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#einaudi poesia
ad-ovest-della-luna · 9 months
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Dice un proverbio sardo che al diavolo non interessano le ossa forse perché gli scheletri dànno una grande pace, composti nelle teche o dentro scenari di deserto. Amo il loro sorriso fatto solo di denti, il loro cranio, la perfezione delle orbite, la mancanza di naso, il vuoto intorno al sesso e finalmente i peli, questi orpelli, volati dentro il nulla. Non è gusto del macabro, ma il realismo glabro dell’anatomia lode dell’esattezza e del nitore. Pensarci senza pelle rende buoni. Per il paradiso forse non c’è strada migliore che ritornare pietre, saperci senza cuore.
Antonella Anedda, Anatomia. Da Historiae, Einaudi, 2018.  
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garadinervi · 2 years
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Francis Ponge, (1942, 1945), Le mollusque / Il mollusco, Translated and with a foreword by Jacqueline Risset, «Collezione di poesia» 156, Einaudi, Torino, 2014, pp. 38-39
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140eoltre · 1 year
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Se un vento adesso
porta ombre cattive
parole di turbamento
tu cancella l'arsura
dammi da mangiare
dalla tua voce
un pane di parole intese
dentro le misure del silenzio
oggi che siamo
disabitati.
MARIANGELA GUALTIERI, Le giovani parole, Einaudi, Torino 2015, p. 88
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queerographies · 3 months
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[Il mio felice niente][Patrizia Cavalli]
Patrizia Cavalli, poetessa indispensabile del nostro tempo, racchiude in "Il mio felice niente" l'essenza della sua poesia. La sua scrittura semplice, ma ricca e variegata, tocca temi universali con immediatezza e profondità.
Patrizia Cavalli: una voce poetica indispensabile del nostro tempo Titolo: Il mio felice niente. 1974-2020Scritto da: Patrizia CavalliEdito da: EinaudiAnno: 2024Pagine: 288ISBN: 9788806264819 La sinossi di Il mio felice niente di Patrizia Cavalli Una scelta dei versi essenziali di Patrizia Cavalli che dà corpo a una delle voci poetiche più necessarie del nostro tempo. Ci sono poeti che hanno…
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marcogiovenale · 7 months
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premio elio pagliarani: elenco delle raccolte ammesse alla partecipazione
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gregor-samsung · 9 months
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" È consolante riandare alle proprie letture. Penso alle fughe nel fantastico quando si leggeva dei pirati della Malesia di Emilio Salgari, o Giulio Verne e i viaggi per ventimila leghe sotto i mari, o le memorabili avventure di Oliver Twist in Dickens, o l’Odissea che lessi da piccolo in una edizione illustrata a colori, e i favolosi volumi della «Scala d’oro» che la Utet stampava, divorati nel tepore della cucina. Daniel Pennac ricordava la sua lettura di Guerra e pace «che si svolse di notte, alla luce di una lampada tascabile, e sotto le coperte tirate su come una tenda in mezzo a un dormitorio di cinquanta sognatori, russatori e sussultatori»*. Walter Benjamin, in Infanzia berlinese, ricorda i romanzi di avventura della sua infanzia che gli venivano incontro come venti del Sud o tempeste di neve: «I paesi lontani che vi incontravo danzavano confidenzialmente l’uno intorno all’altro come fiocchi di neve. E poiché ciò che scorgiamo lontano attraverso la neve non ci invita fuori, ma dentro, cosí Babilonia, e Bagdad, Akka e l’Alaska, Tromsö e il Transvaal abitavano dentro di me»**. Tutto ciò che l’umanità ha pensato, concretizzato, fantasticato, sentito e intuito sta nei libri. La finzione della poesia o della narrativa ci fa percepire il mondo presente e ricostruire il passato. È simulazione potente di vita vera e di emozioni. Grande consolazione è il sapere che tutto sta nei libri, nella loro presenza fisica. "
* D. PENNAC, Come un romanzo [1992], Feltrinelli, Milano 2000, p . 122.
** W. BENJAMIN, Infanzia berlinese [1950], Einaudi, Torino 1973, p. 78.
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Gian Luigi Beccaria, In contrattempo. Un elogio della lentezza, Einaudi (collana Vele), 2022. [Libro elettronico]
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libriaco · 1 month
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Nell'infanzia
[…] di qualunque individuo, anche il più colto e creatore, si può sostenere che i simboli non si radicano tanto nei suoi incontri libreschi o accademici, quanto nelle mitiche e quasi elementari scoperte d'infanzia, nei contatti umilissimi e inconsapevoli con le realtà quotidiane e domestiche che l'hanno accolto al principio: non l'alta poesia ma la fiaba, il litigio, la preghiera, non la grande pittura ma l'almanacco e la stampa, non la scienza ma la superstizione. Qui tutti gli uomini sono consorti. Differente soltanto è il risalto che la vita interiore darà in avvenire a questi simboli: qualcuno sentirà ingigantirsi nell'anima il ricordo remoto sino a comprendervi cielo e terra, e se stesso.
C. Pavese, Feria d'Agosto [1946], Torino, Einaudi, 2002
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infugacolbarone · 1 year
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Sarà un caso ma i romanzi, le poesie e i racconti che ci propina la professoressa Berti sono tutti di scrittori morti da una vita. Dante Alighieri, Petrarca e quell’altro di cui mi sfugge il nome sono del 1300 o giú di lí. Alessandro Manzoni, 1873. Giacomo Leopardi, 1837. Ugo Foscolo, 1827. Per dire: sui libri non c’è nemmeno la foto di questa gente qua! Come fai a capirli, ad appassionarti a loro, a quello che hanno scritto? Io, dirò un’eresia, lo so, ma trovo piú interessante la «Posta di Cioè» della Divina Commedia o dell’Infinito di Leopardi, che sarà anche una poesia immortale, ma dopo che l’ho letta e magari l’ho pure capita tutto finisce lí.
"Caro Cioè, è vero che per far crescere il seno bisogna mangiare molti funghi?"
"Caro Cioè, una curiosità: per fare l’amore bisogna essere nudi?"
Questo ho bisogno di sapere, ora. Non me ne può fregare di meno di quella benedetta siepe di Leopardi!
- Stefano Tofani, In fuga col Barone - Nel mondo di Calvino, Einaudi
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klimt7 · 8 months
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POETI
Raffaello Baldini ( 1924 - 2005 )
Le sue poesie sono vere e proprie narrazioni, immagini, in versi, spesso così taglienti da far male.
I personaggi sono coloro che non avrebbero mai voce, popolari, a volte fino al grottesco. Soli. Insoliti. Di una solitudine che si esprime in monologhi chiusi, di un’umanità spesso sghemba.
Frammenti di vite, ritratti in versi, spesso visionari, a volte struggenti.
Una su tutti, la mia preferita: in un dialetto che è il mio - il Romagnolo - (ma non è il mio, per una questione di suono, perchè ogni zona, in Romagna, ha pronunce e accenti diversi, oltre a differenti varianti della stessa parola) e che comprendo ma non saprei replicare con le stesse sonorità ma con le mie, [dialetto cesenate].
LA MAESTRA DI SANT'ERMETE
La mèstra ad Sant’Ermèid
dal vólti, e’ dopmezdè,
la s céud tla cambra e la zènd
una Giubek. La n fómma.
Stuglèda sòura e’ lèt
la guèrda ch’la s cunsómma.
U i pis l’udòur.
Dal vólti u i vén da pianz.
Traduzione:
La maestra di Sant’Ermete
delle volte, il pomeriggio,
si chiude in camera e accende
una Giubek. Non fuma.
Sdraiata sul letto
la guarda consumarsi.
Le piace l’odore.
Delle volte le viene da piangere.
(Raffaello Baldini, in La Nàiva Furistír Ciacri, Torino, Einaudi 2000, p. 14)
Quante volte ho immaginato quella sigaretta
Una sigaretta, come la solitudine, come la vita che consuma... che si consuma.
Amo questo tipo di poesia asciutta.
Che dice, che sa raccontare, che ti regala una storia a partire da una immagine.
A volte, con una sequenza di immagini che hanno la grazia dell’essenziale.
Come le fotografie.
Come una Mostra Fotografica.
Silenziosa sì,
ma che sa raccontare storie.
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ad-ovest-della-luna · 2 years
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Gas che collidono, tempeste, scontro di comete, in questo cielo curvo che ci appare in pace nessuna eco, nessun solco d’aratro, nessun tragitto di linfa dalla radice del platano al suo nero, solo uno stormire di foglie fino alla stella irraggiungibile dove il tuo respiro rallentava. Alla fine dell’inverno, senza neve – è solo un altro lutto – mi dicevo – inosservato nel mondo che s’intreccia al gelo. All’improvviso invece in un angolo del letto è apparso il sole, scavava silenzioso una sua strada verso un luogo dove s’irradia luce e non esistono i pronomi.
Antonella Anedda, Sciami, fotoni. Dalla raccolta di poesie Historiae.
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susieporta · 2 years
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L’amore è diverso
da quello che credevo,
piú vicino a un’ape operaia
a un tessitore
che a un acrobata ubriaco,
piú simile a un mestiere
che a un sentire.
Io amavo
un po’ con la memoria astrale
e un po’ con giustizia poetica,
ma l’amore
è piú vicino a una scienza
che a una poesia,
ha delle sue regole di risonanza
e altre di respingenza,
ha angoli di incidenza
per profili alari e luce,
ma non ha regole per il buio
e l’assenza di ali.
L’amore è molto simile
all’insonnia,
non devi soffrirla
solo ospitarla,
lasciare che ti squassi
faccia di te un sistema nervoso
senza isolamento,
una corda tesa
di strumento musicale ignoto.
Essere temi musicali
non è una vocazione
ma una disciplina di spoliazione,
è farsi ossi
limati
dalle onde
goccia che si disfa
nel galoppante mare.
Chandra Candiani 'Fatti vivo'. Einaudi
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garadinervi · 2 years
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Francis Ponge, (1942, 1945), Notes pour un coquillage / Appunti per una conchiglia, Translated and with a foreword by Jacqueline Risset, «Collezione di poesia» 156, Einaudi, Torino, 2014, pp. 80-85
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myborderland · 2 years
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“leggere la poesia” di Antonella Bukovaz da “Tatuaggi”  in “Nuovi poeti italiani 6” a cura di Giovanna Rosadini, Giulio Einaudi Editore
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queerographies · 10 months
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[Primitivo americano][Mary Oliver]
Primitivo americano è un libro dionisiaco, dell’abbandono all’eccesso della fame, della gola e del desiderio; ed è un libro dell’esultanza per l’immersione nella proliferazione disordinata e incontrollabile della natura, di cui la poeta si appropria a piene mani in un gesto liberatorio e sempre legittimo. Le poesie celebrano sensazioni fisiche primordiali come la percezione del pericolo del…
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marcogiovenale · 1 year
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pod al popolo, #15_ poesia riconoscibile, poesia ri-conosciuta, e postpoesia
Su Snaporaz il 20 luglio è comparso questo articolo di Gilda Policastro: “Siamo in troppi a farmi schifo”: i poeti e il loro pubblico https://www.snaporaz.online/siamo-in-troppi-a-farmi-schifo-i-poeti-e-il-loro-pubblico/ Il 3 agosto Fahrenheit (RadioTre) invita lei a parlarne, insieme a Elisa Donzelli e Maurizio Cucchi (il link che segue è già predisposto per far iniziare la trasmissione nel…
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pikasus-artenews · 2 months
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PATRIZIA CAVALLI. Il sospetto del paradiso
Patrizia Cavalli, le cui opere sono state pubblicate la gran parte da Einaudi, figura cardine della poesia italiana del secondo Novecento
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