#letteratura italiana del Novecento
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thecommaconstellation · 6 months ago
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“Ho avuto solo qualche colloquio umano (o almeno tale è stato per me) con Elémir Zolla, di cui le dissi, mi sembra. Non posso dire molto di lui, ma dopo il saggio su «Tempo Presente» mi sembra di poter rischiare - puntare molto su quest’uomo, intendo. Se lo avessimo avuto a Firenze (quando ancora eravamo uniti, solitari e orgogliosi) l’«Attenzione» forse sarebbe nata. Ma lui allora stava solo a Torino, in una cameretta, scrivendo. Si è preparato per lunghi anni, con una ascesi indefettibile (che non ha rotto neppure venendo qui, buttandosi nella lotta), ed ora è una spada lucida, di nobile metallo. Credo di averlo incontrato al momento giusto - sulla via di ritorno al mio centro, dopo due anni di viaggio (necessari). Ma Z. di viaggi non ha avuto bisogno: aveva l’attenzione. È molto malato, mi dicono, di petto e di reni. La nevrosi, certo, gli gronda da ogni gesto. Ma nulla di tutto questo lo intacca (potrebb’essere un meraviglioso personaggio di Cechov).
Ieri, unico giorno di tregua dal 13 gennaio, parlammo insieme dalle 5 all’1 di notte. Non so che cosa pensi di me e non me ne importa. La sua intransigenza è un miracolo che mi basta; è il solo che non abbia ceduto, che l’ipnosi del costume non abbia mai attaccato. (E non ha fede, ch’io sappia, né altra dottrina che non sia il culto della verità).”
Cristina Campo, Lettere a Mita
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pier-carlo-universe · 6 days ago
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Amore in lontananza: La poesia dell'anima nelle parole di Antonia Pozzi. Recensione di Alessandria today
Un viaggio poetico tra nostalgia, paesaggi e desiderio
Un viaggio poetico tra nostalgia, paesaggi e desiderio Antonia Pozzi e la forza evocativa di “Amore in lontananza” La poesia “Amore in lontananza” di Antonia Pozzi ci conduce in un delicato paesaggio interiore, dove i ricordi dell’infanzia si intrecciano con il desiderio di scoprire nuovi orizzonti. Attraverso i suoi versi, l’autrice rivela la sua profonda connessione con la natura e la…
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donaruz · 9 months ago
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"Essere se stessi è una virtù esclusiva dei bambini, dei matti e dei solitari."
Il 18 Febbraio 1940, esattamente 82
anni fa, nasceva a Genova il cantautore e poeta italiano Fabrizio De Andre 🎵
Cantore dei poveri e degli emarginati, De André ha rivoluzionato la canzone d'autore con brani scomodi e taglianti. Ma accarezzati sempre da una profonda dolcezza e umanità.
Molti testi delle sue canzoni sono considerate da alcuni critici vere e proprie poesie, tanto da essere inserite in varie antologie scolastiche di letteratura già dai primi anni settanta e da ricevere gli elogi anche di grandi nomi della poesia come Mario Luzi. È stato anche uno degli artisti che maggiormente hanno valorizzato la lingua ligure. Fabrizio De André è considerato uno dei più grandi poeti italiani del Novecento oltre che un vero e proprio genio della canzone italiana: nella sua carriera ha venduto 65 milioni di dischi, guadagnando un posto nella classifica degli artisti italiani di maggior successo.
Atlantide
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libriaco · 2 months ago
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AI, AI, Pavese!
Se ne scrive così spesso, di Cesare Pavese, da credere che ormai anche l'AI/IA ne sappia abbastanza, invece, alla richiesta di visualizzare la lista di romanzi di Cesare Pavese, candidamente mi risponde:
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Povero Gesualdo Bufalino, privato all'improvviso del suo romanzo, peraltro pubblicato nel 1981 e lui vivente.
Scritto in piccolo, ChatGPT aggiunge: ChatGPT può commettere errori. Considera di verificare le informazioni importanti. (sic!)
Copiaincollo di seguito il testo dell'immagine sopra, per pura cattiveria: un altro avvertimento a piè di risultato recita infatti: Le chat potrebbero essere esaminate e utilizzate per addestrare i nostri modelli.
Vi immaginate l'AI/IA che si addestra sui suoi stessi risultati sbagliati???
Cesare Pavese è uno dei più importanti scrittori italiani del Novecento, noto per i suoi romanzi che esplorano temi di solitudine, alienazione e la condizione umana. Ecco una lista dei suoi romanzi principali: "Il mestiere di vivere" (1935) – Anche se è più conosciuto come un diario, offre una visione profonda della sua esperienza e della sua arte. "La casa in collina" (1948) – Racconta le esperienze di un uomo che vive in una casa su una collina durante la Seconda Guerra Mondiale. "La luna e i falò" (1950) – Uno dei suoi romanzi più celebri, che narra la storia di un ritorno alle origini e riflette sulla identità e la solitudine. "Tra donne sole" (1950) – Una raccolta di racconti che esplora le difficoltà e le esperienze di diverse donne. "Il carcere" (1949) – Un romanzo che riflette l'esperienza di Pavese durante la sua detenzione politica e le sue riflessioni sul tema della libertà e della reclusione. "Diceria dell’untore" (1962) – Pubblicato postumo, questo romanzo è spesso considerato il suo capolavoro e narra la storia di un malato di tubercolosi in una sanatorio. Cesare Pavese ha scritto anche numerosi racconti e poesie che arricchiscono la sua produzione letteraria. La sua opera è fondamentale per comprendere le dinamiche della letteratura italiana del Novecento.
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abatelunare · 8 months ago
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Curiosity killed the cat
La letteratura italiana del Novecento è piena zeppa di autori che hanno pubblicato un sacco, ma che nessuno (o quasi) conosce perché non si pubblicano più. Penso - giusto per fare solo qualche nome - ad Alfredo Oriani, Luciano Zuccoli, Antonio Beltramelli, Salvator Gotta, Lucio d'Ambra, Virgilio Brocchi, Jolanda, Annie Vivanti. Io tutta 'sta gente l'ho scoperta per puro caso, mosso come sono da una curiosità che in campo letterario assume connotazioni a dir poco patologiche. Se è vero che essa ha ucciso il gatto, io sono morto un sacco di volte. Meno male che resuscito sempre. Anche se non sono un gatto.
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cinquecolonnemagazine · 1 year ago
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Romanzi italiani del 900: racconti di un secolo di cambiamenti
I romanzi italiani del 900 hanno saputo catturare le sfumature della società, la politica, la cultura e le emozioni di un Paese che ha vissuto due guerre mondiali, profonde trasformazioni sociali e una rapida modernizzazione. Per questo motivo la letteratura italiana nel Novecento è un affascinante mosaico di stili, voci e storie che riflettono il tumultuoso periodo storico attraversato dall'Italia durante quel secolo. I primi anni del 900: il Futurismo Gli inizi del Novecento italiano hanno visto emergere il movimento futurista, che ha cercato di abbracciare il cambiamento e l'innovazione nella letteratura, nell'arte e nella società. Un esempio notevole di romanzi futuristi è "Zang Tumb Tumb" di Filippo Tommaso Marinetti, un'opera che sperimenta con la forma e il suono delle parole per esprimere l'entusiasmo per la modernità e la tecnologia. Questo movimento ha contribuito a gettare le basi per il modernismo letterario in Italia. I romanzi italiani del 900 e la Seconda Guerra Mondiale La Seconda Guerra Mondiale è stata un'incredibile fonte di ispirazione per gli scrittori italiani dell'epoca. - "Il giardino dei Finzi-Contini" (1962) di Giorgio Bassani narra la triste pagina della persecuzione degli ebrei. - "La casa in collina (1948) di Cesare Pavese analizza la guerra in quanto impegno storico e civile. - "Il sentiero dei nidi di ragno" (1947) è uno dei più bei romanzi sulla Resistenza. - "La ciociara" (1957) di Alberto Moravia rappresenta un'altra tragica pagina del conflitto: lo sbarco degli alleati Il dopoguerra, con tutte le difficoltà della ripresa economica, ha ispirato, invece, la nascita di una vera e propria corrente letteraria che ha coinvolto la letteratura e il cinema: il neorealismo. I romanzi neorealisti più emblematici sono: - "Ragazzi di vita" (1955) di Pier Paolo Pasolini; - "Una questione privata" (1963) di Beppe Fenoglio; - "Se questo è un uomo" (1947) di Primo Levi; - "La romana" (1947) di Alberto Moravia. I romanzi postmoderni Gli anni '60 hanno portato una nuova onda di romanzi italiani che riflettevano i cambiamenti sociali e culturali in corso. "Il Gattopardo" di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, pubblicato postumo nel 1958, ha catturato l'atmosfera di una società aristocratica in declino. Altro autore esemplare di questo periodo fu Leonardo Sciascia che con i suoi romanzi accese un faro sulla Sicilia e sul fenomeno della mafia. Ricordiamo "Il giorno della civetta", "A ciascuno il suo", "Il caso Majorana". Negli anni '70 e '80, l'Italia ha assistito a una rinascita letteraria con l'emergere di autori postmoderni come Umberto Eco, che ha scritto "Il nome della rosa" (1980), un romanzo che mescola storia, mistero e teologia. I romanzi che in una certa misura hanno segnato gli anni Novanta del Novecento sono "Castelli di rabbia" (1991), "Oceano mare" (1993), "Seta" (1996) di Alessandro Baricco. In copertina foto di Priscilla Du Preez 🇨🇦 su Unsplash Read the full article
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londranotizie24 · 6 days ago
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Di Pietro Nigro Evento speciale all'Istituto Italiano di Cultura di Londra per celebrare il centenario di Paolo Volponi, autore di spicco del Novecento italiano: il 25 novembre 2024, il seminario intitolato "Volponi, Olivetti and The World Machine". Volponi, Olivetti and the World machine, il 25 novembre evento speciale all'Iic di Londra L'Istituto Italiano di Cultura di Londra ospita un evento speciale per celebrare il centenario di Paolo Volponi, autore di spicco del Novecento italiano. Il 25 novembre 2024, il seminario intitolato "Volponi, Olivetti and The World Machine" esplorerà il legame tra il grande scrittore e l’imprenditore visionario Adriano Olivetti. A partire dal 1949, Olivetti ebbe un’influenza determinante sulla carriera di Volponi, introducendolo nel suo mondo industriale e sociale. Il focus principale dell’incontro sarà il romanzo "La macchina mondiale", in cui Volponi riflette sui temi della meccanizzazione della vita e sull’impatto della modernità sulla società. Il libro, recentemente tradotto in inglese da Richard Dixon, racconta la storia di un filosofo che teorizza come gli esseri umani siano macchine costruite da altre macchine, un racconto che esplora la tensione tra il mondo rurale e quello industriale. I relatori dell’incontro, Francesca Limana, David Albert Best e Richard Dixon, discuteranno come l’approccio umanista di Olivetti abbia plasmato il pensiero di Volponi e come l’autore, pur immerso in un contesto industriale, abbia saputo mantenere una riflessione profonda sulle implicazioni sociali e filosofiche della meccanizzazione. Questo evento rappresenta un'opportunità unica per approfondire non solo la figura di Volponi, ma anche l'importanza della sua relazione con Olivetti, un uomo che ha cercato di conciliare progresso industriale e valori umani, e come questa visione abbia permeato la sua scrittura. L’appuntamento si terrà il 25 novembre 2024 all'Istituto Italiano di Cultura di Londra, che lo ha organizzato con Seagull Books, ed è aperto a tutti gli appassionati di letteratura, filosofia e cultura italiana. Per maggiori informazioni, visita il sito dell’Istituto Italiano di Cultura di Londra: Volponi, Olivetti and The World Machine. ... Continua a leggere su
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queerographies · 20 days ago
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[Poesie 1904-1915][Aldo Palazzeschi]
Un'immersione nella gioventù poetica di Aldo Palazzeschi: un periodo fondamentale per la letteratura italiana del Novecento. Scopri il contesto storico e le influenze che hanno plasmato la sua scrittura.
La poesia di Palazzeschi, tra tradizione e sperimentazione Titolo: Poesie 1904-1915Scritto da: Aldo PalazzeschiEdito da: MondadoriAnno: 2024Pagine: 392ISBN: 9788804758037 La sinossi di Poesie 1904-1915 di Aldo Palazzeschi Nel puntiglioso e complesso lavoro di ripresa e allestimento della propria opera, il capitolo delle poesie giovanili di Aldo Palazzeschi conosce alcune tappe essenziali: la…
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blossomingbooks · 2 months ago
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Book Review: L'isola di Arturo, Elsa Morante
Here's my blossoming book review (Italian version) of my favorite Italian novel: L'isola di Arturo by Elsa Morante. For the translated version in English, click here!
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Sintesi della trama
L’isola di Arturo, uno dei capolavori della letteratura italiana del novecento, è ambientato intorno al 1938 e parla di un ragazzo di 15 anni, Arturo Gerace, nato sull’isola di Procida, vicino a Napoli. Quest’isola racchiude tutto il suo mondo; vive lì tutta l'infanzia e l'adolescenza, in un idillio solitario. Sua madre è morta nel parto e suo padre, Wilhelm Gerace, un italo-austriaco ombroso che lui venera come un eroi, viaggia spesso per volontà propria.
Nei suoi lunghi momenti di assenza, Arturo vive esclusivamente in compagnia della sua cagna Immacolatella nella "Casa dei guaglioni" (ragazzini, giovincelli in dialetto napoletano). Questa casa dove abita è chiamata così perché è stata ereditata da un vecchio misogino amico di suo padre, Romeo l'Amalfitano, che odiava le donne e faceva molte banchetti e feste in maschera e in costume dove nessuna donna era ammessa. Dunque, Arturo non ha mai conosciuto una donna e vive con un'idea negativa e avversa nei loro confronti.
Un giorno, suo padre porta a casa la sua nuova sposa, molto giovane, solo due anni più grande di Arturo, chiamata Nunziata. Lui prova sentimenti contrastanti che non riesce a spiegare: tra l'odio e l’empatia, tra il desiderio e la gelosia. E qui comincia un percorso di due anni che si può tradurre come un viaggio iniziatico di un fanciullo verso la vita. Infatti, il libro ha come sottotitolo “Memorie di un fanciullo”, perché racconta la maturazione di Arturo e le crisi che ne derivano.
Un romanzo di formazione
Come dice Cesare Garboli, che fa l’introduzione di questa edizione del libro, “scoppiano amori e furori, si avvicendano sconfitte e galanterie”. Arturo scopre, “come se non fossero mai esistiti prima di lui, (…) gli eterni temi del vivere (l’amore e la noia, la disperazione e la gelosia, l’amicizia e il dolore)”. La vita, per lui, “ritrova le sue prime canzoni, i suoi primitivi, freschissimi accenti”. Lo stato d’inconsapevolezza della fanciullezza, nel quale vive all’inizio del libro come in un eden assoluto e irripetibile, è sostituito gradualmente dalla conoscenza amara della realtà, mentre apre gli occhi sull’esistenza.
Per questo, L’isola di Arturo è considerato un “romanzo di formazione” mediterraneo. In tedesco, un Bildungsroman: genere letterario che riguarda l'evoluzione del protagonista verso la maturazione e l'età adulta. Come lo dice la Morante:
"Ho voluto, con questo libro, scrivere una storia che somigli un po' in certe cose a Robinson Crusoe — cioè, la storia di un ragazzo che scopre per la prima volta tutte le cose più grandi, più belle e anche quelle brutte della vita. Per lui tutto è avventura, è stupore, è bellezza, perché vede le cose per la prima volta e non ha nessuna esperienza né del bene né del male. E siccome vive in una delle isole più belle che io abbia mai conosciuto che è l'isola di Procida, tutto quello che gli cadde sotto gli occhi è di una particolare bellezza."
Arturo e l'isola
C'è una caratteristica individualista molto presente nel personaggio di Arturo. La sua solitudine idillica e suprema lo affratella alla propria isola. La scelta di un'isola come luogo di azione è molto allegorica: questa, in termini geofisici, è staccata dal continente, immersa nel silenzio e nella vastità del mare; è uno spazio appartato che rappresenta l'isolamento di Arturo stesso.
Forse la conseguenza o anche la causa di questo isolamento é che il protagonista è caratterizzato da un grande narcisismo. Infatti, il libro comincia, nel suo primo capitolo chiamato “Re e stella del cielo”, con la frase: “Uno dei miei primi vanti era stato il mio nome”. Lui spiega che il suo nome, Arturo, è anche il nome di una stella della costellazione Boote e il nome di un re leggendario dell’antichità. Questa vanità per il suo nome è solo un indizio della sua personalità egocentrica, derivante della sua solitudine. Questo narcisismo, tuttavia, culmina, più tardi, in passioni negative come la gelosia.
Dopo, fra la scoperta dell’amore per Nunziata e la rovina della figura eroica del padre, alcuni dicono che Arturo può essere interpretato come un caso di complesso edipico; ma io penso che la sua psicologia sia più complessa, perché l’essenza della storia non è tanto il suo rapporto con loro due, ma con lui stesso. Lui dice una volta che aspetta “il giorno pieno”, la bellezza perfetta della vita, che lui crede arriverà quando diventerà grande; ma invece la realtà lo raggiunge come un’ombra.
Il giorno pieno è stata la sua fanciulezza; la notte viene con la consapevolezza, come Adamo ed Eva dopo aver mangiato la mela. Cesare Garboli dice que “L’isola di Arturo è una piccola, criptica Achilleide resuscitata. All’eroe, guerresco ragazzo dal nome stella, Arturo-Boote (…) è concesso di vivere soltanto un fulgido mattino, un istante di splendore solare e glorioso” perché “il romanzo (…) sottintende in tutta la sua durata, lasciandolo trasparire solo alla fine, un buio, nascosto tema di nevrosi narcisistica”.
Misoginia e omosessualità
Mentre leggevo questo libro, molte cose mi hanno fatto schifo. Sin dall'inizio, questo argomento di “odio verso le donne” è stato presentato con la storia dell’Amalfitano, il dono precedente della Casa dei guaglioni; ma qui sembrava quasi un concetto comico, quindi pensavo che sarebbe stata qualche tipo di critica femminista.
Tuttavia, con l’introduzione del personaggio di Nunziata, il padre di Arturo, Wilhelm, la tratta con maniere così brusche che talvolta scrivevo insulti a lui nei margini. Ecco un esempio: prima della loro notte di nozze, lui le dice “adesso, preparati a pagarmele tutte” e dopo il narratore descrive che lui “la stringeva al cuore, senza, però, darle carezze né baci, ma, al contrario, quasi maltrattandola e scompigliandole i capelli”, mentre lei era visibilmente spaventata da lui.
Questa condotta rimane per tutto il libro, lei sottomessa, e anche Arturo la tratta per la maggior parte del tempo in modo rabbioso e con parole violente — per altri motivi, ma ovviamente come conseguenza dell’esempio di suo padre. Queste attitudini schifose e maschiliste, che speravo fossero una critica sociale, non sono nemmeno spiegate e il ruolo di Nunziata non cambia.
Da una parte, quest'avversione si può spiegare attraverso l'ovvia omosessualità repressa di Wilhelm. Il suo matrimonio con Nunziata è chiaramente un tentativo di lottare contro questi desideri e di nascondere la vita che conduce quando è assente dall'isola. Il suo maschilismo si può interpretare, dunque, come un sintomo della sua lotta interna. Dall'altra parte, questo sembra una visione un po' pregiudiziale e nociva degli omosessuali, come se la loro espressione cancellasse i diritti delle donne.
Il rapporto di Morante con i generi
Elsa Morante è stata duramente condannata dalle femministe radicali di quell’epoca per il suo fallimento nel delineare personaggi femminili che potessero essere considerati “forti” e presi a modello dalle nuove generazioni di lettrici. La sua opera è stata definita come antifemminile o addirittura misogina, e sovente tacciata di maschilismo. Lei non sceglie mai come eroina la donna emancipata, quella che lei stessa fu molto presto; invece, i suoi personaggi femminili sono sempre donne deboli, analfabete, stupide, cattive, infide oppure si sottomettono agli uomini come Nunziata.
L’unica cosa positiva che ho trovato dal punto di vista degli studi di genere è stata l’idea che, pur non parlando dell’effetto del maschilismo sulle donne, lei rievoca il suo effetto sugli uomini. La necessità di raggiungere la sua virilità per affermarsi è, davvero, un tema esplicito nel personaggio di Arturo. E se le donne, che non escono dall’asfissiante binomio madre-figlia, diventano madri a loro volta, i maschi rimangono sempre figli, segnati in maniera indelebile da un desiderio, da una necessità d’amore per sempre perduta.
Inoltre, Elsa Morante ha anche scritto molte volte con pseudonimi maschili e ha detto che, per L’isola di Arturo, “la scelta di questo protagonista maschile nasce dal mio antico inguaribile desiderio di essere un ragazzo”. Perciò, essendo maschilista o no, mi parve che lei avesse un certo fascino psicologico, consapevole o no, per il genere maschile…
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pier-carlo-universe · 8 days ago
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“Colore di pioggia e di ferro” di Salvatore Quasimodo: una riflessione sulla solitudine e l’incomunicabilità
Salvatore Quasimodo, in “Colore di pioggia e di ferro”, affronta il tema dell’incomunicabilità umana e della distanza dalla verità assoluta, utilizzando immagini forti e simboliche che evocano un senso di solitudine e disillusione.
Salvatore Quasimodo, in “Colore di pioggia e di ferro”, affronta il tema dell’incomunicabilità umana e della distanza dalla verità assoluta, utilizzando immagini forti e simboliche che evocano un senso di solitudine e disillusione. Una poesia intensa che scava nell’animo umano, tra le contraddizioni della vita e la ricerca di un senso nel dolore e nel silenzio. La poesia: un viaggio tra dolore e…
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personal-reporter · 10 months ago
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Incontro con Michele Masneri
Michele Masneri, scrittore e giornalista d’eccezione, racconta le passioni automobilistiche di grandi autori italiani del Novecento, da Arbasino a Parise. Un percorso di storie e racconti sul rapporto tra letteratura e automobili, a partire da Fratelli d’Italia di Arbasino, il più grande romanzo ‘on the road’ della letteratura italiana, ma anche toccando le passioni e le paure stradali di Carlo…
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donaruz · 2 years ago
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"Essere se stessi è una virtù esclusiva dei bambini, dei matti e dei solitari."
Il 18 Febbraio 1940, esattamente 81 anni fa, nasceva a Genova il cantautore e poeta italiano Fabrizio De Andre 🎵
Cantore dei poveri e degli emarginati, De André ha rivoluzionato la canzone d'autore con brani scomodi e taglianti. Ma accarezzati sempre da una profonda dolcezza e umanità.
Molti testi delle sue canzoni sono considerate da alcuni critici vere e proprie poesie, tanto da essere inserite in varie antologie scolastiche di letteratura già dai primi anni settanta e da ricevere gli elogi anche di grandi nomi della poesia come Mario Luzi. È stato anche uno degli artisti che maggiormente hanno valorizzato la lingua ligure. Fabrizio De André è considerato uno dei più grandi poeti italiani del Novecento oltre che un vero e proprio genio della canzone italiana: nella sua carriera ha venduto 65 milioni di dischi, guadagnando un posto nella classifica degli artisti italiani di maggior successo.
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letteratitudine · 1 year ago
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𝐒𝐢𝐥𝐯𝐢𝐚 𝐁𝐚𝐥𝐥𝐞𝐬𝐭𝐫𝐚 𝐯𝐢𝐧𝐜𝐞 𝐥𝐚 𝟓𝟎𝐞𝐬𝐢𝐦𝐚 𝐞𝐝𝐢𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐞𝐥 𝐏𝐫𝐞𝐦𝐢𝐨 𝐁𝐫𝐚𝐧𝐜𝐚𝐭𝐢 𝐝𝐢 𝐙𝐚𝐟𝐟𝐞𝐫𝐚𝐧𝐚 𝐄𝐭𝐧𝐞𝐚
"La Sibilla. Vita di Joyce Lussu" è testimonianza di una vita straordinaria, sempre votata alla lotta contro il fascismo, contro le disuguaglianze, contro la guerra, contro il ruolo a cui la donna era relegata
La 50esima edizione del Premio letterario Vitaliano Brancati di Zafferana Etnea, ha visto trionfare Silvia Ballestra con il suo libro "La Sibilla. Vita di Joyce Lussu ". Il premio, un omaggio alla cultura e all'arte in ricordo dello scrittore, drammaturgo e sceneggiatore siciliano, quest’anno celebra la storia di un'icona della resistenza e dell’anticonformismo. "La Sibilla" è stata premiata per il suo impegno etico e civile, narrando la vita di una donna che ha lottato contro il fascismo, contro le disuguaglianze, contro la guerra, e le disuguaglianze di genere. È un tributo alla sua figura di poetessa, traduttrice, scrittrice e madre. Il ricordo di Ballestra si intreccia con quello di Joyce, offrendo una testimonianza autentica e umana di una donna eccezionale. Il libro rappresenta un viaggio attraverso un secolo di storia, un puzzle biografico che ricostruisce parte di un’esistenza, di una vita che è stata il Novecento: “è stata un tempo ed è stato un intero secolo”.
Con i suoi 50 anni di vita, il premio Brancati, che ha visto la partecipazione di personalità illustri come Pier Paolo Pasolini, Ezra Pound e Dacia Maraini, continua ad essere un punto di riferimento culturale, mantenendo viva la tradizione siciliana nel panorama letterario contemporaneo. Con "La Sibilla", Ballestra si unisce a questa prestigiosa lista, offrendo una nuova prospettiva sulla storia italiana e sul ruolo della letteratura nel mondo contemporaneo.
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lamilanomagazine · 1 year ago
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Bari, sopralluogo al faro di San Cataldo che ospiterà il Museo della radio e dei fari costieri.
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Bari, sopralluogo al faro di San Cataldo che ospiterà il Museo della radio e dei fari costieri. Questa mattina gli assessori alle Culture, Ines Pierucci, e ai Lavori pubblici, Giuseppe Galasso, accompagnati dai rappresentanti del dipartimento Turismo, economia della cultura e valorizzazione del territorio dell’assessorato regionale alla Cultura e dell’Asset, hanno effettuato un sopralluogo al faro di San Cataldo dove, completati i lavori di riqualificazione di alcuni locali al piano terra, sono in via di ultimazione anche i lavori di allestimento che a breve consentiranno di ospitare il Museo della radio e dei fari costieri, finanziati nell’ambito del progetto “CoHeN - Coastal Heritage Network” - 4° targeted call per progetti strategici del Programma Interreg V/A Grecia-Italia 2014-2020, di cui la Regione Puglia è unico partner italiano. Il sopralluogo odierno, perciò, è stato utile per verificare l'allestimento, orami alle battute finali, degli spazi museali che dispongono già di arredi come pannelli informativi, supporti multimediali, e ancora sedie, scrivanie, schermi, tavolo per riunioni e superfici espositive, e di alcuni dei pezzi che saranno esposti al pubblico, provenienti dal Museo della radio di Verona di proprietà della famiglia Chiantera, oggi rappresentata da Alberto Chiantera, portavoce della principessa Elettra Marconi, figlia di Guglielmo. Nelle prossime settimane si procederà al perfezionamento degli atti amministrativi con riferimento sia al comodato d'uso da sottoscrivere tra Comune di Bari e il Museo della radio di Verona sia all’accordo tra il Comune di Bari e la Regione Puglia per ciò che concerne gli altri allestimenti. “Ora gli uffici tecnici sono al lavoro per l’elaborazione del modello di gestione del nuovo museo - ha spiegato Giuseppe Galasso - e con il segretario comunale Dino Susca stiamo mettendo a punto il bando che permetterà di individuare il soggetto gestore della struttura. La nostra idea è quella di inaugurare il Museo del Faro di San Cataldo nel prossimo mese di aprile, a ridosso del 150° anniversario della nascita di Guglielmo Marconi, alla presenza di sua figlia Elettra che avremo l’onore di invitare, per rievocare il primo collegamento radiotelegrafico via etere con il Montenegro che Marconi effettuò il 3 agosto 1904 dal faro di San Cataldo”. “Il faro, torre nata per guidare i naviganti, così ricco di fascino, le cui storie hanno ispirato la letteratura di tutto il mondo, è solitamente un luogo isolato - ha commentato Ines Pierucci - ma nel caso di San Cataldo sorge al centro del quartiere Marconi e, grazie a un accordo con la Marina Militare, si aprirà ai cittadini nell’ambito del progetto dei fari della Regione Puglia. Realizzare un museo della radio all’interno del faro significa abbracciare il presente, valorizzare il passato e aprirsi al futuro attraverso la storia italiana della radio che nasce a Bari in occasione del primo collegamento con Antivari realizzato da Guglielmo Marconi nella nostra città nei primi del Novecento. Inaugureremo, infatti, il museo nella prossima primavera in occasione dell’anniversario del centocinquantesimo compleanno di Marconi. Ringrazio Alberto Chiantera per il comodato d’uso delle opere di grande valore che verranno custodite nel museo”. L’intervento di restauro e rifunzionalizzazione di una parte del faro, dell’importo complessivo di 510.000 euro, è inserito nel progetto “CoHeN - Coastal Heritage Network” e finanziato nell’ambito della 4^ targeted call per progetti strategici del Programma Interreg V/A Grecia-Italia 2014-2020, di cui la Regione Puglia è unico partner italiano, con l’obiettivo di rafforzare la cooperazione italo-greca per individuare una comune politica di valorizzazione culturale del sistema costiero inteso come patrimonio di manufatti storici e contemporanei e correlati ambienti naturali, nonché delle attività economiche e culturali ad esso connesse. Il progetto prevede di destinare gli ambienti di una porzione del piano terra a “Museo dei fari e delle torri costiere della Puglia e della radio”, in ricordo del primo collegamento radiotelegrafico via etere con il Montenegro, attraverso il mar Adriatico, realizzato il 3 agosto 1904 da Guglielmo Marconi dal faro di San Cataldo. I lavori mirano da un lato alla conservazione dei caratteri materici e tipologici di un bene culturale vincolato qual è il faro, dall’altro al ripristino di quegli aspetti distributivi originari, rilevati dallo studio della documentazione storica, che, a causa di interventi manutentivi successivi, risultano attualmente alterati. Nello specifico, i lavori di valorizzazione consentiranno l’apertura sia di spazi espositivi dedicati alla radio - e dunque alla storia della radio e delle prime trasmissioni radio, nonché alla figura di Guglielmo Marconi - sia ai fari e alle torri costiere della Puglia, con materiali relativi alla storia del faro di San Cataldo, al cammino dei fari di Puglia e all’itinerario delle torri in terra di Bari.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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cinquecolonnemagazine · 5 months ago
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"Brividi d'Estate 2024" al Real Orto Botanico di Napoli
È affidata alla nuova ‘creazione’ di Maurizio de Giovanni l’inaugurazione di��Brividi d’Estate 2024, ventitreesima edizione della storica rassegna, quest’anno dedicata ai sogni, organizzata da Il Pozzo e il Pendolo Teatro di Napoli che, da sabato 29 giugno 2024 alle ore 21.00, tornerà ad animare, con le sue storie, l'affascinante cornice del Real Orto Botanico di Napoli. Nata da un’idea di Annamaria Russo, la rassegna, fra le più longeve della città, è sostenuta dalla sensibilità e la preziosa collaborazione dell’Università Federico II di Napoli, che gestisce il parco, e con il patrocinio del Comune di Napoli. Brividi d'Estate 2024, quaranta giorni di teatro... verde? Per circa quaranta giorni, fino a domenica 4 agosto, il parco più bello di Napoli si trasformerà nel più magico dei teatri immersi nel verde, con un viaggio nelle storie che abbiamo amato di più. Divenuta per i napoletani, e non solo, un classico e atteso appuntamento estivo, la rassegna proporrà, in questa edizione, dodici spettacoli (cinque novità, classici inossidabili targati Il Pozzo e il Pendolo Teatro, compagnie ospiti) e le cene con delitto, in un ventaglio di proposte e un entusiasmo che continua sin dagli inizi di questa consolidata avventura. «Questa ventitreesima edizione - così il direttore artistico Annamaria Russo -  è dedicata ai sogni che puzzano di retorica, che fanno buoni sentimenti e sono fuori moda. Ai sogni che sono il contentino per gli imbecilli, ai sogni che si chiudono in un cassetto quando arriva l’ora di fare sul serio. Èun manifesto dei buoni sentimenti, un monumento alle favole cui nessuno crede più. È un atto di fede all’incoscienza, e se ci accuseranno di lesa maestà alla sacralità del teatro ci dichiareremo colpevoli. E felici di esserlo». Apertura e programma Ad aprire il sipario sulla rassegna, sabato 29 giugno, sarà Il canto del mare di e con Maurizio de Giovanni, affiancato da Rosaria De Cicco, Paolo Cresta, Marianita Carfora, Giacinto Piracci, Enzo Grimaldi. Lo scrittore partenopeo rinarra Maruzza Musumeci di Andrea Camilleri, rendendo omaggio al più grande narratore italiano. La riscrittura di una storia straordinaria in cui si intrecciano mito, storia e molto altro, attraverso un racconto poetico dolce e imprevedibile come l’acqua del mare. Il primo weekend della rassegna proporrà, domenica 30 giugno, la seconda novità, Lighea di Giuseppe Tomasi da Lampedusa, con Paolo Cresta e Carlo Lomanto, uno dei racconti più straordinari, visionari ed erotici della letteratura italiana del Novecento. La storia di un amore fra un giovane uomo e una sirena, un racconto che apre le porte ad una dimensione soprannaturale, popolata di allusioni simboliche ed erotiche e di implicazioni psicologiche, che ne fanno una struggente meditazione sull’amore e sulla morte. Ancora una novità è programmata per giovedì 4 luglio con Nico Ciliberti in Migliore di Mattia Torre, una storia sui nostri tempi, sulle persone che costruiscono il loro successo sulla spregiudicatezza, il cinismo, il disprezzo per gli altri. E sul paradosso dei disprezzati, che di fronte a queste persone chinano la testa e, affascinati, li lasciano passare.  Continuano gli appuntamenti per Brividi d'Estate 2024 Venerdì 5 luglio la rassegna proseguirà con il primo appuntamento de La cena con delitto, il murder party che, primo tra tutti in Italia, il Pozzo e il Pendolo Teatro ha importato dalla Gran Bretagna. Uno spettacolo gioco che vedrà coinvolto il pubblico dall’inizio alla fine per tre ore, per indagare e smascherare un diabolico assassino e scoprirne il movente. Gli appuntamenti successivi con La cena con delitto sono programmati per venerdì 19 luglio, venerdì 26 luglio e venerdì 2 agosto. Sabato 6 e domenica 7 luglio sarò in scena Circe di Madelin Miller, nell’adattamento di Annamaria Russo e Rosalba Di Girolamo, con Rosalba Di Girolamo e Lorenzo Sarcinelli, regia di Annamaria Russo. Alla Miller va il merito di aver colto le mille sfumature di uno dei personaggi più noti e meno conosciuti della cultura classica, liberandolo dalle ombre cupe che, secoli di misoginia, le avevano gettato addosso. Giovedì 11 e venerdì 12 luglio, sarà la volta di A te, Masaniello drammaturgia e regia di Annamaria Russo, con Alessio Sica, Marianita Carfora, Alfredo Mundo, Riccardo Maio, Gennaro Monti, Debora Sacco, Michele Costantino. Aveva ventisette anni Masaniello, faceva il pescatore e vendeva il pesce al mercato. In dieci giorni riuscì a regalare un sogno ai napoletani. Un sogno bello da far paura, tanta di quella paura che i suoi concittadini decisero di distruggere il sogno e quel folle che aveva permesso loro di sognarlo. Storie e racconti È un testo teatrale geniale, fulminante, divertente e commovente Smith e Wesson di Alessandro Baricco, novità della rassegna in scena sabato 13 e domenica 14 luglio, con Paolo Cresta, Andrea de Rosa, Marianita Carfora. Una storia di sfide, sogni impossibili, coraggio e rimpianto, in cui due uomini forse arresi, perdenti, ai margini, con la voglia di rifiutare o di fuggire da un mondo che non gli piace, trovano riscatto in una giovane giornalista e nella forza dei suoi sogni. È una storia d’amore straniante, sullo sfondo dell’isola d’Ischia Tu, mio di Erri de Luca, con Nico Ciliberti e Giacinto Piracci, per la regia di Annamaria Russo, in scena giovedì 18 luglio. Il mare, la musica, le voci dei pescatori e quelle più lontane di una guerra finita da poco “raccontano” l’affresco di un’epoca e di un’età difficili. Un racconto di mare e di vita di un marinaio al suo ultimo viaggio è L'ultimo viaggio di Sindbad di Erri De Luca, in scena sabato 20 e domenica 21 luglio, con Marco Palumbo, Alfredo Mundo, Gennaro Monti, Sonia de Rosa, Michele Costantino, Rita Ingegno, Cristoforo Iorio, adattamento e regia Annamaria Russo. Giovedì 25 luglio sarà in scena Moby Dick di Herman Melville, monologo per sette voci intorno alla balena bianca con Rosalba Di Girolamo (voci narranti), Marco Messina (colonna sonora originale), Rocco Zaccagnino (fisarmonica), Stefano Cammarota (tecnico del suono), nell’adattamento e regia di Rosalba Di Girolamo. Ci sono libri di cui si sa già tutto anche senza averli letti, perché sono dei classici. Il Piccolo Principe di Antoine de Saint-Exupéry, novità della rassegna in scena sabato 27 e domenica 28 lugliocon Paolo Cresta e Giulia Cresta, è sicuramente uno di questi. Una finta fiaba per bambini che in realtà parla ai grandi, con le parole dei più piccoli. Peccati e miracoli Antologia di peccati ed altri miracoli ne La notte dei racconti magici di Gennaro Monti, anche interprete con Sonia De Rosa, Davide De Rosa, Alfredo Mundo, Carolina Aterrano, in scena giovedì 1 agosto. Sotto un cielo magico e con la cornice speciale di un giardino unico, i peccati capitali nella cultura popolare, ira, invidia, gola, avarizia, superbia, accidia e lussuria, si mescoleranno a storie tramandate, danze affascinati e canzoni dimenticate. A chiudere la rassegna, sabato 3 e domenica 4 agosto, sarà Cent’anni di solitudine, un viaggio fra le pagine del capolavoro di Gabriel Garcia Marquez 'guidato' dalle parole di Paolo Cresta e la musica dal vivo dei Ringe Ringe Raja, nell’adattamento di Annamaria Russo e Ciro Sabatino. Un racconto musicale, un concerto di parole per uno spettacolo che vorrebbe essere una preghiera laica dedicata all’immensità della letteratura.  Brividi d’Estate è, ormai, un appuntamento atteso, che restituisce voci e suggestioni, attraverso il teatro e la letteratura, in uno degli spazi verdi più belli e meno frequentati della città. Il segreto è sempre quello: fare teatro, in un luogo altro dal teatro, rispettando e valorizzando la meravigliosa cornice naturale. Immagine di copertina: Il Pozzo e Il Pendolo - Dove vivono le storie - Teatro e Cene con Delitto Read the full article
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A Pavia la mostra 'Scartafacce' racconta la scrittura del '900
Cancellature, aggiunte a margine, pagine scartate e poi recuperate accompagnate spesso da disegni.     E’ un omaggio alle pratiche di scrittura di molti protagonisti del Novecento letterario, come Montale, Ginzubrg, Gadda, Calvino, Quasimodo, Pasolini, Eco, la mostra ‘Scartafacce. Le mani, i volti, le voci della letteratura italiana del ‘900 nelle collezioni del Centro Manoscritti dell’Università…
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