#bilancio sanità Piemonte
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pier-carlo-universe · 4 days ago
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ROSSI-VALLE (PD): Per la Sanità risorse solo annunciate e insufficienti. Nessun investimento su nuovo personale
Ancora annunci ma nessuna certezza. L’intervento odierno dell’assessore alla Sanità Federico Riboldi in Commissione sul bilancio della sanità piemontese ci lascia profondamente insoddisfatti, a partire dalla “ricetta” presentata per abbattere le liste d’a
Ancora annunci ma nessuna certezza. L’intervento odierno dell’assessore alla Sanità Federico Riboldi in Commissione sul bilancio della sanità piemontese ci lascia profondamente insoddisfatti, a partire dalla “ricetta” presentata per abbattere le liste d’attesa fondata su tre punti: appropriatezza, piano semestrale  di lavoro straordinario volontario e indirizzo delle prestazioni del privato.…
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giancarlonicoli · 1 year ago
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21 dic 2023 15:28
FURBONI IN CAMICE BIANCO - AMMANCHI E CREDITI MAI RISCOSSI, LA MAXI INCHIESTA SUI BILANCI GROVIERA DELLE "MOLINETTE" DI TORINO COINVOLGE ANCHE 250 MEDICI: SVOLGEVANO VISITE PRIVATE SENZA VERSARE IL CORRISPETTIVO ALL'AZIENDA OSPEDALIERA DA CUI DIPENDONO – “MI SONO DIMENTICATO”, “NON LO SAPEVO”, LE SCUSE ADDOTTE DAVANTI AL PM CHE HA INDAGATO TUTTI PER PECULATO. LA SOMMA MANCANTE AMMONTA A CIRCA 300MILA EURO - SOTTO ESAME I CONTI DEGLI ULTIMI CINQUE ANNI: SI PROCEDE PER FALSO IN BILANCIO… -
Irene Famà Alessandro Mondo per “la Stampa” - Estratti
Medici che hanno presentato le fatture per visite private senza versare il corrispettivo all'azienda.
Debiti milionari mai restituiti e crediti mai richiesti. Lasciati lì, sino a che riscuoterli è diventato impossibile. Che pasticcio i bilanci degli ultimi cinque anni della Città della Salute di Torino. E in quei conti si intrecciano omissioni, sciatteria, furberia. Tutti aspetti confluiti in una maxi-inchiesta della Procura che, con la collaborazione della direzione, sta scandagliando ogni cosa: dalla correttezza dei camici bianchi al lavoro di chi vigila sui bilanci dell'azienda ospedaliera-universitaria più grande del Piemonte e tra le più grandi in Italia.
Prima questione, le visite eseguite in regime privato: negli ospedali pubblici, ma anche in cliniche o negli studi degli stessi medici. In 250 hanno presentato le fatture all'azienda da cui dipendono ma non hanno versato la cifra nelle casse della medesima azienda, che poi avrebbe dovuto accreditare le somme sulle buste paga detraendo le trattenute (compresa la quota variabile tra il 10 e il 15%, per chi visita in ospedale, relativa all'impiego degli spazi, il riscaldamento, l'utilizzo delle apparecchiature, etc.). «Mi sono dimenticato», «Non lo sapevo», le scuse più comuni addotte davanti al pubblico ministero Giulia Rizzo, che ha indagato tutti per peculato.
Trecentomila euro, circa, la somma mancante. Le fatture, 3.700, sarebbero state emesse, ma i soldi mai versati. È vero, in molti hanno già risarcito, ma ora starà alla procura decidere per chi archiviare e per chi no. Singole posizioni a parte, qualcuno avrebbe dovuto monitorare. Per questo la direzione della Città della Salute, che ha voluto vederci chiaro e ha avviato le verifiche, ha già adottato provvedimenti disciplinari verso i controllori. All'appello, poi, nei bilanci dell'azienda mancano anche sette milioni: a tanto ammonterebbero le trattenute previste dalla legge Balduzzi (impone il versamento del 5% della parcella di ogni prestazione in intramoenia).
Chi avrebbe dovuto occuparsene? I medici o l'azienda?
Interrogativo giuridico ancora tutto da sciogliere.
Gli accertamenti della procura scattano la scorsa primavera. Riguardano i «medici furbetti». Poi l'inchiesta si allarga. E si iniziano a esaminare i bilanci degli ultimi cinque anni. Qualcosa non torna, è stata la stessa direzione a farlo presente.
Sotto il faro degli inquirenti finiscono svariati episodi.
Nessuno, ad esempio, si è mai preoccupato di riscuotere quel credito da 830 mila euro maturato verso il Comune di Torino per le rette degli ospiti di una casa di riposo.
Oppure di esigere quel milione e duecentomila euro da un'associazione che nel 2018, grazie a una convenzione, aveva permesso ad alcuni bambini venezuelani colpiti da leucemia di essere sottoposti a un trapianto di midollo.
Sui conti della Città della Salute, fiore all'occhiello della Sanità piemontese con 4 ospedali e circa 10 mila dipendenti, la procura ha aperto un fascicolo per falso in bilancio.
(...)
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corallorosso · 4 years ago
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“Dietro al chiagni e fotti del presidente di Confindustria c’è la totale mancanza di una visione strategica” di Mauro Del Corno L'INTERVISTA - Marco Revelli docente di Scienze Politiche dell'Università degli Studi del Piemonte Orientale Professor Revelli, un documento di 385 pagine, la proposta di un “Patto per l’Italia” per l’utilizzo dei fondi europei, continue apparizioni su stampa e tv del presidente di Confindustria Carlo Bonomi per ripetere sempre la stessa cosa: date i soldi solo alle imprese. Cosa la colpisce di questa nuova Confindustria e della nuova impostazione che sta dando al rapporto con lavoratori, sindacati? "Mi colpisce la totale mancanza di una visione strategica, l’assoluta incapacità di saper pensare in un’ottica di medio lungo termine. Non si è in grado di valutare gli effetti che le proprie decisioni e azioni svilupperanno nel tempo, di cogliere insomma quelle che sono le evoluzioni di uno scenario che cambia. Domina invece una sorta di “brevitempismo” che non riesce ad andare al di là del prossimo bilancio trimestrale. E’ un modo di pensare ed agire che finisce e finir�� per essere controproducente per la stessa industria italiana e, purtroppo, per la società nel suo complesso. Dietro il “chiagni e fotti” di Bonomi, in cui gli imprenditori si dipingono come “le vittime” anche se non lo sono affatto, c’è però una Confindustria che in questo momento si sente forte e vuole passare all’incasso. Tutto a noi e tutto subito." Il volume “Il coraggio di cambiare” propone un paese impostato sul concetto di “homo faber”, l’uomo come artefice unico del proprio destino. Pensa sia una strada percorribile per un paese come il nostro? "E’ una visione della società datata e sorpassata, l’ideale dell’homo faber ha già dimostrato tutte le sue debolezze nel corso del ‘900. E’ un concetto con i piedi di argilla perché nella realtà, nella vita vera e non solo immaginata, l’uomo artefice unico del proprio destino non esiste e non può esistere. Ogni persona è profondamente interconnessa con le altre e da queste relazioni dipende, piaccia o meno. Qui si tenta invece di recuperare l’idea thatcheriana secondo cui la società non esiste ed esistono soltanto individui. Ma questa idea ha già ben mostrato quello che produce: solitudini individuale che alimentano una dilagante angoscia collettiva." (...) Più nello specifico Confindustria propone modifiche anche per quanto concerne la sanità, la scuola, la formazione. Cosa ne pensa? "Certamente perché l’idea è quella di totalizzare l’approccio imprenditoriale che viene calato in tutti gli ambiti. Ma questo modo di agire può avere effetti nefasti e risvolti pericolosi. Pensiamo al difficile periodo che stiamo vivendo, in Francia si è svolto un approfondito dibattito critico su quello che è stato il funzionamento degli ospedali durante la pandemia. Le trasformazioni intraprese negli ultimi anni, alla prima vera prova dei fatti, hanno prodotto esiti devastanti. Si è cercato di replicare in ospedale il modello “just in time”, a flusso teso, che caratterizza le linee produttive industriali. Il modello Toyota insomma in cui si abbattono i costi fissi ma si crea una struttura molto vulnerabile. Basta un piccolo intoppo perché tutto si blocchi. Ora, questo è accettabile quando il blocco si traduce nella temporanea riduzione di auto prodotte. Ma quando accade nel sistema sanitario significa che le persone muoiono. Lasciare gli ospedali con le dotazioni minime per gestire una situazione di normalità in un’ottica di pura efficienza, e non con le risorse che servirebbero invece per poter gestire le reali necessità della popolazione, ha prodotto la saturazione delle terapie intensive e quindi vittime." Questa concezione viene replicata anche per la scuola. Un mondo che si vuole in prevalenza al servizio dell’impresa e della produzione sebbene sia stato ampiamente documentato quanto possa essere nociva per gli alunni. "Purtroppo è così, la scuola che viene intesa come un luogo in cui si lavora sulle funzioni più che sulle persone. Si insegna a fare delle cose, si fa in modo che una persona sappia fare una determinata cosa in vista del suo inserimento nel sistema produttivo. Questo va bene ma il problema è che tutto il resto conta poco o nulla. Così facendo però si allevano e si formano degli individui culturalmente “poveri”, degli analfabeti civici che sanno fare “quella cosa” ed esauriscono in quello la loro funzione."
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nelcuoreunaspina · 5 years ago
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Ultime notizie in diretta sull’emergenza Coronavirus, dall’Italia e dal mondo, nella giornata di oggi mercoledì 4 marzo. Secondo l’ultimo bilancio della protezione civile, in Italia i contagi sono 3089 con 107 morti e più di 270 guariti. Confermata la chiusura di scuole e università da domani, 5 marzo, fino al 15 marzo. Il ministro Patuanelli si mette in isolamento (è risultato comunque negativo al tampone). Primo caso di positività a Livorno e prima vittima in Piemonte. Contagiati due assessori in Emilia Romagna. L’Istituto superiore di Sanità valuta di estendere la zona rossa.Nel mondo sono oltre 93mila i casi e oltre 3200 i morti. I Paesi più colpiti restano la Cina, la Corea del Sud e l’Italia.
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paoloxl · 5 years ago
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Gennaio a Torino naturalmente significa freddo rigido e montagne innevate, ma a quanto pare svegliarsi la mattina e vedere una città ricoperta di brina non ha più nulla di romantico, al di sotto di questo delicato fenomeno atmosferico si annidano enormi quantità di polveri sottili. Le notizie di questi ultimi giorni pongono l’attenzione al boom di polmoniti e bronchiti, di posti letto esauriti nei pronto soccorso, di allarmi da parte dell’Ordine dei medici per la situazione disastrosa.
“Cosa c’è nella nebbia in Valpadana, ci son cose che a dirle non ci credi”
Era dicembre quando l’Ordine dei Medici ha annunciato gravi rischi per la salute a causa del livello di inquinamento della città di Torino tramite una conferenza, oggi l’allarme viene rilanciato: i rischi, secondo i dati diffusi da Arpa relativi allo studio Med Hiss, indicano che respirare l’aria irrespirabile del capoluogo piemontese significa conseguenze cardiovascolari, ai polmoni, insufficienze respiratorie, bronchiti croniche, cancro alla vescica e persino per il diabete dato che l’attivazione infiammatoria crea una resistenza all’insulina. Come in una trama davvero ben architettata, sempre in questi giorni la notizia del tragico bilancio in rosso della sanità nella Regione Piemonte inizia a sfiorare picchi preoccupanti, se nel 2018 erano 161 milioni di disavanzo, per l’anno 2019 si è arrivati a 200 milioni. Luigi Icardi, assessore alla Salute della Regione Piemonte e coordinatore della Commissione Salute della Conferenza delle Regioni, poco dopo l’insediamento della giunta di Alberto Cirio l’aveva messo in guardia sulle spese e sui conti. A conclusione della storia, a seguito del bilancio, Icardi annuncia di aprire ai privati la gestione della sanità dei pronto soccorso in Piemonte, così come già avviene in Lombardia, presentando la decisione come un’occasione per migliorare la qualità del servizio per i cittadini, per evitare sovraffollamenti, per dare un giro di boa ai vecchi direttori generali delle Asl che non stanno garantendo un pareggio dei conti e dichiarando apertamente che tanto il pubblico da solo non ce la può fare. Il Comune di Torino se ne sta con la coscienza a posto, glorificandosi di aver messo in circolazione una quarantina di nuovi autobus ecologici con motore a metano, risultato di accordi tra Gtt e azienda tedesca Mercedes Evobus. Chiara Appendino pensa a colorarli di giallo e blu per omaggiare la città di Torino, intanto qua non si respira.
Ciò che possiamo aspettarci saranno sicuramente ulteriori richieste ai singoli di ridurre le emissioni, di condurre uno stile di vita sano, di non accendere il riscaldamento, di utilizzare i mezzi pubblici, di non lamentarsi per il blocco del traffico. Ciò che già è successo sono le multe agli attivisti di Friday For Future perchè andavano in contromano in bicicletta durante la critical mass, proprio per denunciare la situazione drammatica dell’inquinamento in questa città chiedendo di prendere dei provvedimenti seri. Ciò che non è possibile accettare è che i costi della riproduzione di un capitalismo che si gioca anche e duramente nel suo aspetto ambientale vengano scaricati sui singoli, da un lato privatizzando servizi di base come i presidi sanitari rischiando di aprire una partita in cui l’accesso alla cura e alla salute diventi sempre più una questione di privilegio, dall’altro investendo su una green economy che di green ha solo il colore dei soldi che piovono nelle tasche di aziende private, lobby delle infrastrutture, mafie e poteri.
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giulianuma · 5 years ago
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07.03.2020 REMIAMO UNITI PER L'ITALIA Il Partito Democratico Piemontese a disposizione per affrontare insieme l’emergenza sanitaria ed economica. Il PD Piemontese esprime profonda gratitudine nei confronti degli operatori del sistema sanitario, che in questa fase di impegno straordinario stanno dimostrando preparazione, abnegazione e dedizione. Piena solidarietà nei confronti delle famiglie e dei malati di coronavirus: nessuno deve essere lasciato indietri, tutti devono seguire le prescrizioni dell’Istituto Superiore di Sanità e adottare comportamenti che riducano al minimo la possibilità di contagio. Spazio per la polemica politica non c’è: rivendichiamo un atteggiamento di serietà e impegno comune, come sollecitato anche dal Presidente della Repubblica Mattarella nel suo messaggio alla nazione. Apprezziamo, dunque la scelta del Presidente Cirio di incontrare i Parlamentari di tutti i partiti perché si facciano portatori, insieme, delle esigenze del Piemonte in relazione alle misure che saranno presentate dal Governo la prossima settimana, a supporto dell’economia italiana. Chiediamo che la stessa attenzione sia dedicata anche alle proposte dei Consiglieri Regionali di opposizione. Con spirito collaborativo, riteniamo che le misure del Governo e quelle della Regione debbano considerarsi complementari. Affinché effettivamente lo siano, non occorre promuovere gare a chi arriva prima, ma è necessario lavorare per armonizzare le misure dei due livelli. Per questo crediamo che sia opportuno rivedere non solo il cosiddetto “Piano competitività della Regione Piemonte”, realizzato attraverso risorse individuate dalla Giunta Chiamparino, alla luce delle emergenze economiche determinate dal coronavirus, ma anche lo stesso bilancio regionale, dove si incontrano, ad oggi, scelte di natura fiscale ed economica concepite prima e indipendentemente dall’emergenza sanitaria. A proposito di questo, chiediamo che il Presidente Cirio e la sua Giunta incontri anche i consiglieri del centrosinistra, che hanno elaborato una proposta dotata di coperture, per intervenire sin da subito, in maniera complementare al Governo, per affrontare la crisi economica delle prossime settimane. (presso Asti) https://www.instagram.com/p/B9b-1CeBOai/?igshid=uvdze08jh192
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werther-2 · 5 years ago
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La propaganda becera e senza senso di Salvini
Luglio 28, 2020
La propaganda becera e senza senso di Salvini
Matteo Salvini viene in Senato rifiutandosi di portare la mascherina. In Italia fortunatamente a guidare il Governo non c’è la Lega, altrimenti non oso nemmeno immaginare che situazione vivremmo oggi 
Gentile presidente, onorevoli colleghi,
Ci tengo a iniziare questo intervento invitando tutti a mantenere comportamenti responsabili e prudenti, perché il virus non è sparito e non è meno contagioso, prova ne sia la situazione in Belgio, ove hanno dovuto inasprire le misure di contenimento a fronte di casi giornalieri più che triplicati nelle ultime 3 settimane.
Lo dico perché oggi intervengo in quest’Aula all’indomani di un fatto a mio avviso gravissimo. Ieri, proprio qui, nel Senato della Repubblica, c’è stato chi ha rifiutato di indossare la mascherina. E mi riferisco al senatore Salvini.
Il senatore Salvini forte di un 12% scarso di presenze in quest’Aula, si è presentato qui, nel Palazzo della seconda istituzione della Repubblica italiana per fare un atto di propaganda becero e senza senso.
Viene qui per mandare un messaggio ai cittadini italiani privo di qualsiasi fondamento scientifico. Viene qui a incitare le persone a non indossare la mascherina, contravvenendo alle norme e alle regole di buonsenso che devono essere seguite per evitare che i contagi tornino a salire.
Oggi in Italia vige l’obbligo di indossare la mascherina nei luoghi pubblici al chiuso. E vige quest’obbligo per delle ragioni ben precise.
A quanto pare, pensare che i parlamentari lombardi conoscano la realtà dei loro territori e abbiano particolare sensibilità su cosa abbia significato per gli italiani il Covid-19, è mera chimera.
Ma d’altronde come dimenticare che era proprio il leader della Lega a fine febbraio a chiedere di aprire tutto, di far ripartire l’Italia. Fortunatamente c’è chi non ha ascoltato queste eresie ed è solo grazie a questo governo se siamo riusciti a limitare i contagi da Covid-19.
Questo però non vuol dire essere autorizzati a dimenticare quanto è successo negli ultimi sei mesi. I 246.286 casi in Italia, i 35.112 decessi, di cui 16.801 nella sua Regione.
Non vuole dire essere autorizzati a dimenticare i mezzi militari carichi di feretri che uscivano da Bergamo, gli accorati appelli degli operatori sanitari – stremati – che ancora combattono in prima linea.
In queste situazioni l’irresponsabilità non può essere perdonata.
E mentre in Lombardia si moltiplicano le indagini della magistratura su quanto fatto dal governatore della Lega Attilio Fontana, anziché invitare a fare attenzione in spregio di tutto e di tutti c’è chi si permette di scherzare dicendo che è giusto dare la mano a tutti e che la mascherina non serve.
Purtroppo, temo che ci siano ben poche parole per descrivere questi comportamenti. Per questo mi limito a ricordare le reazioni a quanto avvenuto ieri del mondo medico:
Il professor Massimo Galli, infettivologo dell’ospedale Sacco di Milano, ordinario di Malattie Infettive all’Università degli Studi di Milano: «Penso che tutto quello che e stato detto non abbia alcuna base dal punto di vista scientifico: è un messaggio inadeguato, quello che viene lanciato, con elementi di evidente pericolosità».
Il professor Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università di Milano: «Dobbiamo ancora usare la mascherina? Sì, non se ne può ancora fare a meno: penso che debba diventare un po’ come gli occhiali da sole, da portare con noi e usare quando serve. Ovvero nei luoghi chiusi, affollati, e all’aperto quando non si può rispettare il distanziamento».
E mi fermo qui. D’altronde, purtroppo, di atteggiamenti irresponsabili è pieno il mondo. Vogliamo parlare di Trump? Di Bolsonaro? E infatti vediamo i drammatici risultati di gestioni politiche irresponsabili e cieche.
Gli Stati Uniti e il Brasile sono in ginocchio per il Covid-19. In Italia fortunatamente a guidare il governo non c’era la Lega, altrimenti non oso nemmeno immaginare che situazioni vivremmo oggi.
Grazie alle scelte coraggiose e responsabili di questo governo – elogiate dalla comunità scientifica mondiale, a partire dall’Oms – abbiamo rallentato i contagi. Ma il virus c’è ancora. E per questo non solo bisogna indossare la mascherina e mantenere le distanze di sicurezza, ma anche tenere alta la guardia.
Per esempio – e vengo a quanto stiamo discutendo in quest’Aula – prorogando lo stato di emergenza.
Capisco che se partiamo dall’assunto che il virus non c’è più nemmeno la proroga dello stato di emergenza risulterà necessaria.
Ma è una menzogna, purtroppo. E non possiamo permetterci errori.
Non possiamo permetterci una seconda ondata con quello che ne conseguirebbe e dobbiamo fare tutto il possibile affinché questo non avvenga.
Prorogare lo stato di emergenza è una di queste. E far finta di niente che non sia successo niente o, peggio, forzare la mano dicendo che ora è tutto finito è un atteggiamento che – lo ripeto – non ci possiamo permettere.
Così come non ci possiamo permettere che i cittadini – per colpa di becera propaganda elettorale – pensino che prorogare lo stato di emergenza si traduca in un nuovo lockdown.
È vero il contrario: prorogare lo stato di emergenza, dare a questo governo la possibilità di agire con tempestività è l’unico modo per prevenire che nuovi focolai possano espandersi tanto da metterci di nuovo in difficoltà.
Penso per esempio al blocco dei voli da Paesi che hanno ancora migliaia di contagi.
Eppure, abbiamo esempi qui vicino di cosa può succedere: penso ai Paesi come il Belgio, che ho già citato. Penso alla Catalogna.
E ditemi, dunque.
Ho solo una domanda – retorica, perché fortunatamente questo governo non lo permetterà mai: ma come spieghereste – voi che rifuggite anche le più banali norme di convivenza con il virus – agli imprenditori, ai baristi, ai ristoratori, ai lavoratori tutti che – per raccontare menzogne sull’uso della mascherina, per non prorogare lo stato di emergenza dando al governo la possibilità di agire per tempo, per far finta che il virus è stato sconfitto, per fare propaganda elettorale sfruttando timori anche legittimi ci avrete riportato in una situazione grave?
Come spieghereste che per pura e banale leggerezza il numero di decessi sia tornato a salire?
Come fareste? Come il vostro governatore leghista Fontana che pur di non assumersi mezza responsabilità ha dato la colpa a tutti di quanto accaduto in Lombardia?
Senza nemmeno scusarsi per quella drammatica ordinanza che mandò casi Covid nelle Rsa con i risultati drammatici che abbiamo visto?
Ecco, questo governo non si comporterà mai così. Per fortuna nostra e di tutti gli italiani.
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Elisa Pirro
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Senatrice Elisa Pirro
Regione di elezione: Piemonte
Nata il 15 luglio 1973 a Torino
Residente a Orbassano (Torino)
Professione: Tecnico della ricerca Università di Torino
Elezione: 4 marzo 2018
Proclamazione: 16 marzo 2018
Membro Gruppo M5S
Capogruppo della 12ª Commissione permanente Igiene e Sanità del Senato
Capogruppo nel 2019 della 5ª Commissione permanente (Bilancio)
Membro della Commissione parlamentare per il controllo sull’attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale.
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tmnotizie · 6 years ago
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SAN BENEDETTO – Allo j’accuse di ieri del consigliere regionale Peppe Giorgini del Movimento Cinquelle, oggi si registra la risposta di Fabio Urbinati. Anche il capogruppo del Pd in Regione affida le sue parole ad un comunicato stampa che riportiamo integralmente.
«Dove sono –scrive Fabio Urbinati-  i dati in mano al consigliere che smentiscono quelli puntualmente illustrati da me? Non ci sono. I numeri si smentiscono con i numeri. Invece il consigliere preferisce, come nel suo stile e come nello stile del suo partito, lanciare accuse a vanvera ed alzare la voce a suon di fake news. Peccato che questo giochetto non funzioni più, neppure tra gli elettori Cinquestelle, che stanno facendo venir meno il loro sostegno al Movimento».
«Capisco le difficoltà di Peppe Giorgini e di tutto il pianeta pentastellato che vedono giorno dopo giorno dissolversi il consenso maturato grazie a fake news ed a politiche di bilancio fatte saccheggiando i conti dello Stato. Roba da far impallidire i politici degli anni ’80. Capisco che davanti ai numeri reali ed incontrovertibili non abbiano argomenti da opporre, preferendo così, al solito, la strategia dell’alzare polveroni. La realtà – sostiene Urbinati – è che in tutta Italia la sanità sta vivendo un momento di grandissima difficoltà, dovuto soprattutto alla mancanza degli organici di medici ed infermieri.
Ricordo a Giorgini, e ai suoi suggeritori-disfattisti che sono forza di Governo – continua Urbinati – che i primi a sottolineare le criticità delle unità lavorative e soprattutto sull’emergenza-urgenza, sono i governatori di Veneto, Lombardia e Piemonte, loro alleati di governo. Come gli ricordo che l’unico smantellamento in atto a San Benedetto, non è certo quello dell’ospedale, ma quello del Commissariato, rispetto al quale dovrebbero farsi sentire con il loro vice premier nonché ministro degli Interni.
Sulla sanità – conclude Urbinati – gli unici dati disponibili, perché veri, e da me citati, confermano il buon lavoro fatto al Madonna del Soccorso dal 2015 ad oggi. Non ci sono numeri che lo smentiscano, tanto che Giorgini ed i 5 Stelle non sono riusciti a fornirli. Invito, dunque, il consigliere Giorgini a smettere di generare confusione e di guardare sempre al passato, un atteggiamento che non fa altro che danneggiare il territorio ed il Paese. Ecco perché sono sempre meno i cittadini che credono ai 5 Stelle».
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samdelpapa · 6 years ago
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Predere esempio=Il paese senza tasse né migranti. “Con il sindaco leghista viviamo bene”
Pontinvrea tra disillusione per i partiti e orgoglio: per cambiare le cose non servono miracoli
Gli unici manifesti elettorali a Pontinvrea: entrambi della Lega
Niccolò Zancan
inviato a Pontinvrea (SaVona)
«Se siamo ancora vivi è grazie a Matteo», dicono quasi tutti. E non capisci. Primo: di quale Matteo stanno parlando? Secondo: perché sarebbero dovuti morire? Pontinvrea, 870 residenti, 15 chilometri dal mare, ceramiche, sentieri di montagna, profumo di camini accesi, entroterra ligure che sa ancora di Piemonte. Con quella faccia un po’ così, insomma. Baff. Giochi di carte. Attese. Piccole vincite significative. Come testimonia il cartello al Bar Tabacchi: «Vinti 1879,51 euro al Superenalotto». Qui il 93 per cento dei votanti alle ultime elezioni comunali ha scelto il sindaco leghista Matteo Camiciottoli. E sempre qui c’è un solo manifesto elettorale appeso davanti al Salone delle Feste, due in tutto per la verità. «Stop invasione, Salvini premier». «Stop Fornero, Salvini premier». Altri partiti politici che si siano affacciati da queste parti? Non pervenuti. Neppure si erano candidati alle ultime elezioni comunali.
«Matteo il sindaco ha tracciato la rotta, l’altro Matteo completerà il lavoro a livello nazionale» dice Giorgio Mantovani, rappresentante di commercio. Si definisce così: «Lavoratore, cinquantasette anni portati con dignità». Secondo lui, la cosa più importante di questa campagna elettorale sono le tasse. «Quelli come me, in Italia nel 2018, hanno soltanto due possibilità. Evadere o morire. E noi, capirete, non vogliamo fare né l’una né l’altra cosa. Ma con le tasse di oggi non possiamo più sopravvivere. Abbiamo l’acqua alla gola. Ogni giorno va peggio. Non è che noi siamo faziosi. Non è neppure che siamo populisti, come ci definite voi. Noi siamo semplicemente disperati. E molto, molto incazzati. Stiamo con la Lega perché abbasserà le tasse alle persone normali». Credete ai miracoli della flat tax? «Non servono miracoli per cambiare le cose», sostiene Giorgio Mantovani. «Questo piccolo paese ne è la dimostrazione».
Ed eccoci, quindi, di nuovo alla politica locale. All’altro Matteo, il sindaco Camiciottoli. Deve la sua fama nazionale a tre iniziative molto mediatiche. Aver tagliato completamente le tasse comunali: circa 100 euro di risparmio per ogni residente. Aver annunciato, al contrario, una tassa di soggiorno da 2,50 su ogni migrante che, eventualmente, una qualche cooperativa avesse ipotizzato di ospitare sul suo territorio. Infine ha scritto su Facebook un post terribile dopo l’arresto degli stupratori di Rimini, riferito alla presidente della Camera Laura Boldrini. Una frase talmente violenta e di pessimo gusto che non la ripeteremo qui. Ma Enrico Mentana, sempre su Facebook, ha risposto a Camiciottoli così: «Sei un cretino, anche se fai il sindaco».
Eppure sono ancora tutti con lui. Qui in paese. Anche quelli che non osano votare Lega alle elezioni Politiche, come la signora Laura Pastorino: «Ho votato questo sindaco. Ma non posso votare Matteo Salvini. Ho un genero romeno, ho amici di tutto il mondo, mia figlia si è laureata in mediazione interculturale. Se penso alle elezioni del 4 marzo, sono molto triste. Non so cosa fare». La signora Pastorino ha 67 anni, è la panettiera del paese. Ha sempre vissuto qui, ad eccezione di tre anni passati a Milano: «Sono disperata perché i politici non capiscono più niente. Fanno leggi che distruggono quelli che hanno voglia di lavorare. Infieriscono. Ti complicano la vita. Non capiscono che proprio il lavoro è la priorità. Qui da noi ce n’è pochissimo. Ma quelli insistono nel far chiudere i piccoli negozi. E sull’Europa penso questo: ora non possiamo certo andar via. Ma quando siamo entrati abbiamo sbagliato tutto». Le domandiamo, come può sostenere un sindaco leghista che ha scritto quella frase sugli stupratori e sulla presidente della Camera? Risponde: «Stendiamo un velo pietoso. È stata una frase davvero infelice. Ma guardiamo ai fatti qui in paese».
Allora bisogna mettere in fila i fatti, almeno per come vengono raccontati. Una piscina. Due piazzole di sosta per i camper. Più turisti. E poi, sì, niente più Imu, Tari e Tasi: un taglio da 140 mila euro su un bilancio da 1 milione all’anno per le casse comunali. Come è stato possibile? «Ho risparmiato 30 mila euro con l’illuminazione a led, 60 mila euro copiando la raccolta differenziata virtuosa del Comune toscano di Capannori, 50 mila con l’affitto della vecchia casa di riposo in disuso». Così risponde il sindaco Camiciottoli, nato a Genova da una famiglia di ristoratori. Ecco perché in molti qui credono ai miracoli.
«Ho votato Matteo e voterò anche Matteo Salvini» dice Andrea, 24 anni. «Se in questo paese stiamo in pace, lo dobbiamo a lui» dice un altro ragazzo sulla panchina. È nato qui il movimento giovanile che si chiama «Noi che vogliamo Matteo Salvini a Palazzo Chigi».
Il tema dei migranti è meno sentito. A Pontinvrea vivono soltanto due famiglie con un cognome straniero, una albanese e una romena. Nessuna «invasione» si profila all’orizzonte. Semmai un problema di spopolamento. I bambini scendono dai prati innevati con le slitte. Sono trenta gli iscritti alla scuola materna ed elementare. La sanità è un furgone che risale le curve della vallata: «Unità mobile di servizi ambulatoriali e diagnostica». Le strade sono strette. Non si vede neppure il mare.
A un tavolino del Bar Tabacchi siede un signore di 76 anni, ex tipografo al Lavoro di Genova. Si chiama Giancarlo Pont: «Tutta la mia storia è a sinistra, ma sono molto deluso. Di Renzi non mi è piaciuto il suo modo strafottente, quell’essere sempre sicuro e poco attento agli altri. Credo che abbiano fatto troppe promesse che poi non sono stati in grado di mantenere. E così, per la prima volta nella mia vita, non so per chi votare a livello nazionale». Ma qui, a casa sua, per chi ha votato? «Per Matteo, certo. Perché le strade sono pulite. Perché quando mi si è ghiacciato il tubo dell’acqua, lui subito mi ha aiutato a ripararlo. La pensiamo diversamente su tante cose. Ma alla fine, stringi stringi, contano i fatti, la politica è questa»
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Terminata la prima fase dell'indagine sullo stato di salute della popolazione della Fraschetta
La “Fraschetta” è un’area vasta costituita da diversi Sobborghi e Frazioni alcuni più vicini o addirittura confinanti con siti industriali. In particolare, tale situazione è riferibile ai Quartieri del Sobborgo alessandrino di Spinetta Marengo che confinano con il cosiddetto “Polo Chimico”. Ma anche altri Sobborghi dell’area della Fraschetta sono stati in passato esposti a inquinanti ambientali di varia natura: inquinamenti di aria, acqua e suolo, principalmente dovuti ad attività antropiche e ad insediamenti industriali. «Per tale motivo — ricorda l’Assessore all’Ambiente e Salute di Alessandria — già nel passato furono svolte dall’Amministrazione Comunale di Alessandria indagini e valutazioni sullo stato di salute della popolazione residente. Tali indagini ebbero il limite di essere episodiche, nate sull'onda emotiva di un evento esterno (incidente, indagine giudiziaria, finanziamento “una tantum”)». «La nostra Amministrazione — sottolinea ancora l’Assessore — ha deciso di riprendere organicamente tali attività conducendole sistematicamente e soprattutto “senza soluzione di continuità”, con funzione di “Osservatorio e Studio ambientale e sanitario”». Il programma di indagine “sul rischio ambientale e sanitario mediante valutazione dello stato di salute della popolazione” nell’area della Fraschetta veniva ufficialmente presentato l’8 luglio 2015 e prendeva avvio nei primi mesi del 2016. Condotto dal Dipartimento di Epidemiologia e Salute Ambientale di ARPA Piemonte e dal Coordinamento del Piano Locale di Prevenzione (PLP)-Funzioni Aziendali di Epidemiologia del Dipartimento di Prevenzione della ASL AL, la ricerca si è anche declinata riconsiderando e studiando indagini epidemiologiche condotte da ARPA Piemonte, per conto della Procura, sulle popolazioni residenti nelle adiacenze del Polo Chimico e sui lavoratori del Polo Chimico stesso. I Soggetti istituzionali sopra menzionati hanno incentrato la prima fase del proprio lavoro di indagine approfondendo, quale focus primario, la valutazione dello stato di salute dei residenti di tutta la Fraschetta attraverso l’analisi epidemiologica dell’andamento nel tempo della mortalità e morbosità locale, per cause di malattia, dal 1996 al 2014. A tale ambito tematico della ricerca si è aggiunto anche uno studio condotto sui lavoratori della Solvay Specialty Polymers Italy spa e, in particolare, riguardante gli effetti di lavorazioni risalenti a 15-20 anni addietro: studio specificamene condotto dall’Unità di Epidemiologia occupazionale dell’ASLTO3. La prima fase del programma di indagine si è articolata, in particolare, secondo i seguenti filoni tematici e con il coinvolgimento diretto dei seguenti specifici Soggetti istituzionali: - ricoveri ospedalieri: ARPA Piemonte (dr. Ennio Cadum) - mortalità: ASL AL (dr. Claudio Rabagliati) - studio occupazionale: ASL TO3, unità di Epidemiologia occupazionale (dr.ssa Antonella Bena) - inquadramento complessivo: ASL Regione Piemonte (dr. Vittorio Demicheli) - inquadramento ambientale: ARPA AL (dr. Alberto Maffiotti) Con la conferenza stampa odierna presso la Sala Giunta del Palazzo Comunale di Alessandria vengono dunque presentati i risultati di questa prima fase dell’indagine scientifica. Ospiti invitati — oltre all’Assessore Comunale all’Ambiente e Salute di Alessandria — il dr. Vittorio Demicheli (Direttore del Settore Assistenza Sanitaria e Socio-sanitaria Territoriale – Direzione Regionale Sanità - Regione Piemonte), il dr. Ennio Cadum (Direttore del Dipartimento di Epidemiologia e Salute Ambientale - ARPA Piemonte), il dr. Alberto Maffiotti (Direttore del Dipartimento Territoriale del Piemonte Sud-Est - ARPA Piemonte) e il dr. Claudio Rabagliati (Coordinatore Aziendale del Piano Locale di Prevenzione ASL-AL e Responsabile delle Funzioni Aziendali di Epidemiologia - ASL-AL). Risultati dell’indagine epidemiologica - Fase1 Da parte del Coordinamento PLP-Funzioni Aziendali di Epidemiologia dell’ASL AL è stato realizzato lo studio epidemiologico di mortalità nel periodo 1996-2014, analizzato nel suo insieme e in sotto-periodi quinquennali (1996-2000, 2001-2005, 2006-2010, 2011-2014). La ricerca ha compreso: - raccolta e analisi dei dati locali di decesso (tratti dalle banche dati regionali e dall’archivio di mortalità del SISP ASL AL - sede di Alessandria); - elaborazione dei tassi standardizzati di mortalità e loro significatività statistica, confrontati con i valori medi di Provincia di Alessandria e Regione Piemonte; - valutazione degli andamenti temporali degli eventi e valutazione epidemiologica dei risultati. Il suddetto studio ha posto in evidenza su tutta la popolazione (maschi + femmine) una mortalità superiore, significativa — rispetto alle medie regionali e/o provinciali — per le seguenti patologie (sono descritte le variazioni percentuali rispetto ai territori di confronto e il corrispondente numero totale degli eventi registrati nei 19 anni del periodo 1996-2014): - primo gruppo di cause, in eccesso statisticamente significativo, numericamente più consistente: - stati morbosi maldefiniti (+236,6% vs. Regione e +126,2% vs. Provincia; n. 202 eventi di cui n. 78 tra i maschi e n. 124 tra le femmine); tale attribuzione di causa di morte è conseguente a carenza di codifiche causali specifiche e/o a riferimento a cause generiche (mal definite) nella stesura della scheda di morte; - tumore del rene (+55,5% vs. regione e +62,8% vs. provincia; n. 33 eventi di cui n. 16 tra i maschi e n. 17 tra le femmine); secondo gruppo di cause, in eccesso statisticamente significativo, la cui numerosità in molti casi risulta essere estremamente ridotta: - melanoma (+75,2% vs. Regione e +85,3% vs. Provincia; n. 17 eventi di cui n. 11 tra i maschi e n. 6 tra le femmine); - tumori dell’ovaio (+71,3% vs. Provincia; n. 18 eventi tra le femmine); - malattie reumatiche croniche (+74,0% vs. Regione e +61,7% vs. Provincia; n. 21 eventi di cui n. 7 tra i maschi e n. 14 tra le femmine); - asma (+73,4% vs. Regione e +45,6% vs. Provincia; n. 10 eventi di cui n. 7 tra i maschi e n. 3 tra le femmine). Il Dipartimento di Epidemiologia e Salute Ambientale dell’ARPA Piemonte ha condotto, in sincronia con lo studio sulla mortalità dell’ASL, uno studio sui ricoveri ospedalieri — anch’esso per sotto-periodi e sull’intero periodo — che non ha messo in luce patologie in eccesso con indicazione di esposizione pregressa a determinanti ambientali (sull’intera area in studio). Le uniche cause che rispondono al requisito di possibile causa ambientale nota, dato un eccesso di rischio coerente in entrambi i sessi, sono state: - i mesoteliomi (legati ad esposizione pregressa ad amianto); - il diabete mellito (riportato in eccesso in vari studi condotti in siti contaminati, compreso lo studio “Sentieri”), con minore livello di evidenza; malattie della pelle. Gli eccessi significativi riscontrati per malattie della pelle, tumore del polmone, morbo di Parkinson e cirrosi epatica, solo negli uomini, sono indicativi di esposizioni voluttuarie tipiche del sesso maschile (tumore del polmone, legato all’abitudine tabagica, e cirrosi epatica, legata nel Nord Italia a consumo di alcool) o da predisposizione ereditaria (Morbo di Parkinson). Nello stesso studio è stato peraltro segnalato un eccesso di ricoveri per malattie infettive (sia negli uomini sia nelle donne) nel periodo più recente (2011-2013), probabilmente legato ad una caduta delle coperture vaccinali nell’area. Nello studio di mortalità sulla coorte dei lavoratori della Solvay Specialty Polymers Italy spa — riferibile ad esposizioni di un periodo precedente — è stato invece riscontrato un eccesso per tumori del polmone, linfomi non Hodgkin e mesoteliomi. Tale eccesso è per lo più da porre, per l’eziologia e le correlazioni conosciute, con esposizioni pregresse a cromo ed amianto. La Fase 2 del programma di indagine A questa indagine iniziale — che ha messo in luce pochi eccessi di rischio sull’intera area, ma evidenze di rischio nella zona adiacente il Polo Chimico — si farà seguire un’indagine ancora più approfondita sull’area mediante: - una ricerca aggiornata agli ultimi anni disponibili e circoscritta ai residenti in zona “a ridosso” del Polo chimico (entro l’area di ricaduta delle emissioni industriali, cioè entro un raggio di 2-3 Km); - uno studio di correlazione tra patologie e distribuzione degli inquinanti, sulla base dei dati dei modelli di ricaduta degli inquinanti del Polo chimico, confermati da rilievi sperimentali, acquisiti in continuo da una centralina ARPA funzionante dal 2016 in uno dei punti di maggior ricaduta. L’attività riceverà finanziamenti previsti nel Bilancio previsionale 2017-2019 del Comune di Alessandria e avrà una durata di circa 18 mesi. In merito alla odierna conferenza stampa, l’Assessore Comunale all’Ambiente e Salute sottolinea che «non vi è dubbio di come i sobborghi di Alessandria della zona denominata Fraschetta siano stati e siano tuttora soggetti a stress ambientale di varia natura: inquinamenti di aria, acqua e suolo che risultano principalmente dovuti agli insediamenti industriali dell’area». «Per questo — dichiara ancora l’Assessore — è importante continuare ad approfondire il tema del rapporto “Ambiente e Fraschetta” e gli obiettivi che si sono assegnati alla seconda fase dell’indagine, maggiormente specifica, potranno ancora meglio mettere in luce se eventuali eccessi riscontrabili possono o meno essere riconducibili ad emissioni pregresse od attuali derivanti dagli impianti del Polo Chimico». http://dlvr.it/Nj4WdL
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pier-carlo-universe · 3 months ago
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Nuovi ospedali in Piemonte: tra dubbi finanziari e scelte discutibili
La gestione regionale solleva polemiche su costi, finanziamenti e futuro della sanità piemontese, con particolare attenzione all'ospedale di Alessandria.
La gestione regionale solleva polemiche su costi, finanziamenti e futuro della sanità piemontese, con particolare attenzione all’ospedale di Alessandria. 19 novembre 2024 – La costruzione di nuovi ospedali in Piemonte è al centro di un acceso dibattito politico e sociale. L’assessore regionale alla Sanità, Federico Riboldi, ha confermato che il costo del progetto, pari a oltre 70 milioni di…
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pier-carlo-universe · 3 months ago
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Mobilitazione dei Pensionati SPI CGIL Piemonte: Manifestazione a Torino contro la Legge di Bilancio
Il 31 ottobre 2024, i pensionati dello SPI CGIL Piemonte si mobilitano per una manifestazione davanti al Palazzo della Regione Piemonte a Torino, per esprimere il loro dissenso contro una legge di bilancio giudicata inadeguata.
Il 31 ottobre 2024, i pensionati dello SPI CGIL Piemonte si mobilitano per una manifestazione davanti al Palazzo della Regione Piemonte a Torino, per esprimere il loro dissenso contro una legge di bilancio giudicata inadeguata. Con la partecipazione di pensionati da tutta la regione, la protesta punta a richiamare l’attenzione sui diritti degli anziani, il potere d’acquisto e i servizi…
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paoloxl · 6 years ago
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Una piazza riempita per campagna elettorale, disinformata e utile solo a legittimare un ennesimo spreco di denaro pubblico. La presenza di così tanti politici in piazza, tutti allegramente sottobraccio da Chiamparino alla Lega, passando da Forza Italia, dimostra come il tema Tav sia solo un volano per proseguire con le politiche assurde portate avanti fin qui che ci hanno dimostrato come basti un temporale per rischiare di morire nelle nostre regioni.
Referendum non è vera espressione popolare
L’ipotesi di referendum è solo travestita espressione popolare perchè serve solo a legittimare il sistema delle grandi opere che ha già fatto troppi danni fin qui, ma rimane l’ultimo grande bancomat pubblico per partiti e amici costruttori.
Se l’analisi costi benefici fosse stata positiva non si sarebbero stracciati le vesti chiedendo un referendum ma avrebbero accettato tranquillamente uno studio che come l’unico esistente e datato, si fonda su previsioni trasportistiche e di spesa palesemente taroccate per giustificare un’ opera inutile e giustificare la costruzione di una nuova linea quando non ce ne sarebbe bisogno.
Lo diranno ai cittadini che la ripartizione dei costi dell’opera è iniqua e favorisce la Francia regalandole 2, 2 miliardi di € perchè non basata sui km di proprietà del tunnel (Italia 12,5 km, Francia 45 km), tanto che il costo al km del tunnel di base è 4 volte superiore per l’Italia. E questo solo perchè pur di farla si è disposti a prosciugare le casse pubbliche?
Chiamparino perchè non indice un referendum sulla sanità?
Chiamparino ha capito che questo è l’unico tema su cui guadagnare qualche punto alle prossime elezioni perchè almeno distrae i cittadini da quanto fatto nella gestione della Regione, che usa a piacimento per provare a farsi rieleggere, come se fosse una sua proprietà. A proposito perché non indice un referendum sulla sanità in Piemonte, così ci potremmo esprimere veramente tutti su qualcosa che ci riguarda?
 Le madamin lavorano per il sistema Tav?
Le madamin altro che spontanee ma parte del sistema delle grandi opere: visto che sono state tanto decantate come professioniste in carriera, sarebbe bene vedere anche con chi lavorano. Visto che una di loro lavora come ufficio stampa per Telt, la società che dovrebbe costruire l’opera,  permetteteci di dubitare dello spirito “spontaneo” nel volere il Tav.
Telt nel 2017 TELT ha speso 1 milione di euro tondi tondi in “comunicazione” (senza contare i dipendenti che si occupano specificamente del tema). Nel bilancio spiegano come hanno speso questi soldi, una frase in particolare è indicativa: “Qualche mese dopo, il cantiere italiano della Torino- Lione è stato affetto da una crisi della comunicazione conseguente alla dichiarazione di sciopero degli operai. Questa fase è stata gestita instaurando un piano di gestione della crisi che prevedeva dei resoconti sporadici e l’aumento delle comunicazioni dirette con i giornalisti.” (da p. 39 della Relazione finanziaria di Telt 2017)
Sono entusiaste di scendere in piazza con chi fa campagna elettorale sulla pelle di povera gente lasciandola in mezzo al mare per qualche punto percentuale in più, del resto è il Tav secondo loro che dovrebbe far ripartire Torino, costi quel che costi ci sembra di capire.
Prossima manifestazione nazionale notav Roma
Da parte nostra, non ci spaventano certo un paio di manifestazioni di qualche ora, e siamo concentrati alla prossima manifestazione nazionale di Roma del 23 marzo per mettere la parola fine alle grandi opere inutili e imposte.
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Sindacati in piazza in tutto il Piemonte contro la manovra del governo
Un migliaio di lavoratori manifestano davanti alla Prefettura di Torino. L’iniziativa di Cgil, Cisl e Uil si inserisce nell’ambito della manifestazione nazionale a sostegno della trattativa con il governo per inserire nella legge di bilancio provvedimenti su pensioni, giovani, occupazione, sanità, contratti. I sindacati rivendicano, in particolar modo, “più risorse per... Per il contenuto completo visitate il sito http://ift.tt/1tIiUMZ
da Quotidiano Piemontese - Home Page http://ift.tt/2ynqCnj via Adriano Montanaro - Alessandria
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