#città rurale
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darktimemachinechaos · 2 months ago
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In una città rurale finlandese, un ragazzo porta a casa di nascosto una ragazza alla vigilia del suo sedicesimo compleanno; dopo essere stati interrotti dal padre di lui, con orrore i ragazzi si rendono conto che il profilattico si è sfilato e che la farmacia più vicina sta per chiudere.
Kukista ja mehiläisistä (2016), dir. J.J. Vanhanen
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k3rn3lpan1c · 1 year ago
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Non dico che non mi manchi la città, perché mi manca. Perdermi tra le vie di complessi abitativi, con edifici storici e mostri architettonici moderni e squadrati. Vedere persone che non conosco fare cose che non so.
Però alla fine vivere alle pendici della rupe è caratteristico, è tutto differente. Ho passato inverni con la neve nei prati e nei boschi, vedo dalla finestra le montagne e ho quasi dimenticato che voglia dire essere bloccati nel traffico. La vita scorre lenta e si ha a che fare con così poche persone che diventa quasi un piacere incontrarle. Ci vuole un poco a entrare nelo spirito, ma dopo i concerti e le serate in giro non sono più così fondamentali.
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pier-carlo-universe · 28 days ago
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I 5 viaggi più belli dell’Immacolata: le proposte imperdibili di Vamonos-Vacanze.it. Arte, benessere e avventura: le mete perfette per il Ponte dell’8 dicembre
Il Ponte dell’Immacolata si conferma uno dei momenti preferiti dagli italiani per viaggiare, e i dati del settore turistico sono chiari
Il Ponte dell’Immacolata si conferma uno dei momenti preferiti dagli italiani per viaggiare, e i dati del settore turistico sono chiari: nonostante l’inflazione e le preoccupazioni economiche, la domanda per soggiorni brevi rimane stabile, con una saturazione media delle strutture ricettive pari all’82%. Tra le mete più ambite spiccano le città d’arte, i borghi rurali, le località termali e le…
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angelap3 · 4 months ago
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La storia della Musica!!!!
Tre giorni di pace e musica. Tre giorni che hanno fatto la storia. Si celebra oggi il 51esimo anniversario del più grande evento di libertà, umanità e lotta pacifica: il Festival di Woodstock. Più che un concerto un pellegrinaggio, una fiera di arte e musica, una comunità, un modo di vivere che ha cambiato per sempre il concetto di libertà. Sul palco, a Bethel (una piccola città rurale nello stato di New York) si sono alternati per tre giornate alcuni tra i più grandi musicisti della storia. Musicisti che provenivano da influenze, scuole musicali e storie differenti ma che avevano in comune ciò che più contava in quei favolosi anni ’60: la controcultura.
Si passava dal rock psichedelico di Jimi Hendrix (che, pur di essere l’ultimo a esibirsi, salì sul palco alle 9 di lunedì mattina per un concerto di due ore, culminato nella provocatoria versione distorta dell’inno nazionale statunitense) e dei Grateful Dead ai suoni latini dei Santana (che regalarono un memorabile set, impreziosito dallo storico assolo di batteria del più giovane musicista in scena: Michael Shrieve) passando per il rock britannico di Joe Cocker (che regalò in scaletta le splendide cover di Just Like a Woman di Dylan e With a Little Help from my Friends dei Beatles) e degli Who all’apice della loro carriera (celebre l’invasione di palco dell’attivista Habbie Hoffman, durante il loro concerto, quasi quanto il lungo assolo di Pete Townshend durante My Generation, con lancio di chitarra finale).
C’era poi il folk, con una splendida Joan Baez su tutti, che suonò nonostante fosse al sesto mese di gravidanza, genere tipicamente statunitense che si alternava a suoni più esotici e orientali, come il sitar di Ravi Shankar. Impossibile dimenticare infine l’intensa performance della regina del soul Janis Joplin, la doppia esibizione (acustica ed elettrica) di Crosby, Stills, Nash e del “fantasma” di Neil Young, che rifiutò di farsi riprendere dalle telecamere e il divertente show dei Creedence Clearwater Revival.
1969, il ‘Moon day’ in musica..
Concerti che rimarranno nella memoria di chiunque ami la musica come simbolo di cambiamento, pace e libertà. D’impatto i presenti come pesanti furono le assenze di John Lennon, che si rifiutò di esibirsi per il mancato invito di Yoko Ono, Bob Dylan, padrone di casa (lui che all’epoca viveva proprio a Woodstock) assente per la malattia del figlio, i Rolling Stones, ancora scossi per la morte di Brian Jones e i Doors, alle prese con una serie infinita di problemi legali.
Il vero protagonista dell’evento fu però il pubblico, la “vera star” secondo l’organizzatore Michael Lang, eterogeneo quasi quanto i generi musicali. Da tutta America arrivarono studenti liceali e universitari, hippie, veterani del Vietnam, filosofi, operai e impiegati. Nessuna differenziazione di razza, etnia o colore della pelle: tutti uniti dalla voglia di stare insieme in libertà con il fango a livellare ogni diversità e i capelli lunghi come simbolo di ribellione. Un sogno che oggi sembra lontano anni luce, nelle ideologie come nell'organizzazione.
Da quel 1969 si è provato a più riprese a riproporre Woodstock, con scarsi risultati culminati nell'annullamento del concerto in programma per questo cinquantesimo anniversario, organizzato proprio da Lang e non andato in porto tra una defezione e l’altra, forse perché indigesto ai grandi organizzatori di eventi musicali mondiali. Forse, a conti fatti, meglio così: quell'atmosfera irripetibile era frutto di una spontaneità organizzativa di altri tempi, una magia fuori da ogni schema il cui risultato sensazionale, iconico e significativo fu chiaro solo anni dopo anche agli stessi partecipanti.
Vanni Paleari
PhWoodstock, 1969
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thegianpieromennitipolis · 5 months ago
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SENSI DELL'ARTE - di Gianpiero Menniti
L'ILLUSIONE DELL'ONFALO
Lo stile è davvero uno dei segni tangibili dell'arte, di ogni espressione, sia essa un testo pittorico o plastico, un'architettura oppure un'opera di scrittura.
In un luogo, qualcosa accade.
Si staglia, s'imprime nello sguardo e suscita un irrefrenabile moto d'animo.
È il primo passo.
Prima lentamente e poi con impeto, i luoghi si moltiplicano: non per mera imitazione ma per slancio creativo.
Così, quando nel 1874, a Parigi, nello studio del fotografo Nadar sul Boulevard des Capucines si tenne la prima mostra "Impressionista", il fuoco di quello stile già diffondeva i suoi lapilli nell'emisfero sud del globo, in Australia, a Melbourne.
Lì si formò la scuola detta di "Heidelberg" - dal nome di una località a est, nella periferia rurale della città - e sempre a Melbourne si tenne, nel 1889, la prima mostra passata alla storia con questo titolo: "9 by 5 Impression Exhibition".
Tra i 183 dipinti, almeno 40 erano di Arthur Streeton, non meno di 46 di Charles Conder, assieme ai contributi minori di Frederick McCubbin e Charles Douglas Richardson.
Ma la parte più cospicua spettò, con 63 opere, a Tom Roberts (1856 - 1931) artista di origine britannica.
E britannica sembra essere l'influenza "impressionista" - Turner, Whistler - che colse la vena figurativa di quella che venne annoverata come la prima scuola artistica veracemente australiana.
Ma il ceppo originario s'era già formato nella seconda metà degli anni '80, il "Box Hill artists' camp", con il gruppo di artisti "en plein air" che in seguito costituirono l'ossatura della "Heidelberg School".
Certamente, Roberts fu il più intenso nel lasciarsi cogliere dallo slancio di misurarsi con la cattura dell'istante nella naturalezza del primo impatto.
E se è vero che le sue tele echeggiano Whistler pur concedendosi inizialmente all'impronta vaga di Constable, le stesse mostrano un notevole coraggio nell'esplorare i fondamenti della visione sensibile, della costruzione im-mediata dell'immagine pittorica.
Così, le tracce irrequiete dell'arte migrarono lasciando l'Europa, annebbiata dalla "Belle Époque", nella tragica illusione di essere l'omphalòs (ὀμφαλός), l'ombelico del mondo.
- "Going home", 1889, National Gallery of Australia; "Treno serale per Hawthorn", 1889, Art Gallery of New South Wales; "Andante", 1889, Art Gallery of South Australia.
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diceriadelluntore · 10 months ago
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Concentrazioni Urbane
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Questo simpatico fiorellino è, penso, non nuovo ad ognuno di noi: è l'infiorescenza del trifoglio bianco, una pianta della famiglia delle Fabacee. È probabilmente tra le specie più comuni non solo da noi, ma in tutto il mondo, poichè è tra le preferite per i pascoli da foraggio. Per questo motivo si è diffusa in tutti e cinque i continenti.
Tra le sue particolarità, la foglia trilobata, che nei paesi anglofoni si chiama shamrock, ed è molto amata dalle api (tra le specie botaniche principali dei nostri mieli millefiori europei).
Questo fiorellino campeggia sulla homepage della GLUE, il Global Urban Evolution Project, una organizzazione internazionale di scienziati che studia come gli ambienti urbani possono modificare le evoluzioni di alcune specie di piante, quali fattori le guidano e se esistono degli ambienti simili sebbene geograficamente molto distanti tra loro che possono spingere a queste evoluzioni. Il trifoglio per le sue caratteristiche di diffusione è il candidato perfetto ad un esperimento comparativo, organizzato da questo consorzio. Infatti cresce ormai anche in tutti gli ambienti urbani prossimi a quelli rurali dove è impiegato come foraggio.
Si sa che il trifoglio produce acido cianidrico (sostanza mortale per un uomo in pochi minuti in certe quantità) sia in difesa contro la predazione sia nei periodi di siccità. Sfruttando il lavoro di scienziati e di volontari (sul sito è spiegato come) sono stati raccolti campioni provenienti da 160 città, con risultati straordinari.
I trifogli negli ambienti urbani producono meno acido cianidrico rispetto a quelli degli ambienti rurali, rispettando la logica che essendoci in città molti meno erbivori è più conveniente per la pianta sfruttare meno energie nella sua produzione. Ma la cosa sorprendente è un'altra: la quantità di acido cianidrico prodotto dalle piante in città distantissime geograficamente, da Tokyo a Londra, dalle città americane a quelle cilene, è che, tra loro, la quantità di acido cianidrico prodotto è molto più simile di quanto non lo sia con quella contenuta in un trifoglio cresciuto in un ambiente rurale. Di fatto, i trifogli urbani sono molto più simili tra loro che, per esempio, tra quelli di Londra città e zone rurali attorno Londra, delineando una sorta di evoluzione parallela urbana che ha dell'incredibile.
La storia è accenna nell'ultimo libro di Stefano Mancuso, Fitopolis, la città vivente (Laterza) che affronta un passaggio epocale: il trasferimento di una specie, la nostra, che non vive più nella natura, ma in una nicchia ecologica prodotta: la città. Questo ci espone ad una "specializzazione" che ha senso solo in un ambiente stabile, e per colpa della stessa specie, la nostra, l'ambiente non lo è più, persino nelle città. Le sfide che il cambiamento climatico portano già oggi sono decisive, e intuizioni e soluzioni le possiamo prendere proprio da un mondo, quello vegetale, che stranamente è quasi sempre fuori dai discorsi conservativi, quando è probabilmente il modo più semplice ed immediato per fare qualcosa.
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abr · 6 months ago
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La parola di «sotto-cittadini» usata da Jordan Bardella è comunque esagerata; sarebbe più opportuno ricorrere a una vecchia definizione, i pezzenti. È così che le élite considerano il popolo, in particolare quello rurale: come dei pezzenti. Con qualche variante interessante. Gli «sdentati» (François Hollande), i «deplorabili» (Hillary Clinton). Insomma, il voto è, più che mai, un voto di classe.
L’arroganza auto-soddisfatta delle élite francesi, che siano economiche o culturali, raggiunge livelli inauditi; ma questa divisione dei cittadini in due blocchi antagonisti si ritrova in termini comparabili in tutti i Paesi europei, e anche negli Stati Uniti, l’opposizione geografica e sociologica è davvero la stessa. Del resto, è un americano, Christopher Lasch, ad avere prodotto la migliore analisi del fenomeno, attraverso tutti i suoi libri. L’ultimo, La rivolta delle élite e il tradimento della democrazia, è particolarmente esplicito al riguardo. (Michel Hollebecq)
via https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/ldquo-elite-considerano-popolo-particolare-quello-rurale-401101.htm
Siamo al rovesciamento dai rapporti tra borghesia e contado: i primi conservatori reazionari bigotti, i secondi rivoluzionari. Sfugge però a Hollebecq l'alleanza più perfida e patetica: élite e sottoproletariato urbano (squatter, migranti) così evidente in tutte le città e al potere da decenni in Venezuela. E' ciò che degrada e devasta di più, ciò che più crea disuguaglianza.
Stanno creando i presupposti per una nuova rèvolution.
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schismusic · 1 year ago
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On abandonment, Lou X, the eternal recurrence of the same
Browsing through the people I follow (and my followers) I can't help but notice just how many of these blogs haven't been updated in literal years. That line Diane Venora has in Michael Mann's Heat comes to mind: "you live among the remains of dead people…".
The idea of neglect and disuse is a weird thing to me, in that I never registered it as an inherently negative thing - it's melancholic, sure, but not everything needs to keep being active and productive. In unrelated news I'm listening to Lou X as we speak, go figure. For my international followers, Lou X is a rapper from Pescara who made his last full record in 1998. It is called La Realtà, la Lealtà e lo Scontro and you could call it a conscious/gangsta rap record in Italian/Abruzzese dialect. Then he basically went off the radar except for maybe one feature or two on other people's songs and albums.
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If you think about it Italy's greatest contributions to the culture of the past century mostly involve objects that either don't exist, are somehow crystallized into unserviceable forms, were abandoned years ago and have reached an absolutely dismal state that could only make them interesting as a work of art. Think about it: Neorealism in cinema (and maybe even the Realists' interest in decrepit/disadvantages rural realities, but that would be an overarching nineteenth-century European thing), Ennio Flaiano's Tempo di uccidere, the last writings of Cesare Pavese ("Tutto questo fa schifo. Non parole. Un gesto. Non scriverò più": what else here but the defeated realisation that nothing could ever change?), Italo Calvino's Le città invisibili, Luigi Ghirri's landscape photography work, CCCP and CSI even.
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Europe is doomed to its binary division and therefore we are of course doomed to repeat stylings and "revolutionary" aesthetics in never-ending loops: Disciplinatha were smart enough to point it out, but like Whitehouse said: "grubbing job-hunting artists and art aficionados who prefer art that 'raises questions' are certainly as disgusting as those rubbered dilettantes who recognize that the answers are what you masturbate over". Whitehouse also had this to say, in the same context: "So better to just shut your fucking mouth".
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Obviously mentioning a rapper from Abruzzo has implications for those of you who know anything about me. God knows there are very few places as left to their own devices as that region of Italy, and considering my violently antihumanist views regarding the Abruzzese people I'm inclined to say that the only reason this abandon should end is just so I can no longer hear these motherfuckers bitch and moan about nobody giving a shit about them or something. It's no big deal to be fair - people think Abruzzo is further down South than Rome is because it was added into the monetary help program for the South of Italy at the end of World War II. The Abruzzese people who have voted for Matteo Salvini in the past seem to have conveniently forgotten that if it didn't mean more votes to him, they would be seen as cannon fodder at best and shit under his feet at worst.
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When the Amatrice earthquake hit in 2016 we knew that would be the end of the very little good things we had managed to get back after L'Aquila in 2009: the small towns in the province, which is unreasonably fucking big in L'Aquila's case but honestly what are we going to do, make Sulmona or Avezzano their own province like assholes?, anyway I'm getting distracted - my point being everything went even further to shit when that happened. A lot of the old people, some of whom not as old as you would expect, died in consequence to the quakes or went further down into some form of (if I had to guess) trauma-induced dementia. Happens even to the best of us - then, you can imagine how easily it happens to the average Abruzzese. I was setting up another band with some kids and if we had our way, honestly, I believe there would be no NUMBERS, simply because I had found people who really got me, in the typically effortless way that teens bonding through activities do, and I do believe I got them, too. When I meet them now, and I never meet them together because one of the two guys can no longer come to town now, it feels like I'm on a completely different wavelength. Yet I refuse to let go, because in true Abruzzese fashion I never fucking learn. We did manage to get a record out, though. Its only tangible effect was, likely, to stop NUMBERS and the Operators from playing the La Zona d'Ombra festival at Bronson, in Ravenna. Here in the future, everyone has their fifteen seconds of fame.
In relating to the theme of this post, I cannot seem to let go of this fucking post. I have been writing in circles for literal hours at this point because the idea of abandonment ultimately scares me, disproving what I said at the beginning. It's no surprise that the only things I can think of when they suggest to me the idea of abandonment are Burial, Forest Swords, Techno Animal, maybe some ambient music. No point in trying to prove at all costs that "I'm different" or that "I have something fundamental to say about it".
So better to just shut my fucking mouth.
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jangany-acqua · 1 year ago
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Aggiornamenti sul progetto Jangany ha sete acqua per vivere
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Nella prima immagine Jangany vista dal satellite con le nuove rilevazioni satellitari del 19 maggio 2023
Nella seconda immagine i triangolini rappresentano i punti di perforazione individuati dai GEOX nel maggio 2023 con la relativa profondità della falda. I cerchi (numerati da 1 a 4) rappresentano l'ipotesi corrente dei punti di distribuzione dell'acqua; saranno raggiunti con tubazioni a partire dai prime tre forages che si trovano a nord, a valle del Centro di Formazione Rurale.
Nel frattempo il container - partito il 18 luglio 2023 alle ore 16:45 da Settimo Torinese e il 21 luglio con la nave APL MEXICO CITY dal porto di La Spezia - è giunto al porto di Tamatave il 27 agosto 2023.
Il container contiene
3,5 bancali con 108 pannelli solari pari a 50 Kw;
6 bancali di 198 elementi di batterie a 600 Ah pari a 237 kWh;
Strutture in ferro zincato per il supporto ai moduli solari
Contiene inoltre 105 personal computer donati da Intesa Sanpaolo che andranno 70 al Liceo Letterario e Scientifico Sainte Marie di Jangany e 35 alla scuola di Ranohira dopo è direttrice la ex responsabile della Sainte Marie di Jangany.
Ci sono inoltre 20 copie del libro Negli occhi di chi guarda, realizzato nel 2021 con i post facebook pubblicati dai giovani di Jangany.
Notizie da padre Tonino
12 agosto 2023 Il nuovo quartiere detto "TANAMBAO"(città nuova) è in costante espansione. Non è qualche cosa di programmato, ma va avanti. L'arrivo dei rifugiati dal sud e di gente povera dalla brousse non è vistoso, ma continua. Il problema del portare luce e acqua c'è. Se non lo affronterà la Missione, sarà ben difficile che lo affrontino altri e la povera gente continuerà a soffrire.
27 agosto 2023 Abbiamo parlato con la Saint Gabriel. Ci siamo accordati per l'inizio del lavoro di 3 Forage il 27 settembre. C'è un aumento del prezzo da 500 mila Ariary a 550 mila per metro di scavo.
28 agosto 2023 Ho appena ricevuto la notizia che il container è arrivato ieri a Tamatave. Si sta procedendo allo sdoganamento. Domani avrò ulteriori notizie. Per ora abbiamo presentato puntualmente i documenti necessari. Speriamo bene.
28 agosto 2023 Avremmo anche noi desiderato iniziare gli scavi ai primi di settembre, ma abbiamo dovuto concordare le date anche con gli altri clienti della St. Gabriel, in modo da risparmiare nelle spese di trasporto. Ciao.
30 agosto 2023 Vi aggiorno sullo sdoganamento del container. Questo pomeriggio, il container verrà caricato sul camion della SOTRAEX. Domani ci sarà il controllo del container da parte del personale della dogana. Poi saranno consegnati i fogli che autorizzano l'uscita del container dalla nave. Infine verrà data l'autorizzazione per l'uscita del container dal porto e per il trasporto a destinazione (Jangany). Speriamo che non ci siano complicazioni.
Per queste operazioni, ci vorrà una settimana di tempo. Se tutto andrà bene, l'arrivo a Jangany avverrà nella prossima settimana. Vi informeremo.
31 agosto 2023 Ho appena ricevuto altre notizie da Tamatave. Il container esce dal porto oggi. Domani, 01 settembre, partirà da Tamatave per venire a Jangany.
Il trasportatore chiede un prezzo molto alto: 13 milioni di Ariary. Stiamo contattando. Noi proponiamo 10 milioni di Ariary: speriamo di riuscire a ottenere questo prezzo. Vi farò sapere. Mi sembra che lo sdoganamento si sia svolto molto infretta. Questo potrebbe essere un segno di buona riuscita, ma, per essere sicuri, bisogna ancora aspettare le informazioni di SOTRAEX. A dopo.
31 agosto 2023 Abbiamo già preso contatto diretto con il trasportatore del Container. Abbiamo chiesto una riduzione del prezzo del trasporto: abbiamo ottenuto di pagare 12 milioni di Ariary invece di 13 milioni. Il camion è di mezzo rimorchio perché il peso del container supera le 14 tonnellate. Stiamo aspettando la notizia dell'uscita del camion dal porto. Speriamo bene. Ciao.
1 settembre 2023 Ecco i punti di distribuzione dell'acqua che noi indichiamo.
1. Punto del Lavatoio: a est della scuola agraria, fuori recinzione, a metà percorso del muro est, partendo dal triangolino verde di nord-est, verso sud, dove c'è scritto "Linea3".
2. Di fronte  al cancello (a sud) della scuola agraria, dove confluiscono il quartiere Feno Arivo e quello di Jangany-be.
3. Accanto alla stella bianca n.3, non lontano dal triangolino rosso 180, verso il quartiere Tanambao.
TANAMBAO incomincia nel punto di distribuzione n. 3 e si estende verso sud. Il punto di perforazione a 130 mt è a sud-ovest del quartiere.
4. Nella zona della stella bianca n.1, a sud-ovest, per i quartieri Alakamisy e Ampandratokana.
I punti di distribuzione da noi indicati sono più facilmente controllabili e gestibili, perché non lontani dal nostro luogo recintato.
1 settembre 2023 Il camion sta partendo da Tamatave. Il suo arrivo a Jangany è previsto per mercoledì mattina (6 settembre). Speriamo bene.
2 settembre 2023 Per mandare altri soldi, aspettiamo alla prossima settimana. Vi farò sapere. Può darsi che il container arrivi a Ihosy domani sera, 3 settembre. In quel caso, potrà arrivare a Jangany lunedì ed essere scaricato martedì (5 settembre). Speriamo bene.
4 settembre 2023 Domani mattina, il container partirà per Jangany. Noi indicheremo la strada per facilitare il lavoro degli autisti del camion. Speriamo bene. Vi diremo.
5 settembre 2023 Il container è a Ihosy. Si prepara ad affrontare l'altipiano dell'Horombé.
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5 settembre 2023 Il container è arrivato a Jangany ed è piazzato al suo posto. Deo gratias! Mi sembra che la parte più delicata dell' impresa "Jangany 2023" sia ben riuscita. Tiriamo un profondo respiro.
Grazie a tutti voi per il grande impegno. Che Dio vi benedica.
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Una località rurale dell’Umbria nasconde un tesoro: è la Scarzuola, il luogo dove Tomaso Buzzi costruì la sua Città Ideale. Questa surreale ed eccentrica costruzione si trova nel comune di Montegabbione nascosta tra le colline umbre, e fu famosa per essere stato dimora di San Francesco d’Assisi.
Ma non solo, questo luogo segreto dell’Umbria vi sorprenderà per una meravigliosa costruzione, la città ideale di Tomaso Buzzi. La Scarzuola si trova ben nascosta nella località di Montegiovane, in provincia di Terni, nelle vicinanze di un antico convento francescano.
Nel 1956 il convento e tutta la proprietà circostante vennero acquistati dall’architetto milanese Tomaso Buzzi che edificò una straordinaria costruzione surreale: la Città Ideale. L’artista tracciò un percorso ricco di simbolismi basato sul poema illustrato italiano “Hypnerotomachia Poliphili”: un viaggio iniziatico alla scoperta di noi stessi. L’opera è formata da costruzioni raggruppate in sette scene teatrali, sette rappresentazioni sceniche.
Buzzi progettò e costruì la città ideale come una grande scenografia teatrale in cui sono presenti: Villa Adrian, Villa d’Este (Tivoli), i sette edifici nell’Acropoli (Partenone, Colosseo, Pantheon, Piramide, Torre dei Venti, Tempio di Vesta, la torre dell’orologio di Mantova) e Bomarzo. 🇮🇹❤👏👋
A rural village in Umbria hides a treasure: it is the Scarzuola, the place where Tomaso Buzzi built his Ideal City. This surreal and eccentric building is located in the village of Montegabbione hidden in the Umbrian hills, and was famous for having been the home of St. Francis of Assisi.
But that's not all, this secret place in Umbria will surprise you with a wonderful building, the ideal city of Tomaso Buzzi. Scarzuola is well hidden in Monte Giovane, in the province of Terni, near an ancient Franciscan convent.
In 1956 the convent and all the surrounding property were purchased by the Milanese architect Tomaso Buzzi who created an extraordinary surreal construction: the Ideal City. The artist has traced a path full of symbolism based on the Italian illustrated poem "Hypnerotomachia Poliphili": an initiatory journey to discover ourselves. The work is composed of constructions grouped into seven theatrical scenes, seven stage performances.
Buzzi designed and built the ideal city as a large theatrical setting in which are located: Villa Adriana, Villa d'Este (Tivoli), the seven buildings of the Acropolis (Parthenon, Colosseum, Pantheon, Pyramid, Tower of the Winds, Temple of Vesta, the clock tower of Mantua) and Bomarzo. 🇮🇹❤👏👋
Grazie: Complimenti a📷@instagram.com/kaiserfernando 💚🤍❤️
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sevenplyskate · 3 days ago
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Carhartt, la storia di un’icona americana
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Con i suoi oltre 130 anni di storia, Carhartt è un punto di riferimento, dalla working class dell’America rurale di inizio ‘900 fino ai più grandi nomi dell’industria musicale americana.
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Fondata a Dearborn, appena fuori Detroit in Michigan, da Hamilton Carhartt nel 1889 per produrre abbigliamento da lavoro per gli operai che lavoravano nelle ferrovie, inizialmente l’azienda si chiamava Hamilton Carhartt & Company.
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Il primo slogan dell’azienda fu “Honest value for an honest dollar” e il successo fu enorme, entro 20 anni dalla sua fondazione Carhartt aveva ampliato le sue produzioni in altre otto città, arrivando persino in Canada e nel Regno Unito.
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Da quel momento storico in poi la crescita dell’azienda fu costante e continua, negli anni ’70 e ’80 la sua popolarità crebbe sia tra gli operai che al di fuori del settore lavorativo e sempre più persone, anche in Asia e in Europa, iniziavano a conoscere e indossare i capi workwear del brand.
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Questa notorietà acquisita portò l’azienda a fondare una divisione europea del marchio Carhartt in occasione dei 100 anni dalla nascita e, nel 1989 nacque Carhartt WIP (Work In Progress) per un pubblico diverso.
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WIP ha di certo cementato la posizione di Carhartt nel mondo streetwear ma in realtà sono stati i rapper della scena underground di New York e Los Angeles, che già da tempo indossavano i capi Carhartt “originali”.
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Eazy E e i NWA furono tra i primi a sfoggiare pezzi Carhartt, cavalcando questo tipo di popolarità l’etichetta newyorkese Tommy Boy Records fece ricamare il suo logo sulle giacche Carhartt e ne regalò 800 a svariati artisti tra cui Dr. Dre e Tupac.
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Nel corso dei decenni Carhartt ha continuato a mantenere il proprio status di brand cool grazie anche a figure come quella di Kanye West.
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Il classico colore marrone HAMILTON BROWN prende appunto il nome del fondatore.
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notiziariofinanziario · 3 months ago
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Jimmy Carter compie 100 anni
L'ex presidente americano Jimmy Carter, coltivatore di arachidi del sud, che divenne premio Nobel per la pace, sarà festeggiato per i suoi 100 anni. Carter, 39mo presidente americano è nato il 1 ottobre 1924 in una piccola cittadina rurale della Georgia, di circa 600 abitanti. Lì ha coltivato noccioline per un certo periodo prima di dedicarsi alla politica, e dopo i fasti e le delusioni della Casa Bianca è tornato a stabilirsi in città. E' il più anziano presidente ancora in vita e il primo a superare il traguardo del centenario. Per il suo compleanno sono in programma una parata di aerei militari, una cerimonia di naturalizzazione di 100 persone e un concerto serale nell'ex liceo democratico. Dalla carriera politica fatta di grandi successi, come gli accordi di Camp David che portarono, nel 1979, alla firma del trattato di pace israelo-egiziano, o la crisi degli ostaggi americani in Irannel 1979-1980, che gli costò la presidenza. Il presidente Joe Biden ha definito l'ex presidente democratico una "forza morale", in una dichiarazione video rilasciata durante il fine settimana. "Il tuo impegno per un mondo migliore e la tua fede incrollabile nel potere della gentilezza umana continuano a guidarci", ha sottolineato il titolare della Casa Bianca. "Sappiamo che questo è il primo compleanno senza Rosalynn. E' agrodolce, ma sappiamo anche che lei è sempre con te. E' nel tuo cuore, non se ne andrà mai", ha detto Biden nel video. L'ex first lady, Rosalynn Carter, sua moglie per 77 anni, è morta nel novembre 2023 all'età di 96 anni. Jimmy Carter nel 1982 creò una fondazione per promuovere lo sviluppo, la salute e la risoluzione dei conflitti in tutto il mondo. Ricevette il Premio Nobel per la Pace nel 2002 per i suoi "instancabili sforzi volti a trovare soluzioni pacifiche ai conflitti internazionali. Nonostante l'età, e le cura di fine vita che gli sono somministrate dal 2023, non si è tirato indietro in questo momento delicato per i dem dando il suo appoggio alla vice di Biden: ha confidato di voler "resistere per poter votare per Kamala Harris" nelle elezioni di novembre. "Voterà per posta", ha confermato Jill Stuckey, responsabile di diversi siti storici legati all'ex presidente e amica di lunga data della famiglia Carter.   Read the full article
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m2024a · 5 months ago
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Imane Khelif, il padre: «È cresciuta come una bambina, ha vinto contro l'italiana perché più forte» Imane Khelif è ormai sotto i riflettori mondiali. La boxeur algerina ha conquistato oggi l'accesso alle semifinali. Da un piccolo villaggio algerino, casa della pugile Imane Khelif, suo padre ha salutato l'atleta come una «eroina». Omar Khelif ha detto di aver cresciuto sua figlia «per essere coraggiosa», mentre mostrava con orgoglio una sua foto di quando aveva sette o otto anni, con i capelli raccolti in trecce. «Fin da piccola la sua passione è sempre stata lo sport», ha detto il 49enne, seduto con due dei suoi figli più piccoli. Giovedì quando Angela Carini ha abbandonato il ring dopo appena 46 secondi dall'inizio del match, sua figlia Imane si è trovata al centro di una polemica mondiale con illazioni sulla sua identità sessuale. Per il Cio la partecipazione di Imane Khelif è regolare Secondo il Cio, non c'è alcun indizio che Khelif, che ha combattuto nel circuito femminile per anni, comprese le Olimpiadi di Tokyo, si identifichi come qualcosa di diverso da una donna. Suo padre ha mostrato i documenti di identità e il suo certificato di nascita all'Afp, parlando da un villaggio rurale a circa 10 km da Tiaret, città a 300 km da Algeri. «Mia figlia è una bambina - ha detto Omar Khelif - È stata cresciuta come una bambina. È una bambina forte, l'ho cresciuta per lavorare ed essere coraggiosa. Ha vinto contro l'italiana semplicemente perché era più forte e l'altra era debole». Imane ha una «forte volontà al lavoro e in allenamento - ha assicurato il padre - Se Dio vuole, ci onorerà con una medaglia d'oro e innalzerà la nostra bandiera nazionale a Parigi. Questo è l'unico obiettivo che ci siamo prefissati dall'inizio." Imane Khelif e le sorelle Mussolini, ecco perché la loro difesa della pugile algerina non impressiona
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elmas-66 · 5 months ago
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VII Recital Poético Internazionale presentato da Yanni Tugores, Carmen Flores, Pietro La Barbera ed Elisa Mascia
Foto cortesia dello screenshot del programma Biografia di Griselda Alicia Soriano.Poetessa argentina. Traduttrice Pubblica Nazionale di Francese. Ha partecipato a tavoli di lettura di poesie, agli Incontri Nazionali dei poeti nel Sud di Santa Fe, in Argentina e al Teatro “El Círculo” della città di Rosario, in Argentina. Le sue poesie integrano antologie in spagnolo:”OPERE. Poeti nel sud rurale…
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thegianpieromennitipolis · 1 year ago
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BUON NATALE 2023 con SENSI DELL'ARTE - di Gianpiero Menniti
LA SCENA SCARNA
Un testo pittorico poco conosciuto, forse un "non finito", d'incerta committenza e imprecisa datazione: si tratta della "Natività" dipinta su tavola tra il 1470 e il 1475 (altra datazione lo colloca tra il 1480 e il 1485) da Piero della Francesca, conservato alla National Gallery di Londra.
La versione nell'immagine è quella che precede il recentissimo restauro, durato quindici mesi e completato nel 2022.
Una scena insolita, eppure sospesa, sognante e marcatamente iconica come è nello stile del Maestro di Borgo San Sepolcro.
Segni, simbolismo, chiarezza, equilibrio, distacco: tutto è già accaduto in assenza di racconto, in un luogo senza storia che cela la soglia tra il paesaggio rurale e la città.
Spartiacque del mondo.
Null'altro che la scena immobile e ideale rotta dal raglio dell'asino inconsapevole che si oppone alla compostezza del rito.
Il rito come fosse la "prima messa", divisa tra chi canta la gloria dell'evento e chi, meditante, ascolta e s'interroga sotto il cenno al cielo, impotente, rassegnato e marginale alle spalle di una Vergine già in preghiera.
L'inizio dell'era cristiana non può assumere ricchezza di forme oltre l'insondabile ed essenziale contenuto: è il venire in scena per colmare il vuoto.
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simofoto · 6 months ago
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JANE AUSTEN: UNA VITA
INFANZIA ED EDUCAZIONE
Jane Austen nacque nel 1775 e crebbe nel piccolo villaggio di Steventon, nell'Hampshire,
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dove suo padre era un ecclesiastico della Chiesa d'Inghilterra. La famiglia Austen era numerosa, con otto figli – sei maschi e due femmine – oltre ad altri alunni, poiché il reverendo George Austen integrava il suo reddito d'ufficio accogliendo alunni maschi come convittori. C'era anche una piccola fattoria, per rifornire la famiglia di carne e verdure, e c'erano cameriere e servitori per aiutare nei lavori.
Lo Steventon di Jane Austen non è stato solo il luogo in cui è nata, ma è stato anche il luogo in cui ha vissuto quando la sua creatività è fiorita e ha scritto Orgoglio e pregiudizio, L'abbazia di Northanger e Ragione e sentimento. Steventon era un villaggio rurale con una piccola popolazione situato nel nord dell'Hampshire, in Inghilterra, situato a circa 7 miglia a sud-ovest di Basingstoke, tra i villaggi di Overton, Oakley e North Waltham. Jane visse lì dal 1775 al 1801, prima di trasferirsi a Bath con i suoi genitori. Jane Austen e Steventon erano legati non solo perché lei era nata lì, ma anche perché mentre viveva lì la sua creatività fiorì e scrisse Orgoglio e pregiudizio, L'abbazia di Northanger e Ragione e sentimento. Steventon era un villaggio rurale con una piccola popolazione situato nel nord dell'Hampshire, in Inghilterra, situato a circa 7 miglia a sud-ovest di Basingstoke, tra i villaggi di Overton, Oakley e North Waltham. Jane visse lì dal 1775 al 1801, prima di trasferirsi a Bath con i suoi genitori.
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Albero genealogico della famiglia Austen
Il padre di Jane, George Austen, era rettore delle parrocchie anglicane di Steventon e della vicina Deane ed era sposato con Cassandra Leigh. Ottenne una residenza in chiesa e la canonica da un ricco parente, e Jane nacque nella casa canonica di Steventon il 16 dicembre 1775, quasi due anni prima della famosa mondana francese Madame Récamier. Jane Austen è venuta al mondo molto più tardi del previsto. Infatti, suo padre scrisse a sua sorella, Filadelfia, il 17 dicembre affermando:
«Senza dubbio da un po' di tempo in attesa di notizie dall'Hampshire, e forse vi siete chiesti un po'... perché Cassy si aspettava certamente di essere portata a letto un mese fa; Tuttavia, ieri sera è arrivato il momento e, senza molto preavviso, tutto è finito felicemente. Ora abbiamo un'altra bambina, un giocattolo per sua sorella [Cassandra] e una futura compagna".
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Posizione di Steventon all'interno dell'Hampshire. Per gentile concessione di Wikipedia.
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Foto di Jane Austen disegnata da sua sorella Cassandra. Per gentile concessione di Wikipedia.
All'età di sei anni, Jane e sua sorella maggiore Cassandra andarono a scuola, prima a Oxford e poi a Southampton, ma furono rapidamente riportate a casa quando una "febbre putrida" scoppiò in città ed entrambe le ragazze si ammalarono. Dal 1785 al 1786 frequentarono la Abbey House School di Reading, dove impararono a scrivere, ortografia, francese, storia, geografia, ricamo, disegno, musica e danza. In seguito, la loro educazione è stata intrapresa privatamente a casa. A  causa di un inverno rigido, Jane si battezzò diversi mesi dopo la sua nascita. Accadde il 5 aprile in una chiesa locale quando ricevette il semplice nome di Jane Austen. Per quanto riguarda la predizione di George che le ragazze sarebbero state amiche, aveva ragione. Tra le due sorelle si sviluppò un'amicizia profonda e duratura che ebbe sempre un legame speciale l'una con l'altra.
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Charles Austen. Per gentile concessione di Wikipedia.
Jane non fu l'ultima figlia della Austen nata a Steventon. Suo fratello minore Charles nacque lì nel giugno del 1799, con il risultato che i figli Austen si gonfiarono fino a otto anni e furono composti da 6 maschi - James, George, Edward, Henry, Francis (Frank) e Charles - e le due ragazze, Cassandra e Jane. Con una famiglia così numerosa, George aveva bisogno di aiuto per sbarcare il lunario e lui e sua moglie accolsero come studenti dei pensionanti, che vivevano in soffitta con i ragazzi Austen.
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Il salotto della casa di Jane Austen
Giorgio insegnò anche a questi giovani pensionanti e ai suoi figli a leggere, scrivere, latino, greco e letteratura. Per quanto riguarda le ragazze, erano sotto la supervisione della madre e imparavano tutto ciò che riguardava la gestione di una casa: cucinare, pulire, rammendare, lavare e prendersi cura dei bambini. Infatti, a proposito delle faccende femminili di Jane, una volta scrisse:
"Mi piacciono molto le pulizie sperimentali, come avere una guancia di bue di tanto in tanto; Ne mangerò uno la settimana prossima, e intendo farci mettere dentro un po' di gnocchi, così potrò immaginarmi a Godmersham. [2]
La casa in cui Jane è cresciuta era piuttosto grande in quanto consisteva in 7 camere da letto, 3 salotti e 2 soffitte. Una descrizione della casa proviene dalla nipote di Jane, nata nel 1793 dal fratello maggiore di Jane, James. Il suo nome era Anna Lefroy:
"La sala da pranzo o salotto comune guardava verso la parte anteriore ed era illuminata da due finestre a battente. Sullo stesso lato la porta d'ingresso si apriva in un salotto più piccolo, e i visitatori, che erano pochi e rari, non erano meno graditi a mia nonna perché la trovavano seduta lì occupata con l'ago, a fare e a rammendare. In tempi successivi ... Al piano superiore si ricavava un salotto: "lo spogliatoio", come si compiacevano di chiamarlo, forse perché si apriva in una camera più piccola in cui dormivano le mie due zie. Ricordo il tappeto dall'aspetto comune con il suo fondo di cioccolato, e la pressa dipinta con sopra gli scaffali per i libri, e il pianoforte di Jane, e uno specchio ovale che pendeva tra le finestre; Ma il fascino della stanza, con i suoi scarsi mobili e le pareti dipinte a buon mercato, deve essere stato, per quelli abbastanza grandi da capirlo, il flusso di nativi con tutto il divertimento e le sciocchezze di una famiglia numerosa e intelligente. [3]
Un'altra descrizione afferma:
"Una distesa di ghiaia e un prato conducevano alla parte anteriore della casa, che si affacciava a nord e dava su Waltham Road... La casa stessa è stata migliorata da ... George e reso più grande e più confortevole. Aveva due ali sporgenti nella parte posteriore. Lo studio del Rettore era su questo lato sud e dal bow window c'era una piacevole vista sul giardino, su un ampio viale erboso, bordato di fragole, che conduceva a una meridiana ai piedi della terrazza. [4]
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La canonica di Steventon, come raffigurata in "A Memoir of Jane Austen", si trovava in una valle ed era circondata da prati. Per gentile concessione di Wikipedia.
Anche se la vita a Steventon di Jane Austen era tranquilla, la scrittura di lettere e i pettegolezzi che si svolgevano nella zona spesso trovavano la loro strada nelle lettere di Jane Austen. Una lettera riguardava la famiglia Harwood, una famiglia in cui diverse generazioni avevano vissuto alla Deane House fin dal diciassettesimo secolo. La loro casa si trovava anche vicino alla vecchia canonica dove George e Cassandra vissero per i primi anni del loro matrimonio. John Harwood VI e sua moglie Anne ebbero tre figli: John VII, Earle e Charles, e, all'inizio di novembre del 1800, Jane menzionò uno degli Harwood in una lettera:
"Earle Harwood ha di nuovo messo a disagio la sua famiglia, e parla con il vicinato; – nel caso di specie, tuttavia, egli è solo sfortunato e non colpevole. – Una decina di giorni fa, armando una pistola nella stanza di guardia di Marcou, si è sparato accidentalmente alla coscia. Due giovani chirurghi scozzesi dell'isola furono così gentili da proporgli di togliergli subito la coscia, ma egli non volle acconsentire; E di conseguenza, nel suo stato ferito, fu messo a bordo di un Cutter e trasportato all'ospedale Haslar di Gosport; dove è stato estratto il proiettile, e dove si trova ora spero in un modo giusto di fare bene. Il chirurgo dell'ospedale scrisse alla famiglia in quell'occasione, e John Harwood scese da lui immediatamente assistito da James, il cui scopo nell'andare era quello di essere il mezzo per riportare le prime informazioni ai signori Harwood, le cui sofferenze ansiose, in particolare quelle di quest'ultimo, sono state naturalmente terribili. … James tornò il giorno dopo, portando resoconti così favorevoli da alleviare notevolmente l'angoscia della famiglia di Deane, anche se probabilmente ci vorrà molto tempo prima che la signora Harwood possa sentirsi del tutto tranquilla. [5]
Il fratello di Jane, Edward, alla fine ereditò la tenuta di Steventon e, nel 1828, sostituì la casa canonica che Jane aveva costruito con una nuova. Inoltre, nella tenuta c'era la Steventon Manor House, e, durante il periodo in cui Jane e la sua famiglia vivevano nella canonica, i Cavalieri, che erano signori del maniero, la affittarono a un nome di famiglia Digweed La famiglia Austen era amichevole con loro e Jane menzionò i Digweed nella sua corrispondenza. Ad esempio, una settimana prima di Natale del 1799, scrisse a Cassandra il 18 dicembre raccontandole di un terribile incidente che coinvolse un Digweed:
"James Digweed ha avuto un taglio molto brutto, come è potuto succedere? – Accadde a un giovane cavallo che aveva recentemente acquistato, e che stava cercando di riportare nella sua stalla; – l'Animale lo colpì con un calcio con le zampe anteriori, e gli fece un gran buco in testa; – si allontanò appena poteva, ma rimase stordito per un po' e soffrì una buona dose di dolore in seguito. – Ieri si è rialzato sul cavallo e, per paura di qualcosa di peggio, è stato costretto a buttarsi giù.
Giovedì 20 novembre 1800, Jane prese in giro sua sorella a proposito di James Digweed affermando:
"I tre Digweed sono venuti tutti martedì, e abbiamo giocato a biliardo al Commerce. – James Digweed ha lasciato l'Hampshire oggi. Penso che debba essere innamorato di te, per la sua ansia di vederti andare ai balli di Faversham, e anche per il fatto che suppone che i due olmi siano caduti dal loro grasso per la tua assenza. [7]  
Oltre alle visite occasionali da e per i Digweeds, gli Austen amavano anche visitare altre persone che vivevano nella zona. Ad esempio, alla fine di ottobre del 1800, quando il tempo era "delizioso", Jane menzionò che lei e la sua famiglia visitarono molti dei loro vicini e condivisero le sue avventure in una lettera a Cassandra:
"Siamo stati molto occupati da quando te ne sei andato. … Giovedì siamo andati a piedi da Deane, ieri a Oakley Hall abbiamo fatto un ottimo affare: abbiamo mangiato dei panini con la senape, abbiamo ammirato il Porter di Mr. Bramston e i Trasparenze di Mrs. Bramston, e ci siamo guadagnati la promessa di quest'ultima di due radici di agio del cuore, una tutta gialla e l'altra tutta viola per voi. A Oakely comprammo dieci paia di calze pettinate e un turno. … Questa mattina siamo andati a trovare gli Harwood, e nella loro sala da pranzo abbiamo trovato Heathcote e Chute per sempre, Mrs. Wm Heathcote e Mrs. Chute, la prima delle quali ha fatto un lungo giro ieri mattina con Mrs. Harwood nel parco di Lord Carnarvon ed è svenuta la sera, e la seconda è scesa da Oakley a Steventon in seguito. 
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Silhouette di Cassandra. Per gentile concessione di Wikipedia.
 le persone camminavano dentro e intorno allo Steventon di Jane Austen, e lo facevano ampiamente in quanto era il mezzo di trasporto più comune all'epoca. Jane e Cassandra passavano molte ore a camminare, e quando le strade erano sporche o fangose, non significava che rimanessero a casa. Un libro di memorie di Jane afferma che "le sorelle facevano lunghe passeggiate nei pattens". [9] Questi dispositivi venivano posizionati sopra le scarpe e sollevati sopra il terreno bagnato o fangoso, mantenendo così il fondo dei camici pulito e asciutto.
I balli erano un altro passatempo popolare per coloro che vivevano nella zona di Steventon di Jane Austen. Menzionò i balli dell'Assemblea a cui partecipò nella città mercato che si trovava a circa 9 miglia da Steventon chiamata Basingstoke. Quando partecipava a questi eventi, spesso soggiornava con le sue grandi amiche Catherine e Alethea Bigg che vivevano a Manydown Park, a circa sei miglia da Steventon. La casa dei Biggs era un antico maniero a Wootton St Lawrence, nell'Hampshire, e descritta come una bella casa "con un'ampia scala che conduceva al lungo salotto con il suo camino di marmo e la grande vetrata". [10]
Jane scrisse a Cassandra l'8 gennaio 1799 a proposito di un ballo a cui aveva partecipato:
"I Biggs e il signor Holder cenano lì domani e io li incontrerò; Dormirò lì. Catherine ha l'onore di dare il suo nome a un set, che sarà composto da due Withers, due Heathcote, un Blachford e nessun Bigg tranne se stessa. … Ho trascorso una serata molto piacevole, principalmente tra il gruppo di Manydown - . C'era lo stesso tipo di cena dell'anno scorso, e la stessa mancanza di sedie. – C'erano più ballerini di quanti la stanza potesse comodamente contenere, il che è sufficiente per costituire un buon ballo in qualsiasi momento. … C'era un gentiluomo, un ufficiale del Cheshire, un giovane di bell'aspetto, che mi era stato detto desiderava molto essere presentato a me; – ma poiché non lo voleva abbastanza da prendersi molta pena per eseguirlo, non potemmo mai realizzarlo. – Ho ballato di nuovo con Mr. John Wood, due volte con un Mr. South, un ragazzo di Winchester... Una delle mie azioni più allegre è stata quella di sedermi a ballare piuttosto che avere il figlio maggiore di Lord Bolton come mio partner, che ballava troppo male per essere sopportato". [11]
Oltre ai balli, la famiglia Austen amava anche esibirsi in spettacoli teatrali a Steventon e si diceva che si prendessero "grandi sforzi" per assicurarsi che fossero splendidamente drammatici. La figlia di Philadelphia e cugina di Jane, Eliza de Feuillide, scrisse di loro affermando:
"Il fienile di mio zio è allestito come un teatro e tutti i giovani devono fare la loro parte. La contessa è Lady Bob Lardoon nel primo caso e Miss Tittup nel secondo. Mi augurano molto della festa e si offrono di portarmi, ma io non ci penso. Mi piacerebbe essere uno spettatore, ma sono sicuro che avrei il coraggio di recitare una parte, né desidero ottenerla". [12]
Eliza menzionò di nuovo i teatri scrivendo nel novembre del 1787 quando scrisse a sua cugina, Phylly Walter:
"Sai che abbiamo a lungo progettato di recitare questo Natale nell'Hampshire e questo piano sarebbe andato avanti molto meglio se tu avessi prestato la tua assistenza Potresti ricordare quando eri a Tunbridge che ho espresso un desiderio molto sincero e molto naturale di averti con me durante il festival che si avvicinava, e quando ho scoperto che c'erano due parti non impegnate ho immediatamente pensato a te e sono stato particolarmente incaricato da mia zia Austen e da lei Tutta la famiglia per fare la prima domanda possibile e assicurarvi quanto sarete felici di loro e di me se poteste essere convinti a intraprendere queste parti e a darci tutta la vostra compagnia. … L'accondiscendenza mi obbligherà molto e il vostro rifiuto della mia proposta mi mortifica crudelmente. So che hai dei fidanzamenti, ma se mi ami rimandali ad un altro anno, considera che è l'unico Natale che possiamo passare insieme per molti anni... Per quanto riguarda qualsiasi diffidenza riguardo alla successione delle Parti, prego che possa essere inviata a Coventry, perché Ti assicuro che non sono né lunghe né difficili, e sono certo che Ti riuscirai. … Non lasciare che il tuo vestito né ti disturbi, poiché penso di poterlo gestire in modo che la Stanza Verde ti fornisca ciò che è necessario per agire. … Ricordati che devo avere una risposta favorevole". [13]
Un'altra attività sociale praticata durante il periodo di Steventon di Jane Austen era qualcosa che accadeva settimanalmente. Era quando la gente andava in chiesa la domenica. Nella città di Londra molte persone saltavano la chiesa, ma per coloro che vivevano in campagna la frequenza era più regolare e Jane era nota per andare in chiesa due volte ogni domenica per ascoltare la predicazione di suo padre.
George si rivolse alla sua congregazione in una piccola chiesa parrocchiale conosciuta come St. Nicholas che si trovava a circa mezzo miglio di distanza dal centro di Steventon e raggiungibile dalla canonica della Austen da un sentiero sassoso. Risaliva al XII secolo ed era un edificio semplice e stretto che durante l'epoca vittoriana fu restaurato e con l'aggiunta di un campanile. La chiesa è stata descritta come dotata di una "certa dignità". Più tardi, le due Cassandre (la signora Austen e la sorella di Jane) furono sepolte dietro questa chiesa.
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Chiesa di San Nicola. Per gentile concessione di Wikipedia.
Mentre la loro istruzione formale era scarsa, le ragazze avevano accesso illimitato alla vasta biblioteca del padre; i suoi libri hanno instillato l'amore di Jane per la lettura che durerà tutta la vita.
Quando il padre di Jane andò in pensione, la famiglia si trasferì a Bath, ma ciò non significava che lei non visitasse occasionalmente Steventon poiché ha sempre avuto un posto speciale nel suo cuore. Quando morì, anche se non c'era alcuna menzione dei suoi libri sulla lastra tombale del pavimento della Cattedrale di Winchester dove fu sepolta, c'era una menzione di Steventon. L'iscrizione recita in parte:
"In memoria di Jane Austen, figlia minore del defunto Rev.do GEORGE AUSTEN, già Rettore di Steventon in questa Contea, ha lasciato questa vita il 18esimo del luglio 1817, all'età di 41 anni, dopo una lunga malattia sostenuta con la pazienza e le speranze di un cristiano". [14]
NOTIZIE STORICHE DAL WEB
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Prima edizione di Orgoglio e pregiudizio ©: la casa di Jane Austen
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Prima edizione di A Memoir of Jane Austen, di James Edward Austen-Leigh ©Jane Austen's House
Referenze:
[1] W. Austen-Leigh e R. A. Austen-Leigh, Jane Austen: Her Life and Letters: a Family Record (New York: Smith, Elder & Company, 1913), p. 22.
[2] E. Austen-Leigh, Janes Austen and Steventon: A Guide Book Illustrated (Londra: Spottiswoode, Ballantyne and Co. Ltd., 1937), p. 47.
[3] Ivi, p. 3.
[4] Ivi, p. 2.
[5] Deirdre Le Faye, ed., Jane Austen's Letters, 3a ed. (Oxford: Oxford University Press, 1995), p. 55.
[6] Ivi, p. 27.
[7] Ivi, p. 62.
[8] Ivi, p. 49-50.
[9] James Edward Austen-Leigh, A Memoir of Jane Austen (Londra: Richard Bentley and Son London, 1871), p. 38.
[10] E. Austen-Leigh, p. 17-18.
[11] D. Le Faye, ed., p. 34-35.
[12] Le Faye Deirdre, ed., Jane Austen's 'Outlandish Cousin': The Life and Letters of Eliza de Feuillilde (Londra: The British Library, 2002), p. 80-81.
[13] Ivi, p. 81-82.
[14] E. Austen-Leigh, p. 48.
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