#mobilitazione ottobre 2024
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Mobilitazione dei Pensionati SPI CGIL Piemonte: Manifestazione a Torino contro la Legge di Bilancio
Il 31 ottobre 2024, i pensionati dello SPI CGIL Piemonte si mobilitano per una manifestazione davanti al Palazzo della Regione Piemonte a Torino, per esprimere il loro dissenso contro una legge di bilancio giudicata inadeguata.
Il 31 ottobre 2024, i pensionati dello SPI CGIL Piemonte si mobilitano per una manifestazione davanti al Palazzo della Regione Piemonte a Torino, per esprimere il loro dissenso contro una legge di bilancio giudicata inadeguata. Con la partecipazione di pensionati da tutta la regione, la protesta punta a richiamare l’attenzione sui diritti degli anziani, il potere d’acquisto e i servizi…
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Maltempo "situazione critica"
E’ ben gradito un’applauso!!! Grazie Venerdì, 19 ottobre 2024 Maltempo, evacuazioni in Emilia Romagna. In Sicilia esonda fiume a Licata, “situazione critica” articolo: https://www.adnkronos.com/cronaca/maltempo-allerta-italia-ultime-notizie_JZPbEFqDGNvm0W8a25cJ2 Soccorsi dei vigili del fuoco Musumeci firma decreto mobilitazione straordinaria per Emilia Romagna. Il sindaco di Bologna Lepore:…
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Fridays For Future torna a Caltanissetta: mobilitazione per il clima e giustizia sociale
L’11 ottobre 2024 si rinnova l’appuntamento con Fridays For Future a Caltanissetta, un’iniziativa nazionale volta a sensibilizzare la popolazione sulla crisi climatica e sulle emergenze sociali connesse. La giornata di mobilitazione prevede un corteo che partirà da piazza Falcone e Borsellino alle 9:30, con arrivo previsto al Municipio alle 13:00. Fridays For Future, il movimento globale…
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Rapporto Amnesty: "Mobilitazione popolare senza precedenti"
(Adnkronos) - C’è una mobilitazione popolare senza precedenti per chiedere protezione dei diritti umani e rispetto per la nostra comune umanità. E' quanto emerge dal Rapporto 2023-2024 di Amnesty International che contiene un’analisi della situazione dei diritti umani in 155 stati. “Le azioni di potenti attori statali e non statali ci hanno fatto sprofondare nel caos di un mondo senza regole efficaci, dove fare brutalmente profitti grazie a tecnologie rivoluzionarie senza effettivo controllo è diventata la norma. Ma laddove molti governi non si sono attenuti al diritto internazionale, altri hanno chiesto alle istituzioni internazionali di attuarlo. Laddove leader di spessore mondiale non si sono schierati dalla parte dei diritti umani, abbiamo visto persone entusiaste marciare, protestare e pretendere un futuro di maggiore speranza”, ha dichiarato Agnès Callamard, segretaria generale di Amnesty International. Rapporto Amnesty e mobilitazione popolare Il conflitto tra Israele e Hamas ha generato proteste in ogni parte del mondo, con richieste – levatesi ben prima che molti governi le facessero proprie – di un cessate il fuoco per porre fine all’indicibile sofferenza dei palestinesi di Gaza e di ritorno in libertà di tutti gli ostaggi nelle mani di Hamas e di altri gruppi armati. Altrove, come negli Usa, in Polonia e in El Salvador, le persone sono scese in strada per rivendicare il diritto all’aborto mentre si scatenava un attacco contro la giustizia di genere. In tutto il mondo altri giovani si sono aggregati al movimento Fridays for Future per chiedere un’equa e rapida uscita dal fossile. Nel 2023, osserva Amnesty, incessanti campagne hanno ottenuto significative vittorie per i diritti umani. A Taiwan, il movimento #MeToo e altre organizzazioni della società civile che chiedevano la fine della violenza sessuale online hanno spinto il governo a emendare la Legge sulla prevenzione del crimine di aggressione sessuale. Amnesty sottolinea che nonostante "in misura minore di quanto sarebbe stato necessario, la Cop28 ha accettato l’avvio della transizione verso l’uscita dal fossile: si è trattato della prima volta in cui i combustibili fossili sono stati menzionati in una decisione della Cop. Dopo anni di campagne, quattro difensori dei diritti umani della Turchia – Taner Kılıç, İdil Eser, Özlem Dalkıran e Günal Kurşun – condannati nel luglio 2020 sulla base di accuse false, sono stati finalmente assolti". Ancora un altro di tanti esempi: in Afghanistan, a ottobre, l’attivista per il diritto allo studio Matiullah Wesa è stato scarcerato dopo aver trascorso sette mesi in carcere solo per aver promosso il diritto delle ragazze all’istruzione e aver criticato le politiche dei talebani di escluderle dalla scuola secondaria. Diritto di protesta “Il diritto di protesta è fondamentale per fare luce sulle violazioni dei diritti umani e sulle responsabilità di chi governa. Le persone hanno reso abbondantemente chiaro che vogliono i diritti umani: sta ai governi mostrare che le stanno ascoltando”, ha sottolineato Callamard. “Considerato il fosco stato delle cose a livello globale, occorrono misure urgenti per rivitalizzare e rinnovare le istituzioni internazionali create per tutelare l’umanità - ha concluso Callamard - Devono essere fatti passi avanti per riformare il Consiglio di sicurezza dell’Onu in modo che gli stati membri permanenti non possano brandire il loro incontrollato potere di veto e impedire così la protezione dei civili a vantaggio delle loro alleanze geopolitiche. I governi devono anche adottare robuste regole e legislazioni per affrontare i rischi e i danni causati dalle tecnologie dell’intelligenza artificiale e riprendere le redini di Big Tech”. ---internazionale/[email protected] (Web Info) Read the full article
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Università italiane e scelte che fanno riflettere
Alcune università italiane, negli ultimi giorni, stanno facendo parlare di loro. Sono balzate agli onori delle cronache non per questioni puramente didattiche ma per scelte destinate a far riflettere. L'Università di Torino e la Scuola Normale di Pisa hanno espresso le loro remore sui progetti di collaborazione con Israele. L'Università di Trento ha deciso di adottare il femminile sovraesteso mentre l'Università per Stranieri di Siena ha sospeso le attività didattiche per la fine del Ramadan. Università italiane: Torino e La Normale di Pisa Il 19 marzo l'Università di Torino ha deciso di non partecipare al ‘Bando Scientifico 2024’ del 21 novembre 2023 in attuazione dell’Accordo di cooperazione industriale, scientifica e tecnologica Italia-Israele. Il bando è aperto a progetti di ricerca in tre settori (tecnologia del suolo, dell’acqua e ottica di precisione) la cui scadenza è il prossimo 10 aprile. I progetti selezionati saranno finanziati dal governo italiano e da quello israeliano per la realizzazione di tecnologie dual use. Tecnologie, cioè, che possono essere utilizzate sia in campo civile che militare. La decisione presa dal Senato accademico è arrivata dopo una massiccia mobilitazione da parte dei collettivi studenteschi. Una settimana dopo, il 26 marzo, il Senato accademico della Scuola Normale di Pisa ha approvato un documento nel quale ha chiesto il cessate il fuoco a Gaza. Contestualmente l'ateneo ha invitato le istituzioni preposte, vale a dire il ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale e il ministero dell’Università e della Ricerca, a rivedere quei progetti di collaborazione internazionale che prevedono la creazione di prodotti o tecnologie dual use. L'Università di Trento e il femminile sovraesteso La grammatica italiana prevede che si usi il genere maschile plurale anche quando si parla di gruppi misti e il maschile singolare anche quando ci si riferisce a cariche ricoperte da donne. La scorsa settimana l'Università di Trento ha approvato il nuovo regolamento generale di ateneo che presenta una novità in questo senso. Nel documento, infatti, come illustrato nell'Art.1, i termini femminili usati fanno riferimento a tutte le persone, cioè anche agli uomini. Nel 2017, l'ateneo aveva approvato un vademecum per un uso del “linguaggio rispettoso delle differenze” per promuovere un uso non discriminatorio della lingua italiana sia nella vita quotidiana della comunità universitaria, come eventi pubblici, sia nella produzione di testi amministrativi. L'introduzione del femminile sovraesteso risponde a questa esigenza poiché menzionare le persone sia al maschile che al femminile avrebbe prodotto un testo troppo pesante. L'Università italiana per stranieri di Siena Altro gesto in solidarietà con il popolo palestinese è stato promosso dall'Università italiana per stranieri di Siena che ha deciso di sospendere l'attività didattica per il 10 aprile. Quel giorno, per il mondo musulmano, cadrà l'’Id al-fitr’, la festa che si celebra per la fine del Ramadan. Come spiegato dal rettore, Tommaso Montanari, la decisione rappresenta, appunto, un gesto di solidarietà nei confronti dei palestinesi, sottoposti a un "inaudito massacro" e la cui maggioranza è costituita da musulmani. Il professor Montanari ha ribadito che le lezioni saranno sospese anche l'11 ottobre 2024, in occasione del Kippur, a un anno dall'attacco del 7 ottobre. Qualche riflessione Le decisioni delle università di Torino, Pisa e Siena che, come ben sappiamo, hanno sollevato un polverone di polemiche, meritano una seria riflessione. A quanti hanno accusato La Normale di Pisa di essersi schierata contro Israele, di volerla boicottare o di non promuovere il dialogo tra i popoli, il rettore Luigi Ambrosio, ha contrapposto una risposta che dovrebbe fare scuola. In questo momento storico riteniamo doveroso e urgente promuovere una riflessione non solo interna, ispirata dall’Articolo 11 della nostra Costituzione in merito al rischio di cosiddetto “dual use” – civile ma potenzialmente anche militare – di alcune ricerche scientifiche e tecnologiche Dopo mesi in cui la parola pace viene puntualmente soffocata dal diritto alla difesa, le azioni nate in un ambito, come quello universitario, in cui si istruisce e si forma, appaiono come una boccata di aria fresca. In un momento storico in cui piccole scintille rischiano di diventare ogni giorno grandi incendi alimentati da venti di guerra sempre più forti, abbiamo un disperato bisogno di ricordare che il nostro Paese ripudia la guerra come strumento per risolvere le controversie internazionali. Siamo pronti a sostenere un popolo straniero in una guerra ma non ad accettare che possa vivere le sue tradizioni nel nostro Paese. L'opera di "diffusione del plurilinguismo e del multiculturalismo in sintonia con le linee dettate dalle Istituzioni europee e dall’Onu", che è il fondamento delle scelte dell'Università di Siena, ci fa paura. Non ci fa paura, invece, pensare di rivolgerci a un gruppo costituito da uomini e donne utilizzando il femminile plurale. In una scelta simile vediamo davvero la volontà di abbattere dei muri o semplicemente aderiamo a un'altra moda? In copertina foto di Elly da Pixabay Read the full article
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