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#decostruzione
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"Destrutturalismo" n.7, una rivista "contro"...
Alcuni miei componimenti poetici sono stati pubblicati sul n.7 della rivista “Destrutturalismo”: come descrive molto chiaramente il nome del quadrimestrale, compito principale della critica letteraria, e artistica in senso lato, oggi, è o dovrebbe essere quello di “destrutturare” certe convinzioni stilistiche e convenzioni accademiche tacitamente introiettate da autori e critici.…
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metastrati · 3 months
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Il sacrificio dell'eroe pagano e lo "svuotamento" dell'eroe contemporaneo
Il percorso dell’eroe implica necessariamente il superamento di prove che gli permettono di raggiungere la competenza richiesta per poter portare a termine il proprio percorso, o scopo. In semiotica queste prove si dividono generalmente in qualificanti, ovvero che permettono al soggetto di raggiungere una competenza per continuare la propria via, decisive e glorificanti. Nel caso di alcuni…
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gilbertobignamini · 1 year
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Stop al Marxismo culturale
La Scuola di Francoforte. Come una banda di criminali travestita da intellettuali di accademia è riuscita a distruggere una civiltà. opinione secondo la quale le ideologie siano inesorabilmente tramontate è molto diffusa. Una osservazione più attenta permette di sfatare questa affermazione. Queste, lungi dall’essere il prodotto culturale di una epoca passata di cui si tramanda un nostalgico…
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marcogiovenale · 1 year
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mg: appunti personali su "esiste la ricerca"
Esiste la ricerca (giugno 2022, marzo 2023, settembre 2023) è un esperimento in più momenti, tentativi, occasioni, in cui ci si confronta, orizzontalmente e non accademicamente, sulle nuove o nuovissime scritture di ricerca. Non si tratta di un luogo di visibilità: all’allestimento degli spazi manca un palco, manca una cattedra. Non c’è una regia in senso stretto, né dei “panel” di discussione.…
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scogito · 6 months
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Dietro le quinte delle cavolate green a suon di elettrico sono già pronti impianti, motori e generatori energetici con funzionamento a idrogeno.
Oltretutto un prototipo di automobile risale a 50 anni fa ed era anche di fattura italiana.
Purtroppo siamo nel periodo di mezzo della decostruzione e bisogna assistere a una selezione di massa prima di arrivare a nuovi modelli di società, adeguati soprattutto a nuovi cervelli e coscienze.
Comunque già dal 2025 si sdoganerà parecchia roba.
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crazy-so-na-sega · 6 months
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La realtà è socialmente costruita e infinitamente manipolabile e la verità è una nozione inutile: questo è stato il pensiero "postmoderno" che ha dominato negli ultimi decenni.
Una visione della vita per cui non esistono fatti ma solo interpretazioni, possibilmente da non prendere troppo sul serio, e un approccio al mondo per cui basta desiderare e siamo in grado di cambiare la nostra vita. Il postmoderno ha pervaso ogni ambito della quotidianità, dalla politica, all'arte, alla letteratura, alla dipendenza dal linguaggio delle fiction e dei reality, così finto da sembrare vero.
Maurizio Ferraris critica senza riserve questo modo di pensare e propone di tornare alla realtà dei fatti e delle verità appurabili, che esistono e sono evidenti, inemendabili.
In questo "Manifesto del nuovo realismo", che sintetizza gli ultimi venti anni del suo lavoro, indaga su alcuni concetti chiave degli ultimi decenni: emancipazione, autorità, illuminismo, decostruzione, critica, realtà, verità.
Ferraris sostiene con forza il ruolo della filosofia per argomentare e difendere il realismo filosofico. "L'umanità deve salvarsi, e occorrono il sapere, la verità e la realtà.
Non accettarli, come hanno fatto il postmoderno filosofico e il populismo politico, significa seguire l'alternativa, sempre possibile, che propone il Grande Inquisitore; seguire la via del miracolo, del mistero e dell'autorità".
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morganadiavalon · 8 months
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Ci sono giornate particolarmente no, in cui avverto più prepotentemente il senso della crisi della società in cui viviamo.
Senza modelli virtuosi cui ispirarsi (non già eroi, ché "sventurata è la terra che ne ha bisogno"), immersi nel qualunquismo, nella corruzione, nella faciloneria, nello svilimento dello studio o di qualsiasi forma di arte, nella decostruzione dell'insegnamento. Senza una coscienza di classe, senza un senso d'appartenenza, se non quello, gretto, dell'individualismo collettivo che rifiuta qualunque cosa che è altro da sé. Fenomeno che non risparmia nemmeno le bolle che si credono più inclusive. Anzi.
Stiamo scivolando giù ad una velocità che non controlliamo più.
Ma temo che purtroppo il fondo sia ancora lontano.
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⚠️ NOVITÀ IN LIBRERIA ⚠️
Michel Le Maire
L’ORDINE INGIUSTO
Guida al sovvertimento dell’oligarchia globale
Edificato attorno all’unipolarismo americano, l’attuale Occidente è dominato da un “ordine ingiusto” fondato sul consumo compulsivo e sulla totale assenza di riferimenti verticali. Questa “cloaca maxima” – che ha sussunto le identità nel verbo apolide del mercato – opera il sistematico sradicamento di ogni orizzonte di senso: la persona si abbassa ad “individuo astratto”, la famiglia retrocede ad “unione fluida”, la Nazione si riduce ad “espressione geografica”, lo Stato si fa “governance tecnica” e la realtà cede il passo virtualità “social”. Spogliato delle sovranità e orfano delle Comunità, questo sistema è plasmato da una narrazione isterica e atomizzante – frutto dell’abbraccio mortale tra le utopie del marxismo culturale e i meccanismi della società liberale – che trova spazio nel quotidiano delirio del progressismo cosmopolita: la chimera della “società aperta”, la violenza del multiculturalismo, il livore femminista, la decostruzione “gender” e la martellante dittatura rivendicativa delle presunte minoranze a caccia di nuovi “diritti”. Un vuoto teorico dagli effetti devastanti, il cui trionfo – però – è tutt’altro che definitivo.
Storia, filosofia, economia, politica, attualità e cultura: questo pamphlet – coraggioso e per nulla fatalista – intende denunciare senza mezzi termini le perversioni e le idiozie di questa distopia del brutto, del basso e del vile, senza abbandonarsi alla rassegnazione del “tutto è perduto”. Perché dinanzi alla tirannia del deforme e dell’informe, alle anime libere spetta il dovere del riscatto. Queste pagine, allora, vogliono suscitare la fierezza e la speranza: per la decisiva riaffermazione della Civiltà europea, senza indugi e senza pentimenti.
INFO & ORDINI:
www.passaggioalbosco.it
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kon-igi · 1 year
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AQUILA DI SANG...NO!
Vengo interrogato in merito a una pratica rituale cruenta citata nelle saghe norrene cioè L’AQUILA DI SANGUE con cui si torturava e si giustiziava lentamente un prigioniero, rituale poi ripreso nel libro Hannibal di Thomas Harris, in quella pretestuosa merda psichedelica inutile che è Midsommar e infine pure nella serie Vikings.
Più sotto la descrizione della pratica e la mia decostruzione sul perché no.
Praticamente si incidono cute e muscoli lungo la colonna vertebrale, poi si separano le coste dalla spina dorsale e si aprono come se fossero ali e infine si scollano i polmoni e li si fa penzolare sopra le spalle (cosparsi di sale casomai la persona fosse distratta e pensasse ad altro).
Si dice che la persona sospesa con corde in posizione prona impieghi giorni a morire.
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E invece manco per il cazzo.
Se guardiamo la sequenza estratta da Vikings
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io controbatto che per separare l'origine delle 24 coste dai rispettivi processi trasversi vertebrali c’è bisogno di una tronchesi o di una sega per ossa... 
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perché un coltello sarebbe inutile e un'accetta lederebbe l’arco posteriore e il canale vertebrale adiacente con conseguente tetraplegia, paralisi respiratoria e morte. 
Anche se poi ci si dovesse riuscire (con molta pazienza bestemmiatoria), c’è da prendere in considerazione il fatto che le coste sono rivestite da legamenti e muscoli intercostali (avete presente le costine intere per il barbecue? Ricordate la difficoltà a separarle?) che concorrono all'espansione funzionale respiratoria dei polmoni. 
Se separi le coste dalle pleure (il foglietto di rivestimento), il polmone collassa in pochi secondi e la persona muore per anossia pressoché istantanea... figuriamoci a privare i polmoni della cupola diaframmatica. Il tessuto polmonare mica si espande da solo! 
Se sei un bravo chirurgo o un esperto macellaio magari l’Aquila di Sangue la crei pure... però su quello che è diventato un cadavere dopo pochi minuti che hai cominciato.
Grazie dell’attenzione e alla prossima cazzata anatomicamente scorretta su cui puntare il dito.
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Fenomenologia della "poesia facile"
versione pdf: Fenomenologia della “poesia facile”. Dalla neolingua alla neopoesia Dalla neolingua alla neopoesia Ho assistito recentemente a una innovativa e coraggiosa trasposizione teatrale del famoso romanzo “1984” di George Orwell, già immortalato nella memorabile riduzione per il cinema del regista Michael Radford: inevitabilmente uno dei temi nevralgici ripresi anche dalla pièce è stato…
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vaerjs · 2 months
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Seguo un po’ di pagine su Ig di palestinesi. Ho notato che tutti nei commenti sono con Hamas, difendono e dicono che sarà ancora più forte ora che Israele ha ucciso il vecchio leader… posso chiederti cosa ne pensi?
Penso che la diatriba internazionale per il potere su territori ricchi di materie prime che diventa conflitto armato sull pelle dei civili sia il punto più basso che l'essere umano possa mai raggiungere e l'emblema di quanto il mito dell' occidente esportatore di civiltà non sia altro che propaganda.
Hamas nasce come resistenza armata al colone occidentale che nel corso degli ultimi 76 anni ha annesso terre, controllato acqua potabile, importazione ed esportazione, internet e creato una vera e propria prigione a cielo aperto e campi di sterminio. La resistenza a questo è diventata regime e, come tale ha fatto i suoi mali.
Non sono a favore del regime ma sono a favore della resistenza e della decolonizzazione, della decostruzione di questo idolo del sogno americano e dell'Occidente bianco salvatore.
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arcobalengo · 1 year
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- di Malek Dudakov
Sullo sfondo dei problemi sul fronte ucraino, gli Stati Uniti stanno cercando di cambiare frettolosamente il tema del prossimo vertice NATO di Vilnius.
Di fatto, il contrattacco è in stallo e nessuno promette all'Ucraina l'adesione alla NATO. E ora c'è una vera e propria spaccatura all'interno dell'alleanza sulla fornitura di munizioni a grappolo, con Germania, Gran Bretagna e Spagna che si oppongono a Biden.
Washington fa ora un'inversione di marcia, spostando l'attenzione del vertice dall'Ucraina alla regione indo-pacifica. A Vilnius sono stati invitati "osservatori" da Australia, Nuova Zelanda, Corea del Sud e Giappone. Il loro compito è quello di convincere gli europei a entrare in conflitto con la Cina.
Francia e Germania sono chiaramente contrarie ma anche loro saranno costrette ad aumentare la loro presenza militare intorno a Taiwan. La Gran Bretagna è già stata costretta a inviare il prossimo anno una delle sue due portaerei sulle coste della Corea del Sud. Washington spera di utilizzare le flotte degli europei come prima linea di difesa contro la Cina, poco importa se si perdono.
Questo rischia solo di esacerbare la spaccatura all'interno della NATO, che sta già vivendo momenti difficili. Si moltiplicano le polemiche sull'Ucraina, a causa degli insuccessi sul fronte. La questione dell'ammissione della Svezia è ancora in sospeso. I membri dell'Alleanza sono stati molto lenti e riluttanti ad aumentare le spese militari. E molti europei non vogliono far crollare le loro economie in nome della guerra con la Cina.
Non è chiaro quale sarà il fattore scatenante della destabilizzazione all'interno della NATO: una crisi economica, un fallimento del contrattacco o le elezioni. O, più probabilmente, la possibile vittoria elettorale di Trump, che ha promesso un secondo mandato per affrontare la decostruzione della NATO. Una cosa è chiara: l'alleanza potrebbe semplicemente non sopravvivere all'attuale confronto tra Stati Uniti e Cina.
Esame di Realtà
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riflussi · 1 year
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"La leggenda di Atiya" - S. Bakr
Libro davvero carino e veloce, finito durante la terapia di cortisone (e vi assicuro: leggere in ospedale/casa della salute/quel che è non è così semplice come vogliono farvi credere).
All'inizio ero scettica. È un libro che mi è capitato per caso tra le mani diversi anni fa, pagato la modica cifra di un euro, svenduto per colpa probabilmente della sua copertina un po' triste (è davvero bruttina) e del nome da noi sconosciuto di Bakr.
Inutile dire che vorrei facessero un corso universitario per analizzare i racconti della giornalista. I racconti non sono solo ben scritti, tanto che sentivo quel bisogno di leggere ogni pagina con avidità come non mi capitava da tanto (e badate bene, non è così semplice che una raccolta di racconti faccia questo effetto), ma il bisogno di continuare a leggere di scontra con la necessità di fare ricerche per andare più a fondo alla situazione descritta. Si sente dal suo stile che è una giornalista (non perché si "veda" dalla narrazione, quanto più dalla sua abilità di incuriosire i lettori. E se traspare in lingua tradotta non oso immaginare in originale quanto sia meraviglioso il suo stile; sicuramente la traduttrice ha fatto un lavoro ottimo). Volevo anche portare alla luce un aspetto di questo libro, che mi sta particolarmente a cuore. Recentemente mi sono dedicata alla decostruzione dell'aspetto religioso e spirituale della mia (dell'occidente?) educazione. Questo percorso è nato anche grazie a questo libro, che si apre con il suo racconto più lungo: un'inchiesta fittizia sulla tomba di Atiya (da cui il titolo), da molti ritenuta una santa, ma il cui sepolcro, forse, nasconde qualche segreto inconfessabile. Il racconto, sebbene non credo fosse l'intento dell'autrice, mi ha fatto porre diverse domande in merito a cosa credo sia vero o falso, reale o meno. Soprattutto, mi sono domandata: chi sono io per dire a queste persone di non credere ai propri occhi e al proprio istinto. Se capitasse a me? Come reagirei? E da qui una serie di lunghe riflessioni che continuano anche oggi in merito alla religiosità, che però non starò a descrivere qui. Vorrei passasse solo questo messaggio: il libro è di una potenza inaudita, nonostante le poche pagine. Porta a riflettere sugli aspetti più disparati della vita e a volersi informare a livello storico di ogni avvenimento.
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colonna-durruti · 5 months
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Alice Merlo
𝐔𝐜𝐜𝐢𝐝𝐢 𝐢𝐥 𝐟𝐚𝐬𝐜𝐢𝐬𝐭𝐚 𝐜𝐡𝐞 𝐞̀ 𝐢𝐧 𝐭𝐞, 𝐩𝐨𝐢 𝐭𝐮𝐭𝐭𝐢 𝐠𝐥𝐢 𝐚𝐥𝐭𝐫𝐢
Stiamo rendendo l'antifascismo parola vuota e solo argomento di Storia, relegandolo ai libri e ai monologhi (scritto da sionisti) e togliendolo alla pratica quotidiana.
Diventa tema (divisivo, perché siamo governati da fascisti) in vista del 25 aprile ma ha smesso da molto tempo di essere azione concreta e teoria che rinnova se stessa intersecando nuove lotte.
E questo non solo per colpa dell'attuale governo di dondolatori a testa in giù, ma per colpa di quasi tutte le associazioni e/o i movimenti e/o i partiti che giocano da anni un ruolo istituzionale.
Ci si dichiara antifascistɜ e poi si appoggia, esplicitamente o col proprio colpevole silezio, lo stato illegittimo e genocida di Israele.
Ci si dichiara antifascistɜ, e poi si descrive l'aborto come omicidio, colpa, dolore, trauma, lutto investendo questa pratica medica sicura di un obbligatorio senso di colpa, dolore e vergogna, contribuendo a rendere la sanità inefficiente e giudicante.
Ci si dichiara antifascistɜ, però la famiglia è solo naturale. O comunque i diritti LGB sì, va bene, un po', ma T è già troppo e le altre lettere confondono e basta.
Ci si dichiara antifascisti, con la I maschile che è più autorevole, perché siamo per la parità, mica nazifemministe.
Ci si dichiara antifascistɜ, ma del diritto alla cittadinanza parliamone sempre un'altra volta che ora non ho tempo.
Ci si dichiara antifascistɜ e si pretende il rispetto delle istituzioni, mentre le forze dell'ordine manganellano in piazza chiunque esprima dissenso.
Ci si dichiara antifascistɜ, però la resistenza è quella dei partigiani (bianchi), mica quella climatica.
Ci si dichiara antifascistɜ condannando i campi di concentramento, però poi finanziamo i campi in Libia e legalizziamo i CPR in Italia, solo per fare due esempi concreti tra tanti.
Ci si dichiara antifascistɜ, e si ringraziano i partigiani storici che erano quasi tutti povera gente che è rimasta povera perché antifascisti sì ma anticapitalisti mai.
Le partigiane, oltre che povere, sono sempre invisbilizzate. Staffette tutt'al più staffette, belle ragazze in bicicletta. Che antifascisti forse, ma sessisti sicuramente.
Ci si dichiara antifascisti solo per poter dire che loro non si dichiarano tali, in una sorta di infinito gioco ad acchiapparella dove a rimetterci sono le istanze e i diritti di tutte le soggettività marginalizzate e oppresse.
L'antifascismo deve essere pratica militante, decostruzione continua, azione concreta. Nelle piazze, nei luoghi di studio e lavoro, nella casa. Nella vita, il 25 aprile e tutti gli altri giorni.
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contronews · 1 year
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🇮🇹 1995: Liberatevi della libertà
Monologo iper-reale di avanguardia, non per tutti, anzi per pochi, richiede un'estrema apertura e decostruzione degli schemi mentali.
«La libertà la detesto, finiamola con la libertà di stampa. Quando la stampa si deciderà a liberarsi della libertà di stampa, sarà fatta.» «Basta con l'informazione, non facciamo dell'informazione, disinformiamo, se ci riuscite.» «Basta con la cultura, basta col governo, basta con lo stato, basta con il cittadino, basta con la cittadinanza. L'onorificenza coincide spesso con l'oltraggio.» «Crepi la democrazia, crepi la repubblica. Basta con i cittadini, siete zombie, anche da morti continuate a fare i cittadini.» «Liberatevi della libertà soprattutto, liberiamoci della libertà, niente è così vincolante coma la libertà, sputate sulla libertà, e sui tribuni della libertà, soprattutto.» ———————————————— 📡Vai a ControNews 🎙Entra in Chat 🚨Sintonizzati sul SEGNALE
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