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10 Chiese 10 Gialli: Crimini, Misteri e Colpi di Scena nei Luoghi di Culto
Un’antologia di racconti gialli ambientati in chiese e conventi, firmata da dieci autori talentuosi, tra cui Angela Caputo, collaboratrice di Alessandria today e italianewsmedia.com
Un’antologia di racconti gialli ambientati in chiese e conventi, firmata da dieci autori talentuosi, tra cui Angela Caputo, collaboratrice di Alessandria today e italianewsmedia.com 10 Chiese 10 Gialli è un’antologia intrigante che riunisce dieci autori del panorama giallistico italiano in un progetto letterario unico. Angela Caputo, autrice valida e collaboratrice di Alessandria today e…
#10 Chiese 10 Gialli#Alessandria today#Alessandro Stringa#ambientazione chiese#Angela Caputo#antologia di racconti#antologia gialli#atmosfere gotiche.#autori emergenti#autori italiani#chiese e conventi#Claudia Proietti#Claudio Montalti#Colpi di scena#crime fiction#crime storytelling#crimini e delitti#crimini nei luoghi sacri#critica sociale#delitti in chiesa#Elena Andreotti#Fabio Rennani#Fabrizio Zagarella#fede e mistero#Giallisti italiani#gruppi di scrittori#Ilario Giannini#Indagini#investigazione#ironia nei gialli
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SEGNALAZIONI LIBRARIE INTERESSANTI PER QUESTA ESTATE 2024
Oggi un breve post ricco di piccole curiosità e suggerimenti per le vostre lettture estive.
Partiamo da ciò che per me è un classico di ogni estate: i gialli inglesi, possibilmente cozy. Cioè ambientati in piccoli paesini dove una signora normale si ritrova a dover risolvere dei misteriosi delitti in una comunità all'apparenza carina e socevole, stile Jessica Fltcher e Signora in giallo per intenderci.
Quest'anno all'interno di questo genere vi suggerisco di acquistare, se ne avete occasione, perchè li ho visti in offerta in diverse librerie i primi due libri della serie Martha Miller di Catherine Coles:
Un misterioso omicidio e molti segreti di Catherine
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Trama: 1947. Westleham, cittadina tranquilla poco distante da Londra, è in fermento: la guerra è finita e tutti si stanno dando da fare per organizzare una fiera indimenticabile. L’unica a non mostrarsi troppo entusiasta durante i preparativi è Martha Miller. Da quando suo marito Stan è scomparso senza lasciare traccia, ha dovuto fare i conti con i pettegolezzi dei vicini, che hanno cominciato a trattarla con freddezza e sospetto. Questa potrebbe essere l’occasione che Martha aspetta da tempo per conquistare l’amicizia della gente del posto, grazie al delizioso gin alle prugne che ha preparato con le sue mani. Ma qualcosa di tragico sta per accadere. Alice Warren, in qualità di presidente del comitato di Westleham, inaugura la fiera con un brindisi al gin e… si accascia a terra, morta. Tutto lascia supporre che sia stata avvelenata. Prima che Martha possa rendersene conto, viene trascinata di nuovo al centro dei sospetti. Questa volta, però, è determinata a dimostrare la sua innocenza. Con l’aiuto del nuovo pastore, l’affascinante Luke Walker, troverà il vero colpevole. E, soprattutto, difenderà l’onore del suo squisito gin fatto in casa.
Delitto all'ora del tè di Catherine Coles
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Trama: 1947. Come ringraziamento per la brillante risoluzione del caso precedente, Martha Miller è l’ospite d’onore alla fiera di Winteringham. Stavolta, i suoi unici compiti saranno giudicare i cani più belli in gara al concorso e godersi un buon tè in compagnia dell’affascinante pastore della chiesa locale Luke Walker, lontano dai pettegolezzi e da sguardi indiscreti. O almeno, questo è ciò che credeva... Nel bel mezzo della fiera, infatti, la setterina irlandese di Martha, Lizzie, scopre proprio dietro il tendone allestito per il tè il corpo senza vita di una giovane donna. Ma chi può aver ucciso una ragazza così giovane, e perché? A quanto pare, qualcuno nel villaggio ha dei segreti da nascondere... e sembra che Martha e Luke abbiano un altro caso da risolvere. Che le indagini abbiano inizio!
Un libri che invece vi suggerisco di comprare o almeno di cercare e vedere se vi può interessare è un romanzo che purtroppo non sta avendo il successo e la fama che mreita qui in Italia probabilmente perchè uscito nelmomento sbagliato e si tratta di:
Margo ha problemi di soldi, di Rufi Thorpe
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Trama: Una ventenne studentessa californiana, scopre di aspettare un bambino da Mark, suo professore all’università, sposato e con due figli. Margo decide di tenere il bimbo, nonostante tutti le ricordino che l’aspetta una vita difficile, soprattutto perché non ha un soldo. E infatti, com’è prevedibile, quando Bodhi nasce la situazione si le coinquiline con cui divide l’appartamento si lamentano per le urla del piccolo, Margo non riesce a trovargli un posto all’asilo nido e il ristorante in cui lavora la licenzia. Del tutto al verde, Margo decide di sbarcare su OnlyFans ma la situazione finisce solo per intricarsi ulteriormente…
La sinossi sopra non gli da giustizia, a me ricorda molto il film ed il libro Qui dove batte il cuore. E' veramente un bel libro scritto bene, divertente ma anche commovente, sembra di leggere una sitcom americana ma di quelle scritte bene. Non lasciatevi ingannare dall'argomento scabroso di Only fans, qui al centro c'è la famiglia, ok un po' sui generis, ma la famiglia. Non c'è nulla di scabroso.
Un libro che invece sta ricevendo molto attenzione online è un fantasy YA:
Where the dark stand still. La foresta dell'amore eterno, di A. B. Poranek
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Trama: Liska sa che la magia è mostruosa e che chi la pratica è malvagio. Ha fatto di tutto per sopprimere il potere che le sboccia nel petto, con conseguenze disastrose. Così, per liberarsene, fugge dal suo villaggio e si inoltra nella Driada, il pericoloso bosco-vivo, per rubare il mitico fiore di felce, che le permetterà di esprimere il desiderio di una vita senza magia. Oltre al fiore, però, nella foresta Liska trova il Leszy, il demone guardiano del bosco, che invece di ucciderla le offre un patto: un anno di servitù in cambio del desiderio del fiore di felce. Costretta ad accettare per non morire, la ragazza viene portata dal mostro nel suo fatiscente maniero divorato dal bosco, e qui comincia a intravedere il groviglio di segreti e fantasmi che avviluppano il suo ospite. Eppure, intrecciati al dubbio, iniziano a germogliare in lei sentimenti nuovi. Ma qualcosa si sta svegliando nella Driada, qualcosa di letale e senza pietà. Qualcosa che spaventa persino il Leszy. Qualcosa che non può essere sconfitto, se Liska non abbraccia il mostro che ha sempre temuto di diventare…
Personalmente questo romanzo non mi attira molto, peimo, perchè è uno YA, e secondo, perchè la trama sa di già visto e già sentito, e mi ricorda davvero tanto quella del libro Uprooted di Naomi Novak, che qui da noi in Italia fu pubblicato con il titolo Cuore Oscuro. Però una mia amica mi ha detto che è molto bello ed ero prevenuta anche contro il libro della Novak che poi invece apprezzai molto durante la lettura. Quindi non so... se lo leggerò o meno...dipenderà dal mio mood e dal mio tempo immagino.
Per concludere qualche succosa curiosità libraria di cui forse non eravate a conoscenza. Sappiamo tutti che molti persoanggi famosi hanno scritto dei libri e persino dei romanzi. Diversi attori di hollywood sono anche autori di biografie, guide di vita, o libri per bambini. Vi ho già raccontato anni fa qui sul blog che ad esempio Hilary Duff ha scritto una trilogia paranormal romance il cui primo libro è stato pubblicato pure da noi in Italia, ma non i seguiti.
Ma forse non sapete che anche Keanu Reeves ha scritto un romanzo, e insieme al famosissimo scrittore China Mieville di cui è fan di lunga data.
The Book of Elsewhere, di Keanu Reeves e China Mieville
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Trama: Ci sono sempre stati dei sussurri. Leggende. Racconti di un guerriero che non può essere ucciso. Che ha visto mille civiltà sorgere e cadere, e che ha avuto molti nomi: Unuto, Figlio del Fulmine, Morte stessa. In questi giorni, è conosciuto semplicemente come "B." E vuole poter finalmente morire. Una divisione militare segreta dell'esercito degli Stati Uniti gli ha promesso che possono realizzare questo suo desiderio, ma in cambio lui deve combattere le loro le battaglie più impossibili. Come quella che riguarda un soldato fin troppo mortale tornato in vita, un evento impossibile che cela dietro di sè una forza ancora più misteriosa dello stesso B. Un nemico almeno altrettanto forte. E uno con un piano tutto suo.
questo romanzo si inserisce nella serie a fumetti di cui è sempre autore Keanu Reeves e che si intitola BRZRKR, da berseker, cioè dal guerriero protagonista.
E anche i vip nostrani italiani non si sono lesinati nel cercare di diventare anche scrittori. A partire da Clio Make up:
Sei bella come sei, di Clio Zammatteo
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Trama: Quando Clio atterra a New York ha in tasca tanti sogni e già dal primo giorno si accorge che la vita in America è un'avventura imprevedibile! Si trova catapultata in un nuovo mondo, ricco di piccole e grandi sfide: Giorgia, l'amica con cui ha sempre condiviso ogni cosa, è come sparita nel nulla con un ragazzo appena conosciuto, quando compare il nuovo vicino di casa, che tra uno scherzo e qualche risata riesce a colorare anche i momenti più bui. Clio, infatti, è cotta dell'inarrivabile di turno: ha occhi solo per Lui, che invece non la degna nemmeno di uno sguardo. E, come se non bastasse, c'è da conquistare quel posto da make-up artist alla New York Fashion Week! La Grande Mela si rivela soprattutto il luogo delle opportunità e degli imprevisti: la città perfetta per sentirsi liberi, per imparare a essere se stessi e seguire la propria passione. A migliaia di chilometri da casa - dove è rimasta l'amatissima nonna, sempre pronta a darle un consiglio e un incoraggiamento via Skype - Clio inizierà a riconoscere cosa (e soprattutto chi) vuole al suo fianco per il futuro, riuscirà a fare pace con il passato e a innamorarsi delle parti di sé di cui finora ha sempre avuto paura. E se incontrare un ragazzo che ti ripeta "sei bella come sei" non è semplice, è ancora più difficile arrivare a crederci davvero. Perché i sogni si inseguono, ma per raggiungerli non bisogna arrendersi mai!
Fino a Luca Argentero:
Disdici tutti i miei impegni, di Luca Argentero
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Trama: La vita scintillante di Fabio Resti, imprenditore romano che traffica con successo nel business degli eventi aziendali, piomba nell'ombra più anonima quando riceve un'inattesa telefonata da parte della Guardia di Finanza: l'ufficiale Belfiore deve consegnargli una urgente comunicazione giudiziaria che lo riguarda. Causa il possibile inquinamento delle prove, Fabio è costretto a disdire tutti gli impegni e a iniziare l'estate agli arresti domiciliari, a casa dei suoi genitori, in via di Val Tellina, invece che a Formentera o in Salento. È un colpo durissimo, ma anche l'inizio di una piccola, personale rivoluzione. L'osservazione dell'amorevole ménage degli arzilli genitori, l'ambiguo fascino di una ragazza che abita nell'appartamento di fronte, il diradarsi dei rapporti con colleghi e amici trasformeranno la cameretta di Fabio da luogo di detenzione a trampolino verso un futuro diverso dal suo recente passato.
E la cantante Levante:
E questo cuore non mente, di Levante
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Trama: Anita: una donna come tante che somiglia solo a se stessa. Nel lavoro ha successo, è una giornalista affermata, ma in amore colleziona disastri. L'ultimo in ordine di tempo si chiama Marco, "nessun segno particolare, non un tatuaggio, non un piercing alle orecchie, al naso, niente. La faccia di uno che non attira l'attenzione. Piaceva a tutti, non se lo ricordava nessuno". Lei però se lo ricorda bene. Ricorda quando lui l'ha fatta ridere per la prima volta, sotto un cielo blu di Prussia, con un gin tonic in mano e la testa leggera leggera. Ricorda le caffettiere che preparava solo per lei, per non farle mancare la colazione. Ma ricorda anche i silenzi terribili, carichi di risentimento, con cui la chiudeva fuori dal suo mondo senza darle spiegazioni. Perché ogni storia d'amore è così: per comprenderla tutta, bisogna cominciare dalla fine. E adesso che anche con Marco è finita, dopo tante tempeste e uomini sbagliati, Anita desidera soltanto salvarsi il cuore, metterlo al sicuro. Per curare l'anima dalle ferite del passato e abbracciare, finalmente, la scatola nera delle sue emozioni.
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Omicidio familiare ad Altavilla Milicia, ecco i nomi dei due fermati
Sabrina Fina e Massimo Carandente, entrambi palermitani, sono stati fermati ieri con l'accusa di aver partecipato all'omicidio della moglie e dei due figli di Giovanni Barreca ad Altavilla Milicia. Come il muratore di 54 anni, reo confesso, le accuse sono di omicidio plurimo e soppressione di cadavere. La coppia avrebbe conosciuto Barreca durante incontri di preghiera in una chiesa, alimentando l'ossessione mistica del muratore, anch'esso un fanatico religioso. Sarebbero stati loro, secondo le prime ricostruzioni degli inquirenti, a istigarlo a uccidere la famiglia per liberare la casa da presenze demoniache e avrebbero partecipato materialmente ai delitti. La figlia diciassettenne, unica sopravvissuta, è ora affidata a una comunità. Esorcismo menzionato dalla figlia nella strage familiare di Altavilla Milicia. Barreca ha chiamato i carabinieri nella notte tra sabato e domenica confessando di aver ucciso la famiglia. I cadaveri dei figli, probabilmente strangolati, sono stati trovati legati a una catena. La moglie è stata assassinata giorni fa, mentre i figli venerdì. Barreca e la superstite sarebbero rimasti giorni con i cadaveri in casa. Le indagini hanno portato al coinvolgimento della coppia grazie all'analisi dei cellulari del muratore e a testimonianze. Nel più recente post di Carandente su Facebook, dopo citazioni religiose, si leggono parole di giudizio divino e benedizioni. Read the full article
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IMPRESCRIPTIBILITA' DEI DELITTI SESSUALEI PERPETRATI NEGLI AMBITI ECCLESIALI | ABUSI NELLA CHIESA
In questo primo webinar organizzato dalla RETE DEI SOPRAVVISSUTI ALL’ABUSO SESSUALE IN AMERICA LATINA, viene affrontato il tema dell’imprescrittibilità nei casi di reati di abuso sessuale contro minori da parte di religiosi cattolici. Partecipano: Sara Oviedo, ex Membro del Comitato delle Nazioni Unite sui Diritti dell’Infanzia (2013 – 2017); Miguel Hurtado, spagnolo, psichiatra infantile, è il…
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Violenza sulle donne: proposta di legge in materia di violenza domestica e di genere approvata in Senato.
Violenza sulle donne: proposta di legge in materia di violenza domestica e di genere approvata in Senato. L’Aula della Camera ha votato la proposta di legge in materia di assunzione di informazioni dalle vittime di violenza domestica e di genere. Sono 200 i voti a favore, nessun voto contrario e 61 gli astenuti. Approvato con maggioranza il disegno di legge per l'assunzione delle indagini per i delitti di violenza domestica o di genere. La norma si integra la materia del Codice rosso e prevede una richiesta di approfondimento delle indagini preliminari da parte del procuratore generale presso la Corte d'appello, nei casi nei quali il pm non abbia sentito la persona vittima entro tre giorni dalla notifica di reato. La proposta di legge ha ricevuto 200 voti positivi, sono 61 gli astenuti e coinvolgono il Pd e AVS. "Io questo problema drammatico lo ho vissuto. Conosco bene il dramma che vivono queste donne. Questa legge non risolve il problema. Votiamo a favore ma se vogliamo davvero fermare questa tragedia bisogna fare molto di più", ha dichiarato in Aula la deputata di M5S Daniela Morfino. Anche Rita Dalla Chiesa, vicepresidente dei deputati di Forza Italia ha rilasciato una dichiarazione in merito, affermando: "La cosa che voglio sottolineare è vedere a questo tavolo il nostro segretario nazionale e Ministro Antonio Tajani ed il nostro capogruppo alla Camera, Paolo Barelli. Sono qui che ci sostengono, come sempre. Io, da capogruppo di Forza Italia nella Commissione femminicidio e violenza di genere, confermo che in Parlamento stiamo facendo uno sforzo grandissimo e trasversale. Non potendo agire nella mente di chi compie atti di violenza, nella prevenzione degli episodi di violenza dobbiamo agire tempestivamente, questo è fondamentale. Chiedo aiuto anche agli uomini e non solo alle donne. Devono fare da 'spartiacque' su questo tema e dire: noi uomini non ci riconosciamo in quelli che maltrattano o uccidono le donne". L’intervento della vicepresidente dei deputati di Forza Italia ha ricevuto il sostegno delle parole del vicepremier Antonio Tajani: "Il 16 agosto ho preso l'impegno insieme ai parlamentari di FI di presentare un testo legislativo che permettesse di tutelare ancora di più donne oggetto di violenza o potenziale violenza con un'azione preventiva ancora più efficace". "Da Marsala arriva l'ennesimo caso di femminicidio - ha scritto sui social Mariastella Gelmini (Azione) - proprio nel momento in cui dal Parlamento arriva il via definitivo al disegno di legge per l'avocazione delle indagini per i delitti di violenza domestica o di genere. Solo questo però non è sufficiente, va fatto con rapidità un lavoro che prenda in considerazione anche le proposte delle opposizioni e che dia un segnale forte alle donne. Marisa Leo è stata uccisa ieri dall'ex compagno nel trapanese. Nel 2020 aveva sporto denuncia per stalking. Serve una tutela speciale per le donne che denunciano. Questa battaglia non si vince solo con interventi di natura penale, ne siamo consapevoli, ma se riuscissimo a mettere al sicuro chi trova la forza di denunciare avremmo fatto un significativo passo in avanti". Il capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra in commissione Giustizia della Camera Devis Dori ha spiegato la decisione presa da parte di AVS affermando: "Avevamo presentato un nostro ordine del giorno firmato dalla capogruppo Zanella che chiedeva un impegno per la formazione in particolare di magistrati e forze dell'ordine, le categorie in prima linea nel contrasto: la maggioranza lo ha bocciando dando un segnale incomprensibile". "Noi ci asteniamo, siamo pronti a fare la nostra parte ma su una testo organico che affronti pienamente l'emergenza della violenza maschile contro le donne", ha specificato Dori.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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FALCONE e BORSELLINO EROI.
ALESSANDRO SALLUSTI oggi su Libero. Proviamo a mettere le cose in chiaro, perché quando la sinistra dice alla destra - come ha fatto nelle scorse ore a proposito della nomina del presidente della commissione parlamentare antimafia e dell’anniversario della strage di Capaci, “giù le mani da Falcone e Borsellino”, sta bestemmiando in chiesa. Andiamo con ordine. Paolo Borsellino era un uomo di destra che più di destra non si può, da giovane universitario fu dirigente del Fuan, l’organizzazione del Movimento Sociale Italiano che raccoglieva gli studenti di destra e nel 1992, due mesi prima della sua morte, il Msi lo candidò come presidente della Repubblica: ottenne solo 47 voti perché chi oggi a sinistra e non solo lo celebra come un Giusto della Patria gli preferì Oscar Luigi Scalfaro. Tutto questo è stato censurato, rimosso da una propaganda martellante, non ne trovate traccia neppure sulla sua biografia su Wikipedia che non è quel luogo di libertà e indipendenza che dice di essere. E veniamo a Giovanni Falcone, ucciso sì dalla mafia ma ancora prima dalla sinistra politica e giudiziaria. Nel 1990, l’allora sindaco di Palermo Leoluca Orlando, leader della sinistra cattocomunista, intervistato da Michele Santoro a Samarcanda, iniziò il killeraggio: «Falcone - disse senza avere in mano uno straccio di prova - ha una serie di documenti sui delitti eccellenti ma li tiene chiusi nei cassetti». A ruota seguì una campagna denigratoria guidata dalla corrente di sinistra della magistratura, Magistratura democratica, e un processo davanti alla commissione disciplinare del Consiglio superiore della magistratura da parte di colleghi invidiosi del suo successo e molto ansiosi di disfarsi di una figura diventata ingombrante. E adesso la sinistra ci dice “giù le mani da Falcone e Borsellino”? Tenetele giù voi le mani dalla memoria di eroi che non sono mai stati vostri, eroi che sarebbero entrambi ancora vivi se la sinistra non li avesse scaricati e abbandonati al loro destino, nel caso di Borsellino non solo ma anche perché uomo di destra. La sinistra può rimuovere e sbianchettare la storia quanto vuole, per interesse e per vergogna, ma la storia è questa e nessuno può cambiarla: Borsellino e Falcone sono vittime della sinistra ed eroi della destra.
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Mons. Suetta: «La cultura nichilista confonde delitti e diritti»
Parole chiare del vescovo di Sanremo in tempi in cui persino uomini di Chiesa cedono su aborto, gender ed eutanasia. In vista della Giornata Studio su etica e bioetica che si terrà nella città ligure il 3 giugno, il presule ribadisce la dignità e l’indisponibilità della vita umana. Continue reading Untitled
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Nuovi arrivi. I sacri #crimini. #delitti, #scandali e #crudeltà tra le mura di Santa madre #chiesa. Il libro è una piacevole sorpresa, i motivi sono troppo lunghi da spiegare. Il titolo corrisponde al contenuto, i fatti narrati sono recenti. È sufficiente citare solo alcuni capitoli del #libro: Un #cadavere in chiesa, il corpo di Elisa claps. Sangue sulla chiesa d'#Africa, le #suore aguzzine del #Ruanda. Uccidere l'innocenza, lo #scandalo degli abusi di #clero statunitense. https://www.instagram.com/p/ChaIihTrcxJ/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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Letizia Battaglia - Palermo, 5 marzo 1935 – Cefalù, 13 aprile 2022
Letizia Battaglia – la storia di Palermo in un rullinoLa fotografa siciliana è al centro del documentario Shooting the Mafia, diretto da Kim Longinotto«Se le tue foto non sono abbastanza buone, non sei abbastanza vicino». Robert CapaRobert Capa ha assolutamente ragione. Se si vuole inquadrare un oggetto o una figura, bisogna porsi nella giusta distanza e aspettare il momento più adatto.
È questione di un attimo, e in men che non si dica la foto non è più la stessa di quella che l’occhio (e, di conseguenza, la mente) aveva previsto.Dietro a quella frase, però, c’è dell’altro. Capa nel pronunciare quelle parole ha lasciato intendere un altro aspetto dell’essere un fotografo: essere lì, vivere quel momento e sentire quando è momento di fermare il tempo. È ciò che ha fatto Letizia Battaglia, che oltre a essere una fotoreporter, è una vera combattente. A raccontarla ci pensa Kim Longinotto con il documentario Shooting the Mafia, presentato a Milano in occasione della decima edizione del Weworld festival.
L’evento è organizzato dall’associazione WeWorld Onlus, che da anni si occupa della condizione delle donne e dei bambini nel mondo.La carriera di Letizia Battaglia parte ufficialmente verso la fine degli anni ‘60, quando decide di prendere in mano la macchina fotografica contribuendo con i suoi scatti ad arricchire le pagine della rivista L’Ora. Dopo essere stata per alcuni anni a Milano, decide di tornare a Palermo, una città che ha bisogno di tanto rullino per raccogliere tutto il patrimonio instaurato nel corso della storia.
Eppure la seconda metà del Novecento ha messo Palermo nella condizione di dover convivere con la paura, che in questo caso ha il volto di Cosa Nostra. La testimonianza di Letizia Battaglia da questo punto di vista è la perfetta dimostrazione della ferita che all’epoca faticava a rimarginarsi.La fotografia ha il pregio (in alcuni casi si può parlare anche di fardello) di immortalare un’emozione, che può essere la gioia in un momento di svago, o il dolore di fronte alla morte.
La sua fama cresce principalmente su quest’ultimo punto, con un repertorio d’immagini che descrivono l’orrore che ha travolto Palermo dagli anni ’70 in poi.È storia quella fotografia che ritrae uno dei tanti momenti bui che ha coinvolto la città, il frammento che segna la scomparsa del Presidente della Regione Sicilia, Piersanti Mattarella , il fratello dell’odierno Capo dello Stato Sergio Mattarella.La Mafia, con la sua striscia di sangue e di delitti, andava per forza raccontata. E non solo per il diritto di cronaca, un servizio utile al cittadino e a una democrazia liberale come l’Italia, ma per quelle persone verso le quali spesso si dimentica del grande lavoro svolto da Letizia Battaglia.Il contributo più grande si vede infatti quando al centro dell’obiettivo ci stanno figure umili, coloro che più di ogni altra si trovano a fronteggiare quel grosso macigno sociale che non smette di colpirle. I bambini, ad esempio, sono più volte raccontati nello sfondo di alcune zone corrose dal potere criminale, come il quartiere Zen.
Il discorso si fa ancora più interessante quando è la donna a essere messa a fuoco dall’autrice, nel pieno di un’emancipazione che, anche se a piccoli passi, comincia a migliorare la condizione di vita femminile.Una delle foto più rappresentative è senza dubbio il ritratto del lutto di Rosaria Costa, la consorte di Vito Schifani , uno degli uomini della scorta che ha perso la vita insieme al magistrato Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morbillo, e i colleghi dell’arma Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. In quella foto il dolore spicca grazie alla scelta del chiaro scuro che divide in due il suo volto. La sofferenza, percepibile nei suoi occhi, le conferirà invece un coraggio che si tramuta in un discorso rivolto agli assassini di Capaci nella chiesa di San Domenico: «io vi perdono, però vi dovete mettere in ginocchio». Una sfida così potente alla Mafia è il primo passo verso il cambiamento, l’esito di un lungo percorso tracciato dalle immagini di una donna altrettanto temeraria come Letizia Battaglia, la prima in Europa a ricevere il Premio Eugene Smith, ottenuto nel 1985 insieme alla collega americana Donna Ferrato.
Di Riccardo Lo Re
Letizia Battaglia di Francesca Esposito:La grande fotografa, attivista per i diritti, se ne è andata. La ricordiamo con questa bellissima intervista che ha rilasciato a Francesca Esposito in occasione del progetto - Site Specific Meraviglioso Reale - a L’AquilaPer ricordare Letizia Battaglia, che ci ha lasciati qualche ora fa, riproponiamo questa intervista, originariamente pubblicata il 2 febbraio 2022.
L.B. "Non me ne accorgevo di essere libera, di volere cose diverse. Ho sempre vissuto per quello che sentivo, non per gli altri. Io stessa non sapevo che stavo lottando, mi sembrava normale".
L.B. "Ho provato a cercare la bellezza interiore. Ho cercato di imporre alla mia macchina fotografica soprattutto la parte che spera, quella che vuole lottare".F.E. Un nome, un destino quello di Letizia Battaglia: che “fotografa la bellezza interiore”, è convinta che “bisogna essere di parte” e “prendere sempre una posizione”.
La incontriamo in occasione del progetto - Site Specific Meraviglioso Reale a L’Aquila -: gigantografie di suoi scatti campeggiano sui ponteggi della futura Casa delle Donne dell’associazione Donne TerreMutate. L’iniziativa è a cura di Camilla Carè di Off Site Art che, dal 2014 accompagna i lavori di riedificazione del centro storico dopo il sisma.F.E. Ma chi è Letizia Battaglia?Classe 1935, fotogiornalista palermitana pluripremiata, nel 1985 Letizia Battaglia è la prima donna europea a ricevere il premio Eugene Smith per i suoi scatti di impegno sociale. Nel 2017 viene inserita dal New York Times tra le 11 donne più influenti al mondo.Ha esposto le sue fotografie in musei e istituzioni, dalla Francia al Canada, passando per il Brasile. Sulla sua vita è stato realizzato il documentario Shooting the Mafia (2019), diretto dalla regista britannica Kim Longinotto. Dal 1991 dirige la rivista di sole donne «Mezzocielo» e dal 2017 il Centro Internazionale di Fotografia di Palermo, per cui organizza workshop e incontri. Roberto Andò ha da poco finito di girare una serie tv dedicata alla sua vita.
F.E. In Meraviglioso Reale possiamo dire che il mezzo è il messaggio: cosa pensa delle donne di oggi?
L.B. Potrebbero fare molto di più, per loro stesse e per l’umanità. Questo mondo ha bisogno che le donne amministrino, che governino. Non 4 su 100, ma 50 e 50: insieme devono gestire il mondo a secondo delle loro qualità. Devono imparare a imporsi nei partiti, nei luoghi di lavoro. Ovunque le donne in qualche modo accettano. Non ne posso più della retorica, le donne devono gestire la loro vita. La nostra, quella di tutti.
F.E. Perché?
L.B. Il problema è che le donne non votano per le donne. Lavorano meno degli uomini, sono costrette spesso a lasciare l’impiego quando hanno dei figli, hanno salari più bassi dei colleghi maschi. Serve un cambiamento nel nostro atteggiamento, dobbiamo esigere rispetto per il lavoro che facciamo. Serve solidarietà umana per vincere questa battaglia.
F.E. Lei è femminista?
L.B. Sono più che femminista. Non è vero che le femministe siano dispettose con le altre donne, sono donne che fanno comunità. Non possiamo più accontentarci perché poi va avanti il pensiero maschile che naturalmente è diverso quello femminile. Se lavorassimo insieme le cose avrebbero più armonia. Noi siamo più generose, più coraggiose, più amanti dell’ambiente e della natura.
F.E. Lo storico Alessandro Barbero si è chiesto se le donne manchino di quella aggressività, spavalderia e sicurezza di sé che aiutano ad affermarsi.
L.B. Governare è un dovere, il dovere di esserci e di occuparsi del pianeta che va in malora, dell’inquinamento, dei popoli oppressi. Le donne non sarebbero lì solo parlare, ma farebbero meglio.
F.E. Come si fa contro il patriarcato?
L.B. Nel loro privato le donne devono essere decise, ma anche nei partiti. Con fiducia e certezza, il ricatto con gli uomini bisogna farlo. E dobbiamo uscirne, altrimenti c’è la disperazione.
F.E. Impegno civile, giustizia e libertà. Tanti i suoi valori, più di tutto la bellezza. Cosa è per lei?
L.B. Sono anni che fotografo la bellezza. È innocenza, freschezza del comportamento. Con la macchina fotografica cerco lo sguardo puro, nel senso più ampio del termine.
F.E. Dove trovare la purezza?
L.B. La purezza sono le bambine, le donne. Ho fotografato recentemente alcune donne che hanno il cancro, arrivavano da tutta Italia. Ho provato a cercare la bellezza interiore. Ho cercato di imporre alla mia macchina fotografica soprattutto la parte che spera, quella che vuole lottare.
F.E. Lei come si sente?
L.B. Meravigliosa. So che sono così. Il punto qui è amare se stessi. Ho quasi 87 anni, ammalata con tanti problemi. Sono euforica per il fatto di aver condotto una vita come la mia. Sono felice di aver lottato.
F.E. Lo scrittore Emanuele Trevi dice che tenderemo ad assomigliare al nostro nome.
L.B. Non mi piace il mio cognome, è troppo esplicito.
F.E. Lei si definisce una fotografa militante. Cosa significa?
L.B. Denunciare al mondo quello che il mondo non vuole vedere, vuol dire non avere scrupoli nel raccontare e denunciare. Bisogna essere di parte. Prendere una posizione. Non sono una che fa le foto per venderle ai giornali, per metterle nei libri o per fare le mostre. Ho sempre scelto da che parte stare. Ho sempre sentito questa urgenza.F.E. Di fotografare?L.B. Non sono una brava fotografa, ho riconosciuto errori e pensato che avrei potuto fare meglio. Più che una fotografa sono una persona che fotografa, ho avuto una vita incredibile. Ho fatto volontariato psichiatrico, teatro, ho avuto l’amore.
F.E. L’amore per Santi Caleca, un punto di riferimento ancora oggi. Poi quello per Franco Zecchin. Come andò?
L.B. Ero andata a vedere uno spettacolo di Grotowski, partita da Palermo con il treno per Venezia. Uno dei componenti della compagnia, mentre ero nel pubblico, è venuto da me e mi ha chiesto di partecipare a uno stage promosso dalla Biennale di Venezia.Dopo qualche mese sono partita, mi hanno chiamata e lì ho conosciuto Franco Zecchin. C’erano francesi, giapponesi. Era proibito fotografare, invece io trasgredii e feci qualche scatto. Fecero la spia e mi chiesero i rullini. Franco, di corsa, uscì fuori da questa villa e mi comprò dei rullini con cui scambiarli. Era stato coraggioso e solidale. Pochi giorni dopo siamo usciti in barca a Venezia, lui fece scolare un po’ di acqua del mare sulla mia mano. Era un tipo così, timido non stucchevole. E questo fu il suo gesto d’attenzione. Quella notte, anziché dormire insieme agli altri con il sacco a pelo, ci spostammo da soli in una stanza che ospitava un allestimento scenico pieno di foglie secche sul pavimento. Quella notte cominciammo a conoscerci.
F.E. Cosa è l’amore?
L.B. Non posso raccontare l’amore di chi ho fotografato. Però posso dire che non è innamoramento, che è non vero e pericoloso. L’amore è rispetto ed empatia. È piacersi molto, anche fisicamente. Fotografare, ad esempio, è un atto d’amore.
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La Pietra al Collo di Carlo Barbieri: Un Intricato Thriller Siciliano con il Commissario Mancuso. Recensione di italianewsmedia.com
Carlo Barbieri ci guida tra le strade di Palermo in un'avvincente caccia all'assassino tra misteri, rituali e colpi di scena
Carlo Barbieri ci guida tra le strade di Palermo in un’avvincente caccia all’assassino tra misteri, rituali e colpi di scena La Pietra al Collo, romanzo di Carlo Barbieri, è il primo episodio della serie siciliana che vede protagonista il commissario Mancuso, un poliziotto palermitano immerso in un caso di omicidio dai tratti inquietanti e complessi. La vicenda inizia in un agosto che sembra…
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Libri in festa!
Niente di meglio che ritrovare i vecchi amici durante le feste: vi proponiamo perciò le recenti imprese delle ‘serie’ più amate.
Una settimana in giallo: la nuova antologia di Sellerio, assemblata dai più noti affiliati della casa editrice siciliana. Una settimana è il termine massimo a disposizione dei protagonisti per risolvere il loro caso.
Vecchie conoscenze è proprio il titolo adatto per indicare l’ultima inchiesta di Rocco Schiavone, il vicequestore creato dalla penna di Antonio Manzini. Il passato torna a turbare il sonno del funzionario più trasgressivo e sboccato della procura, mentre l’inchiesta per omicidio lo porta a occuparsi, trasversalmente, nientemeno che di Leonardo da Vinci. Gli ingredienti per invogliare i palati dei nostri lettori ci sono tutti.
Un altro caso anche per Marco Malvaldi: in Bolle di sapone i cari inossidabili vecchietti del BarLume sono ancora in lockdown, ma la loro curiosità non avverte il passare degli anni e li stimola a occuparsi di omicidi nonostante i limiti imposti dal ‘contatto a distanza’. Ma chi risolverà l’enigma, anche questa volta? Malvaldi riesce a farci sorridere persino in tempo di pandemia.
In Reo confesso di Valerio Varesi il commissario Soneri (ricordiamo ancora la magnifica serie Rai Nebbie e delitti con un Luca Barbareschi perfettamente nella parte) si muove a Parma, città d’elezione del suo creatore, dove indaga su un delitto che ha già un colpevole: un caso troppo semplice per ingannare il fiuto dell’esperto commissario. Ecco le parole dell’autore: “Mi restava un’ultima ibridazione, una necessità personale e romanzesca: introdurre nel giallo l’inquietudine e gli stati d’animo tipici degli autori noir francesi: Izzo e Manchette, Malet e naturalmente il padre di tutti, Simenon. Mi ci voleva cioè un personaggio adatto a farsi osservare intimamente, ma con pudore”.
Siamo ancora in Toscana con La casa di tolleranza. Tre avventure del commissario Bordelli di Marco Vichi, che qui, però, fa un passo indietro nel tempo e ci racconta di quando Franco Bordelli era ancora vice, andava in bicicletta ed esistevano le case ‘chiuse’, ambienti quanto mai favorevoli a crimini e malavita. Un cane lupo delle SS, una prostituta che lavora a maglia, una passeggiata al cimitero sono argomenti che non possono lasciare indifferenti gli estimatori di questo ombroso personaggio, amante delle periferie, che annovera fra i suoi amici ladri e ricettatori. L’ultimo racconto, poi, è ambientato proprio a Natale!
Alessia Gazzola con La ragazza del collegio ci offre una nuova avventura di Alice Allevi, intraprendente specializzanda in medicina legale, interpretata nella fortunata serie Tv L’allieva da Alessandra Mastronardi.
L’ultimo romanzo di Fabio Stassi si intitola Mastro Geppetto: “Un padre alla ricerca del figlio. Un falegname e il suo burattino. Un piccolo gioiello di creatività e ispirazione letteraria”.
Per restare in tema di festività, vi proponiamo Fiaba di Natale di Simona Baldelli, storia che ci riguarda personalmente perché racconta l’impresa, accurata quanto pericolosa, di un funambolo che vuole attraversare a grande altezza la distanza che separa il tetto della biblioteca dal campanile della chiesa. Perfetto per i sognatori.
Allettante e non convenzionale il giallo di Roberto Alajmo Io non ci volevo venire: un detective involontario, di tipo diametralmente opposto ai cliché dell’investigatore stile Marlowe. Giovà, goffo, improbabile, inadeguato all’incarico che gli è stato affidato, muove a Partanna (nome quanto mai evocativo di una borgata di Palermo) i passi necessari per ritrovare una bella ragazza scomparsa. Uno stile divertente e ironico con venature dialettali per “un giallo comico e tagliente che ritrae il cuore ambivalente di una città”.
Un titolo oltremodo accattivante (semel in anno licet insanire!) per Giuseppina Torregrossa: Morte accidentale di un amministratore di condominio; in questo caso, però, l’amministratore in questione è un condomino in pensione che ha deciso di occuparsi di persona della gestione dello stabile, particolarmente malandato, in cui risiede. Ma allora perché questa morte improvvisa? Un ispettore, Mario Fagioli, che di soprannome fa ‘il Gladiatore’ non potrà che scoprire la verità.
Gita in barchetta di Andrea Vitali è ambientato a Bellano nel 1963: un intrecciarsi di storie e personaggi, con le loro piccolezze, avidità, ambizioni e illusioni, la cui esistenza si specchia nelle acque del lago e assurge a dimensione epica.
Grazie al terzo romanzo (dopo Nero di mare e Stagione di cenere) della serie del paparazzo Franco Zanna, Il codice della vendetta di Pasquale Ruju è entrato nella cinquina dei finalisti al Premio Scerbanenco. “Il ritorno di Franco Zanna in una Sardegna troppo carica di misteri”: furti milionari e delitti efferati nell’esclusiva Costa Smeralda, ma soprattutto l’incontro casuale con l’uomo che gli ha rovinato l’esistenza (per la serie la vendetta è un piatto che va mangiato freddo…).
La vincitrice del Premio appena consegnato (nonché candidata allo Strega) è Antonella Lattanzi: “Liberamente ispirato a un episodio di cronaca avvenuto a Bari nel palazzo dove l’autrice è cresciuta, Questo giorno che incombe è un romanzo unico, bellissimo e prismatico, capace di accogliere suggestioni che vanno da Kafka a King, da Polanski a Dostoevskij, di attraversare più generi, dal thriller alla storia d’amore, di riflettere sulla maternità e le sue angosce, di parlare del male e del dubbio, e capace di riscrivere, tra realtà e finzione, una storia vera”.
Il romanzo Come delfini tra pescecani. Un’indagine per i Cinque di Monteverde di François Morlupi si è aggiudicato il Premio dei lettori al miglior romanzo Noir per essere stato il più votato. “Demolendo con sarcasmo graffiante lo stereotipo del poliziotto supereroe, Morlupi ha saputo dare un volto credibile a chi per mestiere affronta il crimine, alternando intuizioni fulminee a epiche figuracce. Una ventata fresca nel panorama giallo italiano”.
I lettori che hanno amato Chi ha ucciso Sarah? (appena ripubblicato in un’edizione riveduta dall’autore) e i folgoranti, spietati racconti di Dieci, non si lasceranno sfuggire Solo la pioggia, l’ultimo lavoro del talentuoso Andrej Longo: ripescando le tradizionali unità di luogo e di tempo di aristotelica memoria, il narratore chiude i personaggi in una stanza e in undici ore, sotto il fragore della pioggia incessante, li costringe a ripercorrere i drammi delle loro esistenze.
Concludiamo con due classici (Perché leggere i classici? Per imparare a conoscere l’animo umano, che non cambia mai) di Honoré de Balzac appena ripubblicati. Pierrette: “Storia crudele dell’orfana Pierrette, povera, bella e d’animo nobile. I cugini che la ospitano … la tormentano fino allo stremo, per gelosia, per invidia, per meschinità … Cinismo, sarcasmo, fino alla comicità, propri della denuncia realistica; e una indagine psicologica sul desiderio e l’invidia che non risparmia nemmeno i buoni”. Wann-Clore. Jane la pallida: scritto a soli 26 anni e mai pubblicato in Italia “se non in forma edulcorata e introvabile dagli anni Trenta del Novecento, proposto adesso in una nuova traduzione” a cura di Mariolina Bertini, e presente nel nostro Sistema bibliotecario. Ispirato a un dramma giovanile di Goethe, narra la storia di un giovane ufficiale innamorato di due donne. Sullo sfondo delle guerre napoleoniche, amori romantici e dramma, intrighi e travestimenti: un feuilleton praticamente perfetto. “Balzac non incluse Wann-Chlore nella Commedia umana … Era troppo prossimo, con le sue eroine angeliche e con le inquietanti apparizioni del traditore Salvati, al mondo fantastico del romanzo gotico, che non poteva trovar posto nella sua fedele raffigurazione della civiltà contemporanea. Ma proprio l’atmosfera così peculiare di quest’opera giovanile lontana dal realismo la rende oggi per noi particolarmente attraente e suggestiva”.
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-ULTIMA PARTE: *Lucifero continua a prendere in giro suo fratello maggiore Michael Jones e quel suo Dio e inizia a dire le ultime cose che lo fa divertire molto e lo rende il vero re del mondo*
– I politici che si dichiarano cristiani, ma che cristiani non sono, perché sono miei e a mio servizio…Presentandosi però come cristiani, ingannano tante persone che li seguono dove io astutamente li porto…Vengono con me a rubare allegramente il denaro del popolo, denaro che costa sudore e lacrime di lavoro sofferto; denaro strappato alle famiglie povere con tasse inique, imposte da questi politici che ingrassano, sciupano, spendono e spandono senza limiti…
Eppure faccio fare loro delle dichiarazioni di rettitudine, di bontà, di ossequio, di lealtà di sincerità cristiana, da far cadere anche i Preti e i Vescovi con loro…Il denaro è la mia arma più efficace; Preti e Vescovi chiudono gli occhi su questi politici, miei servi e schiavi…basta che loro trovino i soldi per costruire o restaurare chiese, asili, case parrocchiali belle e comode, patronati…Sono i miei sacrestani più fedeli, per mezzo dei quali posso penetrare nelle case del clero, obbediente al mio denaro…Del resto, non sono stati questi politici che hanno firmato l’ adulterio del divorzio e l’aborto?
Ma il clero…fa loro la propaganda che io desidero…(risate…!).
– I politici che si chiamano “laici” sono avanguardisti del mio regno…Le menzogne artatamente studiate, i soprusi diligentemente realizzati, i latrocini mafiosamente perpetrati, gli intrallazzi diplomaticamente eseguiti, il malcostume capillarmente diffuso con tutti i mezzi di stampa e di mass media, gli omicidi, i rapimenti organizzati a mano armata, la diffusione delle varie droghe mediante il servizio rigidissimo della omertà politicamente organizzata, e tanti tanti altri delitti e disordini sociali…sono tutte opere che io realizzo mediante l’opera di questi politici, miei seguaci e untorelli fedelissimi…Hanno da me il mandato preciso di usare tutti i mezzi e maniere, le più infernali, per distruggere la società, purtroppo ancora legata a quel Crocifisso che io ho impiccato sull’ infame legno…distruggere, distruggere…
Questi politici sono i miei discepoli e seguaci prediletti perché obbedientissimi al mio solo cenno, senza che neppure se ne accorgano…Sono essi che mi organizzano in tutte le città e paesi le logge massoniche più attive e subdole, più scaltre e di punta; sempre donando denaro, carriera e piaceri sessuali…Sono essi che ricevono i miei precisi comandi di penetrare e distruggere dall’ interno la Chiesa…Quanti ecclesiastici hanno ceduto e continuano a cedere alle proposte e agli allettamenti di denaro e di carriera…Distruggere la Chiesa è il mio primo e ideale progetto…Oh, che contento…che contento…!
Con questi miei fedelissimi politici ho già da tempo iniziato a distruggere la società in ogni settore e grado e in tutti gli ambienti, destabilizzando gli ordini di pubblica sicurezza, di economia, di diplomazia, di relazioni sociali…naturalmente sempre con le mie armi di ambizione, carriera, denaro, donne, piaceri Oh che contento! Che gioia! Che vittoria! (Ahahah…risate sguaiate).
– Mi piacciono poi in maniera particolarissima quei giudici e magistrati (ovviamente si riferisce ad eccezioni – n.d.c.), che hanno dietro le loro spalle il motto tradizionale “La giustizia è uguale per tutti”, eccetto ormai che per loro! Che bravi, che fedeli questi miei schiavetti della giustizia! Finalmente sono riuscito a politicizzare anche i giudici! Finalmente sono riuscito a farli vendere con il denaro e le bustarelle! Quante persone innocenti faccio condannare in carcere per anni e anni…mentre faccio uscire e assolvere i miei seguaci, considerati dal popolo come assassini e mascalzoni…li faccio uscire dal carcere perché devono continuare a dilatare il mio regno di disordine, con omicidi, ladrocini, spaccio di droga, sequestro di persone e di bambini! Che meraviglia questi miei giudici politicizzati, partitizzati, venduti…Li ho ridotti a non conoscere più ciò che è giusto, da ciò che è ingiusto…! Sono oggi il mio corpo specializzato di assalto contro la giustizia! Che meraviglia liberare dalle carceri i grandi brigatisti e mafiosi e lasciare dentro i poveri derelitti più o meno innocenti! Che bello lasciare liberi i “falsi pentiti”, con i quali io agisco con maggiore sicurezza! Che bello mandare agli “arresti domiciliari” coloro con i quali posso più liberamente organizzare il disfacimento della società! Bravi…bravissimi…giudici venduti! E quanti, quanti ne passano ogni giorno sempre di più nel mio regno, allettati dal denaro e dalla carriera e dall’orgoglio, le mie armi da loro amate e desiderate…(risata lunga…)! E quei giudici che non si vogliono allineare con me, li faccio scomparire…
E che cosa è la lotta intorno a loro, che aumenta sempre di più tra questi magistrati, se non il frutto della mia presenza e della mia costante e insistente opera? E che cosa è la continua lotta tra i magistrati e politici e le forze dell’ ordine, se non effetto del veleno che io riesco ad iniettare costantemente tra di loro? (risata…). È finita…è finita la pseudo pace che ha promesso quel buffone del vostro Dio che io ho vinto e crocifisso…E’ finita il mondo intero è con me…sono io ormai il re del mondo…sono io!
– Una mia particolare predilezione sono le tantissime sette, che io continuo a creare e a diffondere capillarmente in tutto il mondo. Sono i mezzi più immediati con i quali scardino la fede in quel falso vostro Dio da me crocifisso…creo così la babele nella fede…(risate lunghe…).
Il vostro Prete bianco (il Papa) strilla e sbraita…perché ha paura di me, ha paura che io gli tolga il trono già tanto vacillante…ma io ho già vinto, ho messo la babele nella fede; nei semplici come nei dotti, compresi Preti, teologi e Vescovi…le mie sette sono sempre più invincibili…la mia massoneria paga, paga molto bene ogni mio seguace. Sarò sempre vincitore io…e la babele nella fede sarà la mia vittoria.
Nella sola vostra Italia ho più di 672 sette e religioni mie che voi chiamate “sataniche”, che sono piene zeppe di anime a me votate e consacrate e battezzate con il proprio sangue nel mio nome…Esse mi rendono quotidianamente il culto che io merito come sovrano della terra con preghiere, con inni e cantici e…con “messe nere” durante le quali vinco, calpestando e distruggendo quelle Ostie nelle quali gli stupidi cristiani credono presente il loro Crocifisso. Ma se così fosse, perché permette che io Lo distrugga impunemente? (risata molto lunga e sganasciata…).
Queste sette, da me comandate insieme ai miei seguaci di stato maggiore del mio regno, convertono incessantemente i cristiani e li rendono miei fedeli seguaci…sono centinaia e centinaia che, ad ogni ora, rinnegano la fede vostra per aderire alle mie sette, ove io li accolgo a braccia aperte e dono loro tutti i miei piaceri e tutte le libertà di vivere il più lontano possibile dalla vostra Chiesa…è la vera felicità…la vera gioia, che solo io posso dare a voi…
Dall’alta, alla media, alla bassa Italia e nelle isole…ovunque ho le mie sette che lavorano indefessamente… Dall’altra parte, ormai, molte chiese e parrocchie sono senza Prete…sono riuscito a distruggere e a far morire le vocazioni e le mie sette suppliscono al Prete…(Hahaha…lunga risata!) Dai testimoni di Geova ai Centri età dell’ Acquario, agli Steiner antroposofici, a teosofici, ai Carolina, ai Cenacolo 33, ai Centri di Shamannesimo, ai Rosacroce, agli Arcobaleno, ai Gialli, agli Ergoniani, ai Scientology e tante e tante altre mie sette e religioni, che ogni giorno invento e creo, sono un vero esercito che lotta contro la vostra Chiesa…e vincerò, vincerò…anche se il vostro Crocifisso ha detto a voi che “le porte dell’Inferno non prevarranno” (Hahaha…risata…).
E non bastando questo, mi sono infiltrato in certi gruppi-base che voi credete vostri…Invece sono miei, li ho già afferrati gettando nei singoli il mio isterismo parossistico…diventano tutti visionari falsi di cristi e madonne che, come loro credono, stiano a parlare…ma che sono io che mi rivelo a loro…(risata!).
– I miei teologi, con le dottrine da me ispirate…Oh questi sì che costituiscono la mia “punta di diamante” di prima trincea! Che teologi intelligenti! Essi hanno capito che quei dogmi rigidissimi, dettati da certi sciocchi capi ecclesiastici, in realtà sono delle falsità puerili, che crollano al semplice confronto con la realtà quotidiana. Che bravi…bravissimi…!
Del resto, li ho portati ad insegnare le mie dottrine non soltanto nei seminari ordinari, ma persino nelle più alte e prestigiose Università Pontificie, persino in quella romana del vostro Prete bianco (il Papa; l’Università Lateranense).
La dottrina della “morte di dio” l ‘ho ispirata io e, con essa, mi sono venuti dietro milioni di studiosi, che sono diventati miei discepoli e fedeli convinti. Da quando io regno, il vostro Dio è morto non esiste più. E finita ogni legge costrittiva: tutti possono e devono vivere liberamente, come insegno io: libertà di idee, libertà di pensiero, libertà di azione…ognuno è liberissimo finalmente di agire e fare quello che crede e vuole, ovunque e sempre, e con chiunque…Non esiste più norma né regola…ciascuno è come sono io, padrone di tutto e di tutti: il vostro Dio è morto! E chi potrebbe negarlo; se lo stesso vostro Crocifisso ha dichiarato che io, solo io, sono “il principe di questo mondo”? E se Lui stesso ha detto che “tutto il mondo è in mia insindacabile balia e padronanza”?…Finalmente questi teologi, i più intelligenti in assoluto, mi hanno dato ragione.
Ma se Dio è morto, allora è chiaro che sono crollati tutti gli altri dogmi: la Creazione; l’Incarnazione, la Resurrezione, l’Immacolata; l’Assunzione, l’Eucarestia e tutti i Sacramenti… tutte storielle inventate per tenere costretti gli allocchi cristiani…Ed ecco centinaia e centinaia dei miei teologi, che hanno persino il coraggio di sfidare il Prete bianco (il Papa) con lettere e firme…che provi il contrario, se ha il coraggio e se è capace…Ha scrollato la testa e ha lasciato, i miei teologi, che continuassero questi insegnamenti, senza il minimo rimprovero né punizione…
Dunque anche lui è d’accordo con me, nella negazione di tutti i suoi dogmi…ma che bravo! (risata…).
E mentre questi grandi teologi sono con me, vi sono altri piccoli teologi untorelli che, per rivalsa, negano la mia esistenza, come fiaba da medioevo; rinviando tutte le mie presenze e manifestazioni a fatti unicamente psichiatrici e psichici…Bravissimi, questi teologi, questi Preti…tanti Vescovi…bravissimi! È il servizio migliore che mi potete fare: farmi agire silenziosamente, senza minimamente lottare contro la mia presenza e le mie astuzie…bravissimi … fate sempre così e io continuerò la mia opera infernale senza colpo ferire!
I miei teologi intelligenti negano i dogmi della vostra Chiesa e teologi stupidi negano la mia esistenza…Che trionfo…(risata…).
Ma allora dove sono più gli eretici di una volta? Nessuno! Né chi nega i dogmi, né chi nega me, che pure nell’elenco dei dogmi era anche quello della mia esistenza…! Ho vinto la vostra Chiesa.
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La Cassazione lo aveva condannato a 7 anni e 8 mesi in via definitiva, ma il Tribunale ecclesiastico lo ha assolto così don Luciano, scontato il carcere, è tornato a celebrare
Condannato in via definitiva per abusi sessuali su una bambina di unidici anni, torna a celebrare la messa perché il Tribunale ecclesiastico lo ha assolto.
Succede ad Albenga (Savona), dove don Luciano è tornato sull'altare a dieci anni di distanza da quegli abusi sessuali su una bambina undicenne che gli sono costati una condanna in Cassazione a sette anni e otto mesi.
Ma i giudici della Curia guidata da Angelo Bagnasco lo hanno assolto, con la motivazione che il prete "deve essere completamente riabilitato in quanto non consta che egli abbia commesso i delitti da lui ascritti".
"Il sacerdote - è l'opinione del vescovo di Albenga Guglielmo Borghetti - ha pagato il suo debito con la giustizia italiana, è stato in carcere ed è interdetto dai pubblici uffici. Quindi non sarà nominato parroco, però la Chiesa nel suo ambito è sovrana e c'è stata l'assoluzione del Tribunale ecclesiastico che è molto severo. Per questo don Luciano può dire messa: non ha una chiesa fissa e si è prestato a celebrare ovunque mancasse un prete".
"Cosa penseranno i familiari della vittima?", si chiede invece Francesco Zanardi, presidente della rete l'Abuso, che da anni segue i casi di pedofilia e si dice "sorpreso" per l'assoluzione del tribunale ecclesiastico.
(Unioneonline/L)
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Rosa Rosae
ieri è andata in onda la prima puntata della serie Tv Il Nome Della Rosa, tratta dal geniale romanzo di Umberto Eco. Il libro, scritto nel 1980, racconta delle indagini che un frate francescano, Guglielmo da Baskerville, insieme al suo novizio Adso da Melk, svolge in una Abbazia dell’Italia Settentrionale nell’anno 1327, quando il frate è inviato in questa Abbazia per una disputa tra i francescani, sostenitori del pauperismo della Chiesa e dell’Imperatore, contro i messi papali di Giovanni XXII. In questa Abbazia misteriosi delitti si susseguono, tutti legati ad una leggendaria e immensa Biblioteca, che custodisce migliaia di libri. La trama è famosa poichè il libro è stato uno dei casi editoriali di ogni tempo, avendo venduto più di 50 milioni di copie, tradotto in oltre 60 lingue. Lascio ai curiosi sia il piacere di leggerlo che di guardare la serie (bellissima). ma una cosa la posso dire: da cosa prese il nome il professore per il titolo.
Una delle caratteristiche di moltissimi libri di Eco sono le dispute fisolofiche tra i protagonisti. Alla fine del libro appare questa frase:
Stat rosa pristina nomine, nomina nuda tenemus
che è una variazione di un passaggio del De contemptu mundi di Bernardo Cluniacense, monaco benedettino del XII secolo; la versione originale diceva: stat Roma pristina nomine, nomina nuda tenemus.
Nella filosofia medievale particolare peso aveva la "questione degli universali". Il problema non era quello di stabilire se nel mondo reale esistono veramente le cose piuttosto, era quello di capire cosa le cose sono effettivamente. Esistevano due grandi scuole: i nominalisti e i realisti; e le conseguenze della disputa erano importanti, sul piano della morale, della scienza e, soprattutto, della teologia. Secondo i realisti, tutte le cose condividono essenze comuni (tutte le rose hanno una propria essenza di rosa); secondo i nominalisti, invece, le singole rose sono invece accomunate soltanto dai concetti mediante cui noi le descriviamo o addirittura dai nomi che noi attribuiamo loro: nella realtà non esiste nulla oltre le cose singole, insomma. Stat rosa pristina nomine, nomina nuda tenemus, recita la famosa chiusa del Nome della rosa. La rosa originaria (intesa come l'essenza di tutte le rose) sta solo nel nome, perché i nomi delle essenze sono nudi, perché non rimandano a nessuna essenza reale.
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La lacrimata sepoltura
Ieri giorno di festa abbiamo con solennità trapiantato i pini delle vicine collinette sul monte rimpetto alla chiesa. Mio padre pure tentava di fecondare quello sterile monticello; ma i cipressi ch’esso vi pose non hanno mai potuto allignare, e i pini son ancor giovinetti. Assistito io da parecchi lavoratori ho coronato la vetta, onde casca l’acqua, di cinque pioppi, ombreggiando la costa orientale di un folto boschetto che sarà il primo salutato dal sole quando splendidamente comparirà dalle cime de’ monti.
E ieri appunto il sole più sereno del solito riscaldava l’aria irrigidita dalla nebbia del morente autunno. Le villanelle vennero sul mezzodì co’ loro grembiuli di festa intrecciando i giuochi e le danze di canzonette e di brindisi. Tale di esse era la sposa novella, tale la figliuola, e tal’altra la innamorata di qualcuno de’ lavoratori; e tu sai che i nostri contadini sogliono, allorché si trapianta, convertire la fatica in piacere, credendo per l’antica tradizione de loro avi e bisavi, che senza il giolito de’ bicchieri gli alberi non possano mettere salda radice nella terra straniera.
Frattanto io mi vagheggiava nel lontano avvenire un pari giorno di verno quando canuto mi trarrò passo passo sul mio bastoncello a conformarmi a’ raggi del sole, sì caro a’ vecchi: salutando, mentre usciranno dalla chiesa, i curvi villani già miei compagni ne’ dì che la gioventù rinvigoriva le nostre membra; e compiacendomi della frutta che, benché tarde, avranno prodotto gli alberi piantati dal padre mio. Conterò allora con fioca voce le nostre umili storie a’ miei e a’ tuoi nipotini, o a’ quei de Teresa che mi scherzaranno dattorno. E quando le ossa mia fredde dormiranno sotto quel boschetto alloramai ricco e ombroso, forse nelle sere d’estate al patetico sussurrar delle fronde si uniranno i sospiri degli antichi padri della villa, i quali al suono della campana de’ morri pregheranno pace allo spirito dell’uomo dabbene, e raccomanderanno la sua memoria ai lor figli. E se talvolta lo stanco mietitore verrà ristorarsi dall’arsura di giugno, esclamerà guardando la mia fossa: egli innalzò queste fresche ombre ospitali! -O illusioni! e chi non ha patria, come può dire: lascerò qua o là le mie ceneri? [...]
Eppur mi conforto nella speranza di essere compianto. Su l’aurora della vita io cercherò forse invano il resto della mia età che mi verrà rapito dalle mie passioni e dalle mie sventure; ma la mia sepoltura sarà bagnata dalle tue lagrime, dalle lagrime di quella fanciulla celeste. E chi mai cede a una eterna obblivione questa cara e travagliata esistenza? Chi mai vide per l’ultima volta i raggi del sole, chi salutò la Natura per sempre, chi abbandonò i suoi diletti, le sue speranze, i suoi inganni, i suoi stessi dolori senza lasciar dietro a sè un desiderio, un sospiro, uno sguardo? Le persone a noi care che ci sopravvivono, sono parte di noi. I nostri occhi morenti chiedono altrui qualche stilla di pianto, e il nostro cuore ama che il recente cadavere sia sostenuto da braccia amorose, e cerca un petto dove trasfondere l’ultimo nostro respiro. Geme la Natura perfino nella tomba è il suo gemito vince il silenzio e l’oscurità della morte.
M’affaccio al balcone ora che l’immensa luce del sole si va spegnendo, e le tenebre rapiscono all’universo que’ raggi languidi che balenano su l’orizzonte; e nella opacità del mondo malinconico e taciturno contemplo la immagina della Distruzione divoratrice di tutte le cose. Poi giro gli occhi sulle macchie de’ pini piantati dal padre mio su quel colle presso la porta di quella parrocchia, e travedo biancheggiare tra le frondi agitate da’ vendi la pietra della mia fossa. E pare di vederti venir con mia madre, a benedire, o perdonar non foss’altro alle ceneri dell’infelice figliolo. E predico a me, consolandomi: forse Teresa verrà solitaria sull’alba a rattristarsi dolcemente sulle mie antiche memorie, e a dirmi un altro addio. No! la morte non è dolorosa. Che se taluno metterà le mani nella mia sepoltura e scompiglierà il mio scheletro per trarre dalla notte in cui giaceranno, le mie ardenti passioni, le mie opinioni, i miei delitti - forse; non mi difendere, Lorenzo; rispondi soltanto: Era un uomo, e infelice.
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La lezione di Fëdor Dostoevskij ne I Fratelli Karamazov: delitti e castighi, la severa/inutile punizione dello Stato e l'indulgenza "materna" della Chiesa
La lezione di Fëdor Dostoevskij ne I Fratelli Karamazov: delitti e castighi, la severa/inutile punizione dello Stato e l’indulgenza “materna” della Chiesa
Il dettaglio sul romanzo potete approfondirlo leggendolo, ne vale la pena. Per il resto, se si tiene conto del fatto che l’impero romano si è appropriato di miti religiosi ebraici, antecedenti alla presunta venuta di Cristo, per poi scagliarsi contro ogni forma di dissidenza, eresia, altra religione, cultura, giustificando razzismo, colonizzazione, misoginia, schiavitù, chi più ne ha più ne…
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