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Ascoli Piceno ospita la Cerimonia di apertura del Festival Culturale dei borghi rurali della Laga 2025
Data: Sabato 22 febbraio 2025 Luogo: Sala della Ragione - Palazzo dei Capitani, Piazza del Popolo, Ascoli Piceno,
Data: Sabato 22 febbraio 2025 Luogo: Sala della Ragione – Palazzo dei Capitani, Piazza del Popolo, Ascoli Piceno Ascoli Piceno si prepara ad accogliere la cerimonia di apertura del Festival Culturale dei Borghi Rurali della Laga – Edizione 2025, un evento di grande rilevanza per la valorizzazione del patrimonio culturale e sociale delle comunità montane del territorio. L’appuntamento, che si…
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LA ROCCA DEI FILM IN ABRUZZO THE MOVIES FORTRESS IN THE ABRUZZO REGION Una illustrazione dedicata a uno dei luoghi più suggestivi dell'Abruzzo: Rocca Calascio. Così affascinante da essere stata più volte utilizzata come set cinematografico, questa roccaforte torreggia su un rilievo all'interno del Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, avvolta in un'atmosfera a tratti fiabesca.
Segui il richiamo del lupo fino al negozio on- line di #viaggievillaggi e troverai una raffinata stampa su carta perlata da 230gr pronta per arredare il tuo spazio. Eccola qui - - - - - - - - - - - - - - - An illustration dedicated to one of the most striking places in the Abruzzo region: Rocca Calascio. So fascinating that it has been used as a film set several times, this fortress towers on a relief within the Gran Sasso e Monti della Laga National Park, wrapped in a fairy-tale atmosphere.
Follow the wolf's howl to the "Viaggi e Villaggi" shop and you will find a print on 230g pearlescent paper ready to furnish your space. Discover it
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Pietracamela
Pietracamela is a town in Teramo province in the Abruzzo region of eastern Italy. It is located at the feet of the Gran Sasso massif, in the natural park known as the "Gran Sasso e Monti della Laga National Park". It is one of I Borghi più belli d'Italia.
Elevation: 1,005 m
Province: Province of Teramo
Photo credit :
This wonderful photo is by
Paolosilvestriphoto (IG)
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Castelvecchio Calvisio. (AQ) Abruzzo. Italy
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+++ Giornata mondiale del Turismo - 15 motivi per visitare l'Abruzzo #repostagricoloampliato +++
1) Lu magnà. Lu magnà bone. Che sia pesce o sia carne, che siano foglie o siano funghi, il cibo regionale migliore d’Italia è quello abruzzese (e gli arrosticini ne rappresentano solo una minima parte). Non è che lo dico solo io ndundì, lo dice pure Il Gambero Rosso, Slow Food, Alessandro Borghese, Masctro Ndonio detto “Lu Scallanucelle”, gli americani, Bruno Barbieri ecc. Proprio nzi tosce, ndi pu sbajà: devi solo provare per credere.
2) Lu beve. Il Montepulciano d’Abruzzo è uno dei vini più premiati al mondo, ma se proprio non ti piace, c’abbiamo il Cerasuolo, il Pecorino, il Trebbiano e il vino cotto. A livello di superalcolici siamo praticamente imbattili: la genziana, la centerba (per veri uomini), la centuca, l’Aurum, la Ratafia, il San Pasquale, l’Amaro Taccone, l’Amaro Gran Sasso, l’Amaro Jannamico, il Punch abruzzese… Se ti vuoi mbriacà come si deve, semBre qua devi venire.
3) La natura fregna. Montagne: basterebbe il Gran Sasso per vinGere tutto, ma noi ci mettiamo pure la Majella, il Velino, il Sirente, il Morrone e i Monti della Laga. Colline: i nostri “balconi naturali”, come diceva Flaiano. Da un lato vedi la neve, dall’altro il mare. E che vuoi di più, na genziana? Mare. Il nostro mare, caro foresctiero, non è semBre #lutop; ma tu devi sapere che Punta Aderci è una delle spiagge più fregne d’Italia, che la Costa dei Trabocchi è robbba nosctra, e che pure nel Teramano ci stanno varie aree marine protette. Se invece ti danno gusto le pianure: Altopiano del Fucino compà, e ti magni pure due patate. Senti il bisogno di una vacanza al lago? Bene: Scanno (a forma di cuore, #nolechiacchiere), Barrea, Villalago, Campotosto, Casoli, Bomba, Sinizzo… Gita al fiume? Il Tirino è il più limpido d’Europa. Ah, in Abruzzo – ovviamenDe – ci sono tre dei parchi nazionali protetti più grandi d’Italia.
4) Le città d’arte. Argomento dolente, spesso usato dagli sturdilliti per infamare l’Abruzzo. “Gne gne gni gni, in Abruzzo solo besctie e montagne…”. Lu cazz che vi frech. L’Aquila, Celano, Teramo, Atri, Lanciano, Sulmona, Chieti, Vasto, Penne, Giulianova Paese, Guardiagrele, Tagliacozzo… Per non parlare dei borghi autentici: Scanno, Campli, Gessopalena, Civitella del Tronto, Crecchio, Campo di Giove, Civitella Alfedena, Barrea, Opi, Luco dei Marsi, Aielli, Pescina, Città Sant'Angelo, Pacentro, Castelli, Introdacqua, Pescocostanzo, Santo Stefano di Sessanio… e praticamenDe tutti gli altri paesi d’Abruzzo. Arte moderna? Pescara. Siti archeologici? Alba Fucens su tutti. Paesi brutti ngi stanno qua, forse…
5) I Castelli. Qua c’abbiamo na freca di castelli. Scine, proprio ci piacciono i castelli, è come na tradizione per noi fare i castelli. C’abbiamo pure un paese che si chiama Castelli… Rocca Calascio è fra i 10 castelli più belli del mondo secondo il National Geographic; Roccascalegna è fra i 10 più fregni secondo me e pure secondo il regista Matteo Garrone (film “Il racconto dei racconti”). La fortezza di Civitella del Tronto, il castello di Celano, quelli di Ortona, Ortucchio, Bominaco, Castel Manfrino, L'Aquila, Sant’Eusanio Forconese, Balsorano, Crecchio e infiniti altri. I torrioni costieri di Martinsicuro, Alba Adriatica, Giulianova, Torre del Cerrano. Insomma: se ti piacciono i castelli e le torri stai a cavallo.
6) Gli eremi. Abruzzo regione con più eremi d'Italia. Ti danno gusto gli eremi? Allora devi venire in Abruzzo. Santo Spirito a Majella, San Bartolomeo in Legio, San Giovanni all'Orfento, Sant'Onofrio al Morrone, San Ceppato lu Computer, San Michele di Pescocostanzo, San Venanzio, Santa Maria della Ritornata a Civita D'Antino, Sant'Angelo di Palombaro, San Domenico di Villalago, Eremo di San Marco alla Foce, Madonna dell'altare, Sant'Onofrio di Serramonacesca ecc. ecc. Negli eremi abruzzesi, nell'isolamento ascetico della natura più bella del mondo, pare nacque il celebre detto: stetv a la cas.
7) Le bestie, selvatiche mbapì, gli zoo non ci stanno in Abruzzo. L’orso bruno marsicano, il lupo appenninico, cervo, lince, capriolo, camoscio, arvicola delle nevi, volpe, istrice, gatto selvatico, cinghiale, porco, lu mazzamarille, pecora, tasso, vipera, la pandafica, la lontra… La razza canina fregna del pastore abruzzese (#maremannononcreto). L’aquila reale, nibbio, falco pellegrino, grifone, gufo, allocco, picchio, fringuello, lu cardille e lu vasce a pizzichille. In Abruzzo le bestie arrivano pure nei paesi: a Villetta Barrea puoi cenare con un cervo di due metri che ti lecca la coccia; a Silvi girano le mucche per strada; a Giulianova spesso torna lu porch; a Ortona i cerbiatti fanno colazione in pasticceria, a Pescara ci stanno i cavalli sui balconi ecc.
8} Il dialetto. Si può venire in Abruzzo pure per scoprire i dialetti abruzzesi, e uno dice: “Ma perché?”, perché sono dialetti fregni, si capisce. Trovami un altro posto nel mondo dove, ad esempio, puoi sentire la parola: “Frechetengulo” o addirittura "Frechetembett". Non esiste. E l'accento abruzzese non è simile al napoletano, nin pazzieme: l'accento abruzzese ha una sua dignità e varia in base alla zona.
9) Il silenzio agricolo. Il silenzio agricolo è uno stato d’animo, ma anche un luogo geografico. È quella zona d’ombra fra paese e paese, dove non c’è nulla, solo qualche casolare e qualche animale. È l’Abruzzo autentico, la camBagna del cuore, il luogo dei sogni rurali. Se ti piace, non dovrai nemmeno cercarlo: sarà lui a trovare te.
10) La primavera. “La primavera degli Abruzzi è la più bella d’Italia". Ernest Hemingway.
11) La neve. Scine, c'abbiamo un sacco di luoghi comuni sulla neve: l'ha semBre fatto, oddje oddje nin puteme uscì, si scia guardando il mare, non abbiamo paura dell'isolamenDo ecc. Ecco: è tutto vero.
12) I personaggi. In Abruzzo sono nati o vissuti molti personaggi na freca importanti. Mo citarli tutti è impossibile, scorri un po' sta pagina (“L’abruzzese fuori sede”, la cito perché così chi si freca il post facendo copia-incolla almeno si becca l'autore a tradimento) e ti potrai rifare gli occhi.
13) Vacanze in Abruzzo? Sparagne e cumbarisce.
14) Le feste, le sagre, i santi patroni. Qua festeggiamo qualunque cosa, soprattutto d'estate ma non solo. Farchie, faugni, madonne che scappano, feste di settembre, di uttobre, squilla, verginelle, saraceni, banderesi, Sant'Antonio, San Capriele, tutti i santi del calendario, passioni, pupe, perdonanza, catenacci, venerdì santo, giuviddì sande, il buongiorno a Pianella ecc. ecc. Nzomme: la fescta si è semBre fatto.
15) La gente fregna. “In Abruzzo ci sta la gente fregna”, questo è un assioma: un principio evidente per sé, che non ha bisogno di essere dimostrato. Forti, gentili, prima ti chiediamo “Di chi su lu fije?” e poi ti offriamo na tazza.
#punDo
Source: l'abruzzese fuori sede
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Santo Stefano di Sessanio, borgo abruzzese de 111 habitantes, é um dos vilarejos que escapou do abandono graças ao turismo. A 30 km de L'Aquila e a uma altitude de 1251 metros, Santo Stefano está no território do Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga e seu produto típico é uma rara lentilha. Apesar dos danos causados pelo terremoto de 2009, a unidade arquitetônica dessa cidadela fortificada continua evocando os tempos da Baronia e do domínio dos Medici.
Em agosto, passei três dias em Santo Stefano, hospedada (em um quarto muito econômico e confortável achado no Airbnb) por Luigi e Chiara, membros da associação Gira e Rigira, que organiza passeios pela região. Por sorte, bem para esses dias, estava previsto o "Trekking e Cinema, a passo d’asino" e fizemos o caminho até o castelo Rocca Calascio acompanhados por dois burrinhos e um especialista em história do cinema. Cinema, sim, pois esse território é tão sugestivo que foi escolhido como cenário de inúmeros filmes.
Segunda parte.
#abruzzonelcuore#abruzzo#santo stefano di sessanio#santostefanodisessanio#roccacalascio#iborghipiubelli#borghiitaliani#viaggiareperborghi#borghipiubelliditalia#parco nazionale del gran sasso#parconazionaledelgransasso#gransasso#visitabruzzo#italia#italy
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Barisciano è un bellissimo borgo dell’Abruzzo, sorto tra il VI e l’VIII secolo, che si trova in provincia dell’Aquila e che con i suoi circa 1800 abitanti è considerato la Porta del Parco Nazionale del Gran Sasso. Grazie ai suoi mille metri di altitudine, alla vicinanza con il capoluogo abruzzese, dal quale dista solo 18 km, ed alla poca distanza dal mare, gode di un’invidiabile posizione geografica: i dintorni montagnosi a tratti lasciano spazio a inaspettate vallate e altopiani, dando vita paesaggi davvero unici. La sua antica origine si deve all’unificazione di due “ville”, ossia Barisciano di sopra e Barisciano di sotto o Bariscianello, la cui popolazione partecipò attivamente alla fondazione della città de L’Aquila nel corso del Duecento. Barisciano è intriso di storia, di memorie e di tradizioni e la presenza di ampie piazze ed importantissimi monumenti storici ne fanno un luogo dall’incredibile fascino oltre che base di partenza per percorsi alla scoperta degli antichi borghi montani che si trovano nelle prossime vicinanze. Duramente colpito dal terremoto del 2009, Barisciano è oggi uno dei comuni abruzzesi tra i più avanti nel processo di ricostruzione. Molti sono stati i lavori di recupero e mantenimento a salvaguardia soprattutto dei tanti e significativi edifici religiosi e civili presenti nel suo territorio. Il borgo rinato si offre oggi a chi decide di visitarlo come uno scrigno di preziosi tesori di inestimabile bellezza. Cosa vedere e fare nel borgo di Barisciano Uno dei principali punti di interesse del borgo abruzzese è il Castello di Barisciano, una vera e propria fortezza dell’antichità. Eretto nell’XI secolo, fu in passato il luogo adibito ad ospitare tutta la popolazione del paese in caso di pericolo e proprio per questa sua importante funzione, fondamentale nella vita dell’epoca, fu fondato sopra un colle montuoso in una posizione strategica per sovrastare e protegge tutto il borgo medievale sottostante. Durante il periodo del feudalesimo divenne dimora di importanti famiglie aristocratiche del luogo, ma fu oggetto di attacco e venne purtroppo distrutto nel 1424 durante l’assedio alla città per essere definitivamente abbandonato intorno al XVI secolo, quando le esigenze di difesa vennero meno. Dell’antico splendore del castello sono oggi visibili sono dei resti, ciò che rimane di numerosi attacchi e di diversi terremoti che si sono succeduti nel tempo, ma il sito merita sicuramente una visita essendo un’altissima testimonianza delle fortificazioni medievali abruzzesi. Importante edificio religioso, addossato al castello è la Chiesa di San Rocco, che fu eretta a memoria dell’epidemia di peste del 1526 e che venne dedicata a San Rocco, venerato per la sua virtù di conferire miracolose proprietà all’acqua di un pozzo limitrofo. Questa chiesa è oggi meta d’elezione per innumerevoli pellegrini, essendo infatti il luogo al quale si giunge attraversando la celebre Via Mariana: si tratta di un percorso che si snoda lungo un sentiero immerso in un bosco nel quale si trovano cinque nicchie in pietra, custodi dei misteri del Santo Rosario, più una sesta nicchia votiva situata in cima al cammino, dove è stata posta una Madonnina. Il percorso, oltre all’incredibile carica spirituale, gode anche di una notevole bellezza paesaggistica poiché scorre proprio sotto le rovine del Castello di Barisciano. Nel territorio di borgo sono presenti molti altri edifici religiosi che meritano di essere ricordati, come la Chiesa di San Flaviano che risale all’anno 1000 e che fu ricostruita nel 1733 dopo numerosi terremoti o il Santuario della Madonna di Valleverde del ‘500, dal ha un grande valore simbolico in quanto proprio qui furono viste scorrere le miracolose lacrime della Madonna. La Chiesa dell’immacolata Concezione si trova invece a piazza Trieste e la sua costruzione si deve agli antichi feudatari del posto, i Caracciolo, i quali ordinarono l’edificazione di questo edificio di culto proprio accanto al loro palazzo. Particolare importanza riveste tutt’oggi quello che in passato fu sede del Convento Francescano di San Colombo del XIV secolo, oggi meta di pellegrini abruzzesi provenienti da ogni angolo della regione. Il suo nome è dovuto al trasferimento, nel 1740, del corpo di San Colombo Martire dalle catacombe romane di San Callisto all’altare maggiore della chiesa. Oggi le spoglie, che in passato sono state trafugate, non si trovano più nella chiesa e negli ultimi anni il convento è stato convertito in una dimora storica, facendo di questo luogo un punto di incontro, di cultura, di natura e di tradizione, ideale per tutti coloro che desiderano fuggire dallo dallo stress cittadino per rifugiarsi in un luogo di relax e spiritualità. Questo edificio inoltre è anche sede dell’importante Centro Ricerche Floristiche dell’Appennino San Colombo, nel quale vengono conservate e studiate numerose varietà di semi. Al suo interno è ammirabile l’Herbarium Apenninicum è una collezione di piante pressate ed essiccate che conta circa 65.000 campioni meticolosamente catalogati, mentre annesso al centro si trova il Museo del Fiore e dell’Orto Botanico. Barisciano tra natura e tradizioni gastronomiche Il territorio di Barisciano è immerso in un paesaggio incantevole, destinazione perfetta per chi ama i viaggi all’insegna del benessere e del contatto con la natura. Immerso nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, il borgo è punto di partenza per escursioni nel verde, passeggiate a piedi, o tour in bicicletta o a cavallo. A pochi chilometri da Barisciano si trovano inoltre altri borghi medievali di spicco come ad esempio la meravigliosa ed imperdibile Rocca Calascio. Per i buongustai e gli appassionati di buon cibo, Barisciano è famosa per offrire alle buone forchette l’opportunità di assaggiare piatti tipici locali e prodotti della saporita cultura enogastronomica abruzzese. Una delle occasioni migliori per visitare il borgo alla ricerca dei suoi segni culinari è la Sagra della Patata che si svolge ogni anno ad agosto: durante la manifestazione è possibile degustare, oltre che il tubero preparato in infinite versioni e ricette, come il baccalà con patate, anche altre prelibatezze della regione, come gli gnocchi con le salsicce, la pecora alla callara, le scrippelle ‘mbusse, gli arrosticini di pecora o le zeppole. Tradizioni e monumenti di pregio si uniscono in questo piccolo comune dell’Abruzzo, per renderlo meta apprezzata durante tutto l’anno, tra eventi, manifestazioni ed un’aria vibrante di cultura, nella cornice di un borgo d’altri tempi tutto da esplorare. https://ift.tt/3dAVYZQ Cosa vedere nello splendido borgo di Barisciano Barisciano è un bellissimo borgo dell’Abruzzo, sorto tra il VI e l’VIII secolo, che si trova in provincia dell’Aquila e che con i suoi circa 1800 abitanti è considerato la Porta del Parco Nazionale del Gran Sasso. Grazie ai suoi mille metri di altitudine, alla vicinanza con il capoluogo abruzzese, dal quale dista solo 18 km, ed alla poca distanza dal mare, gode di un’invidiabile posizione geografica: i dintorni montagnosi a tratti lasciano spazio a inaspettate vallate e altopiani, dando vita paesaggi davvero unici. La sua antica origine si deve all’unificazione di due “ville”, ossia Barisciano di sopra e Barisciano di sotto o Bariscianello, la cui popolazione partecipò attivamente alla fondazione della città de L’Aquila nel corso del Duecento. Barisciano è intriso di storia, di memorie e di tradizioni e la presenza di ampie piazze ed importantissimi monumenti storici ne fanno un luogo dall’incredibile fascino oltre che base di partenza per percorsi alla scoperta degli antichi borghi montani che si trovano nelle prossime vicinanze. Duramente colpito dal terremoto del 2009, Barisciano è oggi uno dei comuni abruzzesi tra i più avanti nel processo di ricostruzione. Molti sono stati i lavori di recupero e mantenimento a salvaguardia soprattutto dei tanti e significativi edifici religiosi e civili presenti nel suo territorio. Il borgo rinato si offre oggi a chi decide di visitarlo come uno scrigno di preziosi tesori di inestimabile bellezza. Cosa vedere e fare nel borgo di Barisciano Uno dei principali punti di interesse del borgo abruzzese è il Castello di Barisciano, una vera e propria fortezza dell’antichità. Eretto nell’XI secolo, fu in passato il luogo adibito ad ospitare tutta la popolazione del paese in caso di pericolo e proprio per questa sua importante funzione, fondamentale nella vita dell’epoca, fu fondato sopra un colle montuoso in una posizione strategica per sovrastare e protegge tutto il borgo medievale sottostante. Durante il periodo del feudalesimo divenne dimora di importanti famiglie aristocratiche del luogo, ma fu oggetto di attacco e venne purtroppo distrutto nel 1424 durante l’assedio alla città per essere definitivamente abbandonato intorno al XVI secolo, quando le esigenze di difesa vennero meno. Dell’antico splendore del castello sono oggi visibili sono dei resti, ciò che rimane di numerosi attacchi e di diversi terremoti che si sono succeduti nel tempo, ma il sito merita sicuramente una visita essendo un’altissima testimonianza delle fortificazioni medievali abruzzesi. Importante edificio religioso, addossato al castello è la Chiesa di San Rocco, che fu eretta a memoria dell’epidemia di peste del 1526 e che venne dedicata a San Rocco, venerato per la sua virtù di conferire miracolose proprietà all’acqua di un pozzo limitrofo. Questa chiesa è oggi meta d’elezione per innumerevoli pellegrini, essendo infatti il luogo al quale si giunge attraversando la celebre Via Mariana: si tratta di un percorso che si snoda lungo un sentiero immerso in un bosco nel quale si trovano cinque nicchie in pietra, custodi dei misteri del Santo Rosario, più una sesta nicchia votiva situata in cima al cammino, dove è stata posta una Madonnina. Il percorso, oltre all’incredibile carica spirituale, gode anche di una notevole bellezza paesaggistica poiché scorre proprio sotto le rovine del Castello di Barisciano. Nel territorio di borgo sono presenti molti altri edifici religiosi che meritano di essere ricordati, come la Chiesa di San Flaviano che risale all’anno 1000 e che fu ricostruita nel 1733 dopo numerosi terremoti o il Santuario della Madonna di Valleverde del ‘500, dal ha un grande valore simbolico in quanto proprio qui furono viste scorrere le miracolose lacrime della Madonna. La Chiesa dell’immacolata Concezione si trova invece a piazza Trieste e la sua costruzione si deve agli antichi feudatari del posto, i Caracciolo, i quali ordinarono l’edificazione di questo edificio di culto proprio accanto al loro palazzo. Particolare importanza riveste tutt’oggi quello che in passato fu sede del Convento Francescano di San Colombo del XIV secolo, oggi meta di pellegrini abruzzesi provenienti da ogni angolo della regione. Il suo nome è dovuto al trasferimento, nel 1740, del corpo di San Colombo Martire dalle catacombe romane di San Callisto all’altare maggiore della chiesa. Oggi le spoglie, che in passato sono state trafugate, non si trovano più nella chiesa e negli ultimi anni il convento è stato convertito in una dimora storica, facendo di questo luogo un punto di incontro, di cultura, di natura e di tradizione, ideale per tutti coloro che desiderano fuggire dallo dallo stress cittadino per rifugiarsi in un luogo di relax e spiritualità. Questo edificio inoltre è anche sede dell’importante Centro Ricerche Floristiche dell’Appennino San Colombo, nel quale vengono conservate e studiate numerose varietà di semi. Al suo interno è ammirabile l’Herbarium Apenninicum è una collezione di piante pressate ed essiccate che conta circa 65.000 campioni meticolosamente catalogati, mentre annesso al centro si trova il Museo del Fiore e dell’Orto Botanico. Barisciano tra natura e tradizioni gastronomiche Il territorio di Barisciano è immerso in un paesaggio incantevole, destinazione perfetta per chi ama i viaggi all’insegna del benessere e del contatto con la natura. Immerso nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, il borgo è punto di partenza per escursioni nel verde, passeggiate a piedi, o tour in bicicletta o a cavallo. A pochi chilometri da Barisciano si trovano inoltre altri borghi medievali di spicco come ad esempio la meravigliosa ed imperdibile Rocca Calascio. Per i buongustai e gli appassionati di buon cibo, Barisciano è famosa per offrire alle buone forchette l’opportunità di assaggiare piatti tipici locali e prodotti della saporita cultura enogastronomica abruzzese. Una delle occasioni migliori per visitare il borgo alla ricerca dei suoi segni culinari è la Sagra della Patata che si svolge ogni anno ad agosto: durante la manifestazione è possibile degustare, oltre che il tubero preparato in infinite versioni e ricette, come il baccalà con patate, anche altre prelibatezze della regione, come gli gnocchi con le salsicce, la pecora alla callara, le scrippelle ‘mbusse, gli arrosticini di pecora o le zeppole. Tradizioni e monumenti di pregio si uniscono in questo piccolo comune dell’Abruzzo, per renderlo meta apprezzata durante tutto l’anno, tra eventi, manifestazioni ed un’aria vibrante di cultura, nella cornice di un borgo d’altri tempi tutto da esplorare. Barisciano è un borgo abruzzese che ha saputo rinascere dopo il terremoto dell’Aquila, facendosi apprezzare per la sua storia e le sue bellezze.
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Santo Stefano di Sessanio - Borghi più belli d'Italia
Santo Stefano di Sessanio – Borghi più belli d’Italia
Santo Stefano di Sessanio un borgo magico immerso nel Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga. A circa 1250 metri di altitudine sul Gran Sasso in Abruzzo troviamo uno dei “Borghi più belli d’Italia”: Santo Stefano di Sessanio. Si trova in posizione panoramica rispetto alla Piana di Campo Imperatore che offre scorci di incredibile bellezza. Il borgo oggi immerso nella quiete è…
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#Abruzzo#acqua.trekking#arte#bike#biologico#castello#cultura#enogastronomia#escursioni#esperenziale#Italia#montagna#parco naturale#sport#tradizioni#trekking#tutela
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ASCOLI PICENO – L’8 Marzo prossimo, i cittadini di Valle Castellana, saranno chiamati, attraverso un referendum, ad esprimersi, se restare in Abruzzo, o entrare a far parte integrante della Regione Marche. Trattandosi di un referendum di rango costituzionale dovrà avere il 50% più uno degli aventi diritto al voto.
Sarà questa l’ultimo capitolo di una lunghissima storia che ha visto per anni i cittadini di Valle Castellana impegnati nella difficile battaglia per entrare a far parte della Regione Marche e della Provincia di Ascoli Piceno. Da anni, infatti, i residenti di questo piccolo Comune di 911 abitanti posto a 630 metri s.l.m., tra i bellissimi Monti della Laga, con castagneti secolari, un ambiente incontaminato con borghi in pietra e vecchi mulini in disuso, lamentavano lo stato di abbandono dalla provincia di Teramo distante circa 40 km. Molto più vicino e facile da raggiungere Ascoli Piceno, distante 18 km. Inoltre il territorio del Comune di Valle Castellana ricade già dal punto di vista giuridico, nelle competenze del tribunale di Ascoli.
“Ora, finalmente, la parola passa ai cittadini- ha commentato il Vice Presidente del Consiglio Regionale, Piero Celani- Saranno loro a mettere la parola fine su una lunga vicenda che ha dovuto affrontare momenti difficili nelle pastoie di una normativa che ha richiesto molto tempo per la soluzione fino al via libera della Corte di Cassazione”.
“Auspico che i cittadini di Valle Castellana – aggiungee Celani – votino per il passaggio alle Marche. E’ la naturale conclusione per una popolazione che amministrativamente ricade in territorio abruzzese ma geograficamente è sempre stata ascolana. Con il passaggio di questo territorio nelle Marche, potremo dare continuità al progetto di sviluppo economico e turistico del comprensorio montano dei Monti Gemelli.
E’ un’occasione davvero unica. Poi la Provincia di Ascoli e la Regione Marche faranno, ne sono certo, la loro parte per sistemare le strade e i servizi e per dare le giuste e attese risposte agli abitanti di quel comprensorio, finalmente “Piceni ed Ascolani” non solo geograficamente, ma anche amministrativamente”.
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La storia dell’Agnello d’Abruzzo
La storia dell’Agnello d’Abruzzo
La storia dell’Agnello d’Abruzzo La storia dell’Agnello d’Abruzzo
Da millenni i territori abruzzesi rappresentano la patria dell’allevamento ovino. I paesi e i borghi che sorgono tra le montagne della Laga e del Gran Sasso sono divenuti ricchi grazie al commercio della lana, alla produzione di carne e formaggi tipici. La ricca biodiversità vegetale trasferisce ad esempio alla carne ovina…
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Il 15 agosto la Chiesa universale celebra la solennità dell’Assunzione di Maria al cielo, dogma dichiarato da Pio XII nel 1950 nella costituzione apostolica Munificentissimus Deus. Una ricorrenza festeggiata con particolare dedizione dalle comunità di Torrita e Collemoresco, che venerano la Vergine Assunta quale patrona.
Le due località sono comprese nel parco del Gran Sasso e Monti della Laga, ma figurano anche tra le più colpite dal sisma del 24 agosto 2016. Le precarie condizioni in cui versano i due borghi non hanno tuttavia impedito lo svolgersi dei festeggiamenti religiosi, che hanno interessato attivamente quest’anno anche le altre vicine comunità.
La festa ha visto il primo momento di preghiera presso il centro Caritas di Santa Giusta: nella tenda magazzino trasformata per l’occasione in un’aula liturgica ci si è ritrovati per la recita dei Primi Vespri della solennità presieduti da padre Davide Marialuise MMI, seguiti dalla Messa della vigilia. L’animazione liturgica è stata curata dalle Suore Benedettine di Carità del vicino convento di Scai, in collaborazione con il seminarista diocesano reatino Marcello Imparato.
Alle ore 21 si è poi convenuti al Santuario della Madonna delle Grazie di Varoni con la recita del Santo Rosario meditato, animato dai fedeli della parrocchia e dai giovani volontari della Lombardia. I bagliori dei piccoli lumi offerti alla Madonna dai partecipanti hanno reso unico l’intenso momento di meditazione.
L’azione liturgica più importante si è tenuta il giorno 15. La solenne Eucaristica è stata presieduta dal direttore della Caritas della diocesi di Rieti, don Fabrizio Borrello ed è stata celebrata nello spazio del parco giochi di Torrita. I giardinetti pubblici, resi fruibili dai volontari della Caritas di Matera nei giorni antecedenti, hanno accolto le chiese di Collemoresco e Torrita. Il sacro rito è proseguito con la processione che ha sostato di fronte ai ruderi della chiesa di San Giovanni Bosco per la recita della supplica a Santa Maria Assunta.
Alle ore 18.30 la Santa Messa Vespertina e il canto del Vespro hanno coinvolto la comunità di Scai-Varoni, che si è ritrovata numerosa e unita nella cappella prefabbricata del paese.
Il giorno successivo, il piccolo borgo di Collemoresco ha voluto concludere i festeggiamenti con un ulteriore momento di preghiera. Durante la Santa Messa sono state affidate alla comunità parrocchiale le tovaglie d’altare recuperate dalla chiesa di San Martino segno di un nuovo possibile ritorno alla agognata quotidianità.
Festa dell’Assunta a Torrita e Collemoresco: il terremoto non ferma la devozione Il 15 agosto la Chiesa universale celebra la solennità dell’Assunzione di Maria al cielo, dogma dichiarato da Pio XII nel 1950 nella costituzione apostolica Munificentissimus Deus.
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Festival Culturale dei Borghi Rurali della Laga 2025: al via la cerimonia di apertura ad Ascoli Piceno
Un evento dedicato alla valorizzazione delle comunità rurali e al riequilibrio culturale tra aree urbane e montane
Un evento dedicato alla valorizzazione delle comunità rurali e al riequilibrio culturale tra aree urbane e montane Ascoli Piceno è pronta ad ospitare la cerimonia di apertura del Festival Culturale dei Borghi Rurali della Laga – Edizione 2025, un appuntamento imperdibile per la promozione del patrimonio culturale e sociale delle comunità montane. L’evento si svolgerà sabato 22 febbraio 2025,…
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L’estate abruzzese inizia con Abruzzo Open Day Summer 2017
L’estate in Abruzzo inizia in anticipo e in grande stile: dal 27 maggio al 4 giugno, infatti, torna l’appuntamento unico di Abruzzo Open Day nella sua edizione estiva.
Dopo il successo dell’edizione Winter , saranno più di cento le esperienze estive di ogni tipo adatte a tutti i gusti, a tutte le età, a tutte le esigenze proposte dalla regione per mostrare ai turisti di cosa è capace.
“Abruzzo Open Day si conferma un grande contenitore di esperienze tra le più evocative e autentiche che l’estate abruzzese è in grado di proporre e rappresenta, nel panorama nazionale, un’importante rivoluzione in tema di offerta turistica. Dentro ci sono la promozione, l’accoglienza e la capacità organizzativa di un intero territorio”, spiega Giovanni Lolli, Vice Presidente e Assessore al Turismo della Regione Abruzzo: gli Abruzzo Open Day sono infatti un format mai sperimentato in Italia, basato su una ricca offerta di eventi e esperienze in contemporanea.
Smart&Sports
Troviamo anche in questa edizione i sei cluster che dividono le attività in base all’ambito di appartenenza. Smart&Sports è l’insieme di esperienze adatte a chi ama lo sport, agonistico o meno, e la vita all’aria aperta. Abruzzo Open Day si dedicherà agli amanti della bici con Borghi di Maja in Bici, un percorso cicloturistico tra i borghi Majella, e con la Biking Week, che si svolgerà tra le Colline Teramane e il Gran Sasso e Monti della Laga, ma anche all’equitazione con da Equigiocando di Pratola Peligna (AQ) e ai runners, che correranno tra i maggiori siti archeologici e monumenti di S. Benedetto dei Marsi nella VII CORRI MARRUVIUM. Il Gran Sasso Outdoot Gran Prix coinvolge invece tantissimi comuni del Gran Sasso con esperienze trekking a cavallo, orienteering, nordic walking e running.
Smart&Sea
Gli sportivi potranno divertirsi anche al mare con la 4 Maratonina del Mare che si correrà a Pescara e con il festival Sport & Sound Wave di Tortoreto (TE), dedicato a tutti i tipi di sport che è possibile praticare sulla spiaggia e nel mare, entrambi parte del cluster Smart&Sea. Smart&Sea però non è solo sport: sempre a Pescara sarà possibile partecipare al Cammino dell’Adriatico, con passeggiate guidate e mostre dedicate ai luoghi della costa Abruzzese, o trascorrere un giorno in barca a vela partecipando a tre mini-regate, mentre a Giulianova (TE) ci si potrà avventurare in una romantica mini-crociera al tramonto.
Smart&Wild
Dalla costa ci dirigiamo verso l’entroterra: l’Abruzzo è considerato il cuore verde d’Italia grazie alla sua natura unica, tutelata da parchi e riserve dove i panorami mozzafiato, la natura incontaminata e la fauna locale sono protagonisti. Per scoprire il patrimonio naturale Abruzzese, Abruzzo Open Day propone il cluster Smart&Wild, nel quale spiccano le attività dedicate alla riscoperta dell’antico mestiere pastorale: così ad Anversa degli Abruzzi (AQ) potrete ripercorrere gli antichi percorsi della transumanza, mentre a Roccamontepiano (CH) sarete pastori per un giorno e una notte. A Borrello invece le celebri cascate diventano lo scenario dell’iniziativa di Natural Therapy dedicata in particolare ai ragazzi autistici, che in quattro giornate potranno partecipare a passeggiate con i pony e a cavallo, pet therapy, onoterapia e attività laboratoriali.
Smart&Good
Che in Abruzzo la cucina sia una risorsa importantissima non è di certo un segreto: Smart&Good ci porta alla scoperta dell’enogastronomia regionale partendo dalle degustazioni di vini di Cantine Aperte fino all’esclusivo convegno con cena di Corbellino, Fr. Fagnano Alto (AQ) intitolato Il Borgo Racconta: il Tartufo d’Abruzzo e i Grani Antichi Aquilani, dalla 15 edizione di Asparagi in Festa di San Vincenzo Valle Roveto (AQ), in cui i piatti tipici a base di asparagi vengono affiancati da corsi e laboratori dedicati agli antichi mestieri artigiani, a Cala Lenta, l’evento dedicato alla cucina a base di pesce della Costa dei Trabocchi.
Smart&Cult
Smart&Cult è un trionfo di cultura e tradizione: ci saranno concerti e festival musicali, tra cui ricordiamo il Festival teramano del Saltarello, mostre uniche come Antichi Popoli – Antiche Carte di Giulianova (TE) in cui sarà esposta l’antica cartografia romana, fiere come Tempolibro di Nereto (TE) dedicata all’editoria, tributi a Ovidio, corsi per imparare gli antichi mestieri della tessitura degli arazzi e della ceramica, entrambi a Penne (PE). Marsica. Open Archaeology è invece una mostra unica dedicata alla presenza dell’uomo nella Marsica nel corso dei millenni, che si svolgerà ad Avezzano (AQ) e che renderà possibile entrare nella vita quotidiana del passato, mentre Borghi di Santi, Fanti e Bevitori è un percorso del vino animato da trekking urbano, street band e visite guidate che potrete sperimentare a Civitella del Tronto (TE). Gli amanti dei castelli avranno pane per i loro denti nei borghi chietini dell’Aventino, mentre a Riano (AQ) ci sarà l’antichissima Maggiolata, la festa della ciliegia.
Smart&Fantasy
Smart&Fantasy infine è il cluster dedicato alle famiglie e ai bambini, per cui Abruzzo Open Day prevede anche il soggiorno gratuito nelle strutture ricettive della regione. Tra gli eventi dedicati ai più piccoli spicca di sicuro la Cordesca sulmonese (PE), un corteo storico dedicato al rinascimento dove i bambini sono i soli protagonisti. A Farinandola (PE) ci sarà invece Circontriamoci, un laboratorio esperienziale per bambini e ragazzi per imparare le tecniche basii della giocoleria, della magia e dell’equilibrismo, seguito da uno spettacolo di tessuti aerei e da uno di magia, mentre a Lanciano la Fiera delle Meraviglie comprenderà laboratori, mercatini, street food, musica live, giostre e gonfiabili, spettacoli circensi, mostre mercato sui fiori e sulla pasticceria, cake design, percorsi benessere, voli in mongolfiera e molto altro ancora.
Insomma, dal 27 maggio al 4 giugno non prendete impegni: venite in Abruzzo e scoprite quanto vale davvero questa terra, spesso troppo poco considerata a livello turistico.
Federica Miri
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Abruzzo Open Day Summer 2017 L’estate abruzzese inizia con Abruzzo Open Day Summer 2017 L’estate in Abruzzo inizia in anticipo e in grande stile: dal 27 maggio al 4 giugno, infatti, torna l’appuntamento unico di Abruzzo Open Day nella sua edizione estiva.
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Da Crognaleto a Cesacastina
per la Valle delle Cento Cascate
itinerario escursionistico
Tratto del percorso della Valle delle Cento Cascate
Un percorso da farsi in primavera inoltrata, per due motivi, il primo è perché l’itinerario si effettua oltre i 1000 metri di altitudine e quindi quasi impraticabile e il secondo, invece, è dato dal fatto che la bellezza delle cascate, lungo il percorso del Torrente Fosso dell’Acero, in quel periodo sono cariche d’acqua.
Un percorso non facile e poco segnalato ma non per questo da scartare, per gli amanti del trekking ma anche per chi vuole arrivare dove può, in mezzo ad una natura, dove in primavera è un’esplosione di fiori di tutti i colori e specie, comprese quelle di diverse orchidee selvatiche.
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Crognaleto per la Valle delle Cento Cascate
Prima tappa è Crognaleto, un comune in provincia di Teramo, fa parte del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga a 1100 metri sul livello del mare.
Si estende sui due versanti della valle del Vomano, tra il Gran Sasso e i Monti della Laga, non ha molti abitanti ma il suo territorio comprende 21 frazioni, alcune delle quali anticamente, facenti parte della vicina Amatrice, poi annesse al comune di Crognaleto durante l’occupazione napoleonica e tutte attraversate o nelle vicinanze di quella che era, la Via Cecilia, che si staccava dalla Salaria per raggiungere l’Adriatico all’altezza di Giulianova.
Tutto il territorio con le frazioni sono ricche di insediamenti archeologici, solo questi valgono la gita per la Valle delle Cento Cascate, un’altra cosa per cui vale una gita in questi luoghi con una natura pressoché intatta, è la Ventricina, un prodotto tipico della zona per cui Crognaleto è famosa.
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La Ventricina
La Ventricina è un insaccato, uno dei salumi italiani più costosi, solo la carne nobile del maiale è l’ingrediente principale ed è tagliata a punta di coltello a formare dei cubetti.
Nell’impasto viene poi messa una percentuale più alta di peperone, tritato, dolce ed una piccola percentuale di peperoncino. Altro ingrediente è il finocchietto.
Viene insaccata nella vescica del maiale, originariamente, veniva usato lo stomaco del suino e da ciò il nome Ventricina.
Dopo la maturazione, preferibilmente con leggera affumicatura, la stagionatura, si mangia spalmato sul pane o come ingrediente per sughi importanti.
Panorama su Cesacastina e il Gran Sasso
Cesacastina
A pochi chilometri troviamo Cesacastina, una delle 21 frazioni che formano il comune di Crognaleto.
E’ il luogo ideale per tutti gli escursionisti sia a piedi con bellissimi percorsi in mezzo alla natura incontaminata, a cavallo tra boschi e valloni e Mountain Bike su e giù per i sentieri sterrati della zona.
Si trova a 1150 metri s.l.m., è suddiviso in quattro borghi, quello più storico, antico, si trova ai piedi del paese, borgo “Combrello“, le case sono costruite in pietra arenaria, borgo “Colle” dove sono rappresentati versetti e motti incisi su porte e finestre degli edifici.
Borgo “Mastrisco” la cronaca popolare, narra che il borgo è stato colpito da smottamento, da ciò deriva il suo nome che in dialetto locale vuol dire “rimasto in loco“.
Borgo ” Villa “, divenuto famoso per la sua posizione strategica, poiché in poco tempo è possibile raggiungere la Valle delle Cento Cascate, da dove poi si può raggiungere Monte Gorzano la vetta più alta del Lazio e dei Monti della Laga, con una spettacolare vista sul Gran Sasso d’Italia.
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Tratto delle Valle delle Cento Cascate
una delle cascate
Il percorso per la Valle delle Cento Cascate
Da Cesacastina, parte il percorso n°37 del CAI per la Valle delle Cento Cascate, l’inizio del percorso non è facilissimo da individuare.
Dietro alla bella chiesetta, vi è la strada che attraversa il paese, fino ad arrivare ad un facile sterrato, che si arrampica verso la montagna.
Dopo un paio chilometri, si incontra un bivio, con un campo sportivo, un fontanile, grandi spazi erbosi con un bellissimo panorama.
Seguendo le rare indicazioni segnate in bianco e rosso, si prosegue la strada sterrata fino a trovare un sentiero, sulla sinistra che si inoltra nel bosco e dopo una camminata di circa una mezz’ora il sentiero si apre in una valle dove confluiscono le acque delle cento cascate.
Risaliamo il torrente dove lo spettacolo si apre ai nostri occhi man mano che ci inerpichiamo, cascate e cascatelle, si susseguono in un fragore di acque tumultuose, fino ad arrivare, incantati dagli spettacolari colori dei fiori e dalle sue numerose varietà, dalla maestosità dei panorami che si intravedono dagli squarci che si aprono nella vegetazione, su un piccolo pianoro dove dal manto erboso sgorgano da tutte le parti, come dal nulla, rivoletti di acque freschissime.
Il panorama è da mozzafiato, permette di abbracciare la valle, la pianura e tutto il gruppo del Gran Sasso, siamo arrivati sulla cima del Gorzano, da dove inizia la Valle delle Cento Cascate, a quota 1800 metri.
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Valle delle Cento Cascate Da Crognaleto a Cesacastina per la Valle delle Cento Cascate itinerario escursionistico Un percorso da farsi in primavera inoltrata, per due motivi, il primo è perché l’itinerario si effettua oltre i 1000 metri di altitudine e quindi quasi impraticabile e il secondo, invece, è dato dal fatto che la bellezza delle cascate, lungo il percorso del Torrente Fosso dell’Acero, in quel periodo sono cariche d’acqua.
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Castelvecchio Calvisio. (AQ) Abruzzo. Italy
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SAN BENEDETTO – “Sole e mare non bastano più, è necessario un turismo del territorio che segua la logica del buon vivere e dello stare bene. Questo deve essere un valore aggiunto, un’alternativa alla vacanza classica. Un percorso che non si fermi alla fotografia ma che rappresenti uno stile, un brand da mettere a disposizione dei turisti”. Così il sindaco Pasqualino Piunti apre la conferenza stampa di presentazione del convegno Turismo e Territorio-Idee e Progetti per il Piceno, organizzato dai gruppi consiliari assemblea legislativa Marche e Comune di San Benedetto di Forza Italia.
L’ appuntamento è fissato per venerdì 26 ottobre alle ore 15.30 presso l’ auditorium comunale Tebaldini. Vi prenderanno parte diversi esponenti azzurri, i senatori Andrea Cangini e Massimo Mallegni, l’ on. Simone Baldelli, il capogruppo in consiglio regionale Jessica Marcozzi ed il commissario Forza Italia Marche Marcello Fiori, oltre al sindaco Pasqualino Piunti e al vice presidente del Consiglio Regionale Piero Celani.
“Il turismo –afferma Piero Celani– è una delle voci più importanti per il nostro territorio. Due parchi nazionali, i Sibillini e la Laga, citta d’arte, San Benedetto e la Riviera delle Palme, borghi affascinanti ed un entroterra incontaminato. Un mix tra storia, cultura, natura ed enogastronomia che fanno del Piceno un territorio a forte valenza turistica particolarmente apprezzata. Ma anche un territorio squassato dagli eventi sismici che ha visto la contrazione del turismo”.
Perché San Benedetto come sede del convegno? “Perché –risponde Celani- la Riviera delle Palme è l’autostrada del turismo ed ora dobbiamo metterla in comunicazione con i viottoli del turismo dell’ entroterra. Dobbiamo presentare progetti dove c’è un turismo forte e consolidato per fare capire che siamo in grado di vendere la qualità della vita del territorio. Un concetto culturale da inculcare ad amministratori e operatori turistici. Il target del turista è finalizzato dall’ accoglienza. Uno dei punti di debolezza è la scarsa recettività non solo sulla costa ma anche nell’ entroterra. Questo convegno –conclude Celani- è fatto da una parte politica, ma non è di parte. Ci sono valutazioni asettiche. Il turista non può essere considerato sempre e solo come un ospite, va trattato come un invitato. Va coccolato standogli attorno con dei servizi all’ altezza”.
“San Benedetto –chiude la serie degli interventi il consigliere comunale Valerio Pignotti– è la città leader del territorio e per questo motivo si deve attuare una politica turistica che parta dalla nostra città e che valorizzi tutte le specificità del Piceno. Come Forza Italia pensiamo che capire il nostro territorio sia la strada giusta per il suo rilancio”.
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