#investigazione complessa
Explore tagged Tumblr posts
Text
La Pietra al Collo di Carlo Barbieri: Un Intricato Thriller Siciliano con il Commissario Mancuso. Recensione di italianewsmedia.com
Carlo Barbieri ci guida tra le strade di Palermo in un'avvincente caccia all'assassino tra misteri, rituali e colpi di scena
Carlo Barbieri ci guida tra le strade di Palermo in un’avvincente caccia all’assassino tra misteri, rituali e colpi di scena La Pietra al Collo, romanzo di Carlo Barbieri, è il primo episodio della serie siciliana che vede protagonista il commissario Mancuso, un poliziotto palermitano immerso in un caso di omicidio dai tratti inquietanti e complessi. La vicenda inizia in un agosto che sembra…
#agosto a Palermo#Alessandria today#ambientazione palermitana#Carlo Barbieri#chiesa delle Anime Purganti#Colpi di scena#commissario Mancuso#crime fiction italiana#crime series#cultura siciliana#delitti#Depistaggi#finale a sorpresa#Giallo Avvincente#Giallo Italiano#giallo siciliano#Google News#I Noir Italia#intuizioni#investigazione#investigazione complessa#italianewsmedia.com#La Pietra al Collo#lettura di tensione#Libro consigliato#libro da leggere#libro di successo#mistero#mystery book#narrativa italiana
0 notes
Text
Oggi ho avuto un appuntamento per un'indagine molto complessa. Ho ascoltato questa signora per due ore, ho elaborato con lei una strategia, poi mi sono sentita in dovere di dirle che qualsiasi investigazione seppur ben fatta o riuscita non può aiutarla se non risolve la sua dipendenza affettiva. Si è messa a piangere, inconsolabile. Le ho chiesto scusa perché sono stata dura o magari scortese. Mi ha risposto che era la prima volta che qualcuno le parlava con sincerità. Che riconosceva il suo problema e che stava provando ad aiutarla.
Il mio è un lavoro complesso, molto frustrante e delicato. Ma questi piccoli episodi mi ripagano di tutta la fatica, sempre.
2 notes
·
View notes
Text
Operazione "Insider"- ottenevano la riscossione fraudolenta al posto dei legittimi titolari dalle polizze assicurative del Ramo Vita di Poste Italiane S.p.A.
Operazione "Insider"- ottenevano la riscossione fraudolenta al posto dei legittimi titolari dalle polizze assicurative del Ramo Vita di Poste Italiane S.p.A. La Polizia di Stato ha eseguito, in data odierna, 6 ordinanze di custodia cautelare in carcere ed agli arresti domiciliari, emesse dal Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Napoli, smantellando un'organizzazione criminale operante principalmente nelle Regioni della Campania e del Lazio, costituita col fine di aggredire le polizze assicurative del Ramo Vita di Poste Italiane S.p.A., ottenendone la riscossione fraudolenta al posto dei legittimi titolari. 6 gli arresti in esecuzione della misura cautelare, 3 gli arresti in flagranza di reato relativamente ad alcuni degli associati – operativi soprattutto in territorio laziale – avvenuti durante le operazioni di illecita riscossione delle polizze, 48 le perquisizioni complessivamente eseguite nel corso delle indagini e 39 le persone indagate. L'operazione denominata "INSIDER" giunge a conclusione di una complessa e articolata attività di indagine, condotta dal Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica – Polizia Postale Lazio, coordinato dal Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni, e diretta dalla Procura della Repubblica di Napoli (Sostituti Procuratori Ciro CAPASSO e Claudio Orazio ONORATI, con il coordinamento di Vincenzo PISCITELLI). L'indagine trae origine da alcune denunce sporte da ignari titolari di polizze del Ramo Vita di Poste Italiane S.p.A., vistisi defraudati dei loro risparmi ed ha visto la collaborazione dell'ufficio Fraud Management di quest'ultima società, impegnato nelle indagini ispettive interne. Infatti, le attività investigative hanno consentito di documentare l'avvenuta riscossione fraudolenta di polizze per un totale di 1,5 milioni di euro, mentre la collaborazione con l'ufficio prevenzioni frodi di Poste Italiane S.p.A. ha permesso inoltre di sventare numerosi tentativi di riscossione fraudolenta per un importo di 3,5 milioni di euro, che l'organizzazione criminale stava pianificando ed attuando. La Polizia Postale, attraverso classiche attività di investigazione, quali pedinamenti ed appostamenti, con attività di intercettazione telefonica condotte per oltre 7 mesi, nonché mediante l'uso di strumenti tecnologici all'avanguardia, per l'analisi dei contenuti dei dispositivi informatici sequestrati agli indagati nel corso delle perquisizioni, è riuscita ad individuare il capo dell'organizzazione criminale, un pregiudicato napoletano che supervisionava tutta l'attività delittuosa, dall'aggressione iniziale dei titoli assicurativi di PosteVita S.p.A. al riciclaggio dei proventi illeciti. Nel frattempo, gli investigatori hanno accertato l'esistenza di numerosi altri componenti del sodalizio criminale, consentendo di delineare i differenti ruoli e compiti dei singoli soggetti coinvolti, dalla compartecipazione alla riscossione fraudolenta delle polizze, anche presentandosi personalmente presso sportelli degli uffici postali campani e laziali, alla divisione dei proventi fra i vari correi, con acquisto di beni e di valori di provenienza illecita. Determinante è risultato il coinvolgimento di 4 dipendenti infedeli di Poste Italiane, c.d. insider i quali, accedendo abusivamente agli archivi aziendali, fornivano informazioni sui clienti intestatari delle polizze, sulle somme sulle stesse giacenti nonché sulle modalità più idonee per riscuoterle in danno degli ignari correntisti, informazioni che si sono rivelate determinanti per il perfezionamento delle frodi. L'operazione odierna ha visto il coinvolgimento dei Centri Operativi per la Sicurezza Cibernetica di Roma, Bologna, Napoli, Reggio di Calabria e Torino, coordinati dal Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni, che hanno dato esecuzione alle ordinanze di custodia cautelare in carcere e degli arresti domiciliari. Contestualmente sono state eseguite 15 perquisizioni e denunciati in stato di libertà altri 39 partecipanti all'organizzazione criminale, di fatto smantellandola, nonché mettendo in sicurezza circa 3,5 milioni di euro dei risparmiatori.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
0 notes
Text
The Victims’ Game
“ Essere vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare. “
The Victim’s Game è un drama thriller/ mistery made in Taiwan da soli 8 episodi che non solo consiglio vivamente, ma che ho trovato fatto molto bene anche se non mi ha fatta innamorare.
Nonostante la sua brevità - data anche dai 50 minuti di puntata - riesce ad essere coinvolgente, carica di tensione, con colpi di scena e svolte interessanti ed imprevedibili lungo tutta la storia. Per un verso, mi ha ricordato il kdrama Tell What You Saw: c’è un omicidio, c’è una squadra di investigazione, c’è un killer da acchiappare. la trama basic di questo genere
Tuttavia questa serie si allontana da tutto ciò, prendendo pieghe decisamente più inaspettate e intimistiche, spostando il piano su un’altra prospettiva. Non posso dire di più per non spoilerare
Fang Yi Ren, interpretato da un magistrale Joseph Cheng, è un detective forense con una sindrome di Asperger, che mentre raccoglie prove di un brutale omicidio [corpo sciolto nell’acido...argh] scopre l’impronta di sua figlia nel luogo del delitto. Figlia che non non vede, sente o ascolta da anni e che risulta sparita nel nulla. Turbato e spaventato da questa scoperta, inizia un appassionante corsa all’ultimo respiro per risolvere il caso e ritrovare sua figlia.
A fargli compagnia, la giornalista d’assalto Xu Hai Yin ( Tiffany Hsu ) donna intelligente e sveglia e con una moralità talmente bassa che Ditocorto di Game Of Thrones gli ha lasciato il suo posto per indegnità.
* Forense , Sindrome di Asperger , Detective , Giornalista , Emarginato sociale , Autismo , Omicidio , Serial Killer , Disabilità.
Questi sono alcuni dei tag che mydramalist inserisce per definire questa storia e che ricalcano perfettamente il carattere della serie: Fang Yi Ren e la sua sindrome sono un argomento, che viene toccato con bravura e sensibilità e che permette di far vedere il grande impegno degli addetti ai lavori. Alla fine di ogni puntata, è presente un “dietro le quinte” dove attori, regia e tutta la compagnia cantante, parlano dei loro personaggi, di come si sono approcciati ad essi ed alla storia. Si sa che dottori, psicologi, e professionisti, hanno dato una mano ed un parere sulle vicende della serie...e si vede. Tuttavia devo fare una nota a margine e sotto spoiler per quanto riguarda la malattia e la narrazione che mi ha fatto storcere leggermente il naso.
Un altro piccolo difetto che mi sento di menzionare, per me è stato nella parte narrativa, talvolta molto complessa e da cervello impostato su ON: i nomi, le dinamiche, le investigazioni qualche volta mi hanno costretta a mettere un attimo in pausa per fare il punto della situazione.
Tornando a Joseph Cheng: Lo avevo già visto in Drunken to Love You, ma qui si è decisamente superato con una recitazione davvero convincente. Il suo personaggio poi è davvero complesso ed è stato bravissimo nel portarlo in scena e renderlo credibile.
Meno sensazionale ma ancora brava Tiffany ( anche lei in Druken to love you) chiamata a interpretare questo personaggio a cui riesce a dare comunque uno spessore non da poco. E poi, l’ho amata tantissimo nel finale.
The Victim’s Game è una serie complessa, sia dal punto di vista narrativo sia da quello riflessivo. Anche qui non posso spoilerare, ma vi basti sapere che la serie porta in campo i valori etici e morali di ognuno di noi, costringendo lo spettatore ad inevitabili riflessioni personali. Se pensate di vedere il solito drama crime/investigativo con un serial killer da catturare...beh, vi sbagliate.
La serie riesce bene a giostrarsi tra la parte narrativa e riflessiva, creando un prodotto unitario e ben calibrato e che non si appesantisce mai.
Belle anche le scenografie e la fotografia: cupa, scura. Perfettamente adatta al contesto che la serie sta raccontando.
VOTO: 8.3
Ok lo ammetto: passare 3 episodi a cercare un Serial Killer che poi alla fine manco esiste è stato...strano. Geniale, ma strano. Un colpo di scena che decisamente non ti aspetti e che ho adorato.
Come dice anche il Capitano Kang, non c’è nessun omicidio ma siamo davanti ad un gruppo di suicidio assistito, dove persone senza più speranza, si uccidono dopo aver espresso il loro ultimo desiderio.
Tematica forte, attuale e che spinge alla riflessione lo spettatore, mettendo in campo dinamiche emotive e valoriali di ognuno di noi.
Ho inoltre amato come nel finale grazie a Hai Yin, venga portata in scena la speranza: se la cantante non si fosse uccisa, gli sarebbero arrivate lettere d’amore dai bambini che ha aiutato e che avrebbero potuto farle vedere quanto in realtà fosse amata. Se l’assassino non si fosse suicidato, avrebbe potuto conoscere suo figlio, portarlo a scuola, fare i compiti assieme a lui. Se il ragazzo non avesse preso questa decisione estrema, avrebbe trovato sua sorella pronto ad accettarlo nella sua sessualità...
Più che altro, al di là della tematica, non mi aspettavo che la serie parlasse di questo.
Oltre che alla recitazione del due lead, mi è anche piaciuta la loro chimica e ruolo: dove Fang Yi, geniale raccattatore di prove, non riesce ad arrivare per via della sua malattia, Hai Yin interviene, coprendo qualsiasi mancanza relazionale del protagonista. E devo dire che sono stati anche simpatici.
Ed è forse per questo che la Sindrome di Asperger è stata inserita nella storia: riflettevo infatti sul fatto che la storia sarebbe stata identica ( parlo della parte narrativa) anche se Fang Yi non avesse avuto questa malattia. La Sindrome infatti, non mi pare che incida nella trama, risultandomi quasi un plus ultra. Che tuttavia ho apprezzato tantissimo.
Ed è qui che entra in gioco la lead, che con una parlantina da conquistatore ed una faccia tosta impressionante, riesce a instaurare legami emotivi e relazionali con chiunque, dando un aiuto non da poco al lead e alla sua ricerca della figlia. Devo ammettere che all’inizio non amavo particolarmente Hai Yin, ritenendola un avvoltoio senza morale. Fingere di essere una fan della cantante per andare dalla mamma della donna e riprenderla mentre piange disperata per la figlia sciolta nell’acido e farci uno scoop, non me l’ha resa simpaticissima. Che poi, manco per amor di verità, per informare le persone...ma per accaparrarsi lo scoop.
Tuttavia mi è piaciuto come lungo l’arco della serie, non solo si leghi emotivamente alle vicende del lead, ci diventi amica e gli dia supporto, ma si resposabilizzi nel suo lavoro.
Ultima nota, per quanto riguarda la parte narrativa. Per quanto io adori le serie fatte a puzzle, con indizi sparsi lungo l’arco della serie, ho trovato difficoltà, alcune volte, nel seguire tutto il piano delle persone che poi si sono suicidate. Non ha aiutato poi, che ci fossero due investigazioni parallele sullo stesso omicidio e alcune volte ho dovuto prestare grande attenzione.
#the victims game#tw driving#taiwanese drama#fang yi ren#joseph cheng#xu hai yin#tiffany hsu#thriller#netflix
4 notes
·
View notes
Photo
12/10/2017 Denise Pipitone, legale famiglia: svolta nelle nuove indagini
“La scelta di ampliare le indagini con le nuove tecniche di riconoscimento del Dna e’ una svolta senza precedenti. Ci speriamo”. A dirlo all'Agi e’ l'avvocato Giacomo Frazzitta, legale di parte civile di Piera Maggio, madre di Denise Pipitone scomparsa l'1 settembre 2004 a Mazara del Vallo, nel Trapanese. Il riferimento e’ agli accertamenti disposti dalla Procura di Marsala su alcuni campioni sequestrati dagli investigatori nel corso delle indagini con l'obiettivo di rilevare delle tracce di Dna riferibili all'allora bambina che il 26 ottobre compie 17 anni. Gli approfondimenti vengono condotti dal Ris (Reparto investigazione scientifiche) di Messina. “La ricerca di tutti i reperti relativi a questi frammenti e’ stata un operazione complessa - dice Frazzitta - noi speriamo che questa analisi possa dare dei risultati. Evidentemente e’ un operazione che andava fatta, sarebbe stato meglio farla prima del processo ormai concluso”. L'indagine, nell'ambito della quale sono stati disposti gli accertamenti, viene condotta dal procuratore capo Vincenzo Pantaleo e dal sostituto procuratore Anna Sessa. Ad aprile l'ex procuratore di Marsala Alberto Di Pisa si era detto “convinto che c'e’ chi sa e non vuole parlare. Penso che ci siano dei complici…”. Rispondendo alla domanda del cronista il legale Giacomo Frazzitta adesso replica: “L'ex procuratore Di Pisa farebbe bene a farsi il pensionato e a starsi muto, perche’ e’ meglio cosi’. Perche’ non faceva questa operazione quando era in servizio?”. Ieri sera a “Chi l'ha visto”, alla presenza di Frazzitta di Piera Maggio, Federica Sciarelli aveva mostrato la fotografia di una ragazza che risulta incredibilmente simile all'immagine dell'invecchiamento di Denise realizzato dal Ris. “Continuo a sperare”, aveva detto la mamma. Il Ris dei carabinieri di Messina, era stato detto dalla redazione della trasmissione, analizzera’ con nuove tecnologie le impronte rilevate in vari luoghi e su diverse auto dopo la scomparsa di Denise. Grazie a nuove metodologie oggi e’ possibile rilevare tracce di Dna anche dalle impronte digitali.
FONTE: http://www.corrierequotidiano.it/1.71630/cronaca/sicilia-trapani/104/denise-pipitone-legale-famiglia-svolta-nelle-nuove-indagini
#avvocato#procuratore#indagini#scomparsa#rapimento#denisepipitone#denise#rapita#italia#sicilia#italy#sicily#mazaradelvallo#mazara#giustizia#ingiustizia#marsala#palermo#roma#dna#pieramaggio#maggio#pulizzi#corona
2 notes
·
View notes
Text
Trento, 10/09/2018 GUARDIA DI FINANZA: OPERAZIONE “ALBA BIANCA”: STRONCATO TRAFFICO INTERNAZIONALE DI DROGA TRA NORD EUROPA E ITALIA Eseguiti 30 arresti in Italia e all’estero, sequestrati 120 chili di droga per un valore sul mercato illecito di oltre venti milioni di euro Fondamentale la cooperazione tra organismi di polizia italiani e germanici La Guardia di Finanza di Trento ha concluso l’operazione internazionale antidroga denominata “Alba bianca”, eseguendo oggi venti misure di custodia cautelare in carcere emesse dal G.I.P. presso il Tribunale di Trento, sedici delle quali sul territorio nazionale (Trentino-Alto Adige, Lombardia e Veneto), quattro all’estero, con mandato di arresto europeo in Germania e Albania, che si sommano ai dieci arresti già eseguiti nel corso delle indagini nell’arco di due anni. Dalle prime ore della mattinata odierna un centinaio di militari con una decina di unità cinofile antidroga delle Fiamme Gialle, in coordinamento con la polizia giudiziaria e Doganale bavarese, stanno effettuando arresti e perquisizioni nei confronti dei componenti di due associazioni criminali radicate nel Nord Italia e in Baviera, dedite al traffico internazionale di droga, con ampie ramificazioni sul territorio nazionale e all’estero.
Le indagini, iniziate nel gennaio 2016 a seguito di un sequestro di 93,1 kg. di cocaina effettuato dalle Fiamme Gialle di Vipiteno (BZ), al confine con l’Austria, in ingresso in Italia, sono state sviluppate e coordinate dalla locale Direzione Distrettuale Antimafia e condotte dal Gruppo Operativo Antidroga (GOA) della Guardia di Finanza di Trento. Le attività di indagine sono state condotte attraverso una complessa attività investigativa transnazionale, che si è avvalsa della collaborazione del Servizio Centrale di Investigazione sulla Criminalità Organizzata della Guardia di Finanza – S.C.I.C.O. di Roma e ha visto un largo ricorso a procedure di cooperazione internazionale, attuate tramite il II Reparto “Coordinamento informativo e relazioni internazionali” del Comando Generale della Guardia di Finanza e la Direzione Centrale per i Servizi Antidroga del Ministero dell’Interno – D.C.S.A., con le Forze di Polizia e doganali tedesche e di diversi altri Stati, tra cui Belgio, Albania e Macedonia.
Sono stati, così, individuati due sodalizi criminali composti, prevalentemente, da soggetti di origine balcanica (albanese, macedone e serba, affiancati da cittadini iracheni, pakistani, afghani, tedeschi e italiani) che, stabilmente radicati in Trentino-Alto Adige (specie nel capoluogo altoatesino, ove rifornivano, anche, alcuni pregiudicati legati alla criminalità storica, di origine calabrese) e in Baviera (D), si ripartivano i locali mercati dello spaccio. I due gruppi criminali avevano anche importanti ramificazioni in Piemonte, Lombardia e Veneto, nonché in Belgio ed Olanda, Paesi questi dove acquistavano direttamente ingenti partite di droga che poi venivano trasportate in Italia mediante automezzi con ingegnosi doppifondi. Fondamentale, per le operazioni all’estero, si è rivelata la collaborazione investigativa con il BLKA (Bayerisches Landeskriminalamt) e lo ZFA (Zollfahndungsamt) di Monaco di Baviera (D), con i quali, sotto l’egida della D.C.S.A. e della Procura di Trento, è stata avviata una serie di scambi diretti di informazioni e sono state sviluppate investigazioni parallele per il contrasto del crimine transnazionale. L’attività di cooperazione con le Forze di Polizia e doganali germaniche ha consentito loro di sequestrare, su segnalazione delle Fiamme Gialle trentine, 2,18 kg di eroina e 21,3 kg di marijuana tra luglio e novembre 2016, arrestando sei corrieri di nazionalità tedesca e albanese: alle operazioni in Germania hanno partecipato anche i Finanzieri italiani per fornire il loro supporto, sfruttando le possibilità offerte dalle vigenti convenzioni europee. I Finanzieri del GOA di Trento, nei due anni di indagine, hanno operato sul territorio nazionale sequestrando a Bolzano e Bressanone (BZ) ulteriori 1,8 kg di cocaina e arrestando tre corrieri di nazionalità albanese, pakistana e macedone domiciliati in Italia. Di particolare rilievo, nel giugno 2018, l’arresto effettuato dalle Fiamme Gialle presso l’aeroporto di Milano Linate di uno dei due cittadini albanesi originariamente fermati a Vipiteno (BZ) che, approfittando di una temporanea scarcerazione, si era rifugiato all’estero, ma è poi stato individuato, dal GOA di Trento, in Belgio ed ivi catturato ed estradato sulla base di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Bolzano.
In esecuzione delle misure di custodia cautelare in carcere, in Italia, sono stati arrestati tredici cittadini albanesi, domiciliati a Bolzano, Merano (BZ), Bressanone (BZ), Laives (BZ), Chiusa (BZ), Treviso, Opera (MI) e Manerba (BS), un cittadino kossovaro domiciliato a Treviso, un cittadino pakistano domiciliato a Bressanone (BZ) e un cittadino italiano di origini albanesi domiciliato a Merano (BZ). Sulla base della procedura del Mandato d’Arresto Europeo (MAE) e grazie agli accordi internazionali in materia di estradizione, in Germania sono stati contemporaneamente arrestati tre cittadini albanesi residenti in Baviera e un altro è stato arrestato dalle stesse autorità albanesi nella capitale Tirana. Il bilancio complessivo dell’operazione ha portato all’individuazione e alla denuncia di 40 narcotrafficanti, trenta dei quali sono stati arrestati, sequestrando complessivamente circa 120 chili di droga (cocaina, eroina e marijuana) per un valore sul mercato illecito di oltre venti milioni di euro, otto automezzi utilizzati per il trasporto dello stupefacente e oltre centomila euro in contanti. L’operazione ha inflitto un duro colpo ai canali di rifornimento dello stupefacente dal Nord Europa all’Italia, confermando l’importanza dell’asse del Brennero quale crocevia dei traffici internazionali e il valore aggiunto della cooperazione europea tra inquirenti, forze di polizia e organismi di coordinamento interforze italiani.
TRENTO. TRAFFICO INTERNAZIONALE DI DROGA TRA NORD EUROPA E ITALIA. Trento, 10/09/2018 GUARDIA DI FINANZA: OPERAZIONE “ALBA BIANCA”: STRONCATO TRAFFICO INTERNAZIONALE DI DROGA TRA NORD EUROPA E ITALIA…
0 notes
Text
OPERAZIONE “GALASSIA” Estradata la latitante Ivana Ivanovic
Nuovo post su italianaradio https://www.italianaradio.it/index.php/operazione-galassia-estradata-la-latitante-ivana-ivanovic/
OPERAZIONE “GALASSIA” Estradata la latitante Ivana Ivanovic
OPERAZIONE “GALASSIA” Estradata la latitante Ivana Ivanovic
OPERAZIONE “GALASSIA” Estradata la latitante Ivana Ivanovic Lente Locale
R. & P.
Questa mattina presso l’aeroporto internazionale di Fiumicino è stata conclusa la procedura di estradizione dell’indagata IVANOVIC Ivana, colpita da provvedimento cautelare personale di Fermo di indiziato di delitto, emesso in Novembre 2018 dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria, non eseguito perché latitante all’estero e successivamente arrestata in data 02.08.2019 in Montenegro in esecuzione del Mandato di Arresto Europeo e Internazionale, in riferimento all’Ordinanza di Custodia Cautelare emessa nell’ambito del procedimento 5585/15.
L’estradizione odierna viene eseguita all’esito di serrate indagini condotte dal Nucleo P.E.F. di Reggio Calabria e dal Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata della Guardia di Finanza, con il determinante supporto del II° Reparto del Comando Generale del Corpo e del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia del Dipartimento della Pubblica Sicurezza.
La IVANOVIC, accusata di associazione a delinquere di stampo mafioso, truffa ai danni dello Stato e dichiarazioni fiscali infedeli, si era inizialmente sottratta al provvedimento di Fermo emesso dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria il 12 novembre 2018, ed era destinataria di Ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP del Tribunale reggino in data 05.dicembre 2018.
In ragione delle investigazioni svolte e sulla scorta dei gravi elementi indiziari raccolti, la Procura della Repubblica di Reggio Calabria – Direzione Distrettuale Antimafia, con proprio provvedimento aveva disposto il fermo nei confronti di 18 soggetti – tra i quali la menzionata Ivana IVANOVIC – nonché il sequestro preventivo di 23 società estere, 15 imprese operanti sul territorio nazionale, 33 siti nazionali e internazionali, numerosi immobili, automezzi, conti correnti italiani ed esteri e innumerevoli quote societarie per un valore complessivo stimato in oltre 723 milioni di euro.
L’indagine a suo tempo condotta, con il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, diretta dal Procuratore Giovanni Bombardieri, aveva rilevato l’esistenza di una pluralità di associazioni per delinquere operanti sul territorio nazionale nel settore della raccolta del gioco e delle scommesse con i marchi “PLANETWIN365”, “BETALAND” ed “ENJOYBET” le quali, in rapporto sinallagmatico con la ‘ndrangheta, da un lato avevano consentito a quest’ultima di infiltrarsi nella propria rete commerciale e di riciclare gli imponenti proventi illeciti, dall’altro avevano tratto esse stesse significativo supporto per l’ampliamento della propria rete commerciale e per la distribuzione capillare del proprio marchio sul territorio.
In relazione a quanto sopra evidenziato, veniva predisposta ed attuata una complessa attività di ricerca, volta al rintraccio dell’indagata al fine di disvelare il luogo di latitanza della stessa. Le indagini in parola permettevano in data 02/08/2019, attraverso una continua e cospicua interlocuzione con i Reparti e gli Enti citati in precedenza, di individuare e trarre in arresto – in Montenegro -, mediante l’esecuzione del mandato di arresto internazionale, la Sig.ra Ivanovic.
In relazione a quanto sopra, grazie anche al supporto del Gruppo della Guardia di Finanza e della Polizia di Frontiera Aerea di Fiumicino, la predetta IVANOVIC, giunta in data odierna presso l’aeroporto Leonardo da Vinci, è stata associata alla Casa Circondariale di Roma Rebibbia e messa a disposizione dell’A.G. procedente.
OPERAZIONE “GALASSIA” Estradata la latitante Ivana Ivanovic Lente Locale
OPERAZIONE “GALASSIA” Estradata la latitante Ivana Ivanovic Lente Locale
R. & P. Questa mattina presso l’aeroporto internazionale di Fiumicino è stata conclusa la procedura di estradizione dell’indagata IVANOVIC Ivana, colpita da provvedimento cautelare personale di Fermo di indiziato di delitto, emesso in Novembre 2018 dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria, non eseguito perché latitante all’estero e successivamente arrestata in data 02.08.2019 in Montenegro […]
OPERAZIONE “GALASSIA” Estradata la latitante Ivana Ivanovic Lente Locale
Gianluca Albanese
0 notes
Link
SAN BENEDETTO – Anche la provincia di Ascoli Piceno ed il Teramano sono interessati dalla importante e delicata operazione delle Fiamme Gialle del Gico e dei Carabinieri del Ros contro il terrorismo islamico e che ha convolto anche Piemonte e Lombardia.
I militari soni impegnati in una serie di perquisizioni nei confronti di oltre 20 tunisini, da anni residenti nel nostro Paese. Sono sospettati di finanziamenti al movimento radicale Al Nusra, nell’ambito di una complessa indagine, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo dell’Aquila, su una presunta rete di finanziamento del terrorismo internazionale.
Secondo l’ipotesi investigativa attraverso alcune società di vendita di tappeti e di altro tipo si sarebbero finanziate attività riconducibili al movimento radicale islamico Al Nusra.
Le ipotesi di reato, per le quali la Direzione Distrettuale aquilana sta indagando, riguardano una serie di illeciti di natura tributaria compiuti per raccogliere ingenti disponibilità di denaro da destinare anche al finanziamento di attività riconducibili ad Al-Nusra.
In particolare, tramite alcune società operanti nel settore della rifinitura edilizia e nel commercio di tappeti, formalmente intestate a persone di comodo ma di fatto gestite da un unico soggetto, capo indiscusso del gruppo, sono stati creati numerosi stratagemmi contabili per distrarre importanti somme di denaro dalle società.
Le illecite disponibilità finanziarie, secondo le indagini, sarebbero state successivamente riciclate mediante l’acquisto di beni immobilie l’investimento in altre attività imprenditoriali, nonché destinate al finanziamento di gruppi radicali di ispirazione islamica insediati all’estero.
Le perquisizioni sono state svolte con il supporto dei Comandi Provinciali Carabinieri e della Guardia di Finanza di Torino, Milano, Ascoli Piceno e Teramo e il coordinamento del Raggruppamento Operativo Speciale dei Carabinieri e del Servizio Centrale di Investigazione sulla Criminalità Organizzata della Guardia di finanza.
0 notes
Text
Il silenzio dei chiostri di Alicia Giménez-Bartlett: Mistero e Ironia in un’Indagine tra Fede e Superstizione. Recensione di Alessandria today
Un caso insolito per Petra Delicado, tra il profumo d'incenso e segreti monastici
Un caso insolito per Petra Delicado, tra il profumo d’incenso e segreti monastici Il silenzio dei chiostri, pubblicato da Sellerio Editore il 2 aprile 2009, è un romanzo della scrittrice spagnola Alicia Giménez-Bartlett, che vede l’iconica ispettrice Petra Delicado e il suo vice Fermín Garzón alle prese con un caso dai contorni misteriosi e soprannaturali. Ambientato in un convento di…
#Alessandria today#Alicia Giménez-Bartlett#Alicia Giménez-Bartlett autrice#atmosfera di suspense#Barcellona#Beato Asercio#Convento#crimine e mistero#detective femminile#detective Petra#Enigma#Fede e superstizione#Fermín Garzón#giallo contemporaneo#Giallo europeo#Google News#Il silenzio dei chiostri#indagine complessa#introspezione psicologica#introspezione sociale#investigazione#ironia e mistero#italianewsmedia.com#Letteratura Spagnola#mistero religioso#mistero soprannaturale#narrativa europea#narrativa poliziesca#noir#Omicidio
0 notes
Text
Cosenza, sgominata una banda di spacciatori di sostanze stupefacenti operante in città
La Polizia di Stato di Cosenza sta dando esecuzione ad un’ordinanza di misura cautelare a carico di nr. 13 soggetti ritenuti responsabili, a vario titolo, dei delitti di detenzione e cessione di cocaina, eroina e hashish ed estorsione. Le indagini dei poliziotti della Squadra Mobile con il coordinamento della locale Procura della Repubblica ,sono partite a seguito di una perquisizione effettuata nel quartiere popolare di via Popilia di Cosenza presso l’abitazione di un soggetto, noto per avere precedenti specifici in materia di stupefacenti, durante la quale era stata trovata una certa quantità di sostanza stupefacente di tipo eroina nonché materiale per il confezionamento della stessa e denaro contante. Una seconda indagine veniva avviata a seguito del decesso, per overdose, di una donna di nazionalità straniera, avvenuto nel dicembre 2016 in questa Via Rivocati. Il successivo rinvenimento di sostanza stupefacente dello stesso tipo di quella che aveva causato la morte della donna durante una perquisizione effettuata nei confronti di un soggetto noto per annoverare precedenti specifici determinava l’immediato avvio di un’attività di indagine nei suoi confronti. Le due citate attività investigative venivano però presto riunite in quanto si rilevavano diversi punti di contatto tra esse: lo sviluppo di dette indagini, grazie alle diverse intercettazioni telefoniche, ambientali, alle perquisizioni e ai conseguenti sequestri, ha così consentito di far piena luce sull’esistenza di un gruppo di persone, locali e con precedenti specifici, che di fatto rifornivano di sostanza stupefacente la cittadina bruzia ed il suo hinterland. Molti gli episodi di spaccio effettivamente cristallizzati dalla Squadra Mobile che, con appostamenti e pedinamenti, in diverse circostanze riusciva ad intervenire tempestivamente procedendo al sequestro delle diverse singole dosi di sostanza stupefacente. In più occasioni venivano anche acquisite le dichiarazioni degli acquirenti ed assuntori che “certificavano” il quadro probatorio a carico degli odierni indagati. Le cessioni avevano luogo maggiormente presso le abitazioni degli spacciatori e/o per le vie cittadine previi incontri “lampo” fissati telefonicamente e dal contenuto, peraltro, fortemente criptico. Le investigazioni consentivano comunque di raccogliere numerosi elementi di responsabilità penale nonostante gli indagati, in alcune circostanze, a seguito di riscontri precedentemente effettuati, cambiassero completamente le loro modalità operative e le schede telefoniche. A rendere più complessa l’attività di investigazione vi era poi la particolare conformità dei luoghi oggetto di indagine ove anche il mero accesso e/o transito con autovetture di servizio provocava l’immediata sospensione di qualsivoglia attività. Read the full article
0 notes
Text
Immigrazione clandestina, operazione della Polizia di Stato con arresti e perquisizioni in tutta Italia
Immigrazione clandestina, operazione della Polizia di Stato con arresti e perquisizioni in tutta Italia. Nelle prime ore della mattinata, la Polizia di Stato, nell’ambito dell’operazione denominata “WET SHOES”, a seguito di una complessa indagine diretta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Ancona, in coordinamento con la Procura della Repubblica di Macerata, e condotta dalla DIGOS della Questura di Roma, dalla DIGOS della Questura di Macerata e dalla Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione, ha eseguito l’Ordinanza di Custodia Cautelare con la quale il Giudice delle Indagini Preliminari del Tribunale di Ancona ha disposto la misura cautelare della custodia in carcere per due tunisini e degli arresti domiciliari per un terzo connazionale. E’ stata contestata l’“Associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina con l’aggravante della transnazionalità” ai soggetti sottoposti a misura cautelare personale i quali, grazie ad una fitta rete di complicità intessuta sul territorio maceratese (in cui figurano titolari di aziende e pubblici ufficiali, con estensioni in diverse zone del territorio nazionale ed estero), avevano costituito un sodalizio criminale in grado di gestire l’approdo clandestino sulle coste siciliane di stranieri, in prevalenza nord africani, il supporto logistico e le coperture occorrenti per ottenere la documentazione necessaria a favorire il loro trasferimento su tutta l’area Schengen. Attraverso mirate attività tecniche disposte dalla autorità inquirente, supportate dai servizi espletati sul territorio, è stato riscontrato come tra gli stranieri intenzionati a raggiungere lo spazio europeo, attraverso i canali messi a disposizione dalla rete criminale, vi fossero anche soggetti contigui a circuiti di combattenti impegnati in teatri di jihad. La posizione dei tre soggetti destinatari della misura cautelare è al vaglio anche in ordine ad eventuali movimentazioni finanziarie sospette che potrebbero essere connesse a fenomeni terroristici. Nel corso dell’operazione di polizia sono state eseguite 44 perquisizioni nei confronti di 18 indagati per vari reati e di altre 26 persone, risultate contigue a vario titolo all’organizzazione criminale e tutte attestate nelle province di Ancona, Fermo, Ferrara, Catanzaro, Modena, Macerata, Siracusa e Verona. Tra i siti attenzionati dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Ancona, vi è anche un Centro di Assistenza Fiscale – C.A.F. maceratese ed un casolare sito nelle campagne della medesima provincia, meta abituale di stranieri giunti in Italia in stato di clandestinità. L’operazione “WET SHOES” prende il nome da una conversazione intercettata dagli inquirenti nel corso di uno sbarco di clandestini avvenuto a Mazara del Vallo, nella quale uno dei sodali fa presente di aver paura di essere controllato dalle Forze di Polizia con a bordo gli stranieri appena sbarcati, in quanto gli stessi avevano ancora “le scarpe bagnate”. L’indagine costituisce uno sviluppo investigativo dell’attività condotta dalla DIGOS della Questura di Roma, coordinata dalla Procura Capitolina, all’indomani del tragico attentato terroristico perpetrato il 19 dicembre 2016 a Berlino dal terrorista tunisino Anis AMRI, alla luce del pregresso soggiorno all’interno dei confini nazionali italiani, dove aveva fatto ingresso clandestino, proveniente via mare dalla Tunisia, attestandosi infine in Germania grazie al possesso di falsi documenti di identità italiani. Le investigazione consentirono, allora, di ricostruire la rete relazionale italiana dell’attentatore, con particolare riguardo al periodo di soggiorno tra la Capitale e Latina, risalente alle fasi immediatamente precedenti il suo trasferimento in Germania, tali da attestare profili di contiguità con l’organizzazione terroristica denominata “Isis”. L’attività di indagine si concluse con l’operazione di polizia giudiziaria cd. “Mosaico” del 29 marzo 2018, sfociata nell’esecuzione di cinque ordinanze di custodia cautelare in carcere, nei confronti di altrettanti cittadini di nazionalità tunisina, uno dei quali attestato a Roma, tratto in arresto e condannato in via definitiva per il reato di auto-addestramento con finalità di terrorismo, nonché a carico di un contesto associativo dedito alla falsificazione documentale nelle città di Napoli e Caserta. Le ricadute investigative scaturite dai sequestri eseguiti nell’ambito dell’operazione “Mosaico” hanno messo in luce il pieno coinvolgimento di ulteriori soggetti, da cui l’indagine denominata “Mosaico II””, condotta dalla DIGOS della Questura di Roma e coordinata dalla Procura di Napoli, culminata il 15 maggio 2020 nell’esecuzione di 10 misure cautelari nei confronti di soggetti italiani e stranieri attestati sulla dorsale campana, e la successiva operazione “Mosaico III”, del 23 giugno 2022, conclusasi con l’esecuzione di ulteriori 3 misure cautelari ed un Mandato d’Arresto Europeo nei confronti di uno straniero rifugiatosi in Olanda. I soggetti sottoposti a indagini sono da ritenere presunti innocenti, in considerazione dell’attuale fase del procedimento, ovvero quella delle indagini preliminari, fino a un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile. https://www.youtube.com/watch?v=4Rjf6XccdyI... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
0 notes
Text
Cosenza, avviata dai Carabinieri l’operazione “Malarintha”
Cosenza, avviata dai Carabinieri l’operazione “Malarintha”. Nella giornata di oggi militari del Comando Provinciale e della Compagnia di Rende dei Carabinieri e del Gruppo di Cosenza della Guardia di Finanza hanno dato esecuzione a tre misure cautelari di applicazione degli arresti domiciliari, una misura cautelare di divieto di dimorare nel comune di Rende, otto misure cautelari interdittive della sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio e servizio, dodici misure cautelari interdittive di esercitare attività professionale ed imprenditoriale, adottate dal GIP del Tribunale di Cosenza, su richiesta di questa Procura, riguardanti soggetti ricoprenti cariche istituzionali e funzionari e/o dipendenti del comune di Rende, imprenditori, professionisti. Con lo stesso provvedimento il GIP preso il Tribunale di Cosenza, sempre su richiesta di questa Procura, ha disposto il sequestro di sei società, di manufatti e somme di denaro, depositate in conti correnti bancari. Agli indagati, nel provvedimento cautelare, vengono contestati, a vario titolo, i reati di cui all’art.319 cp (corruzione per atto contrario ai doveri di ufficio), 326 cp (rivelazione di segreto di ufficio), 476,479 cp (falso in atto pubblico), 353 cp (turbativa d’asta), 356 cp (frode in pubbliche forniture), 314 cp (peculato), 323 cp (abuso in atto d’ufficio). Al riguardo, si evidenzia, nel rispetto dei diritti degli indagati, che gli stessi sono da ritenersi presunti innocenti in considerazione dell’attuale fase del procedimento fin ad un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile. L’indagine, articolatasi in una complessa e impegnativa attività investigativa, portata avanti dai Carabinieri della Compagnia di Rende e dai finanzieri del Gruppo di Cosenza della Guardia di Finanza, in un arco temporale ampio, ha avuto inizio dai primi accertamenti, relativi ai lavori di “Sistemazione piano viabile e messa in sicurezza Contrada Cutura, località Piano Monello (via Piemonte) e zone varie del comune di Rende, pulizia fiume Surdo per verifica perdite rete fognante” per poi estendersi progressivamente, alla luce delle acquisizioni probatorie intervenute, ad ulteriori vicende, ritenute meritevoli di approfondimenti investigativi. In particolare, oltre ai lavori sopra indicati, oggetto di investigazione sono stati quelli relativi a: - noleggio a freddo dei mezzi d’opera di una società, oggetto del provvedimento cautelare da parte della società in house Rende Servizi s.r.l.; - affidamento diretto dei lavori relativi alla riparazione della rete fognante in c.da Ospedale di Rende; - affidamento diretto di “lavori urgenti di manutenzione straordinaria cimitero comunale, sede municipale e Piazzetta Padre Pio Villaggio Europa” del comune di Rende; - abusiva occupazione del parco pubblico denominato “Georcelli” nel comune di Rende; - gara d’appalto per la gestione del Centro diurno per minori, denominato “Madre Teresa di Calcutta” nel comune di Rende; - gara d’appalto relativa all’affidamento in concessione del servizio di gestione del Centro Anziani nel comune di Rende; - servizio di trasporto a supporto di persone con disabilità, affidato dal comune di Rende alla società in house Rende Servizi S.r.l.; - la gara d’appalto inerente “Interventi per la riqualificazione sociale e culturale delle aree urbane degradate – Lotto 3: Interventi di riqualificazione sociale e culturale di Viale dei Giardini-Villaggio Europa” nel Comune di Rende; - lavori relativi alla gara di appalto del “Palazzetto dello Sport” del comune di Rende; - lavori pubblici in via Slovenia del Comune di Rende; - predisposizione dei bandi di gara inerenti alcuni appalti pubblici relativi all’adeguamento sismico di immobili ubicati nel territorio di San Vincenzo La Costa. Oggetto delle investigazioni sono stati anche la ricostruzione dei rapporti economici fra gli indagati, la gestione di società, finalizzata al trasferimento di valori ed utilità economiche. Il procedimento penale riguarda settantadue indagati e otto società, iscritte ai sensi della l.231/2001 sulla responsabilità amministrativa delle persone giuridiche.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
0 notes
Text
OPERAZIONE BALBOA Disarticolata associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di cocaina
Nuovo post su italianaradio https://www.italianaradio.it/index.php/operazione-balboa-disarticolata-associazione-per-delinquere-finalizzata-al-traffico-internazionale-di-cocaina/
OPERAZIONE BALBOA Disarticolata associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di cocaina
OPERAZIONE BALBOA Disarticolata associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di cocaina
di Guardia di Finanza – Comando provinciale Reggio Calabria
Militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria e del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata della Guardia di Finanza – con il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria diretta dal Procuratore Capo Giovanni Bombardieri – stanno dando esecuzione nelle province di Roma, Reggio Calabria e Sassari ad una Ordinanza di applicazione di misura cautelare emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Reggio Calabria nei confronti dei sodali di un’associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di cocaina operante sotto l’egida della cosca di ‘ndrangheta “Bellocco” di Rosarno.
Il provvedimento giudiziario dispone l’applicazione della custodia cautelare in carcere nei confronti di OLIVERI Umberto Emanuele cl. ’87, PEPÈ Domenico cl. ’55, GALANTI Alessandro cl.’81, PONZIANI Antonio cl. ’85 e LAROSA Alessandro cl. ’78.
Gli stessi sono ritenuti responsabili – a vario titolo – dei reati di associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti (cui agli artt. 73 e 74 D.P.R. 309/90), per essersi associati tra loro in un gruppo criminale articolato su più livelli, comprensivo di squadre di operatori portuali infedeli, allo scopo di commettere più delitti, concretizzatisi nel reperire ed acquistare all’estero, importare, trasportare in Italia attraverso navi in arrivo al porto di Gioia Tauro ed in altri porti nazionali, nonché commercializzare ingenti quantitativi di stupefacente del tipo cocaina, con l’aggravante della transnazionalità (ex art. 4 L. 146/2006) e dell’aver commesso i fatti al fine di agevolare (ex art. 7 L. 203/91, ora art. 416 bis 1 c.p.) l’attività della cosca di ‘ndrangheta “Bellocco” operante in Rosarno, zone limitrofe, altre zone d’Italia e all’estero.
L’operazione di polizia, convenzionalmente denominata “Balboa”, rappresenta l’epilogo di una complessa attività investigativa svolta dalla Sezione G.O.A. del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Reggio Calabria, che ha permesso di accertare l’esistenza di un gruppo criminale capeggiato da OLIVERI Umberto Emanuele, dominus alla continua ricerca di cocaina da far giungere nel porto di Gioia Tauro dal Sud America e dal Nord Europa (Belgio, Brasile, Argentina, Ecuador e Perù) e legato da stretto vincolo parentale a BELLOCCO Umberto cl. ‘37, entrambi ritenuti partecipi – il BELLOCCO con ruolo di vertice – dell’omonima cosca.
Nel dettaglio, secondo i ruoli accertati nel corso delle articolate investigazioni, oltre al già citato OLIVERI, emergevano le figure di GALANTI Alessandro, vero e proprio broker internazionale in contatto con i narcos produttori esteri della sostanza stupefacente, di LAROSA Alessandro e PONZIANI Antonio, impegnati a coadiuvare l’OLIVERI e il GALANTI nell’organizzazione delle illecite forniture, nonché di PEPE’ Domenico, uomo di fiducia, che si occupava anch’egli dell’acquisto e dell’importazione della droga.
Giunta in Italia, al porto di Gioia Tauro (RC), la cocaina – occultata con modalità cd. “rip on” all’interno dei container in borsoni pronti ad essere prelevati – veniva esfiltrata da operatori portuali infedeli, incaricati dall’OLIVERI di recuperare lo stupefacente e di portarlo al di fuori del sedime portuale gioiese.
Al riguardo, nell’ambito dello stesso procedimento penale, sono stati complessivamente sottoposti a sequestro 527 panetti di cocaina purissima, per un peso complessivo di 598,520 kg, nonché sono state ricostruite plurime ulteriori importazioni di stupefacente per complessivi 312 Kg di cocaina.
I soggetti destinatari degli odierni provvedimenti restrittivi hanno inoltre dimostrato di poter contare su una fitta rete di contatti, talmente ramificata, da essere in grado di recuperare lo stupefacente non solo dal porto di Gioia Tauro, ma anche da altri porti, sia nazionali che esteri, avvalendosi della forza intimidatrice esercitata dalla stessa “cosca” di appartenenza.
Alla luce di tali risultanze – condividendo le argomentazioni prospettate dalla citata DDA coordinata, per l’area tirrenica, dal Procuratore Aggiunto Gaetano Paci – il G.I.P. del Tribunale di Reggio Calabria, ritenuta sussistente la gravità indiziaria del contesto sopra delineato, ha emesso il provvedimento cautelare personale nei confronti delle citate persone ritenute responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti aggravata dall’aver agevolato un’associazione di tipo mafioso e dalla transnazionalità.
I predetti sono stati ristretti, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, presso le competenti Case Circondariali.
L’operazione “Balboa” ha ribadito l’importanza strategica assunta nel tempo per le consorterie criminali di stampo mafioso dal porto di Gioia Tauro, vero e proprio snodo commerciale per l’importazione di ingenti quantitativi di narcotico provenienti dal Sud America e dal resto d’Europa.
Importanza confermata sia dai recenti numerosi sequestri di cocaina purissima per centinaia e centinaia di kg. operati dai militari della Guardia di Finanza di Reggio Calabria all’interno della suddetta area portuale, dopo che nel 2018 si era assistito ad un calo vertiginoso degli stessi, sia dalle evidenze giudiziarie, in parte già cristallizzate in sentenze di condanna, emerse con le operazioni condotte sempre dalla Sezione GOA della Guardia di Finanza reggina:
nel luglio 2014 allorquando, nell’ambito dell’operazione “Puerto Liberado”, furono eseguite 18 misure cautelari in carcere, cui sono seguite numerose condanne confermate in grado di appello con sentenza del 2017;
nel luglio 2016, nell’ambito dell’operazione “Vulcano”, quando furono eseguiti 15 provvedimenti cautelari personali disarticolando un’associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di cocaina per conto delle potenti cosche di ‘ndrangheta Molè, Piromalli, Alvaro, Crea e Pesce. Anche in questa occasione tutti i 22 imputati che hanno scelto il rito abbreviato sono stati condannati dal G.U.P. del locale Tribunale.
L’attività svolta costituisce ennesima testimonianza delle sempre costanti attenzione ed impegno e della perfetta sinergia con la quale la Procura della Repubblica e la Guardia di Finanza di Reggio Calabria intervengono nel contrasto al traffico internazionale di sostanze stupefacenti, da sempre ritenuto il principale canale di finanziamento delle cosche di ‘ndrangheta operanti nella provincia reggina.
di Guardia di Finanza – Comando provinciale Reggio Calabria Militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria e del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata della Guardia di Finanza – con il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria diretta dal Procuratore Capo Giovanni Bombardieri – stanno dando esecuzione nelle province di
Francesca Cusumano
0 notes
Text
SEQUESTRATI 3 MILIONI DI EURO AD UN EX CONSIGLIERE REGIONALE DELLA CAMPANIA, E IMPRENDITORE NEL SETTORE DEL TRATTAMENTO DEI RIFIUTI COLLUSO CON IL CLAN DEI CASALESI. SEQUESTRATI BENI PER UN VALORE STIMATO PARI A OLTRE 3 MILIONI DI EURO.
Agenti della polizia di stato e militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Caserta hanno sequestrato benu per oltre 3 milioni di euro su disposizione del tribunale di Santa maria Capua a Vetere. I beni sequestrati in Campania e nel Lazio: partecipazioni societarie e rapporti finanziari e bancari, per un valore stimato di oltre 3 milioni di euro, riconducibili a Nicola F. [nato a Casal di Principe (CE) il 23.03.1961],esponente politico di rilievo regionale (ex consigliere della Regione Campania) e imprenditore nel settore del trattamento dei rifiuti, Nicola F. è attualmente detenuto per una condanna,del 16.04.2015, per concorso esterno in associazione di tipo mafioso. Il sequestro dei beni è avvenuto al termine di una attività investigativa complessa e articolata che ha coinvolto la Divisione Polizia Anticrimine della Questura di Caserta e dal Nucleo di Polizia Tributaria di Caserta. Gli investigatori hanno ricostruito gli asset patrimoniali e finanziari nella disponibilità, diretta e indiretta (tramite i suoi familiari), di FERRARO Nicola frutto di attività illecite. Nicola F.dal 2000,già prima della sua elezione nel 2005 a consigliere regionale,era un imprenditore e un politico colluso con i reggenti del clan dei Casalesi,della fazione Schiavone e Bidogneti. L’attività imprenditoriale di Nicola F.,come amministratore della ECOCAMPANIA s.r.l., ora fallita,e quella politica, era collusa con la camorra ricevendone in sostegno elettorale ed un appoggio determinante per l’affermazione imprenditoriale.
Le attività illecite di Nicola F. sono emerse attraverso le intercettazioni telefoniche,le testimonianze dei collaboratori di giustizia e le indagini di polizia giudiziaria eseguite a conferma delle dichiarazioni dei collaboratori.
Nicola F. negli anni si era proposto come intermediario tra gli amministratori degli enti locali e le organizzazioni criminali di riferimento, per favorire appalti e contributi pubblici,monopolizzando il redditizio settore economico della raccolta e smaltimento dei rifiuti, e non solo nel territorio casertano. Le attività di investigazione si sono,nel tempo, concentrate sul patrimonio di Nicola F. per chiarirne la natura e l’origine. Sono stati passati al setaccio i documenti e il passaggio di proprietà degli ultimi 20 anni a chiarire: compravendite di beni,quote societarie sue personali e dei suoi familiari verificando le transazioni finanziarie connesse all’acquisto dei beni.Dalle indagini è emerso che l’acquisizioni di gran parte dei beni e delle attività era state acquistate con denaro ottenuto grazie alla contiguità del consigiere regionale con il “clan dei casalesi”.
CASERTA. 3 MILIONI DI EURO SEQUESTRATI A EX CONSIGLIERE REGIONALE COLLUSO CON LA CAMORRA. SEQUESTRATI 3 MILIONI DI EURO AD UN EX CONSIGLIERE REGIONALE DELLA CAMPANIA, E IMPRENDITORE NEL SETTORE DEL TRATTAMENTO DEI RIFIUTI…
0 notes