#Residenti Alessandria
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Alessandria, Quartiere Cristo: Associazioni in campo per la sicurezza e la viabilità
L’Associazione Alessandria Sud e i commercianti del quartiere chiedono soluzioni urgenti per traffico e infrastrutture
L’Associazione Alessandria Sud e i commercianti del quartiere chiedono soluzioni urgenti per traffico e infrastrutture Alessandria, 3 febbraio 2025 – L’Associazione Alessandria Sud, rappresentata dal presidente Alessandro Borgoglio, insieme all’Associazione dei Commercianti del Quartiere Cristo, ha richiesto un incontro urgente con l’Amministrazione Comunale per discutere e trovare soluzioni su…
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Novi Ligure, sospesa licenza a un bar dopo aggressioni e spaccio
E’ stato eseguito questa mattina dai carabinieri della compagnia di Novi Ligure e da personale della questura di Alessandria il provvedimento di sospensione temporanea di dieci giorni della licenza per il bar Sun di viale Saffi. Da inizio anno i militari hanno avviato un monitoraggio del locale e dei frequentatori per le reiterate lamentele ricevute dai novesi residenti in zona e dagli avventori.…
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Non capiremo mai il delitto di Novi Ligure Vent’anni fa in Italia il presidente del Consiglio era Giuliano Amato, nominato l’anno prima dopo una crisi di governo che aveva portato alle dimissioni di Massimo D’Alema. Nello stesso periodo in tutta Europa veniva attivato un piano per il controllo dell’encefalopatia spongiforme bovina, meglio nota come “morbo della mucca pazza”. Vent’anni fa, in un’Italia per alcuni aspetti simile a quella di adesso, i notiziari della sera diedero la notizia di un delitto che avrebbe segnato l’opinione pubblica per anni. A Novi Ligure, in provincia di Alessandria, una madre di 41 anni era stata trovata morta in casa insieme al figlio undicenne. Susanna Cassini e Gianluca De Nardo erano stati uccisi con quasi un centinaio di coltellate: un modo così brutale da turbare anche magistrati e carabinieri di lungo corso. Carlo Carlesi, procuratore di Alessandria, settantenne con quasi quarant’anni di esperienza, fu tra i primi ad arrivare sul posto: si sentì male dopo aver visto la scena del crimine e fece visibilmente fatica a riferire qualcosa davanti alle telecamere, quella sera: «È uno degli episodi più feroci che abbia visto in vita mia. Senza scopo, senza senso». I soccorsi erano stati chiamati dalla figlia sedicenne, Erika De Nardo, che apparentemente era riuscita a fuggire agli aggressori dal seminterrato allertando i passanti in strada. Secondo la ragazza, alle 20.40 circa due persone erano entrate in casa e avevano ucciso la madre e il fratello minore per poi fuggire nel nulla: «albanesi» aggiunse. La voce si sparse subito. All’esterno della villetta, sigillata dalle autorità in attesa dell’arrivo della polizia scientifica, si radunarono alcuni residenti della zona che all’arrivo del sindaco sfogarono la loro rabbia contro gli immigrati di cui «la città era piena» e ai quali «venivano regalate le case». De Nardo confermò la sua versione, che il procuratore di Alessandria, all’uscita della caserma la mattina seguente, descrisse alla stampa come «lineare e precisa», aggiungendo: «È una ragazza coerente, una ragazza veramente splendida». Aveva anche riconosciuto uno degli aggressori, un ragazzo albanese residente nella zona. Le dichiarazioni del procuratore alimentarono la rabbia degli abitanti del luogo, molti dei quali parteciparono a una fiaccolata contro l’immigrazione promossa dagli esponenti locali della Lega Nord. Da Novi il dibattito sull’immigrazione si spostò presto sui canali televisivi nazionali, dalla mattina alla sera, dove si dava ormai per scontato che i colpevoli fossero «albanesi», «stranieri» o al massimo «una banda di slavi». Ma non era andata così. Tra gli investigatori i dubbi sulla versione della ragazza erano molti. Gli assassini non avevano portato via nulla dalla casa: avevano quindi massacrato una madre e il suo bambino per nulla? E a chi sarebbe mai venuto in mente di rapinare una villetta a schiera al centro di un quartiere residenziale di provincia alle nove di sera, con tutti a casa? Il parere finale del medico legale che eseguì le autopsie eliminò gli altri dubbi: era stata la figlia, aiutata probabilmente dal suo ragazzo, Mauro Favaro, diciassettenne che tutti chiamavano Omar. Per farli vacillare e spingerli a confessare vennero portati entrambi a fare un sopralluogo nella villetta. Al ritorno li fecero stare per quattro ore all’interno di una stanza della caserma dove erano state piazzate telecamere e microfoni: De Nardo, già descritta come incredibilmente fredda e lucida per la situazione in cui si trovava, fu colta a rassicurare Favaro, molto più frastornato e impaurito, e a mimare il gesto di una coltellata, per poi chiedergli: «Ma quante gliene hai date?». Dopo tre giorni dall’accaduto, tutti quelli che stavano seguendo il caso si trovarono per le mani una realtà completamente diversa da quella ipotizzata all’inizio, e altrettanto inspiegabile. Come avevano fatto due minorenni a massacrare in quel modo, senza motivi apparenti, la madre e il fratello minore di lei, e a resistere imperterriti alle conseguenze? A rendere ancora più difficile la comprensione del delitto furono le conclusioni degli investigatori: Erika De Nardo e Omar Favaro progettavano da mesi di uccidere la famiglia di lei, compreso il padre Francesco, tra i responsabili dell’azienda dolciaria Pernigotti. E probabilmente ci avevano già provato con del veleno per topi, le cui tracce furono ritrovate in vari punti della casa durante i rilevamenti. Ci erano poi riusciti la sera del 21 febbraio, aspettando madre e figlio al loro rientro, nascosti al buio. La madre fu uccisa con oltre cinquanta coltellate, inferte da entrambi mentre la donna urlava alla figlia di smetterla, chiedendole perché lo stesse facendo e infine dicendole «ti perdono». Il fratello minore avrebbe dovuto salvarsi, ma dalla sua camera sentì i rumori, fece le scale e vide tutta la scena: De Nardo e Favaro, ritenendo di non poterlo più risparmiare, provarono ad annegarlo nella vasca da bagno. Non ci riuscirono perché continuava a lottare, come confermarono le tracce di sangue trovate sulle pareti del bagno. A quel punto lo uccisero con altre coltellate, lasciandolo poi sott’acqua. De Nardo venne valutata come una ragazza più intelligente della media, affetta però da «un disturbo di personalità di tipo narcisistico e guidata da una logica di controllo dei rapporti». Favaro, di minor quoziente intellettivo, presentava invece «un disturbo da personalità dipendente per cui era portato a compiacere l’altro e ad anticiparne i desideri». Secondo gli esperti i motivi dietro due omicidi così efferati e allo stesso tempo senza un vero e proprio movente «andavano ricercati nella profondità della loro psiche, una dimensione visionaria nella quale si vedevano come una coppia assoluta e ostacolata dalle regole imposte della famiglia di lei». Successivamente, alla domanda sul perché lo avessero fatto, entrambi risposero di non saperlo. (...) Dopo aver letto la sentenza, il giudice si rivolse ai due ragazzi dicendo: «Questa non è la fine. Se capirete potrete dare una svolta alla vostra vita». Il giornalista inviato di Repubblica che seguì il caso, Meo Ponte, presente in aula, raccontò in seguito: «Credo di aver capito la vera Erika quando, dopo aver cercato per mesi di mostrare un volto umano, al momento della sentenza esplose e aggredì gli avvocati». Le condanne di entrambi vennero confermate in appello nel 2002 e in definitiva dalla Cassazione nel 2003. Favaro uscì dal carcere il 3 marzo 2010 grazie ai benefici dell’indulto e agli sconti per buona condotta dovuti anche ai miglioramenti riscontrati in lui dagli esperti. Salvo un’intervista concessa al programma televisivo Matrix nel 2011, non si è più fatto vedere in pubblico. De Nardo, che in carcere si è laureata in filosofia con 110 e lode, è libera dal 2011. (...) di Pietro Cabrio
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Ecco cosa sta succedendo a Torino. Scene di ordinaria follia, stato di polizia. Celere e Digos sono saliti caricando sul tram per impedire ad alcuni compagni di raggiungere il presidio vicino al comune. Centro completamente militarizzato, fermi senza motivo e caccia all’uomo. (video)
Risultato: hanno picchiato un ragazzo che chiedeva solo cosa stesse succedendo e hanno fatto scendere tutti gli altri passeggeri, tra cui una donna che si è incazzata e gli ha gridato: FASCISTI!
La normale eccezionalità della repressione
Sembra esserci un alone di “eccezionalità” dietro la vicenda dell’Asilo di Torino. Eccezionali le misure poliziesche adottate per sgomberare lo spazio, con grate d’acciaio che hanno isolato il quartiere fin dalle prime ore di sabato mattina e controllo dei documenti a chiunque passasse per quelle vie. Eccezionale – e strumentale – la motivazione dello sgombero, nella quale sette persone vengono arrestate con l’accusa di associazione sovversiva per alcune azioni contro il CPR. Eccezionale la tempestività con cui la polizia ha agito nel corteo del sabato pomeriggio, arrestando 11 persone e identificandone oltre 200. Eccezionale la copertura mediatica degli eventi che si sono susseguiti nel week-end, con tanto di codazzo di fantasmagoriche inchieste sui centri sociali più “pericolosi d’Italia”. Eccezionali, infine, anche le dichiarazioni del Questore Francesco Messina, che giudica l’Asilo non «un centro sociale normale ma la base logistica di una cellula che propugna la sovversione dell’ordine democratico partendo dalla protesta di piazza». Questore che definisce «prigionieri» coloro che sono stati arrestati in piazza: eccezionale anche questo, se pur immediatamente smentito dallo stesso Gip che ha scarcerato dopo pochi giorni gli attivisti, dando loro “solo” l’obbligo di firma.
Dietro questo alone si nasconde la volontà di normalizzare l’azione coercitiva nei confronti di chiunque si renda protagonista di lotte sociali. In poche parole, il caso dell’Asilo serve al potere per alzare l’asticella della sua iniziativa repressiva, portando in via di definizione una cultura della legalità sempre più autoritaria. Lo esprime bene il Ministro Salvini con le sue dichiarazioni sulla «tolleranza zero» nei confronti dei centri sociali, tanto scontate quanto coerenti con la sua azione politica iniziata con la circolare di settembre contro le occupazioni abusive di case e uffici e proseguita con l’ormai famigerato decreto, convertito in legge il 1 dicembre scorso. Ma non è da meno la sindaca torinese Chiara Appendino nel suo amorevole plauso alla Questura e agli agenti, autori di un intervento che, a suo dire, città e residenti attendevano da anni.
Non ci stupiamo del connubio che si viene a creare tra forze politiche, poliziesche e palazzinari quando c’è da mettere ”le mani sulla città”. Gli spazi sociali e le occupazioni abitative sono spesso ostacolo agli ingranaggi della rendita, in uno scacchiere urbano che differenzia sempre più la residenzialità sulla base del censo. Ciò che sta accadendo nel quartiere Aurora a Torino ripete un film già visto centinaia di volte in questo Paese, e non solo, negli ultimi 40 anni. Certo, sono lontani i tempi del «sangue che scorre nelle arterie della metropoli», ma l’inimicizia del potere costituito nei confronti dei centri sociali possiamo considerarla uno dei pochi tratti distintivi delle “tre repubbliche”. Di sgomberi ne abbiamo visti tanti, negli ultimi anni con sempre maggiore frequenza e violenza. Ma la vicenda di Torino sembra segnare un cambio di passo, con un intero pezzo di città che sembra vivere in una situazione di vera e propria guerra a bassa intensità, con una città militarizzata da cima a fondo. Gli episodi di terrore poliziesco di oggi pomeriggio, con le forze dell’ordine che fanno scendere con la forza dai mezzi pubblici le persone dirette al presidio cittadino, sono un’ulteriore grave conferma di questa situazione.
Ma nell’eccezione che vuole farsi normalità, c’è chi ha deciso di non fare il convitato di pietra ed è passato al contrattacco. Una reazione che ha saputo mettere insieme tante persone, coinvolgendo innanzitutto un quartiere che si è sentito subito orfano di una presenza importante che durava da oltre vent’anni. Una reazione radicale, che sta quantomeno facendo pagare un caro prezzo all’arroganza. E mentre i checkpoint su via Alessandria fanno tornare alla mente situazioni di “altri mondi”, il nostro orizzonte andrà sempre alla ricerca di “mondi altri”. Mondi che passano innanzitutto da un concetto chiave: gli spazi sociali non si toccano
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30th July >> (@vaticannews) #PopeFrancis makes a surprise visit to a sick, bedridden lady in Rome, demonstrating yet again his #compassion and pastoral concern for those in need. Pope Francis makes surprise visit to elderly woman in Rome Demonstrating once again his compassion and pastoral concern for those in need, Pope Francis makes a surprise visit to a sick, bedridden lady in Rome. Pope Francis this weekend visited an elderly lady, whom he knows, in Rome’s Salario district on the Via Alessandria. The Pope arrived late on Saturday afternoon aboard his blue Ford Focus to pay a visit to the lady who is bedridden and had repeatedly invited the Holy Father to her home. He was accompanied by only a few Vatican Gendarmes and several plainclothes Italian police officers, who waited outside as the Pope entered the house. Pope Francis stayed with the lady for around an hour, and was greeted as he left by a small crowd of local residents who had recognized his blue car. The Pope greeted the well-wishers, shaking hands and hugging them affectionately. He took a moment to play with a child, as a young woman sought to hold back tears of joy. A sick man who lives in the same residential complex also made his way outside to receive the Holy Father’s blessing and words of comfort. After greeting everyone present, Pope Francis blessed them and returned to the Vatican in his inconspicuous Ford Focus. Topics ELDERLY POPE FRANCIS ITALY SOLIDARITY 29 July 2018, 10:53 Send Print
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ALESSANDRIA. PRESENATZIONE STUDI SULLA CITTA' A PALAZZO MONFERRATO.
ALESSANDRIA. PRESENATZIONE STUDI SULLA CITTA’ A PALAZZO MONFERRATO.
DISTRETTO URBANO DEL COMMERCIO: a Palazzo Monferrato un incontro con la presentazione degli studi sulla città di Alessandria inerenti la rigenerazione urbana Nel percorso di costituzione del Distretto Urbano del Commercio di Alessandria, il Comune di Alessandria, Confcommercio e Confesercenti, organizzano un incontro pubblico con operatori commerciali, residenti e cittadinanza per presentare le…
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Chiuso dalla DIGOS per 15 giorni un bar di piazza Matteotti in Alessandria
Nel corso della mattina del 15 giugno u.s., il personale della Squadra Amministrativa della divisione P.A.S.I. della Questura di Alessandria, ha notificato al titolare di un esercizio commerciale ubicato in Alessandria, in Piazza Matteotti il decreto del Questore che dispone la chiusura del locale per 15 giorni, ai sensi dell’art. 100 del Testo Unico Leggi di Pubblica Sicurezza. Tale provvedimento è stato adottato a seguito di numerosi interventi effettuati dalle Forze di Polizia in cui è stata accertata la costante presenza, di numerosi pregiudicati per diverse tipologie di reati sia contro la persona e il patrimonio che inerenti alla normativa sugli stupefacenti. Pertanto si ritiene che lo stesso, costituendo un luogo di abituale ritrovo ed un punto di riferimento per soggetti pluripregiudicati la cui aggregazione rappresenta fonte di allarme sociale, determini uno stato di profondo disagio per i residenti della zona. In considerazione della diminuita percezione di sicurezza registratasi nella cittadinanza, in particolare in coloro che risiedono nella zona ove ha sede il suddetto esercizio commerciale, e al fine di impedire il reiterarsi di simili episodi, si è ritenuto necessario sospendere temporaneamente il prosieguo dell’attività dell’esercizio, a tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica. http://dlvr.it/QXsDYG
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CASTING COMPARSE PER SERIE TV RAI "LA SPOSA" REGIA DI GIACOMO CAMPIOTTI
CASTING COMPARSE PER SERIE TV RAI “LA SPOSA” REGIA DI GIACOMO CAMPIOTTI
. Si cercano comparse residenti nella provincia di Alessandria, per , regista per esempio di «Braccialetti rossi», Si cercano Le persone selezionate saranno contattate dai responsabili del casting per le indicazioni successive. Per la realizzazione di una serie tv Rai, dal titolo provvisorio “La Sposa”, regia di Giacomo Campiotti, si effettua casting finalizzato alla selezione di…
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Provvedimenti Viabili ad Alessandria: Asfaltature nel Quartiere Cristo dal 18 Novembre al 23 Dicembre 2024
Interventi per il miglioramento delle strade nel Quartiere Cristo
Interventi per il miglioramento delle strade nel Quartiere CristoLa città di Alessandria ha annunciato un programma di lavori di asfaltatura che interesserà diverse vie del Quartiere Cristo tra lunedì 18 novembre e lunedì 23 dicembre 2024. Gli interventi mirano a migliorare la qualità delle strade e a garantire maggiore sicurezza per residenti e automobilisti. Dettagli sui lavori e provvedimenti…
#aggiornamenti viabilità#Alessandria#Alessandria Comune#Alessandria today#Amministrazione comunale#amministrazione pubblica#Cantiere stradale#Circolazione stradale#comunicato stampa Alessandria#disagi temporanei#disagi viabilità#divieto di sosta#Google News#Infrastrutture#interventi viabilità#italianewsmedia.com#Lavori di asfaltatura#Lavori pubblici#manutenzione stradale#Manutenzione Urbana#mezzi operativi#miglioramento qualità stradale#Miglioramento strade#Pier Carlo Lava#programma lavori#Quartiere Cristo#Residenti Alessandria#restrizioni traffico#segnaletica temporanea#Sicurezza stradale
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Unione civile con discendente Windsor celebrata in Monferrato
Sindaca di Occimiano. “Casata inglese è stata informata” Matrimonio ‘reale’ – per lo meno per la discendenza con la Casata inglese dei Windsor vantata da uno degli sposi – celebrato oggi in comune a Occimiano, nel Monferrato. A convolare a nozze sir Paolo Saltarelli Bozzi Granville, 48 anni, e Iginio Viganò di 58, lombardi di origine, residenti a Pomaro (Alessandria), esperti e appassionati di…
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2 nov 2020 08:40
NON CREDETE AL COVID? IL PRIMARIO ORGANIZZA "TOUR" IN TERAPIA INTENSIVA PER I NEGAZIONISTI - LA PROVOCAZIONE DI MICHELE GRIO, PRIMARIO DELLA RIANIMAZIONE DELL'OSPEDALE DI RIVOLI: "SARÀ PER ME UN PIACERE FARVI PERSONALMENTE DA GUIDA E CONDURVI IN UN PIACEVOLISSIMO VIAGGIO IN QUELLO CHE PER NOI È UN GIRONE DANTESCO, MA PER VOI GIUSTAMENTE È ESAGERATO” - IL CONSIGLIO A CHI NEGA LA PRESENZA DEL CORONAVIRUS
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Federico Giuliani per ilgiornale.it
Un tour tra i reparti di terapia intensiva, in mezzo ai malati intubati, per convincere i negazionisti dell'emergenza sanitaria in corso. È questa la provocazione lanciata su Facebook da Michele Grio, primario della rianimazione dell'ospedale di Rivoli (Torino).
Il messaggio del dottore è chiarissimo: "Non ci credete? Bene, la TourinGrio organizza da domani tour guidati in Rianimazione e nei reparti Covid. Sarà per me un piacere farvi personalmente da guida e condurvi in un piacevolissimo viaggio in quello che per noi è un girone dantesco, ma per voi giustamente è esagerato".
Con un lungo post pubblicato sul proprio profilo, il primario ha provato a spiegare sarcasticamente come lui e i colleghi piemontesi stanno affrontando questa seconda ondata del virus. "No no, è tutto vuoto, ho fatto sdraiare i miei medici ed i miei infermieri giusto per fare le foto, le buste le indossiamo per la cellulite. Non dormiamo perché ormai siamo avanti con l’età e passiamo le giornate seduti mangiando e bevendo", ha aggiunto Grio.
Il medico si è quindi sfogato con chi, ignorando la delicata situazione all'interno dei reparti dedicati ai pazienti contagiati dal Covid-19, sostiene che gli ospedali siano vuoti. Gli operatori, proprio come si vede in televisione, sono bardati da testa a piedi con tute e protezioni di ogni tipo per evitare di contrarre l'infezione.
E su questo ha giocato Grio: "Io mi bardo con tuta, maschera e calzari, a voi non servono ma tengo libero un letto con ventilatore meccanico e monitoraggio continuo multiparametrico molto invasivo. Nel gabinetto, perché lo sgabuzzino l’ho già impegnato". Il primario ha quindi concluso con un consiglio a chi nega la presenza del coronavirus: "Non chiedeteci suggerimenti se vi ammalate dopo aver scritto e pensate la qualunque. Coerenza, ci vuole coerenza".
La situazione in Piemonte
L'ultimo bollettino sanitario relativo alla situazione in Piemonte non ha certificato uno scenario particolarmente complesso, proprio come in gran parte d'Italia. Sono 2.024 i nuovi contagi da Covid-19, 839 dei quali asintomatici. Il totale dei positivi da inizio pandemia sale quindi a 72.660, così suddivisi su base provinciale: 39.007 Torino, 8.922 Cuneo, 6.852 Alessandria, 5.826 Novara, 3.589 Asti, 2.736 Vercelli,2.390 Biella, 2.059 Verbano Cusio Ossola, oltre a 509 residenti fuori regione ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 770 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.
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Non c’è bisogno di andare fino in Provenza per ammirare i meravigliosi campi di lavanda in fiore. Il Monferrato, tra i mesi di giugno e luglio, si tinge di lilla. La provincia di Alessandria, in Piemonte, diviene dunque lo spunto per splendide gite d’estate tra colline, borghi, pievi e castelli. E campi di lavanda in fiore. A Castelletto, nell’Alto Monferrato acquese, sulla dorsale che divide la Val Bormida dalla Valle dell’Erro, già vicinissimi al confine con la Liguria, i sette ettari di lavanda dell’azienda di Anna Calviello offrono un colpo d’occhio che incanta. Ma per chi della lavanda vuole conoscere davvero tutto, anche la sua trasformazione e le sue molteplici declinazioni, vale la pena fare un salto a Spigno, alla cooperativa Agronatura, dove si trasformano erbe officinali e si coordina la trasformazione di tutta la lavanda della provincia. Casa Nossa a Viguzzolo @Ufficio stampa Campi di lavanda spettacolari anche nell’Azienda agricola Cascina Ospedale ad Alessandria. Qui si possono fare passeggiate in mezzo alla lavanda che pare essere un toccasana per il mal di testa. Nel cuore del Monferrato c’è poi una strada panoramica che, anche senza lavanda, sarebbe da sola oggetto di meta imperdibile, da percorrere a piedi o in bicicletta: rigorosamente chiusa al traffico – salvo i residenti -, è una strada interna che collega i due borghi di Cuccaro e Lu. Proprio per la sua suggestività, entrambi i borghi hanno apposto le “big bench”, le panchine iper-dimensionate che s’affacciano sui paesaggi più affascinanti del Piemonte e, quella di Cuccaro, proprio come tributo alla distesa profumata, è di un colore blu intenso come la lavanda. Una panchina per ammirare i campi di lavanda a Cuccaro @Ufficio stampa Qui, in direzione Quargnento, assolutamente imperdibile per la gioia degli occhi è il campo a perdita d’occhio dell’azienda lalavandadilu. A metà strada tra Valenza e Casale Monferrato c’è anche il borgo di Giarole, noto per ospitare uno dei più bei castelli della provincia. Il borgo di Conzano visto da Cuccaro @B. Polito A poche centinaia di metri, l’azienda agricola Pavese Andrea ha inserito tra le sue coltivazioni, proprio al confine con il comune di Pomaro, campi di lavanda biologica, che si snodano tra il torrente Grana, le colline e la valle. Per una passeggiata piacevolissima nel blu profumato. E, infine, ci si sposta nella parte più orientale della provincia di Alessandria, sui dolci colli tortonesi, famosi per il vino timorasso e la coltivazione della frutta, le strade dei campionissimi, oltre che per avere borghi fuori dal tempo, come Garbagna (uno dei Borghi piu belli d’Italia) e Pontecurone, o Volpedo, dove ha sede lo studio del celebre pittore Pelizza. Per seguire la lavanda si deve andare a Viguzzolo. Campi di lavanda a Viguzzolo @Ufficio stampa In strada Castelletto, una piccola visione: su un declivio morbido e sinuoso si stagliano i campi della tenuta di Giancarlo Nossa, giardiniere appassionato, che qui dal 2007 coltiva fragole e lavanda. Perché, come dice lui, non c’è come svegliarsi al mattino e aprire le finestre sul blu. Ormai il suo campo è meta di pellegrinaggi di appassionati. Ma l’esperienza più incredibile per gli appassionati della lavanda è dormire una notte circondati dai campi blu. Lo si può fare a Caiti nell’Agriturismo Verdita, dove sono stati organizzati degli “starsbox”, romantiche capanne di legno. Oppure a Villa Cheti a Monterosso – Spigno Monferrato con le sue camere nella natura, tra le piante officinali, la lavanda e lo zafferano. Un piacerfe per i sensi. Dormire in uno “starsbox” circondati dai campi di lavanda @Simone Mondino https://ift.tt/2YY3rvO Il Monferrato come la Provenza: ecco gli splendidi campi di lavanda Non c’è bisogno di andare fino in Provenza per ammirare i meravigliosi campi di lavanda in fiore. Il Monferrato, tra i mesi di giugno e luglio, si tinge di lilla. La provincia di Alessandria, in Piemonte, diviene dunque lo spunto per splendide gite d’estate tra colline, borghi, pievi e castelli. E campi di lavanda in fiore. A Castelletto, nell’Alto Monferrato acquese, sulla dorsale che divide la Val Bormida dalla Valle dell’Erro, già vicinissimi al confine con la Liguria, i sette ettari di lavanda dell’azienda di Anna Calviello offrono un colpo d’occhio che incanta. Ma per chi della lavanda vuole conoscere davvero tutto, anche la sua trasformazione e le sue molteplici declinazioni, vale la pena fare un salto a Spigno, alla cooperativa Agronatura, dove si trasformano erbe officinali e si coordina la trasformazione di tutta la lavanda della provincia. Casa Nossa a Viguzzolo @Ufficio stampa Campi di lavanda spettacolari anche nell’Azienda agricola Cascina Ospedale ad Alessandria. Qui si possono fare passeggiate in mezzo alla lavanda che pare essere un toccasana per il mal di testa. Nel cuore del Monferrato c’è poi una strada panoramica che, anche senza lavanda, sarebbe da sola oggetto di meta imperdibile, da percorrere a piedi o in bicicletta: rigorosamente chiusa al traffico – salvo i residenti -, è una strada interna che collega i due borghi di Cuccaro e Lu. Proprio per la sua suggestività, entrambi i borghi hanno apposto le “big bench”, le panchine iper-dimensionate che s’affacciano sui paesaggi più affascinanti del Piemonte e, quella di Cuccaro, proprio come tributo alla distesa profumata, è di un colore blu intenso come la lavanda. Una panchina per ammirare i campi di lavanda a Cuccaro @Ufficio stampa Qui, in direzione Quargnento, assolutamente imperdibile per la gioia degli occhi è il campo a perdita d’occhio dell’azienda lalavandadilu. A metà strada tra Valenza e Casale Monferrato c’è anche il borgo di Giarole, noto per ospitare uno dei più bei castelli della provincia. Il borgo di Conzano visto da Cuccaro @B. Polito A poche centinaia di metri, l’azienda agricola Pavese Andrea ha inserito tra le sue coltivazioni, proprio al confine con il comune di Pomaro, campi di lavanda biologica, che si snodano tra il torrente Grana, le colline e la valle. Per una passeggiata piacevolissima nel blu profumato. E, infine, ci si sposta nella parte più orientale della provincia di Alessandria, sui dolci colli tortonesi, famosi per il vino timorasso e la coltivazione della frutta, le strade dei campionissimi, oltre che per avere borghi fuori dal tempo, come Garbagna (uno dei Borghi piu belli d’Italia) e Pontecurone, o Volpedo, dove ha sede lo studio del celebre pittore Pelizza. Per seguire la lavanda si deve andare a Viguzzolo. Campi di lavanda a Viguzzolo @Ufficio stampa In strada Castelletto, una piccola visione: su un declivio morbido e sinuoso si stagliano i campi della tenuta di Giancarlo Nossa, giardiniere appassionato, che qui dal 2007 coltiva fragole e lavanda. Perché, come dice lui, non c’è come svegliarsi al mattino e aprire le finestre sul blu. Ormai il suo campo è meta di pellegrinaggi di appassionati. Ma l’esperienza più incredibile per gli appassionati della lavanda è dormire una notte circondati dai campi blu. Lo si può fare a Caiti nell’Agriturismo Verdita, dove sono stati organizzati degli “starsbox”, romantiche capanne di legno. Oppure a Villa Cheti a Monterosso – Spigno Monferrato con le sue camere nella natura, tra le piante officinali, la lavanda e lo zafferano. Un piacerfe per i sensi. Dormire in uno “starsbox” circondati dai campi di lavanda @Simone Mondino Il Monferrato, tra i mesi di giugno e luglio, si tinge di lilla e regala esperienze per i sensi che non hanno nulla da invidiare alla Provenza.
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Azienda Sanitaria Locale Bari ORDINANZA DEL PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE DELLA PUGLIA MICHELE EMILIANO Misure per il contrasto e il contenimento sul territorio regionale del diffondersi del virus COVID-19 ai sensi dell’art.32 della Legge 23 dicembre 1978, n. 833 in materia di igiene e sanità pubblica. A seguito del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri dell'8 marzo, chi rientra dalla regione Lombardia e dalle province di Modena, Parma, Piacenza, Reggio nell'Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Alessandria, Asti, Novara, Verbano-Cusio-Ossola, Vercelli, Padova, Treviso, Venezia deve: ✅ COMUNICARE LA PROPRIA PRESENZA per i residenti: al proprio medico o al pediatra di libera scelta; per i non residenti: all'operatore di Sanita Pubblica del Servizio di Sanità Pubblica territorialmente competente; Le persone prive di sintomi possono precompilare online il modulo di autosegnalazione, scaricarlo e trasmetterlo all'ufficio di competenza ➡️ www.sanita.puglia.it/autosegnalazione-coronavirus ✅ METTERSI IN ISOLAMENTO osservare la permanenza domiciliare con isolamento fiduciario per 14 giorni; ✅ DIVIETO DI VIAGGI E SPOSTAMENTI rimanere raggiungibile per ogni eventuale attività di sorveglianza; ✅ IN CASO DI SINTOMI come febbre, tosse secca, mal di gola, contattare telefonicamente il proprio medico curante e seguire le sue indicazioni. Non bisogna recarsi personalmente dal proprio medico curante, alla guardia medica o al pronto soccorso. Non bisogna chiamare il 118. ℹ️ PER INFORMAZIONI UTILI Numero verde regionale: 800 713931 Sito web regionale ➡️ regione.puglia.it/coronavirus ➡️Leggi qui il testo integrale dell'Ordinanza del Presidente della Regione Puglia https://bit.ly/2IqQEtX #coronavirusitalia #simalpro (presso SIMAL & PRO) https://www.instagram.com/p/B9eRjtsgvtu/?igshid=1nnma8rzf3dul
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ALESSANDRIA. CAMBIA IL SENSO DI MARCIA IN VIA GALVANI.
ALESSANDRIA. CAMBIA IL SENSO DI MARCIA IN VIA GALVANI.
Alessandria, 26 agosto 2019
Comunicato Stampa
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Dal 2 settembre nuovo senso unico di marcia in via Galvani ad Alessandria
L’Ufficio Traffico del Servizio Autonomo Polizia Locale di Alessandria posizionerà, a partire da martedì 27 agosto, gli avvisi ai residenti di via Galvani ad Alessandria con cui si comunica che da lunedì 2 settembre viene modificato il senso di marcia in via Galvani. La…
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(via Respirato amianto per settimane ma l’Arpa colpevolmente minimizza – No Tav – Terzo Valico)
Dopo che Sabato avevamo segnalato lo sforamento di 1 ff/l nella prima cintura esterna del deposito di smarino presso la Cascina Clara e Buona di Alessandria, ieri sera il semaforo sul sito dell’osservatorio è tornato verde, con singolare coincidenza e celerità. Apprendiamo da RadioGold le giustificazioni da parte del direttore di ARPA Alessandria, che più che tranquillizzare aumentano la preoccupazione non solo su cosa sta succedendo, ma anche su chi sta controllando.
Nel tentativo di minimizzare l’accaduto afferma: “La quantità di fibre di amianto rilevata alla Cascina Clara e Buona di Alessandria è stata inferiore rispetto a quello che il protocollo amianto considera un pericolo per l’ambiente“.
Primo appunto, non di poco conto: la quantità di fibre in aria determina la pericolosità sotto il profilo sanitario e non ambientale. Se si cade in errore qua, si compromettono tutte le valutazioni ed adempimenti conseguenti.
Nel caso il Direttore lo avesse dimenticato, riportiamo la pagina 25 del documento “Protocollo di gestione della comunicazione al CITTADINO – Amianto” dove sotto il profilo sanitario è ben chiaro che 1 ff/l rappresenta la soglia tra una condizione di normalità e una di pericolo, che per quel documento sarebbe più corretto chiamare rischio.
A noi che non interessa mettere a rischio la nostra salute, neppure su base statistica, tutto quello che introduce un potenziale rischio lo riteniamo pericoloso. Certi giochi di parole non vanno fatti sulla pelle dei cittadini, sia chiaro.
Quel documento disciplina come deve essere rassicurata la popolazione, in pratica un protocollo su come deve essere propagandato un ideale di sicurezza che non interferisca con i lavori del Terzo Valico e in questi giorni vediamo purtroppo come venga messo in opera all’occorrenza.
In ogni caso, quello stesso documento a pag. 30 evidenzia come il numero di fibre in aria sia un “indicatore di pericolosità” e non di rischio, e il valore che fa passare l’indicatore in stato di allerta sia proprio 1 ff/l.
Il direttore Maffiotti sarà ancora così sicuro che quel valore non rappresenta un pericolo?
Proseguendo nell’articolo di RadioGold il direttore precisa che “Il primo dato riguarda il monitoraggio effettuato da Cociv intorno al 10 agosto … in quel caso era stata evidenziata una quantità di fibre di amianto con una concentrazione uguale o maggiore a 1“.
Ci auguriamo che si renda conto che dire maggiore di 1 è fortemente fuorviante, perché è maggiore di 1 sia 1.01 che 1500. Di quante fibre litro stiamo parlando?
Prosegue dicendo: “Si tratta di oscillazioni che ci possono essere intorno a dei siti dove viene depositato terreno contenente anche amianto“.
Cerchiamo di capirci, è dal 10 agosto, cioè da quasi 2 settimane (più di 3 in base al sito dell’osservatorio), che c’era un valore superiore ad 1, e il Direttore parla di oscillazioni? La popolazione alessandrina è stata esposta per 2 settimane a valori > 1 ff/l di amianto, e si minimizza l’accaduto? In quale pagina del protocollo amianto o di quello di gestione della comunicazione al cittadino si parla di oscillazioni tollerabili? Per noi questa è nuova.
Leggiamo ancora nell’articolo: “Per questo Arpa ha accelerato i tempi per una nuova rilevazione, effettuata intorno al 25 agosto: in questo caso non sono state rilevate fibre di amianto nell’aria. Questi nuovi dati sono stati recepiti lunedì pomeriggio dal sito dell’Osservatorio Ambientale”.
Ci rendiamo conto che è la chiara ammissione di insufficienza del monitoraggio e scarsa preoccupazione per la salute pubblica? Dal 10 agosto che sono state riscontrati livelli di allerta con concentrazione di fibre di amianto > 1 ff/l e:
Nessuna comunicazione ai cittadini residenti
Nessun articolo di stampa
Il Sindaco Cuttica non ha preso provvedimenti (era stato informato?)
Sono passate 2 settimane, ripetiamo 2, prima che ARPA, accelerando i tempi (accelerando?) facesse una nuova rilevazione. In quelle 2 settimane quante fibre si sono disperse nei polmoni dei residenti? Il rientro sotto 1 ff/l è avvenuto il 25 agosto o l’11 agosto?
Il fatto che dal 25 agosto siano passati 10 giorni, e ripetiamo 10, prima che venisse aggiornato il sito dell’osservatorio ambientale, dimostra quanta latenza esista tra ciò che accade e ciò che pubblicano. Quel sito è solo di facciata, per consentire a COCIV di lavorare in tutta tranquillità.
E nonostante questo, dobbiano leggere che “questa è la dimostrazione di quanto le attività di monitoraggio siano efficaci. Basta una quantità minima di fibre di amianto rilevata per far cambiare lo stato di attenzione. Quantità di fibre di amianto, ripeto, non particolarmente rilevanti per questi settori, nell’ordine di qualche unità e quindi gestibili”
Ma il Direttore Maffiotti si rende conto che non è una quantità minima di fibre, bensì una quantità che fa passare l’indice di pericolosità da “normalità” ad “allerta”? Si rende conto che quel limite era sempre stato sbandierato anche da ARPA Piemonte come il valore soglia di allarme?
E per finire, in questa frase del Direttore la conferma di quanto stiamo dicendo da anni: “Occorre capire gli eventuali fattori esterni che possano aver aumentato il rischio di sollevamento di queste fibre, ad esempio il vento o la siccità“.
Ma non si erano sgolati tutti a dire che le fibre in acqua non erano pericolose, cercando di non rispondere quando obiettavamo che l’acqua, per sua “maledetta” natura evaporava lasciando le fibre di amianto libere di spostarsi in aria, facile preda del vento? Ora c’è l’implicita ammissione che la siccità, quindi l’evaporazione, e il vento possono disperdere fibre in quantitativi superiori alla soglia di allerta? E ancora una volta, di quante fibre parliamo?
Sindaco Cuttica, Presidente della Provincia Muliere, vi fidate ancora così ciecamente del sistema di controllo che gravita intorno al Terzo Valico? Vi fidate al punto di non applicare alcun principio di precauzione, assumendovi la responsabilità di tale decisione?
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SAN BENEDETTO – Non è la Lombardia, ma la Valle d’Aosta la regione italiana con il più alto tasso di contagiati da coronavirus in base al numero dei residenti. Ha 70 contagiati ogni 10mila abitanti. Dopo la Lombardia, a quota 56, spicca il Trentino-Alto Adige a quota 45, terzo posto. Ciò conferma il peso che ha avuto il turismo montano, specie di provenienza lombarda, nella diffusione del virus nelle località sciistiche delle due regioni a statuto autonomo.
Sono questi i risultati di un’analisi compiuta dall’Ufficio comunicazione dell’Unsic, associazione datoriale, sulla penetrazione del Covid-19 nelle regioni e nelle province italiane in percentuale al numero dei residenti. Un lavoro che permette di far emergere alcuni elementi utili che possono contribuire alle analisi sulla diffusione del virus nel nostro Paese.
Ad esempio, da una parte ci sono regioni, soprattutto nel Centronord, che presentano marcate differenze tra province. In Lombardia si va dai 127 contagiati per 10mila residenti di Cremona rispetto ai 18 di Varese; in Emilia-Romagna dai 106 di Piacenza ai 16 di Ferrara; in Friuli-Venezia Giulia dai 36 di Trieste ai 9 di Gorizia; nella Marche dai 58 di Pesaro-Urbino agli 11 di Ascoli Piceno.
In altre, i dati sono abbastanza omogenei. Salvo qualche singolarità, in tutto il Mezzogiorno. Ma anche in Toscana, dove ad eccezione di Massa Carrara (quota 41), Arezzo, Grosseto, Pisa, Pistoia, Prato e Siena viaggiano tra quota 12 e 15, con Lucca e Firenze un po’ più in alto e Livorno più in basso. Stesso fenomeno in Umbria (Perugia e Terni entrambe intorno a quota 14) e in Calabria, la regione meno contagiata insieme alla Sicilia (con medie sotto ai cinque contagiati ogni 10mila residenti), dove solo Crotone è più avanti alle altre province.
Un altro elemento che si conferma è la netta frattura tra Nord e Sud. Sappiamo già, analizzando i numeri dei contagiati, che la Lombardia da sola ne conta oltre un terzo del totale nazionale, seguita da Emilia-Romagna e Piemonte, che nei giorni scorsi ha oltrepassato il Veneto in questa triste classifica. Queste quattro regioni registrano oltre due terzi di tutti i contagiati a livello nazionale.
La loro distanza dal Mezzogiorno si conferma anche rapportando il dato ai residenti: se la popolosa Lombardia ha 56 contagiati ogni 10mila residenti, l’Emilia-Romagna 43, il Piemonte 35 e il Veneto 27, le regioni meno contagiate presentano numero diametralmente opposti: meno di cinque per Calabria e Sicilia, la Basilicata a quota 5,5, la Campania è intorno ai sei, la Puglia a sette, il Molise a otto.
Indicazioni utili anche nell’analisi provinciale. Rispetto alle “simboliche” Bergamo e Brescia, rispettivamente al quarto e quinto posto di questa speciale classifica dei contagi rapportati al numero dei residenti, è Cremona la provincia dove il virus ha colpito la maggior parte degli abitanti, seguita da Piacenza e Lodi. Nelle altre tre posizioni non c’è la Lombardia, ma Aosta (sesta), Reggio Emilia (settima) e Pesaro-Urbino (ottava).
Quindi Mantova e Parma. Rispetto al dato regionale, il virus sta colpendo duro anche a Imperia e Massa Carrara (diciassettesimo e diciottesimo posto), mentre a guidare il centrosud è Pescara (trentanovesima), con Enna “anomalia” siciliana al cinquantesimo posto. In Sardegna Sassari stacca nettamente le altre province.
Anche su base provinciale si accentuano le differenze tra Nord e Sud Italia. Agli ultimi posti della classifica troviamo province sarde e siciliane: il Sud Sardegna, Oristano e Ragusa all’ultimo posto; Agrigento, Nuoro, Palermo, Siracusa e Trapani al penultimo.
“Dati che forse alimentano le ipotesi che oltre al peso indubbio della mobilità e dell’aggregazione, possa influire anche un collegamento tra il virus e le condizioni climatiche e ambientali – osservano dall’Unsic.
Penetrazione Covid nelle province italiane
(elaborazione Unsic su dati Istat e Protezione civile del 10 aprile 2020)
posizione
provincia
residenti
casi ogni 10mila
residenti
1
Cremona
359.176
127
2
Piacenza
287.860
106
3
Lodi
230.456
105
4
Bergamo
1.116.248
91
5
Brescia
1.267.940
82
6
Aosta
125.300
70
7
Reggio Emilia
532.305
68
8
Pesaro-Urbino
357.666
58
9
Mantova
412.344
57
10
Parma
453.370
55
11
Lecco
337.404
54
11
Pavia
545.168
54
13
Trento
542.323
52
14
Alessandria
419.330
50
14
Verbania
157.782
50
16
Rimini
340.195
49
17
Imperia
213.660
42
18
Massa Carrara
194.273
41
18
Modena
707.922
41
18
Vercelli
169.978
41
21
Milano
3.267.053
39
21
Monza
877.663
39
23
Bolzano
533.373
37
24
Biella
174.295
36
24
Sondrio
180.997
36
24
Trieste
233.176
36
27
Genova
837.054
35
27
Verona
929.137
35
29
Novara
368.519
34
29
Padova
939.972
34
31
Asti
214.065
33
32
Ancona
470.021
32
32
Belluno
202.445
32
32
Torino
2.256.127
32
35
Bologna
1.018.432
29
35
La Spezia
219.331
29
37
Como
602.400
28
37
Forlì-Cesena
394.710
28
39
Pescara
317.858
26
40
Lucca
387.642
25
40
Macerata
312.235
25
40
Savona
274.670
25
43
Vicenza
862.782
23
44
Cuneo
586.858
22
44
Treviso
889.036
22
46
Fermo
172.770
20
46
Firenze
1.011.644
20
46
Ravenna
389.536
20
46
Venezia
852.272
20
50
Enna
162.633
19
51
Teramo
306.564
18
51
Varese
891.635
18
53
Pordenone
312.500
17
53
Rieti
154.768
17
55
Ferrara
345.238
16
55
Pistoia
292.798
16
56
Udine
526.128
16
58
Pisa
418.151
15
59
Grosseto
220.635
14
59
Perugia
654.195
14
59
Prato
259.181
14
59
Sassari
489.521
14
59
Siena
266.961
14
59
Terni
224.345
14
65
Arezzo
341.657
12
65
Foggia
617.619
12
67
Ascoli Piceno
206.104
11
67
Livorno
334.079
11
67
Rovigo
233.369
11
70
Chieti
383.876
10
70
Viterbo
315.463
10
72
Avellino
414.638
9
72
Frosinone
486.093
9
72
Gorizia
139.280
9
75
Brindisi
390.588
8
75
Campobasso
219.291
8
77
Bari
1.247.997
7
77
Latina
574.211
7
77
L’Aquila
296.672
7
77
Matera
196.707
7
77
Messina
621.739
7
77
Roma
4.333.250
7
83
Barletta
388.448
6
83
Catania
1.103.251
6
83
Crotone
175.593
6
83
Napoli
3.069.267
6
87
Benevento
274.491
5
87
Catanzaro
355.587
5
87
Isernia
83.423
5
87
Lecce
791.061
5
87
Reggio Calabria
543.436
5
87
Salerno
1.093.782
5
93
Cagliari
430.780
4
93
Caltanissetta
259.082
4
93
Caserta
920.447
4
93
Cosenza
701.312
4
93
Potenza
361.326
4
93
Taranto
573.057
4
93
Vibo Valentia
158.382
4
100
Agrigento
430.820
3
100
Nuoro
206.862
3
100
Palermo
1.243.500
3
100
Siracusa
396.786
3
100
Trapani
428.192
3
105
Oristano
156.553
2
105
Ragusa
320.795
2
105
Sud Sardegna
347.630
2
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