#gestione risorse sanitarie
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pier-carlo-universe · 6 days ago
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La Governance Regionale della Ricerca Sanitaria in Italia: modelli e prospettive di innovazione
Presentati alla SDA Bocconi i modelli regionali per la governance della ricerca sanitaria: un confronto sui sistemi di gestione, sprechi e soluzioni innovative.
Presentati alla SDA Bocconi i modelli regionali per la governance della ricerca sanitaria: un confronto sui sistemi di gestione, sprechi e soluzioni innovative. Il 28 ottobre, presso la SDA Bocconi, si è svolto l’evento “La governance regionale della ricerca sanitaria”, organizzato dal CERGAS SDA Bocconi e dal Centro Studi Interaziendale di Management Sanitario (CESIM), con il supporto della…
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anchesetuttinoino · 2 months ago
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DISCOTECA BILL GATES: «L'UMANITÀ HA DUE SCELTE: LA TERZA GUERRA MONDIALE O UN'ALTRA PANDEMIA»
Il miliardario sarcopenico eugenetico più odiato del pianeta terra avverte che nei prossimi anni l'umanità dovrà affrontare o una Terza Guerra Mondiale o un'altra pandemia mortale. In un'intervista con CNBC, Gates cita "molta instabilità" nel mondo, che potrebbe scatenare "una guerra importante". Ma anche se questo conflitto venisse evitato, "allora sì, ci sarà un'altra pandemia, molto probabilmente nei prossimi 25 anni".
Questi messaggi binari suonano come quelli del climatizzatore o dei contagiati e morti di draghiana memoria. Perché non dire che pure una guerra INSIEME a numerose pandemie è un fenomeno altrettanto probabile? Si tratta di triggers formulati per generare un temporaneo effetto di consenso, funzionano particolarmente bene con il bestiame.
Nonostante tutto la risposta molle alla pandemia deve aver indispettito non poco l'uomo più detestato del pianeta. Critico della risposta americana alla crisi, Gates ha infatti dichiarato:
«Il paese che il mondo si aspettava guidasse e fosse un modello non è stato all'altezza di tali aspettative. Sebbene alcune delle lezioni della pandemia siano state apprese, sono state molto meno di quanto mi sarei aspettato».
La delusione di Gates non è isolata; molti altri attivisti globali per la salute stanno spingendo il mondo occidentale per ottenere risposte migliori alle nuove epidemie.
Questo tema ricorrente è emerso anche durante la panfuffa, secondo il professor Paul Hunter dell'Università di East Anglia, esperto in epidemiologia delle malattie emergenti:
«Nell'Occidente ci interessiamo veramente solo a una malattia quando inizia a rappresentare una minaccia diretta per noi stessi. Il problema è che molte di queste malattie avrebbero potuto essere impedite, se i paesi sul campo avessero avuto le risorse necessarie».
Gates ha ribadito la speranza che gli enti sanitari comincino a pensare a lungo termine nei prossimi anni, aggiungendo:
«Stiamo ancora mettendo insieme le nostre idee su cosa abbiamo fatto bene e cosa non abbiamo fatto bene... Forse, nei prossimi cinque anni, miglioreremo. Ma finora la situazione è abbastanza deludente».
GLI STATI COME DELLE PARROCCHIE DI UN'UNICA, GRANDE CHIESA DEL MALE
Anche l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sta veicolando questo messaggio dall'alto delle gerarchie. Quest'anno, l'OMS ha condiviso un avviso sulla diffusione del virus dell'influenza attraverso il bestiame, gli uccelli e gli esseri umani e ha esortato le nazioni a lavorare insieme per essere meglio preparate a fronteggiare una pandemia.
«C'è una certezza: ci sarà un'altra pandemia influenzale in futuro»
Lo ha dichiarato Nicola Lewis, direttrice del Worldwide Influenza Centre. Lewis ha aggiunto:
«Il mio messaggio alle comunità internazionali è che dobbiamo accantonare le nostre reticenze. Dobbiamo mettere da parte i nostri interessi parocchiali e ricordarci degli impatti e delle conseguenze devastanti di una pandemia globale causata da qualsiasi agente patogeno».
I "TIMORI" DI UNA GUERRA MONDIALE
Il Dr Morte Bill - che vale 157 miliardi di dollari secondo il Bloomberg Billionaires Index, quindi al netto degli ovvi fondi neri in suo possesso ed in sua gestione - non è l'unico nome influente a mettere in guardia da un potenziale conflitto globale.
Jamie Dimon, CEO di JPMorgan Chase, ha precedentemente affermato che le tensioni geopolitiche rappresentano la più grande minaccia per l'economia globale.
«Abbiamo già affrontato l'inflazione, abbiamo già affrontato i deficit, abbiamo già affrontato le recessioni e non abbiamo mai visto qualcosa del genere dall'epoca della Seconda Guerra Mondiale»
Lo ha riferito all'emittente indiana CNBC TV-18 lo scorso settembre riferendosi all'invasione della Russia in Ucraina.
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enkeynetwork · 18 days ago
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lamilanomagazine · 5 months ago
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Food For Gaza a sostegno della popolazione civile nella Striscia: uno scanner mobile per le Dogane di Cipro
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Food For Gaza a sostegno della popolazione civile nella Striscia: uno scanner mobile per le Dogane di Cipro Il 6 giugno al porto di Gioia Tauro l'Autorità Portuale ha consegnato all'Agenzia delle Dogane e Monopoli e alla Protezione Civile uno scanner mobile di ultima generazione destinato a Cipro, nell'ambito dell'iniziativa umanitaria del Governo Italiano "Food for Gaza" a sostegno della popolazione civile palestinese nella Striscia. "Con questa operazione abbiamo dato un ulteriore segnale dell'impegno concreto del Governo italiano per far fronte alla crisi umanitaria e alleviare le sofferenze della popolazione palestinese a Gaza" ha commentato il Vice Presidente e Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Antonio Tajani, evidenziando come "grazie allo scanner mobile agevoleremo le verifiche sui prodotti umanitari che saranno inviati attraverso il "corridoio marittimo" da Cipro a Gaza. Ringrazio inoltre la compagnia di navigazione Grimaldi Lines, un'importante realtà italiana del settore marittimo, che ha offerto il trasporto gratuito dello scanner a Cipro: un'ulteriore testimonianza di come l'iniziativa Food for Gaza sia resa possibile dall'impegno comune di istituzioni, associazioni e privati", ha concluso Tajani. Lo scanner è un sistema mobile di ispezione a raggi X adatto alla verifica di ogni tipo di merci. Di proprietà dell'Autorità Portuale di Gioia Tauro, viene messo a disposizione delle Autorità doganali cipriote grazie al coordinamento con l'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e con il Dipartimento della Protezione Civile che partecipano attivamente all'Hub umanitario per Gaza a Cipro. Il contributo dell'Agenzia delle Dogane prevede anche l'invio di tre squadre di formatori che assisteranno le Autorità cipriote nella messa in opera e gestione dell'attrezzatura. A Cipro, una volta controllati secondo standard di sicurezza concordati con Israele, gli aiuti umanitari destinati a Gaza potranno essere inviati sia ad Ashdod, sia al molo costruito dagli USA in collaborazione con le Agenzie ONU coinvolte. "L'impegno dell'ADM a sostegno di questa iniziativa umanitaria sarà massimo. Metteremo in rete mezzi e risorse umane per dare risposte concrete a un'emergenza che ci auguriamo possa presto avere termine" ha commentato Roberto Alesse, direttore dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. L'operazione si inquadra all'interno delle attività di Food for Gaza, l'iniziativa voluta dal Governo italiano e lanciata dal Ministro Tajani lo scorso 11 marzo, per offrire un aiuto alla popolazione civile di Gaza attraverso la fornitura di beni alimentari e sanitari di emergenza, di mangimi per sostenere l'agricoltura e l'allevamento di sussistenza, oltre a fornire sistemi di controllo, come il citato scanner, o di trasporto attraverso il dono al World Food Program di camion da utilizzare all'interno della Striscia per la distribuzione alimentare. Oltre al World Food Program, sono parte dell'iniziativa Food for Gaza anche la FAO, la Federazione Internazionale delle Società di Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa, la Croce Rossa Italiana, e la Protezione Civile, oltre all'Agenzia delle Dogane e a numerose altre realtà italiane. In questo contesto il Ministro Tajani ha visitato lunedì scorso un centro di raccolta di Coldiretti a Nepi (VT), mentre mercoledì ha svolto una videoconferenza con Confagricoltura, per fare il punto e coordinare le successive fasi dell'operazione. Gli aiuti verranno trasportati nella base Onu di Brindisi, trasferiti in aereo in Giordania, per poi giungere alla popolazione palestinese attraverso i valichi aperti.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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chiosacuriosa · 7 months ago
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IA per la salute
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FONTE: Synesi innovision
Esempi di cosa può fare e come viene utilizzata nel settore Haelth.
Casi d’uso nel settore Health:
Diagnosi e rilevazione precoce delle malattie: L’AI può analizzare grandi quantità di dati medici, come immagini radiologiche e dati di laboratorio, per identificare pattern e segni di malattie in fase precoce. Questo può portare a diagnosi più accurate e tempestive, migliorando le possibilità di successo del trattamento e riducendo i costi sanitari.
Gestione delle risorse sanitarie: L’AI può essere utilizzata per ottimizzare la gestione delle risorse sanitarie, come la pianificazione del personale, la gestione delle scorte e la programmazione delle visite mediche. Ciò può migliorare l’efficienza delle strutture sanitarie e ridurre i costi operativi.
Assistenza virtuale ai pazienti: I chatbot e gli assistenti virtuali basati sull’Intelligenza Artificiale possono fornire informazioni e supporto ai pazienti, migliorando l’esperienza del paziente e riducendo il carico di lavoro del personale sanitario. 
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cinquecolonnemagazine · 10 months ago
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Il ruolo delle aziende socialmente responsabili
Negli ultimi decenni, il concetto di responsabilità sociale d'impresa (RSI) ha guadagnato sempre più importanza, diventando un faro guida per molte aziende desiderose di contribuire positivamente alla società in cui operano. Secondo i dettami dell'Unione Europea, la responsabilità sociale d'impresa è un'impegno volontario delle aziende a integrare considerazioni sociali e ambientali nelle loro attività e nelle loro relazioni con tutte le parti interessate. Cosa significa davvero essere aziende socialmente responsabili? Responsabilità sociale d'impresa: un impegno per il bene comune Il concetto di responsabilità sociale d'impresa si basa sulla consapevolezza che le imprese non sono soltanto entità economiche isolate, ma parte integrante di una comunità più ampia. L'Unione Europea promuove l'RSI come un approccio che mira a equilibrare il profitto con l'attenzione al benessere sociale e ambientale. In altre parole, un'impresa socialmente responsabile cerca di fare affari in modo etico, tenendo conto degli impatti delle sue attività su dipendenti, clienti, ambiente e società nel suo complesso. Aziende socialmente responsabili: le azioni chiave Essere un'impresa socialmente responsabile non è solo un'espressione di buone intenzioni, ma richiede azioni concrete e misurabili. Ecco alcune azioni chiave che un'azienda può intraprendere per ritenersi socialmente responsabile: - Gestione etica e trasparente: l'azienda dovrebbe adottare pratiche di gestione etiche e trasparenti, garantendo che le decisioni siano prese in modo responsabile e che le informazioni siano condivise apertamente con tutte le parti interessate. - Rispetto dei diritti umani: l'impresa dovrebbe impegnarsi attivamente nel rispetto dei diritti umani, evitando la complicità in violazioni dei diritti fondamentali e promuovendo il rispetto della dignità umana in tutte le fasi della sua catena di approvvigionamento. - Sostenibilità ambientale: un'azienda socialmente responsabile dovrebbe adottare pratiche sostenibili, riducendo l'impatto ambientale delle sue operazioni, promuovendo l'efficienza energetica e contribuendo alla lotta contro i cambiamenti climatici. - Coinvolgimento comunitario: la partecipazione attiva nella comunità è essenziale. Ciò può includere iniziative di volontariato, sostenere progetti comunitari e collaborare con organizzazioni locali per affrontare le sfide sociali. - Responsabilità nei confronti dei dipendenti: garantire un ambiente di lavoro equo, sicuro e inclusivo è fondamentale. Ciò implica rispetto per i diritti dei lavoratori, pari opportunità e investimenti nel loro sviluppo professionale. Aziende socialmente responsabili: esempi concreti Ora che abbiamo esplorato le azioni teoriche, come possono le imprese mettere in pratica l'RSI nella vita di tutti i giorni? Ecco alcuni esempi concreti: - Riduzione delle emissioni di gas serra: un'impresa può impegnarsi a ridurre le emissioni di gas serra attraverso l'adozione di tecnologie sostenibili, l'efficienza energetica e la compensazione delle emissioni. - Programmi di formazione per dipendenti: investire in programmi di formazione continua per i dipendenti, promuovendo lo sviluppo delle competenze e la crescita professionale. - Collaborazioni con ONG e organizzazioni locali: collaborare con organizzazioni non governative e altre entità locali per affrontare specifiche sfide sociali, come progetti educativi, sanitari o ambientali. - Promozione di Prodotti Sostenibili: introdurre prodotti o servizi sostenibili, utilizzando materiali riciclabili o promuovendo l'uso responsabile delle risorse. In copertina foto di Åsa K da Pixabay Read the full article
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scienza-magia · 11 months ago
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L'Italia dalla Terra a Marte passando per la Luna
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Dalle risorse alla base, l'Italia in prima fila per la Luna. I progetti presentati al forum sulla New Space Economy. Dall'estrazione dell'ossigeno fino alla necessità di risolvere gli imprevisti più impensabili, passando dalla costruzione di un osservatorio scientifico e di una vera e propria base lunare: l'Italia è in prima fila nella nuova corsa alla Luna con la sua capacità di ricerca e con le imprese. L'obiettivo comune è realizzare un avamposto umano stabile e i progetti per realizzarlo sono stati il tema della seconda giornata del New Space Economy European Expoforum, l'evento di riferimento nel settore dell'economia spaziale organizzato a Roma. "La Luna è il prossimo grande obiettivo spaziale a cui si sta puntando con progetti internazionali molto ambiziosi e che vede un'importante partecipazione italiana", ha detto Immacolata Donnarumma dell'Agenzia Spaziale Italiana. Pietra miliare sarà il Lunar Gateway, la stazione spaziale in orbita attorno al nostro satellite per ospitare astronauti e della quale due moduli sono in fase di realizzazione in Italia, negli stabilimenti di Thales Alenia Space, joint venture tra Thales (67%) e Leonardo (33%). "Raccogliere questa sfida ci sta permettendo di superare limiti tecnologici e scientifici, portando a nuove scoperte e allo sviluppo di nuove capacità, di cui beneficeremo nella vita di tutti i giorni", ha detto il pilota sperimentatore dell'Aeronautica Militare e membro della riserva astronauti e astronaute dell'Agenzia Spaziale Europea, Andrea Patassa.
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Rappresentazione grafica di un modulo abitativo per la Luna (fonte: ASI, Thales Alenia Space) La Luna offre infatti moltissime opportunità e sfide tecnologiche, come quella di realizzare sul satellite un osservatorio spaziale polifunzionale. Questo è l'obiettivo di Earth Moon Mars, il progetto che ha come capofila l'Istituto Nazionale di Astrofisica, con la partecipazione dell'Asi e del Consiglio Nazionale delle Ricerche grazie ai fondi Pnrr per favorire l'uso della Luna come luogo privilegiato per studiare l'universo e anche per facilitare i programmi di esplorazione umana, sia del nostro satellite che più avanti di Marte. Prima tappa dell'ambizioso obiettivo è realizzare a Terra, entro il 2025, le condizioni necessarie per garantire i collegamenti. E' quindi necessario aggiornare il grande radiotelescopio Sardinia Radio Telescope, rendendolo adatto anche alle comunicazioni, realizzare poi una serie di strumentazioni complementari e infine costruire sulla Luna un vero e proprio osservatorio modulare, da far crescere nel tempo. La nuova corsa alla Luna comporta anche la necessita di vincere alcune sfide complesse, come la capacità di estrarre risorse direttamente in situ in modo tale che non debbano essere inviate dalla Terra. Una di queste consiste nell'estrarre l'ossigeno direttamente dalla regolite lunare: un progetto ambizioso, sperimentale e tutto italiano, nato dalla collaborazione tra Asi e Politecnico di Milano che va sotto il nome di Oracle. Un progetto innovativo che dovrà adesso essere testato sulla Luna e per questo l'Asi ha avviato un'indagine di mercato per identificare i soggetti industriali che possano realizzare il dimostratore, il tutto con un budget non superiore a 11 milioni di euro e una durata massima di 48 mesi. Difficile è anche la gestione quotidiana delle missioni, e soprattutto i tanti imprevisti che possono verificarsi, settore in cui nel tempo si è specializzata l'azienda italiana Altec. "La Luna può essere considerata come una sorta di banco di prova, più lontana rispetto alla Stazione Spaziale ma più vicina di Marte", ha detto Cesare Capararo, a capo dei Programmi di Altec. Gli inconvenienti possono essere di ogni tipo, da problemi sanitari in cui possa servire una rapida formazione all'equipaggio per poter intervenire a questioni più banali ma comunque fondamentali, come malfunzionamenti nei servizi igienici. Tutto questo si inserisce nel settore più ampio della pianificazione, ad esempio di attività all'esterno del veicolo oppure interventi di manutenzione. Read the full article
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bloginnovazione · 1 year ago
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personal-reporter · 1 year ago
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La sfida dell'intelligenza artificiale nel settore sanitario
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L'intelligenza artificiale (IA) sta rivoluzionando molteplici settori industriali. L'abilità di automazione dei processi, analisi dei dati in tempo reale e miglioramento dell'efficienza sono solo alcune degli innumerevoli vantaggi offerti dall'IA. L'ambito sanitario non fa eccezione. In questo settore, l'intelligenza artificiale sta dimostrando di essere una risorsa senza precedenti, in grado di migliorare la qualità della vita dei pazienti e di ottimizzare le pratiche mediche. L'AI può essere utilizzata per molteplici applicazioni nel settore sanitario: dalla prevenzione alle cure, dal monitoraggio delle patologie al supporto decisionale. Ad esempio, l'IA può essere utilizzata per analizzare grandi quantità di dati sanitari e identificare trend e pattern all'interno dei dati, fornendo predizioni accurate riguardanti la probabilità di malattie, gli esiti terapeutici e i tempi di recupero dei pazienti. Anche l'analisi delle immagini mediche è un importante campo di applicazione dell'IA. Gli algoritmi di machine learning possono analizzare le immagini acquisite da diverse fonti di imaging per individuare alterazioni e patologie potenzialmente in fase iniziale, con l'obiettivo di trovare soluzioni efficaci al trattamento. Inoltre, l'AI può essere utilizzata per monitorare i parametri vitali dei pazienti e prevenire situazioni di pericolo. Con l'analisi dei dati in tempo reale, l'intelligenza artificiale può rilevare eventuali segnali di allarme e avvisare il personale medico per intervenire con tempestività, evitando gravi conseguenze per i pazienti. Ci sono, tuttavia, alcune sfide che l'AI deve affrontare quando si tratta di applicazioni nel settore della sanità. Innanzitutto, l'accuratezza dei dati è fondamentale, e la gestione dei dati sanitari privati deve essere fatta rispettando la normativa sulla privacy. Inoltre, l'implementazione di sistemi di intelligenza artificiale richiede l'acquisizione di skills specifici, al fine di garantire l'operatività e la sicurezza del sistema. In definitiva, l'introduzione dell'AI nel settore sanitario rappresenta una grande opportunità per migliorare la qualità delle cure e la vita delle persone. Inoltre, l'IA potrebbe ridurre i costi delle cure a lungo termine, aumentando la produttività del personale medico e ottimizzando le risorse disponibili. Tuttavia, è necessario tenere sempre in considerazione i rischi e le sfide associate all'utilizzo di queste tecnologie, cercando di implementare soluzioni sicure e di alta qualità. Solo in questo modo l'intelligenza artificiale potrà concretizzarsi come una risorsa di grande valore per il settore sanitario, migliorando la vita delle persone e delle comunità. Fonti: - L'intelligenza artificiale nella sanità (Articolo di Policlinico San Donato) - https://www.policlinicosandonato.it/news-ed-eventi/eventi/lintelligenza-artificiale-nella-sanita/ - Come l'AI può migliorare il monitoraggio dei pazienti? (Articolo di PharmaScout) - https://www.pharmascout.it/articoli/monitoraggio-dei-pazienti-lintelligenza-artificiale-puo-migliorare-lefficienza/ - Intelligenza artificiale e imaging medico (Articolo di Harvard Business Review) - https://hbr.org/2020/03/how-artificial-intelligence-can-improve-medical-imaging - I vantaggi dell'AI per la sanità (Articolo di Medical Device News Magazine) - https://infomeddnews.com/the-promise-of-artificial-intelligence-in-healthcare/ - AI e privacy nell'ambito sanitario (Articolo di HealthTech Magazine) - https://healthtechmagazine.net/article/2019/12/ai-privacy-concerns-health-care-providers-say-it-worth-it-perfcon Read the full article
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nuovi-materiali · 1 year ago
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L’incremento dei flussi turistici su scala mondiale, nazionale e locale ha generato un repentino aumento dell’impatto economico, sociale e ambientale del settore. Infatti, all’interno di territori con un alto numero di arrivi e di presenze, il turismo ha prodotto un impatto sistemico capace di coinvolgere trasversalmente più comparti, ad esempio, ristorazione, trasporti, servizi sanitari.
Le aree maggiormente interessate dal turismo mostrano quanto esso sia una forza trasformativa capace di produrre ricchezza economica, ma anche di condensare aspetti distruttivi cui si associano squilibri e impatti inattesi o indesiderati.
Molte esperienze nazionali e internazionali mostrano come esista un “bad tourism” che, tra gli altri, può impoverire il territorio, compromettere la qualità dell’ambiente, alterare la vita sociale e culturale, generare costi (e deficit) per la realizzazione di strutture e infrastrutture non recuperabili con i ricavi, aumentare a dismisura la richiesta di risorse o la produzione di esternalità negative che penalizzano le stesse comunità locali.
Se da un lato la pressione turistica produce un aumento della ricchezza economica e dell’occupazione in molte località, dall’altra pone con forza alcune precise richieste, in tema di qualità della vita, di servizi e di tutela degli ecosistemi che non si possono lasciare inevase, ma che richiedono uno sforzo per perseguire concreti obiettivi di riequilibrio del rapporto tra turismo, ambiente naturale e popolazione locale.
La consapevolezza delle criticità collegate al turismo, soprattutto quando condizionato da un modello di sviluppo disordinato, puramente quantitativo e meramente consumista, ha sostenuto una riflessione sull’applicazione al settore turistico del paradigma della sostenibilità.
L’introduzione sul piano politico-istituzionale e sul piano scientifico del concetto di “turismo sostenibile” è un approdo immediatamente successivo alla formalizzazione nel noto Rapporto Bruntland (1987) dell’idea di “sviluppo sostenibile”.
A distanza di un anno, nel 1988, l’Organizzazione Mondiale del Turismo (OMT) ha formulato una definizione di turismo sostenibile tesa declinare l’idea di sostenibilità all’interno del settore turistico, evidenziando la necessità di soddisfare al contempo i bisogni dei turisti e delle popolazioni delle località visitate e di generare opportunità per una crescita durevole dei territori.
Ecco allora che secondo l’OMT «lo sviluppo sostenibile del turismo va incontro ai bisogni dei turisti e delle aree ospitanti attuali e allo stesso tempo protegge e migliora le opportunità per il futuro.
Esso deve essere il principio guida per una gestione delle risorse tale che i bisogni economici, sociali ed estetici possano essere soddisfatti e contemporaneamente possano essere preservati l’integrità culturale, gli equilibri fondamentali della natura, la biodiversità e il sostegno al miglioramento della qualità della vita».
Nel Codice Etico Mondiale, la stessa OMT (1999) afferma che il turismo deve essere un’attività benefica per le comunità di destinazione che devono condividerne in modo equo i benefici economici, sociali e culturali.
Alla luce della crescente compromissione dei sistemi ecologici e della più generale sfida del mutamento ambientale globale non è più sufficiente invocare una generica attenzione alla sostenibilità in ambito turistico.
Da più parti emerge la richiesta di una scelta di campo netta a favore di un’idea forte di sostenibilità che produca marcati cambiamenti sul piano dell’offerta e della domanda, ad esempio, rivendendo dalle fondamenta il modello anacronistico di una crescita disordinata, consumistica e senza limiti che purtroppo anche in alcune aree turistiche ha lasciato il segno.
Il turismo sostenibile riconosce ed esalta la centralità della comunità locale ospitante. Chi ospita ha il diritto ad essere protagonista nello sviluppo turistico, e socialmente responsabile del proprio territorio. Questo principio si muove sulla scia delle spiacevoli esperienze riconducibili all’overtourism o sovraffollamento turistico.
Soprattutto nelle metropoli, ma più in generale nelle mete turistiche, si genera infatti una situazione poco gradevole per tutte le parti in causa. Da un lato i turisti si trovano a fronteggiare file interminabili per visitare luoghi iconici, dall’altra i locali convivono con un sovraffollamento concentrato in periodi circoscritti. Il turismo ecologico è una strategia win-win che apporta benefici ad entrambe le parti.
Il turismo sostenibile è quello che si dissocia dall’inquinamento, dall’aumento dei costi della vita e dalla ricerca di lusso e di comfort.
I suoi principi sono la condivisione delle ricchezze del luogo, la custodia e la valorizzazione delle tradizioni, il sostegno alle bellezze naturali e architettoniche. Alla base del turismo sostenibile c’è, quindi, il rispetto del luogo che si visita e di chi lo abita ogni giorno.
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notiziariofinanziario · 2 years ago
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Silver Economy: cos’è e come impatta sulle libere professioni
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Le persone di età pari o superiore a 65 anni sono l'unica categoria il cui reddito è aumentato e il cui rischio di povertà è diminuito negli ultimi anni. In un paese che invecchia con rapidità, la Silver Economy è ormai una realtà che non può essere ignorata. E l'impatto sul PIL italiano degli over 65 è stimato tra i 323,5 e i 500 miliardi di euro, ovvero tra il 20 e il 30% del prodotto interno lordo. Tenendo conto delle proiezioni demografiche dell'Istat, gli over 65, che oggi costituiscono il 23,8% della popolazione, nel 2050 arriveranno a rappresentare il 35%. Che cos'è la Silver Economy? Con il termine Silver Economy si intende un insieme di economie specificamente mirate alla popolazione over 50 che ha lasciato parzialmente o completamente il lavoro e si è spostata da uno stile di vita attivo a uno stile di vita passivo. Questo tipo di economia è costruita sulle risorse accantonate o possedute da questa fascia di popolazione con i capelli bianchi (o color argento, silver appunto), che rappresenta a tutti gli effetti un mercato in continua espansione. I sondaggi dell'opinione pubblica e gli studi sui sistemi previdenziali distinguono quindi tre principali fasce di età: dai 50 ai 64 anni, dai 65 ai 74 anni e tutti coloro che hanno 75 anni e oltre. Chi sono i "Silver" italiani e perché minacciano il lavoro dei liberi professionisti? In Italia i cittadini di età superiore ai 65 anni sono 14 milioni, pari al 23,81% della popolazione. Un dato interessante scoperto dall'indagine effettuata riguarda la ricchezza degli ultra sessantacinquenni, l'unica fascia di età il cui rischio di povertà è diminuito negli ultimi anni. Non solo, è l'unica categoria con un aumento del reddito medio equivalente (circa +300 euro) e la categoria con il minor indebitamento complessivo. La ricchezza totale dei "Silver" ammonta a 4 mila miliardi di euro, che rappresentano il 41,4% della ricchezza degli italiani. Di questi, 1.501 miliardi di euro sono proprietà personale e 2.558 miliardi di euro sono beni immobili. Non a caso, la generazione Silver detiene il maggior numero di investimenti immobiliari rispetto alle altre fasce d'età in Italia. L'86,7% di chi ha oltre 65 vive in case di proprietà, e il 27,3% possiede uno o più immobili. Si tratta di una capitalizzazione importante che ha ben resistito anche all'impatto della pandemia di Covid-19. Sempre più liberi professionisti vogliono salvaguardarsi in vista di future situazioni simili, per questo è utile dotarsi di un'assicurazione sanitaria per liberi professionisti. Ma uno dei dati più interessanti è che la Silver Economy dà lavoro a circa 4,6 milioni di persone, tra cui badanti formali e informali, lavoratori delle case di cura, operatori sanitari e fornitori di beni e servizi acquistati da anziani. Tra i settori industriali che ne beneficeranno vi sono l'housing, la mobilità, i servizi e il terziario, il mondo del wealth management, le società di gestione patrimoniale e le banche chiamate a proporre prodotti di investimento su misura e il settore assicurativo. Read the full article
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3nding · 3 years ago
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Secondo un’analisi elaborata per Il Sole 24 ORE dall'Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari dell'Università Cattolica di Roma (Altems), “il costo giornaliero di ospedalizzazione è stato stimato pari a 709,72 euro, mentre quello in terapia intensiva è pari a 1.680,59 euro”. [1]
Nel periodo analizzato, 13 agosto-12 settembre 2021, i ricoverati non immunizzati evitabili sono stati 6.009: l'87% non sarebbe stato ricoverato se avesse fatto la vaccinazione e il 92% avrebbe evitato la rianimazione.
Spesso si sente dire che la vaccinazione è una scelta individuale, perché non avrebbe alcun riflesso sugli altri nel caso che una persona non vaccinata si ammali.
Sappiamo che non è vero dal punto di vista epidemiologico.
Ma è non è vero neanche dal punto di vista economico, visto che il nostro Sistema Sanitario Nazionale è universalistico e sovvenzionato dalle tasse di tutti.
Per non pesare sugli altri, chi non si vaccina deve riuscire a proteggersi al meglio: fare i tamponi ogni 48 ore non è prevenzione primaria, è semmai un modo per ridurre il rischio di trasmettere SARS-CoV-2 agli altri. Eppure, proprio in queste ore si discute della possibilità di rendere gratuiti i tamponi per chi ha scelto di non vaccinarsi.
Troviamo che sia una proposta da respingere con fermezza per almeno tre ragioni: costo, efficacia, messaggio.
Il costo e la gestione dei tamponi, moltiplicati per le persone non vaccinate e proiettati nel tempo, rappresenterebbero un impiego di risorse pubbliche ingiustificato (e a discapito dell’accesso ai tamponi a scopo diagnostico): la vaccinazione costa molto meno ed è parecchio più efficace nel ridurre la circolazione del virus.
E la lettura che i cittadini potrebbero legittimamente dare di questa iniziativa è che la vaccinazione è superflua, in spregio del mastodontico impegno profuso nella campagna vaccinale e anche del valore del contributo di chi ha scelto di vaccinarsi, magari superando esitazioni e timori.
Nessun uomo è un’isola: la vaccinazione protegge tutti.
Via - iovaccino
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lamilanomagazine · 10 months ago
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Sanità: la riorganizzazione del Pronto Soccorso di Varese attraverso un percorso partecipato
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Sanità: la riorganizzazione del Pronto Soccorso di Varese attraverso un percorso partecipato. Varese. Tra pochi mesi il Pronto Soccorso dell'Ospedale di Circolo di Varese cambierà guida. La modifica dei vertici di questo reparto importante e decisivo in ogni ospedale e maggiormente a Varese deve essere l'occasione per aprire un confronto ed un dialogo con le istituzioni maggiormente interessate ed i territori su cui il pronto soccorso opera. E' al riguardo importante ascoltare i medici di base, il personale sanitario, i servizi socio assistenziali dei Comuni, le rsa e le rsd della zona al fine di comprendere bene come questi soggetti (esterni al p.s.) possano contribuire a migliorare i servizi offerti dal Pronto Soccorso ed a decongestionarlo. Ciò in ragione del fatto che rispetto a 4 anni fa quando è stato riorganizzato il reparto molto è cambiato: abbiamo avuto il covid che ci ha fatto scoprire l'importanza della medicina territoriale e diffusa, l'entrata in vigore della riforma sanitaria con le case di comunità che devono entrare nella reale organizzazione sanitaria e nel percepito delle persone, il progressivo invecchiamento della popolazione ed una sempre maggiore necessità di operatori sanitari (medici infermieri, etc). A ciò si aggiunge anche la significativa e non trascurabile riduzione delle risorse. Tali fenomeni devono essere adeguatamente considerati in ogni scelta che riguarda l'ambito socio sanitario ma ancora di più per quanto riguarda l'organizzazione del Pronto Soccorso che e' strettamente legata a rendere concretamente operative le Case di Comunità, perché possano offrire un' alternativa alla gestione dei codici minori e meno gravi. In queste settimane infatti numerose sono state le pressioni a cui sono stati sottoposti i reparti di pronto soccorso lombardi ed anche quello varesino non è stato da meno. Un metodo partecipato e pubblico per offrire visioni, esigenze, punti di vista qualificati a chi ha il compito di decidere il futuro del Pronto Soccorso. "Pensiamo che questo metodo possa essere una novità interessante soprattutto in un momento storico dove al di la delle posizioni politiche è fondamentale preservare il sistema sanitario, le prestazioni, la loro qualità ed un'attenzione particolare per gli operatori. Non ci sentiremmo in alcun modo di fare una proposta simile per le decisioni che riguardano altri reparti importanti per un ospedale (Oculistica, Pneumologia etc) ma per il Pronto Soccorso, proprio per le forti relazioni con l'esterno dell'ospedale, riteniamo sia opportuno ed utile anche per corresponsabilizzare tutti davanti alle scelte che verranno assunte. Nel caso di Varese tale sperimentazione di partecipazione potrebbe essere particolarmente utile anche in relazione al percorso avviato per la stesura del nuovo PGT del Capoluogo che con il suo piano dei servizi dovrà porre un forte accento alle questioni sociosanitarie. Il Comune di Varese, anche attraverso il comitato Varese in salute, costituito per fornire qualificati supporti, ha a cuore il miglior funzionamento del Pronto soccorso e pertanto si rende sin d'ora disponibile a fornire il miglior supporto possibile." Queste le parole del sindaco Davide Galimberti e del consigliere delegato alla Sanità Guido Bonoldi.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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corallorosso · 3 years ago
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La Cina risponde agli Usa: vogliamo parlare della democrazia negli Stati Uniti? di Giulio Chinappi su World Politics Blog Per decenni gli Stati Uniti si sono autoproclamati il “campione della democrazia”, arrogandosi il diritto di ergersi a giudice dei sistemi politici degli altri Paesi, senza disdegnare interventi diretti o indiretti per favorire l’abbattimento di governi ostili e l’emergere di governi a propria immagine e somiglianza. (...) Il ministero degli Affari Esteri della Repubblica Popolare Cinese ha pubblicato un documento nel quale analizza le criticità della democrazia negli Stati Uniti. “Nel corso degli anni, la democrazia negli Stati Uniti è diventata alienata e degenerata, e si è sempre più allontanata dall’essenza della democrazia e dal suo progetto originale. Problemi come la politica del denaro, la politica dell’identità, le dispute tra partiti politici, la polarizzazione politica, la divisione sociale, la tensione razziale e il divario di ricchezza sono diventati più acuti. Tutto ciò ha indebolito il funzionamento della democrazia negli Stati Uniti“, si legge nel rapporto del ministero degli Esteri cinese. I problemi della democrazia statunitense sono dunque evidenti sia da un punto di vista interno che esterno. Si tratta infatti di un sistema politico volto a creare sempre maggior iniquità, pensato ad unico vantaggio di una piccola minoranza che detiene il potere economico: “La democrazia in stile americano è un gioco per uomini ricchi basato sul capitale, ed è fondamentalmente diversa dalla democrazia del popolo. […] Gli Stati Uniti sono un tipico paese dominato da una classe d’élite. Il pluralismo politico è solo una facciata. Una minoranza élitaria domina gli affari politici, economici e militari“. Da un punto di vista esterno, invece, “gli Stati Uniti hanno spesso usato la democrazia come pretesto per intromettersi negli affari interni di altri Paesi, causando caos politico e disordini sociali in questi Paesi e minando la pace e la stabilità mondiale e la tranquillità sociale in altri Paesi“. (...) In secondo luogo, eventi come la morte di George Floyd il 25 maggio 2020 hanno dimostrato come il razzismo negli Stati Uniti non sia un fenomeno che riguarda alcuni individui, ma un vero e proprio male endemico della società statunitense: “Oggi, sebbene la segregazione razziale sia stata apparentemente abolita negli Stati Uniti, la supremazia bianca è ancora diffusa e dilagante in tutto la nazione. La discriminazione contro i neri americani e altre minoranze razziali rimane un fenomeno sistemico“. Infine, la gestione della pandemia di Covid-19 ha dimostrato l’inefficacia di un sistema basato unicamente sulla ricerca del profitto individuale, e non del benessere generale: “Con le migliori risorse sanitarie e mediche del mondo, come essi stessi affermano, gli Stati Uniti sono stati un disastro totale quando si trattava di risposta al COVID. Hanno il numero più alto al mondo di contagi e decessi“. In politica estera, gli Stati Uniti hanno esercitato la violenza su altri Paesi in vari modi, ma sempre con il pretesto della democrazia. Questi metodi includono le “rivoluzioni colorate”, l’intervento militare diretto e le sanzioni economiche unilaterali. Sebbene con forme diverse, tutti questi attacchi sferrati ai Paesi che hanno l’unica colpa di non genuflettersi al progetto egemonico statunitense hanno portato risultati simili: “L’esportazione degli Stati Uniti dei suoi valori ha interrotto il normale processo di sviluppo nei Paesi interessati, ha ostacolato la loro ricerca di un percorso e di un modello di sviluppo adeguati alle loro condizioni nazionali, ha portato disordini politici, economici e sociali e ha distrutto, uno dopo l’altro, ciò che erano le belle patrie degli altri. Le turbolenze, a loro volta, hanno dato origine al terrorismo e ad altre sfide a lungo termine che minacciano e mettono a rischio la sicurezza regionale e persino globale“. Oggi, sono in pochi a poter ancora sostenere il sistema politico statunitense come un modello di democrazia. L’ordine internazionale del XXI secolo esige la fine delle egemonie e l’inizio del multilateralismo tra pari, al fine di affrontare sfide globali come le pandemie, il rallentamento economico e l’emergenza ambientale: “Qualsiasi tentativo di spingere per un modello unico o assoluto di democrazia, utilizzare la democrazia come strumento o arma nelle relazioni internazionali, o difendere la politica di blocco e il confronto tra blocchi sarà una violazione dello spirito di solidarietà e cooperazione che è fondamentale in tempi difficili“.
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paoloxl · 4 years ago
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Torino: Primo maggio, per salvarci dobbiamo cambiare sistema!
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Ad oltre un anno dall'inizio dell'emergenza Covid-19, udiamo promesse, proclami e ipocrite campagne elettorali, mentre continuiamo a non vedere la luce in fondo al tunnel. La pandemia è uno dei frutti avvelenati del sistema sociale in cui viviamo, del modo in cui sono organizzate nella nostra società le relazioni tra esseri umani, nonché tra esseri umani e natura. Il persistere dell'emergenza e l'avvicendarsi delle ondate di contagio rende palese come il sistema che ha prodotto la pandemia sia lo stesso che non è in grado di risolverla.
Il contagio nasce in seno ad un capitalismo sempre più vorace che ignora i limiti ecosistemici presenti in natura. Agroindustria, deforestazione, devastazione di ambienti incontaminati sono i processi che permettono la promiscuità tra uomo e animale in cui i virus possono compiere dei salti di specie. Questi eventi non sono affatto casuali, ma sono ovvie conseguenze della tendenza del capitalismo a massimizzare il profitto e a concentrarlo nelle mani di pochi. Ed è sempre conseguenza di un capitalismo che si riproduce sui flussi del mercato globale, dove uomini, merci e denaro si spostano senza sosta da un lato all'altro del mondo, che il virus si è diffuso ad una velocità senza precedenti.
Mentre scriviamo questa indizione, i morti da Coronavirus sono oltre 3,09 milioni nel mondo, di cui 119mila solo in Italia - l'equivalente di una città delle dimensioni di Bergamo - e l'impressione che abbiamo è che, nonostante le vaccinazioni ed i lockdown, ci toccherà fare i conti con questa malattia ancora per molto tempo. Il nostro sistema sanitario ha subito una radicale trasformazione negli ultimi trent'anni. Pensato originariamente come un modello pubblico ed universale, ma al contempo attento ai bisogni e alle specificità dei singoli territori, è stato progressivamente smantellato. Al suo posto abbiamo assistito a processi irreversibili di razionalizzazione, privatizzazione, aziendalizzazione e concentrazione esclusiva di risorse in grandi poli di eccellenza. La crisi del sistema sanitario di fronte all'esplosione del Coronavirus è stata la conseguenza fisiologica di scelte politiche che hanno messo in mano la salute dei e delle cittadine ad amministrazioni regionali sconsiderate, con un piano pandemico mai aggiornato, rimuovendo completamente il tema della prevenzione, in quanto poco remunerativo. Al di là del caso specifico del Covid, oggi in questo Paese vi sono milioni di persone che, in solitudine e nella totale invisibilità, devono affrontare difficoltà insormontabili ad accedere alle cure sanitarie per mancanza di reddito, perché straniere, perché prive di documenti. E vogliamo parlare dei vaccini, oggetto di un conflitto tra Stati, nonché fonte inesauribile di arricchimento per multinazionali del farmaco che piuttosto che cedere sui brevetti lascerebbero morire altri milioni di persone. Senza contare che il ritardo con cui si sta svolgendo la campagna vaccinale conferisce ampio vantaggio ad un virus che costantemente muta. L' informazione rispetto ai vaccini è confusa, i giornali cavalcano un'onda di allarmismo generale che sin dall'inizio della pandemia ne accompagna la gestione. Anche questo è il frutto di scelte fatte molto tempo addietro, aver appaltato al libero mercato la ricerca e la produzione di farmaci, aver trasformato il benessere della popolazione in una possibilità di profitto per pochi, rinunciando ad investire in una ricerca scientifica pubblica per il bene comune.
Mentre lobbies imprenditoriali e grandi multinazionali influenzano indisturbate le scelte di governo, milioni di lavoratori si recano ogni giorno in fabbrica, nei magazzini della logistica o in ufficio, rischiando di ammalarsi. Altre centinaia di migliaia sono cadute nel giro di pochi mesi nella spirale della disoccupazione, dell'impoverimento e dell'insicurezza sociale. E questo è solo l'inizio, a fronte di un governo che ha intenzione nei prossimi mesi di rimuovere il blocco dei licenziamenti. Nel mentre di una crisi sociale già in atto, assistiamo all'ascesa di uno dei governi più vergognosi della storia repubblicana, dove la gran parte dell'arco istituzionale si è accordato per spartirsi i fondi del Recovery Fund. Il "Governo Draghi" rappresenta la quintessenza degli interessi imprenditoriali, predatori e speculatori del nostro paese, la ragion di stato di Confindustria. Supportato da un' Europa sempre più incapace di garantire il benessere promesso ai propri e alle proprie cittadine - a esclusione di chi il titolo di cittadinanza non ce l'ha - mimetizza i propri interessi dietro la retorica della "transizione ecologica" e de "il Governo dei migliori".
"Transizione ecologica" che stiamo vedendo all'opera, in tutta la sua violenza ecocida, in Val di Susa. A San Didero sta venendo raso al suolo un intero bosco per sostituirlo con una colata di cemento. Il progetto prevede un nuovo autoporto per camion che dovrebbero trasportare merci che non esistono. Nel mentre, è in corso la militarizzazione di un intero territorio e viene messa in pericolo la salute dei e delle cittadine. Il bosco di San Didero è pesantemente inquinato da pcb e diossine, emesse dall'acciaieria Beltrame che ha interrotto la sua produzione nel 2014. Rivoltare quel terreno vorrebbe dire rimettere in circolo particelle che provocano malattie cardiovascolari e all'apparato polmonare. Sempre per citare i "benefici" del TAV Torino Lione, si stima che nel corso di dieci anni di lavori verrebbero rilasciate nell'aria quasi 10 milioni di tonnellate di anidride carbonica. Un'emissione che non verrebbe recuperata nemmeno se la linea lavorasse a pieno regime per 20 anni, cosa pressoché impossibile secondo il rapporto "Creuzet".
Il costo spropositato di quest'opera - 8 miliardi di euro, secondo i promotori, ma destinati a moltiplicarsi - potrebbe essere investito per le vere emergenze che la pandemia ha messo in luce. Qualche suggerimento? Sicurezza sul lavoro ed un reddito minimo garantito per chi è stato penalizzato dalla crisi; potenziamento della sanità territoriale - che sia davvero accessibile e universale - e di ricerche sulla prevenzione, investimenti per scuole ed università finite nel dimenticatoio insieme ad un futuro per i e le giovani, messa in sicurezza dei territori e bonifica di quelli inquinati e devastati. Su questo devono essere redistribuite le risorse, qui è la posta in gioco per avere un futuro. Tutto il resto è propaganda di un sistema che ci costringe ogni giorno a lottare per la nostra sopravvivenza, in quanto individui e in quanto specie.
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