#epidemia mondiale
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🇺🇸 David Martin, ricercatore americano, afferma che il vaiolo delle scimmie è una copertura per gli effetti collaterali dei vaccini anti Covid
Le epidemie di vaiolo delle scimmie non sono motivo di preoccupazione. Ma quello che c’è è un effetto collaterale simile al vaiolo nella risposta delle persone ai disturbi immunitari associati alla ricezione di iniezioni di proteine spike
È importante per loro creare una leggenda secondo cui se qualcuno ha qualcosa di simile a un'eruzione cutanea, ciò porta a malattie piuttosto gravi e talvolta alla morte
Stanno vendendo l’effetto collaterale dei sieri anti Covid come una nuova epidemia. Quindi i numeri corrisponderanno
Avevano previsto che avremmo dovuto affrontare fino a 200 milioni di morti. Si ipotizzavano tra 187 e 200 milioni di morti. Si suppone che metà della popolazione mondiale soffra di questi effetti collaterali di quella che chiamano infezione
Ma il punto è che sì, dovremmo preoccuparci, ma non del vaiolo delle scimmie. Dovremmo preoccuparci che le bugie istituzionali vengano vendute per nascondere le reali conseguenze dei sieri di Pfizer e Moderna
E sapevano che questo sarebbe successo. Non c’erano dubbi che ciò sarebbe accaduto
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URBEX Guy Clément MALTA | Lazzaretto of Manoel Island | HOSPITAL | L'hôp... - N'hésites pas à t'abonner à ma chaîne et activer les notifications 🔔pour être informé de mes prochaines explorations et découvertes! Feel free to subscribe my channel and activate notifications 🔔to be aware about my next explorations and discoveries! An exploration in an extraordinary place: the ancient Lazzaretto quarantine center and hospital located on Manoel Island in Gżira, Malta . From 1526, the port of Marsamxett served as a quarantine place. In 1643, this building is built. The buildings also served as a hospital during the plague epidemic of 1813-1814 and cholera of 1865. In 1939, the Admiralty requisitioned it for soldiers in the Second World War conflict. Between 1941 and 1942, it served as a submarine depot and the site was bombed. The Lazzaretto was functional again as a hospital in 1949 and remained so until the 1970s. It was then abandoned and fell into ruin. Une exploration dans un lieu hors du commun: le Lazzaretto ancien centre de quarantaine et hôpital situé sur l'île Manoel à Gżira , à Malte . Dés 1526, le port de Marsamxett servait de lieu de quarantaine. En 1643, est construit ce bâtiment. Les bâtiments servent aussi d'hôpital lors de l' épidémie de peste de 1813-1814 , et de choléra de 1865. En 1939, l' amirauté le réquisitionne pour les militaires dans le conflit de la Seconde Guerre mondiale. Entre 1941 et 1942, il servit de dépôt de sous-marins et le site fut bombardé. Le Lazzaretto est de nouveau fonctionnel comme hôpital en 1949 et le resta jusqu'au années 1970. Il fut ensuite abandonné et tomba en ruine. Eine Erkundungstour an einem außergewöhnlichen Ort: das ehemalige Lazzaretto-Quarantänezentrum und Krankenhaus auf der Insel Manoel in Gżira , Malta . Bereits 1526 diente der Hafen von Marsamxett als Quarantänestation. Im Jahr 1643 wurde dieses Gebäude gebaut. Die Gebäude dienten auch als Krankenhaus während der Pestepidemie von 1813-1814 und der Cholera von 1865. 1939 stellte die Admiralität die Anforderung an das Militär im Zweiten Weltkrieg. Zwischen 1941 und 1942 diente es als U-Boot-Depot und das Gelände wurde bombardiert. Das Lazzaretto war 1949 wieder als Krankenhaus in Betrieb und blieb es bis in die 1970er Jahre. Danach wurde es aufgegeben und verfiel. Una exploración en un lugar fuera de lo común: el Lazzaretto antiguo centro de cuarentena y hospital situado en la isla Manoel en Gżira , en Malta . Desde 1526, el puerto de Marsamxett servía de lugar de cuarentena. En 1643, se construye este edificio. Los edificios sirven también de hospital durante la epidemia de peste de 1813-1814 , y de cólera de 1865. En 1939, el almirantazgo lo requisa para los militares en el conflicto de la Segunda Guerra Mundial. Entre 1941 y 1942 sirvió como depósito de submarinos y el sitio fue bombardeado. Il Lazzaretto è di nuovo funzionante come ospedale nel 1949 e lo rimase fino al 1970. Fu poi abbandonato e cadde in rovina. Eksploracja w niezwykłym miejscu: starożytne centrum kwarantanny Lazzaretto i szpital położony na wyspie Manoel w Gżirze na Malcie . Od 1526 r. Port Marsamxett służył jako miejsce kwarantanny. W 1643 r. Budynek ten został zbudowany. Budynki służyły również jako szpital podczas epidemii dżumy w latach 1813–1814 i cholery w 1865 r. W 1939 r. Admiralicja zarekwirowała ją dla żołnierzy w konflikcie drugiej wojny światowej. W latach 1941–1942 służył jako zajezdnia okrętów podwodnych, a miejsce zostało zbombardowane. Lazzaretto znów funkcjonował jako szpital w 1949 roku i pozostał nim do lat siedemdziesiątych. Został następnie porzucony i popadł w ruinę. Исследование в необычном месте: древний карантинный центр Лазаретто и больница, расположенная на острове Маноэль в Грыре, Мальта . С 1526 года порт Марксамксетт служил карантинным местом. В 1643 году это здание было построено. Здания также служили госпиталем во время эпидемии чумы 1813-1814 годов и холеры 1865 года. В 1939 году Адмиралтейство реквизировало его для солдат во время Второй мировой войны. Между 1941 и 1942 годами он служил в качестве подводного депо и был разбомблен. Лазаретто вновь функционировал как больница в 1949 году и оставался таковым до 1970-х годов. Затем он был заброшен и разорен. Retrouvez-moi sur les réseaux / Follow me for daily content: 👍 Facebook: Urbex Guy Clement https://www.facebook.com/profile.php?... 👉 Youtube URBEX Guy Clément https://www.youtube.com/channel/UCNhQ... 📸 Instagram: @abandoned.urbex.world https://www.instagram.com/abandoned.u... 🎵TikTok: @urbexguyclement https://www.tiktok.com/@urbexguycleme... 🐦Twitter: @GuyPellegrin https://twitter.com/GuyPellegrin #abandoned #lostplace #urbex
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Una sospetta infezione da Virus Marburg ha paralizzato per ore la stazione centrale di Amburgo
Un allarme sanitario ha paralizzato per ore la stazione centrale di Amburgo, in Germania. A causa del sospetto di un’infezione da virus Marburg la stazione di Amburgo è stata paralizzata per ore, il virus Marburg è una malattia altamente virulenta e letale simile all’Ebola. L’episodio è scattato a seguito del malessere accusato da un passeggero, un giovane studente di medicina di 26 anni, che viaggiava con la fidanzata su un treno proveniente da Francoforte. La coppia era arrivata in Germania con un volo dall’Africa: entrambi presentavano sintomi simil-influenzali dopo essere rientrati dal Ruanda, dove il virus Marburg ha già causato almeno 8 morti e 26 casi confermati. Il giovane, uno studente di medicina di 26 anni, avrebbe assistito nel Paese africano un paziente affetto da una malattia infettiva. Insieme alla sua fidanzata, ha iniziato ad accusare sintomi simil-influenzali a bordo di un treno ad alta velocità proveniente da Francoforte. Le autorità sanitarie, allertate dalla situazione, hanno prontamente isolato i due giovani alla stazione di Amburgo e li hanno trasportati in un’area specializzata dell’ospedale universitario di Eppendorf (Uke) per accertamenti. Il timore è che il 26enne possa essere portatore del virus Marburg, una malattia altamente virulenta che causa febbre emorragica e che può risultare fatale. Il virus è al centro dell’attenzione internazionale a seguito di un recente focolaio in Ruanda, dove si registrano 26 casi confermati e 8 decessi. “È fondamentale che le persone che manifestano sintomi ricevano cure tempestive per aumentare le loro possibilità di sopravvivenza“, ha dichiarato l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), che classifica il rischio di questa epidemia come “molto alto a livello nazionale in Ruanda, alto a livello regionale e basso a livello globale”. Al momento non esistono trattamenti o vaccini specifici per il virus Marburg. L’infezione si trasmette attraverso il contatto diretto con i fluidi corporei delle persone infette. Il periodo di incubazione varia da 2 a 21 giorni. Le autorità sanitarie di Amburgo hanno avviato le procedure di tracciamento dei contatti, registrando i dati dei passeggeri del treno che potrebbero essere entrati in contatto con la coppia. Al momento, non sono state disposte misure di quarantena. Read the full article
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Maze Runner su Netflix: 5 curiosità che forse non sapevate sulla trilogia di Wes Ball
Maze Runner - Il labirinto, Maze Runner: La fuga e Maze Runner - La rivelazione sono tutti e tre disponibili su Netflix e hanno scalato velocemente la Top 10. Siamo andati a scovare qualche aneddoto sui film diretti da Wes Ball.
Stiamo diventando davvero vecchi? Sono passati 10 anni da Maze Runner - Il labirinto, primo film della fortunata trilogia cinematografica tratta dall'omonima saga di romanzi sci-fi per ragazzi di James Dashner, seguito da Maze Runner: La fuga e Maze Runner - La rivelazione. Ora che tutte e tre le pellicole sono disponibili sul servizio streaming per antonomasia, ci sembra l'occasione perfetta per fare un recap sul dietro le quinte della realizzazione dei film.
Maze Runner - Il labirinto: una scena corale del film
Ma di cosa parla Maze Runner? Narrata in ordine non cronologico, la trama della trilogia racconta come la Terra sia stata devastata da una serie di Eruzioni Solari che hanno portato con loro l''epidemia di una grave malattia contagiosa, chiamata l'Eruzione, che porta alla totale follia e morte di chi viene infettato. All'inizio della storia facciamo la conoscenza del protagonista Thomas, imprigionato nella Radura, da cui dovrà cercare di uscire.
1. Punto di partenza… e di arrivo
Maze Runner - Il labirinto: Dylan O'Brien in una scena del film
La saga letteraria di Maze Runner sembra non avere fine oltre ad essere il punto di partenza dei film di Wes Ball. James Dashner infatti oltre alla trilogia principale composta dai romanzi omonimi, Il labirinto (2009), La fuga (2010) e La rivelazione (2011), ha scritto due prequel, La mutazione (2012) e Il codice (2016). Ci sono anche un libro complementare, The Maze Runner Files (2013), e uno spin-off, The Crack Palace, ambientato durante gli eventi del terzo libro ed incentrato sulle vicissitudini di Newt in seguito alla separazione dai compagni. Esiste anche un sequel, Il veliero del labirinto (2021), che dovrebbe formare il primo capitolo di una nuova trilogia sequel, ambientata 73 anni dopo La rivelazione.
2. Promising Young Cast
Maze Runner - Il labirinto: una scena tratta dal film fantascientifico
La trilogia cinematografica di Maze Runner ha avuto davvero parecchio successo rispetto ad altre storie ambientate in un futuro distopico sul grande schermo degli anni 2000. I numeri al botteghino mondiale infatti parlano di 348 milioni di dollari per il primo film, 312 milioni per il secondo e 288 milioni per il terzo. Grazie al successo, i suoi giovani e promettenti interpreti sono stati lanciati insieme alle proprie carriere: il poker protagonista, composto da Dylan O'Brien, Kaya Scodelario, Thomas Brodie-Sangster e Will Poulter, fu trionfatore all'epoca ai Teen Choice e agli MTV Movie Awards, i premi più vicini alle produzioni audiovisive per target giovane. Eppure proprio Dylan O'Brien inizialmente venne scartato dal regista Wes Ball poiché la sua folta chioma gli ricordava troppo lo stile di Teen Wolf, la serie di cui era co-protagonista in quegli anni. Una foto del ragazzo coi capelli corti fu galeotta quando finì per caso nelle mani del cineasta, che tornò sui propri passi a patto che il giovane attore leggesse in solamente quattro giorni il primo romanzo per prepararsi al ruolo. Oggi possiamo vedere l'interprete in Love and Monsters su Netflix ma non nel film sequel di Teen Wolf, al quale non ha preso parte.
Maze Runner - Il labirinto: Kaya Scodelario in una scena nei panni di Teresa
Sempre sulla piattaforma, Kaya Scodelario (Teresa) è invece divenuta co-protagonista accanto a Theo James di The Gentlemen, la serie di Guy Ritchie tratta dal suo omonimo film dl 2019 - oltre che nel quinto capitolo della saga di Pirati dei Caraibi - mentre all'epoca venne presa grazie alla propria interpretazione in Skins. Thomas Brodie-Sangster, visibile su Netflix anche ne La regina degli scacchi accanto ad Anya Taylor-Joy, è anche nel cast della miniserie Pistol nei panni dell'anarchico agente della band e protagonista del serial The Artful Dodger nel ruolo del personaggio titolare, il Jack Dawkins di Oliver Twist di cui è sequel e spin-off: lui si propose sia per il ruolo di Gally che per quello di Newt, ma ottenne alla fine quest'ultimo e, a differenza del co-star, non ha mai letto i libri originari.
Will Poulter in Maze Runner - Il labirinto
Il ruolo di Gally andò invece a Will Poulter, protagonista di un'altra saga fantasy per ragazzi, Le cronache di Narnia, molto più sfortunata al cinema e che potrebbe avere una seconda vita in streaming proprio su Netflix nei prossimi anni. Oltre che come protagonista dell'esperimento interattivo di Black Mirror sulla piattaforma, Bandersnatch, Poulter è in Midsommar, è diventato Adam Warlock nel Marvel Cinematic Universe e figura nel cast di Dopesick e come special guest star della seconda stagione di The Bear. C'è infine chi è arrivato al limite dello stalking: Blake Cooper riempì di messaggi il profilo Twitter di Wes Ball per convincerlo a dargli il ruolo di Chuck, e alla fine lo ottenne.
3. Special Training… o forse no
Maze Runner: La fuga, una scena d'azione tratta dal film
Il giovane cast venne scelto senza accertarsi delle loro capacità fisiche da parte della produzione. Vennero quindi mandati in una vera e propria sfida di sopravvivenza in mezzo alla natura: costruirsi strumenti utili a cavarsela e per ripararsi dalla pioggia, insomma entrare in un vero e proprio survival mood, anche se supervisionati. Tra i potenziali pericoli, ben 25 specie di serpenti velenosi e addirittura letali. I produttori scoprirono così che gli interpreti non necessitavano di ulteriore training fisico per iniziare le riprese. Nonostante questo, Kaya Scodelario che voleva immergersi completamente nel ruolo di Teresa, prese lezioni per conto proprio, senza voler utilizzare controfigure nelle pellicole. A Thomas Brodie-Sangster invece serviva l'abilità di zoppicare con naturalezza per Newt e gli venne un'idea geniale, degna dello scienziato che ha ispirato il nome del suo personaggio: mettersi dei sassolini nella scarpa.
4. In Nomen Omen
Maze Runner - La rivelazione: Dylan O'Brien, Thomas Brodie-Sangster e Ki Hong Lee in una scena del film
A proposito di ispirazioni, In Nomen Omen dice il detto, ed effettivamente i nomi dei protagonisti della saga letteraria (e quindi del franchise cinematografico) non sono stati scelti a caso ma intendono omaggiare personaggi storici realmente esistiti e divenuti celebri per aver portato delle importanti innovazioni e scoperte all'interno del proprio campo, come la scienza, la matematica, la fisica e la filosofia. Tra questi citiamo: l'inventore Thomas Edison per il protagonista maschile, Madre Teresa per la protagonista femminile, Isaac Newton per Newt, il nostro Galileo per Gally, l'evoluzionista Charles Darwin per Chuck, Albert Einstein per Alby, il Primo Ministro inglese Winston Churchill per Winston e il Padre Fondatore Benjamin Franklin per Ben.
5. Ispirazione cinematografica
Dylan O'Brien con il regista Wes Ball sul set di Maze Runner - Il labirinto
Quali film hanno ispirato Wes Ball tanto per il primo capitolo quanto per i suoi sequel Maze Runner: La Fuga e Maze Runner - La rivelazione? Due sono le ispirazioni cinematografiche solo apparentemente antitetiche, ma forse complementari. Da un lato Steven Spielberg che ha cresciuto molti di noi con i suoi film di formazione e d'avventura, principalmente col suo cult Jurassic Park, che ha avuto sequel e spin-off a sua volta. Dall'altro Terrence Malick, legato nella sua filmografia alla natura e una visione di cinema tra il naturalistico e l'ancestrale e forse proprio per questo legato alle tematiche di Maze Runner. Ball dichiarò che si fece una maratona di tutte le pellicole di Malick prima di iniziare a girare.
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Il problema della patologia tiroidea in generale e del morbo di Hashimoto in particolare sta diventando una vera epidemia a livello mondiale. Nei paesi occidentali ormai quasi la metà delle donne, in un certo momento della loro vita, scoprono un deficit di funzione tiroidea che comporta moltissimi sintomi clinici, per citarne solo alcuni dei più […]
.Non tutti sanno che i funghi curativi, Reishi, Agaricus e Shiitake possono riequilibrare la funzione tiroidea.Le capsule di Reishi, Agaricus e Shiitake non sono solo alleati della tiroide, ma anche dela salute di tutto il corpo, a cui contribuiscono notevolemente.Infatti rafforzano il Sistema immunitario contro tutti i patogeni, febbre allergie o altro, depurano il fegato da tossine chimiche o biologiche, rendono bella la pelle, danno più energia e benessere.https://www.erboristeriarcobaleno.it/tiroide/#tiroide #erboristeria_arcobaleno_schio #Micoterapia
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L'epidemia di "febbre dei pappagalli" in 5 paesi europei uccide 5 persone Epidemia di “febbre dei pappagalli” in Europa: cinque decessi segnalati Un’epidemia di infezione respiratoria, solitamente riscontrata negli uccelli, ha provocato la morte di cinque persone in cinque paesi europei, come riportato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Aumento dei casi in Austria, Danimarca, Germania, Svezia e Paesi Bassi Nel corso del 2023 e all’inizio del 2024, è stato registrato un aumento significativo di casi di “febbre dei pappagalli”, noti come psittacosi, in Austria, Danimarca, Germania, Svezia e Paesi Bassi, rispetto agli anni precedenti, secondo quanto dichiarato dall’OMS. La malattia ha colpito quasi 90 persone in totale, causando il decesso di cinque
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Obesità: quali conseguenze e come uscirne
Obesità: quali sono le conseguenze e come uscirne? Domande fondamentali considerato che la malattia sta interessando fasce sempre più ampie di popolazione. Uno studio che raccoglie dati di trent'anni su scala mondiale, ci dice che nel 2022, in tutto il mondo, vi erano 159 milioni di bambini e di adolescenti obesi e 879 milioni gli adulti. Numeri che oggi potrebbero essere stati facilmente superati. Obesità come epidemia In occasione della Giornata mondiale dell'Obesità, la rivista americana The Lancet ha pubblicato lo studio "Tendenze mondiali del sottopeso e dell'obesità dal 1990 al 2022". La ricerca ha utilizzato i dati provenienti da 3663 studi basati sulla popolazione con 222 milioni di partecipanti. In 32 anni, il numero delle persone obese è cresciuto a dismisura. Siamo passati da 195 milioni (128 milioni di donne e 67 milioni di uomini) a quasi 880 milioni (504 milioni di donne e 374 milioni di uomini). In questo stesso lasso di tempo è notevolmente aumentato anche il numero dei bambini e gli adolescenti obesi: da 31 milioni a quasi di 160 milioni. Contemporaneamente, le persone sottopeso sono diminuite. Sono diminuite di un quinto tra le ragazze (dal 10,3% all'8,2%), e di oltre un terzo tra i ragazzi (dal 16,7% al 10,8%) ed è più che dimezzata negli adulti, passando dal 14,5% al 7% nelle donne; e dal 13,7% al 6,2% negli uomini. Numeri che spingono gli esperti a considerare l'obesità come una vera epidemia che non risparmia nessun Paese. Obesità in Italia Secondo il Rapporto Barometro dell'Obesità dell'Italia, redatto dalla Fondazione Ibdo in collaborazione con Istat, Coresearch e Bhave con il contributo assoluto di Novo Nordisk, in Italia le persone obese sono oltre 25 milioni. Vale a dire il 47,6% degli adulti (36,1% in sovrappeso e 11,5% obesi) e il 26,3% dei bambini e ragazzi tra i 3 e i 17 anni (2, 2 milioni). Lo studio evidenzia un altro dato allarmante: l'inconsapevolezza del problema da parte degli italiani. Il 54,6% degli italiani obesi ritiene di avere un peso nella norma. Non c'è da stupirsi, quindi, se, secondo il World Obesity atlas report 2023 in Italia, l'obesità passerà dall'11,5% al 31% negli adulti entro il 2035, con un incremento annuo del 2%. Anche i bambini obesi vedranno un aumento annuo del 2,1%. Obesità: come uscirne Cosa si può fare per invertire la tendenza in atto? Il primo passo è senza dubbio la consapevolezza. Bisogna sapere che l'obesità espone l'organismo non solo a malattie cardiovascolari, che nel nostro Paese sono la principale causa di morte, ma anche all'insorgenza del diabete. Il legame tra obesità e diabete è talmente forte che alcuni studiosi parlano addirittura di diabesità. Un elemento da non sottovalutare soprattutto quando si parla di obesità infantile. Secondo la Società Italiana di Diabetologia, infatti, un bambino obeso ha il 75%-80% di possibilità di diventare un adulto obeso e a rischio diabete. Il secondo passo sta nel sapere che si può guarire dall'obesità inaugurando un nuovo stile di vita. In copertina foto di Tumisu da Pixabay Read the full article
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Numeri sul Natale
A Natale gli alberi ne hanno le palle piene Numeri sul Natale, notizie su Babbo Natale, il presepio e uno scherzo divertente, a cura di Aforismi Celebri e Carl William Brown che vi augurano buone feste e un felice anno nuovo. Buon compleanno a Gesù Cristo e a tutti gli altri figli di papà! Anonimo Babbo Natale è un impotente e viene solo una volta all'anno! Autore sconosciuto Sapessi come odio le feste! Ogni anno vorrei dormire dalla vigilia di Natale a Capodanno! Billy Crystal La vita e' bella come un albero di Natale. Peccato che ci sia sempre qualcuno che rompe le palle... Anonimo A Natale dobbiamo essere tutti più buoni, non più deficienti! Carl William Brown Aggiornamento pandemia da Coronavirus, verso il Natale 2020. Morti Covid nel mondo. Il numero di morti in rapporto alla popolazione vede l'Italia al secondo posto, con circa 1000 morti per milione di abitanti, mentre in vetta, al 1° posto mondiale, il Belgio con 1.397 morti per milione di abitanti. In Italia resta alto il numero di contagi per Coronavirus, per fortuna però cala il numero dei ricoverati in terapia intensiva, e questo forse è un ulteriore difetto del nostro sistema sanitario nazionale, infatti i pazienti di questi reparti diminuiscono necessariamente, per cause di forza maggiore, in quanto vanno ad incrementare il numero dei deceduti, quasi mille ai giorno in questo ultimo periodo. Dall'inizio della pandemia l'Italia solo nelle RSA ha avuto quasi tanti morti come l'intera Germania, ovvero più di 10.000 decessi. Poi naturalmente il bel paese ha fatto ancora meglio su tutto il territorio nazionale oltrepassando i 60.000 casi. La Germania che ha più di 80 milioni di abitanti ha avuto circa 18.000 morti per covid, mentre l'Italia che ha solo 60 milioni di abitanti, ne ha avuti più di 60.000. In Germania in questo periodo arrivano a fare circa 2 milioni di tamponi al giorno, mentre in Italia non si superano le 250.000 unità. Non ci sono solo i tanti test effettuati, ma anche tante strutture ospedaliere, spesso molto efficaci. In Germania gli ospedali sono 1.925, con 500mila posti letto. Le terapie intensive erano già 28mila a inizio epidemia, ora sono circa 40mila, di cui circa 30mila con respiratori. Ora i pazienti in terapia intensiva sono 3.300, di cui 1.800 che necessitano di supporto respiratorio. In Italia invece le terapie intensive sono circa 7.500, peccato però che in 2500 di queste non ci sia il personale, quindi è come non averle, o meglio figurano solo sulla carta e nei cervelli bacati dei nostri amministratori. Sempre in Germania, tutti i cittadini possono telefonare al proprio medico di base, e ottenere l'appuntamento entro la giornata per poter fare il tampone, aspettando non più di 1 ora e mezza. In Italia invece, i medici di base non fanno i tamponi, non visitano, la maggior parte non ha dato la disponibilità né per fare i test sierologici al personale della scuola, né tanto meno per fare il vaccino antinfluenzale ai propri assistiti, l'unica cosa che fanno, quando va bene, è rispondere al telefono, all'email o mandare qualche messaggio su Whatsapp. Del resto non è facile cambiare la situazione in questa terra dei cachi, o per meglio dire in questa nazione di cacca. Io delle soluzioni le avrei anche, ma non le esterno, viceversa mi darebbero del nazista, magari tedesco per l'appunto, comunque ve le lascio immaginare; a buon intenditor poche parole! Tutti i numeri sul Natale Ecco i numeri di Babbo Natale. 378 Milioni: i bambini che, in base alla religione e all'area geografica e culturale di appartenenza, credono nella leggenda secondo cui Babbo Natale, su una slitta trainata da renne volanti, nella notte del 25 Dicembre porta doni scendendo per il camino. 110 Milioni: sono i chilometri che Babbo Natale deve percorrere con la sia slitta nella notte del 25 Dicembre. Questo perché: 108 Milioni: sono le case che Babbo Natale deve visitare, viste che i bambini (secondo i censimenti) sono 3,5 per ogni casa e supponendo che in ognuna di esse ci sia almeno un bambino buono. E ipotizzando che le case siano distribuite equamente sulla superficie terrestre, la distanza media di una dall'altra e' di circa 1,022Km. 340 Mila: sono le tonnellate di doni che le renne volanti devono trainare sulla slitta, compreso Babbo Natale, e supponendo che in media a ogni ragazzo tocchi un dono del peso di circa 900g. 226 Mila: sono le super-renne di cui Babbo Natale ha bisogno: ciascuna deve portare 1500 chili (il decuplo di una renna "normale"). 972 Km/s e' la velocità che Babbo Natale deve tenere per visitare tutte le case, supponendo che allunghi la notte fino al 31 ore sfruttando i fusi orari. 967 al secondo sono le case che Babbo Natale deve visitare per poter adempiere coscienziosamente al suo compito. 1 Millesimo di secondo il tempo che ha Babbo Natale per scendere dalla slitta, infilarsi nel camino, depositare i regali sotto l'albero di Natale, risalire il camino, balzare sulla slitta e dirigersi alla casa successiva. E' per questo, forse, che nessuno ancora riuscito ad incontrarlo! Funny Christmas Statistics to Make Children Smile There are currently 78 people named S. Claus living in the USA, and one Kriss Kringle. December is the most popular month for nose jobs. The weight of Santa's sleigh loaded with one Beanie Baby for every kid on earth: 333,333 tons . Number of reindeer required to pull a 333,333 ton sleigh: 214,206, plus Rudolph. To deliver his gifts in one night, Santa would have to make 822.6 visits per second, sleighing at 3,000 times the speed of sound. At that speed, Santa and his reindeer would burst into flames instantaneously thinks Will. The average British child will open 18 presents on Christmas morning, worth £330 according to a survey. Of the presents received, one in 10 will be broken by the New Year, only 40% will make it to March and just a quarter will be intact by next Xmas. In total around 46 million of kids toys, worth £870m will be thrown away worldwide.
Natale è alle porte, scapperò dalla finestra Uno scherzo natalizio L'ultimo dell'anno era stato festeggiato come si conviene. Finita la festa e andati via gli ospiti, il padrone di casa così ubriaco da addormentarsi sul tappeto del salone. La moglie invece ce la fa a salirsene in camera da letto, al piano di sopra. Poco pi tardi tornano a casa, da un'analoga festa, i figli adolescenti. Vedendo il padre che dorme beato per terra, i due decidono di fargli uno scherzo: gli aprono delicatamente la lampo dei pantaloni, e vi sistemano, mezzo dentro e mezzo fuori, il collo del tacchino (il piatto forte del tradizionale cenone). All'alba la moglie si sveglia, e non trovando il marito al suo fianco decide di scendere a cercarlo. Ancora mezzo addormentata, si affaccia alla balaustra: proprio in tempo (quando si dice il caso!) per vedere il cane di casa intento a divorare l'appendice carnosa che sporge dai calzoni del marito. Con un grido, la donna sviene, rotolando per le scale. Per lei, il nuovo anno inizierà in ospedale. Mauroemme Un presepio particolare Finito di fare il presepe: ho messo: 5 case distrutte dai terremoti, 4 case alluvionate, 4 container dove far vivere la gente sfollata, 25 banche, 82 chiese; il bue e l'asinello non me li posso permettere vista la tassa sugli animali domestici. Ho messo la grotta, ma senza Gesù, considerato che Giuseppe e Maria con il loro lavoro non arrivano a fine mese e l'ici sulla grotta è una spesa in più e i loro genitori con la riduzione della pensione non possono più aiutarli. Ho messo 1500 re magi rigorosamente in auto blu. Mi sembra finito!!! Simona Renaudo Natale e magistrati Un'antica leggenda dice che i famosi "Re Magi", citati nei Vangeli, nominassero nei loro regni i giudici con un sistema molto particolare. Su un blocco di marmo versavano diversi strati di polvere d'oro, d'incenso, e di mirra e inserivano, tra uno strato e l'altro, dei fogli con i nomi dei candidati. Gli aspiranti giudici dovevano scoprire sotto quale strato si celava il fatidico foglio con il nome prescelto. Da "strato dei magi" deriva la parola MAGISTRATO. Boris Makaresko Se amate il Natale, le feste e la letteratura potete anche leggere i seguenti articoli: Aforismi e citazioni sul Natale Aforismi divertenti sul Natale Barzellette sul Natale La fiaba del pupazzo di neve Aforismi di C.W. Brown sul Natale Pensieri e riflessioni sul Natale Un buon libro per Natale Numeri sul Natale Odio il natale (Umorismo) A Christmas Carol by Charles Dickens Other books by Charles Dickens Fairy tales and other stories by Hans Christian Andersen Christmas markets in England Christmas markets in America Christmas markets in Italy and Germany Christmas quotes 60 great Christmas quotes Christmas tree origin and quotes Christmas jokes Christmas cracker jokes Funny Christmas Stories Amusing Christmas stories Christmas food Christmas thoughts Christmas story Christmas in Italy Christmas holidays Christmas songs Christmas poems An Essay on Christmas by Chesterton Read the full article
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Messico: epidemia di influenza aviaria H5N1 in 2 allevamenti
Il Messico ha segnalato il primo focolaio di influenza aviaria H5N1 ad alta patogenicità in un allevamento di polli: lo ha riferito in un rapporto l’Organizzazione mondiale per la salute animale (Omsa). L’epidemia è stata rilevata alla fine di ottobre a Cajeme, nello Stato di Sonora, e ha colpito un’azienda agricola con 90mila galline, di cui 15mila sono state abbattute, ha riferito il…
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Buon 8 marzo
Il mio romance si è vestito a festa! Link di acquisto: https://amzn.to/34olMTt
Questa è un 8 marzo diverso dal solito. Non che io facessi chissà cosa in questa particolare giornata, anzi. Mi sono sempre battuta perché la gente non vedesse questo giorno solo come un’occasione per far baldoria ai danni di compagni e mariti vari, ma che pensasse seriamente che cosa si nascondesse dietro questa…
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#8 marzo#accendere il cervello prima di agire#anna esse#attenzione per il prossimo#auguri donna#buon 8 marzo#epidemia mondiale#festa della donna#il mondo di shioren#L&039;altra me#rispetto#tristezza#virus#women&039;s day
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URBEX Guy Clément MALTA | Lazzaretto of Manoel Island | HOSPITAL HÔPITAL... - N'hésites pas à t'abonner à ma chaîne et activer les notifications 🔔pour être informé de mes prochaines explorations et découvertes! Feel free to subscribe my channel and activate notifications 🔔to be aware about my next explorations and discoveries! An exploration in an extraordinary place: the ancient Lazzaretto quarantine center and hospital located on Manoel Island in Gżira, Malta . From 1526, the port of Marsamxett served as a quarantine place. In 1643, this building is built. The buildings also served as a hospital during the plague epidemic of 1813-1814 and cholera of 1865. In 1939, the Admiralty requisitioned it for soldiers in the Second World War conflict. Between 1941 and 1942, it served as a submarine depot and the site was bombed. The Lazzaretto was functional again as a hospital in 1949 and remained so until the 1970s. It was then abandoned and fell into ruin. Une exploration dans un lieu hors du commun: le Lazzaretto ancien centre de quarantaine et hôpital situé sur l'île Manoel à Gżira , à Malte . Dés 1526, le port de Marsamxett servait de lieu de quarantaine. En 1643, est construit ce bâtiment. Les bâtiments servent aussi d'hôpital lors de l' épidémie de peste de 1813-1814 , et de choléra de 1865. En 1939, l' amirauté le réquisitionne pour les militaires dans le conflit de la Seconde Guerre mondiale. Entre 1941 et 1942, il servit de dépôt de sous-marins et le site fut bombardé. Le Lazzaretto est de nouveau fonctionnel comme hôpital en 1949 et le resta jusqu'au années 1970. Il fut ensuite abandonné et tomba en ruine. Eine Erkundungstour an einem außergewöhnlichen Ort: das ehemalige Lazzaretto-Quarantänezentrum und Krankenhaus auf der Insel Manoel in Gżira , Malta . Bereits 1526 diente der Hafen von Marsamxett als Quarantänestation. Im Jahr 1643 wurde dieses Gebäude gebaut. Die Gebäude dienten auch als Krankenhaus während der Pestepidemie von 1813-1814 und der Cholera von 1865. 1939 stellte die Admiralität die Anforderung an das Militär im Zweiten Weltkrieg. Zwischen 1941 und 1942 diente es als U-Boot-Depot und das Gelände wurde bombardiert. Das Lazzaretto war 1949 wieder als Krankenhaus in Betrieb und blieb es bis in die 1970er Jahre. Danach wurde es aufgegeben und verfiel. Una exploración en un lugar fuera de lo común: el Lazzaretto antiguo centro de cuarentena y hospital situado en la isla Manoel en Gżira , en Malta . Desde 1526, el puerto de Marsamxett servía de lugar de cuarentena. En 1643, se construye este edificio. Los edificios sirven también de hospital durante la epidemia de peste de 1813-1814 , y de cólera de 1865. En 1939, el almirantazgo lo requisa para los militares en el conflicto de la Segunda Guerra Mundial. Entre 1941 y 1942 sirvió como depósito de submarinos y el sitio fue bombardeado. Il Lazzaretto è di nuovo funzionante come ospedale nel 1949 e lo rimase fino al 1970. Fu poi abbandonato e cadde in rovina. Eksploracja w niezwykłym miejscu: starożytne centrum kwarantanny Lazzaretto i szpital położony na wyspie Manoel w Gżirze na Malcie . Od 1526 r. Port Marsamxett służył jako miejsce kwarantanny. W 1643 r. Budynek ten został zbudowany. Budynki służyły również jako szpital podczas epidemii dżumy w latach 1813–1814 i cholery w 1865 r. W 1939 r. Admiralicja zarekwirowała ją dla żołnierzy w konflikcie drugiej wojny światowej. W latach 1941–1942 służył jako zajezdnia okrętów podwodnych, a miejsce zostało zbombardowane. Lazzaretto znów funkcjonował jako szpital w 1949 roku i pozostał nim do lat siedemdziesiątych. Został następnie porzucony i popadł w ruinę. Исследование в необычном месте: древний карантинный центр Лазаретто и больница, расположенная на острове Маноэль в Грыре, Мальта . С 1526 года порт Марксамксетт служил карантинным местом. В 1643 году это здание было построено. Здания также служили госпиталем во время эпидемии чумы 1813-1814 годов и холеры 1865 года. В 1939 году Адмиралтейство реквизировало его для солдат во время Второй мировой войны. Между 1941 и 1942 годами он служил в качестве подводного депо и был разбомблен. Лазаретто вновь функционировал как больница в 1949 году и оставался таковым до 1970-х годов. Затем он был заброшен и разорен. Retrouvez-moi sur les réseaux / Follow me for daily content: 👍 Facebook: Urbex Guy Clement https://www.facebook.com/profile.php?... 👉 Youtube URBEX Guy Clément https://www.youtube.com/channel/UCNhQ... 📸 Instagram: @abandoned.urbex.world https://www.instagram.com/abandoned.u... 🎵TikTok: @urbexguyclement https://www.tiktok.com/@urbexguycleme... 🐦Twitter: @GuyPellegrin https://twitter.com/GuyPellegrin #abandoned #lostplace #urbex
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Medioevo: in attesa di dormire sotto i ponti
Volete veramente capire come funziona il Coronavirus? Bene non c’è alcun bisogno che vi dedichiate alla virologia, una materia evidentemente piuttosto ostica per la premiata sanità lombarda che si è squagliata e che ha commesso errori su errori in preda al panico, no basta vedere cosa è successo nel mondo: Sanders si è ritirato dalla lotta per le elezioni presidenziali Usa, la BlackRock la più…
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Il lato oscuro della Pfizer: il caso Kano di Alessandro Gionta Non molti conoscono o ricordano il caso Kano, la vicenda del contenzioso che ha visto come protagonisti la multinazionale Pfizer da un lato e il governo nigeriano e i suoi cittadini dall’altro. Le multinazionali del farmaco non sono certo entità che sprigionano umanità da tutti i pori, nonostante al momento siano l’unica fonte vaccinale che abbiamo per combattere il Covid all’alba del 2022. Ma la Pfizer è stata protagonista in negativo di una torbida questione che risale alla metà degli anni ’90. Nel 1996 scoppiò in Nigeria una terribile epidemia di meningite, la peggiore che si sia mai vista in Africa nel XX secolo. La zona più colpita fu quella della regione di Kano, situata nella parte settentrionale del paese, che ha come capitale l’omonima e affollata città con i suoi quasi 4 milioni di abitanti. Si registrarono 120.000 casi e 12.000 furono i morti di meningite dovuta al batterio. La situazione divenne talmente drammatica che le istituzioni internazionali crearono una task force per combattere l’epidemia: ne facevano parte l’OMS, l’UNICEF, MSF (Medici Senza Frontiere), Croce Rossa. La multinazionale Pfizer, che aveva in passato fornito strumentazioni e cure per combattere in Africa epidemie minori, chiese dei permessi alle autorità locali per poter sperimentare un nuovo farmaco in grado di combattere la meningite, il Torvan (trovafloxacina), di cui ovviamente deteneva il brevetto ma che a livello internazionale non era stato ancora riconosciuto. Infatti sul totale degli studi condotti fino al 1996, solo quattro di questi riguardavano la somministrazione del Torvan su pazienti umani (di cui nessun minorenne), tutti gli altri studi si basavano su somministrazioni ad animali o in provette. Nonostante ciò, Pfizer dichiarò che il farmaco avesse tutti i requisiti per essere sperimentato sull’uomo, anzi, questa sperimentazione nient’altro doveva essere che una conferma prima che il Torvan sul mercato farmaceutico mondiale. Nel 1998 il valore azionario dell’azienda Pfizer portò nelle casse della multinazionale 160 milioni di dollari, un potenziale che sul mercato avrebbe superato il miliardo. In modalità mai del tutto chiare, Pfizer ottenne i permessi per avviare una sperimentazione del farmaco su 200 bambini nigeriani appartenenti al territorio di Kano. La sperimentazione procedeva su base volontaria, sebbene i parenti dei pazienti non furono mai avvisati delle possibili controindicazioni del farmaco. Il risultato dell’esperimento fu una tragedia: 5 furono i bambini morti e tutti gli altri ebbero danni permanenti. Il caso Kano divenne di dominio pubblico grazie alle pubblicazioni del Washington Post nel 2000. Da quel momento molti a livello mondiale si interessarono alla vicenda Pfizer-Torvan, e solo grazie a questa risonanza mondiale nel 2002 i genitori di 52 delle vittime dell’esperimento riuscirono a muovere le prime accuse: gli fu permesso di ottenere un processo negli Stati Uniti contro la multinazionale, accusandola di aver praticato una sperimentazione umana senza trasparenza. Pochi anni dopo i membri del Congresso degli Stati Uniti presentarono un rapporto di denuncia contro Pfizer, accusata di aver condotto un esperimento su cavie umane in modo ‘occulto e fraudolento’. Un ulteriore rapporto dettagliato fu stilato dagli avvocati delle vittime e pubblicato sempre dal Washington Post, dal quale emergeva che Pfizer aveva violato il diritto nigeriano, le norme della Dichiarazione Internazionale di Helsinki e la Convenzione Internazionale dei diritti sull’infanzia. Oltre a questo, le pubblicazioni sull’argomento palesarono dei dubbi sulle presunte autorizzazioni nigeriane ottenute dalla dirigenza della multinazionale: la maggior parte dei permessi risultarono falsi o addirittura editi dopo lo scandalo. Pfizer aveva anche trasgredito le norme etiche sulla sperimentazione scientifica, continuando a somministrare più volte il farmaco anche a chi non rispondeva in modo positivo al Torvan. Il 30 luglio 2009 Pfizer raggiunse un accordo con il Governo Federale della regione di Kano per un risarcimento di ben 75 milioni di dollari, ma nell’ottobre dello stesso anno scomparvero le cartelle cliniche dei pazienti morti ai quali fu somministrato il Torvan. (...) Con parte di questo denaro vennero costruite strutture ospedaliere nel territorio di Kano a partire dal 2010 ma, nello stesso anno, Wikileaks pubblicò documenti che provarono i tentativi di intimidazione da parte di Pfizer nei confronti di Michael Aondoakaa, il procuratore generale della Nigeria che aveva firmato l’accordo nell’anno precedente. La notizia, presa da Wikileaks, venne diffusa questa volta dal The Guardian: Pfizer ricattò le autorità nigeriane, arrivando ad utilizzare persino indagatori privati, al fine di costringerle a firmare l’accordo sotto i 75 milioni e inserendo clausole di segretezza. (...) Nel 2003 la Rai ha trasmesso un documentario di Stefano Liberti sulla vicenda intitolato Cavie Umane.
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EL SCHINDLER POLACO. Antes del inicio de la Segunda Guerra Mundial Eugeniusz Lazowski obtuvo el título de medicina en la Universidad Józef Pilsudski en Varsovia. Durante la ocupación alemana Lazowski residía en Rozwadów con su esposa y su hija pequeña. Lazowski pasó un tiempo en un campo de prisioneros de guerra antes de su llegada a la ciudad, donde se reunió con su familia y comenzó a practicar la medicina con su amigo de la escuela de medicina el Dr. Stanislaw Matulewicz. Matulewicz descubrió que mediante la inyección de una «vacuna» de bacterias muertas en una persona sana, esa persona tendría un resultado positivo en el análisis de la epidemia del tifus sin experimentar los síntomas. Los dos médicos urdieron un plan secreto para salvar alrededor de una docena de aldeas en las cercanías de Rozwadów y Zbydniów no sólo de la explotación del trabajo forzoso, sino también del exterminio nazi. Entonces Lazowski, había creado una falsa epidemia de tifus en la ciudad de Rozwadow y sus alrededores salvando a 8.000 judíos de la persecución nazi. Utilizó la ciencia médica para engañar a los alemanes y salvar a judíos y polacos de la deportación a los campos de concentración nazis. Los alemanes estaban aterrorizados por la enfermedad debido a su gran expansión por contagio. Las personas infectadas con tifus no fueron enviadas a campos de concentración. Sin embargo, cuando los alemanes se dieron cuenta de que un número elevado de personas se encontraban infectadas con esta enfermedad, decretaron cuarentena a toda la zona. Así estos no entraron en la zona Fleckfieber por temor a que la enfermedad se extendiera también a ellos. Un documental sobre el doctor Eugene Lazowski titulado Una guerra privada fue realizado por un productor de televisión polaca, Ryan Bank, que siguieron a Lazowski de nuevo a Polonia y grabaron testimonios de personas cuyas familias se salvaron por la falsa epidemia. Le Schindler polonais avant le début de la Seconde Guerre mondiale, Eugeniusz Lazowski a obtenu un diplôme de médecine de l'Université Józef Pilsudski de Varsovie. Pendant l'occupation allemande, Lazowski résidait à Rozwadów avec sa femme et sa jeune fille. Lazowski a passé du temps dans un camp de prisonniers de guerre avant d'arriver dans la ville, où il a retrouvé sa famille et a commencé à pratiquer la médecine avec son ami de la faculté de médecine, le Dr Stanislaw Matulewicz. Matulewicz a découvert qu'en injectant un « vaccin » contre les bactéries tuées à une personne en bonne santé, cette personne serait testée positive pour l'épidémie de typhus sans ressentir de symptômes. Les deux médecins ont élaboré un plan secret pour sauver une douzaine de villages dans les environs de Rozwadów et Zbydniów non seulement de l'exploitation du travail forcé, mais aussi de l'extermination nazie. Ainsi Lazowski, avait créé une fausse épidémie de typhus dans la ville de Rozwadow et ses environs, sauvant 8 000 Juifs de la persécution nazie. Il a utilisé la science médicale pour tromper les Allemands et sauver les Juifs et les Polonais de la déportation vers les camps de concentration nazis. Les Allemands étaient terrifiés par la maladie en raison de sa grande propagation par contagion. Les personnes infectées par le typhus n'étaient pas envoyées dans des camps de concentration. Cependant, lorsque les Allemands ont réalisé qu'un grand nombre de personnes étaient infectées par cette maladie, ils ont déclaré une quarantaine pour toute la région. Ainsi, ils ne sont pas entrés dans la zone Fleckfieber de peur que la maladie ne se propage également à eux. Un documentaire sur le Dr Eugene Lazowski intitulé A Private War a été réalisé par un producteur de télévision polonais, Ryan Bank, qui a suivi Lazowski en Pologne et a enregistré des témoignages de personnes dont les familles ont été sauvées par la fausse épidémie.
The Polish. Before the outbreak of World War II, Eugeniusz Lazowski obtained a medical degree from Józef Pilsudski University in Warsaw. During the German occupation, Lazowski resided in Rozwadów with his wife and young daughter. Lazowski spent time in a POW camp before arriving in the city, where he reunited with his family and began practicing medicine with his friend from medical school, Dr Stanislaw Matulewicz. Matulewicz found that by injecting a "vaccine" against the killed bacteria into a healthy person, that person would test positive for the typhus epidemic without feeling any symptoms. The two doctors hatched a secret plan to save a dozen villages around Rozwadów and Zbydniów not only from forced labor exploitation, but also from Nazi extermination. Thus Lazowski, had created a false epidemic of typhus in the city of Rozwadow and its surroundings, saving 8,000 Jews from Nazi persecution. He used medical science to deceive the Germans and save Jews and Poles from deportation to Nazi concentration camps. The Germans were terrified of the disease because of its widespread contagion. People infected with typhus were not sent to concentration camps. However, when the Germans realized that a large number of people were infected with this disease, they declared a quarantine for the whole region. Thus, they did not enter the Fleckfieber zone for fear that the disease would also spread to them. A documentary on Dr Eugene Lazowski titled A Private War was made by Polish television producer Ryan Bank who followed Lazowski to Poland and recorded testimonies of people whose families were saved by the fake epidemic.
August 20 2021
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Salti
Il primo libro del 2021 è stato questo, un regalo di due cari amici. La parola Spillover è diventata di uso comune con il verificarsi della pandemia da virus Sars-Cov2: indica il cosiddetto salto di specie, un processo naturale per cui un patogeno degli animali evolve e diventa in grado di infettare, riprodursi e trasmettersi all'interno della specie umana. Se succede in questo verso, si parla di zoonosi, ma può benissimo accadere l’inverso, cioè che patogeno umano infetta gli animali, e si parla di antroponosi. Va subito detto che sono successe e succedono di tanto in tanto nella storia del mondo. David Quammen è un naturalista e scrittore del National Geographic, e ha speso 6 anni di ricerche, viaggi sul campo, interviste per scrivere questo libro, che fu pubblicato la prima volta nel 2012. Il libro è uno spettacolare, e a volte da brivido, racconto di come si sono diffuse malattie come Hendra (sconosciuto ai più, focalizzato in Australia), virus terribili come Ebola, la febbre Q causata dal batterio della Coxiella burnetii, la Sars, l’incredibile storia del virus HIV e dell’Aids, il Nipah virus, con capitoli fenomenali per il modo in cui sono scritti, tra viaggi nella giungla a raccogliere campioni di ricerca, a laboratori super protetti dalle più avanzate biotecnologie, agli spunti, spesso al limite del caso, che hanno portato a scoperte importantissime, con storie e personaggi appassionanti come in un romanzo noir.
Tuttavia il libro, oltre i suoi meriti medico-divulgativi (per dire io ho imparato che nella sigla del virus H5N2, uno dei virus dell’influenza, H5 significa emoagglutinina di tipo 5, sui 16 conosciuti in natura, e che N2 è la neuraminidasi di tipo 2, sui nove conosciuti) è diventato famoso per il tema, di tipo medico ecologico, che, spesso conclamato, a volte più sottotraccia, percorre tutto il libro, cioè che prima o poi tutti gli studiosi di infettivologia, di ecologia e di altri settori affini, aspettavano l’avvento del Next Big One, la pandemia mondiale. C’è di più: in più punti Quammen, attraverso le parole e gli studi (fonte ufficiale di tutte le sue idee) ipotizza che il Next Big One possa essere un virus a RNA a singolo filamento positivo, della famiglia delle Coronaviridae, a trasmissione aerea, probabilmente dopo salto di specie in una zona dove il contatto promiscuo tra animali di vari specie e uomini, senza nessuna protezione igienica, fosse preminente, tipo un mercato degli animali di una grande città asiatica (agli stessi indicatori arrivò anche uno studio dell’OMS del 2016), l’identikit quasi perfetto del SarsCov2.
Per me ci sono altri aspetti formativi di questo libro, alcuni dei quali già molto noti, che mi appassionano:
gli aspetti ecologici della questione, fondamentali: più si creano situazioni dove è possibile convivere con specie selvatiche, più è probabile che malattie che erano sostenibili in quegli ambienti e in quegli animali facciano il salto di specie, meno ci saranno habitat protetti più ci saranno occasioni, per il principio darwiniano dell’adattamento, che funziona benissimo anche a virus e batteri ;
gli aspetti medici della questione: le discipline coinvolte sono davvero complicate, e necessitano solitamente di molto tempo e ricerche per arrivare a dati scientificamente solidi e rispettabili (che è cosa diversa da risultati logici e “accondiscendenti”); per dire solo un esempio, solo nel 2005 fu identificato il virus responsabile della spagnola del 1918-1919, una variante del virus H1N1;
gli aspetti comunicativi: su questo so che probabilmente urterò la sensibilità di qualcuno, ma, nel pieno rispetto di ciò che è successo, poteva andare molto peggio rispetto alla Covid19 (uso il femminile perchè è una malattia grammaticalmente al femminile, io faccio riferimento a questo): è un virus a relativa mortalità rispetto alla sua virulenza e trasmissibilità, è un cugino di un virus fortunatamente già studiato, il SarsCov che ad inizio anni 2000 ebbe dei focolai attivi in Asia (che peraltro era molto più aggressivo e mortale) e che è stato base fondamentale per la ricerca di cure e sullo studio dei vaccini. Rispetto ad altri virus ben più mortali, la sua diffusione mondiale ne ha circoscritto in maniera piuttosto repentina le profilassi sanitarie, si studiano quotidianamente farmaci e terapie, la pressione, in questo senso drammatica, sulle vite sociali ed economiche a breve porterà a renderlo endemico. Tutto questo per Ebola, ad esempio, sebbene sia un virus che si conosce da metà anni ‘70, è mancato del tutto poichè, sostiene Quammen, è focalizzato in aree povere se non poverissime, ha diffusione per lo più locale, e paradossalmente la altissima mortalità (per alcune varianti vicine al 90% dei contagiati) ne detona la trasmissibilità, aiutata tragicamente in questo da altre malattie che coprono i casi di Ebola facendo morire i contagiati prima che possano diventare infettivi.
C’è un ultimo aspetto, molto importante, che Quammen tiene ad esporre: un virus non è la risposta della Terra alle ferite dell’umanità (facendo in questo caso processo di antropomorfizzazione del Pianeta) ma è semplicemente il risultato di attività che mettono di fronte a scelte spesso senza uscita: tagliare i boschi ai limiti della città per aumentarne le dimensioni è la conseguenza di una Politica che ogni giorno, come sta succedendo da un anno anche ai nostri Paesi Sviluppati, mette di fronte istanze quali Salute e Sopravvivenza, Fame e Lavoro, Vivere o Morire, e che poi con ben poca lungimiranza tende con ritardo a serrare le fila (c’è la straordinaria storia degli zibetti cinesi, presunti untori della prima epidemia da virus Sars, che esplica perfettamente questo passo: se ne uccisero milioni quando non c’entravano nulla).
Rimane una lettura illuminante e decisiva, anche perchè fa vivere in maniera logica i tempi che stiamo vivendo. Quammen dice:
(...) prima di reagire in modo calmo o isterico, con intelligenza o stupidamente, dovremmo conoscere almeno le basi teoriche e le dinamiche di quel che è in gioco. Dovremmo sapere che le recenti epidemie di nuove zoonosi, oltre alla riproposizione e alla diffusione di altre già viste, fanno parte di un quadro generale più vasto, creato dal genere umano. Dovremmo renderci conto che sono conseguenze di nostre azioni, non accidenti che ci capitano tra capo e collo. Dovremmo capire che alcune situazioni da noi generate sembrano praticamente inevitabili, ma altre sono ancora controllabili (pag. 532, in corsivo nel testo)
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