che giusto due peletti sminchi gli crescono sopra al labbro a quello.
“Be’, allora sai che ti dico? Cambio universo.” Borbotta Martino, alzandosi. Glielo dicono sempre che è peggio di un bambino, quando si stufa perché sa di non aver possibilità di vittoria. Ma non importa, non quando a Niccolò piace anche così.
“E mi lasceresti qui? Tutto solo soletto?” Lo segue immediatamente Nico, cingendogli i fianchi con le braccia e poggiandogli il mento sulla spalla. “Guarda che t’avverto: non importa quanti universi ci siano, troverai sempre me al tuo fianco.”
“Cioè, mi perseguiti ovunque?” Cerca di muoversi verso il frigo senza togliersi l’altro di dosso con un movimento laterale, a mo’ di granchio, suscitando l’ilarità generale.
“Già.” Sussurra, stringendo un po’ più forte. “Questa potrebbe essere la mia versione migliore, Marti. Vuoi davvero rischiare?” 
“No, ma ti pare. Pensa se me capita uno fissatissimo con... chessò... David Bowie. O coi film de’ vampiri. O che parla francese...” Risponde, voltandosi  quanto basta per ribadire il concetto con un bacio.
“Polipetti pomicioni? Vi ricordate di avere un pubblico, vero?” Forse. O forse no, visto che continuano imperterriti. "No, per favore! Certe cose non voglio vedere. Togli quelle tue manacce di lì, Marti, o vengo lì e te taglio."
"Okay, okay. Non diamo spettacolo, Martì. Nemmeno c'hanno pagato." Niccolò è il primo a staccarsi, portandosi dietro il suo ragazzo. Pictionary è stato abbandonato, Risiko è stato bandito dalle ragazze... ma ci sarebbe ancora Taboo?
"Ah, perché ci vorresti lucrare sopra?" Gli chiede, mentre si siedono nuovamente l'uno accanto all'altro sul divano. "Be', se si parla di cifre importanti, perché no?"
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backstagesolli · 5 years ago
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(elia x sana, prima della quarta. elia sta sotto come un treno.)
(read in english)
ELIA, SABATO 11:21
"Zi," Giovanni gli chiede, un richiamo per attirare la sua attenzione. Non ha bisogno di finire la frase.
"Voi che prendete?" chiede alle ragazze che si sono sedute al loro tavolino perché il baretto è pieno e le ragazze si siedono sempre vicino a Giovanni, anche quando di posto ce n’è.
"Mi prendi un bloody mary?" chiede Luchino, e Elia gli rifila uno schiaffetto sulla nuca mentre Giovanni gli chiede da dove cazzo gli è uscito di bere il bloody mary alle undici e mezzo del mattino.
"Te niente? Lei niente. Io una pasta."
"Cioccolato?"
"Integrale al miele, se c’è."
"Eh, integrale al miele!" Martino la sfotte, perché a Martino basta un quarto d’ora per cominciare a sfottere la gente.
Sono al secondo botta risposta e la seconda risata sotto i baffi di Giovanni, prima che Elia sia abbastanza lontano da senitre solo il bordello che riescono a fare nel baretto pieno. Il biliardino è ancora occupato dai pischelli del primo.
"Ciao." Elia si gira e il sorriso non gli passa dal cervello ma esce subito sul viso.
Sana se ne sta lì in fila un po’ dietro di lui, le braccia incrociate come a dire viecce che tanto ti colpisco indietro e quelle fossette un po’ timide.
"Ciao." risponde.
Quello davanti a loro ordina due cappuccini e tre cornetti e Elia si chiede se siano in tre e uno non beva, in due e uno mangi il doppio, o se si smezzano il terzo cornetto perché vogliono dividere qualcosa ma un cornetto intero a testa se lo vogliono mangiare.
"Scusa per prima, Silvia sta in fissa."
"Che?"
Sana lo guarda come guarda un po’ tutti, come se fosse stupido. E’ un’aria bella, a Elia piace l’idea che sappia quanto più intelligente di tutti sia.
"Per prima. Quando vi siamo passate davanti e non ci siamo fermate perché Silvia ci ha trascinate al tavolo dicendo che dovevamo studiare..."
"Ah, no, sappiamo che stava pisciando Luchino."
"Ah, allora ve le sorbite anche voi le storie."
"Eccome no. E la sfumatura del capello, e la risata, e l’occhio destro un po’ più verde- me la sogno la notte Silvia."
Sana ride come se ci fosse qualcosa che sa che lui non sa, ma non è come quando è un fatto, è come se ci fosse una storia dietro. Forse è per l’impiccio, e Elia la storia la sa già, ma se la farebbe raccontare di nuovo.
"Eh, magari descrivesse i capelli, di Luchino." fa una smorfia strana, il naso arricciato, e la fossetta di qua si vede più di quella di là. Poi si vede che vede che la guarda, e si corruccia e pensa chissà cosa di quel che sta pensando Elia, e lui glielo vorrebbe spiegare ma il barista si impiccia.
Elia si chiede se non lo cerchino come requisito quando assumono. Sa fare la schiuma con la macchina, sa dopo quanto latte un macchiato diventa un caffèlatte, si impiccia.
"Prego." dice a Sana, e lei un po’ si impettisce un po’ sorride e alla fine l’impiccio dei baristi non sembra un brutto criterio.
"Nono, vai tu."
Non le chiede se è sicura perché Sana gli pare sempre sicura, e se non lo è non crede che le piacerebbe se qualcuno lo notasse.
Ordina il solito caffé e succo d’arancia per Gio, si prende un lungo per avere un espresso che non sia un ristretto, e poi un cornetto al cioccolato, due alla marmellata, uno al pistacchio che non sperava ci fosse, e l’ultimo integrale al miele da distribuire.
Una delle fossette di Sana scompare nel broncio quando il barista acchiappa l’integrale con le pinze.
"No, anzi." lo interrompe.  "Dammene ‘n altro al cioccolato, va."
Sana sorride, e forse ha capito, forse no, e se ha capito bene ma male perché non guarda lui ma a terra, forse per nascondersi perché pensa chissà che vuole questo, pigliati sto cornetto, ma probabilmente ha pensato solo che abbia cambiato idea, e Elia un po’ vorrebbe dirglielo e un po’ no, perché è contento di farla felice in silenzio.
"Te li porta al tavolino Anna."
"Mh?"
Il barista si ripete, e Sana pensa sia stupido di nuovo. Ma anche gli stupidi sorridono, e questa volta quando Sana guarda a terra Elia si sente di dire che lo fa perché è timida.
"Per te?" chiede il barista mentre mette gli spicci in cassa.
Sana guarda il barista, poi il cornetto, poi Elia per un secondo e poi il barista.
"Una alla crema e due caffè." Elia ridacchia un po’, una cosa un po’ alla Gio, e Sana lo guarda stringendo le braccia più forte.
"Bhe, non vai? Non vuoi sentire della pelle candida di Silvia sotto la luna?"
"Come no." dice,  "Allora ciao."
"Ciao." dice lei, e Elia si volta anche se non vorrebbe.
Il biliardino è ancora occupato. Al tavolino stanno prendendo in giro Martino, ma Elia da uno schiaffetto a Luchino lo stesso, perché si impiccia con Silvia e poi Silvia lo vuole evitare, e Luchino si merita di essere punito per togliere a Elia la possibilità di negare che è un po’ codardo, che se non si incontrano con le ragazze Elia a parlare con Sana un po’ si vergogna.
"E la roba?" Martino chiede come se Elia si fosse intascato dell’erba.
"La porta Anna."
"Ah, fregna Anna." commenta Giovanni, che pare un po’ in calore di sti tempi.
"Mi da sempre due bustine di zucchero, Anna." aggiunge Niccolò.
"No, zi, lo zucchero nel caffé no." Gio’ dice lanciando un discorso riciclato e che si riciclerà di nuovo. Quando Anna arriva stanno ancora lì.
"Ehi," Anna gli dice mentre Martino e la ragazza che rimarrà senza cornetto stanno a beccarsi per niente.  "Anto’ m’ha detto di dirti che la ragazza tua l’ha preso, il cornetto al miele." se mai metterà su un bar, Elia li prenderà tutti impicciatori i baristi. "Caruccetto." aggiunge Anna perché deve stare facendo una faccia da ebete clamorosa, e si guarda nel caffè lungo per nascondersi.
Giò ridacchia e Elia vorrebbe mandarlo affanculo quando lo guarda ma ancora deve riprendersi, e Giò non dice niente, non sorride nemmeno, ma non ne ha bisogno.
"E l’integrale?" chiede la ragazza guardandosi le paste sul vassoio.
"Eh, integrale al miele finite." Elia confessa, Gio’ ridacchia di nuovo e si beve il succo per risparmiare Elia di altro.
"Ma no!"
"Eh, invece."
"Eeeh, la vita è dura."
"Ma sta zitto, Martino." Gio’ lo apostrofa riemergendo dal succo, il caffé già in mano.
"Simpatico l’amico vostro, eh?"
Elia si guarda sopra la spalla.
Anche nel baretto pieno è facile trovare Sana.
E’ la più bella.
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3nding · 5 years ago
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GIOVANNI HA I BAFFI LUNGHI! GIOVANNI HA I BAFFI LUNGHI!
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dreamers-queen · 6 years ago
Note
For the country ask, 1, 4, 7, 9, 11, 13, 14, 16, 17, 20, 22, 24, 26 and 27? Sorry it's so many, but Italy is an interesting place to me and there's much I'd like to know.
Wow, that’s a lot! Thank you :)
favourite place in your country? Aside from my city, probably Rome. I miss it so much.
favourite dish specific for your country? Pizza! Obviously! :D
three words from your native language that you like the most? Oh, this is hard…there are lots of words I love, the italian language is terribly complex but also terribly beautiful.
which of your neighbouring countries would you like to visit most/know best? France first. Then maybe Germany and Austria.
favourite native writer/poet? Eugenio Montale and Giovanni Verga.
does your country (or family) have any specific superstitions or traditions that might seem strange to outsiders? Umh…there’s this thing for which spilling salt and/or oil is bad luck, but spilling wine is instead celebrated as a good omen. Idk if it’s strange for outsiders, but I guess it is.
do you enjoy your country’s cinema and/or TV? Cinema, yes. There’s lots of good stuff (but also a lot of crap, lol). TV…eh, not as much, but there are enjoyable things, some quite trashy, some very good.
which stereotype about your country you hate the most and which one you somewhat agree with? I hate the “italiani pizza e mandolino, mafia e baffi neri” kind of stereotypes. I agree with the stereotype that italians are a bit too much patriotic because lbr, we are, we absolutely are.
are you interested in your country’s history? Yes, I study it a lot, I think it’s very important to be aware of the past to not repeat certain tragic mistakes.
which sport is The Sport in your country? Soccer. I don’t really love it tho.
what makes you proud about your country? what makes you ashamed? Our culture in every form makes me proud: cinema, literature, fashion and so on, what makes me ashamed is prejudice in the many forms it affects our Country.
what other nation is joked about most often in your country? San Marino during Eurovision days, lol. Normally, France and Germany.
does your nationality get portrayed in Hollywood/American media? what do you think about the portrayal? Yes, and I hate, hate, hate it. It’s full of ridicolous stereotypes that I’m sure don’t even accurately portray Americans of Italian descends, let alone actual Italians :/
favourite national celebrity? Alberto Angela. Seriously.
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paoloxl · 6 years ago
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Prosegue la sezione di questo sito dedicata ai compagni uccisi durante azioni armate, tutti quelli che normalmente vengono rimossi dalla memoria collettiva, tutti gli “scomodi”.
Molti in questo ultimo periodo li ho saltati. Per problemi di tempo, ma non per dimenticanza, quindi il danno verrà riparato al più presto e tutti coloro che sembravano essere stati dimenticati dalle pagine di questo blog verranno ricordati.
Non ci si dimentica del proprio sangue.
Il tutto è tratto dal Progetto Memoria, Edizioni Sensibili alle Foglie 
WALTER ALASIA, “LUCA”
– Nasce a Milano il 16 settembre 1956
– Frequenta le scuole medie all’Ernesto Breda a Sesto San Giovanni, poi un anno di corso per grafici pubblicitari presso una scuola dell’Enalc di Milano e poi due anni all’Itis di Sesto San Giovanni
– continua gli studi frequentando le serali
– milita nel movimento studentesco e operaio
– lavora per un periodo come operaio nel reparto meccanico della Farem, alla periferia di Sesto, poi si licenzia
– lavora per un po’ presso un’officina per l’istallazione di apparecchi telefonici
– lavora per tre mesi a scaricare pacchi alle poste, alla stazione centrale di Milano
– milita nelle Brigate Rosse
– viene ucciso dalla polizia a Milano, il 15 dicembre 1976, mentre tenta la fuga dopo aver ucciso due agenti.
-Comitato Operaio Magneti Marelli, Volantino –frammento-, Milano ’76:
“Il terrorismo l’ha fatto la polizia nei confronti di tutti noi. Walter ha risposto col fuoco. Possiamo essere d’accordo o no con lui, ma il terrorismo contro gli operai non è stato il suo ma quello dei padroni dello Stato e dei suoi uomini armati”
Testimonianze al Progetto Memoria: Renato Curcio, carcere, Roma 1995
“Ero a Pisa, Walter, quel 15 dicembre 1976. Isolamento duro e prolungato. Pensa, di fronte alla mia cella, stazionava 24 ore su 24, un agente. Si sedeva lì, e, quando non ne poteva più dormiva. Dormiva anche quando la Tv passò la notizia. Io facevo “le righe”, Walter, su e giù, su e giù per la cella. Diceva il mezzobusto che a Sesto era successo un casino. Un terrorista aveva ucciso due poliziotti e, altri poliziotti, lo avevano ammazzato. Eri tu l’ammazzato e, appena fecero il tuo nome, mi fermai. Bloccato. Dissero molte parole in quel telegiornale ma io non riuscii più ad ascoltarle. Ero lì, in piedi, immobile, come lo eri tu nelle braccia della morte. Ascoltavo il mio cuore che mentre mi ripeteva il tuo nome mandava immagini del tuo volto sorridente.
Quel primo nostro incontro –ti ricordi?- in zona Ticinese. Io che mi presentavo come ex operaio della Fiat e tu che te la ridevi sotto i baffi. E poi gli addestramenti nelle grotte di qualche valle bergamasca. Tu che mi scherzavi per via dell’età: “Lascia a me questa Luger, è troppo grossa per un vecchietto come te!” E io che ti sfidavo mentre risalivamo il fiume: “Ne hai da fare di strada ragazzo prima di tener dietro al mio passo”. Ridevamo. Ma la Luger, che Feltrinelli mi aveva lasciato, io te la affidavo volentieri. Pur se di generazioni diverse eravamo entrambi in quel gioco d’armi pieno e vero e tu, per me, rappresentavi il futuro. Soprattutto mi piaceva quel tuo disincanto, quel tuo guardare Milano con gli occhi di un ragazzo smagato.
“Vieni ti porto a San Donato, a San Giuliano, così vedrai coi tuoi occhi le ronde dei carabinieri su e giù per le strade del paese col mitra in spalla due a due a piedi, pronti a sparare. Vedrai la rabbia sul volto dei ragazzi che già per il solo fatto di esistere vengono sospettati … Vieni ti presento qualche amico che vive come può, un giorno operaio all’Autobianchi, un giorno disoccupato incazzato, un giorno a portar via motorini di fronte all’autodromo di Monza … Molti di questi ragazzi che ti ho fatto conoscere –mi dicevi- non sanno più cosa inventare per resistere alle ferite della vita”.
L’idea delle “calate” sula grassa Milano stava appena incubando. Cominciava a circolare l’eroina. Ci capitò di esplorare insieme i primi luoghi dello spaccio. Brutti presagi, vero? Non ci piacevano affatto.
Io venivo da un’esperienza al tramonto e tu da un futuro che era appena annunciato. Per noi, davanti, ci sarebbero stati solo pochi mesi. L’idea che il carcere o la morte stessero già aspettando, in quei giorni non ci sfiorava neppure. E comunque non ci impedì di andare a “recuperare” insieme armi e documenti in una casa “insicura”. Fu quella l’occasione in cui mi presentasti tua madre.
“Ci aiuterà una compagna di Sesto, una operaia della Pirelli – mi dicesti – puoi fidarti, è mia madre”.
Andammo insieme tutti e tre, in un pomeriggio di pioggia. Missione riuscita.
Ridevano i tuoi occhi al ritorno, mentre io non finivo di “scoprirti”. Era felice tua madre di aver partecipato insieme a te a quell’azione.
“Mia madre è la migliore confidente. Ci battiamo per le stesse cose. E ci vogliamo bene”. Era bello sentirtelo dire, bella la voce del tuo cuore.
Non mi stupì perciò che proprio a casa sua ti rifugiasti la sera del tuo appuntamento con la morte. Qualunque amarezza ti abbia spinto, qualunque ambascia vi siate confidati, so che per te fu certo buona cosa. E che se sfidasti le regole della clandestinità non fu per superficialità ma per qualche profondo buon motivo.
Molti mi hanno chiesto di te, dopo la tua morte. Le mie risposte sono state spesso inadeguate. Come se il registro politico fosse davvero l’unico rilevante nel definire il senso della tua rapida esistenza. Di ciò ti chiedo scusa, Walter, perché so che tu per primo, di fronte alle mie parole seriose, avresti preso la chitarra e suonato una canzone. Mi avresti canzonato, proprio come facevi nelle valli del bergamasco quando ci andavamo ad addestrare.”
Ivana Cucco, Intervento processuale, Milano 1984:
“Allora l’accusa si reggeva sostanzialmente sul mio rapporto con Walter, rapporto che è stato per me un’esperienza ricchissima e importante e che è stato ridotto a capo di imputazione e a una specie di marchio negativo.
Un rapporto criminalizzato, forse perché è inconcepibile amare un brigatista.
Il brigatista doveva essere presentato come una specie di nostro, un individuo senza radici e senza ragioni, senza legami e senza valori positivi. Chi l’ha conosciuto sa invece che Walter era una persona meravigliosa: due occhi azzurri come il cielo sereno e una gioia di vivere che gli sprizzava da tutti i pori. Dopo la sua morte si sono sprecati fiumi di inchiostro sul suo conto. E’ stata persino scritta una biografia che faceva scempio della sua identità e della sua storia. Ogni pezzettino della sua vita è stato radiografato e vivisezionato al fine di scoprire l’origine della sua malattia, per trovare una spiegazione plausibile alle sue scelte di vita e di lotta; una motivazione razionale al fatto che un ragazzo di vent’anni possa essere ucciso sotto casa mentre cerca di sottrarsi all’arresto in una mattina di dicembre. Tutte cose da mass media e da sociologia da strapazzo. Walter non era figlio di nessuna variabile impazzita. Era figlio del suo tempo e di Sesto San Giovanni, la rossa Sesto, la grossa cittadella operaia impregnata fino in fondo e in ogni ambito della vita sociale della cultura operaia comunista.
Walter è nato e cresciuto dentro a questa cultura e questo sistema di valori. Ha respirato da sempre quest’atmosfera. La sua vita si è snodata tutta dentro il clima di tensione di quegli anni e di quell’ambiente. Sono gli anni delle grandi lotte operaie, delle stragi di stato, delle rivolte studentesche, del Cile, del Portogallo, dell’antifascismo militante, dei gruppi extraparlamentari, delle occupazioni di case. Tutte esperienze che Walter ha attraversato fino alla scelta e alla militanza nella lotta armata, che era comunque una scelta di vita, non di morte. Una scelta e un bisogno di liberazione tanto forte e irrinunciabile da arrivare anche a giocarsi la vita. Walter non era diverso da molti altri perché quelle stesse tensioni di esperienze sono appartenute a migliaia di persone sono state lo scenario dentro cui si è affermata ed espressa un’intera generazione di soggetti che aspiravano a un cambiamento radicale di questa società.
[…] Walter fu il più bello degli incontri, quello che ancora oggi mi porto dentro. Non solo i suoi compagni hanno pianto la sua morte. C’era Sesto San Giovanni. Dai ragazzi di vent’anni come lui ai vecchi operai cinquantenni. Non è stato sepolto né come un mostro né come un orfano.
Anche allora, anche il suo funerale, è stato oggetto di criminalizzazione. Ci fu, in particolare, una martellante campagna condotta da Leo Valiani sulle pagine del Corriere della Sera, in cui sosteneva che si sarebbero dovuti schedare e arrestare tutti i presenti in quell’occasione, tutti quelli che avevano sfidato il clima di terrore e la militarizzazione a tappeto, per andare a urlare il loro amore e il loro dolore per la sua morte.
Il 15 dicembre 1976, il giorno della morte di Walter, sono stata arrestata.
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ristorantesanpietrostuni · 6 years ago
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Lo chef Giovanni propone ogni giorno un menù con piatti 🍛 da leccarsi i baffi 😋🍴 RISTORANTE SAN PIETRO Via Gaspare Petrarolo 22/24, #Ostuni (BR) PER INFO: CELL: 329/2043837 E-MAIL: [email protected]
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robehira · 6 years ago
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“Borrow”? XD Bill you are an ass.
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