#Fascismi
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Antifascismo e denatalità
Ancora verso il 25 aprile. La nostra liberazione. I fascisti al governo sono tornati a raccontarci balle sulla presunta denatalità italica, fonte di sventura patriottica e cattivo presagio per tutti i pensionati. La faccenda parte da lontano. Memorizzate quel che è successo negli anni in cui Mussolini segnò la colonizzazione dei corpi delle donne. Un governo medioce spaccia le proprie…
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#Aborto#Controllo#Corpi#Cultura Patriarcale#Diritti#Fascismi#Schiavitù Riproduttiva#Sessismo#Stereotipi
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Oggi si replica a Milano.
#palestine#palestina libera#strike for palestine#protesta pro palestina#contro tutti i fascismi#contro il sionismo
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IL PARADOSSO DEL TOTALITARISMO
di Andrea Zhok
Da tempo la strategia narrativa neoliberale, di matrice angloamericana, passa attraverso due mosse:
1) il tentativo di definire il mondo liberale come l’unico mondo possibile, per cui, nel lungo periodo non c’è alternativa (da Fukuyama alla Thatcher), e 2) il tentativo di sussumere tutte le forme di vita, tutte le organizzazioni politiche e tutti gli impianti culturali che pretendono di non ridursi al paradigma liberale come “illiberali-e-dunque-totalitari”.
Finiscono così nel calderone degli “illiberali-e-dunque-totalitari” ogni religione che pretenda di essere più che fatto privato (es.: l’Islam), tutti i paesi che pretendono di mantenere sovranità senza genuflettersi all’impero americano (Cina, Russia, Iran, Corea del Nord ma poi anche, a seconda di come girano i governi, Cuba, Venezuela, Bielorussia, Ungheria, Serbia, Sudafrica, ecc.), e poi tutte le ideologie che hanno storicamente rigettato l’impianto liberale (socialismo/comunismo in primis, conservatorismi pre-liberali dove esistono, e nella modesta misura in cui hanno elaborato una teoria, i fascismi tra le due guerre).
Naturalmente gli elementi che compaiono in questo calderone presentano, a chi voglia prendersi la briga di guardarli da vicino, una miriade di soluzioni politiche, istituzionali e culturali diverse, ma questo per la narrazione neoliberale è irrilevante: su di essi ricade la scomunica dell’“illiberalità-e-dunque-totalitarismo”.
Ci si ritrova così con il seguente quadro, altamente ironico, per cui il liberalismo, l’unica ideologia che si pretende l’ultima e definitiva verità della storia, da estendersi in forma planetaria, denuncia tutte le altre culture e soluzioni politiche della storia come “totalitarie”.
✅In sostanza l’unica cultura che oggi ha pretese realisticamente totalitarie denuncia tutti gli altri come totalitari.
E siccome in una visione totalitaria, ciò che appartiene alla propria ortodossia è per definizione il Bene, le società liberali (oggi neoliberali) riescono con perfetta serenità e buona coscienza a prodursi in spettacolari doppiopesismi, in un profluvio di doppi standard, perché i nostri delitti sono errori contingenti, i vostri ignobili abiezioni, i nostri massacri sono danni collaterali, i vostri espressione di malvagità innata, le nostre proteste interne sono tafferugli di minoranze ingrate, le vostre sono manifestazione popolare di un anelito alla libertà, ecc. ecc.
La denuncia neoliberale di “tutti i totalitarismi” è la perfetta esemplificazione del proverbiale bue che dà del cornuto all’asino.
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Credo che i rimedi migliori contro i fascismi siano la curiosità, il senso dell'umorismo, l'apertura mentale e una certa capacità di indossare i panni degli altri. La curiosità è una forza morale. Un prerequisito per l'elaborazione del pensiero. È fuori di dubbio. Tuttavia la curiosità è anche una benedizione morale. Penso che una persona curiosa sia una persona migliore. Una moglie, un marito migliore, un vicino migliore. Per dirla tutta, credo anche che un curioso sia un amante migliore rispetto a una persona che non lo è. La curiosità è liberatoria. Se fossimo più curiosi, aperti e fantasiosi sono certo che il mondo diventerebbe un luogo più bello.
- Amos Oz
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La guerra mondiale fu proprio questo: il colpo rabbioso di democrazie e plutocrazie retrograde, impazzite al pensiero che la dottrina dei fascismi e l'esempio dato delle realizzazioni sociali potessero rovesciare il loro sistema.
Léon Degrelle
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ANSELM
Non so se “Anselm” (titolo originale Anselm - Das Rauschen der Zeit) sia un capolavoro, perché girato da un geniaccio del cinema come Wim Wenders, oppure se lo sia perché infarcito dei capolavori di uno dei più grandi artisti contemporanei, Anselm Kiefer. Non so dare, e non voglio, un giudizio obbiettivo, per il semplice fatto che sono un estimatore assoluto ed assolutista dei due grandi artisti, ma se avrete la pazienza di leggere questa poche righe cercherò di dirvi perché “Anselm”, uscito nelle sale lo scorso 30 aprile, non è un film che si possa perdere ; girato in 3D, non è un documentario sull’opera di Kiefer, ma un film a tutti gli effetti. Anzi è una poesia filmica che la tecnologia, per una volta usata “cum grano salis”, e non per stupire o per frastornare lo spettatore, permette una esperienza immersiva, come si usa dire oggi, nell’opera di Anselm Kiefer, anzi regala allo spettatore il fantasma della consistenza materica della sua opera. Se non conoscete Kiefer, potrebbe essere una buona occasione per farlo, ma ricordando che questo è il Kiefer di Wenders e che inevitabilmente in questo film, la somma è più dell’insieme delle parti. Personaggio tra i più fraintesi della storia dell’arte contemporanea, Kiefer è l’artista della rovina, a cominciare dalla più grande rovina che ha accompagnato la sua vita. Nato nel 1945, ha conosciuto il secondo dopoguerra in Germania, la tragedia della guerra e ovvero quella ancora più grande, da un punto di vista morale, il giustificazionismo verso il nazismo. Possiamo partire dagli anni Settanta quando Kiefer, ventiquattrenne, percorre l’Europa per un viaggio fotografico dove si fa ritrarre con la divisa del padre, ufficiale dell’esercito tedesco, col braccio teso nell’inequivocabile gesto del saluto romano, simbolo ormai di tutti i fascismi. Ma, naturalmente, il gesto era solo il tentativo di richiamare, alla memoria molto difettosa dei tedeschi, l’immane tragedia provocata dal colpevole silenzio di quel popolo. Wenders non ricostruisce una cronologia dell’opera di Kiefer, ma utilizza il flash-back in maniera continua e fa iniziare il film dall’atelier di Bajrac nel sud della Francia, dove l’artista delle rovine ha costruito la sua rovina il più grande, un gigantesco sito-deposito-atelier mai costruito prima da un artista. Qui, ma anche in Germania, Wenders mostra un Kiefer al lavoro: un lavoro duro, sporco, fatto di fusioni di piombo, fiammeggianti interventi su vari materiali, molto spesso stoppie, girasoli, terre abrase, tronchi. Anche la natura entra a tutto titolo nelle rovine di Kiefer, non c’è mai in lui una natura pacificata, ma solo ed esclusivamente una natura macerata, dormiente, morta. E la crosta che ricopre tutto, città, torri, girasoli, libri pietrificati, cave abbandonate, è la Memoria. La memoria che c’è, come quella che non c’è più o che rischia di scomparire. “Vogliamo essere quelle senza nome, quelle dimenticate, ma noi non dimentichiamo nulla”, sembrano sussurrare le “Frauen der Antike” dalla campagna dell’atelier di Bajrac, nella sequenza iniziale di una bellezza struggente; vesti candide di antiche divinità dalla teste multiformi e che in realtà non contengono alcun corpo. Kiefer percorre in bicicletta anche l’altro grande atelier quello di Croissy-Beaubourg, a est di Parigi, come un surreale archivista alla ricerca di un documento misterioso. Negli scaffali tonnellate di tele gigantesche, operate, abrase, lacerate, incollate, rammendate, disciolte. Un archivista-alchimista che costruisce reperti di memoria, per chi memoria sembra non averne, un mitografo che cerca di raccontare il più grande mito, l’uomo stesso. Wenders è semplicemente sublime nel raccontare “der Stand der Dinge” dell’opera di Kiefer.
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Credo che i rimedi migliori contro i fascismi siano la curiosità, il senso dell'umorismo, l'apertura mentale e una certa capacità di indossare i panni degli altri. La curiosità è una forza morale. Un prerequisito per l'elaborazione del pensiero. È fuori di dubbio. Tuttavia la curiosità è anche una benedizione morale. Penso che una persona curiosa sia una persona migliore. Una moglie, un marito migliore, un vicino migliore. Per dirla tutta, credo anche che un curioso sia un amante migliore rispetto a una persona che non lo è. La curiosità è liberatoria. Se fossimo più curiosi, aperti e fantasiosi sono certo che il mondo diventerebbe un luogo più bello.
Amos Oz
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Manifestazione antifascista a Firenze !! Liber3 di essere, liber3 di insegnare, liber3 di manifestare contro i fascismi e le violenze !! #firenze #manifestazione #antifascismo #freedom #antifa #activism #freedom #pride #standupforyourrights #mrleatheritalia2017 #mrleatheritaly (presso Florence, Italy) https://www.instagram.com/p/CpYpLM8sl9Z/?igshid=NGJjMDIxMWI=
#firenze#manifestazione#antifascismo#freedom#antifa#activism#pride#standupforyourrights#mrleatheritalia2017#mrleatheritaly
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3 e 7 🐸
3. Acorn- if you could live forever without aging, would you chose to?
oddio, a che costo? solo della mia scelta?
forse sì, (avrei tempo di fare quasi tutto quello che voglio) ma forse no perché voglio vedermi coi capelli grigi, le rughe, gli acciacchi ce li ho da sempre lol ma voglio proprio fare l'esperienza di invecchiare. è un'avventura, per come la vedo io, e anche una benedizione.
forse se avessi la certezza che andrà tutto bene (0 guerre, 0 malattie carestie fascismi vari) ti direi di sì senza pensarci, a patto che a un certo punto, se voglio, posso comunque morire
7. Azalea- who was your first love?
da un lato vorrei risponderti con una frase che ho letto sotto i portici a Bologna che diceva qualcosa sulle righe di "il primo amore non sempre viene in ordine" perché l'amore che sto provando adesso è forse il primo a esserlo "veramente"
dall'altro, andando in ordine cronologico, è stato un ragazzo del mio liceo con cui facevo coro e il giornalino. una delle prime persone a sapermi vedere oltre le mie goffe presentazioni, a credere nella mia intelligenza di persona. suonava il pianoforte. era anche rinomatamente omosessuale ma io niente ci credevo tantissimo lmao ho poi preso una tranvata e fatto una figuraccia ma rimarrà sempre un bel ricordo il tempo che passavamo insieme
grazie 💜
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🇮🇹 Quando un'immagine vale mille parole
A scuola si insegna che nel passato c'erano i cattivi, poi sono cadute le Monarchie, sono caduti i Fascismi, e sono arrivati i buoni, i democratici. ( messaggio approvato da FED, ECB, WEF )
🇺🇸 When a picture is worth a thousand words
At school they teach that in the past there were the bad guys, then the Monarchies fell, the Fascisms fell, and the good guys arrived, the democrats. ( message approved by FED, ECB, WEF ) —————————————————— 📡Vai a ControNews 🎙Entra in Chat 🚨Sintonizzati sul SEGNALE
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Sorella non sei sola: Non Una Di Meno in piazza a Palermo
Dopo la vicenda dello stupro di gruppo a Palermo, arriva la presa di parola del movimento femminista con una manifestazione per le strade del centro della città. Pubblico il comunicato di Non Una Di Meno Palermo Continue reading Untitled
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#Controllo#Corpi#Cultura Patriarcale#Diritti#Fascismi#Rivendicazioni#Stereotipi#Stupro di Gruppo#Violenza di Genere
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Razzismo, le AI di Google, Microsoft e Perplexity promuovono quello "scientifico"
#fascismi #razzismo #wireditalia #afnewsinfo – http://www.afnews.info segnala: I motori di ricerca di Google, Microsoft e Perplexity, alimentati dall’intelligenza artificiale, hanno fatto emergere ricerche profondamente razziste – e ampiamente smentite – che promuovono il “razzismo scientifico” e l’idea che le persone bianche siano geneticamente superiore… Leggi il resto su: Read More Wired…
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Mai 'na gioia 753 ter
La situazione da millenni ci è sfuggita di mano. Fascismi, mafie, islam, ultracattolici, ultraortodossi, banche e fondi sovrani, ursulotta e i suoi giochi di potere, giorgina l’anderdogghe e la sua opposizione su taglia e su misura, la cha cha cha cultura, la xenofobia e chi ci marcia sopra, la più sfacciata disuguaglianza tra chi muore di fame e chi di indigestione, la guerra combattuta sempre…
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Un mondo piccolo e cattivo, un mostro sempre più grande
A leggere i giornali si sente la mano dell’odio stringere intorno al collo della libertà una presa sempre più forte. Medioriente e Ucraina le guerre aperte, ma odore di morte e di fascismi un po’ ovunque. Come se regolarmente il genere umano andasse incontro a periodi di buio della ragione, di assenza di umanità. Occorre lavorare con il cuore dei ragazzi di oggi per seminare un po’ di luce per…
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