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#deforestazione
aitan · 7 months
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Jacovitti in verde (io, al verde).
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leparoledelmondo · 9 months
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Come sta andando la transizione climatica?
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Ce lo dice “State of climate action report 2023”, un rapporto che valuta i progressi globali collettivi ed evidenzia gli ambiti in cui è necessario accelerare urgentemente l’azione in questo decennio per limitare il riscaldamento a 1,5°C.
Il riassunto, molto drastico, vede 41dei 42 indicatori valutati in cambiamento troppo lento per affrontare il problema. I progressi per oltre la metà di questi indicatori rimangono ben lontani dalla realtà, tanto che gli sforzi recenti devono essere almeno raddoppiati nel decennio che stiamo vivendo.L’unico indicatore positivo è sulla quota di veicoli elettrici venduti, cresciuta a un tasso medio annuo del 65%.
Un po poco, direte voi. E avete ragione. Serve una accellerazione degli sforzi, ecco alcuni esempi:
aumentare drasticamente la crescita dell’energia solare ed eolica;
eliminare gradualmente il carbone nella produzione di elettricità sette volte più velocemente rispetto ai tassi attuali;
costruire rapidamente sistemi di trasporto pubblico;
il tasso annuale di deforestazione – equivalente alla deforestazione di 15 campi da calcio al minuto nel 2022 – deve essere ridotto quattro volte più velocemente nell’arco di questo decennio;
passare a diete più sane e sostenibili otto volte più velocemente riducendo il consumo pro capite di carne di mucche, capre e pecore.
(Fonte: https://www.wri.org/research/state-climate-action-2023#:~:text=The State of Climate Action 2023 finds that global efforts,to address the climate crisis)
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silviaaquilini · 2 years
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scienza-magia · 15 days
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Come giacimenti Sud Americani creano carbonio sovrano
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Il piano poco ortodosso del Suriname per finanziare la protezione delle sue foreste. Potrebbe ricevere assistenza da una recente scoperta di petrolio offshore. Quando all'inizio di quest'anno un giornalista della BBC ha chiesto al presidente della Guyana informazioni sulle esplorazioni petrolifere e sulle emissioni di carbonio associate al paese sudamericano, la discussione si è accesa. "Lasciatemi fermarvi qui", ha detto Mohamed Irfaan Ali. La copertura forestale della Guyana è grande quanto l'Inghilterra e la Scozia messe insieme, ha sottolineato. "Abbiamo mantenuto in vita questa foresta che immagazzina 19,5 gigatonnellate di carbonio, di cui godete, di cui gode il mondo, per cui non ci pagate". Il video è diventato virale, con molti commentatori progressisti che hanno applaudito la difesa sfacciata del leader delle nazioni a basso reddito che sfruttano gli idrocarburi per la crescita economica. Ha scatenato un dibattito sulla giustizia di fare pressione sui paesi in via di sviluppo affinché rinuncino ai profitti dei combustibili fossili per salvare il pianeta da una crisi causata principalmente dai paesi più ricchi. La Guyana sta andando avanti con i piani di trivellazione al largo della sua costa, dove un vasto giacimento di petrolio potrebbe rendere il paese uno degli ultimi petrostati al mondo. Ma la Guyana non è sola. Oggi ho esaminato uno sforzo del vicino Suriname per garantire il pagamento per la propria copertura forestale, con un potenziale aiuto dal petrolio offshore scoperto di recente. La finanza di transizione è una parte crescente dei prestiti bancari e una strategia sempre più utilizzata dai fondi di investimento multimiliardari. Tuttavia, c'è poco accordo su cosa dovrebbe comportare una strategia di finanza di transizione. Questo sarà il focus del nostro prossimo rapporto approfondito del Moral Money Forum, e vogliamo sentire le tue opinioni. Compila questo breve sondaggio per dire la tua. Come una scoperta di petrolio potrebbe aiutare il Suriname a iniziare a commerciare "carbonio sovrano" l Suriname, una nazione sulla costa settentrionale del Sud America con appena 600.000 persone, ha avuto un impatto limitato sui mercati globali da quando ha ottenuto l'indipendenza dai Paesi Bassi nel 1975. Ma ha fornito ai paesi più industrializzati un servizio prezioso gratuitamente. Brownsberg National Park in Suriname, the world’s most densely forested country Il Suriname è il paese più densamente boscoso del mondo e i funzionari hanno sostenuto per anni che dovrebbe essere pagato per la riduzione del carbonio fornita dalle sue foreste pluviali. Ora, ha in programma di attrarre più finanziamenti per la conservazione ambientale, con l'aiuto, tra tutte le cose, delle recenti scoperte di petrolio offshore. Il piano è ancora in fase di sviluppo. Ma i consulenti del governo hanno affermato di sperare che i nuovi requisiti del paese per gli esportatori di combustibili fossili possano aiutare a preservare la foresta pluviale del Suriname. Il programma potrebbe anche aiutare a dare il via a un mercato internazionale del carbonio, creato dall'accordo di Parigi del 2015, che ha lottato per guadagnare terreno. I dettagli Oggi, il Suriname ha annunciato la sua prima offerta di crediti di carbonio sovrani, insieme alla banca d'investimento BancTrust con sede a Londra e ITMO Ltd, una società privata che struttura e commercia in questi strumenti. Il piano si basa su un sistema di contabilità globale del carbonio creato nell'accordo di Parigi del 2015 delle Nazioni Unite. In base a tale sistema, i paesi possono commerciare unità sovrane di emissioni, chiamate risultati di mitigazione trasferiti a livello internazionale (ITMO), e conteggiarle per i loro obiettivi di riduzione del carbonio, i cosiddetti contributi determinati a livello nazionale (NDC). Con questa emissione iniziale, il Suriname offre 1,5 milioni di ITMO, ciascuno corrispondente a una tonnellata di anidride carbonica (o emissioni equivalenti di altri gas serra) ridotta oltre una traiettoria di business as usual. L'emissione di ITMO è retrospettiva: questa "annata" si riferisce alle emissioni ridotte nell'anno 2021. La riduzione è stata ottenuta principalmente attraverso migliori prestazioni nella lotta alla deforestazione e al degrado forestale.
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Il Suriname e la Guyana sono tra le nazioni con le foreste più grandi. I sostenitori sperano che, se il mercato degli ITMO cresce, i paesi tratteranno i loro NDC come conti bancari e gli ITMO come denaro. Se un paese spende troppo nel suo budget di carbonio, può compensare acquistando ITMO. I paesi che conservano le loro foreste o riducono le emissioni prima del previsto possono vendere ITMO per recuperare parte del valore di quei risparmi di carbonio.. È una proposta per una sorta di programma globale di cap-and-trade, che potrebbe ridistribuire le risorse dalle nazioni più industrializzate a quelle meno industrializzate. Ma non esiste un "tetto" che imponga limiti di carbonio ai paesi inquinanti e la domanda volontaria di tali crediti rimane bassa. Il mercato degli scambi ITMO ha avuto un avvio lento, con circa 70 accordi bilaterali firmati a dicembre 2023, secondo i dati di S&P Global e delle Nazioni Unite. È qui che entra in gioco il petrolio del Suriname. Le scoperte di petrolio creano nuove opportunità Dal 2019, sono stati scoperti nove giacimenti in acque profonde al largo della costa del Suriname, secondo la società di consulenza energetica Wood Mackenzie, portando le risorse scoperte a oltre 2,4 miliardi di barili di petrolio e liquidi e oltre 12,5 trilioni di piedi cubi di gas. (A titolo di confronto, le cifre per gli Stati Uniti erano rispettivamente di 48,3 miliardi di barili e 691 trilioni di piedi cubi, alla fine del 2022.) Ciò rappresenta un'opportunità per dare una spinta alla domanda di crediti di carbonio sovrani del Suriname, secondo Kevin Conrad, direttore della Coalition for Rainforest Nations, un'organizzazione non-profit che fornisce consulenza all'ex colonia olandese. L'idea, ha affermato Conrad, era di richiedere a tutte le aziende che operano in Suriname di acquistare ITMO per compensare le emissioni nazionali. Ciò includerebbe importanti settori come l'oro, la bauxite e, soprattutto, dato il previsto boom in questo settore, petrolio e gas. Il ministro dell'ambiente del Suriname, Marciano Dasai, mi ha detto in un'intervista che il meccanismo era ancora in fase di sviluppo (una versione di tale piano potrebbe essere portata al voto del parlamento questo autunno, ha confermato) e che sarebbe essenziale che non scoraggiasse gli investimenti. "Non abbiamo molte aziende in Suriname", ha detto, e "dipendiamo da quelle poche aziende per il nostro reddito... Quindi dobbiamo guardare la cosa con molta attenzione, per continuare a dare loro incentivi a continuare a investire in Suriname". Tuttavia, ha detto, se solo le aziende locali versassero in un simile schema, "non sarebbe sufficiente per aiutarci... quindi dipendiamo da aziende esterne, aziende internazionali". Le prospettive restano poco chiare I critici sollevano una serie di preoccupazioni. Isa Mulder, dell'organizzazione non-profit Carbon Market Watch, mi ha detto che il programma ITMO "stabilisce così pochi requisiti per la partecipazione dei paesi che si ottengono queste unità che possono variare notevolmente in termini di effettiva integrità ambientale". Tralasciando le preoccupazioni sull'integrità, resta un problema ancora più fondamentale come generare domanda per un tale schema. Il piano attuale si basa sul rispetto da parte dei paesi dei loro NDC e sull'acquisto di ITMO per coprire l'inquinamento che non possono ridurre a livello nazionale. Ma in assenza di applicazione, ci sono poche ragioni per pensare che si offrirebbero volontari per compensare le emissioni su larga scala attraverso un tale schema. Inoltre, gli scettici hanno chiesto, perché sarebbe più economico, o più politicamente accettabile, per i paesi acquistare crediti di carbonio da un paese con foresta pluviale, piuttosto che tagliare le emissioni a casa? E se lo fosse, ciò suggerisce che l'ITMO è stato valutato a un prezzo troppo basso? "Alla fine, non esiste un modo realmente efficace per creare conformità", ha riconosciuto Ian Robinson, amministratore delegato di ITMO Ltd. Tuttavia, ha sostenuto, gli ITMO hanno maggiori probabilità di generare domanda rispetto ad altri tipi di crediti di carbonio, poiché sono verificati dall'ONU, basati su emissioni passate verificate piuttosto che su ipotetiche emissioni future e su scala sovrana, piuttosto che messi insieme da singoli progetti. Dasai, da parte sua, non sembrava convinto che i fondi per il clima che sono sfuggiti al Suriname si sarebbero ora materializzati. Ma spera che la recente manna del paese possa dargli un punto d'appoggio. "Stiamo seguendo questo meccanismo in cui possiamo ricevere finanziamenti per il clima tramite crediti di carbonio. OK, lo stiamo facendo, ma non funziona ancora", ha detto Dasai della recente esperienza del paese. "Ora abbiamo petrolio e gas". Read the full article
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aaquilas-blog · 5 months
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A scuola di clima: Educare alla sostenibilità ambientale 🌿
La terra è più calda (Scuole Secondarie di Primo grado)Download 👥 Condivido con i colleghi che si occupano di Educazione Civica il materiale messo a disposizione dal sito di Greenpeace 🌐 per attività nelle classi delle scuole Secondarire di 1° e 2° al fine di sensibilizzare i ragazzi sull’emergenza climatica e sul legame tra questa e i combustibili fossili 🔥, gli allevamenti intensivi 🐄 e la…
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mariobadino · 9 months
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Tagliamo gli alberi. Piantiamo gli alberi? Li curiamo?
Si tagliano alberi. Si piantano alberi?Vedo morire milioni di ulivi pugliesi, causa Xylella e conseguente abbattimento. Vedo singoli alberi lungo le strade vittime degli incendi di sterpaglie attraverso cui alcuni vorrebbero “tener pulito”. Vedo alberi abbattuti in città perché pericolanti. Ci credo, non ci credo, non ho le competenze per dire se lo erano. A Mesagne (Brindisi), la città in cui…
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ultimaedizione · 1 year
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Quasi un miliardo di alberi abbattuti in Amazzonia in sei anni
The Guardian, Repórter Brasil e Forbidden Stories hanno condotto un’inchiesta sulle condizioni dell’Amazzonia che, con le sue foreste pluviali, costituisce uno dei più grandi polmoni della Terra, giungendo alla conclusione che più di 800 milioni di alberi sono stati abbattuti nel corso degli ultimi sei anni per creare aziende dedite all’allevamento di bovini, poi destinati a soddisfare le…
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drtraverso · 10 months
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Emergenza Amazzonia: record di incendi, denunce e controversie ambientali
Amazzonia record d’incendi nel 2023 L’Amazzonia brasiliana ha registrato 2.287 incendi boschivi nel mese di maggio 2023, il numero più alto per questo mese degli ultimi 18 anni, secondo l’Istituto Nazionale per la Ricerca Spaziale (Inpe), che ha diffuso la notizia il 1 giugno 2023.Questi dati smentiscono le varie notizie che riportano una diminuzione degli incendi.Le fonti di calore rilevate dai…
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sauolasa · 2 years
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La legge sulla deforestazione: "Bisogna fare di più" dicono le comunità indigene
Il Forum internazionale indigeno sulla biodiversità (IIFB) ha chiesto che l'accordo sulla biodiversità rispetti i diritti dei popoli indigeni e delle comunità locali
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falcemartello · 3 months
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Sapete come fanno aziende come Gucci, Walt Disney, Netflix, Apple a diventare aziende green con basse emissioni di CO2?
Acquistando elettricità prodotta solo da eolico e solare, penserete.
I certificati sono acquistati da privati assolutamente non controllati da nessuno. I più noti sono Verra e Pachama.
Insostanza, a fronte di pagamento di milioni di dollari, i certificatori assicurano che proteggeranno tot ettari di foreste da futuri disboscamenti.
Si badi bene, che non si tratta di piantare nuovi alberi, ma di considerare le foreste già esistenti!
Vediamo alcuni esempi di aziende:
La società Walt Disney afferma di aver dimezzato le sue emissioni dal 2012. Ciò è stato possibile solo attraverso i crediti di carbonio.
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Gucci afferma di essere neutrale dal punto di vista climatico. I crediti di carbonio provengono tutti da progetti di protezione forestale.
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L’ONU nel ’97 aveva deciso di non includere la conservazione delle foreste come metodo per certificare la compensazione le emissioni.
Di avviso diverso alcuni uomini d’affari, il WEF, il Climate Forum, BP, StarBucks e Allianz.
Insieme hanno creato VERRA
Come si può vedere il mercato dei crediti di carbonio è in forte espansione.
Oggi le più grandi aziende del mondo compensano le loro emissioni di carbonio attraverso la protezione delle foreste.
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Ogni progetto di conservazione delle foreste è radicato in una previsione su ciò che potrebbe portare il futuro.
Questo è un incentivo intrinseco a fare previsioni imprecise. Vediamo perché.
Nell'area protetta dell'Alto Mayo in Perù, negli ultimi 20 anni l'area forestale è andata perduta.
Tuttavia, le perdite forestali in aree comparabili erano ancora più elevate, quindi il progetto garantiva qualche effetto.
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Ma lo sviluppo effettivo è lontano dalla prognosi dell'operatore del progetto di ciò che sarebbe accaduto senza protezione.
Più gli sviluppatori di progetti di deforestazione si aspettano nella loro foresta, più crediti di carbonio possono emettere e più la previsione è pessimistica, più soldi si possono guadagnare.
Ecco, quando comprate un prodotto di un’azienda “green”, adesso sapete quanto è apprezzabile il suo sforzo etico di “salvare il pianeta”.
Poi sono quelle che sponsorizzano Greta!
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mezzopieno-news · 3 days
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RADDOPPIATE E TRIPLICATE LE FORESTE IN MOLTI PAESI DEL MONDO
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La copertura forestale è in sensibile crescita in diversi Stati del mondo, soprattutto in occidente ma non solo. Negli ultimi cento anni le foreste norvegesi sono triplicate di dimensioni, quelle del Vietnam sono aumentate in trenta anni dal 28% al 42% della superficie totale del Paese e in Cina si sono incrementate, dal 2000, di oltre 425.000 chilometri quadrati (un’area vasta quanto il Marocco). In generale sono decine i Paesi che hanno accresciuto la loro superficie boschiva e che, grazie a diversi componenti, stanno invertendo la tendenza alla desertificazione e al disboscamento.
La maggiore quantità di CO2, le temperature più elevate e i numerosi programmi di riforestazione stanno modificando l’aspetto di molte aree del mondo, soprattutto nei pressi delle città e soprattutto in Europa e in America del nord. Il Vietnam, il più virtuoso del sud-est asiatico, è stato uno dei primi partecipanti al REDD+, il programma di protezione delle foreste delle Nazioni Unite che canalizza i fondi verso i Paesi che mettono in atto piani formali per ridurre le emissioni derivanti dalla deforestazione e dal degrado forestale. Dei 47 milioni di tonnellate di CO2 che la Norvegia ha rilasciato nell’atmosfera l’anno scorso, 18 milioni sono stati assorbiti dalle sue foreste.
L’Italia si colloca al 12° posto al mondo, con una crescita dell’area coperta da foreste di oltre 14.000 chilometri quadrati (+14% dal 2001), un’area vasta quanto tutta la regione Campania.
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Fonte: World Bank; foto di Pollinations AI
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3nding · 6 months
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Questi giorni piovosi di convalescenza post operatoria operatoria e ridotta mobilità data dal peggior mal di schiena ever, mi stanno dando modo di leggere e pensare più del solito. Solitamente questa sarebbe una buona cosa ma non nel frangente in questione. Ho infatti sconfinato in un territorio che potremmo definire fatalista. I dati registrati negli ultimi decenni sono chiari: la mia generazione e sopratutto quelle successive dovranno convivere (il termine corretto sarebbe sopravvivere) con un pianeta completamente diverso. Il cambiamento climatico non è arrestabile né mitigabile, il computo energetico è già sballato (si vedano le centinaia di record giornalieri delle temperature minime e massime alle varie latitudini) e l'energia in eccesso accumulata dal sistema-pianeta impiegherà secoli se non millenni a tornare forse a livelli pre rivoluzione industriale. Non esistono soluzioni concrete, fantomatici pareggi energetici o netzero, invenzioni fantascientifiche che catturino la CO2 o oscurino il sole con dimensioni e tempi fattibili. Cosa succederà? Ecco alcune ipotesi. Anche senza il collasso della corrente del Golfo il clima è già cambiato portando a fenomeni estremi con sempre più frequenza. Sono già cambiate le stagioni. Questo impatterà ancora di più sugli ecosistemi con l'estinzione di massa a catena di moltissime specie. Desertificazione, deforestazione e acidificazione degli Oceani. Quest'ultima cosa in particolare sfugge alla nostra abilità di immaginare le conseguenze nel medio periodo. L'acqua dolce scaricata in mare dalla fusione delle calotte polari aumenterà l'acidificazione ma non saranno solo i coralli a soffrirne come già è possibile vedere nelle barriere coralline di tutto il mondo. L'impossibilità per gli organismi marini di utilizzare il carbonato di calcio si traduce nella scomparsa di tutte quelle specie che sviluppano un guscio (qui tutti pensano ai crostacei) tra le quali ovviamente va incluso il plankton. Capiamoci, se collassa l'ecosistema marino non c'è ritorno sul breve o medio periodo, il nostro pianeta si chiama Terra ma è per la maggior parte coperto da oceani dai quali dipende buona parte della produzione di ossigeno. Ripeto: abbiamo in pochissimo tempo accelerato e sconvolto processi che si sono verificati e stabilizzati in milioni di anni. Una volta che un equilibrio si rompe non si torna indietro, ne sono la prova le specie che abbiamo visto estinguersi nella nostra vita, i ghiacciai che sono scomparsi sotto i nostri occhi nell'ultimo secolo, la riduzione della quantità e biodiversità del pescato a livello globale. Se togliamo da un sistema circolare un elemento (rapporto preda/predatore) quel sistema non è più circolare ma si sballa fino a stravolgersi completamente. Lo sanno bene tutti coloro coinvolti col granchio blu dal delta del Po e lungo le coste adriatiche. Nel frattempo i miliardari di diversi Paesi si affannato ad identificare delle goldilocks zones lungo il pianeta, aree con più risorse e meno problematiche che impiegheranno più anni a rovinarsi rispetto al resto del mondo, dove andare a costruire i loro bunker. Ci aspettano un pianeta e una popolazione completamente diversi per i quali in pochi (rispetto ai numeri attuali) si dovranno adattare per sopravvivere in condizioni a noi sconosciute. Se pensiamo che guardiamo allo spazio cercando luoghi che siano ospitali alla vita umana mentre rendiamo invivibile l'unico a nostra disposizione, questo credo dia la tara sulla follia e le colpe della nostra specie.
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scienza-magia · 22 days
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Mercato illegale di minerali per l'elettronica
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Il lato sporco dell’energia pulita. Il dramma dell’estrazione illegale dei metalli per la transizione ecologica. Dal Brasile, al Cile, all’Argentina a panama, la domanda di metalli più o meno rari, e comunque necessari alla transizione ecologica, sta rendendo sempre più diffusa l’estrazione illegale Con l’aumento della domanda di minerali critici, aumenta anche la quantità di attività estrattive illegali, che si appoggiano allo sfruttamento eccessivo dei lavoratori e delle risorse naturali. È in atto un boom minerario come non si vedeva da decenni, poiché i governi e le società energetiche perseguono nuovi progetti minerari per estrarre i minerali critici necessari a sostenere la transizione verde globale. Le aziende cercano di estrarre un’ampia gamma di metalli e minerali, come litio, cobalto e zinco, per la produzione di batterie agli ioni di litio, apparecchiature per le energie rinnovabili e altre tecnologie pulite. L’aumento dell’attività estrattiva a livello mondiale sta anche attirando l’attenzione indesiderata di criminali che cercano di accaparrarsi una fetta della torta dei minerali critici conducendo attività minerarie illegali. Il Brasile soffre da tempo di estrazione mineraria illegale, che sta diventando ancora più diffusa con l’aumento della domanda di metalli e minerali preziosi. Una delle recenti retate ha sorpreso i criminali mentre estraevano grandi quantità di cassiterite, il principale minerale dello stagno.
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Sebbene se ne parli meno rispetto ad altri minerali critici, lo stagno è un componente chiave per il rivestimento di pannelli solari, batterie agli ioni di litio e saldature per un’ampia gamma di prodotti elettronici. Il prezzo dello stagno è aumentato del 29% nei primi sei mesi di quest’anno e il Brasile è uno dei suoi maggiori esportatori. Le attività minerarie illegali nella regione amazzonica brasiliana sono aumentate, poiché un maggior numero di aziende ha investito in attività minerarie convenzionali nell’area. Oltre alla cassiterite, le bande criminali cercano di estrarre anche manganese e rame. Il numero di progetti minerari è aumentato in seguito alla recente introduzione di iniziative per attrarre investimenti minerari critici da parte del governo brasiliano. Il governo ha cercato a lungo di stroncare le attività illegali di estrazione dell’oro in Brasile, ma le bande criminali continuano a cercare l’oro e altri minerali critici. Sebbene il prezzo della cassiterite sia notevolmente inferiore a quello dell’oro, circa 14-21 dollari al chilo, è molto più abbondante. Le bande possono estrarre fino a 300 kg di cassiterite al giorno sulla terra degli indigeni Yanomami, rispetto a circa 4 kg di oro al mese. L’estrazione della cassiterite può contribuire a finanziare l’estrazione illegale di oro, rendendola un’attività vitale per le bande criminali. Queste bande pagano i camionisti per contrabbandare illegalmente la cassiterite attraverso i confini degli Stati brasiliani, nascosta tra altri prodotti, come frutta e pesce. Nel 2022, 60 tonnellate di cassiterite in viaggio verso la Cina sono state sequestrate in un’unica operazione al porto di Manaus.
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La polizia continua a sequestrare ogni giorno enormi quantità di minerali critici estratti illegalmente e nascosti nei camion sulle autostrade brasiliane. Nel giugno di quest’anno, la polizia ha sequestrato 23.000 tonnellate di manganese che stavano per essere esportate in Cina. Questo ha portato la polizia federale a chiudere un sito minerario illegale nello stato di Pará. Le autorità dello Stato hanno anche fatto irruzione in diversi siti di rame e oro, dove hanno riferito che i lavoratori operavano in condizioni di schiavitù. Caio Luchini, capo della polizia federale di Roraima, lo stato più settentrionale del Brasile, ha sottolineato le difficoltà nel reprimere le nuove attività minerarie illegali. Luchini ha detto che è più facile nascondere l’origine illegale della cassiterite e di minerali simili rispetto all’oro, che ha “controlli più rigidi”. Ha aggiunto: “Con questo boom della cassiterite e di altri minerali, vale la pena di rianalizzare la nostra legislazione”. Non solo Brasile e Amazzonia Il Brasile non è l’unico Paese dell’America Latina a combattere l’estrazione illegale. Nel “Triangolo del litio”, una regione con abbondanti riserve di litio situata in Argentina, Bolivia e Cile, si teme un aumento delle attività minerarie illegali, poiché le bande cercano di trarre profitto dall’estrazione di uno dei minerali critici più ricercati. Nel frattempo, questo mese a Panama, il governo ha avvertito di un aumento del rischio di attività minerarie illegali in seguito alla chiusura delle operazioni della miniera di rame Cobre Panamá nel novembre dello scorso anno. Il ministro della Sicurezza di Panama, Frank Ábrego, ha dichiarato: “Per queste pratiche vengono utilizzati metodi inappropriati e sostanze chimiche altamente pericolose come il cianuro. Ci sono informazioni che indicano che gruppi criminali organizzati sono coinvolti in questo business illegale”. Il mercato di questi minerali critici è enorme, in quanto i Paesi di tutto il mondo si stanno impegnando a rafforzare le loro catene di approvvigionamento per garantire una fornitura costante di metalli e minerali in grado di soddisfare la crescente domanda. I leader criminali hanno trovato modi innovativi per utilizzare le rotte commerciali legittime per esportare minerali illegali, rendendo più difficile tracciare le loro attività. Ad esempio, recenti rapporti suggeriscono che i porti franchi, originariamente destinati a fornire stoccaggio e transito di merci in esenzione fiscale, sono stati utilizzati dai leader criminali per vendere in tutto il mondo i minerali critici acquisiti illegalmente. Nell’aprile di quest’anno, l’ONU ha guidato un gruppo di lavoro che mirava a sostenere oltre 100 Paesi nella definizione di linee guida per prevenire alcuni dei fenomeni di degrado ambientale e di violazione dei diritti umani legati all’estrazione di minerali critici. Le linee guida affronterebbero l’aumento dei casi di lavoro illegale e di violazione dei diritti umani legati all’industria. Comunque c’è ancora molto da fare per affrontare l’aumento delle attività minerarie illegali nelle principali regioni minerarie del mondo. Mentre i governi cercano di reprimere l’estrazione illegale all’interno dei loro confini, l’introduzione di standard internazionali più rigorosi per l’esportazione di minerali potrebbe contribuire a ridurre il problema, incoraggiando una maggiore trasparenza della catena di approvvigionamento per tracciare i minerali dall’estrazione all’esportazione. Read the full article
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a-dreamer95 · 1 month
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“Abbiamo fatto del nostro meglio per peggiorare il mondo” E. Montale
L'umanità è incapace di fare realmente del bene. Abbiamo contribuito a un peggioramento generale del mondo e la responsabilità è soltanto nostra. Ogni progresso tecnologico sembra portare con sé nuove forme di inquinamento, sfruttamento e disuguaglianza.
La deforestazione avanza, le specie si estinguono a ritmi allarmanti, e il cambiamento climatico minaccia la nostra stessa sopravvivenza. Le guerre e i conflitti continuano a devastare nazioni intere, e milioni di persone vivono in condizioni di estrema povertà e sofferenza. Nonostante gli sforzi di alcune persone e organizzazioni che lottano per la giustizia e la sostenibilità, sembra che il sistema globale sia intrinsecamente orientato verso la distruzione. Gli interessi economici prevalgono su quelli ambientali e sociali, e la corsa al profitto rapido e facile guida le decisioni politiche e aziendali. La nostra incapacità di collaborare su scala globale per risolvere problemi cruciali mette in evidenza la nostra miopia e il nostro egoismo.
Spesso ci si scontra con persone che peccano di superbia perché sono in quel posto o in quella posizione da più tempo o magari sono solo più grandi e ti trattano come se fossi un deficiente. Credo che questo atteggiamento nasca dalla paura che una persona più qualificata o più titolata possa toglier loro il lavoro.
Vedo proprio tanta superbia e arroganza, ovunque io mi giri.
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fashionbooksmilano · 7 months
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L'Albero dell'Architettura
Maurizio Oddo
con contributi di Giuseppe Barbera, Alessandro Barracco, Brunetto De Battè, Valerio De Caro, Lorenzo Degli Esposti, Cherubino Gambardella, Emmanuele Lo Giudice, Lorenzo Netti, Mario Pisani, Fausto Provenzano, Michele Sbacchi, Danilo Serra, Marcello Sestito
LetteraVentidue Edizioni, Siracusa 2023, 868 pagine, 21x29cm, ISBN 978-886242-381-6
euro 79,00
Il rapporto Albero/Architettura, è uno dei nodi centrali del progetto architettonico. Se è vero che qualunque circostanza sul nostro pianeta ha le piante come protagoniste, l’architettura non fa eccezione. L’uomo proviene dalla foresta che rappresenta il primo spazio/mondo che lo ha accolto. Avvalendosi di una metodologia trasversale che, oltre a nutrirsi di architettura e di progetto urbano, attinge all’arte, questo volume – un atlante dell’architettura sotto specie d’albero – individua importanti spunti che contribuiscono a spostare l’orizzonte dall’opera architettonica alla componente arborea, nella sua essenza originaria di archetipo. Il libro intreccia diversi filoni narrativi attorno all’architettura e agli alberi: analisi spaziale, meditazione estetica e scientifica, fino a toccare la tragedia della deforestazione. Uno studio comparato dei diversi modi in cui viene concepito il rapporto tra albero e opera costruita nelle “due culture”, quella della natura e quella dell’architettura, che si sviluppano “attorno” all’albero.
02/02/24
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fridagentileschi · 10 months
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Nel 1950 il barone Marcel Bich, francese, lanciò uno "strumento di scrittura" assolutamente rivoluzionario (come direbbero oggi i pedagoghi di Terra Nova che non erano nati all'epoca): la penna a sfera, che chiama Bic, abbreviazione più facilmente pronunciabile della sua nome. Niente più matita la cui mina si rompe costantemente e il suo essenziale temperamatite, niente più tratti in alto e in basso con un pennino Sergent-Major immerso nell'inchiostro viola e che ha fatto grandi blocchi!
La Bic Cristal, la più semplice in plastica, venduta all'epoca a 0,50 franchi (meno di tre volte niente...) sarebbe diventata presto la penna più venduta al mondo: oltre 100 miliardi di copie vendute in 160 paesi sul 5 continenti fino ad oggi! Ma restiamo in Francia… Da oltre 70 anni generazioni di scolari, liceali, studenti e adulti hanno utilizzato Bic anche. E per quanto ne so, nessuno fino ad oggi è morto per questo. A parte ovviamente quelli che inavvertitamente ne hanno ingoiato uno intero masticandone l'estremità.
La storia della penna a sfera potrebbe finire qui ed essere molto bella, quella di un successo francese come il Concorde, il TGV o il Beaujolais. L'asso! Senza tener conto della cultura Woke e dell'immaginazione delirante delle generazioni di palle morbide e cretini da allora prodotte dall'Educazione Nazionale... Apostoli delle tre religioni più alla moda nelle loro file (la mania dei bambini, il principio di precauzione e la paura del panico di avvelenarsi quando respirano normalmente o mangiano una salsiccia) questi idioti senza cervello chiedono loro di smettere di comprare penne a sfera per bambini! E come al solito, non me lo sto inventando...
Secondo UFC-Que Choisir, componenti POTENZIALMENTE pericolosi si nascondono di nascosto nel serbatoio del nostro buon vecchio Bic... "...a volte dosi considerevoli di composti tossici, cancerogeni, allergenici o interferenti endocrini". Ha capito bene, signora Michu? Non vi stiamo dicendo che ci sono, non abbiamo studio scientifico per dimostrarlo, vi stiamo dicendo che potrebbero esserci...😱😛
Gli ecologisti veri e propri gendarmi del finto ambientalismo ormai tutto ciò che è civiltà e cultura lo aborriscono...Ma prima di arrabbiarmi, ho provato a immaginare con cosa potremmo sostituire la penna a sfera:
- Non la penna del Sergente Maggiore, è di acciaio e le acciaierie inquinano molto! L'impronta di carbonio, la tosse...
- Non la piuma d'oca, non si sa mai: si scatena tutto l' arsenale fintamente interessato agli animali...
- Lo stilo e la tavoletta, non è possibile neanche: se la tavoletta è di legno, attenzione alla deforestazione. E se è fatto di pietra, ardesia, ecc., colpendolo con uno scalpello e un martello, fa volare la polvere. Fai attenzione alle particelle fini che si infiltrano nei polmoni, negli alveoli. La silicosi, la tosse, è ben nota...
Allora?... Buon Dio, ma certo! Perché preoccuparsi di insegnare loro a scrivere, le nostre care teste bionde o crespi? Adesso hanno tutti i cellulari. Non ha più senso avere una penna e saperla usare. Dittafono e funzione di registrazione per prendere appunti, riconoscimento vocale quando vuoi scrivere qualcosa e voilà!
In un click tutto viene cancellato ma non importa...la storia non serve...
Cara vecchia BIC, sei ormai vintage come la cabina telefonica, come il rullino di foto, come il mondo che fu ..pieno di valori che abbiamo perso e che manca. Verba volant scripta manent..ah no...ora solo verba volant perché la tecnologia non conservera' se non serve al potere. 🥹
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