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Lega di Alessandria Chiede Chiarezza sul Gruppo AMAG: "Il Sindaco Abonante Spieghi Cosa Sta Succedendo"
Dopo le recenti dimissioni e le tensioni con i sindacati, la Lega sollecita trasparenza sulla situazione attuale del Gruppo AMAG.
Dopo le recenti dimissioni e le tensioni con i sindacati, la Lega sollecita trasparenza sulla situazione attuale del Gruppo AMAG. La Lega di Alessandria ha chiesto al sindaco Giorgio Abonante di fornire immediati chiarimenti riguardo alla situazione nel Gruppo AMAG, a seguito delle dimissioni di Melania Monaco, consigliera del CDA. Le dimissioni della Monaco si aggiungono a quelle di Maria…
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Il discorso integrale di Gino Cecchettin al termine dei funerali della figlia Giulia, 22enne uccisa dall'ex fidanzato.
«Carissimi tutti, abbiamo vissuto un tempo di profonda angoscia: ci ha travolto una tempesta terribile e anche adesso questa pioggia di dolore sembra non finire mai. Ci siamo bagnati, infreddoliti, ma ringrazio le tante persone che si sono strette attorno a noi per portarci il calore del loro abbraccio. Mi scuso per l'impossibilità di dare riscontro personalmente, ma ancora grazie per il vostro sostegno di cui avevamo bisogno in queste settimane terribili. La mia riconoscenza giunga anche a tutte le forze dell’ordine, al vescovo e ai monaci che ci ospitano, al presidente della Regione Zaia e al ministro Nordio e alle istituzioni che congiuntamente hanno aiutato la mia famiglia.
Mia figlia Giulia, era proprio come l’avete conosciuta, una giovane donna straordinaria. Allegra, vivace, mai sazia di imparare. Ha abbracciato la responsabilità della gestione familiare dopo la prematura perdita della sua amata mamma. Oltre alla laurea che si è meritata e che ci sarà consegnata tra pochi giorni, Giulia si è guadagnata ad honorem anche il titolo di mamma. Nonostante la sua giovane età era già diventata una combattente,
un’oplita, come gli antichi soldati greci, tenace nei momenti di difficoltà:
il suo spirito indomito ci ha ispirato tutti. Il femminicidio è spesso il risultato di una cultura che svaluta la vita delle donne, vittime proprio di coloro avrebbero dovuto amarle e invece sono state vessate, costrette a lunghi periodi di abusi fino a perdere completamente la loro libertà
prima di perdere anche la vita. Come può accadere tutto questo? Come è potuto accadere a Giulia? Ci sono tante responsabilità, ma quella educativa ci coinvolge tutti: famiglie, scuola, società civile, mondo dell’informazione
Mi rivolgo per primo agli uomini, perché noi per primi dovremmo dimostrare di essere agenti di cambiamento contro la violenza di genere. Parliamo agli altri maschi che conosciamo, sfidando la cultura che tende a minimizzare la violenza da parte di uomini apparentemente normali.
Dovremmo essere attivamente coinvolti, sfidando la diffusione di responsabilità, ascoltando le donne e non girando la testa di fronte ai segnali di violenza anche i più lievi. La nostra azione personale è cruciale per rompere il ciclo e creare una cultura di responsabilità e supporto.
A chi è genitore come me, parlo con il cuore: insegniamo ai nostri figli il valore del sacrificio e dell’impegno e aiutiamoli anche ad accettare le sconfitte. Creiamo nelle nostre famiglie quel clima che favorisce un dialogo sereno perché diventi possibile educare i nostri figli al rispetto della sacralità di ogni persona, ad una sessualità libera da ogni possesso
e all’amore vero che cerca solo il bene dell’altro. Viviamo in un'epoca in cui la tecnologia ci connette in modi straordinari, ma spesso, purtroppo, ci isola e ci priva del contatto umano reale.
È essenziale che i giovani imparino a comunicare autenticamente,
a guardare negli occhi degli altri, ad aprirsi all'esperienza di chi è più anziano di loro. La mancanza di connessione umana autentica può portare a incomprensioni e a decisioni tragiche. Abbiamo bisogno di ritrovare la capacità di ascoltare e di essere ascoltati, di comunicare realmente con empatia e rispetto.
La scuola ha un ruolo fondamentale nella formazione dei nostri figli.
Dobbiamo investire in programmi educativi che insegnino il rispetto reciproco, l'importanza delle relazioni sane e la capacità di gestire i conflitti in modo costruttivo per imparare ad affrontare le difficoltà senza ricorrere alla violenza. La prevenzione della violenza inizia nelle famiglie,
ma continua nelle aule scolastiche, e dobbiamo assicurarci che le scuole siano luoghi sicuri e inclusivi per tutti.
Anche i media giocano un ruolo cruciale da svolgere in modo responsabile. La diffusione di notizie distorte e sensazionalistiche non solo alimenta un’atmosfera morbosa, dando spazio a sciacalli e complottisti, ma può anche contribuire a perpetuare comportamenti violenti. Chiamarsi fuori, cercare giustificazioni, difendere il patriarcato quando qualcuno ha la forza e la disperazione per chiamarlo col suo nome, trasformare le vittime in bersagli solo perché dicono qualcosa con cui magari non siamo d’accordo, non aiuta ad abbattere le barriere. Perché da questo tipo di violenza che è solo apparentemente personale e insensata si esce soltanto sentendoci tutti coinvolti. Anche quando sarebbe facile sentirsi assolti.
Alle istituzioni politiche chiedo di mettere da parte le differenze ideologiche per affrontare unitariamente il flagello della violenza di genere. Abbiamo bisogno di leggi e programmi educativi mirati a prevenire la violenza, a proteggere le vittime e a garantire che i colpevoli siano chiamati a rispondere delle loro azioni. Le forze dell’ordine devono essere dotate delle risorse necessarie per combattere attivamente questa piaga e degli strumenti per riconoscere il pericolo. Ma in questo momento di dolore e tristezza, dobbiamo trovare la forza di reagire, di trasformare questa tragedia in una spinta per il cambiamento. La vita di Giulia, la mia Giulia, ci è stata sottratta in modo crudele, ma la sua morte, può anzi deve essere il punto di svolta per porre fine alla terribile piaga della violenza sulle donne. Grazie a tutti per essere qui oggi: che la memoria di Giulia ci ispiri a lavorare insieme
per creare un mondo in cui nessuno debba mai temere per la propria vita.
Vi voglio leggere una poesia di Gibran che credo possa dare una reale rappresentazione di come bisognerebbe imparare a vivere.
«Il vero amore non è ne fisico ne romantico.
Il vero amore è l'accettazione di tutto ciò che è,
è stato, sarà e non sarà.
Le persone più felici non sono necessariamente
coloro che hanno il meglio di tutto,
ma coloro che traggono il meglio da ciò che hanno.
La vita non è una questione di come sopravvivere alla tempesta,
ma di come danzare nella pioggia…»
Cara Giulia, è giunto il momento di lasciarti andare. Salutaci la mamma. Ti penso abbracciata a lei e ho la speranza che, strette insieme, il vostro amore sia così forte da aiutare Elena, Davide e anche me non solo a sopravvivere a questa tempesta di dolore che ci ha travolto, ma anche ad imparare a danzare sotto la pioggia. Sì, noi tre che siamo rimasti vi promettiamo che, un po’ alla volta, impareremo a muovere passi di danza sotto questa pioggia.
Cara Giulia, grazie, per questi 22 anni che abbiamo vissuto insieme e per l’immensa tenerezza che ci hai donato. Anch’io ti amo tanto e anche Elena e Davide ti adorano. Io non so pregare, ma so sperare: ecco voglio sperare insieme a te e alla mamma, voglio sperare insieme a Elena e Davide e voglio sperare insieme a tutti voi qui presenti: voglio sperare che tutta questa pioggia di dolore fecondi il terreno delle nostre vite e voglio sperare che un giorno possa germogliare. E voglio sperare che produca il suo frutto d’amore, di perdono e di pace.
Addio Giulia, amore mio.
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Risuonano forti le parole lette in chiesa durante l’ultimo saluto a Giulia dal suo papà, Gino Cecchettin.
“Mia figlia Giulia, era proprio come l’avete conosciuta, una giovane donna straordinaria.
Allegra, vivace, mai sazia di imparare.
Ha abbracciato la responsabilità della gestione familiare dopo la prematura perdita della sua amata mamma. Oltre alla laurea che si è meritata e che ci sarà consegnata tra pochi giorni, Giulia si è guadagnata ad honorem anche il titolo di mamma. Nonostante la sua giovane età era già diventata una combattente, un’oplita, come gli antichi soldati greci, tenace nei momenti di difficoltà: il suo spirito indomito ci ha ispirato tutti.
Il femminicidio è spesso il risultato di una cultura che svaluta la vita delle donne, vittime proprio di coloro avrebbero dovuto amarle e invece sono state vessate, costrette a lunghi periodi di abusi fino a perdere completamente la loro libertà prima di perdere anche la vita.
Come può accadere tutto questo?
Come è potuto accadere a Giulia?
Ci sono tante responsabilità, ma quella educativa ci coinvolge tutti: famiglie, scuola, società civile, mondo dell’informazione
Mi rivolgo per primo agli uomini, perché noi per primi dovremmo dimostrare di essere agenti di cambiamento contro la violenza di genere.
Parliamo agli altri maschi che conosciamo, sfidando la cultura che tende a minimizzare la violenza da parte di uomini apparentemente normali.
Dovremmo essere attivamente coinvolti, sfidando la diffusione di responsabilità, ascoltando le donne, e non girando la testa di fronte ai segnali di violenza anche i più lievi. La nostra azione personale è cruciale per rompere il ciclo e creare una cultura di responsabilità e supporto.
A chi è genitore come me, parlo con il cuore: insegniamo ai nostri figli il valore del sacrificio e dell’impegno e aiutiamoli anche ad accettare le sconfitte. Creiamo nelle nostre famiglie quel clima che favorisce un dialogo sereno perché diventi possibile educare i nostri figli al rispetto della sacralità di ogni persona, ad una sessualità libera da ogni possessoe all’amore vero che cerca solo il bene dell’altro. Viviamo in un'epoca in cui la tecnologia ci connette in modi straordinari, ma spesso, purtroppo, ci isola e ci priva del contatto umano reale.
È essenziale che i giovani imparino a comunicare autenticamente, a guardare negli occhi degli altri, ad aprirsi all'esperienza di chi è più anziano di loro.
La mancanza di connessione umana autentica può portare a incomprensioni e a decisioni tragiche. Abbiamo bisogno di ritrovare la capacità di ascoltare e di essere ascoltati, di comunicare realmente con empatia e rispetto.
La scuola ha un ruolo fondamentale nella formazione dei nostri figli.
Dobbiamo investire in programmi educativi che insegnino il rispetto reciproco, l'importanza delle relazioni sane e la capacità di gestire i conflitti in modo costruttivo per imparare ad affrontare le difficoltà senza ricorrere alla violenza.
La prevenzione della violenza di gene e inizia nelle famiglie, ma continua nelle aule scolastiche, e dobbiamo assicurarci che le scuole siano luoghi sicuri e inclusivi per tutti.
Anche i media giocano un ruolo cruciale da svolgere in modo responsabile. La diffusione di notizie distorte e sensazionalistiche non solo alimenta un’atmosfera morbosa, dando spazio a sciacalli e complottisti, ma può anche contribuire a perpetuare comportamenti violenti.
Chiamarsi fuori, cercare giustificazioni, difendere il patriarcato quando qualcuno ha la forza e la disperazione per chiamarlo col suo nome, trasformare le vittime in bersagli solo perché dicono qualcosa con cui magari non siamo d’accordo, non aiuta ad abbattere le barriere.
Perché da questo tipo di violenza che è solo apparentemente personale e insensata si esce soltanto sentendoci tutti coinvolti. Anche quando sarebbe facile sentirsi assolti.
Alle istituzioni politiche chiedo di mettere da parte le differenze ideologiche per affrontare unitariamente il flagello della violenza di genere. Abbiamo bisogno di leggi e programmi educativi mirati a prevenire la violenza, a proteggere le vittime e a garantire che i colpevoli siano chiamati a rispondere delle loro azioni. Le forze dell’ordine devono essere dotate delle risorse necessarie per combattere attivamente questa piaga e degli strumenti per riconoscere il pericolo. Ma in questo momento di dolore e tristezza, dobbiamo trovare la forza di reagire, di trasformare questa tragedia in una spinta per il cambiamento.
La vita di Giulia, la mia Giulia, ci è stata sottratta in modo crudele, ma la sua morte, può anzi deve essere il punto di svolta per porre fine alla terribile piaga della violenza sulle donne.
Grazie a tutti per essere qui oggi: che la memoria di Giulia ci ispiri a lavorare insieme per creare un mondo in cui nessuno debba mai temere per la propria vita.
Vi voglio leggere una poesia di Gibran che credo possa dare una reale rappresentazione di come bisognerebbe imparare a vivere.
«Il vero amore non è ne fisico ne romantico.
Il vero amore è l'accettazione di tutto ciò che è,
è stato, sarà e non sarà.
Le persone più felici non sono necessariamente coloro che hanno il meglio di tutto, ma coloro che traggono il meglio da ciò che hanno.
La vita non è una questione di come sopravvivere alla tempesta, ma di come danzare nella pioggia…»
Cara Giulia, è giunto il momento di lasciarti andare. Salutaci la mamma.
Ti penso abbracciata a lei e ho la speranza che, strette insieme, il vostro amore sia così forte da aiutare Elena, Davide e anche me non solo a sopravvivere a questa tempesta di dolore che ci ha travolto, ma anche ad imparare a danzare sotto la pioggia.
Sì, noi tre che siamo rimasti vi promettiamo che, un po’ alla volta, impareremo a muovere passi di danza sotta questa pioggia.
Cara Giulia, grazie, per questi 22 anni che abbiamo vissuto insieme e per l’immensa tenerezza che ci hai donato. Anch’io ti amo tanto e anche Elena e Davide ti adorano.
Io non so pregare, ma so sperare: ecco voglio sperare insieme a te e alla mamma, voglio sperare insieme a Elena e Davide e voglio sperare insieme a tutti voi qui presenti: voglio sperare che tutta questa pioggia di dolore fecondi il terreno delle nostre vite e voglio sperare che un giorno possa germogliare.
E voglio sperare che produca il suo frutto d’amore, di perdono e di pace.
Addio Giulia, amore mio”.
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“Simposio” di Platone. L’elogio di Eros (Amore) Dialogo introdotto, letto e commento da Lapo Lani
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Convento di Santa Maria delle Grazie
Comune di Gravedona ed Uniti (CO)
Sabato 27 luglio, ore 21:00
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L’evento rientra nel programma della manifestazione culturale ‘Maieutikà’, curata da Stefania Gobbetti e Giulia Zanesi, e promossa dalla Pro Loco e dal Comune di Gravedona ed Uniti (CO).
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Diotima di Mantinea [1], iniziando Socrate ai misteri amorosi, in uno dei passaggi essenziali del dialogo gli riferisce: «Tutti gli uomini concepiscono [2] e secondo il corpo e secondo l'anima» [3]. Nell'uomo quindi nasce l'esigenza di accedere alla dimensione dell'eternità, oltrepassando quella del mondo delle cose, in cui tutto nasce, diviene e muore. Gli è possibile farlo in due modi: generando figli attraverso l'accoppiamento, creando così la nuova generazione; oppure, grazie alla persona amata, conoscendo la bellezza [4], quella del corpo prima, poi, incrementandone il pregio, quella dell'anima, riuscendo così a partorire ragionamenti e pensieri belli. Continuando a seguire la retta ed erta via della conoscenza, l’uomo imparerà il bello che sta nel rendere migliori i giovani (scuola e istruzione), per poi essere portato a considerare il bello che è nelle istituzioni e nelle leggi. E dopo, sempre sotto la guida dell'amato, potrà dirigersi più in alto, verso la bellezza delle scienze [5], dove, contemplando la distesa di tanta bellezza, partorirà molti, magnifici ragionamenti e pensieri, fino a riuscire a elevarsi alla visione di quell'unica scienza che è la scienza di tanta bellezza: la filosofia, la conoscenza della verità [6]. La beatitudine perciò consiste nell'oltrepassamento del mondo del divenire, cosa possibile solo conoscendo la verità, quella bellezza eterna e immutabile che possiede una spinta morale: perché solo stando nel bello si possono compiere azioni e opere buone.
Anche le parole di Gesù invitano a oltrepassare questo mondo, condizione realizzabile solo entrando nella dimensione della verità: «Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo» [7]. In uno dei passaggi più scandalosi [8] del Vangelo di Giovanni, Gesù dice: «Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo» [9]. «In verità, in verità vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita» [10]. «Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui» [11].
Ma se mangiare la carne del Figlio dell’uomo e bere il suo sangue non rappresentano poi un concetto molto diverso da quello Greco di "concepire", ossia prendere in sé; e se la salvezza da questo mondo – in cui le cose sono inesorabilmente segnate dalla paura, dal dolore, dall'angoscia, dalla morte – è possibile solo oltrepassando la dimensione del divenire per accedere a quella della verità, eterna e immutabile, allora il pensiero filosofico dell'antica Grecia non è così distante da quello cristiano.
Tuttavia un sostanziale fondo di diversità rimane: Platone concede a ogni uomo la possibilità di affrontare l'erta e diritta via della conoscenza per apprendere la verità, la quale per necessità non deve appartenere a questo mondo; Gesù invita ciasun uomo a vivere la verità, qui e adesso, in questa vita: «Vi do un comandamento nuovo; che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri» [12].
Lapo Lani Milano, giugno 2024
Note:
[1] Non sappiamo se sia un personaggio storico o di fantasia. Il nome Diotima significa “onorata da Zeus”. Alcuni storici pensano che potrebbe essere una sacerdotessa straniera molto ben reputata, che, capitata ad Atene alcuni anni prima della guerra del Peloponneso (431-404 a.C.) e della pestilenza che afflisse la città, suggerì agli ateniesi dei sacrifici rivelatisi successivamente salvifici.
[2] "Concepire", dal latino "concĭpĕre", composto da "con" ("cum") e "capĕre" ("prendere"); quindi "prendere in sé", "accogliere in sé", "contenere". Da qui il doppio senso: se riferito a una donna: accogliere in sé il germe di una nuova vita, ovvero essere ingravidata, essere fecondata; se riferito alla mente e all'anima: apprendere, comprendere, conoscere, imparare.
[3] “Simposio. Il dialogo dell’Eros”, La Biblioteca Ideale Tascabile, 1995, cap. XXVIII, traduzione di Emidio Martini.
[4] Nella cultura della Grecia antica una delle virtù più importanti è “kalòs kai agathòs”, il “bello” e il “buono” (il bene); la bellezza è concepita come una virtù eterna e immutabile, donata dagli dèi agli uomini; per Platone il bello è la causa dell'azione morale, quindi strettamente legato al buono. Plotino scrive nelle “Enneadi”: «Al bene bisogna risalire, a quel bene a cui ogni anima agogna… e sa in che modo sia bello». “Kalokagathìa”, concetto derivato da “kalòs kai agathòs”, identifica l'ideale di perfezione fisica e morale dell'uomo, virtù dell'uomo ottimo.
[5] Scienza, dal latino "scientia", derivazione di "sciens scientis", participio presente di "scire", cioè "sapere".
[6] I greci antichi chiamano la verità “epistème”, parola che deriva dal greco (ἐπιστήμη) ed è composta dalla preposizione epì- (“su”) e dal verbo histemi (“stare”); quindi “stare sopra”. L'epistème designa la conoscenza certa e incontrovertibile delle cause e degli effetti del divenire, ovvero quel sapere che intende porsi “al di sopra” di ogni possibilità di dubbio attorno alle ragioni degli accadimenti. Platone contrappone epistème a “dòxa” (opinione personale soggettiva).
[7] Vangelo di Giovanni, 1,9. Bibbia CEI (Conferenza Episcopale Italiana).
[8] Scandalo, dal latino tardo "scandălum" (greco "σκάνδαλον"), ossia “ostacolo”, “inciampo”, “impedimento”.
[9] Vangelo di Giovanni, 6,51. Bibbia CEI.
[10] Vangelo di Giovanni, 6,53. Bibbia CEI.
[11] Vangelo di Giovanni, 6,55-56. Bibbia CEI.
[12] Vangelo di Giovanni, 13,34. Bibbia CEI.
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Copertina: “Il bacio”.
Disegno di Lapo Lani, realizzato con inchiostri giapponesi su carta, e successivamente elaborato con processi digitali. Dimensioni: cm 23x26. Anno: giugno 2024.
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Roma: Un Convegno per Affrontare la Siccità e i Cambiamenti Climatici
Il Biologico come strumento efficace a contrasto ai cambiamenti climatici: problemi e soluzioni contro la siccità. BioInTour
“Roma: Un Summit per Combattere la Siccità e i Cambiamenti Climatici.”
Una città nota per la sua storia millenaria si prepara ad affrontare le sfide del futuro. Un convegno dedicato alla siccità e ai cambiamenti climatici si svolgerà nella capitale italiana, un evento che mira a trovare soluzioni concrete a questi problemi urgenti. Questo convegno fa parte del “BioInTour”, un progetto nazionale che promuove la conoscenza e l’informazione sul biologico. L’obiettivo è contribuire al potenziamento e all’innovazione dei sistemi locali, affrontando temi cruciali come i cambiamenti climatici e la siccità. Questo è un passo importante verso un futuro più sostenibile.
Roma - La siccità, una delle più gravi conseguenze del cambiamento climatico, sta minacciando l’equilibrio degli ecosistemi e il settore agricolo, influenzando anche la vita quotidiana. Per affrontare questa sfida, l’Associazione Nazionale di Produttori SardegnaBio, in collaborazione con la Rete Nazionale dei Distretti Biologici d’Italia e il Consiglio del Cibo di Roma, ha organizzato un convegno intitolato “Il Biologico come Strumento Efficace a Contrasto dei Cambiamenti Climatici: Problemi e Soluzioni contro la Siccità”.
Il convegno si terrà venerdì 21 Giugno, dalle 9:30 alle 17:00, presso la Città dell’Altra Economia (Ex Mattatoio) a Roma, Largo Dino Frisullo. L’evento, che rappresenta la prima tappa del “BioInTour”, vedrà la partecipazione di esperti, operatori del settore e rappresentanti istituzionali, con l’obiettivo di promuovere il dialogo e lo scambio di conoscenze per identificare strategie condivise per affrontare le sfide legate alla siccità e ai cambiamenti climatici.
Durante la giornata, verranno analizzate le migliori pratiche e le tecnologie più avanzate per la gestione sostenibile delle risorse idriche in agricoltura biologica e agroecologica. Tra i temi principali del dibattito ci saranno il recupero delle acque piovane, l’aumento della permeabilità dei suoli agricoli e urbani, la creazione e il restauro di aree umide e ecosistemi di fitodepurazione, e la realizzazione di infrastrutture per l’accumulo delle acque e il loro riutilizzo in agricoltura e per la protezione dell’ambiente.
Le conclusioni del convegno saranno riassunte in un documento di proposte, che intende fungere da guida per le azioni più urgenti da intraprendere da parte delle istituzioni e delle realtà competenti.
“BioIntour è un progetto di ambito nazionale”, dichiara Andrea Campurra, Presidente dell’Associazione Nazionale di Produttori Sardegna Bio. “Il cui obiettivo principale è promuovere l’informazione e la conoscenza del biologico al fine di contribuire al potenziamento e all’innovazione dei sistemi locali. Gli interventi sono orientati a offrire un contributo allo sviluppo economico del territorio attraverso la formazione ed informazione sul settore biologico e le sue opportunità, partendo dall’adesione ai bio distretti territoriali. I temi trattati saranno molteplici e tra questi, come nel caso del convegno del 21 giugno, i cambiamenti climatici ed il problema della siccità”.
Per iscriversi al convegno compilare il seguente modulo: 👉 Associazione Produttori Bio Sardegna: 👉 Invito al CONVEGNO 21 Giugno, I Edizione
Il progetto è finanziato dal Ministero dell'agricoltura della sovranità alimentare e delle foreste con decreto direttoriale 383990 del 20 ottobre 2023 CUP J25B23000790001.
Comunicato stampa via Andrea Titti Direttore responsabile presso Meta Magazine
Rome Hosts Key Symposium on Combating Drought and Climate Change
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Organic farming as an effective tool in the fight against climate change: problems and solutions in the face of drought. BioInTour
Rome will host a crucial symposium focused on combating drought and addressing climate change.
In the face of escalating droughts, a symptom of the broader climate crisis threatening ecosystems and agriculture, Rome will convene a pivotal symposium. The event, spearheaded by the National Association of SardegnaBio Producers, in partnership with Italy’s National Network of Organic Districts and the Rome Food Council, is titled “Organic Farming: An Effective Tool Against Climate Change: Challenges and Solutions to Drought.”
Scheduled for Friday, June 21, from 9:30 AM to 5:00 PM at the Città dell’Altra Economia in Rome, the conference will gather stakeholders from institutional and associative backgrounds to deliberate on this pressing issue.
Marking the inaugural leg of the “BioInTour,” the symposium aims to foster dialogue and knowledge exchange among experts, industry professionals, and institutions at all levels. The goal is to craft shared strategies to tackle the challenges posed by drought and climate change.
The day-long event will also scrutinize best practices and cutting-edge technologies for sustainable water resource management in organic and agroecological farming. Key topics include rainwater harvesting, enhancing soil permeability in agricultural and urban areas, creating and restoring wetlands and phytoremediation ecosystems, and developing infrastructure for water storage and reuse in agriculture and environmental protection.
A comprehensive document outlining proposed actions will be compiled, serving as a guide for the most urgent measures to be implemented by relevant institutions and entities.
“BioInTour is a national initiative,” states Andrea Campurra, President of the National Association of SardegnaBio Producers. “Its primary aim is to disseminate information and raise awareness about organic farming, thereby contributing to the enhancement and innovation of local systems. The project’s activities are designed to support the economic development of the region through education and information about the organic sector and its opportunities, starting with the adoption of organic districts. The topics are diverse, and as with the June 21st symposium, they will address climate change and the issue of drought.”
To register for the conference, please feel free to fill out the following form: 👉 Sardinia Organic Producers Association: 👉 Invitation to the Convention June 21, I Edition
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⏩ The Board Behind
#cambiamenti climatici#siccità#agricoltura biologica#gestione delle risorse idriche#BioInTour#Roma#Sardegna Bio#Theboardbehind
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[Estratto dei documenti sulle conversazioni emerse tra il direttore dell’AIFA Magrini e il capogabinetto del ministro Speranza, Zaccardi; da “La Verità” di oggi 21/03/2023]
22 novembre 2020. Magrini riceve alcuni dettagli sulla negoziazione dei contratti con le case farmaceutiche e scrive a Zaccardi (presso Speranza):
«Caro Ministro ricevo questo da un giornalista. Lo ritengo molto serio e anche grave. Non credo di poter essere tenuto all’oscuro di queste cose». «Il protocollo Pfizer recita: “I dati saranno messi a disposizione [dei ricercatori che li chiederanno] 24 mesi dopo la conclusione dello studio” a certe condizioni: 1) tra i ricercatori ci deve essere uno statistico 2) i dati non potranno essere usati in tribunale. Secondo i documenti di registrazione, il completamento del trial è previsto per l’11 dicembre 2022. Quindi, i dati grezzi saranno disponibili a partire dall’11dicembre 2024. Probabilmente il vaccino sarà già stato somministrato a miliardi di persone».
Dialogo successivo:
Magrini:
“Ritieni sia normale che i contratti che abbiamo firmato per farmaci e vaccini nessuno li abbia letti? O tu li hai letti?”
Zaccardi:
“No il ministro ha voluto fare da solo. Mandami in sintesi le condizioni ordinarie di questa tipologia di contratti.
Magrini:
“Grazie, capisco meglio ora. No non vi sono tipologie tipo contratti ma manco sto capestro che sembra scritto come una presa in giro per analfabeti con l’anello al naso. . . E sapere chi se ne occupa e come sarebbe il minimo tra di noi del gabinetto ristretto.
(…)
Zaccardi: “Domani alle 12 da me con Ruocco.”
Magrini:
“Incontro di oggi assai problematico e soprattutto inconclusivo.”
Zaccardi:
“Non è vero, ora sei dentro il nucleo decisionale come è giusto che sia.”
Magrini:
“Non si capisce che ci faccia Ricciardi, coi gravi conflitti di interesse che ha. La situazione mi preoccupa ed è seria.”
Zaccardi: “Anche questo è tema del ministro e non di altri. Non trascurare che la trattativa Ue ci mette abbastanza al riparo.”
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COMMENTO
Tralasciamo quella che sarebbe una impietosa comparazione con quanto veniva negato e censurato in simultanea (e anche mesi dopo) e che ripercorreva esattamente quanto riportato (mancanza di evidenze scientifiche, carattere sperimentale dell’operazione, totale opacità contrattuale, ecc.)
Il punto che voglio sottolineare è solo uno, perché è lo stesso che è riemerso più volte in questi giorni, ad esempio nell’intervista a Sileri, ovvero la funzione cruciale dell’omertà e della copertura reciproca di questi “responsabili”, con la specifica funzione di “mettersi al riparo”.
Credo che solo se si comprende questo meccanismo fondamentale sia possibile avviare un processo di risanamento.
Per tutti questi personaggi le parole pubblicamente espresse non hanno niente a che vedere con ciò che ritengono essere la verità.
Essi dicono ciò che ritengono di dire con la sola fondamentale funzione di proteggere sé stessi e i propri interessi. E questo risultato si ottiene in due modi:
1) facendo corpo comune contro ogni critica e 2) subordinandosi ad una catena di comando ritenuta adeguatamente potente.
Così il ministero e il CTS si arroccano sulle stesse posizioni, pur sapendole prive di fondamento, e si trincerano dietro la catena di comando UE, che a sua volta viene gestita privatisticamente da Ursula von der Leyen, con contratti secretati, email cancellate, su dirette indicazioni di multinazionali americane che collaborano con la Difesa USA.
Ecco, questo scolo a cielo aperto è ciò che è stato fatto passare per “fede nella scienza” e “lotta alla disinformazione”.
Finché non si farà pubblica ammenda per tutto questo e non si metteranno in campo riforme legali che rendano impossibile il ripetersi di tutto ciò, le istituzioni italiane ed europee avranno la credibilità di una televendita di bigiotteria.
Per tutti quelli che hanno fatto vaccinare i propri figli perché solo i complotisti potevano credere che era tutto basato su dati scientifici..
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“Casualties”: i morti nel Mediterraneo
In inglese si chiamano casualties, ma non sono per niente casuali: sono (loro, i morti, le perdite, le vittime collaterali delle carrette del Mediterraneo) le conseguenze inevitabili di un sistema che le prevede. Anni fa mi capitò di intervistare in pubblico, sul tema delle “vittime collaterali”, Zygmunt Bauman14. L’espressione “vittime collaterali”, entrata nel vocabolario occidentale piuttosto di recente anche se il concetto è ben più antico, lo intrigava: “le vittime collaterali sono quelle persone sofferenti di cui preferiamo evitare di parlare. Il concetto, dunque, è stato coniato proprio perché, a un certo punto, non è stato più possibile mantenere il silenzio”. E proseguiva in questo modo: “Una volta Bertolt Brecht, parlando dei rifugiati − le tipiche vittime collaterali del XIX secolo, le vittime dell’intenso processo di costruzione delle nazioni −, li ha definiti gli araldi, gli ambasciatori della sventura e della cattiva sorte. Venivano da lontano, portando con sé l’odore acre delle case bruciate, dei raccolti distrutti, di ogni sorta di catastrofe, e ci facevano presagire che tutto ciò sarebbe potuto capitare anche a noi. Ne avevamo avuto dei presentimenti, talvolta ci capitava di fare sogni angosciosi su di loro, ma senza avere la certezza che si trattava di figure reali, e improvvisamente essi si sono trasformati in simboli viventi, sintomi in carne e ossa, tracce concrete di quanto stava avvenendo in qualche posto lontano, e che sarebbe giunto fino a noi”. Aggiungendo: “Anche se quel che dico può apparire cinico, sono convinto che siano i nostri egotistici sentimenti di libertà, le preoccupazioni per la nostra condizione personale, ad alimentare il nostro interesse – che resta blando, e tuttavia esiste – per la questione dei danni collaterali non intenzionali che si producono intorno a noi, in qualche posto lontano ma anche in casa nostra”.
Bauman argomentava che tuttavia la nostra vita attuale contempla dei rituali, e tra di essi – i moral tales dei nostri giorni – identificava i rituali di esclusione dei reality come il Grande Fratello, dove settimanalmente, con grande eccitazione degli spettatori, si procede all’eliminazione di un concorrente: non “perché hanno commesso un’azione illecita, o perché hanno infranto una regola, oppure perché non si amalgamano con gli altri partecipanti, ma semplicemente perché vige una regola che impone l’esclusione di una persona ogni settimana”. E i nuovi arrivati si prestano bene ad essere i protagonisti di questo rituale: “non rimane che scaricare la rabbia contro gli immigrati. In primo luogo perché gli immigrati che stanno venendo qui, aggiungendosi alla nostra popolazione già in eccesso, rappresentano una perfetta giustificazione per dar sfogo alla rabbia. Li accusiamo di essere la causa di ogni sorta di problemi e di pericoli, cosicché abbiamo trovato almeno un motivo per spiegare la nostra avversione nei loro confronti. C’è inoltre la tendenza a squalificare i perdenti, persone che – se in passato sarebbero rientrate nelle classi subalterne della società − ora scivolano nell’underclass. In Europa, inoltre, si tende in misura sempre maggiore a criminalizzare i problemi sociali, che, mentre una volta venivano definiti, descritti e spiegati come conseguenze del cattivo funzionamento delle istituzioni sociali, sono adesso riclassificati come disfunzioni del cosiddetto sistema del law and order, a cui si reagisce costruendo nuove prigioni, rendendo più severe le leggi penali e più lunghe le pene carcerarie”.
In occasione di un altro più recente dialogo in pubblico presso la Camera dei Deputati, nell’ottobre 2013, in occasione di un convegno sulle dipendenze (tra cui quelle da videogiochi e giochi d’azzardo), alla mia prima domanda Bauman aveva esordito spiazzando gli organizzatori e la platea (tutte persone – addetti ai lavori, psicologi, operatori sociali e decisori politici come parlamentari e sindaci – implicate nel contrasto alle dipendenze da droga, alcol, gioco d’azzardo), quasi scusandosi, dicendo che sì, lottare contro le lotterie aveva un senso, ma era un compito vano, perché la vita è ri-diventata tutta una lotteria: e portando ad esempio, tra gli altri, proprio i profughi che salgono sui barconi per andare in Europa, sperando di vincere la loro lotteria, il loro tutto o niente, che spesso, naturalmente, è un niente, e che, come un altro noto gioco d’azzardo, la roulette russa, può implicare la morte – e chi gioca lo sa (in positivo vale anche per chi, per dire, imbrocca una canzone di tre minuti e diventa con poca fatica e relativamente poco merito una star milionaria).
Queste considerazioni di Bauman, sulla vita come lotteria e sui rituali di esclusione, mi sono tornate in mente riflettendo sui morti nel Mediterraneo. Che, credo, abbiano fatto ritornare d’attualità la nozione di vita come destino, anzi come fato, con tutta la dimensione tragica che essa implica: più vicina alla tragedia greca, o all’Antico Testamento, o a Shakespeare, che alla nostra idea contemporanea di vita nelle società dei consumi – viziati come siamo da un secolo abbondante di welfare state, che ci aveva illusi che la vita fosse garantita e non ci fossero più rischi (i giovani, oggi, già hanno capito che invece, per loro, non sarà più – forse non sarà mai più – così). Perché chi parte lo sa, che potrebbe morire, e lo mette in conto, nonostante tutto. Segno, anche, che ci sono cose peggiori della morte.
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Stellantis, Ciarambino: un primo segnale, ora dalle parole ai fatti
«L’annuncio di Stellantis di sostenere ed implementare la produzione nelle fabbriche italiane è sicuramente un segnale positivo e va preso come tale – afferma Valeria Ciarambino, Vicepresidente del Consiglio regionale della Campania – Un passo importante, va detto, verso un dialogo più costruttivo tra multinazionale e istituzioni, un segnale per i lavoratori tutti, anche dell’indotto, e che dà…
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La Formazione iniziale degli insegnanti delle scuole secondarie
Scuola, la formazione iniziale degli insegnanti delle secondarie: all’UniMarconi istituzioni ed esperti a confronto. Un dialogo concreto e ricco di spunti si è svolto a Roma nella Sala Giulio Cesare dell’Università degli Studi Guglielmo Marconi, in occasione della tavola rotonda intitolata ‘La Formazione iniziale degli insegnanti delle scuole secondarie‘. L’evento La Formazione iniziale degli…
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Un omaggio a Francesco Surdich: la presentazione del volume "Spazi, luoghi, istituzioni" alla Biblioteca Civica di Novi Ligure
Un incontro culturale dedicato alla storia interdisciplinare, con interventi accademici e approfondimenti di rilievo.
Un incontro culturale dedicato alla storia interdisciplinare, con interventi accademici e approfondimenti di rilievo. Un evento per celebrare la storia e la cultura.Sabato 14 dicembre, alle ore 10:30, presso la sala conferenze della Biblioteca Civica di Novi Ligure (via Marconi, 66), si terrà la presentazione del volume “Spazi, luoghi, istituzioni. Studi in omaggio di Francesco Surdich”, curato…
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Bergamini: Piano Mattei coraggioso e visionario
La vicesegretario nazionale e responsabile esteri di Forza Italia Deborah Bergamini: "Piano Mattei coraggioso e visionario. Diplomazia parlamentare da prendere più sul serio" Nel contesto dei Med Dialogues in corso a Roma, la vicesegretario e responsabile esteri di Forza Italia, Deborah Bergamini, ha sottolineato l'importanza cruciale del Mediterraneo come specchio delle dinamiche globali. Durante il suo intervento ha evidenziato come il Mediterraneo rappresenti non solo una regione geografica ma anche un crocevia di sfide e opportunità internazionali. Il Mediterraneo, uno specchio del mondo "Il Mediterraneo è uno specchio, lo specchio delle realtà del mondo, della nostra riluttanza a prendere decisioni su quello che vediamo sulla scena globale. Siamo noi a dover costruire le condizioni per un cambio di paradigma," ha affermato Bergamini. Questo commento riflette una visione chiara e critica della situazione attuale, richiamando all'azione per un cambiamento necessario nella gestione delle relazioni internazionali. L'importanza del ruolo europeo La deputata ha poi sottolineato un passo avanti significativo da parte della Commissione Europea: "La Commissione Europea ha, per la prima volta nella sua storia, un Commissario per l'area Mediterranea: vuol dire che ha capito l'importanza dei problemi relativi ad essa." Questo riconoscimento ufficiale evidenzia l'attenzione crescente verso questa regione strategica. Il Piano Mattei: un approccio innovativo Discutendo del Piano Mattei, Bergamini ha espresso un forte apprezzamento per la visione del governo italiano: "E' uno dei piani più visionari e coraggiosi di questo governo. Non ha un approccio paternalistico, è un modo di dire ai paesi africani 'siamo insieme a voi per ottenere crescita e sviluppo, altrimenti non ci saranno stabilità e prosperità." Questo approccio collaborativo e di partenariato è visto come un modello per il futuro delle relazioni tra Europa e Africa. La sfida della diplomazia parlamentare Bergamini ha concluso il suo intervento con un appello per una maggiore considerazione della diplomazia parlamentare: "C'è una diplomazia parlamentare che dovrebbe essere presa un po' più sul serio. È una sfida su cui lavorare insieme. Siamo espressione dei nostri popoli, conosciamo le criticità dell'area mediterranea. Se impariamo dalle lezioni del passato e siamo in grado di confrontarci possiamo davvero cambiare il futuro." Questo invito al dialogo e alla cooperazione parlamentare sottolinea l'importanza di un coinvolgimento attivo e serio delle istituzioni parlamentari nel plasmare il futuro del Mediterraneo e dei suoi paesi. Forza Italia, con la voce di Deborah Bergamini, ribadisce l'impegno verso una politica estera che non solo riconosca ma anche agisca sulle complessità e le opportunità del Mediterraneo, promuovendo un dialogo costruttivo e una cooperazione autentica tra le nazioni. Edoardo Fabbri Nitti Forza Italia - Coordinamento Regione Toscana Follow @FI_ToscanaTweet to @FI_Toscana
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Touristmeet: incontro per favorire il dialogo nel settore
L’evento, aperto al pubblico e gratuito, è organizzato per favorire il dialogo tra istituzioni, operatori turistici, enti no profit e professionisti del settore. L’obiettivo è creare un momento di confronto sulle strategie e le soluzioni da adottare per ottimizzare la gestione dei flussi turistici, nonché il workflow di PMI e microimprese, in vista del Giubileo 2025. Touristmeet – Roma Giubileo…
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La@collezioneramopresenta MILÀ DRAWING WEEK 2024 - dal 23 novembre a 1 desembre Exhibició generalitzada de dibuix modern i contemporani
Gratis de càrrec Tota la informació@milanodrawingweek
La Col·lecció Ramo presenta, del 23 de novembre a l'1 de desembre, la quarta edició de la SETMANA DE DIBUIX MILANO, l'esdeveniment anual dedicat al dibuix ia les obres en paper. Per nove giorni MILANO DRAWING WEEK coinvolge la città in un affondo mirat sul disegne modern i contemporani che pren forma in una costellazione di mostre diffuse nella città. Per l'occasione, la Collezione Ramo mette a disposizione vaig donar un circuit di gallerie i istituzioni milanesi una selezione di operi la seva carta di artisti italiani del XX secol. L'invito, rivolto a un artista per spazio, è quello di individuare una òpera della collezione i porla in dialogo amb la pròpia ricerca.
UNA PARTICIPA: Castell Sforzesco Cittadella degli Archivi Casa dels Artistes Galeria Apalazzo Ciaccia Levi Ex Elettrofònica Kaufmann repetto Galeria de teler Monica De Cárdenas Galeria Nashira Setanta Vint-i-dos Spazio Lima Vistamare
#MilanoDrawingWeek #MilanoDrawingWeek #MilanoDrawingWeek
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Dolomiti Bus: orari aggiornati per un servizio sempre più efficiente
BELLUNO – Dolomiti Bus introduce nuovi aggiornamenti agli orari, già in vigore da oggi, per rispondere in modo ancora più preciso alle esigenze di studenti, lavoratori e turisti. Le modifiche, concordate e preventivamente autorizzate dall’Ente di Governo, sono il frutto di un costante monitoraggio del servizio e del dialogo con scuole, enti locali e istituzioni, queste modifiche riflettono…
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Marcia della Pace a Lodi
Comunicato stampa di Lodi Solidale
<< Le associazioni del territorio lodigiano, in collaborazione con il Comune di Lodi, organizzano una nuova edizione della Marcia della Pace del Lodigiano, che si terrà sabato 12 ottobre 2024. L’evento, aperto a tutta la cittadinanza, prenderà il via alle ore 9.30 dalla Casa del Quartiere di San Fereolo, a Lodi, e si concluderà presso la Colonia Caccialanza.
Il tema di quest'anno, “La guerra non è un film”, invita a riflettere sulla cruda realtà dei conflitti, che non sono semplici spettacoli mediatici, ma tragedie che distruggono vite, comunità e risorse. La marcia vuole essere un’occasione per confrontarsi sui compiti e sulle responsabilità di cittadini, associazioni e istituzioni nel promuovere una cultura della pace.
Questo evento sarà anche un momento simbolico importante, poiché si terrà esattamente un anno prima della Marcia Perugia-Assisi, prevista per il 12 ottobre 2025, segnando un percorso di continuità tra le iniziative di pace a livello nazionale e locale.
Non basta invocare la fine dei conflitti: è necessario un impegno concreto per prevenire l’escalation della violenza, basato sul dialogo e la giustizia sociale.
Partecipare alla Marcia della Pace del Lodigiano significa contribuire a rafforzare un movimento che crede nella possibilità di costruire un futuro senza guerre.
La pace non è un sogno irraggiungibile, ma un obiettivo che richiede il contributo di tutti noi.
Sabato 12 ottobre 2024 sarà un’opportunità per unire il territorio lodigiano in un cammino di speranza e responsabilità, dimostrando che la costruzione della pace è possibile attraverso il coinvolgimento attivo di ciascuno.
La marcia rappresenta anche un momento per sottolineare l'importanza della solidarietà internazionale e per sensibilizzare la comunità lodigiana su quanto sia essenziale un’azione comune per contrastare le disuguaglianze, l’ingiustizia e la violenza.
Invitiamo associazioni, gruppi, scuole e famiglie a partecipare, perché la pace si costruisce insieme, un passo alla volta. Ogni gesto conta: la marcia sarà un’occasione per dimostrare che il nostro territorio non è indifferente al richiamo di pace, ma intende rispondere con fermezza e determinazione.>>
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