#collaborazioni sanità
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La Governance Regionale della Ricerca Sanitaria in Italia: modelli e prospettive di innovazione
Presentati alla SDA Bocconi i modelli regionali per la governance della ricerca sanitaria: un confronto sui sistemi di gestione, sprechi e soluzioni innovative.
Presentati alla SDA Bocconi i modelli regionali per la governance della ricerca sanitaria: un confronto sui sistemi di gestione, sprechi e soluzioni innovative. Il 28 ottobre, presso la SDA Bocconi, si è svolto l���evento “La governance regionale della ricerca sanitaria”, organizzato dal CERGAS SDA Bocconi e dal Centro Studi Interaziendale di Management Sanitario (CESIM), con il supporto della…
#Amelia Compagni#Antonio Maconi#buone pratiche sanità#CERGAS#CESIM#collaborazioni sanità#Comitati Etici Territoriali#DAIRI Piemonte#Emilia Romagna ricerca sanitaria#eventi Bocconi#farmaci immunosoppressori#Fondazione Cra#fondazione IRCCS#fondi per la ricerca#gestione risorse sanitarie#gestione sanità#governance sanitaria#inefficienze sanità#innovazione sanitaria#integrazione sanitaria#istituzioni sanitarie#Lazio Policlinico Umberto I#modelli regionali ricerca sanitaria#network di ricerca#organizzazione sanitaria#politiche sanitarie#politiche sanitarie regionali#qualità ricerca#rete ricerca regionale#Ricerca medica
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Torino e il futuro della sanità: evoluzione e collaborazioni fra pubblico e privato. A parità di risorse pubbliche e servizi, la filiera della sanità pubblica piemontese può crescere come valore dall’11,7% al 14,2% del Pil regionale, che nel 2023 è stato equivalente a 138 miliardi di euro.... 🔴 Leggi articolo completo su La Milano ➡️ Read the full article
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Abbiamo recuperato il pdf della Legge Regionale Puglia contro L'omo-transfobia.
Ecco le parti di interesse sanitario. Valuteremo se saranno efficacemente in grado di evitare le Terapie Riparative, le Mutilazioni Genitali ai Neonati Intersex e l'omo-transfobia sanitaria, molto diffusa nel personale sanitario italiano che non ha mai ricevuto formazione nel merito.
"Formazione sul riconoscimento e prevenzione delle discriminazioni di orientamento e genere (art 6)
Informazione, consulenza e supporto alle persone lgbtiaq+ in ambito sanitario e socio-sanitario (art 11)
Informazione e formazione al personale per evitare le discriminazioni di sesso, genere e orientamento anche in ambito sanitario (art 12)
La Regione garantisce fin dalla nascita il diritto alla integrità fisica delle persone che presentano variazioni nelle caratteristiche di sesso (art 13)
La Regione promuove campagne informative e di sensibilizzazione finalizzate alla prevenzione delle malattie a trasmissione sessuale, promuovendo specifiche azioni rivolte alle persone LGBTI (art 14)
La Regione promuove programmazione e pianificazione in ambito di medicina di genere (art 15)
La regione garantisce protezione alle vittime di discriminazione e violenza alle persone lgbtiaq+ (art 16)
La Regione promuove collaborazioni con associazioni di categoria. (Art18)
Nel tavolo tecnico è contemplato un* professionista sanitario con curriculum inerente la legge (art 22)"
#Puglia #omofobia #legge #sanità #Amigay
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Bandi di Gara e Tender Internazionali: Opportunità per le Aziende Italiane
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Bandi di Gara e Tender Internazionali: Opportunità per le Aziende Italiane
Introduzione ai Bandi di Gara e Tender Internazionali
I bandi di gara e i tender internazionali rappresentano strumenti fondamentali per le aziende italiane che aspirano a espandere la propria presenza sul mercato globale. Ma cosa sono esattamente questi strumenti? In termini semplici, un bando di gara è una procedura formale con cui enti pubblici o privati richiedono offerte per la fornitura di beni o servizi. I tender internazionali, nello specifico, si riferiscono a queste procedure su scala globale, coinvolgendo aziende di vari paesi.
Le opportunità offerte dai tender internazionali sono molteplici e possono variare notevolmente in termini di settore, portata e requisiti. Esistono bandi di gara pubblici, emessi da governi e amministrazioni pubbliche, che spesso riguardano progetti infrastrutturali, forniture di servizi pubblici o appalti edilizi. I tender privati, invece, sono indetti da aziende e organizzazioni private e possono coprire una vasta gamma di settori, dalla tecnologia alla sanità, passando per la produzione industriale.
Una categoria particolarmente rilevante è quella dei bandi di gara finanziati da organismi internazionali, come le banche di sviluppo multilaterali (MDBs) o le agenzie delle Nazioni Unite. Questi bandi non solo offrono opportunità di business, ma spesso includono anche programmi di finanziamento e supporto tecnico per le aziende partecipanti, rendendoli particolarmente attraenti per le imprese che cercano di entrare in nuovi mercati con minori rischi.
Per le aziende italiane, partecipare a questi bandi di gara e tender internazionali può rappresentare una svolta significativa. Non solo offrono la possibilità di espandere il proprio mercato oltre i confini nazionali, ma anche di acquisire esperienza e competenze a livello globale. Tuttavia, è essenziale avere una comprensione chiara delle diverse tipologie di tender e dei processi coinvolti per poter cogliere al meglio queste opportunità.
Vantaggi e Sfide della Partecipazione ai Tender Internazionali
Partecipare ai tender internazionali offre alle aziende italiane una serie di vantaggi significativi. Tra i più rilevanti, c’è l’accesso a nuovi mercati. Le gare d’appalto bandite da organizzazioni internazionali e MDBs (Multilateral Development Banks) permettono alle imprese di espandere la propria presenza oltre i confini nazionali. Questo non solo aumenta le opportunità di vendita e profitto, ma favorisce anche l’acquisizione di una clientela diversificata e globale.
L’espansione del network commerciale è un altro beneficio cruciale. Partecipando ai bandi di gare, le aziende possono instaurare collaborazioni strategiche con partner internazionali, rafforzando così la propria posizione nel mercato globale. Inoltre, vincere un tender internazionale può incrementare significativamente la visibilità e la reputazione dell’azienda, rendendola un attore riconosciuto e rispettato a livello mondiale.
Tuttavia, la partecipazione ai tender internazionali non è priva di sfide. Una delle principali difficoltà riguarda le barriere linguistiche. La comprensione e la produzione di documentazione tecnica in una lingua straniera possono rappresentare un ostacolo considerevole. Inoltre, le differenze culturali possono influenzare le modalità di negoziazione e gestione dei rapporti commerciali, richiedendo alle aziende un adattamento continuo.
Le complessità normative costituiscono un altro ostacolo significativo. Ogni paese ha proprie leggi e regolamenti che riguardano le gare d’appalto, e conformarsi a tali normative può risultare difficile e dispendioso in termini di tempo. Per superare queste sfide, è fondamentale che le aziende si preparino adeguatamente. Avvalersi di consulenza specializzata e formazione continua può fare la differenza, fornendo alle imprese le competenze necessarie per navigare con successo nel panorama dei tender internazionali.
In definitiva, la partecipazione ai bandi di gare internazionali può rappresentare una leva strategica per la crescita delle aziende italiane, a patto che queste siano pronte ad affrontare e superare le complessità che tale partecipazione comporta.
Prepararsi e partecipare con successo ai tender internazionali richiede un approccio metodico e strategico. Il primo passo fondamentale è la ricerca dei bandi di gare disponibili. Esistono numerosi portali web specializzati e servizi di consulenza che offrono aggiornamenti regolari su tender internazionali, come ad esempio Tenders Electronic Daily (TED) dell’Unione Europea o i portali delle Multilateral Development Banks (MDBs). Utilizzare questi strumenti può facilitare l’individuazione delle opportunità più rilevanti per il proprio settore.
Una volta identificati i bandi di gare di interesse, è cruciale preparare la documentazione necessaria in modo accurato e conforme ai requisiti specifici. Questa documentazione può includere certificati di qualità, bilanci aziendali, referenze di progetti precedenti e altre informazioni richieste dal bando. È essenziale leggere attentamente tutti i documenti di gara per assicurarsi di rispettare ogni dettaglio specificato, poiché la mancanza di conformità può portare all’esclusione immediata.
La presentazione delle offerte richiede attenzione e precisione. Le aziende devono assicurarsi che tutte le sezioni dell’offerta siano complete e ben organizzate. Inserire chiaramente i punti di forza dell’azienda, le esperienze rilevanti e la proposta di valore può aumentare significativamente le chances di successo. Un suggerimento utile è quello di includere esempi di progetti simili completati con successo, evidenziando risultati concreti e benefici ottenuti.
Per migliorare ulteriormente le proprie opportunità di successo, le aziende possono avvalersi di servizi di consulenza specializzati in tender internazionali. Questi servizi offrono supporto nella preparazione della documentazione, nella comprensione dei requisiti di gara e nella strategia di presentazione delle offerte. Inoltre, partecipare a workshop e corsi di formazione può fornire competenze aggiuntive e aggiornamenti sulle migliori pratiche nel settore dei tender internazionali.
In sintesi, la chiave per partecipare con successo ai tender internazionali risiede in una preparazione meticolosa, nell’uso di risorse specializzate e nella presentazione di offerte ben strutturate e conformi ai requisiti. Con l’approccio giusto, le aziende italiane possono accedere a nuove opportunità di crescita e sviluppo sui mercati internazionali.
Storie di Successo e Case Study di Aziende Italiane
Le aziende italiane che hanno partecipato con successo ai tender internazionali rappresentano esempi illuminanti di come l’innovazione, la strategia e la determinazione possano portare a grandi risultati. Una delle storie più rilevanti è quella di un’azienda manifatturiera specializzata in tecnologie green, che ha ottenuto un importante bando di gara per la fornitura di soluzioni sostenibili a un consorzio di paesi latinoamericani. Affrontando sfide significative come la concorrenza internazionale e le diverse normative locali, l’azienda è riuscita a vincere il bando grazie a un’approfondita ricerca di mercato e a una proposta altamente personalizzata che ha risposto perfettamente alle esigenze del consorzio.
Un altro caso di successo è quello di una PMI del settore IT che ha partecipato a un tender internazionale emesso da una delle principali banche multilaterali di sviluppo (MDBs). La chiave del loro successo è stata l’adozione di strategie di networking efficaci e la collaborazione con partner locali che hanno facilitato l’adeguamento delle loro soluzioni alle specifiche richieste del bando. Il risultato è stato un progetto di trasformazione digitale che ha non solo soddisfatto ma superato le aspettative del cliente, assicurando alla PMI un’importante posizione di mercato.
Questi esempi dimostrano che con una preparazione accurata e un approccio strategico, le aziende italiane possono competere efficacemente nei bandi di gara internazionali. Per molte aziende, la chiave del successo risiede nella capacità di adattarsi rapidamente alle esigenze del mercato globale e di sfruttare le reti di contatti esistenti per ottenere informazioni cruciali e supporto locale.
Se desiderate ulteriori informazioni o supporto nella partecipazione ai tender internazionali, non esitate a contattarci. Siamo qui per aiutarvi a navigare questo complesso ma promettente panorama, e a trasformare le opportunità in successi concreti.
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Bandi di Gara e Tender Internazionali: Opportunità per le Aziende Italiane
https://aedic.eu/bandi-di-gara-e-tender-internazionali-opportunita-per-le-aziende-italiane/
Bandi di Gara e Tender Internazionali: Opportunità per le Aziende Italiane
Introduzione ai Bandi di Gara e Tender Internazionali
I bandi di gara e i tender internazionali rappresentano strumenti fondamentali per le aziende italiane che aspirano a espandere la propria presenza sul mercato globale. Ma cosa sono esattamente questi strumenti? In termini semplici, un bando di gara è una procedura formale con cui enti pubblici o privati richiedono offerte per la fornitura di beni o servizi. I tender internazionali, nello specifico, si riferiscono a queste procedure su scala globale, coinvolgendo aziende di vari paesi.
Le opportunità offerte dai tender internazionali sono molteplici e possono variare notevolmente in termini di settore, portata e requisiti. Esistono bandi di gara pubblici, emessi da governi e amministrazioni pubbliche, che spesso riguardano progetti infrastrutturali, forniture di servizi pubblici o appalti edilizi. I tender privati, invece, sono indetti da aziende e organizzazioni private e possono coprire una vasta gamma di settori, dalla tecnologia alla sanità, passando per la produzione industriale.
Una categoria particolarmente rilevante è quella dei bandi di gara finanziati da organismi internazionali, come le banche di sviluppo multilaterali (MDBs) o le agenzie delle Nazioni Unite. Questi bandi non solo offrono opportunità di business, ma spesso includono anche programmi di finanziamento e supporto tecnico per le aziende partecipanti, rendendoli particolarmente attraenti per le imprese che cercano di entrare in nuovi mercati con minori rischi.
Per le aziende italiane, partecipare a questi bandi di gara e tender internazionali può rappresentare una svolta significativa. Non solo offrono la possibilità di espandere il proprio mercato oltre i confini nazionali, ma anche di acquisire esperienza e competenze a livello globale. Tuttavia, è essenziale avere una comprensione chiara delle diverse tipologie di tender e dei processi coinvolti per poter cogliere al meglio queste opportunità.
Vantaggi e Sfide della Partecipazione ai Tender Internazionali
Partecipare ai tender internazionali offre alle aziende italiane una serie di vantaggi significativi. Tra i più rilevanti, c’è l’accesso a nuovi mercati. Le gare d’appalto bandite da organizzazioni internazionali e MDBs (Multilateral Development Banks) permettono alle imprese di espandere la propria presenza oltre i confini nazionali. Questo non solo aumenta le opportunità di vendita e profitto, ma favorisce anche l’acquisizione di una clientela diversificata e globale.
L’espansione del network commerciale è un altro beneficio cruciale. Partecipando ai bandi di gare, le aziende possono instaurare collaborazioni strategiche con partner internazionali, rafforzando così la propria posizione nel mercato globale. Inoltre, vincere un tender internazionale può incrementare significativamente la visibilità e la reputazione dell’azienda, rendendola un attore riconosciuto e rispettato a livello mondiale.
Tuttavia, la partecipazione ai tender internazionali non è priva di sfide. Una delle principali difficoltà riguarda le barriere linguistiche. La comprensione e la produzione di documentazione tecnica in una lingua straniera possono rappresentare un ostacolo considerevole. Inoltre, le differenze culturali possono influenzare le modalità di negoziazione e gestione dei rapporti commerciali, richiedendo alle aziende un adattamento continuo.
Le complessità normative costituiscono un altro ostacolo significativo. Ogni paese ha proprie leggi e regolamenti che riguardano le gare d’appalto, e conformarsi a tali normative può risultare difficile e dispendioso in termini di tempo. Per superare queste sfide, è fondamentale che le aziende si preparino adeguatamente. Avvalersi di consulenza specializzata e formazione continua può fare la differenza, fornendo alle imprese le competenze necessarie per navigare con successo nel panorama dei tender internazionali.
In definitiva, la partecipazione ai bandi di gare internazionali può rappresentare una leva strategica per la crescita delle aziende italiane, a patto che queste siano pronte ad affrontare e superare le complessità che tale partecipazione comporta.
Prepararsi e partecipare con successo ai tender internazionali richiede un approccio metodico e strategico. Il primo passo fondamentale è la ricerca dei bandi di gare disponibili. Esistono numerosi portali web specializzati e servizi di consulenza che offrono aggiornamenti regolari su tender internazionali, come ad esempio Tenders Electronic Daily (TED) dell’Unione Europea o i portali delle Multilateral Development Banks (MDBs). Utilizzare questi strumenti può facilitare l’individuazione delle opportunità più rilevanti per il proprio settore.
Una volta identificati i bandi di gare di interesse, è cruciale preparare la documentazione necessaria in modo accurato e conforme ai requisiti specifici. Questa documentazione può includere certificati di qualità, bilanci aziendali, referenze di progetti precedenti e altre informazioni richieste dal bando. È essenziale leggere attentamente tutti i documenti di gara per assicurarsi di rispettare ogni dettaglio specificato, poiché la mancanza di conformità può portare all’esclusione immediata.
La presentazione delle offerte richiede attenzione e precisione. Le aziende devono assicurarsi che tutte le sezioni dell’offerta siano complete e ben organizzate. Inserire chiaramente i punti di forza dell’azienda, le esperienze rilevanti e la proposta di valore può aumentare significativamente le chances di successo. Un suggerimento utile è quello di includere esempi di progetti simili completati con successo, evidenziando risultati concreti e benefici ottenuti.
Per migliorare ulteriormente le proprie opportunità di successo, le aziende possono avvalersi di servizi di consulenza specializzati in tender internazionali. Questi servizi offrono supporto nella preparazione della documentazione, nella comprensione dei requisiti di gara e nella strategia di presentazione delle offerte. Inoltre, partecipare a workshop e corsi di formazione può fornire competenze aggiuntive e aggiornamenti sulle migliori pratiche nel settore dei tender internazionali.
In sintesi, la chiave per partecipare con successo ai tender internazionali risiede in una preparazione meticolosa, nell’uso di risorse specializzate e nella presentazione di offerte ben strutturate e conformi ai requisiti. Con l’approccio giusto, le aziende italiane possono accedere a nuove opportunità di crescita e sviluppo sui mercati internazionali.
Storie di Successo e Case Study di Aziende Italiane
Le aziende italiane che hanno partecipato con successo ai tender internazionali rappresentano esempi illuminanti di come l’innovazione, la strategia e la determinazione possano portare a grandi risultati. Una delle storie più rilevanti è quella di un’azienda manifatturiera specializzata in tecnologie green, che ha ottenuto un importante bando di gara per la fornitura di soluzioni sostenibili a un consorzio di paesi latinoamericani. Affrontando sfide significative come la concorrenza internazionale e le diverse normative locali, l’azienda è riuscita a vincere il bando grazie a un’approfondita ricerca di mercato e a una proposta altamente personalizzata che ha risposto perfettamente alle esigenze del consorzio.
Un altro caso di successo è quello di una PMI del settore IT che ha partecipato a un tender internazionale emesso da una delle principali banche multilaterali di sviluppo (MDBs). La chiave del loro successo è stata l’adozione di strategie di networking efficaci e la collaborazione con partner locali che hanno facilitato l’adeguamento delle loro soluzioni alle specifiche richieste del bando. Il risultato è stato un progetto di trasformazione digitale che ha non solo soddisfatto ma superato le aspettative del cliente, assicurando alla PMI un’importante posizione di mercato.
Questi esempi dimostrano che con una preparazione accurata e un approccio strategico, le aziende italiane possono competere efficacemente nei bandi di gara internazionali. Per molte aziende, la chiave del successo risiede nella capacità di adattarsi rapidamente alle esigenze del mercato globale e di sfruttare le reti di contatti esistenti per ottenere informazioni cruciali e supporto locale.
Se desiderate ulteriori informazioni o supporto nella partecipazione ai tender internazionali, non esitate a contattarci. Siamo qui per aiutarvi a navigare questo complesso ma promettente panorama, e a trasformare le opportunità in successi concreti.
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Deborah Annolino quando la comunicazione racconta valore
La comunicazione è la capacità di raccontare valore, Deborah Annolino giornalista ci spiega come è possibile comunicare con serietà, affidabilità, e qualità ma soprattutto attraverso un elemento fondamentale che è l'umiltà. Autrice di Ad Maiora storie di resilienza ha recentemente vinto il "Best Social Oriented Movie" al Digitale Media Fest, questo premio per la cinematografia sociale nella categoria web series è stato assegnato tra più di 400 opere partecipanti, Ad Maiora unica opera italiana. Deborah sei una giornalista con una lunga esperienza di redazione, ma anche di telegiornali e tv come nasce la tua esperienza professionale? Tutto è cominciato ad Agrigento, la città in cui sono nata e cresciuta professionalmente, almeno fino al 2011. Infatti dopo qualche anno, conclusi gli studi universitari e animata dal desiderio di traguardi ben più ambiziosi, decido di fare le valigie e trasferirmi a Bologna. Qui è stato come iniziare da capo, puntando sulle mie forze e sulle competenze acquisite in Sicilia. Dopo un periodo di assestamento decido di mettermi in proprio e avviare proprio nella città delle Due Torri, lo Studio professionale AD Communications. Una realtà che in questi anni è cresciuta anche dal punto di vista della qualità dei progetti e delle collaborazioni. Ne fanno parte diversi collaboratori con cui insieme “curiamo” online e offline l’immagine e la reputazione per conto di imprese, ordini professionali e associazioni dell’Emilia-Romagna, operanti in settori quali: sanità, sostenibilità, sociale ma anche cultura. Facendo un passo indietro, per rispondere alla tua domanda, il “viaggio” nel giornalismo inizia casualmente con un provino per telegiornalista in una storica emittente agrigentina. In poco tempo avevo capito che quella era la mia strada e fu così che decisi di ampliare la conoscenza nel settore aprendomi verso altre testate giornalistiche come “La Sicilia”, il quotidiano per cui ho collaborato dieci anni. Successivamente, per curiosità, decisi di esplorare il mondo dell’ufficio stampa che mi ha appassionata da subito. Da allora è stato un susseguirsi ininterrotto di formazione teorico-pratica, al fianco di caporedattori e maestri del giornalismo a cui devo tanto. Gli sono grata per avermi trasmesso le competenze ma soprattutto quella passione che ancora dopo vent’anni vive dentro me. Se ho potuto vivere con tutta me stessa questo mestiere, tra i più belli certamente, devo tantissimo ai miei genitori per avermi lasciata libera di orientare le mie scelte accademiche e lavorative. Oggi sei “a capo” di AD Communications: di cosa si occupa lo Studio? AD Communications rappresenta per me il coronamento di un sogno, dopo una lunga gavetta. La città di Bologna e la sua gente mi hanno accolta da subito, dandomi l’opportunità di realizzare, anno dopo anno, obiettivi sempre più ambiziosi, ricevendo gratitudine e apprezzamenti da parte degli stessi clienti. Lo Studio che ho l’onore e l’onere di rappresentare si occupa di comunicazione - di cui sono una parte fondamentale la scrittura per il web e il social media marketing - e di brand journalism. Creiamo e diffondiamo contenuti e storie, con un approccio che è tipico del giornalismo costruttivo. Il mondo della comunicazione è complesso poiché in continuo cambiamento. Il nostro compito è realizzare piani e strategie di comunicazione “su misura” in base alle esigenze e ai desideri del committente. Nel farlo ci avvaliamo di strumenti diversi tra loro. Se parliamo di Mass Media, da quelli tradizionali a quelli digitali ciascuno svolge un ruolo di valore specifico. Sta a noi che progettiamo la consulenza, scegliere quali e quanti canali sfruttare. Va anche detto che nell’era di internet tutti possono lasciare giudizi e commenti in rete, talvolta anche infausti. Ciò desta preoccupazione nelle aziende che grazie all’intervento dei nostri professionisti possono “monitorare” il web e al contempo portare avanti un piano di comunicazione che attrae la fetta di pubblico coerente con la domanda. Alla base di tutto, e di ciascun progetto, è l’entusiasmo. Non è un caso se il motto di AD Communications è “Felici di comunicare” in riferimento non solo a chi la comunicazione la fa ma anche e soprattutto ai clienti che desideriamo siano felici e soddisfatti del nostro operato. Formare i giovani, aiutarli a sviluppare nuove competenze e nuova conoscenza. Di cosa hanno bisogno i ragazzi oggi per essere pronti nel settore della comunicazione? Stiamo vivendo anni molto difficili, prima il Covid-19 poi la guerra in Ucraina, la crisi energetica e insieme quella economica, gli effetti devastanti del cambiamento climatico e la strage umanitaria a Gaza. In questo scenario sembra non ci possa essere spazio per continuare ad essere positivi e sognare. Eppure la mia sfida è non perdere la fiducia nel prossimo e nelle persone che incontro ogni giorno ma soprattutto continuare a formare le nuove generazioni per incoraggiarle. In questi anni ho conosciuto e formato numerosi neolaureati ma anche tanti giovani avviati alla professione. Ho anche aggiornato in tema di comunicazione digitale tanti imprenditori dell’Emilia-Romagna, attraverso la mia docenza per i corsi regionali di Formart. Sono felice quando qualcuno di loro mi contatta per raccontarmi che ha trovato la sua strada nella comunicazione o che ha implementato i servizi raggiungendo una visibilità maggiore e ben più efficace. Fare formazione ad un giovane non significa trasmettere solo competenze pratiche - ad esempio scrivere un articolo o fare un post per i social - vuol dire principalmente trasmettere principi e valori che per un professionista contano e conteranno per sempre. Mi riferisco alla serietà, all’affidabilità, alla qualità ma anche all’umiltà. Per me il segreto è rimanere con i piedi per terra ma con una “tensione emotiva” che fa guardare avanti e al miglioramento continuo. Deborah nella tua vita professionale hai maturato anche esperienze come autrice di digital serie come AD MAIORA - Storie di Resilienza. Ce ne parli? Il giornalismo televisivo è stata da sempre la mia più grande passione. Mi sento bene quando davanti alla telecamera posso raccontare storie di resilienza, con un messaggio di speranza per il futuro. Seguire un approccio costruttivo nella narrazione non significa fingere che i problemi non esistano. Piuttosto vuol dire focalizzarsi sulle possibile soluzioni al problema, aprendo così alla riflessione anche il lettore. Va in questa direzione la digital serie, nata nel 2020,dal nome AD Maiora - Storie di Resilienza. L’idea è arrivata nel periodo del COVID-19 con la volontà di dare spazio a realtà ed associazioni, soprattutto no profit, che promuovessero il mondo delle fragilità, ma anche la cultura e l’arte, come leve di miglioramento per il singolo e la collettività. In questo senso è stata una piacevole sorpresa apprendere a Bologna l’esistenza di una rete sociale e di grande umanità che abbiamo raccontato, in parte, nelle tre stagioni di AD Maiora fino ad oggi realizzate. In particolare la terza stagione è stata molto apprezzata a livello nazionale aggiudicandosi, nella categoria web serie, il primo premio del Festival di cinematografia sociale Tulipani di Seta Nera 2023. Inoltre sempre con il progetto AD Maiora siamo stati inseriti nell’elenco dei Responsabili Innovatori della Regione Emilia-Romagna, fonte di emozione ma anche di responsabilità. Per il 2024 stiamo lavorando alla prossima stagione mentre tutte le precedenti serie, per chi avesse piacere e curiosità, sono disponibili sul canale youtube. Qual è la tua idea di comunicazione e cosa serve alle aziende, ma anche ai privati, per comunicare con efficacia? Certamente le aziende e le organizzazioni che decidono di avvalersi di un’agenzia di comunicazione possono essere ben orientate in un mondo che si muove velocemente e che non premia l’approssimazione. Oggi alle aziende serve la visibilità giusta, ne troppa ne troppo poca. Ricordo che solo un’attenta cura dell’immagine di un brand - che sia un prodotto o un servizio - può alimentare ed accrescere la buona reputazione per l’azienda. Non basta essere attivi sui social. Il progetto che costruisce un professionista è ben più ampio e complesso e richiede uno studio personalizzato che nulla ha a che vedere con l’estemporaneità di azioni social e digitali. Consiglio di usare una narrazione delle aziende in modo sincero e trasparente, evitando l’autocelebrazione che suscita diffidenza nelle persone con un ruolo di spettatore/uditore del web. Suggerisco inoltre di evitare nei propri contenuti toni trionfalistici per lasciare posto ad un equilibrio sia di forma che di sostanza. La buona pratica, per eccellenza, nel brand journalism riguarda l’accurata selezione delle parole, e vale per qualsiasi contenuto. Dalle parole dipenderà la percezione e l’impressione di noi e del brand che stiamo promuovendo. Una bella sfida, no? Quali sono i tuoi obiettivi primari come divulgatrice ed esperta nel settore della comunicazione? Spero di continuare a vivere la comunicazione con lo stesso entusiasmo di vent’anni fa. Credo fortemente nel ruolo dell’informazione come “ponte” verso gli altri e la diversità, da considerare come una ricchezza e mai come un limite. Comunicare per me significa creare e rafforzare reti e relazioni sociali, attraverso l’ascolto e l’interazione reciproca. Non mi stanco di ripetere che la comunicazione, soprattutto quella di impresa, è una questione seria. Richiede spirito di sacrificio e aggiornamento continuo. Ai ragazzi che scelgono di fare un periodo di tirocinio in “AD”, dico sempre che in questo mestiere occorre mettersi in gioco ed essere disposti a imparare senza arrendersi di fronte alle difficoltà. Gli errori servono in quanto stimolano l’ingegno e la creatività a trovare possibili soluzioni. E quali sono i progetti futuri? Non amo fare programmi ma sono sempre i nuovi obiettivi il mio “carburante” nella vita e nel lavoro. Se guardo al 2024 - che spero porti qualche buona notizia e la fine di ogni conflitto - vedo una professionista determinata, pronta a lanciarsi in nuove sfide e nuove esperienze, al fianco dei collaboratori appassionati e dei propri clienti, veri e propri alleati della comunicazione, ai quali sono grata per la fiducia che in tutti i rapporti è un bene prezioso. Read the full article
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L’AI come sta cambiando la medicina?
Le università svolgono un ruolo strategico nel campo della ricerca scientifica e tecnologica. Creare reti di collaborazioni tra atenei e imprese specializzate in Ai significa dare nuove prospettive e opportunità all’impiego di questa tecnologia in settori vitali come per esempio la salute. Se ne discuterà venerdì 14 luglio al "Summer Department Retreat” dell'Università degli Studi "Gabriele d'Annunzio" di Chieti, con la quale ASC27 collabora da tempo. Oltre alla Università ospitante, parteciperanno, tra gli altri, anche il Politecnico di Milano e l’UOC neurologia di Prato. Si confronteranno sulle applicazioni dell’AI alle neuroscienze, mentre Nicola Grandis, Ceo di ASC27, si concentrerà sulla rilevanza dell’analisi dei big data in sanità.
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Guardando il baratro
Certo che non siamo la Grecia.
Nessun bail out ci minaccerà mai, avremo sempre e comunque medicine nelle farmacie e derrate alimentari nei supermercati. Riusciremo a mantenere (tuttavia, sempre più in difficoltà) il servizio sanitario, sicuramente lacereremo ancora di più il welfare, ma non vivremo mai la tragedia greca (che non è una metafora, in questo caso).
Molti hanno scritto che Tsipras (uomo di sinistra) non ha fatto null’altro che qualsiasi altro uomo politico (di qualunque colore) avrebbe potuto fare al suo posto: eseguire i diktat di chi ha sostenuto le finanze per non far fallire quel Paese, trattenendolo nell’UE. I Greci potrebbero anche esserne rimasti delusi, ma non pareva possibile altra soluzione in materia di economia nazionale.
Non so se il popolo greco (pur lusingato da sirene ultra-parlamentari) abbia mai immaginato che una ventata di populismo potesse essere più salvifica del programma Tsipras. Alla luce della longevità del governo Tsipras, i Greci hanno semplicemente e più correttamente chiesto più comunismo, ma non più populismo. (Tutti gli –ismi di questo paragrafo devono intendersi come definizioni politiche universali, non come declinazioni partitiche e, quindi, parziali.)
D’altronde, i conti ellenici parlavano chiaro: nessun mago populista avrebbe tirato fuori dal cilindro i soldi che servivano alla sopravvivenza di quella nobile nazione.
Certo che non siamo la Grecia. Anche per questo la nostra disperazione e il sostegno europeo ed internazionale sono tali da non impedirci il rincretinimento populista. Infatti, ci siamo immolati al populismo, mentre per aggiustare veramente le cose ci vorrebbero più politiche di sinistra. Ma che dico: più politiche comuniste, ci vorrebbero. (Vorrei scrivere anche ‘socialiste’, se non fosse che in Italia i termini ‘comunismo’ ed ancor di più ‘socialismo’ hanno acquisito connotazioni negative, molto lontane dalle ideologie socioeconomiche che le hanno generate.)
Se la sinistra italiana è ormai quella che ha svelato onestamente, pacatamente nonché tardivamente Gad Lerner (un ex lottacontinua-con-rolex amico di importanti imprenditori), ovverosia una gauche caviar (che rende meglio di radical chic) che della sinistra coglie solo il fior da fiore intellettuale-pacifista-progressista-terzomondista, comodamente e gratuitamente sui divani dei salotti-bene o da una plancia di yacht - senza neanche più inondarsi dei fumi degli arrosti nelle feste dell’Unità come minimo, figurarsi fare volantinaggi ai cancelli delle fabbriche o attivare movimenti popolari contro la scarsità e la poca qualità dei LEA e/o LEP (Livelli Essenziali di Assistenza, Livelli Essenziali di Prestazioni, in sanità e assistenza sociale) - non è il caso di resuscitare il Piddì, e manco il PCI, almeno quello post-berlingueriano.
Non è da lì che ripartirà il Paese. Che è fermo come il camion sul moncone del ponte Morandi; che è fermo alla fonda come la nave Diciotti; che è fermo come l’asta dei titoli immessi sul mercato estero per finanziare il nostro debito e che nessuno vuole comprare. Siamo fermi come l’amministrazione comunale di Città.
Fermi, come un semaforo inattivo che lampeggia inutilmente sul giallo, mentre le agenzie di ratingci trascinano a picco.
Ma noi non siamo la Grecia. Indubbiamente, i giovani che non espatriano vivono coi soldi dei loro genitori, perché inoccupati o lavoratori a bassa intensità (leggasi: stipendi da fame). Siamo rabbiosi e disperati, aizzati con propaganda martellante contro nemici inesistenti (migrazioni apocalittiche), istigati a difenderci contro l’aumento della delinquenza da immigrazione mentre la vera emergenza criminale è la violenza contro le donne, sotto forma di femminicidi, stalking, percosse o crudeltà mentali.
Stiamo cacciando il peggio di noi e riusciamo perfino a definire ‘goliardia’ gli atti di razzismo, come definiamo ‘amore/gelosia/passione/raptus/colpo-di-calore’ le violenze contro le donne.
La verità sarebbe che non abbiamo nemici, tranne i nostri politici (di almeno 30 anni in qua) e noi stessi che abbocchiamo ai loro slogan sempre più trionfali e vuoti, soddisfacendo avidità di potere altrui, perché i costi della politica non si limitano ai finanziamenti più o meno leciti ai partiti o agli emolumenti dei soggetti eletti e delle istituzioni elettive, ma ovviamente ricomprendono: lo spoil system (mettere a capo di enti ed amministrazioni gente discutibile, ignorante e/o svogliata è un costo); la corruzione (che esiste, specie ad alti livelli); la carenza di risorse pubbliche che gonfia le spese dei cittadini per sanità, assistenza, istruzione, nonché il costo dei controlli sulle opere pubbliche.
Sono profondamente addolorata per la tragedia di Genova e ritengo che non dovevamo arrivare a tanto dolore per capire che il cemento si sgretola col tempo (il cemento cattivo si sgretola anche più velocemente), che l’avidità di gestori e/o proprietari si alimenta a scapito della sicurezza (ri-nazionalizzare, ancorché atto romantico e patriottico, non è la soluzione definitiva, in quanto il problema sono sempre gli uomini), che i controlli vanno fatti (e se non si fanno o sono interni è spesso per non svelare tragiche verità).
Termino questo editoriale con una riflessione proprio sui controlli alle opere pubbliche. Premesso che gli strumenti ‘terzi’ ci sarebbero (dal Genio Civile ai gloriosissimi pompieri, gente che va oltre il loro cuore, ve lo garantisco), facciamo pure che si debbano/vogliano utilizzare pareri esterni. Bene, questi incarichi, per la responsabilità che comportano, vanno remunerati. A causa della richiesta del Comune di Avellino di ingegneri ‘gratis et amore dei’ per il controllo del Ponte della Ferriera, siamo finiti sui quotidiani nazionali. La prima riflessione che voglio condividere è che la pratica non è nuova: già il primo sindaco grillico Pizzarotti emanò un bando per avere gratuitamente (faceva curriculum) un consulente informatico per il Comune di Parma. Solo che un consulente informatico non può fare così tanti danni come una perizia statica imprecisa. Se i pentastellari vedono queste richieste quali coinvolgimenti e collaborazioni della cittadinanza o dimostrazioni di senso civico, i più la considerano altrimenti: uno sfruttamento, una chiamata a correità, una pubblicitaria ammissione di deficit finanziario (sempre derivato da altri prima di loro), una paraculata per poi affermare ‘Avete visto? Nessun uomo di buona volontà!’ e tanti altri brutti pensieri.
Facciamo che un giovine ingegnere si presti gratuitamente per il controllo del ponte cittadino (per farsi pubblicità, per scriverlo sul curriculum, per fede pentastellare, oppure per senso civico) e che per il secondo periodo ipotetico greco (quello dell’eventualità), a causa di inesperienza o superficialità (‘Tanto non mi pagano!’) sbagli perizia ed il ponte venga dichiarato conforme mentre non lo sia, come la mettiamo?
Certo, di magagne ne abbiamo avute di ogni genere, con ogni governo che mi ricordi, ma puerilità simili solo da quest’ultimo. Mancavano alla casistica. Ora siamo al completo.
Mi chiedo che Paese sia quello che può contare solo sui Vigili del Fuoco, i medici del pronto soccorso e le unità d’emergenza delle Forze dell’ordine per tirare avanti.
© Orticalab
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Eyes on the world #40
Siete tutti vivi? Avete dormito bene o con l’incubo che un razzo potesse distruggervi casa?
Oggi sul menù: un divorzio inaspettato, un’interessante proposta e situazioni al limite in diverse parti del mondo. Partiamo! 👇
💍 È il divorzio tra Bill e Melinda Gates una delle notizie più d’impatto della settimana. Parliamo di due tra gli imprenditori (e soprattutto filantropi) più ricchi e influenti al mondo. La loro fondazione, la Bill e Melinda Gates Foundation, è al centro di moltissimi progetti di enorme portata e parecchi si chiedono che fine possa fare adesso, o quali potrebbero essere i nuovi obiettivi. L’ente è stato sempre gestito in base agli interessi e alle inclinazioni dei due filantropi, prendendo vita nel lontano 2000 dalla fusione di altre due fondazioni di proprietà dell’ex CEO di #Microsoft. Venne accusato di scarso impegno sociale, nonostante il patrimonio che possedeva già dagli anni ’90, e dal 2008, abbandonata la big tech, #BillGates si è dedicato insieme alla moglie a tempo pieno alla fondazione stessa. Oggi conta circa 1.600 impiegati e ha donato (nei primi 20 anni di vita) quasi $54 mld per migliaia di progetti benefici. Gli obiettivi di questi sono sempre stati la lotta alla povertà, disuguaglianze e malattie più diffuse. Circa 40 sono stati investiti in sviluppo economico e sanità, sviluppando tecnologie per risolvere – ad esempio – la mancanza di fogne e servizi igienici in moltissimi paesi poveri e aumentare il loro accesso a vaccini e cure per diverse malattie curabili. La #GAVI (Global Alliance for Vaccines and Immunization) è uno dei progetti simbolo seguiti dalla coppia e l’#OMS stima che, grazie anche ai loro finanziamenti, oltre 440 milioni di persone sono state immunizzate grazie a vaccini contro malattie come febbre gialla, malaria o colera. Non sono mancate le critiche dirette alla fondazione, soprattutto riguardo la scelta “arbitraria” delle patologie da curare o perché Microsoft abbia a lungo agito in regime di monopolio o con tassazioni agevolate. Mentre Bill sembra più orientato a continuare il suo percorso nella sanità, si pensa che la moglie possa creare una nuova fondazione.
🧪 Una proposta degli #StatiUniti in materia di vaccini contro il coronavirus ha fatto parecchio rumore questa settimana: si è parlato della sospensione dei brevetti sui vaccini. In questo modo, si intensificherebbe notevolmente la produzione, potendo iniziare a occuparsene anche tutte le aziende farmaceutiche non coinvolte tra quelle che hanno ricevuto l’approvazione su scala mondiale. Non sono mancate le reazioni da tutte le parti in causa. Il tema sarà discusso da una serie di incontri presso la #WTO (l’Organizzazione mondiale del commercio), ma al momento non c’è nulla di concreto e potrebbero volerci mesi per un’eventuale approvazione. È stata l’amministrazione guidata dal presidente #JoeBiden a proporre l’idea. E l’#UE? Ursula von der Leyen si è dimostrata piuttosto cauta, affermando di voler ascoltare la proposta. La presidente della Commissione Europea ha anche fatto implicitamente riferimento a un’altra priorità: la mancata esportazione di dosi all’estero da parte di determinati paesi. Molti hanno fatto notare che gli USA stessi non abbiano esportato una singola dose se non verso Canada o Messico. La Germania, così come le case farmaceutiche, hanno espresso perplessità sulla proposta, dal momento che – secondo loro – è questione più di qualità della produzione che di quantità o di brevetti. Tra chi pensa che è grazie ai brevetti che le aziende farmaceutiche riescono a investire nella ricerca e a farsi carico dei rischi derivati da eventuali fallimenti, chi ritiene che c’è chi non vorrebbe condividere il progresso tecnologico con paesi “controversi” come Russia e Cina e chi dice che anche grazie a queste collaborazioni si sono fatti passi avanti nella lotta al coronavirus, resta una verità: mettere d’accordo i 164 paesi del WTO è un’impresa difficile, con la pandemia che non accenna a indietreggiare troppo. A questo proposito, l’OMS ha autorizzato anche il vaccino Sinopharm, in uso soprattutto in Cina e in altri paesi in via di sviluppo. Questa approvazione aiuterà l’accelerazione del programma COVAX per aiutare le nazioni più povere, anche se non è chiaro se la Cina riuscirà a produrne un quantitativo adeguato ad accontentare le molte richieste.
🇨🇴 La #Colombia sta vivendo un periodo nero. Da giorni, nei principali centri del paese, vanno avanti proteste sanguinose contro il presidente Iván Duque e l’attuale governo. Gli scontri con la polizia sono all’ordine del giorno e finora sono morti oltre 20 civili e un agente, conditi da centinaia di feriti. Ragione principale delle proteste, ovviamente, la gestione della pandemia. La Colombia è uno dei pochi paesi al mondo ad aver adottato un lockdown lunghissimo che ha causato la chiusura di oltre 500.000 attività e una crisi economica enorme. Le stime parlano del 43% della popolazione attualmente in povertà (+7% dal pre-pandemia) e circa 2,8 milioni di persone vivrebbero in condizioni estreme, con un guadagno mensile dell’equivalente di 32€. Il governo ha provato a rimediare con una proposta di legge sulla riforma fiscale, che hanno però generato fortissime proteste soprattutto nelle città di Bogotà, Cali e Medellín. Saccheggi di banche e negozi e incendi di autobus e stazioni di polizia scatenano le reazioni violente degli agenti, che a più riprese hanno cercato di speronare la folla con le moto o sparano con armi da fuoco a distanza ravvicinata, alimentando le discussioni sui metodi discutibili utilizzati dalle forze dell’ordine. Duque è da tempo in forte calo nei sondaggi e nelle preferenze della popolazione, accusato persino di non conoscere la riforma che voleva promuovere. Un provvedimento, secondo numerosi osservatori, più che mai necessario per risollevare le sorti di un paese ormai vicinissimo al collasso; la differenza tra entrate e uscite dello stato è triplicata dall’inizio della pandemia, fino all’8% del PIL nazionale. In breve, la riforma avrebbe rimosso diverse esenzioni che riguardavano l’equivalente della nostra IVA e abbassato la soglia minima dalla quale parte il pagamento dell’imposta sul reddito. Nel frattempo, il ministro delle Finanze Alberto Carrasquilla si è dimesso e lo stesso Duque ha ritirato la riforma che, secondo le previsioni, avrebbe contribuito alla creazione di programmi sociali diretti a 19 milioni di persone.
🇱🇾 Giovedì una nave della Guardia costiera libica (660-Ubari) ha aperto il fuoco contro 2 pescherecci italiani al largo della Libia. Le imbarcazioni, note con il nome Artemide e Aliseo, hanno riportato diversi danni (il comandante della seconda è stato ferito) e, ironia della sorte, fu proprio l’Italia a fornire quel mezzo alla Libia. La donazione avvenne nel 2018, sotto il governo Gentiloni, nell’ambito della discussa politica dell’allora ministro dell’Interno Minniti in aiuto delle milizie libiche. Queste, notoriamente, intercettavano le navi dei migranti pronte a raggiungere il nostro paese e riportavano chiunque fosse al loro interno in Libia, la maggior parte delle volte in centri di detenzione diretti da trafficanti di esseri umani (in combutta con le milizie stesse). Qui i migranti vengono continuamente torturati e ridotti alla fame, come testimoniano moltissime inchieste giornalistiche da diversi anni a questa parte. La suddetta 660-Ubari sarebbe anche al centro di un’altra operazione riguardante la Turchia e la loro (sempre crescente) influenza nelle acque libiche. I due pescherecci colpiti sono partiti da Mazara del Vallo (#Sicilia) e, quando sono state raggiunte dai colpi, stavano navigando nella zona di Misurata, nella parte occidentale della Libia. Queste, secondo le autorità libiche, non avevano il permesso del governo locale a percorrere quelle acque, con i membri della Ubari che avrebbero sparato colpi d’avvertimento in aria. La tesi è stata smentita dal comandate – ferito – della Aliseo, Giuseppe Giacalone, che ha dichiarato che gli spari erano intenzionalmente rivolti verso i pescherecci stessi.
🌍 Influenza di Russia e Cina, clima e lotta alla disinformazione: sono questi i temi fondamentali trattati dai ministri degli Esteri presenti al #G7 di #Londra di questa settimana. È la nazione guidata da Vladimir Putin a destare maggiori preoccupazioni, visto il comportamento definito “destabilizzante” degli ultimi mesi, a partire dallo schieramento di forze militari al confine con l’Ucraina o l’annessione illegale della Crimea. Anche Pechino è stata esortata a partecipare in modo costruttivo al sistema internazionale che si sta cercando di creare, basato su regole comuni e – chiaramente – il loro rispetto. Focus soprattutto sulla questione Uiguri e la sistematica violazione dei diritti umani di cui la Cina continua a macchiarsi, con la scusa della “rieducazione”. Ha trovato spazio anche la questione libica, con i ministri che si sono spesi a favore del ritiro delle forze straniere e dei mercenari dal paese, al fine di – oltretutto – preparare il terreno per delle elezioni (previste il 24 dicembre) all’insegna di trasparenza, inclusività e nondimeno credibilità. Importanti spunti anche riguardo la lotta alla disinformazione, soprattutto in riferimento alla pandemia in corso e al ruolo dei vaccini per debellarla, e la situazione nucleare iraniana, con la ferma volontà di evitare che il paese sviluppi armi e giunga a un accordo con gli Stati Uniti. Sul clima ci si aspetta nuovi impegni e contributi finanziari prima della Cop26, una conferenza che si svolgerà a Glasgow a novembre e che vedrà Italia e Gran Bretagna impegnate a presiederla.
🇪🇸 Le elezioni regionali di martedì scorso a #Madrid hanno dato risultati inaspettati: la destra ha superato i pronostici già ampiamente favorevoli. #IsabelDíazAyuso è la governatrice uscente di centrodestra (Partito popolare, PP) e ha ottenuto pressoché la metà dei seggi del parlamento locale, consentendole di poter governare con il solo ausilio del partito di estrema destra Vox. Grande assente il centrosinistra, dove numerose problematiche interne hanno provocato scissioni e crolli che potrebbero avere conseguenze anche a livello nazionale. PSOE (il Partito socialista, prima forza nazionale rappresentata dal primo ministro Pedro Sánchez) ha subito un tracollo deciso, mentre Ciudadanos (centro) è passato da avere 26 deputati nella comunità autonoma di Madrid a 0. Anche Unidas Podemos, partner dell’esecutivo, è diventato l’ultima forza politica del nuovo parlamento della comunità. La sinistra ha quindi perso in modo netto. PP ha raddoppiato i suoi voti, passando da 30 a 65 seggi, grazie alle promesse di riaprire il prima possibile tutte le attività commerciali (nonostante la pandemia non sia ancora sotto controllo in #Spagna).
Che ne dite, passiamo alle menzioni d’onore? 👇
- Restando in tema vaccini, la Commissione Europea ha chiuso un altro accordo con l’azienda farmaceutica #Pfizer per altre 900 milioni di dosi da distribuire nell’UE tra 2021 e 2023.
- Fortissime proteste stanno scuotendo i dintorni della città vecchia di Gerusalemme (Israele), dove guardie di sicurezza israeliane provano ad arginare gruppi di palestinesi in agitazione per il possibile allontanamento di numerose famiglie dalle loro abitazioni. Alla base una disputa sulla pertinenza del territorio e proprio domani si terrà un’udienza sul caso.
- Il #razzo cinese CZ-5B, rientrato sulla Terra in modo incontrollato dopo una missione spaziale, è precipitato in pieno oceano Indiano senza fare danni.
- Dominic Ongwen, ex bambino soldato diventato uno dei leader dell’esercito dei ribelli ugandesi, è stato condannato a 25 anni di carcere dal tribunale della Corte penale internazionale dell’Aia per crimini di guerra e contro l’umanità. Venne rapito e addestrato quando aveva tra 9 e 14 anni.
- Settimana intensa per il calcio italiano. Nella stessa settimana, l’#Inter ha vinto il suo 19° Scudetto con 4 giornate d’anticipo, grazie al pareggio tra Sassuolo e Atalanta, e la Roma si è assicurata uno degli allenatori più caldi sulla piazza: #JoséMourinho.
- Ignote le cause del crollo di un cavalcavia a Città del Messico, durante il passaggio di un treno della metropolitana. Il suo deragliamento ha causato almeno 23 vittime e circa 70 feriti.
- In #Israele si pensa ci siano le troppe concessioni di cui gode la comunità locale degli ebrei ultraortodossi dietro l’incidente che ha portato alla morte di 45 persone la scorsa settimana. La tragedia è stata causata dalla troppa calca nel corso del pellegrinaggio rituale al Monte Meron, che ha raccolto molte più persone di quanto consentito normalmente in tempi di pandemia.
- La Danimarca non si fida del parere positivo dell’EMA e ha annunciato che interromperà le somministrazioni del vaccino Johnson & Johnson a causa di alcuni possibili legami con i rarissimi casi di trombosi.
- #Verizon continua la sua uscita dal settore dei media. Dopo aver venduto il social Tumblr a Wordpress e il sito Huffpost a Buzzfeed, ha venduto al fondo Apollo Global Management il portale Yahoo e il fornitore di servizi internet AOL per circa $5 mld.
- 4 persone tra Germania e Paraguay sono state arrestate con l’accusa di gestire una piattaforma online specifica per la condivisione di immagini di abusi su minori. Boystown (questo il suo nome) era raggiungibile attraverso il dark web.
- Jack Miller su Ducati ha trionfato nel Gran Premio di Spagna di #MotoGP, mentre in #F1 a imporsi nel GP di Portogallo è stato il campione del mondo uscente Lewis Hamilton.
- La gestione scellerata della pandemia da coronavirus costa carissima a #NarendraModi, primo ministro indiano, il cui partito ha perso le elezioni per il rinnovo dei parlamenti locali in 3 stati su 5.
- L’azienda statunitense Peloton, nota per la produzione di attrezzature da palestra, ha richiamato dagli USA oltre 100.000 tapis roulant dopo che uno di questi ha causato la morte di un bambino di 6 anni e diversi malfunzionamenti. Il titolo ha perso oltre il 10% in borsa.
- Reporter Senza Frontiere ha notificato qualche giorno fa il rapimento del giornalista francese Olivier Dubois in Mali lo scorso 9 aprile. L’uomo è stato imprigionato dal gruppo jihadista Jnim, legato ad Al Qaeda.
- L’Oversight Board di #Facebook, l’organo indipendente deputato a prendere le decisioni più delicate, ha confermato la sospensione dell’account di Donald Trump, invitando il social stesso a definire meglio le regole in materia (ad esempio, non potrà più essere “indefinita”). Dal canto suo, l’ex presidente americano ha inserito una nuova sezione molto simile a un profilo social nel suo sito ufficiale.
- Valdis Dombrovskis, commissario europeo per il Commercio, ha sospeso la ratifica di un grosso accordo ricco di investimenti tra UE e Cina. Le recenti tensioni tra le due superpotenze (vedi le sanzioni per la questione Xinjiang) hanno portato allo stallo attuale.
- Anche in appello i due carabinieri accusati dell’omicidio di Stefano #Cucchi sono stati condannati a 13 anni di carcere. Il ragazzo fu trovato morto il 22 ottobre del 2009 in una stanza dell’ospedale Pertini di Roma dove era ricoverato 4 giorni dopo essere stato arrestato.
- Almeno 25 persone sono rimaste uccise in una sparatoria durante un’operazione di polizia all’interno di una favela a Rio de Janeiro (#Brasile). Gli agenti erano alla ricerca di trafficanti di droga e responsabili di omicidi per altri reati.
- Stato di emergenza allungato fino a fine maggio: è questa la decisione del governo giapponese per le prefetture di Tokyo, Osaka, Kyoto e Hyogo. La situazione è preoccupante in vista delle #Olimpiadi di luglio/agosto.
- Nell’aria l’abbandono del progetto per una rete unica in fibra ottica a banda ultralarga proposto da #TIM. La sinergia con Open Fiber porterebbe alla creazione di un’unica società chiamata AccessCo, che tuttavia otterrebbe il monopolio sulla gestione della rete a banda larga, impossibile da accettare.
- L’attivista di #HongKong più noto Joshua Wong è stato condannato ad altri 10 mesi di carcere per aver partecipato nel 2020 a una manifestazione non autorizzata in ricordo delle vittime di piazza Tienanmen.
Alla prossima 👋
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Festival della Salute Mentale, oltre duemila presenze e iniziative da 'tutto esaurito'. Nomi di rilievo e grande partecipazione agli eventi che si sono tenuti ad Arezzo
Festival della Salute Mentale, oltre duemila presenze e iniziative da 'tutto esaurito'. Nomi di rilievo e grande partecipazione agli eventi che si sono tenuti ad Arezzo. Calato il sipario, con l'ultimo spettacolo di sabato scorso, della prima edizione del Festival della Salute Mentale. Oltre duemila le presenze alla grande kermesse che ha visto riuniti ad Arezzo, dal 20 al 24 febbraio, esponenti della letteratura, dell'arte, del teatro, ma anche educatori e operatori della salute mentale. Oltre trenta eventi, fra iniziative culturali, lezioni, tavole rotonde, spettacoli, mostre, proiezioni, laboratori, visite guidate, sport e un contest con le scuole, che hanno aperto spazi di riflessione sui temi del benessere psico-fisico e dell'inclusione sociale. Studenti, cittadini, famiglie e operatori dell'educazione, della sanità e dei servizi hanno potuto riflettere sulla diversità, la disabilità e il benessere mentale. Nel ricco programma che ha animato le cinque intense giornate, anche le iniziative per la valorizzazione della memoria legata all'ex-ospedale psichiatrico del Pionta, oggi campus universitario. Nomi di rilievo fra gli ospiti di questa prima e fortunata edizione: gli psichiatri Vittorino Andreoli e Paolo Milone, il cantautore e performer Lorenzo Baglioni, il drammaturgo Stefano Massini, la regista Susanna Nicchiarelli. Il festival si è concluso sabato sera con la rappresentazione teatrale "Cartelle liriche – Esistenze manicomiabili" a cura di Cinzia della Ciana, Laura Occhini e Andrea Matucci, che ha raccontato storie sorprendenti ed emozionanti, di donne, uomini e bambini che hanno vissuto tra le mura dell'ospedale neuropsichiatrico del Pionta. Intanto continua, presso la Fraternita dei Laici, nelle sede di piazza Grande, la mostra "L'illusione. Storie di ordinaria dipendenza" a cura di Mario Perini, docente dell'Università di Siena, e del collettivo TerraProject, in collaborazione col Dipartimento di Giurisprudenza dell'Università di Siena. L'esposizione presenta un lavoro di ricerca e documentazione sulle profonde problematiche legate alla dipendenza da gioco d'azzardo. Ingresso libero ore 15-18.30 lunedì, mercoledì e giovedì, dalle 10.30 alle 13 e dalle 14.30 alle 19 dal venerdì alla domenica. Ha detto la professoressa Simona Micali, che ha coordinato il comitato organizzatore: "Sono molto grata ai nostri partner della Azienda USL Toscana sud est, alla direttrice sanitaria Assunta De Luca per averci creduto, e soprattutto a dirigenti, medici e operatori con i quali si è instaurato un clima di autentica collaborazione e scambio. Ringrazio il Comune di Arezzo e l'Ufficio scolastico provinciale per averci sostenuto e aver collaborato a diverse delle attività. Ma soprattutto ringrazio le numerose realtà di Arezzo e della Toscana che si sono impegnate insieme a noi per costruire un Festival ricco, articolato, coinvolgente e partecipato: per me il Festival è stata una splendida occasione per incontrare persone e realtà straordinarie attive nel nostro territorio, e questo incontro, la rete di relazioni e collaborazioni che abbiamo costruito, è stato uno dei risultati più importanti del Festival". "Come organizzatori siamo stati molto colpiti dall'interesse e dalla grande partecipazione, – prosegue la professoressa Micali - e non è soltanto una questione di numeri. Fa naturalmente piacere che buona parte degli eventi abbiano registrato il 'tutto esaurito', che tanti siano arrivati ad Arezzo da tutta la Toscana e diversi da fuori regione per assistere e partecipare; ma personalmente, quello che mi ha colpito di più è stata la partecipazione attenta e appassionata del pubblico, in tutte le sue componenti: giovani, insegnanti, famiglie, personale sanitario e del mondo dei servizi. I dibattiti sono stati vivaci, lunghi e sempre molto partecipati, dimostrando che i temi al centro del festival toccano tutti, non solo sul piano professionale o culturale, ma anche su quello personale. Non possiamo che dare a tutte e tutti appuntamento all'anno prossimo per la seconda edizione del Festival. Già nelle prossime settimane ci metteremo al lavoro per pianificare tempi, ospiti, ampliare i partner istituzionali. Vorrei ringraziare il Rettore Roberto Di Pietra che ha creduto sin dall'inizio in questo progetto e lo ha sostenuto; e insieme a lui tutte le colleghe e i colleghi del Campus di Arezzo, docenti, ricercatori, personale tecnico-amministrativo, che hanno lavorato con passione e generosità insieme a me per far funzionare la complessa macchina del Festival". L'articolato programma è stato organizzato dal Centro servizi di Ateneo Campus di Arezzo dell'Università di Siena, in collaborazione con l'Azienda Usl Toscana sud est e la Libreria Feltrinelli Point e con il patrocinio del Comune di Arezzo. All'organizzazione del festival ha partecipato anche l'Ufficio scolastico provinciale, la Fondazione Arezzo Comunità e numerose associazioni e enti del territorio aretino e toscano. Il logo del Festival della Salute mentale è stato creato dall'artista con disabilità Federica Mauro. Per Informazioni a questo link... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Bandi di Gara e Tender Internazionali: Opportunità per le Aziende Italiane
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Bandi di Gara e Tender Internazionali: Opportunità per le Aziende Italiane
Introduzione ai Bandi di Gara e Tender Internazionali
I bandi di gara e i tender internazionali rappresentano strumenti fondamentali per le aziende italiane che aspirano a espandere la propria presenza sul mercato globale. Ma cosa sono esattamente questi strumenti? In termini semplici, un bando di gara è una procedura formale con cui enti pubblici o privati richiedono offerte per la fornitura di beni o servizi. I tender internazionali, nello specifico, si riferiscono a queste procedure su scala globale, coinvolgendo aziende di vari paesi.
Le opportunità offerte dai tender internazionali sono molteplici e possono variare notevolmente in termini di settore, portata e requisiti. Esistono bandi di gara pubblici, emessi da governi e amministrazioni pubbliche, che spesso riguardano progetti infrastrutturali, forniture di servizi pubblici o appalti edilizi. I tender privati, invece, sono indetti da aziende e organizzazioni private e possono coprire una vasta gamma di settori, dalla tecnologia alla sanità, passando per la produzione industriale.
Una categoria particolarmente rilevante è quella dei bandi di gara finanziati da organismi internazionali, come le banche di sviluppo multilaterali (MDBs) o le agenzie delle Nazioni Unite. Questi bandi non solo offrono opportunità di business, ma spesso includono anche programmi di finanziamento e supporto tecnico per le aziende partecipanti, rendendoli particolarmente attraenti per le imprese che cercano di entrare in nuovi mercati con minori rischi.
Per le aziende italiane, partecipare a questi bandi di gara e tender internazionali può rappresentare una svolta significativa. Non solo offrono la possibilità di espandere il proprio mercato oltre i confini nazionali, ma anche di acquisire esperienza e competenze a livello globale. Tuttavia, è essenziale avere una comprensione chiara delle diverse tipologie di tender e dei processi coinvolti per poter cogliere al meglio queste opportunità.
Vantaggi e Sfide della Partecipazione ai Tender Internazionali
Partecipare ai tender internazionali offre alle aziende italiane una serie di vantaggi significativi. Tra i più rilevanti, c’è l’accesso a nuovi mercati. Le gare d’appalto bandite da organizzazioni internazionali e MDBs (Multilateral Development Banks) permettono alle imprese di espandere la propria presenza oltre i confini nazionali. Questo non solo aumenta le opportunità di vendita e profitto, ma favorisce anche l’acquisizione di una clientela diversificata e globale.
L’espansione del network commerciale è un altro beneficio cruciale. Partecipando ai bandi di gare, le aziende possono instaurare collaborazioni strategiche con partner internazionali, rafforzando così la propria posizione nel mercato globale. Inoltre, vincere un tender internazionale può incrementare significativamente la visibilità e la reputazione dell’azienda, rendendola un attore riconosciuto e rispettato a livello mondiale.
Tuttavia, la partecipazione ai tender internazionali non è priva di sfide. Una delle principali difficoltà riguarda le barriere linguistiche. La comprensione e la produzione di documentazione tecnica in una lingua straniera possono rappresentare un ostacolo considerevole. Inoltre, le differenze culturali possono influenzare le modalità di negoziazione e gestione dei rapporti commerciali, richiedendo alle aziende un adattamento continuo.
Le complessità normative costituiscono un altro ostacolo significativo. Ogni paese ha proprie leggi e regolamenti che riguardano le gare d’appalto, e conformarsi a tali normative può risultare difficile e dispendioso in termini di tempo. Per superare queste sfide, è fondamentale che le aziende si preparino adeguatamente. Avvalersi di consulenza specializzata e formazione continua può fare la differenza, fornendo alle imprese le competenze necessarie per navigare con successo nel panorama dei tender internazionali.
In definitiva, la partecipazione ai bandi di gare internazionali può rappresentare una leva strategica per la crescita delle aziende italiane, a patto che queste siano pronte ad affrontare e superare le complessità che tale partecipazione comporta.
Prepararsi e partecipare con successo ai tender internazionali richiede un approccio metodico e strategico. Il primo passo fondamentale è la ricerca dei bandi di gare disponibili. Esistono numerosi portali web specializzati e servizi di consulenza che offrono aggiornamenti regolari su tender internazionali, come ad esempio Tenders Electronic Daily (TED) dell’Unione Europea o i portali delle Multilateral Development Banks (MDBs). Utilizzare questi strumenti può facilitare l’individuazione delle opportunità più rilevanti per il proprio settore.
Una volta identificati i bandi di gare di interesse, è cruciale preparare la documentazione necessaria in modo accurato e conforme ai requisiti specifici. Questa documentazione può includere certificati di qualità, bilanci aziendali, referenze di progetti precedenti e altre informazioni richieste dal bando. È essenziale leggere attentamente tutti i documenti di gara per assicurarsi di rispettare ogni dettaglio specificato, poiché la mancanza di conformità può portare all’esclusione immediata.
La presentazione delle offerte richiede attenzione e precisione. Le aziende devono assicurarsi che tutte le sezioni dell’offerta siano complete e ben organizzate. Inserire chiaramente i punti di forza dell’azienda, le esperienze rilevanti e la proposta di valore può aumentare significativamente le chances di successo. Un suggerimento utile è quello di includere esempi di progetti simili completati con successo, evidenziando risultati concreti e benefici ottenuti.
Per migliorare ulteriormente le proprie opportunità di successo, le aziende possono avvalersi di servizi di consulenza specializzati in tender internazionali. Questi servizi offrono supporto nella preparazione della documentazione, nella comprensione dei requisiti di gara e nella strategia di presentazione delle offerte. Inoltre, partecipare a workshop e corsi di formazione può fornire competenze aggiuntive e aggiornamenti sulle migliori pratiche nel settore dei tender internazionali.
In sintesi, la chiave per partecipare con successo ai tender internazionali risiede in una preparazione meticolosa, nell’uso di risorse specializzate e nella presentazione di offerte ben strutturate e conformi ai requisiti. Con l’approccio giusto, le aziende italiane possono accedere a nuove opportunità di crescita e sviluppo sui mercati internazionali.
Storie di Successo e Case Study di Aziende Italiane
Le aziende italiane che hanno partecipato con successo ai tender internazionali rappresentano esempi illuminanti di come l’innovazione, la strategia e la determinazione possano portare a grandi risultati. Una delle storie più rilevanti è quella di un’azienda manifatturiera specializzata in tecnologie green, che ha ottenuto un importante bando di gara per la fornitura di soluzioni sostenibili a un consorzio di paesi latinoamericani. Affrontando sfide significative come la concorrenza internazionale e le diverse normative locali, l’azienda è riuscita a vincere il bando grazie a un’approfondita ricerca di mercato e a una proposta altamente personalizzata che ha risposto perfettamente alle esigenze del consorzio.
Un altro caso di successo è quello di una PMI del settore IT che ha partecipato a un tender internazionale emesso da una delle principali banche multilaterali di sviluppo (MDBs). La chiave del loro successo è stata l’adozione di strategie di networking efficaci e la collaborazione con partner locali che hanno facilitato l’adeguamento delle loro soluzioni alle specifiche richieste del bando. Il risultato è stato un progetto di trasformazione digitale che ha non solo soddisfatto ma superato le aspettative del cliente, assicurando alla PMI un’importante posizione di mercato.
Questi esempi dimostrano che con una preparazione accurata e un approccio strategico, le aziende italiane possono competere efficacemente nei bandi di gara internazionali. Per molte aziende, la chiave del successo risiede nella capacità di adattarsi rapidamente alle esigenze del mercato globale e di sfruttare le reti di contatti esistenti per ottenere informazioni cruciali e supporto locale.
Se desiderate ulteriori informazioni o supporto nella partecipazione ai tender internazionali, non esitate a contattarci. Siamo qui per aiutarvi a navigare questo complesso ma promettente panorama, e a trasformare le opportunità in successi concreti.
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Business in Africa - Che cos'è una joint venture (JV)?
https://aedic.eu/business-in-africa/joint-venture-jv-business-africa/
Business in Africa - Che cos'è una joint venture (JV)?
Una joint venture (JV) è un accordo commerciale in cui due o più parti concordano di mettere in comune le proprie risorse allo scopo di svolgere un compito specifico. Questa attività può essere un nuovo progetto o qualsiasi altra attività commerciale.
In una joint venture (JV), ciascuno dei partecipanti è responsabile dei profitti , delle perdite e dei costi ad esso associati. Tuttavia, l’impresa è un’entità a sé stante, separata dagli altri interessi commerciali dei partecipanti.
CONCETTI CHIAVE SULLA JOINT VENTURE
Una joint venture (JV) è un accordo commerciale in cui due o più parti concordano di mettere in comune le proprie risorse allo scopo di svolgere un compito specifico.
Sono una partnership nel senso colloquiale della parola, ma possono assumere qualsiasi struttura giuridica.
Un uso comune delle JV è quello di collaborare con un’impresa locale per entrare in un mercato estero.
Joint venture in Africa
Comprendere bene cosa sono le joint venture Le joint venture, sebbene siano una partnership nel senso colloquiale della parola, possono assumere qualsiasi struttura giuridica. Società, società di persone, società a responsabilità limitata (LLC) e altre entità commerciali possono essere utilizzate per formare una JV. 1 Nonostante il fatto che lo scopo delle JV sia tipicamente per la produzione o per la ricerca, possono anche essere costituite per uno scopo continuativo. Le joint venture possono unire aziende grandi e piccole per intraprendere uno o più grandi o piccoli progetti e accordi.
Ci sono tre ragioni principali per cui le aziende formano joint venture:
Per fruttare le risorse di una zona
Una joint venture può sfruttare le risorse combinate di entrambe le società per raggiungere l’obiettivo dell’impresa. Un’azienda potrebbe avere un processo di produzione ben consolidato, mentre l’altra azienda potrebbe avere canali di distribuzione superiori.
Risparmio sulle produzioni e costi fissi
Utilizzando le economie di scala , entrambe le società della JV possono sfruttare la loro produzione a un costo unitario inferiore rispetto a quanto farebbero separatamente. Ciò è particolarmente appropriato con i progressi tecnologici che sono costosi da implementare. Altri risparmi sui costi derivanti da una JV possono includere la condivisione di pubblicità o costi di manodopera.
Scambio di competenze
Due società o parti che formano una joint venture potrebbero avere ciascuna un background, competenze e competenze uniche. Quando combinate attraverso una JV, ciascuna azienda può beneficiare dell’esperienza e del talento dell’altra all’interno della propria azienda.
Indipendentemente dalla struttura legale utilizzata per la JV, il documento più importante sarà l’accordo/contratto di JV che stabilisce tutti i diritti e gli obblighi dei partner. Gli obiettivi della JV, i contributi iniziali dei partner, le operazioni quotidiane, il diritto agli utili e la responsabilità per le perdite della JV sono tutti stabiliti in questo documento. È importante redigerlo con cura, per evitare controversie lungo la strada.
Come si pagano le tasse su una joint venture?
Quando si forma una JV, la cosa più comune che le due parti possono fare è creare una nuova entità. Ma poiché la stessa JV non è riconosciuta dall’agenzia delle entrate locale, l’accordo commerciale tra le due parti aiuta a determinare come vengono pagate le tasse. Se la JV è un’entità separata, pagherà le tasse come fa qualsiasi altra azienda o società. Quindi, se opera come una LLC/SRL, i profitti e le perdite passerebbero alle dichiarazioni dei redditi personali dei proprietari proprio come qualsiasi altra LLC/SRL.
L’accordo JV spiegherà come vengono tassati i profitti o le perdite. Ma se l’accordo è semplicemente un rapporto contrattuale tra le due parti, allora il loro accordo determinerà come l’imposta sarà divisa tra di loro.
Utilizzo di una joint venture per entrare nei mercati esteri
Un uso comune delle JV è quello di collaborare con un’impresa locale per entrare in un mercato estero. Un’azienda che vuole espandere la propria rete di distribuzione in nuovi paesi può utilmente stipulare un accordo di JV per fornire prodotti a un’impresa locale, beneficiando così di una rete di distribuzione già esistente. 2 Alcuni paesi hanno anche restrizioni sugli stranieri che entrano nel loro mercato, rendendo una JV con un’entità locale quasi l’unico modo per fare affari nel paese.
Joint Venture vs Partnership e Consorzio
Una joint venture (JV) non è una partnership. Tale termine è riservato ad una singola entità aziendale formata da due o più persone. Le joint venture uniscono due o più entità diverse in una nuova, che può essere o meno una partnership.
Il termine ” consorzio ” può essere usato per descrivere una joint venture. Tuttavia, un consorzio è un accordo più informale tra un gruppo di imprese diverse, piuttosto che crearne una nuova. Un consorzio di agenzie di viaggio può negoziare e offrire ai membri tariffe speciali su hotel e tariffe aeree, ma non crea un’entità completamente nuova.
Requisiti per le joint venture
Gli elementi chiave di una joint venture possono includere (ma non sono limitati a):
Il numero delle parti coinvolte
L’ambito in cui opererà la JV (geografia, prodotto, tecnologia)
Cosa e quanto ciascuna parte contribuirà alla JV
La struttura stessa della JV
Contributi iniziali e ripartizione della proprietà di ciascuna parte
Il tipo di accordi da prendere una volta completato l’affare
Come viene controllata e gestita la JV
Come sarà il personale della JV
Esempi di joint venture
Una volta che la joint venture (JV) ha raggiunto il suo obiettivo, può essere liquidata come qualsiasi altra attività o venduta. Ad esempio, nel 2016, Microsoft Corporation (NASDAQ: MSFT) ha venduto la sua quota del 50% in Caradigm, una JV creata nel 2011 con General Electric Company (NYSE: GE). La JV è stata costituita per integrare il sistema di dati e intelligence per la sanità aziendale Amalga di Microsoft, insieme a una varietà di tecnologie di GE Healthcare. Microsoft ha ora venduto la sua quota a GE, ponendo fine alla JV. GE è ora l’unico proprietario dell’azienda ed è libera di portare avanti l’attività a suo piacimento.
Sony Ericsson è un altro famoso esempio di JV tra due grandi aziende. In questo caso, hanno collaborato nei primi anni 2000 con l’obiettivo di essere un leader mondiale nei telefoni cellulari. 3 Dopo diversi anni di attività come JV, l’impresa alla fine divenne di proprietà esclusiva di Sony.
Domande frequenti sulle Joint Venture
Perché le imprese entrano in joint venture?
Ci sono molte ragioni per unire le forze con un’altra società su base temporanea, anche per scopi di espansione, sviluppo di nuovi prodotti o per entrare in nuovi mercati (in particolare oltreoceano). Le JV sono un metodo comune per combinare l’abilità aziendale, l’esperienza nel settore e il personale di due società altrimenti non collegate. Questo tipo di partnership consente a ciascuna azienda partecipante l’opportunità di ridimensionare le proprie risorse per completare un progetto o un obiettivo specifico, riducendo il costo totale e distribuendo il rischio e le responsabilità inerenti all’attività.
Quali sono i principali vantaggi della costituzione di una joint venture?
Una joint venture consente a ciascuna parte di accedere alle risorse degli altri partecipanti senza dover spendere capitali eccessivi. Ogni azienda è in grado di mantenere la propria identità e può facilmente tornare alle normali operazioni commerciali una volta completata la joint venture. Le joint venture forniscono anche il beneficio del rischio condiviso.
Quali sono alcuni svantaggi della costituzione di una joint venture?
I contratti di joint venture limitano comunemente le attività esterne delle società partecipanti mentre il progetto è in corso. A ciascuna società coinvolta in una joint venture potrebbe essere richiesto di firmare accordi di esclusiva o un patto di non concorrenza che influisca sui rapporti attuali con i fornitori o altri contatti commerciali. Il contratto in base al quale vengono create le joint venture può anche esporre ciascuna società alla responsabilità inerente a una partnership a meno che non venga costituita un’entità aziendale separata per la joint venture. Inoltre, mentre le società che partecipano a una joint venture condividono il controllo, le attività lavorative e l’utilizzo delle risorse non sempre sono divise in parti uguali.
Le joint venture hanno bisogno di una strategia di uscita?
Una joint venture ha lo scopo di soddisfare un particolare progetto con obiettivi specifici, quindi l’impresa termina quando il progetto è completo. Una strategia di uscita è importante in quanto fornisce un percorso chiaro su come sciogliere l’attività congiunta, evitando discussioni estenuanti, costose battaglie legali, pratiche sleali, impatti negativi sui clienti e qualsiasi possibile perdita finanziaria. Nella maggior parte delle joint venture, una strategia di uscita può assumere tre forme diverse: vendita della nuova attività, spin-off di operazioni o proprietà dei dipendenti. Ogni strategia di uscita offre diversi vantaggi ai partner della joint venture, nonché il potenziale di conflitto.
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Autismo e inclusione scolastica: quanto è importante per i docenti?
Autismo e inclusione scolastica. 6.000 docenti formati in tutta Italia e un alto indice di gradimento e soddisfazione tra gli iscritti. Sono questi i primi risultati ottenuti, a soli 6 mesi dalla sua attivazione, da “AutLab: Laboratorio per menti speciali”, il corso di formazione online gratuito, realizzato da La Fabbrica (www.lafabbrica.net) con la consulenza scientifica di Fondazione Renato Piatti Onlus, il cui obiettivo è facilitare l'inserimento scolastico e sociale degli alunni con autismo valorizzandone le abilità, attraverso la formazione e il coinvolgimento dei docenti non specializzati delle scuole primarie. Il progetto è nato su idea di Roberta Salvaderi, mamma di Giulia - una bambina autistica -, che è riuscita a far conquistare alla figlia spazi di autonomia e felicità proprio grazie alla collaborazione di insegnanti, specialisti ed educatori e che si batte per la formazione di tutti i docenti di classe. Il corso è disponibile su Scuola.net (www.scuola.net), portale dedicato agli insegnanti, ed è riconosciuto dal Ministero dell'Istruzione. Autismo e inclusione scolastica: AutLab Il successo di“AutLab: Laboratorio per menti speciali" dimostra quanto nelle scuole italiane si avvertisse l'esigenza di acquisire strumenti e competenze per la gestione delle dinamiche dell’autismo, disturbo che in Italia colpisce 1 bambino su 77, tra i 7 e i 9 anni (ultime stime disponibili rilevate nell'ambito del "Progetto Osservatorio per il monitoraggio dei disturbi dello spettro autistico”, co-coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità e dal Ministero della Salute). Grazie ad AutLab, tutti i docenti del team di classe possono apprendere come sviluppare percorsi educativi, scolastici ed extrascolastici finalizzati a valorizzare e potenziare le capacità - a volte anche molto elevate - degli alunni autistici, che vengono riconosciuti non più come bambini che funzionano “meno”, ma diversamente (neurodiversità). Cosa ne pensano i docenti? Da una survey post-corso (più in basso i risultati completi), a cui hanno risposto 500 insegnanti tra coloro che hanno svolto e completato il corso AutLab, è emerso che il 10% ha notato episodi di discriminazione nei confronti degli alunni autistici e che oltre il 95% ritiene che la formazione di tutti i docenti del team di classe possa favorire i percorsi di inclusione per gli alunni autistici. "Nel mondo della scuola si sentiva il bisogno di un progetto come AutLab, tant'è che il corso in soli 6 mesi ha raggiunto un numero importante di partecipanti. AutLab è un’opportunità unica per rendere la scuola più inclusiva”, spiega Angela Mencarelli, Amministratore Delegato de La Fabbrica, “Continueremo a impegnarci nel far conoscere il corso a tutte le scuole primarie e secondarie di primo grado d’Italia, rendendoci disponibili a nuove sinergie e collaborazioni con enti, associazioni e aziende che vogliono creare valore sociale. Inoltre il successo del corso è un ulteriore incoraggiamento a portare avanti la nostra mission: ideare e sviluppare percorsi educativi finalizzati a dare opportunità più eque a tutte le studentesse e gli studenti, inclusi coloro che vivono in condizioni di fragilità”. Autismo e scuola: i docenti dicono la loro nella survey post-corso Come accennato in precedenza, tra i 6.000 docenti che hanno svolto e completato AutLab, 500 hanno partecipato a una survey ad hoc sulle problematiche dell’autismo a scuola. Dall’indagine emerge che quasi l'unanimità degli intervistati ritiene che la formazione di tutti i docenti del team di classe possa favorire i percorsi di inclusione degli alunni autistici, mentre oltre l’86% pensa che in tutte le scuole andrebbe introdotta la figura di un docente o di un esperto competente sui temi dell’autismo per facilitare percorsi inclusivi. Interessante segnalare che il 90% degli intervistati ha avuto esperienze con lo spettro autistico e il 10% ha notato episodi di discriminazione ai danni degli alunni autistici. Oltre il 70% ha notato che negli ultimi 5 anni nella propria scuola c’è una maggiore sensibilità rispetto all’inclusione scolastica e sociale degli alunni autistici, e la metà ritiene che la scuola consideri con sguardo professionale i problemi delle famiglie. Infine per il 46% il problema più significativo è la necessità di una formazione specifica, mentre per il 24% la gestione degli alunni. Read the full article
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KBA approva 1 milione di dollari per il nuovo Centro nazionale di innovazione per la salute animale
Gli sforzi del KC Animal Health Corridor per creare un Centro nazionale di innovazione per la salute animale hanno ricevuto un forte impulso questa settimana. Nella sua riunione del consiglio di amministrazione a Washington, DC, la Kansas Bioscience Authority KBA ha approvato $ 1 milione di seed money per istituire un consorzio pubblico-privato chiamato National Center of Animal Health Innovation, che avrà sede nel KC Animal Health Corridor. Il Centro avrà sede in Kansas e svilupperà collaborazioni in tutto il Corridoio, oltre che a livello nazionale e internazionale. Riunirà nove società di sanità animale dell'area, oltre a università regionali e agenzie governative per accelerare la creazione di posti di lavoro, la ricerca, lo sviluppo e la commercializzazione della prossima generazione di prodotti per la salute e la nutrizione degli animali.
Le aziende partecipanti includono: Bayer Animal Health, Boehringer-Ingelheim Vetmedica, Centaur, Ceva Biomune, Hennessey Research, Hill’s Pet Nutrition, Intervet / Schering Plough, Nestle / Purina e Teva Animal Health.
Le università, le organizzazioni e le agenzie governative partecipanti dovrebbero includere: University of Kansas, Kansas State University, University of Missouri, Midwest Research Institute, US Department of Agriculture Research Services, USDA Animal and Plant Health Inspection Service, FDA Center for Veterinary Medicine, National Bio and Agro-Defense Facility NBAF, Morris Animal Foundation, National Institute for Strategic Technology Acquisition and Commercialization NISTAC e altri.
Nel suo primo anno, il centro prevede di stabilire le sue operazioni, oltre a reclutare un CEO, i migliori consulenti scientifici e membri del consiglio, oltre a completare un piano strategico che definirà chiaramente la missione, la visione e la proposta di valore del Centro. basarsi sul raggiungimento di queste e altre tappe fondamentali.
Informazioni su Kansas Bioscience Authority La Kansas Bioscience Authority è un fondo da 581 milioni di dollari creato dal Kansas Economic Growth Act del 2004 per espandere la capacità di ricerca di livello mondiale dello stato e i cluster di bioscienza; sostenere la crescita delle startup di bioscienze; e stimolare l'espansione e l'attrazione del business delle bioscienze . Il National Center for Animal Health Innovation è il quarto "centro di innovazione" che KBA ha avviato e finanziato. I centri devono essere guidati dall'industria e collegare risorse di ricerca e partner industriali per sviluppare nuovi prodotti innovativi e creare posti di lavoro. Per saperne di più, visitare www.kansasbioauthority.org.
Informazioni sul corridoio per la salute degli animali di KC L'area di Kansas City rappresenta il 32% del settore della salute animale globale da 19 miliardi di dollari. The Corridor, ancorato da Manhattan, Kan. E Columbia, Mo., ospita più di 220 aziende di salute degli animali, che rappresenta la più grande concentrazione al mondo.
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20 nov 2020 14:15
NON VA COMMISSARIATA LA SANITÀ MA LA CALABRIA! – GRATTERI A “TG2POST: “GINO STRADA? NON SIAMO L’AFGHANISTAN, IL COVID È UNO SPICCHIO DEI PROBLEMI. IL SOGGETTO ATTUATORE È L’ASP CHE È STATA SCIOLTA PER MAFIA, DOVE ALL’INTERNO CI SONO GLI STESSI QUADRI DI TRE ANNI FA. ALLORA A CHE SERVE IL COMMISSARIO?” - MINOLI STA ESAMINANDO LA VECCHIA GESTIONE DELLA "CALABRIA FILM COMMISSION" E SONO EMERSE ANOMALIE SULLE RICCHE PARCELLE PER 500MILA EURO ALLO STUDIO LEGALE “GALLO&GALLO”
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NICOLA GRATTERI A TG2POST - GINO STRADA? NON SIAMO L’AFGHANISTAN, IL COVID E' SOLO UNO SPICCHIO DEI PROBLEMI.
Trascrizione dell’intervento di Nicola Gratteri a “Tg2Post”
La Calabria non è l’Afghanistan in tempo di guerra, il problema non è il pronto soccorso, non è l’emergenza, il covid per la sanità in Calabria è uno spicchio, è uno dei problemi. Il commissario si deve interessare di questa voragine, di questo pozzo senza fondo (…)
Il commissario dispone, il soggetto attuatore sarebbe l’Asp che è stata sciolta per mafia, dove all’interno ci sono gli stessi quadri che c’erano tre anni fa. Se i funzionari, gli impiegati e i dirigenti sono gli stessi di tre anni fa, allora a che serve il commissario? Io penso che il senso di un commissario sia quello che le Asp non devono toccare palla.
I concorsi devono essere fatti alla fiera di Roma, con commissari che hanno un cognome tedesco che sono di Pordenone, che conoscono la Calabria dalla carta geografica, altrimenti non ne usciamo. Questa è una cura da febbre da cavallo, snenò la sanità la potete commissariare altri 50 anni, non cambierà nulla
Calabria Film Commission, quando piovevano parcelle sul “re dei legali”
Pablo Petrasso per www.corrieredellacalabria.it
«I progetti della Film Commission andranno avanti, se sono regolari. Io non ho mai annullato nulla, mi sono fermata solo quando, vedendo le carte, ho trovato qualcosa che non funzionava». E il giorno in cui Jole Santelli e Giovanni Minoli presentano la loro “fabbrica dei sogni”, un nuovo progetto per l’audiovisivo in Calabria.
La presidente scomparsa lo scorso 15 ottobre risponde alle domande dei cronisti: non e detto che si riferisca a «carte» trovate spulciando gli atti della “vecchia” Fondazione. La frase resta sospesa, come i progetti che la governatrice non potra realizzare assieme al giornalista che ha scelto perche «e il migliore e ha fatto la storia della televisione».
Neppure Minoli, meno di un mese dopo, crede di poter continuare quel percorso senza chi lo aveva ispirato. Saluta la Calabria e si dimette – le dimissioni saranno respinte dal governatore reggente Nino Spirli – in una lettera nella quale racconta di non essere riuscito neanche a farsi rispondere al telefono dallo stesso Spirli.
In quelle righe di commiato, c’e un’altra frase che resta sospesa. Minoli afferma di «aver chiesto una due diligence sul passato per essere certo – come credo – che tutto il lavoro fatto sia stato chiaro e trasparente e, quindi, si possa agire speditamente». La due diligence, una verifica dei dati di bilancio di una societa, e un atto quasi dovuto quando si materializza un passaggio di consegne.
CONTROLLI SUGLI ATTI DELLA FONDAZIONE
Da due frasi sospese a una certezza: uno studio indipendente della Capitale sta analizzando i conti e gli atti prodotti dalla Fondazione. Di certezza ce n’e anche un’altra: oltre alla due diligence, che e per sua natura indipendente, la stessa Film Commission ha iniziato una revisione degli atti, partendo da consulenze e spese legali.
Secondo i documenti consultati dal Corriere della Calabria, alcune delle pratiche in esame riguardano i pagamenti incassati dall’avvocato Pasquale Gallo, Lello per gli amici, e dallo studio Gallo&Gallo che, negli ultimi anni, ha gravitato nell’orbita dell’ente che si e occupato di rilanciare il cinema in Calabria. Dal passato, com’e ovvio che sia in questi casi, continuano ad arrivare richieste di pagamento. Il nuovo management della Fondazione ha deciso di verificarne la provenienza. E sulle scrivanie sono niti incarichi, nomine, consulenze, progetti avviati da tempo.
TRE ANNI DI SPESE
Soprattutto – con riferimento al ruolo del legale e del suo studio – negli anni in cui la presidenza e stata affidata a Giuseppe Citrigno (tra il 2016 e il 2020, prima della nomina di Minoli come commissario), che oggi guida la sezione Cinema di Unindustria Calabria.
In quel periodo, infatti, il ruolo di Pasquale Gallo all’interno della Fondazione sarebbe diventato preminente. Un fatto che emerge sia dalle comunicazioni ufciali (il «legale della Film Commission» ha presentato al Festival di Venezia la legge regionale per il cinema) che dalle delibere messe in la nella verica interna.
Nel 2017, Gallo avrebbe ricevuto dalla Film Commission oltre 80mila euro tra compensi, partecipazioni a eventi di settore, spese legali, spese di funzionamento, rimborsi e altro. Nel 2018 sarebbero arrivati servizi di consulenza, rimborsi e spese legali per provvedimenti pregressi per un totale di quasi 73mila euro. Nel 2019, il quadro delle collaborazioni si allarga anche a Fabrizio Gallo, fondatore dello studio Gallo&Gallo.
E dalle casse della Film Commission escono in un anno circa 180mila euro. Quasi tutti per il legale “storico” della Fondazione (al fratello vanno 4mila euro per l’assistenza legale dei progetti “Creativita talentuosa” e “Ostelli accoglienti”): si va dai rimborsi per le spese di missione al contenzioso contro Creative Movie, dalle opposizioni a precetti e pignoramenti ad altri rimborsi per la partecipazione ai Festival di Cannes e Venezia.
Nel 2020, tra gennaio e giugno – dall’insediamento della nuova giunta regionale all’arrivo del commissario Minoli – Lello Gallo resta seduto sul “trono” della Film Commission (lo spunto e offerto da una foto sui social in cui l’avvocato posa effettivamente su un trono) e riceve 79mila euro.
Oltre ai soliti rimborsi (tra i quali quello per la partecipazione allo European Film Market di Berlino), l’avvocato riceve compensi per le proprie consulenze legali: si occupa, infatti, del Modello per la privacy e del Piano Triennale per la Prevenzione della corruzione e per la Trasparenza. Negli anni 2019 e 2020, inoltre, nei conti della Fondazione comparirebbe un altro avvocato legato sempre allo studio Gallo&Gallo, al quale sarebbero andati complessivamente poco piu di 44mila euro.
«STANNO EMERGENDO ANOMALIE»
Dal 2017 a meta 2020, dunque, la galassia legale che fa capo a Pasquale Gallo, avrebbe ricevuto dalla Fondazione Calabria Film Commission una cifra compresa tra i 450 e i 500mila euro. Il centro della questione non e (soltanto) la cifra, ma il sistema utilizzato.
Che prevedeva, per il legale, diversi canali di pagamento e una nuova parcella per ogni causa assunta per conto della Film Commission. Pagamenti parcellizzati, dunque, non una convenzione (che avrebbe, forse, permesso di realizzare risparmi: e proprio questo uno dei temi della verica interna).
L’avvocato Daniele Romeo, scelto da Minoli per entrare nella squadra della “sua” Fondazione, spiega cosi al Corriere della Calabria gli approfondimenti in corso: «Stiamo cercando di fare chiarezza sul metodo che e stato utilizzato prima, per capire se sia stato penalizzante per le casse della Fondazione».
Ci tiene a evidenziare un passaggio nel nuovo corso: «Non e vero che Minoli ha aumentato i costi delle consulenze e dell’area legale – dice –. E il contrario: li ha contenuti. Perche non accadra mai piu che in due anni un consulente costi piu di 450mila euro. Il metodo Minoli e un metodo basato sulla chiarezza e, soprattutto, e un metodo moderno, che premia il merito. Le aziende moderne si pongono degli obiettivi, e quelli bravi vengono pagati perche raggiungono gli obiettivi.
L’obiettivo di una Fondazione non puo essere quello di fare piu cause possibili per poi, tra l’altro, perderle in maniera disastrosa. Deve essere quello di contenere i costi pubblici». Il lavoro iniziato da settimane servira proprio a capire se l’obiettivo sia stato quello. Romeo ha qualche dubbio: «Stanno emergendo diverse anomalie che hanno portato a un dispendio di risorse».
GALLO&GALLO CONTRO LA FILM COMMISSION
Quante e quali siano le cause affrontate dalla Film Commission e materia di cui ora si occupano i tecnici. Certo il contenzioso e sempre stato uno dei tasti dolenti. Anche in passato. Al Tribunale civile di Catanzaro, ad esempio, e stato afdato il ricorso per decreto ingiuntivo avanzato dal direttore organizzativo, per conto della Fondazione del “Festival della Calabria”.
La vicenda si lega a un contratto che risale al 2013, mentre la causa e stata intentata dall’interessato nel 2014. Il professionista si e rivolto al Tribunale per reclamare una consistente quota di retribuzione mai corrisposta. E ha ottenuto, secondo i documenti in possesso del Corriere della Calabria, un decreto ingiuntivo per la somma complessiva di 32.546 euro. L’atto e stato depositato in cancelleria il 16 settembre 2014. Chi ha difeso il direttore organizzativo del festival? Pasquale e Fabrizio Gallo, tempo prima che “Lello” diventasse il “re” dei legali della Film Commission
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Il provvedimento dell’Unità di crisi campana per il Covid-19, che impedisce a medici e dirigenti della sanità pubblica di parlare con la stampa è inaccettabile, così come la decisione di allontanare la Tgr Rai Campania ed altre testate dall'area da mesi riservata nei pressi dell'ospedale Cotugno.
In due distinte note, l'Ordine dei Giornalisti della Campania e la Federazione Nazionale della Stampa stigmatizzano la circolare dell'organismo della Regione Campania di inibire i dipendenti delle Asl dal rilasciare dichiarazioni o intrattenere collaborazioni con i media.
Medici, infermieri e giornalisti hanno un ruolo fondamentale, soprattutto in questa fase, e l'informazione non può essere emarginata.
Dalla mascherina al bavaglio è un attimo
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