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"Al Forno": La Nuova Serie di Sky Cinema Uno che Celebra l'Arte della Cucina e dell’Amicizia
Una competizione culinaria all'insegna della passione per la cucina al forno, tra pizze, dolci e pane, con ospiti e sfide entusiasmanti
Una competizione culinaria all’insegna della passione per la cucina al forno, tra pizze, dolci e pane, con ospiti e sfide entusiasmanti. Sky Cinema Uno presenta “Al Forno”, un programma culinario che porta sullo schermo la passione per la cucina al forno, esplorando il mondo di pizze, dolci e specialità da forno. In questa serie, i partecipanti mettono alla prova le loro abilità culinarie in una…
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Cena romantica a Lisbona? Ecco la mia lista segreta
Lisbona è sempre romanitca, lo so. Molto spesso però mi contattate per chiedermi un consiglio su un ristorante romantico dove cenare a Lisbona. Potevo mai deludervi?
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Mangiare troppo, abbuffarsi e poi pentirsi, è un vizietto che condividiamo in tanti. Un’altra peccaminosa delizia della vita, assai meno condivisa, è l’abbuffata di libri. Sere fa, a cena fuori, un amico scrittore e un’amica che lavora in una famosa casa editrice, raccontavano che i romanzi, belli o brutti che siano, tranne rare imprevedibili eccezioni, vendono poco o niente. Un libro che nel 2000 veniva comprato da cinquantamila lettori ed era considerato un discreto successo, oggi ne avrebbe cinquemila di lettori, più o meno il 10%. Una percentuale così scarsa da incutere spavento, non solo a noi scrittori che, in fondo, chissenefrega no? ma a noi italiani tutti perché il risultato è un Paese ottuso, perdente.
Abbiamo imparato a mangiare bene, anzi, raffinatamente. In tv o nelle conversazioni si chiacchiera di cibarie a più non posso, ma a leggere bene non ci bada quasi nessuno; eppure, credo non esista attività più eccitante o delizia peccaminosa che leggere, di nascosto dal mondo, un romanzo, una biografia, un saggio.
Chi mai rinuncerebbe a respirare? Come i pesci nascono con le branchie noi nasciamo con gli occhi, la mente e il cuore, siamo fatti per vivere e leggere, per fare esperienza attraverso le vite di personaggi storici o di fantasia, per districarci nelle trame che in vita nostra non ci capiterebbero forse mai, per imparare a essere grandi. Certi libri sono scorciatoie per il paradiso o per l’inferno. Non leggerli è pura follia, rimbambimento suicida, condannarsi alla eterna mediocrità.
Non mi è mai capitato di conoscere qualcuna o qualcuno che abbia rinunciato a farsi una magnifica scopata. Eppure, tutte queste migliaia di persone non hanno mai letto Kafka, Edgar Lee Masters o Stevenson, né Cent’anni di solitudine, Beppe Fenoglio, Conrad o il Gattopardo.
C’è un detto maschilista e un po’ coglione riferito alle scopate non fatte: “Ogni lasciata è persa”, più poetico e onnicomprensivo a Napoli “Tutto ‘o lassato è perduto”: potremmo dire lo stesso di centinaia di libri che non abbiamo letto, castrandoci per sempre della gioia di averli fatti nostri.
Ma non è che noi italiani abbiamo improvvisamente smesso di leggere. È che leggiamo qualunque robaccia ci passi sotto gli occhi alla velocità della luce sui cellulari e sugli schermi via Internet. Siamo diventati dei guardoni. Leggere su Facebook o su Instagram è diventato compulsivo come abboffarsi di patatine fritte davanti alla tv. Non leggere è come andare a cena nel ristorante di uno chef pentastellato e accontentarsi di un hot dog. Sui social non vai oltre tre righe e passi a un altro boccone di notizia vera o fake, commento, citazione, foto di uno/a sconosciuto/a mentre pela le patate o festeggia il compleanno. Abbuffate che poi ti lasciano vuoto lo stomaco della mente ma t’insozzano il cervello di puttanate. Perché per “leggere” hai letto, e non ne puoi più. È come scegliere di masturbarsi sulla foto di un attore o di un’attrice, quando lei o lui sono venuti personalmente a prenderci sotto casa con una spider per portarci via.
Capisco, staccare tutto e prendere un libro o leggere un eBook, in orgogliosa solitudine, di questi tempi, può sembrare come andare dagli Appennini alle Ande sui pattini. Poi però voli e ti salvi la vita per sempre. I libri sono passaporti che abbattono tutte le frontiere. Sono le prime cose da comprare, come lo spazzolino da denti o un vestito per uscire. I libri si abitano come le case. Sono gli amici che non ti abbandoneranno mai, neppure da vecchi, quando si è inevitabilmente soli.
Divorare tre piatti di carbonara di seguito, ti abboffa. Il porno, dopo un po’, disgusta. Leggere roba buona è come sniffare cocaina sana, che infatti non esiste. Drogarsi con i libri invece sì, esiste, è pure sano e ti puoi fare di esperienze incredibili, sempre di più, con una voluttà che aumenta anche quando la sessualità diminuisce o sei costretto, per l’età, a cibarti con una minestrina.
Leggere è sexy e misericordioso. Comprate libri e abboffatevi di loro, voglio vedere il sugo delle parole colarvi dalle labbra e quegli occhi, dio quegli occhi angelici e barbarici che solo i grandi lettori hanno, al ritorno da uno dei loro incredibili viaggi fra le pagine di un autore conosciuto o sconosciuto.
Diego Cugia
#Diego Cugia#leggere#lettura#letteratura#libri#letture consigliate#buona lettura#cibo per l'anima#amici
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Normale.
Oggi leggo che Dennis "Machine gun" Thompson ci ha lasciato ieri e dopo Wayne Kramer qualche mese fa si chiude il fascicolo MC5, eh si perché Dennis era l'ultimo della formazione originale ancora in vita, che dire, mi dispiace anche se sono dell'idea che non siamo eterni, però aveva i suoi 70 e passa anni suonati, non come Albini che era appena sessantenne, certo non come alcuni che non arrivano ai 30, i famosi musicisti del Club27, ma quella è un'altra storia.
Oggi come da programma sono andato a prendermi sto lavoro di cuoco che inizierò lunedì, ho dato gli estremi per il contratto, salutato l'head chef e la ragazza dietro il bancone e sono uscito. Fuori dal palazzone c'era il milanese che stava scaricando roba da mangiare, lo saluto e mi dice che stanno aprendo un ristorante al terzo piano, ma sti cazzi mi veniva di dirgli ma dopo le varie esperienze con italiani che hanno locali all'estero preferisco lavorare per gli autoctoni nonostante le problematiche, che poi a primo acchito in questo posto, che si chiama Aparaat, mi sembrano anche abbastanza simpatici, poi sicuramente qualche testa di cazzo c'è, però meglio non bagnarsi prima che piove.
Quindi kick out the jam motherfuckers.
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Emily in Paris 4, Seconda Parte: la svolta romana? Funziona a metà
Lily Collins e la sua Emily volano a Roma nella seconda parte delle quarta stagione. Il risultato: troppe svolte (e troppi cliché) in troppo poco tempo. In streaming su Netflix.
I cliché esistono per un motivo. Era partita col piede giusto la quarta stagione di Emily in Paris proponendo gli stessi lati positivi e negativi che l'hanno sempre caratterizzata, ma ricordandosi maggiormente della propria identità comunicativa e mostrando finalmente la scelta sentimentale della protagonista dopo anni di indecisione. La divisione della stagione in due parti era sembrata un'idea altrettanto vincente, anche perché spezzava la narrazione in modo convincente, chiudendo alcune storyline e aprendone volutamente altre in modo equilibrato. Ma dopo la visione delle ultime cinque puntate della stagione ho dovuto purtroppo ricredermi.
Cinque episodi come se fossero cinque stagioni
Eugenio Franceschini è Marcello
La trama delle puntate della seconda parte di Emily in Paris 4 non basterebbe a riempire un'unica annata. Il trasferimento temporaneo a Roma di parte del cast e relativi personaggi avviene in realtà solamente negli ultimi due episodi, mentre nei primi tre accade praticamente di tutto, e passano mesi (fin troppi) tra un accadimento e l'altro.
La fortuna continua ad arridere tutti i protagonisti, chiedendo una sospensione dell'incredulità davvero eccessiva: l'Agence Grateau ha mosso i primi passi ed ha appena iniziato a stabilizzarsi eppure ha i soldi per "regalare" a Emily Cooper (Lily Collins) un posto in prima classe per tornare a Chicago per le festività natalizie, con tanto di lounge & spa all'aeroporto, oltre che per tutti i suoi outfit. Lo stesso vale per Mindy (Ashley Park), che non ha tuttora i soldi per andare all'Eurovision insieme alla sua band ma si veste sempre impeccabilmente, complice il fidanzato ricco e inserito nel mondo della moda. Entrambe finiranno invischiate in triangoli amorosi tra vecchi e nuovi volti, in un rimescolamento romantico che fatica ad attecchire come "realistico".
Emily in Paris 4: Ashley Park in una scena a Roma
Emily però ha fatto la sua scelta, come sappiamo, ma è Camille (Camille Razat) ad insidiare l'amore tra la protagonista e Chef Gabriel (Lucas Bravo), rimasto senza Stella Michelin per il suo ristorante, con la sua finta gravidanza. Siamo alle festività natalizie e succederà praticamente di tutto in quel weekend, compreso l'arrivo di Genevieve (Thalia Besson), la figliastra del marito di Sylvie (Philippine Leroy-Beaulieu), mai nominata, pronta a passare le vacanze con la coppia a Parigi. La ragazza ha appena finito l'università eppure ha già ottenuto un colloquio nientemeno che con una collega di Sylvie. Apparentemente timida e impacciata, potrebbe diventare la nuova Emily in Paris… se quel ruolo non fosse già stato assegnato. Ci troviamo di fronte ad una sorta di reboot delle circostanze di base del serial, pronto a guardare al futuro lasciandosi aperta una porta: è proprio il finale ad averci sorpreso, paradossalmente, in positivo.
Emily in Paris: la fiera dell'ovvio?
Se i francesi si sono spesso lamentati di come Emily in Paris faceva apparire la loro capitale, potrebbe capitare lo stesso a noi italiani con le puntate girate a Roma. Citazioni e omaggi a Vacanze romane e Audrey Hepburn, l'immancabile Vespa Piaggio, gli scorci e le rovine romane, la carbonara e l'amatriciana: non manca davvero nulla nel menu di cliché e stereotipi serviti agli spettatori in rappresentanza del nostro Paese.
Non si può biasimare Darren Star in fondo perché è la sua visione da straniero americano, romantica e semplificata, come noi l'abbiamo a modo nostro verso gli Stati Uniti. Allo stesso tempo, però, possiamo incolparlo di aver voluto mettere davvero troppa carne al fuoco anche rispetto alla prima parte: se ci ripensiamo un attimo, coppie sono scoppiate e si sono rimesse insieme, esperienze lavorative si sono concluse e se ne sono aperte di nuove, nel giro di dieci episodi da mezz'ora (eccezion fatta per l'ultimo, di durata maggiore): nonostante si tratti di una romantic comedy, non riusciamo davvero a crederci.
Raoul Bova è l'altra guest star italiana dei nuovi episodi
Apprezzabile però, ad esempio, il non aver sfruttato il nome del personaggio di Eugenio Franceschini (la guest star italiana insieme a Raoul Bova), ovvero Marcello, quando lui ed Emily visitano la fontana di Trevi, tappa immancabile per un turista, e il non aver inserito un'inspiegabile accento napoletano ma italiani che parlano bene l'inglese senza maccheronismi di sorta. È soprattutto il contrasto tra Sylvie ed Emily, sempre più aminemiche e sempre più divise tra lavoro e vita personale che fa emergere proprio questo dilemma e binomio delle persone in carriera che faticano a bilanciare gli aspetti della propria vita. Non solo come donne, ma proprio come esseri umani di qualunque sesso.
Conclusioni
In conclusione Lavorare per vivere o vivere per lavorare? Questo è il dilemma, peccato che in Emily in Paris sembri non lavorare per davvero nessuno, o meglio ottenere il massimo risultato col minimo sforzo. Una telefonata ad hoc, un incontro fortuito, una coincidenza memorabile: tutto finisce sempre per il meglio per i nostri protagonisti, sempre pieni di risorse. In fondo la serie Netflix è proprio il comfort show da guardare spegnendo il cervello e accendendo il cuore, però forse anche quell'organo ha raggiunto il suo limite massimo di sospensione dell’incredulità. Devo però ammettere di essermi un pochino emozionata durante gli episodi romani, che mi hanno davvero lasciato a bocca aperta nell’epilogo.
👍🏻
Lily Collins e il resto del cast, oramai affiatatissimi.
La serie continua ad essere una favola ad occhi aperti a livello visivo.
Il finale: ci ha scioccato.
👎🏻
Una new entry insopportabile e prevedibile.
Troppi eventi (e stagioni) per soli cinque episodi!
Cliché e stereotipi: su Roma ci danno un po’ più fastidio.
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Di Roberta Leotti Viaggio tra gusti, tendenze e prodotti all'European Pizza Show di Bellavita Expo, dove Elio Barbone della Pizzeria Pellone di Londra vince il titolo di Best Pizza Chef in Europe. European Pizza Show di Londra, da dieci anni osservatorio privilegiato di gusti e tendenze della regina della cucina italiana E’ il piatto per eccellenza che il mondo associa all’Italia, al contempo regina delle feste e rimedio infallibile per giornate storte: la pizza, what else? Ne abbiamo parlato con Elio Barbone, vincitore dell’ultima European Pizza Chef Competition indetta durante la kermesse dell’European Pizza Show lo scorso 26 e 27 novembre all’Olympia di Londra. Per gli espositori, da oltre dieci anni l’European Pizza Show è un’occasione commerciale irrinunciabile: dati alla mano, l’edizione 2024 ha registrato: oltre 9.700 presenze, oltre 4.500 prodotti e ben 277 marchi presenti. E per i molti amanti della pizza è invece un'esperienza pari a una gita al Paese Dei Balocchi. Già dal punto accoglienza in una sezione distaccata dall'area espositiva dell'Olympia, il profumo avvolgente di pizza appena sfornata accoglie i visitatori ancor prima dello staff che consegna il badge di ingresso. Molti infatti sono i pizzaioli impegnati a sfornare continuamente bontà da degustare, oltre ai quasi 40 chef in concorso. Un numero di partecipanti in realtà piuttosto contenuto, come ha dichiarato Enrico Longobucco (BDM/Marketing Manager di Bellavita Expo Ltd, la società, ovviamente italiana, che ha organizzato l'evento) presente al concorso in veste di presentatore: "Sono state ricevute centinaia di richieste, arrivare alla rosa dei 40 partecipanti non è stata un’impresa facile". Il 27 novembre a spuntarla sugli altri professionisti della pizza, è Elio Barbone, della Pizzeria Pellone di Londra, che viene proclamato il Best Pizza Chef in Europe 2024. Siamo grati del fortuito incontro con Elio perché ci permette di parlare del suo lavoro che prima di tutto è passione. Lo abbiamo conosciuto senza divisa da chef, confuso tra gli altri visitatori allo spazio di Mammafiore (rinomato distributore di marchi italiani a Londra). Noi eravamo impegnati in una conversazione con la rappresentante della Cantine Silvestri sul prosecco e il vino rosato, le nuove tendenze dell’accompagnamento della pizza. Un cambio di costume del consumatore di pizza italiano e non, come ci hanno confermato anche gli espositori italiani della sezione del Wine Testing e della cantina La Gioiosa (tra gli sponsor della kermesse e brand molto popolare anche nei supermercati britannici). Incoronato il Best Pizza Chef 2024: è Elio Barbone della Pizzeria Pellone di Londra Anche senza la pizza, abbiamo un motivo per brindare, non è vero Elio? Innanzitutto complimenti per la tua vittoria, puoi dirci quali sono state le tue carte vincenti? "Il mio segreto? La passione... e non è una frase fatta. E' la caratteristica che ho riscontrato nei grandi Pizzaioli che ho conosciuto nella mia carriera e che come me vogliono far felice il cliente. Alla fine è quello che veramente conta e fa la differenza". Come è cominciata la tua carriera? "Ho iniziato il percorso di Pizzaiolo a soli 14 anni e ho sempre cercato di puntare il più in alto possibile. Quando facevo le pizze tra le vie di Napoli all’inizio della carriera, sapevo che non poteva esserci esperienza migliore", Forse siamo un po’ boomer nel pensare al binomio pizza e birra, ma parlando seriamente, secondo te ci sono stati cambiamenti negli anni recenti? "Ci sono stati molti cambiamenti nel mio settore; tra quelli positivi sicuramente la qualità dei prodotti. Nell’ultimo decennio la qualità delle pizzerie è aumentata parecchio. Pensate che ho clienti che dopo aver provato la pizza di Napoli mi dicono che la pizza è migliore qui a Londra! Non è curioso? Forse perché a Napoli proprio tutti fanno la pizza, ma fare la pizza non è un lavoro semplice. Occorrono anni di dedizione per arrivare ad offrire un ottimo prodotto". Mi raccontava Dario del Molino Iaquone che molti pensano che la pizza si chiami Napoletana solo per la forma rotonda, ma senza arrivare ad altri esempi incredibili, secondo te ci sono dei preconcetti sul mondo della pizza? "C’è chi crede che avere una pizzeria è come avere la gallina dalle uova d’oro e si diventi ricchi. Non c’è cosa più falsa!". Paese che vai, usanze che trovi.. e qui tocchiamo il tasto dolente su cui scoppiammo tutti a ridere: l’abominevole ananas sulla pizza. Una crociata simbolica che la Pizzeria Pellone combatte a suon di slogan, a partire dalle magliette dello staff. Cosa hai da dirci al riguardo? "Ovvio che se il cliente lo vuole, soddisfiamo la sua richiesta, ci mancherebbe. Non ci sono pizze che “odio”, ma non rifarei pizze costosissime tipo: con caviale, aragosta e foglie d’oro. Un po’ mi piace sperimentare, ma senza snaturare la tradizione della pizza. In questo senso mi reputo molto tradizionalista". La cosa migliore di Pizzeria Pellone? "Che facciamo la pizza più buona di Londra". Con questa dichiarazione e forte anche degli spunti raccolti durante l’European Pizza Show, non ci resta che andare a verificarlo di persona! Oltre a Elio Barbone della Pizzeria Pellone, è doveroso ringraziare: Alessandro e Dario del Molino Iaquone per i preziosi insegnamenti sulle farine e come valutare un buon impasto; Angela della Giulio Franzese S.r.l. per passate e pomodori, Giovanni Amodio di Latteria Sorrentina (quinta generazione di casari per i segreti del fiordilatte (no alla mozzarella sulla pizza, mi raccomando!), Mario Venanti dell'Oleificio Zucchi per il tocco finale per una pizza di qualità: l’olio. Zucchi fa parte del network 50 Top Pizza che riconosce e premia i migliori pizzaioli in tutto il mondo e uno dai partners ufficiali dello show. Trovate la Pizzeria Pellone a East Finchley e la Pizzeria Pellone London a Battersea, e voi che aspettate? A forza di parlare di pizza a noi è venuta una gran fame! ... Continua a leggere su
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Reporter Gourmet: 20 chef di 20 regioni diverse chiamati in Brasile per celebrare la cucina italiana: evento da record a Sao Paulo
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Simone Vazzana è un giornalista professionista e attualmente ricopre il ruolo di caporedattore presso Virgilio Notizie. La sua carriera lo ha visto lavorare per importanti testate giornalistiche e emittenti televisive nazionali, dove ha acquisito una significativa esperienza nel settore dell'informazione. Vazzana è specializzato nella scrittura di articoli riguardanti tematiche di attualità, con particolare attenzione a settori come la Politica, gli Esteri, l'Economia e la Cronaca. Oltre al suo lavoro tradizionale di reporting, Vazzana si dedica anche a pratiche più moderne come il data journalism e il fact-checking, attività che mirano a garantire l'accuratezza e la veridicità delle notizie. Il data journalism è una branca del giornalismo che utilizza dati e statistiche per raccontare storie e fornire una visione più analitica e basata su fatti, mentre il fact-checking è il processo di verifica delle informazioni presentate nelle notizie, essenziale in un'epoca di disinformazione e fake news. La carriera di Simone Vazzana è caratterizzata da un impegno costante nella ricerca della verità e nella diffusione di informazioni affidabili. La sua expertise nelle diverse aree tematiche gli consente di offrire un'analisi approfondita degli eventi correnti, contribuendo a una comprensione più completa delle dinamiche sia nazionali che internazionali. In un panorama mediatico in continua evoluzione, con la crescente importanza dei social media e delle piattaforme digitali, la figura di Vazzana si distingue per la sua capacità di adattarsi e rispondere alle nuove sfide che il giornalismo deve affrontare. Il suo lavoro non solo informativa il pubblico, ma spesso promuove anche un dibattito critico, essenziale per una democrazia funzionante. In sintesi, Simone Vazzana è un professionista del giornalismo impegnato nella creazione di contenuti di qualità e nella verifica delle informazioni, elementi chiave per combattere la disinformazione e garantire un'informazione corretta e responsabile. Con la sua esperienza e dedizione, Vazzana continua a influenzare positivamente il panorama dell'informazione in Italia.
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Dalla Corea a Milano: la cucina espressa coreana si fonde con i sapori italiani
Dalla Corea a Milano: la cucina espressa coreana si fonde con i sapori italiani
Sapori coreani e tecniche italiane: nuove ricette di K-Food da realizzare in pochi minuti
La cucina coreana continua a conquistare i palati italiani e ora si propone di entrare sulle nostre tavole con delle ricette molto veloci che possono sorprendere ospiti e famigliari per un pranzo o una cena dai gusti tipici dello street food di Seul.
La collaborazione tra aT Center Paris e la Federazione Italiana Professional e Personal Chef è un punto di svolta nella promozione del K-Food in Italia perché mira a coinvolgere professionisti italiani del settore food, stimolando l’interesse verso gli ingredienti coreani.
Lo chef Kim Minseok e il presidente della FIPPC, Giorgio Trovato, hanno guidato la preparazione di piatti come riso saltato con kimchi, zuppa di pollo samgyetang, ravioli mandu e ramyun, reinterpretati con ingredienti italiani e verdure fresche di stagione.
“Il successo dell’evento conferma la volontà del Ministero dell’Agricoltura di consolidare e far crescere ulteriormente la presenza del K-Food nei menù italiani”, ha commentato Nam Sanghui Direttrice di aT Center Paris. “La combinazione di tradizioni culinarie con tecniche di cottura diverse e prodotti semipronti e veloci da cucinare non solo amplia le opzioni gastronomiche disponibili, ma promuove anche un dialogo culturale attraverso il cibo”.
“La collaborazione con At Center Paris rispecchia i principi della nostra Federazione che è sempre alla ricerca di innovazioni culinarie anche per contaminare la cucina italiana. Poter contare su ingredienti sani e sapori nuovi ci permette di pensare a piatti creativi dal gusto internazionale per una cucina che sia anche un luogo di incontro e dialogo tra tradizioni diverse. La collaborazione è anche l’occasione di portare questa esperienza alla nostra Accademia dove formiamo i nostri chef”, ha dichiarato Giorgio Trovato, Chef executive di FIPPC.
Le 3 ricette proposte dallo chef Kim Minseok nello showcooking ->
Riso saltato con kimchi
Ingredienti:
Riso bianco pronto
Kimchi essiccato 1ea
Pancetta affumicata 50g
1 Uovo
Olio di semi q.b
sale e pepe q.b
Erba cipollina q.b
Alghe q.b
Procedimento
Scaldare il riso nel microonde per 1 min 30 sec, smollare nell’acqua il kimchi
In una padella antiaderente scaldata, mettere 1 cucchiaio di olio di semi e i cubetti di pancetta affumicata, rosolare bene poi aggiungere uovo sbattuto e cuocere. Dopo aggiungere il kimchi e il riso, saltarli bene a fiamma alta e finire la cottura. Servire su un piatto guarnito con alghe e erba cipollina tritata.
Mandu (ravioli coreani)
Ingredienti:
Mandu di verdure e di carne surgelati in salsa agrodolce
Per salsa agrodolce:
Zucchero semolato 50g
Acqua 200ml
Aceto bianco 40g
Salsa di soia 20g
Fecola di patate 20g
½ Carote
Funghi orecchie di giuda 3 o 4
½ Zucchine
Per tuile corallo
Farina 00 10g
Olio di semi 40g
Acqua 60g
Proposta ricetta 1
In una padella calda, con un po’di olio di semi, appoggiare il mandu surgelato e portare a doratura, poi appoggiarlo sulla carta per asciugare il grasso in eccesso.
Nella padella in cui è stato dorato il mandu, saltare carota, zucchine tagliate a pezzettini, funghi orecchie di giuda ammollati, condire con salsa di soia poi aggiungere zucchero, aceto bianco e acqua bollente. Alla fine aggiungere la fecola di patate sciolta in poca acqua per addensare la salsa.
Mettere il mandu nella salsa, saltare leggermente e disporre nel piatto.
Proposta ricetta 2
In una padella antiaderente calda versare un po’di olio di semi, appoggiare il mandu dalla parte piatta, coprire con un coperchio e cuocere per circa 2 min.
In una ciotola piccola, mescolare bene farina, olio e acqua per preparare l’impasto della tuile. Passati i 2 min di cottura del mandu, togliere il coperchio dalla padella, versare l’impasto della tuile e abbassare la fiamma, portare a cottura la tuile finché non diventa dorata e croccante.
Togliere con attenzione il mandu dalla padella, appoggiarlo sul piatto con la tuile verso l’alto, servirlo con salsa di soia e aceto.
Ramyun saltato
Ingredienti:
Shin ramyun instantaneo 1ea
Germogli di soia 100g
Lime ½ ea
Yogurt grecco 20g
Frutti di mare surgelati 100g
Olio di semi q.b
Procedimento
Scongelare i frutti di mare in acqua leggermente salata. Cuocere i noodle ramyun nell’acqua e scolarli.
In una padella versare l’olio di semi e il condimento del ramyun, saltare leggermente, poi aggiungere i frutti di mare e il ramyun. Per fine aggiungere germogli di soia, yogurt greco e succo di lime. Servire in un piatto fondo.
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Anna Ghisolfi alla Fiera del Tartufo di Alba e a Buonissima Torino: La Chef Tortonese Protagonista di Due Cooking Show
Sabato 26 e domenica 27 ottobre 2024, Anna Ghisolfi, ambasciatrice della cucina tortonese, sarà presente alla Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba e a Buonissima Torino con due esclusive performance culinarie che esprimono l’equilibrio tra tradi
Sabato 26 e domenica 27 ottobre 2024, Anna Ghisolfi, ambasciatrice della cucina tortonese, sarà presente alla Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba e a Buonissima Torino con due esclusive performance culinarie che esprimono l’equilibrio tra tradizione e innovazione. Un Doppio Appuntamento con l’Eccellenza Culinaria Torino, 21 ottobre 2024 – Anna Ghisolfi, rinomata chef di Tortona,…
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Andrea Antonucci, da Ceccano a chef in Brasile con una catena di ristoranti italiani
Il cortile è come un viaggio fuori città, direttamente fino in Italia, per gustare il miglior cibo della nostra vita, una scoperta, un incontro, un pranzo. Recita così il messaggio pubblicitario dell’ultimo ristorante aperto da Andrea Antonucci, ceccanese, oggi membro autorevole della Federazione degli chef italiani in Brasile. La sua è una storia che meriterebbe un romanzo: andò in Brasile in…
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Rimini, Il Team Cuochi Marche oggi in Regione dopo i successi ai Campionati Italiani della Cucina
Rimini, Il Team Cuochi Marche oggi in Regione dopo i successi ai Campionati Italiani della Cucina. Il presidente della Regione, Francesco Acquaroli, l'assessore all'Istruzione e Politiche giovanili, Chiara Biondi e l'assessore Goffredo Brandoni hanno accolto oggi a Palazzo Leopardi i cuochi del Team Marche, reduci dai recenti successi dei Campionati Italiani della Cucina, che si sono svolti a Rimini nel mese di febbraio. Per l'occasione, il gruppo marchigiano ha guadagnato 2 medaglie d'oro, una d'argento e una di bronzo, nelle seguenti categorie, rispettivamente: nella categoria Ragazzi Speciali Starter Caldo, ottenuta da Siria Principi e Valentina Lanciotti, IISS Carlo Urbani sede di Sant'Elpidio a Mare; categoria Lady Chef a Simonetta Capotondi; categoria Ragazzi Speciali Starter freddo Antipasto all'italiana ottenuta da Camilla Giorgetti e Jacopo Platinetti IIS Einstein Nebbia di Loreto; categoria Miglior allievo delle scuole alberghiere per Gari Adriano Lopez IIS Panzini di Senigallia. Presenti oggi ad accompagnare il Team, il presidente Luca Santini e il vice presidente Simone Baleani dell'Unione regionale Cuochi Marche. "I nostri cuochi, e per il loro tramite, la nostra enogastronomia – ha dichiarato Acquaroli – continuano a riscuotere grandi successi in Italia e nel mondo, di cui siamo molto orgogliosi. Accanto a loro esiste una rete scolastica che prepara con maestria una nuova generazione di cuochi. I brillanti risultati ottenuti a Rimini, sia dai più giovani che dai professionisti affermati del Team Cuochi Marche sono un riconoscimento che permette di raccontare la nostra regione anche grazie ai prodotti tipici e alle eccellenze che sa esprimere". "Un plauso ai giovani cuochi marchigiani che si sono distinti in questa importante competizione – ha detto l'assessore Biondi - e un grazie anche ai loro maestri che li hanno accompagnati in questo percorso che rende onore alle scuole da cui provengono e a tutta la regione. Un apprezzamento speciale va al Team Cuochi Marche per la loro professionalità, bravura e impegno che rende grande e sempre più conosciuta la cucina marchigiana in Italia e nel mondo".... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Novità.
Ieri quasi alla fine del turno il proprietario mi chiede se so fare le pizze, non essendo il tipo che si vanta gli dico solo si certo, poi precisa ma con la pressa, gli dico che non sembra difficile, quindi mi invita a parlare un attimo in sala. Mi dice :"Il tuo contratto finisce a metà Settembre, ma se impari a fare le pizze puoi intanto dare il cambio alle ragazze, si fa per dire, e restare fino alla fine di ottobre, ma c'è anche il fatto che Roza (una delle ucraine) dopo un anno che lavora qua non sa ancora le ricette delle pizze, fa le pizze a fantasia e non so se la tengo, magari puoi sostituirla?", dico che posso provarci senza esagerare, penso che sia na cazzata in realtà e che la parte difficile è imparare gli ingredienti che sono tanti da mettere sopra le pizze, chiude dicendomi che la prossima settimana magari con l'aiuto di Valve, che sarebbe il nome della head chef e non la casa di software, che sa fare tutto, ok, ok. Sinceramente avrei preferito chiudere a Settembre e dedicarmi alla musica anche perché l'orario delle pizzaiole è più lungo e con più giorni, si ok sono soldi, ma il tempo per me è musica e non denaro, potrei anche dire di no e dirgli che preferisco terminare il contratto, ma diciamo che non navigo nell'oro e che la musica è sempre presente come lo è sempre stata, quindi penso che accetto e magari mi faccio sto mese e mezzo in più e poi si vede.
Cambiando discorso, oggi leggo che i giornalisti/e di Repubblica prendono le distanze dall'articolo di Elkann sui lanzichenecchi, vorrei vedere, a mio modesto parere sembra la lamentela di un vecchio che però è il padre dell'editore quindi dice al figlio (da leggere con la R moscia stile Agnelli) "Pubblicami questo articolo su questi ragazzacci irriverenti che c'erano sul treno", "Ma papi, sei sicuro cioè so ragazzi dai", "Tu fallo, son pur sempre tuo padre", secondo me è andata così. Mentre un certo Molinari, forse quello della Sanbuca, al Giffoni dice, copio e incollo "La scuola anglosassone insegna che più i contenuti intellettuali sono controversi e più fanno discutere, più sono positivi. Credo che la discussione che ha innescato sia stata profondamente positiva. La controversia c’è stata, dirompente, e in qualche maniera ha testimoniato la validità della pubblicazione", si ok ma non penso sia questo il caso, sembra più uno di quei commenti sui social dei classici ignoranti che si lamentano di qualcosa che a loro da fastidio senza pensare che il mondo cambia.
Altro articolo su Ansa, quello di prima era sul Tempo, è sull'ecoansia, parola composta da eco, penso da ecologia, e ansia che è la combinazione di varie emozioni forti come paura, apprensione e preoccupazione. L'articolo dice che è un nuovo mal essere che sta iniziando a colpire gli Italiani e soprattutto i giovani, ah. Quindi il fatto che ci siano svariati articoli di "allarmi meteo", a sto punto penso che i tg siano inondati (mi sembra il termine adatto) di servizi ad hoc sulle catastrofi naturali degli ultimi tempi, giusto? Quindi è l'ennesima proiezione a esagerare un evento come per esempio il caldo, d'estate fa caldo, o i cambiamenti climatici che portano a bombe d'acqua improvvise, che poi se uno guarda il cielo lo vede che c'è un nuvolone nero e minaccioso che si avvicina, ah dimenticavo che oramai gli occhi sono solo puntati agli schermi dei telefoni. L'umanità ha perso tutto anche il coraggio di affrontare la natura, non ho mai visto un animale avere paura della pioggia, anche se tanta, loro fa un baffo se piove, se è tanta si infilano da qualche parte tanto sanno che passerà. No il mio non è cinismo, ma puro sprezzo del pericolo, come un pompiere non ho paura e mi sono trovato in situazioni in Marina militare dove il mare poteva diventare una tomba, ci vuole sangue freddo, eliminare la paura ti aiuta a sopravvivere, come dici? Non è facile? Beh se sei abituato/a a pisciarti sotto ogni cazzata ovvio che non è facile. L'uomo è un animale ma da quando è uscito dalla catena alimentare e crede di essere più forte della natura, quando in realtà non lo è, è iniziata questa sorta di paura verso quello che non si conosce, la natura appunto. Cosa succedesse se arrivasse il diluvio universale? Pioggia a dirotto per mesi, oppure un bel cataclisma tipo un fortissimo terremoto con tutti i vulcani che eruttano contemporaneamente e rendono l'aria pregna di gas e nubi che oscurano il sole? Lo so cosa fareste, anche quelli che si professano atei, iniziereste a pregare invece di risolvere il problema, avete perso la bussola.
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Cosa Servire Con La Bruschetta
Per accompagnare la bruschetta è necessario solo un po' di riflessione, ma scegliere i condimenti ti darà un'idea migliore di cosa mettere sopra. Dovresti provare a trovare un sapore complementare o un neutralizzatore di acidità.
Molti antipasti si abbinano bene alle Bruschette, realizzati con vari ingredienti gustosi come Creme per bruschette e antipasti. Potresti non stancarti mai perché ci sono così tanti possibili condimenti e antipasti da abbinare a questo piatto.
Per finire, la Bruschetta è disponibile in una miriade di varietà; libera lo chef che è in te e stupisci i tuoi ospiti!
Cos'è la Bruschetta?
La bruschetta è un tradizionale antipasto italiano preparato con pane rustico tostato, aglio, sale e buon olio d'oliva. La bruschetta è tipicamente preparata con pane più spesso e fette grigliate più grandi per esaltarne il sapore.
Puoi gustare la Bruschetta sia calda che fredda con Salse per vari condimenti italiani. Tipicamente viene servito ancora caldo sulla griglia. Poco dopo aver tostato il pane, si versa sopra il condimento.
Come preparare una buona bruschetta?
Concedetevi la sensazione di essere un buongustaio, anche se vi manca una formazione formale in cucina con un contorno di Bruschetta. Il modo migliore per preparare la bruschetta è decidere i condimenti prima di decidere con cosa servirla.
Dieci opzioni uniche per condire le bruschette:
Un piatto tradizionale che unisce pomodori a fette, basilico tritato e olio d'oliva sparsi su pane tostato.
Funghi saltati all'aglio e aceto balsamico con sopra parmigiano grattugiato.
Pane tostato condito con formaggio feta sbriciolato, prezzemolo fresco tritato e peperoni rossi.
Spalmare il delizioso formaggio di capra sul pane tostato e guarnirlo con una spolverata di miele profumato.
Prosciutto a fette sottili e cubetti di melone (melone, melata, ecc.) su pane tostato.
Il pane tostato condito con una salsa di pesto fatta con carciofi marinati, olive, capperi, aglio e olio d'oliva è chiamato tapenade di carciofi e olive.
Fette sottili di salmone affumicato e Creme per bruschette e antipasti spalmate su crostini di pane; guarnire con aneto fresco tritato o erba cipollina.
L'Avocado e Pomodorini è un pane tostato spalmato con cubetti di avocado e pomodorini, condito con un pizzico di sale e una spruzzata di lime.
Fette di melanzane grigliate con ricotta cremosa e una spolverata di paprika affumicata o scaglie di peperoncino adagiate su pane tostato nel piatto Melanzane grigliate e ricotta.
Pane tostato ricoperto di pesto di basilico fresco e mozzarella a fette; una spruzzata di glassa balsamica completa il tutto.
Contorni Consigliati per Brocchette
A seconda delle preferenze, sono numerosi gli abbinamenti possibili per la Bruschetta:
Per alleggerire e rinfrescare la bruschetta, prova pomodoro e basilico, condisci un po' di verdure miste, olio d'oliva e aceto balsamico.
Zucchine, melanzane, peperoni e cipolle, tutti grigliati alla perfezione, esaltano il meglio della bruschetta e le conferiscono una sottile affumicatura.
Concedetevi un pranzo più abbondante con bruschetta e un piatto di antipasti ripieno di salumi, formaggi, olive e verdure marinate.
Quando il tempo diventa freddo, riscaldati con qualche bruschetta e una scodella di zuppa (prova al pomodoro, al minestrone o alle verdure).
Prova ad arrostire le patate con aglio ed erbe aromatiche per un contorno abbondante da abbinare alla bruschetta.
Prova un tagliere di salumi, formaggi, noci e frutta per un accompagnamento semplice e gustoso alla bruschetta.
Il pane all'aglio è un tradizionale accompagnamento alla bruschetta che ne esalta il sapore e fornisce ulteriore pane da intingere.
Una rinfrescante insalata di pasta condita con pomodorini, olive ed erbe fresche si abbina meravigliosamente al pane tostato in estate.
Conclusione
La gustosa e versatile Bruschetta può essere consumata in svariati modi. La vostra Bruschetta può essere condita in vari modi; puoi condirla con il tradizionale pomodoro e basilico o sperimentare sapori diversi come usare le salse per vari condimenti italiani. La varietà di opzioni è infinita, dalle insalate ai salumi. Se vuoi preparare la migliore bruschetta di sempre, prova a utilizzare combinazioni diverse la prossima volta.
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