#chiesa delle Anime Purganti
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La Pietra al Collo di Carlo Barbieri: Un Intricato Thriller Siciliano con il Commissario Mancuso. Recensione di italianewsmedia.com
Carlo Barbieri ci guida tra le strade di Palermo in un'avvincente caccia all'assassino tra misteri, rituali e colpi di scena
Carlo Barbieri ci guida tra le strade di Palermo in un’avvincente caccia all’assassino tra misteri, rituali e colpi di scena La Pietra al Collo, romanzo di Carlo Barbieri, è il primo episodio della serie siciliana che vede protagonista il commissario Mancuso, un poliziotto palermitano immerso in un caso di omicidio dai tratti inquietanti e complessi. La vicenda inizia in un agosto che sembra…
#agosto a Palermo#Alessandria today#ambientazione palermitana#Carlo Barbieri#chiesa delle Anime Purganti#Colpi di scena#commissario Mancuso#crime fiction italiana#crime series#cultura siciliana#delitti#Depistaggi#finale a sorpresa#Giallo Avvincente#Giallo Italiano#giallo siciliano#Google News#I Noir Italia#intuizioni#investigazione#investigazione complessa#italianewsmedia.com#La Pietra al Collo#lettura di tensione#Libro consigliato#libro da leggere#libro di successo#mistero#mystery book#narrativa italiana
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Paolo De Matteis, Madonna delle Grazie con le anime purganti (1710), Chiesa dello Spirito Santo, Ischia, Napoli.
#paolo de matteis#madonna#ischia#ischia island#napoli#naples#naples italy#naplesart#campania#settecento#barocco#baroque art#late baroque#painting#arte#art#art history
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Il romantico borgo di Cavernago si trova adagiato tra le valli bergamasche a soli 12 chilometri da Bergamo ed è abbracciato dallo splendido Parco Regionale del Serio, una riserva naturale protetta che si sviluppa da Seriate lungo il corso dell’omonimo fiume Serio, sino alla sua foce nell’Adda. Cavernago è un villaggio dall’atmosfera unica ed è conosciuto anche come “il paese dei due castelli”, poiché all’interno del suo seppur limitato perimetro è possibile ammirare ben due meravigliosi manieri. Pur affondando le sue radici nell’epoca romana ed aver assistito al passaggio di diverse popolazioni sulle sue terre, Cavernago è stata plasmata nelle sue attuali sembianze da vicende storiche di epoca feudale, medievale e rinascimentale, che ne hanno definito il ruolo strategico e le esigenze difensive. Il territorio di Cavernago lega inoltre il suo nome a quello dell’antica famiglia Colleoni: fu proprio un membro della stirpe Colleoni infatti, il capitano di ventura Bartolomeo, a ricevere dalla repubblica di Venezia il possedimento della zona di Cavernago nel 1456 ed il delicato compito di garantirne la stabilità e la sicurezza. Sono numerose le tracce lasciate nel borgo da questa nobile casata ed infinite le scoperte di interesse storico ed artistico che si possono fare tra le mura di questo piccolo gioiello bergamasco. Cosa vedere e cosa fare a Cavernago Cavernago è celebre per essere caratterizzata dalla presenza di due splendidi castelli, il Castello di Malpaga ed il Castello di Cavernago. Il Castello di Malpaga è il luogo dove Bartolomeo Colleoni decise di stabilire la sua residenza una volta ricevuto in feudo questi territori lombardi e pur essendo la struttura nata con esigenze difensive, venne eccezionalmente ingentilito da opere d’arte, affreschi e decorazioni per renderlo perfetto come residenza nobiliare. È oggi possibile visitare il castello ed apprezzarne tutti gli scorci e le sale, ed è oltretutto possibile farlo indossando bellissimi abiti d’epoca del periodo Colleoni. Tali preziosi capi sono stati tutti realizzati a mano prendendo come ispirazione gli affreschi del castello e permettono di vivere un’esperienza davvero particolare. È oltretutto possibile dormire all’interno delle mura del castello, nella Locanda dei Nobili Viaggiatori, una struttura ricettiva situata nella corte e pensata per gli amanti della storia e dei soggiorni suggestivi, che offre letti e piatti tipici della tradizione lombarda. Ogni anno in agosto inoltre, la rievocazione storica a Malpaga apre una breccia sul passato e mette in scena lungo la via del castello personaggi in abiti tradizionali, menestrelli, principesse e baldi cavalieri oltre che cantori e musici, per un’atmosfera tipicamente medievale e assolutamente imperdibile. Il secondo castello di Cavernago è anch’esso legato alla casata Colleoni, ed è il Castello di Cavernago, detto anche Martinengo Colleoni. Venne edificato tra il 1597 e il 1610 da Francesco Martinengo Colleoni, discendente di quarta generazione di Colleoni. Come il suo predecessore, Francesco era un abile condottiero ma anche un uomo di cultura e riuscì a creare un edificio sicuro ma incredibilmente ricco di opere artistiche e delicati abbellimenti. Nel corso del XIX secolo, il ramo della famiglia Colleoni di cui Francesco era erede purtroppo si estinse e la fortezza subì diversi passaggi di mano, fino a entrare a far parte delle proprietà dei dei Principi Gonzaga di Vescovato. Ad oggi il maniero è ancora una proprietà privata della famiglia ed è però messo a disposizione in occasione di visite guidate ed eventi importanti: è infatti possibile coronare il sogno di un matrimonio principesco tra le sale del castello e sposarsi immersi in atmosfere d’altri tempi per una cerimonia degna delle più romantiche favole. Cavernago non è solo rappresentata dai suoi nobili castelli, ma ospita anche viuzze tra cui è un piacere perdersi e graziose chiese meritevoli di una visita. La Chiesa Parrocchiale di Cavernago risale al XVI secolo ed era un tempo una chiesa privata della famiglia Martinengo-Colleoni, mentre la Chiesa di San Giovanni Battista, situata in frazione Malpaga, risale al XV secolo e custodisce al proprio interno opere di pregio come la Trinità, la Vergine e Anime Purganti, del pittore Vincenzo Angelo Orelli, dipinta nel 1772. Cavernago tra natura e tradizioni culinarie Ogni esplorazione di Cavernago che si rispetti dovrebbe includere un’escursione nella stupenda Oasi Naturalistica del fiume Serio, che accoglie un ecosistema unico e funge da polmone verde del territorio: al suo interno è possibile passeggiare, gironzolare in sella ad una bicicletta oppure sostare per rilassanti picnic nel verde. Per chi ama associare invece la visita di un territorio alla scoperta della sua tradizione enogastronomica, Cavernago offre infinite opportunità per deliziare il palato. A partire dai più classici casoncelli, imperdibili e squisiti ravioli ripieni, fino ad arrivare ai formaggi DOP della bergamasca, come, solo per citarne alcuni, il formai de mut dell’alta Valle Brembana, il bitto o il quartirolo lombardo. Sia nella stagione calda che in inverno, Bergamo è poi sinonimo di polenta, nella sua versione più classica o in quella denominata taragna, intrisa di deliziosi prodotti caseari. Non mancano i dolci tipici locali come la torta Donizetti, creata dalla pasticceria Balzer in onore del compositore e la polenta e osei, un dolcetto che riproduce con pan di Spagna e creme il celebre piatto in versione salata. Cavernago è insomma la meta ideale per buongustai, romantici e amanti della storia, oltre che per chi cerca il contatto con la natura e per chi vuole immergersi nell’arte più raffinata: ce n’è davvero per tutti i gusti in questa perla del bergamasco. https://ift.tt/2UXpl1B Cavernago, il romantico borgo lombardo Il romantico borgo di Cavernago si trova adagiato tra le valli bergamasche a soli 12 chilometri da Bergamo ed è abbracciato dallo splendido Parco Regionale del Serio, una riserva naturale protetta che si sviluppa da Seriate lungo il corso dell’omonimo fiume Serio, sino alla sua foce nell’Adda. Cavernago è un villaggio dall’atmosfera unica ed è conosciuto anche come “il paese dei due castelli”, poiché all’interno del suo seppur limitato perimetro è possibile ammirare ben due meravigliosi manieri. Pur affondando le sue radici nell’epoca romana ed aver assistito al passaggio di diverse popolazioni sulle sue terre, Cavernago è stata plasmata nelle sue attuali sembianze da vicende storiche di epoca feudale, medievale e rinascimentale, che ne hanno definito il ruolo strategico e le esigenze difensive. Il territorio di Cavernago lega inoltre il suo nome a quello dell’antica famiglia Colleoni: fu proprio un membro della stirpe Colleoni infatti, il capitano di ventura Bartolomeo, a ricevere dalla repubblica di Venezia il possedimento della zona di Cavernago nel 1456 ed il delicato compito di garantirne la stabilità e la sicurezza. Sono numerose le tracce lasciate nel borgo da questa nobile casata ed infinite le scoperte di interesse storico ed artistico che si possono fare tra le mura di questo piccolo gioiello bergamasco. Cosa vedere e cosa fare a Cavernago Cavernago è celebre per essere caratterizzata dalla presenza di due splendidi castelli, il Castello di Malpaga ed il Castello di Cavernago. Il Castello di Malpaga è il luogo dove Bartolomeo Colleoni decise di stabilire la sua residenza una volta ricevuto in feudo questi territori lombardi e pur essendo la struttura nata con esigenze difensive, venne eccezionalmente ingentilito da opere d’arte, affreschi e decorazioni per renderlo perfetto come residenza nobiliare. È oggi possibile visitare il castello ed apprezzarne tutti gli scorci e le sale, ed è oltretutto possibile farlo indossando bellissimi abiti d’epoca del periodo Colleoni. Tali preziosi capi sono stati tutti realizzati a mano prendendo come ispirazione gli affreschi del castello e permettono di vivere un’esperienza davvero particolare. È oltretutto possibile dormire all’interno delle mura del castello, nella Locanda dei Nobili Viaggiatori, una struttura ricettiva situata nella corte e pensata per gli amanti della storia e dei soggiorni suggestivi, che offre letti e piatti tipici della tradizione lombarda. Ogni anno in agosto inoltre, la rievocazione storica a Malpaga apre una breccia sul passato e mette in scena lungo la via del castello personaggi in abiti tradizionali, menestrelli, principesse e baldi cavalieri oltre che cantori e musici, per un’atmosfera tipicamente medievale e assolutamente imperdibile. Il secondo castello di Cavernago è anch’esso legato alla casata Colleoni, ed è il Castello di Cavernago, detto anche Martinengo Colleoni. Venne edificato tra il 1597 e il 1610 da Francesco Martinengo Colleoni, discendente di quarta generazione di Colleoni. Come il suo predecessore, Francesco era un abile condottiero ma anche un uomo di cultura e riuscì a creare un edificio sicuro ma incredibilmente ricco di opere artistiche e delicati abbellimenti. Nel corso del XIX secolo, il ramo della famiglia Colleoni di cui Francesco era erede purtroppo si estinse e la fortezza subì diversi passaggi di mano, fino a entrare a far parte delle proprietà dei dei Principi Gonzaga di Vescovato. Ad oggi il maniero è ancora una proprietà privata della famiglia ed è però messo a disposizione in occasione di visite guidate ed eventi importanti: è infatti possibile coronare il sogno di un matrimonio principesco tra le sale del castello e sposarsi immersi in atmosfere d’altri tempi per una cerimonia degna delle più romantiche favole. Cavernago non è solo rappresentata dai suoi nobili castelli, ma ospita anche viuzze tra cui è un piacere perdersi e graziose chiese meritevoli di una visita. La Chiesa Parrocchiale di Cavernago risale al XVI secolo ed era un tempo una chiesa privata della famiglia Martinengo-Colleoni, mentre la Chiesa di San Giovanni Battista, situata in frazione Malpaga, risale al XV secolo e custodisce al proprio interno opere di pregio come la Trinità, la Vergine e Anime Purganti, del pittore Vincenzo Angelo Orelli, dipinta nel 1772. Cavernago tra natura e tradizioni culinarie Ogni esplorazione di Cavernago che si rispetti dovrebbe includere un’escursione nella stupenda Oasi Naturalistica del fiume Serio, che accoglie un ecosistema unico e funge da polmone verde del territorio: al suo interno è possibile passeggiare, gironzolare in sella ad una bicicletta oppure sostare per rilassanti picnic nel verde. Per chi ama associare invece la visita di un territorio alla scoperta della sua tradizione enogastronomica, Cavernago offre infinite opportunità per deliziare il palato. A partire dai più classici casoncelli, imperdibili e squisiti ravioli ripieni, fino ad arrivare ai formaggi DOP della bergamasca, come, solo per citarne alcuni, il formai de mut dell’alta Valle Brembana, il bitto o il quartirolo lombardo. Sia nella stagione calda che in inverno, Bergamo è poi sinonimo di polenta, nella sua versione più classica o in quella denominata taragna, intrisa di deliziosi prodotti caseari. Non mancano i dolci tipici locali come la torta Donizetti, creata dalla pasticceria Balzer in onore del compositore e la polenta e osei, un dolcetto che riproduce con pan di Spagna e creme il celebre piatto in versione salata. Cavernago è insomma la meta ideale per buongustai, romantici e amanti della storia, oltre che per chi cerca il contatto con la natura e per chi vuole immergersi nell’arte più raffinata: ce n’è davvero per tutti i gusti in questa perla del bergamasco. Cavernago è uno dei borghi lombardi della zona bergamasca assolutamente da visitare, tra castelli storici, tradizioni enogastronomiche e molto altro.
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Campania In certe zone della Campania quella sorta di «capodanno», perlomeno agrario, che in altre parti d’Italia si incentrava sul giorno di San Martino presentando la scadenza delle affittanze rurali, era anticipato a Ognissanti. I contadini, osserva Gaetano Amalfi nel 1890, escono dai fondi il 1° novembre […]. Anche lo sgombero delle case è a Tutt’i Santi […]. Ciò naturalmente quando il fitto è ad anno. Curioso è vedere il trasporto della roba, e l’affaccendarsi della gente. Non mancano dei facchini assai fidi675. Scarseggiano in regione informazioni relative a rituali di accoglienza riservati al «ritorno» dei morti. Presente però la credenza in una loro circolazione nella notte della ricorrenza che li riguarda. Ad esempio a Villamarina (Avellino), secondo una testimonianza del 1932, molti credono che i morti, la notte del 2 novembre, si rechino nella chiesa parrocchiale, per ascoltare la messa, la quale viene celebrata da un sacerdote, anch’egli defunto. Altri collocano una catinella, piena d’acqua, sulla finestra e, se c’è la luna, aspettano la mezzanotte, per vedere sfilare [riflessa] nella catinella la processione dei morti, tutti vestiti di bianco, preceduti da un sacerdote676. Del resto la credenza in una simile manifestazione delle anime dei trapassati, inquieta e inquietante, fa largamente parte del folklore campano. Gaetano Amalfi scrive: vi hanno anime dannate, purganti, scordate, pezzentelle, e che so io. Alcune stanno sopra, altre sotto terra: alcune in alto, altre a mezz’aria […]. Quei preti che in vita mancarono di recitar le messe, devono restare sulla terra finché non abbiano rimediato al malfatto. Escon di notte nelle chiese dirute di campagna col pallor della morte nelle guance allampanate. Celebrano messe silenziose senza suoni di campanelli, od al di più con lieve strepito di tabelle. Le ascoltano quanti in vita neppure pensarono ad udirle677. Numerose sono le testimonianze riguardanti questue, offerte e doni rituali relative al periodo 31 ottobre-2 novembre. Troviamo in un articolo anonimo del 1889: La vigilia de’ morti in Napoli dura quarantott’ore. Il giorno 31 ottobre è tutto a beneficio d’ ‘o pazzariello, di altri pubblici banditori e degli appaltatori di suffragi per le anime purganti. La lugubre circolazione delle strenne dura tre giorni e spesso accade sentirsi augurare a proposito di morti: dente ‘e chiste juorne678 . L’estensore ricorda inoltre i questuanti che nell’occasione, «muniti di una borsa per le elemosine, girano per le case, e gridano per le vie: Refriscate ll’aneme d’ooooo Purgatorio! Ovvero più semplicemente: Purgatorie! » E ancora informa che, nel vernacolo napoletano dell’epoca, l’espressione i muorte assume, in quei giorni, anche il significato di «donativo grazioso»: 675 G. Amalfi, Tradizioni ed usi nella penisola sorrentina, Pedone Lauriel, Palermo 1890, p. 86. 676 A. D’Amato, Nuovo contributo al folklore irpino, in «Il Folklore italiano», VII (1932), pp. 229-68: 254. 677 G. Amalfi, Tradizioni ed usi nella penisola sorrentina cit., pp. 117- 18. 678 Morti e muorte. Usi popolari napoletani, in «Archivio per lo studio delle tradizioni popolari», IX (1890), pp. 119-20: 119 (la nota 1 di p. 120 informa che il brano è tratto «Dal Frate Rocco, Napoli, 1° novembre 1889»). Se rientrate in casa l’onesto portinaio vi dirà certamente: Sìgnò, dateme ‘e muorte! Morti, vi chiederà il lustrascarpe, morti la lavandaia, morti il cameriere del restaurant, morti il venditore di scatolette senza malizia, morti tutte quelle appendici umane necessarie a mettere in evidenza i concetti del nostro cervello: dalla casa al caffè, dall’ufficio alla stamperia, un grido persistente, acuto, selvaggio v’intronerà l’orecchio: I muorte! I muorte! 679 . Del resto, ancora nel 1951, il Lancellotti può riportare che a Napoli, nel giorno dei Morti, i monelli assalgono i passanti di ogni via per avere qualche soldo che mettono in certe scatoline di cartone rettangolari, rustici salvadanai adorni dei simboli della morte. E non solo i monelli ma il portiere della casa, i fattorini della posta e ogni dipendente ha, per consuetudine, diritto alla mancia… Vi è poi, a Napoli, un dolce caratteristico, all’uovo battuto, che ha la forma d’un osso umano e si vende proprio di questi giorni680. Roberto De Simone e Annabella Rossi, trattando anch’essi del 2 novembre nelle tradizioni partenopee, registrano che in questo giorno i morti possono apparire ai vivi, consigliarli, aiutarli, in cambio di preghiere e di offerte che accorciano la loro permanenza in purgatorio681. E del 1937 la testimonianza secondo cui a Morcone (Benevento) «nel giorno di tutti i Santi si dispensano ai poveri legumi, granturco cotto, fichi secchi, noci. I questuanti gridano: “Cicciotti per l’anima dei morti!”»682. Sempre relativamente al circuito questue-offerte-doni, da ricordare che, nel Napoletano, i fidanzati si scambiavano regali nel giorno di San Martino683. La stessa data dell’ 11 novembre prevedeva, oltre ai suddetti doni, festeggiamenti, banchetti, libagioni, dolci particolari. Gaetano Amalfi annota alla fine dell’Ottocento: si suol dire: « Santo Martino ha messo bannera», perché tutte le botteghe sono a festa, anche con piccole bandiere […]. Ed hanno in mostra de’ dolci e delle vivande, che, veramente, fanno venir l’acquolina in bocca: zuccari, barattoli, conserve, cedronate, torrone, torte, copete, pignolate, confetti, fosticelli, percocate, nocatoli, pizzette, mostacciuoli, ovetarache, graffioli e simili684. Non solo dolci, comunque: «Si costumava mangiare il filetto di porco, la porcella lattante, il lacerto di vitella arrostito con singolare industria, il migliaccio napoletano, eccetera»685. Le tradizioni dell‘11 novembre, anche in Campania, prevedevano di celebrare in qualche modo i «cornuti». Ancora da Gaetano Amalfi: Si susurra, in questo giorno, esservi un’immaginaria processione di tutt’i devoti, uomini ammogliati, dove i più meritori hanno il posto d’onore, ed il più famoso fa da priore, e precede gli altri col gonfalone. Quando ve ne sono di pari merito, si tien conto dell’anzianità, o si estrae a sorte il fortunato. Mancando qualcuno ad un appuntamento in detto di, si giustifica subito: «Già, tu andasti alla processione! » E se corre: «Sicuro, vai di fretta; la processione ti aspetta!» E simili! 679 5 Ibid., pp. 119-20. 680 A. Lancellotti, Feste tradizionali, II cit., p. 223. 681 R. De Simone e A. Rossi, Carnevale si chiamava Vincenzo cit., p. 52. 682 A. D’Amato, Filippo Gretti e le tradizioni popolari meridionali, in «Archivio per la raccolta e lo studio delle tradizioni popolari italiane», XII (1937), pp. 63-74: 71. 683 G. Amalfi, La festa di S. Martino nel Napoletano cit., pp. 229-49: 229. 684 ID., Tradizioni ed usi nella penisola sorrentina cit., p. 35. 685 G. Amalfi, La festa di S. Martino nel Napoletano cit., p. 230. Talvolta si appiccicano de’ cartelli, o si fanno degli inviti ai più reputati, nella vigilia, o al mattino di buon’ora, di non mancare al congresso. Si ricorre, perfino, a degli inviti a stampa ed in carta colorata e profumata, secondo il grado dell’individuo. Si distribuiscono e si vendono pure de’ foglietti stampati, allusivi all’occasione, e che so io! Questa magna processione corre il paese, o la città, e si arresta sotto gli archi, non potendo oltrepassarli, a causa delle fronti ramose. Non mancano anche degli scherzi poco piacevoli. Si suol dire: «Corne ‘e sore, corne r’ oro; corne ‘e marito, corne sapurite; corne ‘e frate, corne ‘ngrate; corne ‘e mugliere, corne vere!» Ovvero: «Corne ‘e sore e come ‘e frate, Simme tutte ‘ncorneciate»686. Ancora oggi una grande «festa dei cornuti» si tiene nel giorno di San Martino a Ruviano (Caserta). 686 Ibid., p. 234.
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i think regularly about how Chiesa di Santa Maria delle Anime Purganti ad Arco in naples is like. smaller than my apartment. the name is longer than the building!!! this is what all churches should aspire to
#sa. maria ad arco is also a major center of a purgatory cult i've written and presented papers on#it is just a very neat little place and dear to my heart!#also pro tip if u ever go to naples#there's a great pizza restaurant across the street lol
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#novenaanimedelpurgatorio Padre Santo, m'immergo nel tuo Voler Divino, prendo e faccio mio tutto il suo Potere, l'immensità del suo Amore; faccio mio il valore immenso delle pene del tuo Figlio Gesù, tutta la sua Passione, ogni sua piaga, ogni sua spina, ogni goccia del suo Sangue e faccio mia tutta la sua Umanità SS., ogni suo atto, tutti i suoi meriti, la sua Santità e la sua Divinità; prendo tutte le Qualità Divine, tutti i beni che sono nella Volontà Divina; prendo tutti gli atti di Maria SS., tutta la sua santità, i suoi meriti e le sue pene e, facendo tutto mio questo capitale infinito, lo verso tutto sulle anime del Purgatorio, ( particolarmente sull'anima di ... N.N. ), perché, immerse in questi bagni di un potere ed un'immensità divina, vengano di molto abbreviate le loro pene e possano essere al più presto ammesse alla tua Presenza a lodarti nella Patria Celeste. Signore, nella tua Divina Volontà, per il suffragio delle anime purganti, io Ti offro il Sangue Divino, che venne sparso per esse, il Sacrificio della Vittima per eccellenza, la mediazione potente di Maria e dei Santi, le umili suppliche della tua Chiesa, le preghiere e le opere meritorie dei suoi figli. Appoggiato a questo io spero tanto dalla tua misericordia, o mio Dio, per quelle anime che Ti furono care, e che ci fai un dovere di amare e di soccorrere ancora. Gesù, nel tuo Volere Ti bacio, Ti compatisco, Ti adoro, Ti ringrazio e Ti prego per i colpi che ricevi e per gli acerbi dolori che soffri mentre Ti conficcano i chiodi, di concedere in questo momento alle anime purganti la loro liberazione dal Purgatorio. Sì, per il Sangue che spargi, o Gesù, Ti prego di estinguere le fiamme che bruciano quelle anime; e questo Sangue sia a tutte di refrigerio e bagno salutare da purgarle da qualunque macchia e disporle alla visione beatifica. (Cfr. Le Ore della Passione di N.S.G.C.) Recitare le preghiere per nove giorni consecutivi #defunti #purgatorio #suffragiodefunti #DivinaVolontà #LuisaPiccarreta #FiatVoluntasTua https://www.instagram.com/p/CGuuqWmDKQK/?igshid=1k8oym5vqodgc
#novenaanimedelpurgatorio#defunti#purgatorio#suffragiodefunti#divinavolontà#luisapiccarreta#fiatvoluntastua
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DIPINTI DEL TERRITORIO DEDICATI ALLA MADONNA DEL CARMINE
Nel parlare, ancora una volta, dei dipinti presenti nel territorio, raffiguranti la Madonna del Carmine o del Carmelo, è possibile imbattersi, nella Chiesa delle Anime Sante di Porto San Giorgio (FM), dove dietro l'Altare Maggiore, si trova il quadro "Madonna del Carmelo in Gloria con i Santi Giovanni Evangelista e Nicola da Tolentino Intercedenti per le anime purganti”, realizzato nel 1695 da Francesco Trevisani. A San Benedetto del Tronto (AP), nella Chiesa di S.Benedetto Martire, è possibile trovare il quadro "Madonna del Carmelo" del pittore ascolano Nicola Antonio Monti datato 1780. Un'altra "Madonna del Carmelo con San Simone Stock e Santa Teresa d’Avila", del pittore fermano Natale Ricci, è esposta presso il Monastero di Santa Chiara di Fermo. Sul retro del quadro vi è impresso "·N·R·P/1736", firma e data, vergate con colore bruno piuttosto diluito. Nella vicina Ostra (AN), presso la Pinacoteca Comunale, è esposta un'opera d'arte dal titolo "Madonna del Carmelo" di Anonimo. Una tela/pittura a olio risalente al XVIII secolo con le seguenti misure: altezza cm. 66, larghezza cm. 48,5... Per saperne di più: https://edicoladelcarmine.suasa.it/Dipinti.html Per aggiungere informazioni: [email protected]
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Dionisio Lazzari, Architettura e decorazione marmorea (1669)
Giacomo Farelli, Sant'Anna che offre la Vergine bambina al Padre Eterno (1670);
Massimo Stanzione, Madonna delle Anime Purganti (1638-42);
Abside, Chiesa di Santa Maria delle Anime del Purgatorio ad Arco, Napoli.
#napoli#Purgatorio ad Arco#massimo stanzione#dionisio lazzari#Giacomo Farelli#naplesart#naples italy#baroque architecture#barocco#baroque#seicento#storia dell'arte#storia#Naples churches
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#novenaalleanimedelpurgatorio Padre Santo, m’immergo nel tuo Voler Divino, prendo e faccio mio tutto il suo Potere, l’immensità del suo Amore; faccio il valore immenso delle pene del tuo Figlio Gesù, tutta la sua Passione, ogni sua piaga, ogni sua spina, ogni goccia del suo sangue e faccio mia tutta la sua Umanità SS., ogni suo atto, tutti i suoi meriti, la sua Santità e la sua Divinità; prendo tutte le Qualità Divine, tutti i beni che sono nella Volontà Divina; prendo tutti gli atti di Maria SSA., tutta la sua santità, i suoi meriti e le sue pene e, facendo tutto mio questo capitale infinito, lo verso tutto sulle anime del Purgatorio. (particolarmente sull’anima di …N. N.), perché, immerse in queste bagni di un potere ed un’immensità divina, vengano di molto abbreviate le loro pene e possano essere al più presto ammesse alla tua Presenza a lodarti nella Patri Celeste. Signore, nella tua Divina Volontà, per il suffragio delle anime purganti, io Ti offro il Sangue Divino, che venne sparso per esse, il Sacrificio della Vittima per eccellenza, la mediazione potente di Maria e dei Santi, le umili suppliche della tua Chiesa, le preghiere e le opere meritorie dei suoi figli. Appoggiato a questo io spero tanto dalla tua misericordia, o mio Dio, per quelle anime che Ti furono care, e che ci fai un dovere di amare e di soccorrere ancora. Gesù, nel tuo Volere Ti bacio, Ti compatisco, Ti adoro, Ti ringrazio e Ti prego per i colpi che ricevi e per gli acerbi dolori che soffri mentre Ti conficcano i chiodi, di concedere in questo momento alle anime purganti la loro liberazione dal Purgatorio. Sì, per il Sangue che spargi, o Gesù, Ti prego di estinguere le fiamme che bruciano quelle anime; e questo Sangue sia a tutte di refrigerio e bagno salutare da purgarle da qualunque macchia e disporle alla visione beatifica. (Cfr. Le Ore della Passione di N.S.G.C.) Recitare le preghiere per nove giorni consecutivi #defunti #preghiere #purgatorio #suffragiodefunti https://www.instagram.com/p/CGuslftjHY1/?igshid=ouzfkyr3dof4
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#preghiereaidefuntinelDivinVolere 🕯️🙏🕯️🙏🕯️🙏🕯️🙏🕯️ Padre Santo, m’immergo nel tuo Voler Divino, prendo e faccio mio tutto il suo Potere, l’immensità del suo Amore; faccio mio il valore immenso delle pene del tuo Figlio Gesù, tutta la sua Passione, ogni sua piaga, ogni sua spina, ogni goccia del suo Sangue e faccio mia tutta la sua Umanità SS., ogni suo atto, tutti i suoi meriti, la sua Santità e la sua Divinità; prendo tutte le Qualità Divine, tutti i beni che sono nella Volontà Divina; prendo tutti gli atti di Maria SS., tutta la sua santità, i suoi meriti e le sue pene e, facendo tutto mio questo capitale infinito, lo verso tutto sulle anime del Purgatorio, ( particolarmente sull’anima di ............... ), perché, immerse in questi bagni di un potere ed un’immensità divina, vengano di molto abbreviate le loro pene e possano essere al più presto ammesse alla tua Presenza a lodarti nella Patria Celeste. (Cfr. Vol. 12 - 14.3.1919) Signore, nella tua Divina Volontà, per il suffragio delle anime purganti, io Ti offro il Sangue Divino, che venne sparso per esse, il Sacrificio della Vittima per eccellenza, la mediazione potente di Maria e dei Santi, le umili suppliche della tua Chiesa, le preghiere e le opere meritorie dei suoi figli. Appoggiato a questo io spero tanto dalla tua misericordia, o mio Dio, per quelle anime che Ti furono care, e che ci fai un dovere di amare e di soccorrere ancora. Gesù, nel tuo Volere Ti bacio, Ti compatisco, Ti adoro, Ti ringrazio e Ti prego per i colpi che ricevi e per gli acerbi dolori che soffri mentre Ti conficcano i chiodi, di concedere in questo momento alle anime purganti la loro liberazione dal Purgatorio. Sì, per il Sangue che spargi, o Gesù, Ti prego di estinguere le fiamme che bruciano quelle anime; e questo Sangue sia a tutte di refrigerio e bagno salutare da purgarle da qualunque macchia e disporle alla visione beatifica. (Cfr. Le Ore della Passione di N.S.G.C.) https://www.instagram.com/p/B4WoSSkCqnp/?igshid=1ipsv04m4sw5i
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#NOVENAANIMEPURGATORIONELDIVINVOLERE 🙏🕯️🙏🕯️🙏🕯️🙏🕯️ Padre Santo, m'immergo nel tuo Voler Divino, prendo e faccio mio tutto il suo Potere, l'immensità del suo Amore; faccio mio il valore immenso delle pene del tuo Figlio Gesù, tutta la sua Passione, ogni sua piaga, ogni sua spina, ogni goccia del suo Sangue e faccio mia tutta la sua Umanità SS., ogni suo atto, tutti i suoi meriti, la sua Santità e la sua Divinità; prendo tutte le Qualità Divine, tutti i beni che sono nella Volontà Divina; prendo tutti gli atti di Maria SS., tutta la sua santità, i suoi meriti e le sue pene e, facendo tutto mio questo capitale infinito, lo verso tutto sulle anime del Purgatorio, ( particolarmente sull'anima di ... N.N. ), perché, immerse in questi bagni di un potere ed un'immensità divina, vengano di molto abbreviate le loro pene e possano essere al più presto ammesse alla tua Presenza a lodarti nella Patria Celeste. (Cfr. Vol. 12 - 14.3.1919) Signore, nella tua Divina Volontà, per il suffragio delle anime purganti, io Ti offro il Sangue Divino, che venne sparso per esse, il Sacrificio della Vittima per eccellenza, la mediazione potente di Maria e dei Santi, le umili suppliche della tua Chiesa, le preghiere e le opere meritorie dei suoi figli. Appoggiato a questo io spero tanto dalla tua misericordia, o mio Dio, per quelle anime che Ti furono care, e che ci fai un dovere di amare e di soccorrere ancora. Gesù, nel tuo Volere Ti bacio, Ti compatisco, Ti adoro, Ti ringrazio e Ti prego per i colpi che ricevi e per gli acerbi dolori che soffri mentre Ti conficcano i chiodi, di concedere in questo momento alle anime purganti la loro liberazione dal Purgatorio. Sì, per il Sangue che spargi, o Gesù, Ti prego di estinguere le fiamme che bruciano quelle anime; e questo Sangue sia a tutte di refrigerio e bagno salutare da purgarle da qualunque macchia e disporle alla visione beatifica. (Cfr. Le Ore della Passione di N.S.G.C.) 🙏🕯️🙏🕯️🙏🕯️ Ripetere x nove giorni consecutivi #LuisaPiccarreta #DivinaVolontà https://www.instagram.com/p/B3_XjpQip8z/?igshid=8vazvihziv61
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