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#cambiare lavoro
ross-nekochan · 4 months
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Oggi ho beccato vicino l'ascensore il signore italiano dell'azienda in cui lavoro.
Io: buonsalve
Lui: ehilà! Madonna quest'app della Suica (carta prepagata per i treni, ndr)... sti giapponesi ste app non le sanno proprio fare
Io: ma comeee! Tecnologia così avanzata!!1!
Lui: eh sì, avanzata... fammi un fax che ti rispondo!
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scogito · 4 months
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“Quando ci sembra che non possiamo cambiare le cose, dovremmo ricordarci che siamo qui soprattutto per cambiare noi stessi in meglio, e questo lo possiamo fare sempre. A pensarci bene lo possiamo fare ancora meglio proprio quando tutto sembra congiurarci contro… Anzi, diciamo che tutto sembra congiurarci contro proprio per spingerci a cambiare in meglio”.
[Ho preso questa citazione da un mio vecchio blog, purtroppo avendo un link corrotto non sono riuscita a recuperare l'autore. In ogni caso non cambia il contenuto].
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monnys-world · 10 months
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È arrivato settembre, già da due settimane.
Beh,che dire, questa è la prima volta che mi sento davvero di dire che sono in procinto di cambiare qualcosa. Ma non come quando dici " rimando a settembre " e poi non lo fai.
No.
Questa volta sono decisa, ho deciso di mettermi davvero a posto.
Ho intenzione di dimagrire e tornare in forma? Perfetto,ricomincio con la dieta.
Ho intenzione di cambiare lavoro? Ho deciso di farlo per davvero,questa volta senza accettare abusi di potere o lavorare con l'ansia di procurarmi nuovamente cicatrici. Sono già a due, ben visibili, per un lavoro di un reparto che non ho assolutamente mai scelto. Noi giovani non abbiamo voglia di lavorare ? Certo, non abbiamo voglia di lavorare quando ci sentiamo trattati come schiavi,quando le condizioni di sicurezza sono quelle che sono , a volte anche la paga, e i colleghi pure,quando un tuo dito viene scambiato per un intero braccio e se possono,se ne approfittano. Non ho voglia di lavorare in posto in cui chi non fa niente viene premiato,e chi si fa il culo viene sfruttato.
Onestamente, non valgo meno dei soldi che prendo,mi sento di dire,non devo morirci dietro per pagarmi gli studi.
Ho intenzione di prendere scelte di vita che inevitabilmente mi porteranno ad accelerare i tempi? Perché no, per amore si fa.
Voglio sostenere un esame invece di 10 perché non sono riuscita a prepararmi? Perfetto,nessuno mi corre dietro.
Voglio prepararne 10? Buon per me, ci do dentro e va bene così.
È proprio vero che volere è potere, ed è inutile continuare a dire di rimandare qualcosa. Ho capito che ,se davvero vuoi cambiare, beh,non rimandi.
Non rimandi quando sei davvero stufo,ti prendi tutto ciò che ti meriti.
Non è una società in cui puoi permetterti di rimandare,quando ti si presentano le occasioni puoi solo sfruttarle e prendere una strada.
Non esistono scuse o vie di mezzo che tengano. Non ho più intenzione di vivere con i se,ma, forse, dovrei,potrei. Io posso,devo, e voglio.
Io mi amo e devo amarmi, perché se non lo faccio io non lo farà nessuno al posto mio, non ci sono fidanzati o famiglia che tengano.
La vita è tua,le scelte anche.
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klimt7 · 1 year
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Bandiere rosse con falce e martello fuori, vip nei privè dentro: davanti al Twiga parte la raccolta firme dei comunisti per il salario minimo - la Repubblica
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ilprossimosecolo · 2 months
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QUANDO PERDERE IL LAVORO DIVENTA UN OCCASIONE
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Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura ché la diritta via era smarrita. Non vi è miglior citazione per intraprendere il capitolo “perdere il lavoro”, nel mezzo del cammino di un percorso lavorativo, ci si ritrova in un momento oscuro, dove si perdono le certezze di un futuro in seguito alla perdita del proprio lavoro, che sia dovuto a cause indirette alla nostra persona o che siano da imputare a noi stessi.
L’incubo peggiore della maggior parte delle persone è quella di non avere più una forma di sostentamento su cui vivere e, quando questo diventa realtà, a primo impatto il colpo è durissimo, soprattutto per chi ha un età avanzata, una famiglia sulle spalle o magari dei debiti.
Come primo sintomo inizia a salire l’ansia, ci si sente, frustrati sconvolti, disorientati e non nego anche abbastanza arrabbiati, soprattutto quando il motivo del licenziamento non dipende direttamente dal dipendente, e si inizia a porsi domande tra le quali “cosa ci aspetta per il futuro?”. Solo in un secondo momento si comincia a realizzare la necessità di capire come risolvere il problema.
La riflessione
Prima di cadere nella depressione più totale e quindi farsi prendere dall’ansia, si provi per un attimo a pensare a tutte quelle persone che vorrebbero inseguire e realizzare i propri sogni cambiando vita e professione, ma vengono fermati dalla stabilità di un lavoro fisso e da uno stipendio allettante.
Ecco, nella fase di licenziamento, ci si trova nelle condizioni di aver superato, anche se involontariamente, questo ostacolo, e non si è più soggetti a vincoli di questo tipo. Ci si ritrova costretti a dover decidere se mettersi alla ricerca di un altro lavoro (a seconda delle disposizioni) oppure cominciare a mettere in atto quel processo che possa portare alla realizzazione dei propri sogni.
Prendiamo per un attimo in considerazione tutte quelle persone che per un motivo o per un altro sono riusciti a cambiare professione e quindi vita; a differenza di tutti coloro che non hanno coraggio di cambiare, una delle classiche affermazioni è sempre stata: perché non l’ho fatto prima.
Non in tutti i casi un licenziamento è sempre e solo sinonimo di disperazione, capita per i più virtuosi che la notizia venga presa principalmente come una sfida per un cambiamento ed un’occasione per migliorarsi.
Un involontaria perdita del lavoro in taluni casi, potrebbe tranquillamente trasformarsi in un ottima occasione per poter rivoluzionare completamente la propria vita.
Le testimonianze
Non sono racconti di fantascienza, in passato molta gente ha superato le varie crisi rimboccandosi le maniche e reinventandosi, “ce lo raccontano Giulia, Matteo, Anna, Andrea e Silvia, che hanno saputo rinascere come fenici dalle ceneri della disoccupazione. La prima reazione, confermano, è sempre quella di cadere. Accade tuttavia che durante la discesa qualcosa in noi si smuova, facendosi spazio tra lo sconforto e spingendoci a rialzare il capo. Chiamatelo come volete: spirito di sopravvivenza, perseveranza, intelligenza. Il risultato è sempre lo stesso: si scopre una nuova forza, si riparte e magari si trova finalmente il coraggio di puntare sulle proprie passioni o realizzare quell’idea dimenticata nel cassetto. In giapponese, come del resto in greco antico, la parola crisi significa anche opportunità. «Ho imparato che il cambiamento va accolto e lasciato fluire», racconta Silvia Berra, ex psicologa in ambito risorse umane che dopo essere stata licenziata oggi si ritrova più realizzata di prima grazie al proprio laboratorio creativo Colors Lab. «Alcune cose vanno lasciate andare per raggiungerne altre», fa da eco Anna Marelli, prima architetto e ora artigiana di prodotti e gioielli in ceramica decorata e argilla. Stesso discorso per Matteo Marinai, che dopo aver perso l’impiego da cuoco si è reinventato chef a domicilio. «Mi sono detto: se devo rischiare, tanto vale che rischi per conto mio», spiega con orgoglioso accento toscano. E che dire di Andrea Capuzzo, che insieme ad altri 4 ex-dipendenti ha ricostruito ex novo l’azienda che li aveva lasciati a spasso?
Non stiamo parlando di persone che si sono arricchite dall’oggi al domani o che hanno avuto la rivelazione della vita. Il mito del grande sogno americano lo lasciamo ai cineasti di Hollywood. Quelle che vi raccontiamo sono tutte storie made in Italy di guerrieri della quotidianità, che ancora oggi combattono tutti i giorni con costanza per difendere il loro piccolo spazio di felicità.”
“Fonte Vanity Fair”
Queste sono solo alcune delle testimonianze di chi è riuscito a reinventarsi un lavoro, ma volendo ulteriori testimonianze, è possibile fare una ricerca sul web digitando “testimonianze reinventarsi un lavoro” ed ecco parte dei risultati della ricerca:
https://www.coachlavoro.com/re-inventarsi-un-lavoro-a-50-anni-la-storia-vera-di-roberto/
Il piano di bilancio di temporanea sopravvivenza
La prima cosa da fare sarà quella di mantenere la calma e calcolare approssimativamente il tempo che si avrà a disposizione per poter risollevarsi.
Nella maggior parte dei casi il licenziamento viene preceduto da un preavviso e, nonostante la fase di frustrazione, la prima cosa intelligente da fare è quella di sfruttarlo per farsi un idea del tempo immediatamente successivo alla cessazione del lavoro, calcolando il tempo di “sopravvivenza” a propria disposizione prima di trovarsi completamente con il c**o per terra.
Pianificare dunque il tempo a nostra disposizione è una prima fase fondamentale e deve prendere in considerazione vari fattori tra i quali:
La propria giacenza bancaria
L’ammontare del trattamento di fine rapporto
Una possibile buona uscita
Gli ammortizzatori sociali come l’assegno di disoccupazione
In base a questi fattori si dovrà stabilire per quanto tempo ancor potremmo usufruire di una somma di denaro mensile pari al proprio stipendio che veniva erogato prima della perdita del lavoro che possa permettere lo sviluppo di un percorso di reinserimento nel mondo del lavoro.
Facendo una somma tra una giacenza bancaria, un trattamento di fine rapporto, un eventuale buona uscita ed importo mensile del possibile assegno di disoccupazione, sarà possibile stabilire quanto tempo si avrà a disposizione per la riorganizzazione della propria vita.
Se ad esempio, al pari del proprio ex stipendio di 1500 Euro avessimo:
TFR 10000 Euro
Giacenza bancaria 5000 Euro
Buona uscita 1000 Euro
Si avrebbe un totale di 16000 Euro, con un ipotetico assegno di disoccupazione di 900 Euro mensili per un anno.
Volendo continuare a percepire un entrata mensile pari al proprio ex stipendio di 1500 Euro mensili, si dovrebbero aggiungere all’assegno di disoccupazione di 900 Euro, la cifra di 600 Euro da estrapolare ogni mese dalla somma di tutte le risorse che abbiamo a nostra disposizione ovvero 16000 Euro quindi, 16000/600 = 26,66 mesi circa ovvero 2 anni circa. Considerando che l’assegno di disoccupazione mediamente è di un anno, e diminuisce con il tempo.
Una seconda fase da affrontare, è quella di cominciare a pensare in ad un taglio delle spese (soprattutto quelle superflue) e successivamente, ad un piano di spese intelligenti dove quello che necessita di essere comperato deve essere fatto in modo intelligente.
Se questo non fosse sufficiente, per implementare ancora di più il tempo di sopravvivenza e di riorganizzazione, sarà possibile mettere in vendita tutto il superfluo che si ha per casa, come per esempio l’usato o, se si ritiene necessario, anche tutti quei beni preziosi come l’oro.
In oltre, varrebbe anche la pena di prendersi informarsi sulla presenza di possibili altre sovvenzioni o sgravi fiscali, come per esempio il diritto agli sgravi sulle utenze domestiche per i possessori di un ISEE a basso reddito, che volta per volta vengono messi a disposizione dallo stato.
Non tutto il male vien per nuocere
(Si chiude una porta si spalanca un portone)
Uno dei primi consigli che mi sento di dare a livello psicologico, è quello di accettare il cambiamento, cambiare il proprio senso della realtà e riuscire a intraprendere un cambio di abitudini cercando di schiarirsi le idee su quello che si vuole e si deve fare giorno per giorno per poter così riuscire ad intraprendere una nuova routine.
Quando si parla di senso della realtà, si intende che questa è relativa, e può essere trasformata in qualsiasi momento.
Le possibili strade verso un cambiamento sono tre, tutte che portano ad una risoluzione di cambiamento e dipendono anche dall’età anagrafica posseduta.
Si hanno quindi 3 possibili vie da percorrere:
Mettersi alla ricerca dello stesso lavoro (data l’esperienza nel settore)
Cambiare totalmente settore rispetto alle proprie competenze lavorative
La ricerca di nuove fonti di guadagno indipendenti
Mettersi alla ricerca dello stesso impiego (data l’esperienza nel settore)
Se si è sempre stati convinti e soddisfatti della professione fino ad ora svolta, il problema potrebbe essere minore rispetto alla scelta di reinventarsi cambiare settore.
Se potenzialmente da un lato potreste avere un età avanzata in cui le probabilità di una nuova assunzione potrebbero risultare minori, dall’altra potreste sempre contare su un esperienza decennale o addirittura pluridecennale che sopprimerebbe l’handicap dell’età.
Si faccia conto che ripartire da zero, significa anche che nessuno conosce quei vostri piccoli difetti che potrebbero penalizzarvi anche in una possibile futura locazione di lavoro pertanto, non vi è occasione migliore per cominciare a lavorarci sopra per correggerli e, nello stesso tempo, migliorare i vostri pregi migliorando anche le qualità lavorative in possesso con qualche corso di aggiornamento oppure in modalità del tutto autodidatta.
Dal momento che sarete costretti cambiare azienda, fatelo nel miglior modo possibile, cercate luoghi di lavoro nelle vicinanze, sopprimendo così i costi di trasporto e risparmiando sul tempo di percorrenza.
Cambiare totalmente settore rispetto alle proprie competenze lavorative
Un'altra possibile alternativa, se l’età e/o le energie lo permettono, è di rimettersi in gioco reinserendosi in un percorso di formazione lavorativa differente da quella precedente, cercando la strada per reinserirsi all’interno di un nuovo settore.
In base alle condizioni sociali in cui ci si trova, esiste la possibilità di frequentare corsi formativi gratuiti per disoccupati, atti al reinserimento nel mondo del lavoro.
Ogni Regione d’Italia mette a disposizione (a seconda delle proprie risorse) dei corsi gratuiti per disoccupati che, con un po’ di impegno e di buona volontà, offrono la possibilità di cambiare professione. Ovviamente questo tipo di percorso diventa un tantino complicato per persone in età avanzata, in quanto le aziende difficilmente sono disposte ad assumere personale con poca esperienza ed età avanzata.
Le informazioni necessarie per poter accedere a questo tipo di percorsi potrete trovarli all’interno del sito del centro di formazione https://www.centrocfa.com/disoccupati-over-30-della-lombardia-nuovo-calendario-corsi-gratuiti/
La ricerca di nuove fonti di guadagno indipendenti
Come terza ed ultima opzione (soprattutto per soggetti di avanzata età che potrebbero anche ritrovarsi obbligati) rimane quella di mettersi in gioco staccandosi completamente dal lavoro dipendente, imboccando strade completamente differenti dai soliti canoni di lavoro, come per l’appunto una professione da Freelancer, imparando a gestire il proprio tempo ed i propri affari.
Una prima soluzione, sempre che la vostra ex professione sia sempre stata il sogno della vostra vita, è quella di sfruttare l’esperienza acquisita a proprio vantaggio, continuando a svolgere il proprio lavoro ma in piena autonomia. Tramite le competenze acquisite durante la vostra carriera professionale, con una piccola dose di capacità imprenditoriali, acquisibili con un po’ di impegno, buona volontà e con dei corsi, potreste avere l’occasione di continuare a svolgere il vostro lavoro in totale autonomia senza più che nessuno vi dia delle direttive che magari non avete nemmeno mai condiviso.
Una seconda alternativa nell’intraprendere una nuova attività da zero, è quella di dare agio alle proprie passioni. Sfruttare e sviluppare al meglio una propria passione risulta già da tempo una soluzione vincente per chi vorrebbe seriamente cambiare vita e gestire da soli il proprio lavoro decidendone orari e tabelle di marcia.
Anche in questi due ultimi casi, non solo è possibile un apprendimento da autodidatta per migliorare ancora di più le proprie capacità ma, è anche possibile appoggiarsi a tutte quelle risorse Regionali come i corsi gratuiti per disoccupati che, potrebbero permettervi di imparare qualcosa nella gestione di un azienda.
A questo punto, se siete veramente convinti di ciò che volete, avrete a disposizione un tetto massimo a livello temporale, nella quale dovrete cominciare a stabilire un programma ed una tabella di marcia che vi porti alla realizzazione del progetto di emersione. Una tabella di marcia che vi pianifichi passo per passo l’acquisizione di competenze che vadano da quelle tecniche a quelle organizzative che vi permettano di completare una lista di azioni che portino alla vostra meta.
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medicomunicare · 7 months
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Lavoro sottopagato, salute ed economia: cosa si cerca di fare per cambiare da welfare a impiego necessario
Una nuova analisi della Health Foundation rivela che 3,7 milioni di persone (il 12% della popolazione in età lavorativa) sono attualmente al lavoro e riferiscono una condizione di salute “limitante il lavoro” che limita il tipo o la quantità di lavoro che possono svolgere. Questo numero è aumentato di 1,4 milioni negli ultimi dieci anni e corrisponde quasi al numero di persone con condizioni…
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lesbicastagna · 10 months
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l'unica cosa divertente che ha mai scritto cs pacat è quando nelle interviste le chiedono dello yaoi e la sua risposta è sempre beh mi piace berserk. oggettivamente risposta più fuori di testa a tale domanda
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sofysta · 2 months
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Io non capisco quelli che si offendono se non si passa regolarmente sul loro blog. Voglio dire seppur seguo pochi blog sono un centinaio e se dovessi stare lì ogni santo giorno su tutti i blog dovrei cambiare lavoro e fare chessò l'influencer [lavoro? Rido]. Cmq sia raga davvero io però quando passo sui vostri blog passo per davvero e non metto like a caso, tanto per, osservo tutto, leggo tutto e se mi va vado anche indietro di molto sulle vostre pagine. Però cazzo non venite a farmi il muso lungo perchè la cosa è discontinua, non piantate grane per queste pochezze.
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rosefuckinggenius · 7 months
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Siamo arrivati agli sgoccioli di questa seconda stagione di “Un professore”.
Ci sono state tante cose che mi hanno fatto storcere il naso, tante cose che avrei voluto cambiare e che mi hanno fatto domandare “Perché?”.
Non loro. Per quanto io abbia adorato il rapporto un pò travagliato tra Simone e Manuel, sono stati loro a rapirmi il cuore. Sarà stata la dolcezza che riservavano l’uno all’altro, gli sguardi in ogni loro scena o il fatto che, nonostante tutto, Simone fosse un sostegno per Mimmo e viceversa.
Ho letto tanti pareri, teorie e cose successe nella serie originale che potrebbero accadere anche nella nostra versione e mi si stringe il cuore. Si stringe al solo pensiero che loro non siano endgame, che qualcosa possa accadere negli ultimi due episodi.
Però li ho amati tanto che penso rimarrano nel mio cuore a lungo ❤️
Nicolas e Domenico hanno fatto un gran lavoro con Simone e Mimmo, lo penso davvero 🌸
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tinxanax · 3 months
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Mia madre, 48 anni, terza media.
È stanca del suo lavoro, non le piace più. Ha molti problemi di salute, e il suo lavoro la stanca ancora di più. Era un po' che voleva un lavoro d'ufficio, ma con il suo percorso scolastico, diciamocelo, le possibilità di assunzione sono pari a 0. Dopo mesi e mesi si decide, vuole tornare a studiare. Oggi è stata contattata dalla scuola, a numero chiuso, è stata selezionata. Inutile dire che è emozionatissima. Sembra una bimba a Natale.
"Domani andiamo a pranzo io e te, festeggiamo, perché sei stata tu a convincermi a tornare a scuola."
"Dove vuoi andare?"
"In quel sushi di cui tanto parlano"
"Sei sicura mamma? È sempre affollato.. tu.. non ami stare in mezzo alla gente, ne hai paura"
"Voglio andare. Se ho avuto il -coraggio- per iscrivermi a scuola, posso trovare il coraggio per pranzare in mezzo alle persone"
La amo. Non la riconosco. Amo la forza che sta trovando in sé stessa per cambiare vita. Mi commuove vedere quest'uragano sorridente. Erano anni che non la vedevo così felice.
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abr · 5 months
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Mercoledì scorso, durante la sessione del World economic forum a Davos, il discorso del Presidente argentino Javier Milei ha fatto scoppiare una bomba a livello mondiale al punto di essere commentato in mezzo mondo e tradotto da molte testate giornalistiche. E così quello che molti media avevano dipinto alla stregua di un matto (soprattutto nella nostra cara Italia) improvvisamente si è trasformato in una via di mezzo tra un nuovo Churchill e Adenauer (...).
L’exploit del discorso di Davos: (é stato) osannato da tanti presenti che si sono complimentati con lui (...). Ma che cos’ha colpito così tanto la gente e soprattutto fatto arrabbiare in maniera clamorosa i grandi capi del Wef?
Semplice: per la prima volta un Presidente di una nazione si è rivolto al mondo intero (...) senza mezzi termini o frasi diplomatiche (...). In pratica Milei ha scoperto quell’acqua calda che molti continuano a negare, esaltando il modello capitalista come l’unico in grado nel corso del tempo, di cambiare radicalmente la condizione umana dando un benessere e un progresso nella società stessa davvero unico (...).
La parte che ha fatto più arrabbiare i leader del Wef ed entusiasmato molti è stata quando Milei ha detto (...): “Ora, per capire cosa siamo qui a difendere (...) è il rispetto illimitato del progetto di vita degli altri, basato sul principio di non aggressione, sulla difesa del diritto alla vita, alla libertà e alla proprietà degli individui, le cui istituzioni fondamentali sono la proprietà privata, i mercati liberi dall’intervento statale, la libera concorrenza, la divisione del lavoro e la cooperazione sociale. Dove si può avere successo solo servendo il prossimo con beni di migliore qualità a un prezzo migliore”.
E più avanti ha sostenuto che “i socialisti, visti gli innegabili progressi del mondo libero, i socialisti sono stati costretti a cambiare la loro agenda. Si sono lasciati alle spalle la lotta di classe (...) per rimpiazzarla con altri presunti conflitti sociali che sono ugualmente dannosi … come quello dell’uomo contro la natura.
Sostengono che gli esseri umani nuocciono al pianeta che deve essere protetto a tutti i costi, addirittura sostenendo un meccanismo di controllo della popolazione o la tragedia dell’aborto. Purtroppo queste idee dannose hanno permeato fortemente la nostra società (...). Hanno raggiunto questo risultato grazie all’appropriazione dei media, della cultura, delle università e anche delle organizzazioni internazionali (come il Wef, ndr). (...).
Fortunatamente siamo sempre più numerosi a osare alzare la voce perché vediamo che, se non combattiamo queste idee a testa alta, l’unico destino possibile è che avremo sempre più Stato, più regolamentazione, più socialismo, più povertà, meno libertà e, di conseguenza, un tenore di vita peggiore”.
(...) Purtroppo l’attuale Ue, già immersa nelle sue scandalose regole ambientali che decimeranno la classe media nel giro di pochi anni, attraverso un falso progressismo Radical-Chic Ztl sta portando avanti molte delle cose criticate dal Presidente argentino. (...)
Au point, grade Milei, il resto solo chiacchiere, distintivi, appeasement o nostagie canaglia, via https://www.ilsussidiario.net/news/diario-argentina-le-bordate-di-milei-a-davos-e-alle-linee-guida-dellue/2650140/
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angelap3 · 5 days
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Rendi la tua vita un rifugio sicuro, dove solo le persone “compatibili” con te sono ammesse. Non sei responsabile del salvataggio di nessuno. Non sei responsabile di convincerli a migliorare. Non è il tuo lavoro esistere per le persone e dare loro la tua vita! Perché se ti senti male, se ti senti obbligato, sarai la radice di tutti i tuoi problemi a causa della tua insistenza, temendo che non ti restituiscano i favori che hai concesso. È il tuo unico obbligo realizzare che sei il padrone del tuo destino e accettare l’amore che pensi di meritare. Decidi che meriti una vera amicizia, un vero impegno e un amore completo con persone sane e prospere. Quindi aspetta e vedi quanto tutto inizia a cambiare.
Anthony Hopkins❤️
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madziy · 1 year
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La mia attività preferita della domenica mattina (per me nel weekend è mattina almeno fino alle 14) è prendere il caffè e spiare i cagnetti dei miei vicini che fanno le passeggiate. Vorrei anch’io un cane ma viaggio troppo e quando non viaggio sto comunque fuori casa da mattina a sera (e poi ho una paura fottuta di essere responsabile di una creatura e non accorgermi che sta male e ha bisogno di cure). Tra i viaggi già fatti e quelli prenotati ho già finito i miei giorni di vacanza che avevo da usare per quest’anno quindi quando la settimana scorsa ho ricevuto un’email che mi offriva un giorno libero in cambio di un’attività di beneficienza mi sono subito iscritta presa dall’eccitazione, senza realizzare bene che si tratta di una corsa. Io odio correre, ma ho fino a settembre per farmelo piacere. Ci ho messo quindici anni a farmi piacere le olive e ora le adoro. Quando arriva giovedì e sono esausta dal lavoro e dalle attività solite della settimana e sento un ronzio in testa per le ore passate in inutili riunioni online, per cena mangio olive davanti alla tv pensando al prossimo viaggio. Capita a volte che le persone mi dicano che devo avere un sacco di soldi per viaggiare tanto e io spiego sempre che semplicemente tutti i miei soldi li investo in quello. Non ho bambini, non ho una macchina e non compro cose costose. Forse se prendessi un cane spenderei tutti i miei soldi per lui e il problema del viaggiare troppo si risolverebbe così. Comprerei finalmente una macchina e ci faremmo dei road trip pazzeschi. Il problema più grande comunque rimangono i pochi giorni di ferie quindi sto pensando a quale sarà la prossima grande cosa in cui investire e smettere di lavorare.
Ah, presa dalla disperazione mi sono fatta rossa, segno da donna basic che qualcosa deve cambiare.
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crazy-so-na-sega · 3 months
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La realtà è socialmente costruita e infinitamente manipolabile e la verità è una nozione inutile: questo è stato il pensiero "postmoderno" che ha dominato negli ultimi decenni.
Una visione della vita per cui non esistono fatti ma solo interpretazioni, possibilmente da non prendere troppo sul serio, e un approccio al mondo per cui basta desiderare e siamo in grado di cambiare la nostra vita. Il postmoderno ha pervaso ogni ambito della quotidianità, dalla politica, all'arte, alla letteratura, alla dipendenza dal linguaggio delle fiction e dei reality, così finto da sembrare vero.
Maurizio Ferraris critica senza riserve questo modo di pensare e propone di tornare alla realtà dei fatti e delle verità appurabili, che esistono e sono evidenti, inemendabili.
In questo "Manifesto del nuovo realismo", che sintetizza gli ultimi venti anni del suo lavoro, indaga su alcuni concetti chiave degli ultimi decenni: emancipazione, autorità, illuminismo, decostruzione, critica, realtà, verità.
Ferraris sostiene con forza il ruolo della filosofia per argomentare e difendere il realismo filosofico. "L'umanità deve salvarsi, e occorrono il sapere, la verità e la realtà.
Non accettarli, come hanno fatto il postmoderno filosofico e il populismo politico, significa seguire l'alternativa, sempre possibile, che propone il Grande Inquisitore; seguire la via del miracolo, del mistero e dell'autorità".
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vaerjs · 1 month
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in questi giorni a scuola ho provato a stravolgere tutto e a lavorare per atelier, come facevo alla maternelle di Parigi. ho raggruppato i banchi, ho spiegato che tutti avrebbero dovuto passare in tutti gli atelier, e farmi controllare il lavoro svolto prima di cambiare, ma organizzarsi in modo autonomo. ho creato uno spazio lettura, uno spazio lavoretto di fine anno, uno spazio recupero e potenziamento. alcune bambine si sono proposte di restare di più nel tavolo potenziamento per aiutare i compagni e le compagne che avevano bisogno.
a caldo: è stato devastante, sono stanchissima, sono atta dietro ad attività completamente diverse tutte insieme e a bambini che si facevano ripetere le indicazioni 4000 volte anche quando i compagni stessi le spiegavano loro
a freddo: sono fierissima perché tutto sommato sono stati in gamba, è stato bellissimo quando le bimbe si sono offerte di fare le tutor e quando lo spazio lettura si è riempito di bimbi.
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tiaspettoaltrove · 4 months
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È un luogo per poche.
Sarò, sempre, un po’ distante. Negli anni ho imparato a sviluppare una corazza, che sono arrivato a reputare impenetrabile. Qualcuna ha cercato di scalfirla, spesso per il sol gusto di farlo, ma nel lungo periodo è rimasta sconfitta. Ha fatto dei danni? Certo, ho anche un cuore, quindi sarebbe stato impossibile il contrario. Eppure eccomi qui, ancora qui, per l’ennesima volta. Era tempo di tornare: sempre più vero, sempre più sincero, trasparente, diretto. Intellettualmente onesto, lucido prima ancor che passionale. Ché spesso la passionalità e l’erotismo rappresentano solo un ostacolo, una fantasia, in ultima istanza un’illusione rispetto a tutta la sostanza che c’è sotto. Qui non voglio essere protagonista, infatti. O meglio: voglio che la persona fisica che redige questi testi rimanga solo sullo sfondo, che emerga dalle parole, sì, ma non rubi la scena. Qui voglio che regni la verità. Voglio respirarla, cavolo. Voglio cibarmene. Voglio farci all’amore. Perché la verità, quando è davvero tale, può eccitare come e più di una brillante intuizione. Prendetemi come un libro, più che come una persona. Non permettetemi e permettetevi di superare barriere che mi consentirebbero di annebbiarvi i sensi. Rimanete concentrate sul pezzo, sui concetti, sui ragionamenti. Volate, ma non vi allontanate mai troppo dal punto di partenza. Chi sono? Sono un uomo, che ha deciso in questo spazio di dedicarsi esclusivamente alle donne. Alle ragazze, nello specifico. Alle più giovani. Perché è difficile recuperare molte donne troppo adulte, ma con le ventenni invece si può lavorare meglio. Qui faremo un bel lavoro di gruppo, tutti insieme, cercando di limitare al massimo l’ipocrisia, il perbenismo, il “politicamente corretto”. Non farò sempre giri di parole, non sarò sempre impeccabilmente gentile, ma il mio intento è quello di arrivare insieme alla verità. Di farvi ragionare assieme a me, di portarvi ad analizzarvi nel profondo, riflettendo, valorizzandovi quando possibile. Una ragazza va guidata, ascoltata, e portata ad ascoltarsi. Lo fanno in poche. E spesso, perfino quelle poche, negano. Negano il loro sentire, lo camuffano, lo lasciano da parte. Qui voglio che emerga quello che siete davvero, senza paure, senza limiti. Una giovane ragazza che osa può realizzare tanti dei suoi obiettivi, può cambiare il (suo) mondo. Io non vendo niente, scrivo per passione e per sfogo. Questo blog è dedicato a voi, ma l’ho fatto per me. Perché mi fa bene, poter donare qualcosa al prossimo, e farlo nel mio piccolo, in modo disinteressato. Potete intervenire anche in anonimato, quindi sentitevi stimolate, ad essere totalmente sincere. Nessuno saprà chi siete, se non lo vorrete. Nemmeno io. Sfogatevi, lasciate fluire il succo della verità. Assaporatela. Non sarò in grado di aiutare chiunque, ovviamente, ma almeno aiuterò me stesso. Auspicabilmente, aiutando voi. Quindi sedetevi, iniziate a seguirmi, e a fare tutte quelle cose che si fanno da queste parti. Sarà un luogo per poche, ok?
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