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Il podcast "AscoltAle" racconta il teatro: "106 Garofani Rossi" al Teatro Ambra
Un episodio speciale per ricordare Giacomo Matteotti attraverso la prospettiva della moglie Velia.
Un episodio speciale per ricordare Giacomo Matteotti attraverso la prospettiva della moglie Velia. Il racconto teatrale di una figura storica.L’11 gennaio 2025, al Teatro Ambra di Alessandria, va in scena lo spettacolo teatrale “106 Garofani Rossi – Velia e Giacomo l’Antifascista”, un’opera prodotta da Quizzy Teatro per il segmento Off della stagione teatrale di Alessandria. Questo spettacolo,…
#106 Garofani Rossi#Alegas Gruppo Iren#Alessandria eventi.#Alessandria today#Alexala#antifascismo#arte e memoria#ASCOLTALE#ASM Costruire Insieme#Brunello Vescovi#commemorazioni storiche#comune di Alessandria#Cultura Alessandria#cultura e memoria#cultura e tecnologia#eventi culturali Alessandria#eventi gennaio 2025#Giacomo Matteotti#Gianni Masella#Google News#italianewsmedia.com#Memoria storica#Monica Massone#Piemonte dal Vivo#Pier Carlo Lava#podcast culturali#podcast su Spotify#Quizzy teatro#rappresentazioni teatrali#Resistenza Italiana
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From Authenticity to Profilicity: The Transformation of Self in the Digital Age
Abstract This article explores the evolving paradigms of identity in contemporary society, examining the transition from sincerity and authenticity to profilicity. Drawing on the theoretical frameworks of Niklas Luhmann, Hans-Georg Moeller, and contemporary social theorists, we analyze how digital technologies and second-order observation have fundamentally reshaped individual and collective…
#comunicazione digitale#costruzione del sé#cultura digitale#filosofia dell&039;identità#identità digitale#identità online#media digitali#profilicità#sociologia contemporanea#tecnologia e società#teoria dei sistemi#teoria di Luhmann#teoria sociale#trasformazione sociale
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5 tendências sustentáveis do paisagismo
Paisagista explica como transformar os espaços sem prejudicar o meio ambiente
Decorar um ambiente não precisa ser prejudicial ao planeta, e quando o assunto é paisagismo, a sustentabilidade pode ser ainda mais presente. Jardins, áreas externas e outros projetos que trazem a natureza para o espaço da casa podem ter a preservação do meio ambiente como prioridade, e diversos materiais, espécies da flora e ferramentas de trabalho podem potencializar esse cuidado.
O paisagista Luciano Zanardo, profissional convidado da CASACOR São Paulo 2024 que está desenvolvendo uma praça sustentável de 130 m² para a mostra, identifica tendências que vieram para ficar nos projetos de paisagismo sem agredir o meio-ambiente. Veja a seguir!
1. Use recursos renováveis durante a construção
Esta tendência envolve o uso de materiais de construção sustentáveis , como bambu, concreto verde, madeira certificada e isolamento natural, visando reduzir o impacto ambiental da construção.
2. Deck de madeira ecológica
Os decks de madeira ecológica são feitos a partir de materiais reciclados ou de fontes renováveis, como madeira de reflorestamento, plásticos reciclados e compósitos de madeira e plástico. Eles oferecem uma alternativa sustentável aos decks de madeira tradicionais.
3. Vasos vietnamitas
Os vasos vietnamitas são peças de decoração feitas à mão, tradicionalmente em cerâmica ou terracota, originárias do Vietnã. Eles são conhecidos por sua beleza artesanal e variedade de designs, e são frequentemente utilizados para exibir plantas e flores, contribuindo para uma estética natural e elegante.
4. Vegetação tropical
Esta tendência envolve a incorporação de plantas tropicais em espaços internos e externos, criando ambientes exuberantes e vibrantes. Plantas como palmeiras, samambaias, bromélias e orquídeas são frequentemente usadas para adicionar uma sensação de tropicalidade.
5. Obras de arte retratando a natureza
É possível incorporar obras de arte que retratam a natureza, como pinturas, fotografias e esculturas, em espaços interiores e exteriores. Essas obras não apenas adicionam beleza estética , mas também criam uma conexão com a natureza, promovendo um ambiente mais relaxante e inspirador.
#beleza#camila-morgado#casa & decoração#cultura#lacerda#morgado#paulograzi#reprodu#saúde#tecnologia#tv e novelas
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TRGTKLS - GOLD
Il sito web https://trgtkls.org/ è una piattaforma blog che fornisce informazioni su vari argomenti. È specializzato in aree come "Blog" e "Webmaster" e interagisce con un ampio pubblico di lettori. Mira inoltre a offrire ai visitatori una prospettiva diversa fornendo contenuti informativi sull'"Italia".
I post del blog su questa piattaforma coprono una varietà di argomenti. Vengono offerti contenuti informativi e aggiornati in settori quali tecnologia, e-commerce, marketing digitale e web design. Gli articoli nella categoria blog sono organizzati in base agli interessi degli utenti e scritti in un linguaggio comprensibile a tutti.
L'argomento "Webmaster" è uno dei focus principali del sito. Il webmastering affronta molte aree legate alla gestione, allo sviluppo e al miglioramento dei siti web. Questo sito aiuta i webmaster a migliorare le proprie competenze fornendo suggerimenti utili, linee guida e risorse. Inoltre, vengono presentati contenuti dettagliati per migliorare le prestazioni dei siti Web, creare strategie SEO e aumentare la consapevolezza sui problemi di sicurezza.
I contenuti presentati sotto il titolo "italia" affrontano vari temi legati a questo Paese. Vengono fornite informazioni su argomenti quali la storia, la cultura, le attrazioni turistiche, il cibo, la lingua e lo stile di vita dell'Italia. Questi contenuti offrono ai visitatori l'opportunità di conoscere meglio l'Italia e incoraggiarli ad esplorare questo Paese.
Di conseguenza, il sito https://trgtkls.org/ fa appello agli interessi degli utenti e mira ad aumentare il loro livello di conoscenza offrendo contenuti ricchi e diversificati su una vasta gamma di argomenti.
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Ho chiesto a Chat GPT come la tirannide dovrebbe eliminare il veicolo privato . La risposta
Se fossi una tirannide e volessi eliminare il veicolo privato senza far accorgere le persone del piano,
dovrei procedere in modo sottile e graduale, in modo che le persone non si sentano minacciate e non si ribellino. Ecco come potrei agire:
### 1. Introduzione di politiche che sembrano vantaggiose - Migliorare i mezzi pubblici: Investire in infrastrutture di trasporto pubblico come metropolitane, tram e autobus, facendole sembrare più convenienti e moderne rispetto al veicolo privato. L'idea sarebbe quella di rendere i mezzi pubblici più efficienti, economici e accessibili, creando un'alternativa apparentemente vantaggiosa. - Progetti ecologici e "green": Promuovere la sostenibilità e l'uso di veicoli pubblici elettrici come parte di un impegno per l'ambiente, facendo credere che l'eliminazione delle auto private sia una necessità per il bene del pianeta.
### 2. Manipolazione economica - Tasse e tariffe elevate: Introdurre imposte indirette sulle auto, come aumenti nelle tasse di registrazione, assicurazioni e carburante. Iniziare con incrementi piccoli e graduali, in modo che le persone non si ribellino immediatamente. - ZTL e restrizioni di traffico: Imposizione di zone a traffico limitato nelle città, dove è difficile per i veicoli privati accedere. Questo potrebbe essere giustificato da motivi ambientali, ma alla lunga sarebbe una misura che spingerebbe le persone a non voler usare più il loro veicolo.
### 3. Tecnologia e monitoraggio - Incentivare la tecnologia per il controllo del traffico: Installare telecamere e sistemi di monitoraggio per la gestione del traffico in modo che sembri una questione di sicurezza. I dati raccolti potrebbero essere utilizzati per limitare l'accesso delle auto private in determinate aree o per multare comportamenti considerati non conformi, come l'inquinamento. - Sistemi di pagamento elettronico e tracciamento: Creare sistemi di pagamento che siano obbligatori e che incentivino le persone a usare solo i mezzi pubblici (per esempio, "carte del trasporto pubblico" che monitorano il movimento dei cittadini).
### 4. Modificare la mentalità pubblica - Educazione e propaganda: Usare i media e la cultura popolare per far passare il messaggio che l'auto privata è ormai obsoleta, inquinante e poco efficiente. Potrei promuovere l'idea che il trasporto pubblico è la scelta più intelligente e responsabile. - Glamorizzare alternative: Creare una narrazione che dipinge l'auto privata come qualcosa di antiquato o addirittura egoistico, mentre il trasporto pubblico o condiviso viene descritto come una scelta più moderna, altruista e civile.
### 5. Sostituire l'auto privata con alternative controllabili - Promozione di veicoli condivisi e a noleggio: Offrire incentivi per utilizzare car-sharing, bici e scooter elettrici, che possono essere monitorati e controllati, rendendo l'auto privata meno necessaria. Anche il trasporto pubblico potrebbe essere incentivato con soluzioni digitali, come app di mobilità integrata. - Rendere l'auto privata meno conveniente: Introdurre tecnologie che rendano più difficile possedere o utilizzare un'auto privata, come l'obbligo di dispositivi elettronici che tracciano i veicoli o costringono a pagare in modo dinamico per l'uso di strade e parcheggi.
### 6. Manipolare l'offerta di auto - Restrizione nell'offerta di nuove auto private: Utilizzare leggi e regolamenti che rendano difficile o costoso l'acquisto di nuove auto private, limitando le vendite di auto tradizionali a favore di modelli elettrici che possano essere meglio controllati o monitorati. - Controllo sulla produzione e distribuzione: Creare incentivi per le case automobilistiche affinché sviluppino solo determinati tipi di veicoli, come veicoli elettrici o condivisi, limitando la scelta dell'utente.
### 7. Controllo dei tempi di utilizzo - Limitazione dell'uso durante determinati orari: Implementare sistemi che limitano l'uso di auto private durante le ore notturne.
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Siamo il secondo paese industriale europeo, subito dopo la Germania. Ma gli italiani non lo sanno.
In alcuni settori d’eccellenza (la meccatronica e la robotica, la chimica fine, la farmaceutica d’alta specialità, le componentistica auto, la cantieristica navale da diporto, etc.) abbiamo posizioni da primato internazionale, ma per gran parte della nostra opinione pubblica è innanzitutto il turismo ad assicurare la ricchezza dei territori.
Siamo tra i cinque maggiori paesi esportatori del mondo, proprio grazie all’industria e a quella meccanica in prima linea, ma i cittadini per il futuro confidano negli alberghi e nelle opportunità del commercio, nello shopping.
“Dissonanza cognitiva” è il nome di questo fenomeno, un’opinione che fa a pugni con la realtà di fatti e dati. Detta in altri termini, l’Italia non sa bene chi è e come si produce la sua ricchezza e dunque non ha una fondata idea di dove andare.
L’industria scivola ai margini dell’immaginario collettivo, occupa un ruolo periferico nella rappresentazione sociale dello sviluppo. (...)
Ecco il punto: l’Europa può continuare a restare ancorata ai suoi valori e alla sua cultura civile se mantiene una forza industriale di peso e respiro globale. (...) E se dunque investe sulle nuove tecnologie (infrastrutture, ricerca, processi di conoscenza e formazione) e sull’impiego ben strutturato e guidato dell’Intelligenza Artificiale (...).
Serve insistere sull’industria, insomma, (per) evitare il precipizio indicato alcune settimane fa dal “Financial Times”: perdere la sfida competitiva con Usa e Cina e ridursi a essere “il Grand Hotel dei ricchi e potenti del mondo”. Un luogo di storica eleganza. Ma privo di peso e potere. Incapace di decidere sul suo futuro. (...)
Viene da lontano, questo fenomeno di sottovalutazione del peso industriale. Da una diffusa cultura anti-impresa, ostile al mercato, alla fabbrica ma anche alla tecnologia e alla scienza (...). Da una disattenzione culturale verso i fenomeni del lavoro industriale, (...) da un’opinione pubblica incline ai luoghi comuni anti-industriali e segnata da un evidente deficit informativo. E da una tendenza, ben radicata in ambienti economici ed accademici, a insistere sul tramonto dell’industria alla fine del Novecento, per cedere il passo al “terziario avanzato” e alla finanza.
Dati e fatti, soprattutto dopo la Grande Crisi finanziaria del 2008, hanno smentito queste false costruzioni di un immaginario distorto e ridato invece importanza all’economia reale. E l’Italia è cresciuta, più e meglio di altre aree europee, negli anni post Covid, proprio grazie al suo “orgoglio industriale”, investendo, innovando, (...) facendone un asset di competitività e di qualità sui mercati.
Eccola, dunque, la realtà dell’Italia industriale ad alta tecnologia e sofisticata qualità (...), per evitare che la mancata conoscenza dell’Italia industriale alimenti quelle disattenzioni, quelle false percezioni della realtà che contribuirebbero ai rischi di declino economico e dunque sociale e civile del nostro Paese.
Se ne accorge finalmente anche l'informazione dei finti sapientoni (e fa autocritica pur senza dirlo): https://www.huffingtonpost.it/blog/2024/11/18/news/litalia_e_un_grande_paese_industriale_ma_gli_italiani_non_lo_sanno_e_preferiscono_pensare_al_turismo-17751079/
In realtà manco l'Huff Post dei sapientoni sa che in quanto a export stiamo gareggiando col Giappone e, tolta l'Olanda che non esporta quasi nulla di suo ma lucra sull'in-out di Rotterdam da e verso la Cermania, saremmo sul podio MONDIALE delle bilance commerciali attive. Grazie alle industrie citate ma non solo, grazie anche alle altre eccellenze italiane: MODA & LUSSO, FOOD&BEVERAGE.
Ovviamente l'articolo è stato qui depurato , solita profilassi antibatterica, da false devianze riguardo "svolte green necessarie", no non lo sono anzi rappresentano un freno a mano tirato, verso "grazie alle politiche europee di Draghi", no è un liquidatore fallimentare, e tutti quei "ci vuole più politica per guidare" da dirigisti socialisti: non servono affatto, tutto questo è successo proprio GRAZIE alla distrazione della politica dirigista pre e post covid.
Ah e manca anche l'indicazione fondamentale: ma quale Trump, ma basta con 'ste ridicole scuse - btw, se riaprisse il mercato russo facendo finire la guerra dei Biden, decolleremmo ancora di più e dei dazi ce ne fregieremmo alla grande..
Per evitare che il declino si accompagni al degrado sociale in atto per via dei migranti (la manodopera dequalificata e a basso costo fa calare i salari quindi i consumi, oltre a far soppravvivere aziende decotte e terziario arretrato), la spada di Damocle per l'industria italiana è evitare il crollo economico della Cermania, nostro primo mercato. Ma quale Draghi, è necessario la facciano immediatamente finita con tutto 'sto verde elettrico.
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CARAI então, eu achei um doc do word q me salvou no enem. Como eu sei q tem gente q me segue q vai fazer o Enem vou falar um negócio que eu aprendi quando eu fiz a prova: o Enem não se importa muito com o que vc vai escrever, e sim como você vai escrever
O que eu quero dizer: ele quer que você tenha 1 parágrafo de introdução, 2 de desenvolvimento e 1 de finalização. Meus professores sempre me avisaram que era bom começar a redação com uma citação, e na última frase do último parágrafo fazer referência a essa frase (tmb colocar uma citação em um dos de desenvolvimento vai parecer q vc tem repertório.) Tipo, se eu começar com, “tinha uma pedra no meio do caminho ”, no último parágrafo falar ”medidas devem ser tomadas, pois assim conseguiremos diminuir a quantidade de pedras no caminho da população brasileira).
Eu tô fazendo esse post pq eu achei um doc q eu fiz com um monte de citação aleatória q eu peguei pra usar no Enem, so estou repassando meu conhecimento passado 🫡:
Segundo MARTIN LUTHER KING, ATIVISTA POLÍTICO, aprendemos a voar como os pássaros e a nadar como os peixes, mas não aprendemos a conviver como irmãos.
Segundo JOÃO PAULO II, PAPA, a violência destrói aquilo o que ela pretende defender: a dignidade da vida, a liberdade do ser humano.
Segundo JOHN PIPER, TEOLOGO ESTADUNIDENSE, a marca da cultura de consumo é a redução de ser para ter
Segundo GEORGE ORWELL, ESCRITOR INGLES, alguns de nós são mais iguais do que outros.
Segundo GUIMARÃES ROSA, ESCRITOR E MÉDICO BRASILEIRO, apenas quando a água de boa qualidade acabar ela será valorizada.
Segundo PABLO PICASSO, ARTISTA ESPANHOL, a arte é uma mentira que nos permite conhecer a verdade.
Segundo CONFÚNCIO, FILÓSOFO E PENSADOR CHINÊS, se quiser prever o futuro, se deve estudar o passado.
Segundo NELSON MANDELA, LÍDER NA LUTA CONTRA O APARTHEID, a educação é a arma mais poderosa que pode ser usada para mudar o mundo.
Segundo GIACOMO LEOPARDI, POETA ITALIANO, nenhuma qualidade humana é mais intolerável do que a intolerância.
Segundo MILTON SANTOS, GEOGRAFO BRASILEIRO, existem duas classes socias: a dos que não comem e a dos que não dormem com medo da revolução dos que não comem.
Segundo PAULO FREIRE, EDUCADOR E FILOSOFO BRASILEIRO, ensinar não é transferir conhecimento, mas criar as possibilidades para a sua própria produção ou a sua construção.
Segundo Barack Obama todos somos iguais e temos direito a perseguir nossa própria versão da felicidade
Segundo António Lobo Antunes, escritor e psiquiatra português, A cultura assusta muito. É uma coisa apavorante para os ditadores. Um povo que lê nunca será um povo de escravos.
Segundo um provérbio indígena, Só quando a última árvore for derrubada, o último peixe for morto e o último rio for poluído é que o homem perceberá que não pode comer dinheiro
Segundo a OMS, organização mundial da saúde, “Saúde é o estado de completo bem-estar físico, mental e social e não somente a ausência de doença.”
Segundo Manuel Castells, sociólogo espanhol, “A internet é muito mais que uma tecnologia. É um meio de comunicação, de interação e de organização social.”
#Enem#Eu tava de boa no docs e achei isso (e sempre me falaram q era bom decorar a profissão dos cara pra parecer q vc n so decorou o q eles falo#mas q vc sabia quem eles eram. O q era mentira eu n fazia a mínima idea de quem a maioria dessa pessoas eram 🎉)#Eu tinha mais mas eu perdi o docs se eu achar ele eu repassarei ele aqui 🫡
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A distanza di giorni ho letto lo sproloquio reboante dell’attuale Ministro della Cultura Alessandro Giuli.
Non è insignificante. È banale. Un vestito appariscente che nasconde il trito, il ritrito e il quasi niente.
«Di fronte a questo cambiamento di paradigma, la quarta rivoluzione epocale della storia delineante un’ontologia intonata alla rivoluzione permanente dell’infosfera globale, il rischio che si corre è duplice e speculare. L’entusiasmo passivo, che rimuove i pericoli della ipertecnologizzazione, e per converso l’apocalittismo difensivo che rimpiange un’immagine del mondo trascorsa, impugnando un’ideologia della crisi che si percepisce come processo alla tecnica e al futuro intese come una minaccia».
Provo a tradurre in italiano semplice. Dice più o meno che di fronte alla grande trasformazione della nostra epoca, con l’influenza della tecnologia e dell’informazione globale, ci sono due rischi opposti. Da un lato, l’entusiasmo eccessivo che ignora i pericoli della tecnologia avanzata. Dall’altro, la paura esagerata che vede il passato come migliore e considera la tecnologia e il futuro come una minaccia.
Un concetto che 60 anni fa aveva espresso molto meglio (e anche in modo più leggibile) Umberto Eco in “Apocalittici e integrati“.
[...]
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Il discorso integrale di Gino Cecchettin al termine dei funerali della figlia Giulia, 22enne uccisa dall'ex fidanzato.
«Carissimi tutti, abbiamo vissuto un tempo di profonda angoscia: ci ha travolto una tempesta terribile e anche adesso questa pioggia di dolore sembra non finire mai. Ci siamo bagnati, infreddoliti, ma ringrazio le tante persone che si sono strette attorno a noi per portarci il calore del loro abbraccio. Mi scuso per l'impossibilità di dare riscontro personalmente, ma ancora grazie per il vostro sostegno di cui avevamo bisogno in queste settimane terribili. La mia riconoscenza giunga anche a tutte le forze dell’ordine, al vescovo e ai monaci che ci ospitano, al presidente della Regione Zaia e al ministro Nordio e alle istituzioni che congiuntamente hanno aiutato la mia famiglia.
Mia figlia Giulia, era proprio come l’avete conosciuta, una giovane donna straordinaria. Allegra, vivace, mai sazia di imparare. Ha abbracciato la responsabilità della gestione familiare dopo la prematura perdita della sua amata mamma. Oltre alla laurea che si è meritata e che ci sarà consegnata tra pochi giorni, Giulia si è guadagnata ad honorem anche il titolo di mamma. Nonostante la sua giovane età era già diventata una combattente,
un’oplita, come gli antichi soldati greci, tenace nei momenti di difficoltà:
il suo spirito indomito ci ha ispirato tutti. Il femminicidio è spesso il risultato di una cultura che svaluta la vita delle donne, vittime proprio di coloro avrebbero dovuto amarle e invece sono state vessate, costrette a lunghi periodi di abusi fino a perdere completamente la loro libertà
prima di perdere anche la vita. Come può accadere tutto questo? Come è potuto accadere a Giulia? Ci sono tante responsabilità, ma quella educativa ci coinvolge tutti: famiglie, scuola, società civile, mondo dell’informazione
Mi rivolgo per primo agli uomini, perché noi per primi dovremmo dimostrare di essere agenti di cambiamento contro la violenza di genere. Parliamo agli altri maschi che conosciamo, sfidando la cultura che tende a minimizzare la violenza da parte di uomini apparentemente normali.
Dovremmo essere attivamente coinvolti, sfidando la diffusione di responsabilità, ascoltando le donne e non girando la testa di fronte ai segnali di violenza anche i più lievi. La nostra azione personale è cruciale per rompere il ciclo e creare una cultura di responsabilità e supporto.
A chi è genitore come me, parlo con il cuore: insegniamo ai nostri figli il valore del sacrificio e dell’impegno e aiutiamoli anche ad accettare le sconfitte. Creiamo nelle nostre famiglie quel clima che favorisce un dialogo sereno perché diventi possibile educare i nostri figli al rispetto della sacralità di ogni persona, ad una sessualità libera da ogni possesso
e all’amore vero che cerca solo il bene dell’altro. Viviamo in un'epoca in cui la tecnologia ci connette in modi straordinari, ma spesso, purtroppo, ci isola e ci priva del contatto umano reale.
È essenziale che i giovani imparino a comunicare autenticamente,
a guardare negli occhi degli altri, ad aprirsi all'esperienza di chi è più anziano di loro. La mancanza di connessione umana autentica può portare a incomprensioni e a decisioni tragiche. Abbiamo bisogno di ritrovare la capacità di ascoltare e di essere ascoltati, di comunicare realmente con empatia e rispetto.
La scuola ha un ruolo fondamentale nella formazione dei nostri figli.
Dobbiamo investire in programmi educativi che insegnino il rispetto reciproco, l'importanza delle relazioni sane e la capacità di gestire i conflitti in modo costruttivo per imparare ad affrontare le difficoltà senza ricorrere alla violenza. La prevenzione della violenza inizia nelle famiglie,
ma continua nelle aule scolastiche, e dobbiamo assicurarci che le scuole siano luoghi sicuri e inclusivi per tutti.
Anche i media giocano un ruolo cruciale da svolgere in modo responsabile. La diffusione di notizie distorte e sensazionalistiche non solo alimenta un’atmosfera morbosa, dando spazio a sciacalli e complottisti, ma può anche contribuire a perpetuare comportamenti violenti. Chiamarsi fuori, cercare giustificazioni, difendere il patriarcato quando qualcuno ha la forza e la disperazione per chiamarlo col suo nome, trasformare le vittime in bersagli solo perché dicono qualcosa con cui magari non siamo d’accordo, non aiuta ad abbattere le barriere. Perché da questo tipo di violenza che è solo apparentemente personale e insensata si esce soltanto sentendoci tutti coinvolti. Anche quando sarebbe facile sentirsi assolti.
Alle istituzioni politiche chiedo di mettere da parte le differenze ideologiche per affrontare unitariamente il flagello della violenza di genere. Abbiamo bisogno di leggi e programmi educativi mirati a prevenire la violenza, a proteggere le vittime e a garantire che i colpevoli siano chiamati a rispondere delle loro azioni. Le forze dell’ordine devono essere dotate delle risorse necessarie per combattere attivamente questa piaga e degli strumenti per riconoscere il pericolo. Ma in questo momento di dolore e tristezza, dobbiamo trovare la forza di reagire, di trasformare questa tragedia in una spinta per il cambiamento. La vita di Giulia, la mia Giulia, ci è stata sottratta in modo crudele, ma la sua morte, può anzi deve essere il punto di svolta per porre fine alla terribile piaga della violenza sulle donne. Grazie a tutti per essere qui oggi: che la memoria di Giulia ci ispiri a lavorare insieme
per creare un mondo in cui nessuno debba mai temere per la propria vita.
Vi voglio leggere una poesia di Gibran che credo possa dare una reale rappresentazione di come bisognerebbe imparare a vivere.
«Il vero amore non è ne fisico ne romantico.
Il vero amore è l'accettazione di tutto ciò che è,
è stato, sarà e non sarà.
Le persone più felici non sono necessariamente
coloro che hanno il meglio di tutto,
ma coloro che traggono il meglio da ciò che hanno.
La vita non è una questione di come sopravvivere alla tempesta,
ma di come danzare nella pioggia…»
Cara Giulia, è giunto il momento di lasciarti andare. Salutaci la mamma. Ti penso abbracciata a lei e ho la speranza che, strette insieme, il vostro amore sia così forte da aiutare Elena, Davide e anche me non solo a sopravvivere a questa tempesta di dolore che ci ha travolto, ma anche ad imparare a danzare sotto la pioggia. Sì, noi tre che siamo rimasti vi promettiamo che, un po’ alla volta, impareremo a muovere passi di danza sotto questa pioggia.
Cara Giulia, grazie, per questi 22 anni che abbiamo vissuto insieme e per l’immensa tenerezza che ci hai donato. Anch’io ti amo tanto e anche Elena e Davide ti adorano. Io non so pregare, ma so sperare: ecco voglio sperare insieme a te e alla mamma, voglio sperare insieme a Elena e Davide e voglio sperare insieme a tutti voi qui presenti: voglio sperare che tutta questa pioggia di dolore fecondi il terreno delle nostre vite e voglio sperare che un giorno possa germogliare. E voglio sperare che produca il suo frutto d’amore, di perdono e di pace.
Addio Giulia, amore mio.
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### Ficha da Espécie Alienígena:
Nome da Espécie: Ignis Floralis.
Origem: Planeta Methanos.
Fisiologia:
Aparência:
Ignis Floralis são humanoides com aparência de plantas, seus corpos de coloração verde-limão são cercados por pétalas vermelhas em volta da cabeça, lembrando uma coroa flamejante. Seus olhos brilham em laranja, e suas mãos e pés possuem garras afiadas que se assemelham a raízes. Espinhos dourados percorrem seus braços e pernas, enquanto um brilho suave emana de seus corpos, como se estivessem em combustão lenta.
Habilidades Especiais e Poderes:
- Pirocinese: Controle sobre fogo.
- Fitocinese: Controle de plantas e vegetação.. -Regeneração: Cura rápida de ferimentos.
- Projeção de Metano: Emite gás metano inflamável.
-Gás Adormecido: Pode adormecer inimigos com um gás liberado de seu corpo.
-Elasticidade: Capacidade de esticar membros.
- imunidade ao Fogo: Não sofre danos por fogo.
-Força Aprimorada: Força física acima da média.
-Agilidade Aprimorada: Movimentos rápidos e precisos.
-Resistência Aprimorada: Alta resistência a danos físicos.
Fraquezas:
-Ambientes Secos: Reduzem sua eficácia.
- Frio Extremo: Enfraquece suas habilidades.
Cultura e Sociedade:
Estrutura Social:
Clãs e Hierarquia: A sociedade é dividida em clãs, cada um liderado por um Guardião das Chamas, um ancião respeitado por seu domínio do fogo e da vegetação. Conselheiros especializados em medicina, agricultura, defesa, e outras áreas auxiliam os Guardiões, mantendo o equilíbrio dentro do clã.
Rituais de Passagem: Quando um jovem Ignis Floralis atinge a maturidade, ocorre um Ritual de Desabrochar, uma cerimônia comunitária celebrando sua transição para a vida adulta.
Economia:
Comércio Interclânico: Os clãs trocam recursos e conhecimentos, especialmente sobre técnicas de cultivo e manipulação de fogo, que são tratados como honrarias. Esse comércio fortalece laços entre clãs e promove a inovação.
Mercados Flutuantes: Mercados realizados em plataformas flutuantes ao longo dos rios de Methanos, onde trocam produtos e serviços.
Educação:
Mentoria: Jovens Ignis Floralis são designados a mentores experientes, que os guiam no desenvolvimento de suas habilidades e no respeito à natureza e à comunidade.
Arte e Cultura:
Teatro de Fogo: Um espetáculo visual que combina habilidades pirocinéticas para narrar histórias e lendas antigas, criando verdadeiras obras de arte vivas com fogo.
Jardins Luminosos: Eles cultivam jardins bioluminescentes, que brilham à noite e atraem insetos especiais que polinizam a área. Esses jardins são usados para meditação e celebração.
Religião:
Flamma Mater: Deusa que simboliza a união entre o fogo e a natureza. Templos dedicados a ela estão espalhados por todo o planeta, onde rituais e oferendas são feitos para garantir a harmonia e a prosperidade.
Sacerdotes da Flamma Mater: Sacerdotes conduzem os rituais e são responsáveis por interpretar os sinais da deusa e guiar a comunidade em tempos de crise.
Festas Sazonais: Além do Festival das Chamas, outras celebrações ocorrem a cada estação, com danças, músicas e oferendas específicas.
Tecnologia:
Tecnologia Biológica: Utilizam tecnologia avançada que integra plantas e fogo, construindo cidades vivas que crescem e se adaptam ao ambiente. Suas construções são adornadas com padrões de arabescos criados através da fitocinese.
Relações Intergalácticas:
Pacifistas, mas Defensores:
Conhecidos por serem pacíficos, mas ferozes defensores de seu território. Mantêm relações diplomáticas com outras espécies e participam de alianças intergalácticas, mas são cautelosos com invasores e muito arbitrários com seus dogmas e tradições.
Curiosidades:
Comunicação com a Natureza: Ignis Floralis podem sentir empáticamente as plantas, o que lhes confere uma conexão profunda com a natureza.
Mudança de Cor das Pétalas: Suas pétalas vermelhas mudam de cor dependendo de suas emoções: azul ou roxo quando estão calmos ou em meditação, amarelo ou branco quando estão em alerta ou perigo.
#ben 10#ben 10 au#alien art#swampfire#Fogo Fatuo#Fogo selvagem#Nillo 22#reimagined#ben ten alien force#Genotrix#fanart#traditional art#drawing#ideas
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La cultura del nulla.
Partirei col dire che oggi che è il giorno della memoria 'corta' ci si è dimenticati di una lezione dura, come detto altre volte non impariamo dai nostri errori, sapendo che l'olocausto non fu solo per gli ebrei ma anche per tutte quelle minoranze che non andavano bene al regime nazista come i nomadi, gli omosessuali e quelli dalla pelle non bianca, ma di norma questo giorno viene considerato solo per gli ebrei. Quei poveri cristi gassati o uccisi male non hanno niente a che fare con quello che sta succedendo adesso tra israele e la palestina, netanyahu e compagnia bella non sono gli stessi, decisamente, e su questo e quello che c'è attorno ci sarebbe molto da dire, ma mi fermo qua perché il post non è dedicato a loro o al massacro che stanno facendo da mesi sotto gli occhi di tutti senza che nessuno che abbia un minimo di voce in capitolo faccia qualcosa.
Ieri si è aperta la stagione che vede Tartu (la città estone dove vivo) come capitale europea della cultura. Sono andato a prendere un caffè con la piccoletta che a fine mese si trasferisce in Svezia e abbiamo visto nel gelo della giornata parecchie persone vestite con i costumi tradizionali e in piazza c'era un palchetto con musica terribile, facevano le prove. Li per li pensavo che è legato a una delle loro celebrazioni, ho letto qualche post del compleanno del paese o qualcosa del genere, ma mi sbagliavo. Poi la sera arrivava da non molto lontano l'eco di musiche tecno e house a volumi esorbitanti e la mia compagna mi ha detto che è iniziato il periodo della cultura. Quale cultura? Questo paese al confine del mondo conosciuto, di fatto non viene mai calcolato nelle statistiche europee, nato da pochissimo, se si considera che si sono liberati dall'unione sovietica nel 91 e che gli anni 90 li hanno passati ad assestarsi, si può capire che in realtà il paese ha più o meno 25 anni, niente se si paragona a paesi europei come il nostro o altri che hanno contribuito alla storia e alla creazione di questa civiltà in declino. Ma in quegli anni i governi hanno puntato sulla tecnologia, avrete sentito che l'Estonia è una piccola silicon valley e fin qua niente da dire se si pensa che alcuni software di successo sono stati creati qua, skype e nod32 in testa, ma quello che hanno fatto è stato creare una società stile americano, degli stati uniti, ma assorbendo la parte peggiore quella del puritanesimo per avere una facciata bella ma con un interno vuoto e spesso orribile. Questo ha influenzato la cultura, ovviamente, che è stata messa da parte per dare al popolo l'idea che il lavoro sia una priorità assoluta e che tutto il resto è superfluo. C'è anche da non sottovalutare l'enorme gap che hanno questi paesi, quelli del ex blocco sovietico, in termini di tempo (furono inglobati nel 1940) e siccome i russi non volevano che niente di occidentale venisse venduto o riprodotto o consumato dai popoli sottomessi ecco che tutto quello che abbiamo avuto noi, a livello culturale artistico e letterario nel bene e nel male, loro non l'hanno visto. Recuperare 50 anni di storia e di cultura mondiale non è facile, anzi è quasi impossibile perché i periodi storici e i cambiamenti sociali e culturali si devono vivere e capire per poi progredire, loro no, una volta liberi hanno preso quello che pochi e avidi personaggi propinarono loro attraverso i media, quindi parecchio mainstream e qualcosa che recuperavano dagli anni precedenti, per farvi un esempio quelli della mia età e più grandi ricordano con amore i nostri cantanti come Toto Cutugno, Al bano e Romina i ricchi e poveri e tutti quelli di quei San Remo primi anni 80, io dico che i russi li torturavano con il festival come battuta ma in pochi la capiscono perché il nostro festival non lo conosce quasi nessuno, è una cosa prettamente nostra e soprattutto poco esportabile. Si può capire da questa piccola storiella come l'interesse per le arti in generale non sia una priorità per l'estone medio, per carità ho conosciuto persone che hanno una buona cultura musicale, visto che sono del ramo, molti conoscono l'arte e così via, ma perché sono anche loro nel campo ed è logico che prendendo una nicchia cercano di esplorarla il più possibile, anche grazie al mezzo internet. Ma mi è capitato anche di parlare con persone che non conoscono neanche i loro di cantanti, non dico nomi astrusi di nicchia stranieri, ma neanche quelli locali che ve li sbattono ovunque in tutte le salse? Questo la dice lunga quanto sia bassissimo l'interesse.
Quindi la domanda è : Quale cultura andate a celebrare in questo periodo visto che siete la città della cultura europea? Se poi considerate che schifate lo straniero e quindi non tollerate altre forme culturali, cosa andate a mostrare? La cultura dell'alcol? O quanto siete copia e incolla fatto male di un mondo che non ha niente a che vedere con l'Europa?
Questo è a grandi linee un paese che sulla carta è moderno e innovatore, ma che se sposti la carta vedi tanto di quel marcio che diresti 'Ok, statevi per fatti vostri per altri 150 anni poi ne riparliamo'. A me non frega molto fra 2 settimane torno in Trinacria per un periodo XY a rigenerarmi da tutto questo e non so neanche se tornerò più a vivere qua, ma questo dipende molto da come si mettono le cose con lei. Da noi si dice "comu finisci si cunta" (quando finisce si racconta). Penso che l'album giusto sia l'immortale capolavoro del Banco
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Tecnologia e social media: l’impatto sulla comunicazione, le relazioni e la privacy.
Un’analisi sul ruolo dei social network nella società contemporanea e sul futuro digitale dei giovani. Social media e comunicazione: una rivoluzione senza precedenti. Negli ultimi due decenni, i social network hanno rivoluzionato il modo di comunicare e interagire, creando opportunità senza precedenti per connettere persone in tutto il mondo. Tuttavia, questa evoluzione non è priva di…
#abitudini digitali#Alessandria today#cittadinanza digitale#cittadinanza web#comportamenti tossici#comunicazione digitale#connessione globale#Cultura Digitale#Cyberbullismo#educazione ai media#Educazione Digitale#etica tecnologica#Facebook#Fake news#Futuro Digitale#Generazione Digitale#giovani e social#giovani e tecnologia#Google News#impatto social network#Innovazione tecnologica#Instagram#italianewsmedia.com#limiti social network#opportunità digitali#piattaforme social#Pier Carlo Lava#Privacy#protezione dati#regolamentazione social
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NEGENTROPIA: O Último Homem na Terra Devastada.
Registo fotográfico do ensaio.
Ópera pós-techno de Hugo Paquete
5 de Julho de 2024, 19h30, Lisboa Incomum.
O Lisboa Incomum recebe o projecto NEGENTROPIA, uma ópera pós-techno de Hugo Paquete a produzida pela Absonus Lab.
Música Contemporânea.
O formato apresentado no Lisboa Incomum é uma adaptação do projeto.
No palco, contamos com o barítono Rui Baeta que personifica "o último homem", acompanhado por manipulações eletrónicas de Hugo Paquete. Somando, ainda, a participação de Cláudio de Pina no sintetizador e programações, presente na performance do Lisboa Incomum.
Produção: Absonus Lab - Pesquisa Sonora, Tecnologia e Cultura
Apoio: República Portuguesa - Cultura / Direção-Geral das Artes
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Risuonano forti le parole lette in chiesa durante l’ultimo saluto a Giulia dal suo papà, Gino Cecchettin.
“Mia figlia Giulia, era proprio come l’avete conosciuta, una giovane donna straordinaria.
Allegra, vivace, mai sazia di imparare.
Ha abbracciato la responsabilità della gestione familiare dopo la prematura perdita della sua amata mamma. Oltre alla laurea che si è meritata e che ci sarà consegnata tra pochi giorni, Giulia si è guadagnata ad honorem anche il titolo di mamma. Nonostante la sua giovane età era già diventata una combattente, un’oplita, come gli antichi soldati greci, tenace nei momenti di difficoltà: il suo spirito indomito ci ha ispirato tutti.
Il femminicidio è spesso il risultato di una cultura che svaluta la vita delle donne, vittime proprio di coloro avrebbero dovuto amarle e invece sono state vessate, costrette a lunghi periodi di abusi fino a perdere completamente la loro libertà prima di perdere anche la vita.
Come può accadere tutto questo?
Come è potuto accadere a Giulia?
Ci sono tante responsabilità, ma quella educativa ci coinvolge tutti: famiglie, scuola, società civile, mondo dell’informazione
Mi rivolgo per primo agli uomini, perché noi per primi dovremmo dimostrare di essere agenti di cambiamento contro la violenza di genere.
Parliamo agli altri maschi che conosciamo, sfidando la cultura che tende a minimizzare la violenza da parte di uomini apparentemente normali.
Dovremmo essere attivamente coinvolti, sfidando la diffusione di responsabilità, ascoltando le donne, e non girando la testa di fronte ai segnali di violenza anche i più lievi. La nostra azione personale è cruciale per rompere il ciclo e creare una cultura di responsabilità e supporto.
A chi è genitore come me, parlo con il cuore: insegniamo ai nostri figli il valore del sacrificio e dell’impegno e aiutiamoli anche ad accettare le sconfitte. Creiamo nelle nostre famiglie quel clima che favorisce un dialogo sereno perché diventi possibile educare i nostri figli al rispetto della sacralità di ogni persona, ad una sessualità libera da ogni possessoe all’amore vero che cerca solo il bene dell’altro. Viviamo in un'epoca in cui la tecnologia ci connette in modi straordinari, ma spesso, purtroppo, ci isola e ci priva del contatto umano reale.
È essenziale che i giovani imparino a comunicare autenticamente, a guardare negli occhi degli altri, ad aprirsi all'esperienza di chi è più anziano di loro.
La mancanza di connessione umana autentica può portare a incomprensioni e a decisioni tragiche. Abbiamo bisogno di ritrovare la capacità di ascoltare e di essere ascoltati, di comunicare realmente con empatia e rispetto.
La scuola ha un ruolo fondamentale nella formazione dei nostri figli.
Dobbiamo investire in programmi educativi che insegnino il rispetto reciproco, l'importanza delle relazioni sane e la capacità di gestire i conflitti in modo costruttivo per imparare ad affrontare le difficoltà senza ricorrere alla violenza.
La prevenzione della violenza di gene e inizia nelle famiglie, ma continua nelle aule scolastiche, e dobbiamo assicurarci che le scuole siano luoghi sicuri e inclusivi per tutti.
Anche i media giocano un ruolo cruciale da svolgere in modo responsabile. La diffusione di notizie distorte e sensazionalistiche non solo alimenta un’atmosfera morbosa, dando spazio a sciacalli e complottisti, ma può anche contribuire a perpetuare comportamenti violenti.
Chiamarsi fuori, cercare giustificazioni, difendere il patriarcato quando qualcuno ha la forza e la disperazione per chiamarlo col suo nome, trasformare le vittime in bersagli solo perché dicono qualcosa con cui magari non siamo d’accordo, non aiuta ad abbattere le barriere.
Perché da questo tipo di violenza che è solo apparentemente personale e insensata si esce soltanto sentendoci tutti coinvolti. Anche quando sarebbe facile sentirsi assolti.
Alle istituzioni politiche chiedo di mettere da parte le differenze ideologiche per affrontare unitariamente il flagello della violenza di genere. Abbiamo bisogno di leggi e programmi educativi mirati a prevenire la violenza, a proteggere le vittime e a garantire che i colpevoli siano chiamati a rispondere delle loro azioni. Le forze dell’ordine devono essere dotate delle risorse necessarie per combattere attivamente questa piaga e degli strumenti per riconoscere il pericolo. Ma in questo momento di dolore e tristezza, dobbiamo trovare la forza di reagire, di trasformare questa tragedia in una spinta per il cambiamento.
La vita di Giulia, la mia Giulia, ci è stata sottratta in modo crudele, ma la sua morte, può anzi deve essere il punto di svolta per porre fine alla terribile piaga della violenza sulle donne.
Grazie a tutti per essere qui oggi: che la memoria di Giulia ci ispiri a lavorare insieme per creare un mondo in cui nessuno debba mai temere per la propria vita.
Vi voglio leggere una poesia di Gibran che credo possa dare una reale rappresentazione di come bisognerebbe imparare a vivere.
«Il vero amore non è ne fisico ne romantico.
Il vero amore è l'accettazione di tutto ciò che è,
è stato, sarà e non sarà.
Le persone più felici non sono necessariamente coloro che hanno il meglio di tutto, ma coloro che traggono il meglio da ciò che hanno.
La vita non è una questione di come sopravvivere alla tempesta, ma di come danzare nella pioggia…»
Cara Giulia, è giunto il momento di lasciarti andare. Salutaci la mamma.
Ti penso abbracciata a lei e ho la speranza che, strette insieme, il vostro amore sia così forte da aiutare Elena, Davide e anche me non solo a sopravvivere a questa tempesta di dolore che ci ha travolto, ma anche ad imparare a danzare sotto la pioggia.
Sì, noi tre che siamo rimasti vi promettiamo che, un po’ alla volta, impareremo a muovere passi di danza sotta questa pioggia.
Cara Giulia, grazie, per questi 22 anni che abbiamo vissuto insieme e per l’immensa tenerezza che ci hai donato. Anch’io ti amo tanto e anche Elena e Davide ti adorano.
Io non so pregare, ma so sperare: ecco voglio sperare insieme a te e alla mamma, voglio sperare insieme a Elena e Davide e voglio sperare insieme a tutti voi qui presenti: voglio sperare che tutta questa pioggia di dolore fecondi il terreno delle nostre vite e voglio sperare che un giorno possa germogliare.
E voglio sperare che produca il suo frutto d’amore, di perdono e di pace.
Addio Giulia, amore mio”.
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The Snow Queen: o regresso ao lugar feliz
Regressar na idade adulta aos livros em cuja companhia fomos felizes na juventude é sempre um risco. Muitos anos e muitas leituras depois, ainda encontraremos o mesmo encanto naquelas personagens, nas suas vidas, nos seus mundos próprios? Certo: os grandes livros ficam sempre, mas os leitores, esses, vão mudando ao ritmo dos anos. Não tenho grandes dúvidas de que, se num destes dias der por mim a regressar a Os Maias, vou continuar a gostar reler Eça como gostei de o ler aos 17 (ainda que por motivos porventura distintos), mas pergunto-me se hoje encontraria tempo, fôlego e disposição para me voltar a aventurar em, por exemplo, Dostoiévski, como me aventurei há tantos anos na transição da escola secundária para a universidade. Talvez sim, talvez não; dir-me-ão que só há uma forma de descobrir. Mas com tão pouco tempo livre, tão espremido entre vários hobbies, e com tantos livros por ler, regressar àquelas leituras marcantes afigura-se quase como um desperdício. Não é, bem sei: reler um bom livro jamais será tempo deitado fora.
Com isto, note-se, não quero dizer que não releio. Longe disso, aliás: regresso amiúde a Tolkien, com The Lord of the Rings ou The Silmarillion, ou a Ursula K. Le Guin com The Left Hand of Darkness ou Earthsea (muito a propósito, conto regressar ao arquipélago de Le Guin no próximo ano, desta vez para o explorar de fio a pavio). Tolkien e Le Guin resistem ao tempo e ao espaço; dou por mim a encontrar nas suas páginas sempre alguma novidade. Mas se há regressos que continuam regulares, outros nem por isso. Há já largos anos, mais do que me lembro - pelo menos uma década - que não regressava a Joan D. Vinge, autora fundamental da minha vida enquanto leitor: afinal, foi com ela, e com o seu premiado The Snow Queen, que descobri a literatura de ficção científica, algo que me deu muitas amizades, me proporcionou óptimas experiências, e me fez - faz - gastar em livros talvez mais dinheiro do que devia.
(mas valeu - vale - a pena, ó se vale)
Isto para dizer que foi com algum receio que durante as minhas férias de Novembro fui à estante buscar o meu exemplar de The Snow Queen. Sem exagero, terei lido centenas de livros e de contos de ficção científica desde a última vez que tinha regressado àquelas páginas hoje amareladas; seria o livro ainda tão bom como as minhas memórias o lembravam? Ou encontraria nele um texto datado, muito àquem das minhas recordações e da importância enorme que teve na minha vida?
Este receio, vim a perceber por volta do segundo capítulo, revelou-se infundado.
É claro que, relendo hoje este livro de 1980, encontramos alguns elementos um pouco datados. Vinge escreve bem, com uma prosa clara e sugestiva, mas aqui e ali tende um pouco para o melodrama. Se fosse escrito hoje, talvez The Snow Queen estivesse mais próximo do território e das prateleiras do young adult, ainda que com alguns content warnings (violência sexual ligeira, violência animal bastante gráfica, ideário suicida); consigo imaginá-lo com facilidade por esse prisma. Mas o universo que Vinge constrói, no longo rescaldo da queda de um império galáctico e da consequente perda da maior parte da tecnologia avançada que o sustentava, continua a ser uma maravilha de worldbuilding. Vemos sobretudo o planeta Tiamat, claro, com uma breve passagem por Kharemough, mas intuímos o suficiente sobre os restantes mundos da Hegemonia (a organização que, em pequena escala, tenta recuperar um pouco do império galáctico) a partir das personagens que se vão cruzando com Moon, Sparks, ou Arienrhod, Jerusha ou Ghundalinu. As especificidades de Tiamat - órbita longa a originar estações longuíssimas e disparidades climatéricas tremedas - não são meramente superficiais; todos os detalhes têm impacto nas culturas humanas do planeta, nas migrações e nos ciclos de poder entre Summers e Winters, na proximidade ou na distância para com a Hegemonia e o acesso à sua tecnologia. A rede das sibilas, essa, com tudo o que lhe está subjacente, é uma invenção prodigiosa, sobretudo para o final dos anos 70. E muitos dos temas que Vinge aborda - alterações climáticas, destruição do ambiente e consequências dessa devastação, afirmação feminina em sociedades patriarcais, colonialismo e extractivismo por parte de elites corruptas - continuam tristemente actuais ao fim de quase 45 anos; um dado que reforça a minha convicção de que o esquecimento a que Vinge hoje se encontra votada (decerto também por estar impossibilitada de escrever há muitos anos) é bastante injusto. Dado o momento em que nos encontramos, aliás, praticamente todos os temas que explora no livro terão hoje uma urgência que talvez não tivessem em 1980. Nesse aspecto, The Snow Queen não envelheceu nem um pouco: continua jovem, como se consumisse a "água da vida" central à sua trama.
Sobre esta, sendo The Snow Queen uma adaptação, ainda que livre, do conto homónimo de Hans Christian Andersen, quem conhecer a história do dinamarquês decerto adivinhará algumas das reviravoltas e prever para onde se encaminham certos arcos narrativos. O que não quer dizer que não haja algumas surpresas - por exemplo, com algumas das amizades que Moon vai fazendo ao longo da sua odisseia, mas sobretudo com Arienrhod, a titular Rainha de Gelo, monarca de Inverno. Em Arienrhod encontramos uma vilã complicada, uma líder política numa sociedade aparentemente matriarcal (o que não significa isenta de preconceito, com se vê já um pouco aqui, e como se verá numa das sequelas) tolerada pelas estruturas coloniais e patriarcais pelo acesso que lhes dá a recursos naturais - no caso, a juventude eterna, ou pelo menos tão eterna quanto o Inverno de Tiamat. Sob a sua máscara fria e cruel, porém, encontramos uma líder com a experiência de décadas e décadas, com um projecto muito próprio para o seu planeta - e se é certo que nunca deixará de ser a antagonista da história, também é verdade que chegamos ao final a vê-la de forma um pouco diferente da Arienrhod que nos é apresentada logo no prólogo.
Noutras tramas paralelas à de Moon, Sparks e Arienrhod encontramos Jerusha, a competente inspectora da polícia hegemónica cujo percurso encaixaria na perfeição no actual discurso de "DEI" (Diversity, Equity, and Inclusion) para dizer algumas coisas pertinentes sobre o tema (e para reafimar que a diversidade, em si, importa), e o seu assistente, Ghundalinu, um jovem aristocrata deserdado dividido entre o seu estatuto e o seu carácter; se a sua descrição básica parece cliché, a sua evolução ao longo da história é assinalável. Outras narrativas mais pequenas, mas relevantes para os protagonistas e para dar algumas pistas sobre aquele universo, includem Fate Ravenglass, Tor (e Pollux), Miroe e Elsevier.
Já conhecia todas estas histórias e personagens, claro - li The Snow Queen pela primeira vez ainda no secundário, na edição portuguesa em dois livros de bolso da Europa-América, e depois já em Lisboa, no meu primeiro ano de universidade, quando comprei esta edição paperback com a belíssima capa de Michael Whelan; reli-a algumas vezes, até porque me acompanhou em todas as casas em que vivi em Lisboa ao longo dos últimos 20 anos (e foram bastantes), e até em algumas viagens. Mas foi com gosto que as reencontrei, e que regressei ao universo de Joan D. Vinge; e ao chegar ao último capítulo dei por mim com vontade de continuar - de enveredar pelas sequelas, World's End e The Summer Queen, e pela prequela Tangled Up in Blue, e de rever a continuação da história de Moon. É possível que algum leitor que não conheça o livro o encontre mais datado do que o encontrei, que encontre space operas mais modernas capazes de falar dos mesmos temas de forma mais subtil, mais adulta até (assim de repente, ocorre-me o excepcional The Vanished Birds, de Simon Jimenez, mas decerto haverá outros textos). Com todos os livros que li, e com todos os textos que escrevi sobre ficção científica, é bem provável que continue a ser incapaz de me distanciar deste livro que tanto me diz, e ao qual tenho associadas tantas memórias. Dito de outra forma: que continue a ver as personagens e o mundo de Joan D. Vinge como tal como vi há vinte anos. O que, parece-me, é bom sinal: não só porque me agrada preservar esse gosto, esse encantamento, nestes dias mais cinzentos, como também por ter a certeza de que posso regressar a Tiamat e a Kharemough com confiança: fui lá feliz em tempos, e continuarei a sê-lo.
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TUTTI I SOFTWARE DEL MONDO DIVENTANO DISPONIBILI
È entrato in funzione ed è disponibile a tutti il primo archivio che raccoglie e rende accessibile gratuitamente il codice sorgente di tutti i software pubblicamente disponibili al mondo.
L’iniziativa no-profit è il frutto di una collaborazione internazionale promossa da INRIA, l’istituto francese per la ricerca sull’informatica e l’automazione, in cooperazione con l’UNESCO e con l’italiana Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile ENEA che ospita il primo mirror istituzionale europeo di Software Heritage. L’obiettivo di questa biblioteca digitale è di conservare un patrimonio espressione dell’ingegno, dell’intelligenza e della cultura del mondo moderno, per renderlo accessibile e condivisibile a chiunque e per permettere lo scambio di pratiche e di soluzioni che risolvono problemi matematici e riproducono modelli di sistemi complessi che alimentano il procedere della scienza e della tecnologia. Si può, per esempio, accedere al codice che guidò il computer di bordo di Apollo11 che 50 anni fa portò l’uomo sulla luna o TAUmus, uno dei primi software al mondo per la computer music, realizzato negli anni Settanta dai ricercatori del Centro Nazionale Universitario di Calcolo Elettronico di Pisa.
Il Centro ENEA di Bologna ospita una replica dell’intero archivio che conta oggi oltre 17 miliardi di programmi sorgente. Questa miniera di codici e algoritmi darà la possibilità di studiarli e analizzarli, sviluppando metodi per ricavarne informazioni e nuova conoscenza. L’iniziativa si inserisce nel contesto che vede l’arrivo al Tecnopolo Bolognese del Centro Dati Meteo Europeo e di Leonardo, supercomputer tra i primi cinque al mondo.
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Fonte: ENEA; foto di Markus Spiske
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