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Truffe agli anziani: i consigli dei Carabinieri per prevenirle e difendersi. Incontro informativo nella chiesa parrocchiale di Gremiasco con il Maggiore Bellotti e il Maresciallo La Manna
Truffe agli anziani: un fenomeno da contrastare
Truffe agli anziani: un fenomeno da contrastare Il piccolo borgo di Gremiasco, nella valle Curone, è stato protagonista di un importante incontro informativo organizzato dai Carabinieri della Compagnia di Tortona nell’ambito della campagna contro le truffe agli anziani. L’evento si è svolto presso la chiesa parrocchiale di Santa Maria Nascente e ha visto la partecipazione di numerosi cittadini,…
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Il piccolo Tommy
Il 2 marzo 2006 due banditi incappucciati fecero irruzione in casa Onofri, a Parma, e rapirono il piccolo Tommy, 17 mesi. Il sequestro terrà tutta Italia con il fiato sospeso per circa 30 giorni. e i sospetti cadranno anche sulla famiglia. Il 2 aprile l’edizione straordinaria del Tg darà la notizia del ritrovamento del corpo del piccolo.
A Casalbaroncolo, dieci minuti da Parma, nella nebbia di una gelida sera di marzo del 2006, la famiglia Onofri è seduta a tavola per cena. Paolo, sua moglie Paola, Sebastiano, 7 anni e il piccolo Tommaso, 17 mesi, sono riuniti nel tinello del casolare. Mentre mamma Paola dà da mangiare a Sebastiano e il piccolo Tommy scalcia nel seggiolone perché non vuole più la pappa, improvvisamente va via la luce. Paolo si alza meccanicamente, abituato a riattivare l'elettricità ogni volta che si verifica il guasto. Dopo aver acceso le candele sul tavolo, esce dalla stanza diretto verso l'interruttore, ma torna indietro con un balzo, respinto da qualcuno. Due uomini con il volto coperto fanno irruzione nel tinello. Uno dei due punta una pistola sulla nuca di Tommy, che scoppia in lacrime, mentre l'altro intima agli Onofri di dargli dei soldi. I coniugi mettono insieme 150 euro che consegnano ai due malviventi, poi vengono fatti sdraiare sul pavimento e legati con il nastro adesivo. Sentono i ladri fuggire, l'incubo è finito. Il pianto di Tommy però non si sente più: distesa a terra Paola intravede i piccoli piedini che si allontanano. La rapina era un bluff: quello è un rapimento.
Nel giro di qualche ora i carabinieri stanno pattugliando la zona e l'indomani, tutta Casalbarolo, tutta Parma, tutta l'Italia, parlano del rapimento del piccolo. I genitori rivolgono diversi appelli pubblici dando a chiunque tenesse Tommy in ostaggio precise indicazioni su come debba essere accudito. È epilettico e assume quotidianamente un farmaco con una siringa senza ago. Il piccolo chiama l'iniezione ‘il mommo', ed è importante, si raccomandano – rivolgersi a lui con quel linguaggio, per non spaventarlo. Eppure mentre si rivolgono ai sequestratori del figlio, Paolo e Paola Onofri hanno negli occhi la terribile consapevolezza che quel bimbo cagionevole nelle mani di estranei non sopravviverà.
Gli inquirenti intanto cominciano a farsi alcune domande. Se quello è un rapimento a scopo di estorsione, lasciando da parte l'anomalia della mancanza di qualsiasi trattativa per la liberazione del bimbo, a quali soldi mirano i sequestratori? Gli Onofri non sono una famiglia ricca, posseggono solo il casale in cui vivono e che hanno acquistato con i soldi di un'eredità e in parte con il mutuo. Paolo dirige un ufficio delle Poste Italiane e anche Paola lavora alle Poste. Una delle prime piste investigative seguite, a quel punto, è quella della ritorsione. Gli inquirenti vagliano la posizione del secondo marito di Francesca Traina, la prima moglie di Paolo Onofri. Una strada che però non porta a niente, mentre altri aspetti del privato degli Onofri verranno presto approfonditi. Esiste un immobile che Paolo usa come pied-à-terre a solo un chilometro da dove lavora, in Via Jacchia, quartiere Montanara.
Lo aveva acquistato nel 2002, senza dirlo a nessuno, neanche alla moglie Paola. Dentro i carabinieri ci trovarono poltrone, una lampada, un diploma e un personal computer con 391 fotografie, 92 file e decine di filmati. Si tratta di materiale pedopornografico. Paolo Onofri si difende dicendo che stava raccogliendo del materiale per una denuncia. Gli inquirenti gli offrono di accettare una reprimenda in cambio della piena collaborazione sul caso del rapimento di Tommy. Rifiuta e parte l'indagine che si concluderà con un patteggiamento. Da quel punto in poi la figura di Paolo Onofri diventa oscura, ambigua, anche a causa di una telefonata scambiata con il capocantiere che aveva eseguito i lavori di ristrutturazione del casolare di famiglia. Dopo il sequestro Pasquale Barbera chiede a Onofri: "Hai fatto i nomi?". "Sì, ho fatto i nomi, ma non quei nomi" risponde Paolo. "Hai fatto bene se no mi avresti creato problemi".
L'attenzione allora si sposta sugli operai che hanno eseguito i lavori in casa Onofri. Fondamentale si rivela il ritrovamento di un'impronta su un frammento di nastro adesivo lasciato la sera del rapimento di Tommaso. Mario Alessi, manovale, viene indagato per falsa testimonianza e concorso in sequestro. Quell'uomo dal sorriso cinico ha un passato che fa venire i brividi: è stato condannato agli arresti domiciliari per aver violentato una ragazza davanti al fidanzato carabiniere, che aveva costretto ad assistere. Alessi confessa di aver rapito Tommy, ma non vuole dire dov'è e tira in ballo un complice, Salvatore Raimondi, pregiudicato. Sono sue le impronte sullo scotch. Dopo aver negato di aver toccato quel bambino, infine, Alessi ammette: "Non cercatelo più, è morto. È stato ucciso un’ora dopo essere uscito di casa".
La verità si abbatte come una cascata ghiacciata sulle spalle di chi per quasi 30 giorni aveva cercato ovunque quel bambino. La notizia viene data dal telegiornale in un'edizione straordinaria, prima che la famiglia sia stata avvertita. Paola lo scopre così, anche se in cuor suo, sapeva, da quando lo aveva visto portare via dal casolare, che non lo avrebbe più rivisto. Il piano messo a punto da Alessi con la complicità della compagna Antonella Conserva e di Raimondi, era quello di rapire il bimbo e chiedere ai familiari un riscatto di 5 milioni di lire. Dopo aver preso Tommy, però, qualcosa è andato storto e Alessi, rimasto solo col piccolo, lo ha ucciso. Tommy è stato strangolato fino a fratturargli la mandibola, peso a calci e a pugni, ha sofferto tantissimo. Impossibile stabilire il movente. Tutti e tre gli artefici del piano vengono condannati dal tribunale di Bologna. Ergastolo per gli esecutori materiali, 24 anni per la Conserva. La storia finisce lì, in quella discarica di materiali edili che è la tomba di Tommy a Sant’Ilario D'Enza, dove i suoi assassini lo hanno scaricato. Le indicazioni di Alessi hanno portato sul posto sono medici, poliziotti, magistrati. Per cercare il corpicino sotto rovi e sterpaglie gli agenti usano un forcone. Lo conficcano nel terreno piano piano, con prudenza, con delicatezza, quasi nel timore di fare male al piccolo. Ogni movimento è carico di dolore, di emozione, di tenerezza. Alla fine, sotto 30 centimetri di terra spunta il pigiamino di Tommy. È intatto, la terra lo ha protetto dalle intemperie, gli animali selvatici non lo hanno sfiorato. Dilaniata resta solo la famiglia di Tommy, le loro vite sventrate dalle indagini, i segreti scoperchiati, la fiducia reciproca spezzata. Paolo Onofri morirà di infarto qualche anno dopo.
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Operazione Antiterrorismo in Italia: Smantellata cellula Jihadista "Da’wa Italia". La Procura della Repubblica di Bologna – Dipartimento Antiterrorismo, in collaborazione con il Raggruppamento Operativo Speciale (ROS) dei Carabinieri, ha portato a termine un'importante operazione antiterrorismo. L’indagine, culminata nell’esecuzione di una misura cautelare personale a carico di cinque giovani di origine straniera, ha interessato le province di Bologna, Milano, Perugia ed Udine.... 🔴 Leggi articolo completo su La Milano ➡️ Read the full article
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Operazione antimafia ad Agrigento: armi da guerra e somme ingiustificate sequestrate
Operazione antimafia ad Agrigento: armi da guerra e somme ingiustificate sequestrate
Questa mattina, i Carabinieri del Comando Provinciale di Agrigento, in collaborazione con lo Squadrone Eliportato Cacciatori di Sicilia e i Nuclei Cinofili di Palermo – Villagrazia e Nicolosi, hanno effettuato una serie di perquisizioni mirate. L’operazione, parte di un’indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, segue un intervento dello scorso martedì che ha portato…
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Il legame diretto tra gli ‘spioni’ finiti sotto inchiesta e Sigfrido Ranucci squassa un vaso di Pandora. Non abbiamo mai dato notizie agli spioni, dice Sigfrido Ranucci. È una reazione aspra, quella del direttore di Report alla pubblicazione di quanto riferito ai pm dall'hacker Nunzio Calamucci, arrestato il 28 ottobre per l'inchiesta su Equalize, la «fabbrica dei dossier» milanese. Calamucci, che ha scelto di collaborare con gli inquirenti, ha raccontato di essersi scambiato informazioni con l'inviato di punta del programma Rai, Giorgio Mottola. Ovviamente scoppia il finimondo. La replica di Ranucci va letta con attenzione, perché in realtà smentisce solo una piccola parte di quanto raccontato dall'hacker ai pm Francesco De Tommasi e Antonello Ardituro. Io passavo notizie a Mottola, ha detto Calamucci, e lui ne passava a me: descrivendo una sorta di collaborazione tra l'associazione a delinquere installata sotto il Duomo di Milano e i giornalisti d'inchiesta di Report. Ranucci ribatte: non abbiamo mai dato notizie a Equalize. Ma non nega che Mottola abbia avuto rapporti con gli «spioni». E nemmeno nega che abbia ricevuto da loro materiale utilizzato poi per i servizi tv. Materiale di provenienza quantomeno dubbia, visti i sistemi illegali utilizzati - per loro stessa ammissione - da Calamucci e dal suo capo Carmine Gallo, per decenni tra i migliori poliziotti d'Italia, passato poi a lavorare ad Equalize, l'azienda di Enrico Pazzali, presidente della Fiera di Milano. Ranucci si arrabbia per la fuga di notizie sull'interrogatorio di Gallo ma non nega i rapporti con Equalize per il semplice motivo che non può farlo. Quando, l'11 dicembre, Calamucci ha raccontato ai pm dei suoi contatti con Report, i magistrati non sono caduti dalle nuvole, perché sapevano già dei contatti tra la «fabbrica dei dossier» e i segugi di Rai3. A aprire la finestra era stata una intercettazione ambientale in cui è lo stesso Calamucci, parlando con l'informatico Giulio Cornelli, a raccontare di avere passato notizie a Ranucci. Sintetizzano i carabinieri del Ros: «Calamucci racconta, senza rivelare il soggetto oggetto di segnalazione, come abbiano passato dei dati al giornalista Ranucci quando hanno riscontrato una situazione insanabile nei loro rapporti con la politica: Obbiettivo raggiunto eh! Noi questo volevamo inculare... aspetta.. lui mi ha detto procedi, è insalvabile.. Sigfrido... hai capito com'è l'etica di Enrico?. Cornelli conferma: Si». Sull'identità del «Sigfrido» di cui parla Calamucci, i carabinieri non hanno molti dubbi, visto che in una nota a piè di pagina lo indicano in «Ranucci Sigfrido, nato a Roma il 24 agosto 1961, giornalista Rai». «Cornelli - scrivono ancora i carabinieri - risulta collaborare attivamente con Diella Marco, socio di Vincenzo De Marzio (ex dei servizi segreti, al soldo di Equalize, ndr) il quale fornirebbe dati investigativi anche alla trasmissione di Rai3 Report, così come asserito dallo stesso in alcune conversazioni captate». Anche l'«Enrico» di cui parla l'hacker ha un nome preciso, ed è Pazzali, il proprietario di Equalize, che - come ha spiegato Gallo - utilizza i dossier illegali per affossare gli avversari e aiutare gli amici. Stando al rapporto del Ros, Pazzali per risolvere una situazione politica «insanabile» utilizza Report. Ci sarebbe l'imbarazzo della scelta nel trovare quali vittime dei dossier di Pazzali siano finiti nel mirino anche della trasmissione tv (un nome tra tutti, quello del presidente del Senato Ignazio La Russa). Di certo Pazzali e Ranucci si conoscono direttamente: «Oggi vedo Ranucci», dice Pazzali a Gallo in una intercettazione. Interrogato la settimana scorsa, Calamucci conferma e probabilmente spiega l'episodio cui fa cenno nelle intercettazione, e descrive un sistema consueto di passaggio di notizie a Mottola: aggiungendo il dettaglio sullo scambio di favori, cioè sul flusso di documenti anche da Report a Equalize, che ieri Ranucci smentisce con energia. Read the full article
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Proseguono senza sosta le ricerche di Agostino Fanara, pensionato 73enne di Favara, scomparso nel pomeriggio di lunedì 9 dicembre. L'uomo, ex autista del tribunale di Agrigento, era uscito di casa intorno alle 17:30 per recarsi dal medico, ma da quel momento si sono perse le sue tracce. Preoccupati per il mancato rientro a casa per cena, i familiari hanno immediatamente denunciato la scomparsa ai carabinieri. Le forze dell'ordine di Favara hanno avviato subito le operazioni di ricerca, estendendole anche al di fuori del territorio comunale. L'appello è stato diffuso attraverso i media locali e social, con la pubblicazione della fotografia del pensionato e delle informazioni sul suo veicolo: una jeep Suzuki SJ 500X di colore panna con cappotta nera, targata GE A91135. Al momento della scomparsa, Fanara indossava un pantalone marrone, scarpe dello stesso colore e un giubbotto rosso smanicato. La famiglia di Agostino Fanara, visibilmente preoccupata, ha riferito che l’uomo non soffre di perdita di memoria, ma è uscito senza portare con sé il cellulare, rendendo più difficili le comunicazioni. Le verifiche sono in corso anche attraverso le banche dati per localizzare l’auto, ma al momento non ci sono sviluppi significativi. Il sindaco di Favara, Antonio Palumbo, ha lanciato un appello alla comunità per intensificare la collaborazione con le autorità: “Sono già 24 ore che la famiglia del nostro concittadino non ha più sue notizie. Invito chiunque abbia informazioni utili a contattare immediatamente il 112. Speriamo che Agostino Fanara possa tornare presto a casa sano e salvo". Le ricerche continuano, ma al momento non ci sono novità rilevanti sulla vicenda. https://siciliatv.org/2024/12/10/favara-uomo-scomparso-ricerche-in-corso-per-agostino-fanara-73-anni/ Read the full article
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Rubate 695 opere d'arte da un falegname: ritrovate dai Carabinieri in collaborazione con l'Fbi
I Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale hanno recuperato 659 opere rubate tra dipinti, libri rari e ceramiche preziose per un valore complessivo di oltre 3milioni di euro. E’ stato un falegname a sottrarre in abitazioni private di pregio questa incredibile refurtiva e per risalire al colpevole ha collaborato anche l’FBI. La preziosa refurtiva Sembra un copione scritto da un bravo…
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"Morti bianche" in agricoltura. Una sfida da vincere, anche attraverso l'informazione. Ne abbiamo discusso questa mattina, a Napoli, nell'ambito del corso di formazione dal titolo "Tutela dei diritti del lavoro in agricoltura", promosso dall'Ordine dei Giornalisti della Campania, presieduto da Ottavio Lucarelli, in collaborazione con la Fondazione Enpaia e con la partecipazione, tra gli altri, del giornalista Michele Bungaro, coordinatore del corso, del colonnello Milko Verticchio, comandante del Gruppo Carabinieri per la Tutela del lavoro di Napoli, di Massimo Gargano del cda della Fondazione Enpaia, di Alfonso Pirozzi, redattore dell'Ansa, di Massimo Fiorio, del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, di Francesco Gagliardi, direttore responsabile del magazine Previdenza Agricola e di Giuseppe Peleggi, dell'Ufficio Studi, Ricerche e Rilevazioni Statistiche Enpaia. Con la redazione de Il Mondo del Lavoro, siamo impegnati, fin dalla nascita del giornale, a riservare ampio spazio al fenomeno degli infortuni e dei decessi sui luoghi di lavoro che, purtroppo, si verificano con una frequenza impressionante nel nostro Paese. Eppure, nel clamore dei decessi sul lavoro, quelli in agricoltura non sono quasi mai citati, spesso derubricati a disgrazie, piuttosto che tragedie. Vittime due volte, di una tetra classifica. Affrontare le storie dei protagonisti di questi drammi, approfondire scenari, raccogliere interviste di esperti, potrebbe sicuramente aiutare a sensibilizzare l’opinione pubblica. E’ nostro dovere, è nostro compito, è nostra responsabilità
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Operazione interforze. Tratto in arresto un narcotrafficante di origine colombiana, resosi irreperibile dal 1992
Operazione interforze. Tratto in arresto un narcotrafficante di origine colombiana, resosi irreperibile dal 1992
Per delega del Procuratore della Repubblica di Napoli, si comunica che il 24.09.2024, nell’ambito dell’attività investigativa svolta dalla Squadra Mobile di Napoli, dal G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli e dal Reparto Operativo – Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Napoli, in stretta collaborazione con più gli Uffici della CGPJ della…
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Cantieri e aziende irregolari. I carabinieri denunciano due persone
FERMANO Due denunce e 50mila euro di sanzioni sono il risultato delle attività di controllo dei Carabinieri del comando provinciale di Fermo in collaborazione con i colleghi del Nucleo Ispettorato del Lavori di Ascoli. Le verifiche sono state compiute in aziende del settore edile, agricolo e calzaturiere per prevenire e reprimere il fenomeno dello sfruttamento sul lavoro e verificare il rispetto…
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Natale Sicuro: Alessandria intensifica i controlli per le festività natalizie. Prefettura e Forze dell’Ordine collaborano per garantire sicurezza e tranquillità durante le celebrazioni natalizie.
Una strategia congiunta per la sicurezza di Alessandria
Una strategia congiunta per la sicurezza di Alessandria Il Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica si è riunito questa mattina, 11 dicembre 2024, presso Palazzo Ghillini per delineare il piano operativo di “Natale Sicuro”, volto a garantire la sicurezza dei cittadini durante le prossime festività natalizie. Alla riunione, presieduta dal Prefetto di Alessandria, dottoressa…
#Alessandria centro storico#Alessandria comunità sicura#Alessandria dicembre 2024#Alessandria today#Carabinieri Alessandria#cittadini e sicurezza#città sicura#collaborazione istituzionale#collaborazioni locali#Controllo del territorio#controllo zone pedonali#dottoressa Alessandra Vinciguerra#eventi natalizi#festività Alessandria#Forze dell’ordine#gestione traffico#Google News#Guardia di Finanza#italianewsmedia.com#Mercatini di Natale#monitoraggio eventi#Natale Sicuro#ordine pubblico#Palazzo Ghillini#pattugliamenti#piano operativo Natale#Pier Carlo Lava#Polizia Alessandria#Polizia Locale#Prefettura Alessandria
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Sharon Verzeni, le telecamere hanno ripreso il killer dell'estetista. L'ultima (disperata) telefonata, si cerca l'arma del delitto Il giallo della morte di Sharon Verzeni. È stata lei stessa, colpita da alcune coltellate in mezzo alla strada, mentre camminava da sola in tarda serata in via Castegnate a Terno d'Isola, a chiedere aiuto al 112 e a riferire «Aiuto, sono stata accoltellata». Nonostante i soccorsi tempestivi, la donna, Sharon Verzeni, estetista di 33 anni è morta questa mattina per le ferite profonde al pronto soccorso dell'ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, dov'era stata trasferita in condizioni disperate con l'ambulanza del 118. Chi l'abbia ammazzata e soprattutto perché è un giallo La donna è stata aggredita ieri, poco dopo mezzanotte. Da capire se si sia trattato di un agguato, se l'autore è qualcuno che conosceva o piuttosto qualcuno che ha incontrato per strada per caso. Sharon era solita camminare la sera, approfittando delle temperature più basse di questa calda estate. Viveva con il compagno, che era a casa. Terno è un Comune di circa ottomila abitanti dell'Isola bergamasca, zona cosi chiamata perché compresa tra due fiumi, l'Adda e il Brembo. Le grida d'aiuto della Verzeni sono state sentite da alcuni passanti, che hanno prestato i primi soccorsi e chiamato a loro volta il 118. Sul posto sono state inviate una automedica e una ambulanza. La donna, che lavorava come estetista a Bottanuco - il suo paese d'origine dove abitava fino a tre anni fa, a dieci minuti di distanza da Terno - non avrebbe però dato indicazioni ai soccorritori su quanto successo, visto che il suo quadro clinico si è rapidamente aggravato. Le indagini della procura Le indagini sono coordinate dalla Procura di Bergamo e condotte dai carabinieri del nucleo operativo di Bergamo e della compagnia di Zogno. Gli inquirenti hanno fatto sapere che non ci sono, al momento, indagati, lanciando anche un appello a chiunque avesse informazioni utili alle indagini, con l'invito a rivolgersi al comando provinciale di Bergamo. Sarà l'autopsia, cui la vittima verrà sottoposta nei prossimi giorni, a chiarire il numero esatto e la profondità dei fendenti con cui è stata ferita, oltre a definire quali e quanti ne abbiano causato la morte. Gli inquirenti parlano di «fase delicata delle indagini», senza fornire dettagli proprio per tutelare l'inchiesta. Oggi i carabinieri hanno anche cercato a lungo l'arma del delitto, che si presume possa essere stata buttata in zona dall'assassino. Ma in quella telefonata, che i carabinieri fanno fatica a confermare, potrebbe esserci qualche elemento utile alle indagini, e ancor più nelle telecamere presenti in zona, lungo via Castegnate che potrebbe aver quasi sicuramente ripreso il killer. L'appello del sindaco A tal proposito, il sindaco Gianluca Sala, ha diramato sui social del Comune un invito a non gettare la spazzatura, spiegando che anche la piazzola ecologica resterà chiusa. «Si prega l'intera cittadinanza di rispettare la privacy dei suoi cari in questo momento di sofferenza. Il nostro Comune ribadisce la massima collaborazione alle indagini delle Forze dell'Ordine. L'Amministrazione ha già messo a disposizione degli inquirenti i filmati delle telecamere di videosorveglianza comunale, che ci auguriamo possano contribuire concretamente a ricostruire la verità dietro a questa tragedia. La magistratura raccomanda a tutti i cittadini di astenersi dal conferimento dei rifiuti a partire da oggi, martedì 30 luglio, fino a sabato 3 agosto, per favorire il corretto svolgimento delle indagini». Cancellati per una settimana gli eventi nella cittadina.
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24 lug 2024 10:24
È DOVUTO SCAPPARCI IL MORTO PER CONTRASTARE IL CAPORALATO IN ITALIA - DOPO LA MORTE DI SATNAM SINGH, IL 31ENNE BRACCIANTE LASCIATO MORIRE PER STRADA CON UN BRACCIO TRANCIATO, C'È STATO UN BOOM DI ASSUNZIONI REGOLARI NELLE AZIENDE AGRICOLE DELL'AGRO PONTINO (+53,8% RISPETTO AL PERIODO ANTECEDENTE ALLA TRAGEDIA) - UNA PRESA DI COSCIENZA DEI DATORI DI LAVORO CHE SFRUTTANO I LAVORATORI IRREGOLARI, CON PAGHE DA MISERIA? MACCHÉ, TEMEVANO I CONTROLLI DELL'INPS E DEI CARABINIERI… -
Estratto dell'articolo di Lorena Loiacono per www.leggo.it
La morte di Satnam Singh non è stata vana […] Dopo la sua morte la Direzione regionale Lazio dell'Inps e il Comando provinciale dei carabinieri di Latina hanno avviato una vasta operazione di controlli contro il lavoro nero, provocando così una lunga serie, mai vista prima, di contratti di lavoro regolari.
Era il 18 giugno quando Satnam Singh, un bracciante indiano che lavorava in un'azienda agricola di borgo Santa Maria, è rimasto mutilato per un grave incidente sul lavoro ed è stato poi abbandonato senza ricevere alcun soccorso. […] Da lì qualcosa è cambiato, sono state avviate ispezioni a tappeto da parte dei carabinieri nelle aziende agricole di Latina, Terracina, Sperlonga e Fondi grazie alla collaborazione sperimentale tra Inps e Agea, l'Agenzia per le erogazioni in agricoltura. Le aziende "a rischio" sono state individuate con un attento lavoro di incrocio delle reciproche banche dati.
E così il lavoro sommerso, all'improvviso, è stato finalmente costretto ad emergere.
I numeri forniti da Inps e carabinieri, parlano chiaro: nel territorio pontino dal 1 giugno al 15 luglio, si sono registrate 7.368 assunzioni a tempo determinato rispetto alle 4.790 avvenute lo scorso anno nello stesso periodo. Con un aumento del 53,8%.
È ancora più evidente la sproporzione tra 1742 contratti stilati dal 1 al 18 giugno, giorno della tragica morte di Singh, e i 3287 fatti tra il 19 e il 30 giugno. Per poi andare avanti così con altre 2339 assunzioni dal 1 al 15 luglio. Non è un caso, probabilmente, che i picchi giornalieri di assunzioni si siano verificati sempre il giorno dopo i controlli sul territorio. […]
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Legnago: 6 persone arrestate per un furto in una gioielleria del veronese. I Carabinieri del Comando Provinciale di Udine, in collaborazione con i colleghi della Compagnia Carabinieri di Legnago (VR) e del Commissariato di P.S.... 🔴 Leggi articolo completo su La Milano ➡️ Read the full article
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Panettoni scaduti sequestrati in provincia di Agrigento: scoperta frode alimentare
Panettoni scaduti sequestrati in provincia di Agrigento: scoperta frode alimentare
I Carabinieri del Nucleo Antisofisticazioni e Sanità di Palermo hanno effettuato un ingente sequestro di panettoni scaduti, commercializzati fraudolentemente da un’azienda della provincia di Agrigento. I militari del N.A.S., in collaborazione con i Carabinieri dell’Arma territoriale, hanno ispezionato la sede di un istituto di formazione professionale nella cittadina agrigentina, dove, in alcune…
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