#cambiare lavoro
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ross-nekochan · 11 months ago
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Oggi ho beccato vicino l'ascensore il signore italiano dell'azienda in cui lavoro.
Io: buonsalve
Lui: ehilà! Madonna quest'app della Suica (carta prepagata per i treni, ndr)... sti giapponesi ste app non le sanno proprio fare
Io: ma comeee! Tecnologia così avanzata!!1!
Lui: eh sì, avanzata... fammi un fax che ti rispondo!
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ilterzouomo · 3 months ago
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π
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scogito · 10 months ago
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“Quando ci sembra che non possiamo cambiare le cose, dovremmo ricordarci che siamo qui soprattutto per cambiare noi stessi in meglio, e questo lo possiamo fare sempre. A pensarci bene lo possiamo fare ancora meglio proprio quando tutto sembra congiurarci contro… Anzi, diciamo che tutto sembra congiurarci contro proprio per spingerci a cambiare in meglio”.
[Ho preso questa citazione da un mio vecchio blog, purtroppo avendo un link corrotto non sono riuscita a recuperare l'autore. In ogni caso non cambia il contenuto].
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monnys-world · 1 year ago
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È arrivato settembre, già da due settimane.
Beh,che dire, questa è la prima volta che mi sento davvero di dire che sono in procinto di cambiare qualcosa. Ma non come quando dici " rimando a settembre " e poi non lo fai.
No.
Questa volta sono decisa, ho deciso di mettermi davvero a posto.
Ho intenzione di dimagrire e tornare in forma? Perfetto,ricomincio con la dieta.
Ho intenzione di cambiare lavoro? Ho deciso di farlo per davvero,questa volta senza accettare abusi di potere o lavorare con l'ansia di procurarmi nuovamente cicatrici. Sono già a due, ben visibili, per un lavoro di un reparto che non ho assolutamente mai scelto. Noi giovani non abbiamo voglia di lavorare ? Certo, non abbiamo voglia di lavorare quando ci sentiamo trattati come schiavi,quando le condizioni di sicurezza sono quelle che sono , a volte anche la paga, e i colleghi pure,quando un tuo dito viene scambiato per un intero braccio e se possono,se ne approfittano. Non ho voglia di lavorare in posto in cui chi non fa niente viene premiato,e chi si fa il culo viene sfruttato.
Onestamente, non valgo meno dei soldi che prendo,mi sento di dire,non devo morirci dietro per pagarmi gli studi.
Ho intenzione di prendere scelte di vita che inevitabilmente mi porteranno ad accelerare i tempi? Perché no, per amore si fa.
Voglio sostenere un esame invece di 10 perché non sono riuscita a prepararmi? Perfetto,nessuno mi corre dietro.
Voglio prepararne 10? Buon per me, ci do dentro e va bene così.
È proprio vero che volere è potere, ed è inutile continuare a dire di rimandare qualcosa. Ho capito che ,se davvero vuoi cambiare, beh,non rimandi.
Non rimandi quando sei davvero stufo,ti prendi tutto ciò che ti meriti.
Non è una società in cui puoi permetterti di rimandare,quando ti si presentano le occasioni puoi solo sfruttarle e prendere una strada.
Non esistono scuse o vie di mezzo che tengano. Non ho più intenzione di vivere con i se,ma, forse, dovrei,potrei. Io posso,devo, e voglio.
Io mi amo e devo amarmi, perché se non lo faccio io non lo farà nessuno al posto mio, non ci sono fidanzati o famiglia che tengano.
La vita è tua,le scelte anche.
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klimt7 · 2 years ago
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Bandiere rosse con falce e martello fuori, vip nei privè dentro: davanti al Twiga parte la raccolta firme dei comunisti per il salario minimo - la Repubblica
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viviween · 3 months ago
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Chiedilo a chi vota destra: a chi, davanti ad un'ingiustizia sul lavoro ad un collega, fa finta di non vedere o sull'ingiustizia che subisce, fa spallucce.
Chiedilo a chi fa figli "tanto per fare", in un Paese depresso da decenni, condannando la prole alla schiavitù.
Chiedilo a chi tirò le monetine a Craxi, e non ha fatto nulla per fermare Forza Italia e la Lega; chiedilo a chi va in Chiesa, prega dio, e lascia spiccioli in un pozzo pieno di soldi.
Chiediti cosa fai per cambiare tutto questo.
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pier-carlo-universe · 3 months ago
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Il Libro di Chi Viaggia Ogni Giorno: Un Percorso tra Lavoro, Amore e Nuove Avventure. Di Alessandria today
Una riflessione su chi affronta viaggi quotidiani, che siano verso un lavoro, un amore o verso nuove scoperte, esplorando le motivazioni che spingono le persone a intraprendere questo percorso.
Una riflessione su chi affronta viaggi quotidiani, che siano verso un lavoro, un amore o verso nuove scoperte, esplorando le motivazioni che spingono le persone a intraprendere questo percorso. Ogni giorno, milioni di persone viaggiano verso una meta, che sia il luogo di lavoro, la casa di una persona amata o una destinazione che rappresenta l’ennesimo inizio di una nuova avventura. Che si…
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ilprossimosecolo · 9 months ago
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QUANDO PERDERE IL LAVORO DIVENTA UN OCCASIONE
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Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura ché la diritta via era smarrita. Non vi è miglior citazione per intraprendere il capitolo “perdere il lavoro”, nel mezzo del cammino di un percorso lavorativo, ci si ritrova in un momento oscuro, dove si perdono le certezze di un futuro in seguito alla perdita del proprio lavoro, che sia dovuto a cause indirette alla nostra persona o che siano da imputare a noi stessi.
L’incubo peggiore della maggior parte delle persone è quella di non avere più una forma di sostentamento su cui vivere e, quando questo diventa realtà, a primo impatto il colpo è durissimo, soprattutto per chi ha un età avanzata, una famiglia sulle spalle o magari dei debiti.
Come primo sintomo inizia a salire l’ansia, ci si sente, frustrati sconvolti, disorientati e non nego anche abbastanza arrabbiati, soprattutto quando il motivo del licenziamento non dipende direttamente dal dipendente, e si inizia a porsi domande tra le quali “cosa ci aspetta per il futuro?”. Solo in un secondo momento si comincia a realizzare la necessità di capire come risolvere il problema.
La riflessione
Prima di cadere nella depressione più totale e quindi farsi prendere dall’ansia, si provi per un attimo a pensare a tutte quelle persone che vorrebbero inseguire e realizzare i propri sogni cambiando vita e professione, ma vengono fermati dalla stabilità di un lavoro fisso e da uno stipendio allettante.
Ecco, nella fase di licenziamento, ci si trova nelle condizioni di aver superato, anche se involontariamente, questo ostacolo, e non si è più soggetti a vincoli di questo tipo. Ci si ritrova costretti a dover decidere se mettersi alla ricerca di un altro lavoro (a seconda delle disposizioni) oppure cominciare a mettere in atto quel processo che possa portare alla realizzazione dei propri sogni.
Prendiamo per un attimo in considerazione tutte quelle persone che per un motivo o per un altro sono riusciti a cambiare professione e quindi vita; a differenza di tutti coloro che non hanno coraggio di cambiare, una delle classiche affermazioni è sempre stata: perché non l’ho fatto prima.
Non in tutti i casi un licenziamento è sempre e solo sinonimo di disperazione, capita per i più virtuosi che la notizia venga presa principalmente come una sfida per un cambiamento ed un’occasione per migliorarsi.
Un involontaria perdita del lavoro in taluni casi, potrebbe tranquillamente trasformarsi in un ottima occasione per poter rivoluzionare completamente la propria vita.
Le testimonianze
Non sono racconti di fantascienza, in passato molta gente ha superato le varie crisi rimboccandosi le maniche e reinventandosi, “ce lo raccontano Giulia, Matteo, Anna, Andrea e Silvia, che hanno saputo rinascere come fenici dalle ceneri della disoccupazione. La prima reazione, confermano, è sempre quella di cadere. Accade tuttavia che durante la discesa qualcosa in noi si smuova, facendosi spazio tra lo sconforto e spingendoci a rialzare il capo. Chiamatelo come volete: spirito di sopravvivenza, perseveranza, intelligenza. Il risultato è sempre lo stesso: si scopre una nuova forza, si riparte e magari si trova finalmente il coraggio di puntare sulle proprie passioni o realizzare quell’idea dimenticata nel cassetto. In giapponese, come del resto in greco antico, la parola crisi significa anche opportunità. «Ho imparato che il cambiamento va accolto e lasciato fluire», racconta Silvia Berra, ex psicologa in ambito risorse umane che dopo essere stata licenziata oggi si ritrova più realizzata di prima grazie al proprio laboratorio creativo Colors Lab. «Alcune cose vanno lasciate andare per raggiungerne altre», fa da eco Anna Marelli, prima architetto e ora artigiana di prodotti e gioielli in ceramica decorata e argilla. Stesso discorso per Matteo Marinai, che dopo aver perso l’impiego da cuoco si è reinventato chef a domicilio. «Mi sono detto: se devo rischiare, tanto vale che rischi per conto mio», spiega con orgoglioso accento toscano. E che dire di Andrea Capuzzo, che insieme ad altri 4 ex-dipendenti ha ricostruito ex novo l’azienda che li aveva lasciati a spasso?
Non stiamo parlando di persone che si sono arricchite dall’oggi al domani o che hanno avuto la rivelazione della vita. Il mito del grande sogno americano lo lasciamo ai cineasti di Hollywood. Quelle che vi raccontiamo sono tutte storie made in Italy di guerrieri della quotidianità, che ancora oggi combattono tutti i giorni con costanza per difendere il loro piccolo spazio di felicità.”
“Fonte Vanity Fair”
Queste sono solo alcune delle testimonianze di chi è riuscito a reinventarsi un lavoro, ma volendo ulteriori testimonianze, è possibile fare una ricerca sul web digitando “testimonianze reinventarsi un lavoro” ed ecco parte dei risultati della ricerca:
https://www.coachlavoro.com/re-inventarsi-un-lavoro-a-50-anni-la-storia-vera-di-roberto/
Il piano di bilancio di temporanea sopravvivenza
La prima cosa da fare sarà quella di mantenere la calma e calcolare approssimativamente il tempo che si avrà a disposizione per poter risollevarsi.
Nella maggior parte dei casi il licenziamento viene preceduto da un preavviso e, nonostante la fase di frustrazione, la prima cosa intelligente da fare è quella di sfruttarlo per farsi un idea del tempo immediatamente successivo alla cessazione del lavoro, calcolando il tempo di “sopravvivenza” a propria disposizione prima di trovarsi completamente con il c**o per terra.
Pianificare dunque il tempo a nostra disposizione è una prima fase fondamentale e deve prendere in considerazione vari fattori tra i quali:
La propria giacenza bancaria
L’ammontare del trattamento di fine rapporto
Una possibile buona uscita
Gli ammortizzatori sociali come l’assegno di disoccupazione
In base a questi fattori si dovrà stabilire per quanto tempo ancor potremmo usufruire di una somma di denaro mensile pari al proprio stipendio che veniva erogato prima della perdita del lavoro che possa permettere lo sviluppo di un percorso di reinserimento nel mondo del lavoro.
Facendo una somma tra una giacenza bancaria, un trattamento di fine rapporto, un eventuale buona uscita ed importo mensile del possibile assegno di disoccupazione, sarà possibile stabilire quanto tempo si avrà a disposizione per la riorganizzazione della propria vita.
Se ad esempio, al pari del proprio ex stipendio di 1500 Euro avessimo:
TFR 10000 Euro
Giacenza bancaria 5000 Euro
Buona uscita 1000 Euro
Si avrebbe un totale di 16000 Euro, con un ipotetico assegno di disoccupazione di 900 Euro mensili per un anno.
Volendo continuare a percepire un entrata mensile pari al proprio ex stipendio di 1500 Euro mensili, si dovrebbero aggiungere all’assegno di disoccupazione di 900 Euro, la cifra di 600 Euro da estrapolare ogni mese dalla somma di tutte le risorse che abbiamo a nostra disposizione ovvero 16000 Euro quindi, 16000/600 = 26,66 mesi circa ovvero 2 anni circa. Considerando che l’assegno di disoccupazione mediamente è di un anno, e diminuisce con il tempo.
Una seconda fase da affrontare, è quella di cominciare a pensare in ad un taglio delle spese (soprattutto quelle superflue) e successivamente, ad un piano di spese intelligenti dove quello che necessita di essere comperato deve essere fatto in modo intelligente.
Se questo non fosse sufficiente, per implementare ancora di più il tempo di sopravvivenza e di riorganizzazione, sarà possibile mettere in vendita tutto il superfluo che si ha per casa, come per esempio l’usato o, se si ritiene necessario, anche tutti quei beni preziosi come l’oro.
In oltre, varrebbe anche la pena di prendersi informarsi sulla presenza di possibili altre sovvenzioni o sgravi fiscali, come per esempio il diritto agli sgravi sulle utenze domestiche per i possessori di un ISEE a basso reddito, che volta per volta vengono messi a disposizione dallo stato.
Non tutto il male vien per nuocere
(Si chiude una porta si spalanca un portone)
Uno dei primi consigli che mi sento di dare a livello psicologico, è quello di accettare il cambiamento, cambiare il proprio senso della realtà e riuscire a intraprendere un cambio di abitudini cercando di schiarirsi le idee su quello che si vuole e si deve fare giorno per giorno per poter così riuscire ad intraprendere una nuova routine.
Quando si parla di senso della realtà, si intende che questa è relativa, e può essere trasformata in qualsiasi momento.
Le possibili strade verso un cambiamento sono tre, tutte che portano ad una risoluzione di cambiamento e dipendono anche dall’età anagrafica posseduta.
Si hanno quindi 3 possibili vie da percorrere:
Mettersi alla ricerca dello stesso lavoro (data l’esperienza nel settore)
Cambiare totalmente settore rispetto alle proprie competenze lavorative
La ricerca di nuove fonti di guadagno indipendenti
Mettersi alla ricerca dello stesso impiego (data l’esperienza nel settore)
Se si è sempre stati convinti e soddisfatti della professione fino ad ora svolta, il problema potrebbe essere minore rispetto alla scelta di reinventarsi cambiare settore.
Se potenzialmente da un lato potreste avere un età avanzata in cui le probabilità di una nuova assunzione potrebbero risultare minori, dall’altra potreste sempre contare su un esperienza decennale o addirittura pluridecennale che sopprimerebbe l’handicap dell’età.
Si faccia conto che ripartire da zero, significa anche che nessuno conosce quei vostri piccoli difetti che potrebbero penalizzarvi anche in una possibile futura locazione di lavoro pertanto, non vi è occasione migliore per cominciare a lavorarci sopra per correggerli e, nello stesso tempo, migliorare i vostri pregi migliorando anche le qualità lavorative in possesso con qualche corso di aggiornamento oppure in modalità del tutto autodidatta.
Dal momento che sarete costretti cambiare azienda, fatelo nel miglior modo possibile, cercate luoghi di lavoro nelle vicinanze, sopprimendo così i costi di trasporto e risparmiando sul tempo di percorrenza.
Cambiare totalmente settore rispetto alle proprie competenze lavorative
Un'altra possibile alternativa, se l’età e/o le energie lo permettono, è di rimettersi in gioco reinserendosi in un percorso di formazione lavorativa differente da quella precedente, cercando la strada per reinserirsi all’interno di un nuovo settore.
In base alle condizioni sociali in cui ci si trova, esiste la possibilità di frequentare corsi formativi gratuiti per disoccupati, atti al reinserimento nel mondo del lavoro.
Ogni Regione d’Italia mette a disposizione (a seconda delle proprie risorse) dei corsi gratuiti per disoccupati che, con un po’ di impegno e di buona volontà, offrono la possibilità di cambiare professione. Ovviamente questo tipo di percorso diventa un tantino complicato per persone in età avanzata, in quanto le aziende difficilmente sono disposte ad assumere personale con poca esperienza ed età avanzata.
Le informazioni necessarie per poter accedere a questo tipo di percorsi potrete trovarli all’interno del sito del centro di formazione https://www.centrocfa.com/disoccupati-over-30-della-lombardia-nuovo-calendario-corsi-gratuiti/
La ricerca di nuove fonti di guadagno indipendenti
Come terza ed ultima opzione (soprattutto per soggetti di avanzata età che potrebbero anche ritrovarsi obbligati) rimane quella di mettersi in gioco staccandosi completamente dal lavoro dipendente, imboccando strade completamente differenti dai soliti canoni di lavoro, come per l’appunto una professione da Freelancer, imparando a gestire il proprio tempo ed i propri affari.
Una prima soluzione, sempre che la vostra ex professione sia sempre stata il sogno della vostra vita, è quella di sfruttare l’esperienza acquisita a proprio vantaggio, continuando a svolgere il proprio lavoro ma in piena autonomia. Tramite le competenze acquisite durante la vostra carriera professionale, con una piccola dose di capacità imprenditoriali, acquisibili con un po’ di impegno, buona volontà e con dei corsi, potreste avere l’occasione di continuare a svolgere il vostro lavoro in totale autonomia senza più che nessuno vi dia delle direttive che magari non avete nemmeno mai condiviso.
Una seconda alternativa nell’intraprendere una nuova attività da zero, è quella di dare agio alle proprie passioni. Sfruttare e sviluppare al meglio una propria passione risulta già da tempo una soluzione vincente per chi vorrebbe seriamente cambiare vita e gestire da soli il proprio lavoro decidendone orari e tabelle di marcia.
Anche in questi due ultimi casi, non solo è possibile un apprendimento da autodidatta per migliorare ancora di più le proprie capacità ma, è anche possibile appoggiarsi a tutte quelle risorse Regionali come i corsi gratuiti per disoccupati che, potrebbero permettervi di imparare qualcosa nella gestione di un azienda.
A questo punto, se siete veramente convinti di ciò che volete, avrete a disposizione un tetto massimo a livello temporale, nella quale dovrete cominciare a stabilire un programma ed una tabella di marcia che vi porti alla realizzazione del progetto di emersione. Una tabella di marcia che vi pianifichi passo per passo l’acquisizione di competenze che vadano da quelle tecniche a quelle organizzative che vi permettano di completare una lista di azioni che portino alla vostra meta.
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medicomunicare · 1 year ago
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Lavoro sottopagato, salute ed economia: cosa si cerca di fare per cambiare da welfare a impiego necessario
Una nuova analisi della Health Foundation rivela che 3,7 milioni di persone (il 12% della popolazione in età lavorativa) sono attualmente al lavoro e riferiscono una condizione di salute “limitante il lavoro” che limita il tipo o la quantità di lavoro che possono svolgere. Questo numero è aumentato di 1,4 milioni negli ultimi dieci anni e corrisponde quasi al numero di persone con condizioni…
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lesbicastagna · 1 year ago
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l'unica cosa divertente che ha mai scritto cs pacat è quando nelle interviste le chiedono dello yaoi e la sua risposta è sempre beh mi piace berserk. oggettivamente risposta più fuori di testa a tale domanda
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raccontidialiantis · 17 days ago
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Rito del mattino
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(Foto: cafeseins)
Era quello scoprirsi ancora sul pianeta Terra dopo il volo notturno, era verificare ogni volta che si ritrovavano sempre lì entrambi a godere del loro rapporto, del contatto della pelle nuda, dei loro sorrisi muti e del sapore del primo, agognato caffè. Era quello, l'amore vero. Il resto avrebbe potuto pure cambiare: casa, lavoro, figli. Amici e città. Scenari di contorno.
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(Foto: cafeseins)
Erano le loro anime affamate l'una dell'altra, la forza che li teneva in vita veramente, per scoprire ogni giorno un'altra possibile, nuova maniera di manifestare la voglia di ritrovarsi a sera. Un messaggino, una nota vocale, un pensiero semplice. Mentre il sapore di un altro caffè nella pausa pranzo scenderà dritto al cuore, a ricordare che domattina saranno di nuovo lì, con una tazzina d'amore liquido forte e nero tra le mani. Zucchero q.b.
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(Foto: cafeseins)
RDA
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angelap3 · 2 months ago
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Grande Pablo Neruda:
Muore lentamente..
Chi non viaggia..
Chi non legge..
Chi non ascolta la musica..
Chi non è bravo a farsi guidare dai suoi occhi..
Muore lentamente..
Chi diventa schiavo dell'abitudine..
Chi usa la stessa strada ogni giorno?
Colui che non cambia mai le sue abitudini..
Chi non rischia di cambiare il colore dei suoi vestiti..
Oppure qualcuno che non parla con una persona sconosciuta..
Muore lentamente..
Chi evita la passione..
Un turbinio di sentimenti..
Quelli che fanno tornare la scintilla agli occhi..
Muore lentamente..
Chi non cambia direzione quando si sente apatico nel lavoro o nell'amore..
Chi non rischia per realizzare i sogni..
Chi non ha provato nemmeno una volta nella vita a ribellarsi ai consigli..
Vivi la tua vita
Non privarti della felicità
Pablo Neruda❤️
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vintagebiker43 · 4 hours ago
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Nella sua rubrica del Foglio il giornalista Andrea Marcenero si dice dispiaciuto perché Sigfredo Ranucci non è morto mentre era a Sumatra nel 2005.
Le parole del figlio, Andrea Ranucci, sono da leggere:
"Caro Andrea,
fortunatamente mi sono imbattuto così poche volte nelle pagine del "giornale" in cui scrivi da non sapere né il tuo cognome né se tu - spero vivamente per la categoria di no - sia un giornalista professionista o un comico satirico, sono il figlio di Sigfrido Ranucci e nonostante alcune volte me ne sorprenda anche io, non sono ancora orfano di padre.
Vivo da sempre con il pensiero, il timore che ogni volta che saluto mio padre possa essere l'ultima, del resto credo sia inevitabile quando vivi per decenni sotto scorta, quando hai sette anni e ci sono i proiettili nella cassetta della posta di casa tua, quando vai a mangiare al ristorante e ti consigliano di cambiare aria perché non sei ben gradito nella regione, quando ti svegli una mattina e trovi scientifica, polizia, carabinieri e DIGOS in giardino perché casualmente sono stati lasciati dei bossoli, quando ricevi giornalmente minacce, pacchi contenenti polvere da sparo e lettere minatorie, o semplicemente quando ti abitui a non poter salire in macchina con tuo padre.
Ricordo perfettamente il periodo dello Tsunami e dell'isola di Sumatra, che giusto per precisione si trova in Indonesia e non India, quando papà con il parere contrario del suo Direttore Roberto Morrione decise di raccontare la vicenda in uno dei luoghi più martoriati dalle inondazioni, lontano dalle comodità e dai luoghi privilegiati dai quali tutti i media scrivevano.
È uno dei primi ricordi di cui ho contezza, avevo 5 anni, mia sorella 6, mio fratello forse 8, eravamo in macchina, erano circa 40 ore che nessuno riuscisse ad avere contatti con papà, mamma tratteneva le lacrime a fatica, sola con noi tre, faceva finta che andasse tutto bene, forse è stata la prima volta che ho avuto la sensazione che dovessi percepire la vita con papà come se fosse a tempo, con una data di scadenza.
Ebbene sì, è tornato sano e salvo e a distanza di 20 anni purtroppo per te, Andrea, per fortuna per noi e credo di poter dire per il paese è ancora qui, a svolgere il suo lavoro come sempre, vivo e vegeto anche se in tanti lo vorrebbero morto.
Il morto del giorno è il giornalismo italiano, ancora una volta, e chi è l'assassino è evidente a tutti.”
Chapeau. Solidarietà a Ranucci, viva ammirazione per il suo coraggio e la sua forza. Evviva Report, uno dei pochi presidi di democrazia ancora presenti, capace di incarnare l'idea per cui il giornalismo deve essere il cane da guardia del potere e non, come spesso capita nel nostro paese, il cane da compagnia o, addirittura, da riporto.
@CarloCunegato
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orotrasparente · 4 months ago
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se sono una brava persona non lo so, non posso dirlo io, così come se sono una persona intelligente o interessante o qualsiasi altro aggettivo positivo (o negativo che sia), l’unica cosa che sento è che qui non ho niente, sì ho degli amici a cui tengo e qualcuno di loro credo mi voglia anche bene (non tutti secondo me), ma ora sono in un punto di stallo nella mia vita in cui nel lavoro così come nella vita privata non c’è nessuno che crede in me, in qualsiasi accezione, non c’è una persona che mi guardi fiduciosa e questa cosa la sento, sento che non sto più bene qui e sono più i giorni in cui penso che voglio cambiare città che altro, non sono triste né arrabbiato né altro, semplicemente sento che qui ho fatto il mio, ce l’ho messa tutta per costruire qualcosa ma non sta andando e probabilmente non andrà mai perché forse semplicemente questo non è il mio posto e per quanto ci provi a farlo essere proprio non mi sento convinto
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sunelrose · 5 days ago
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La mia ultima relazione, tossica con un narcisista covert non diagnosticato
Tra tutti i narcisisti, quello covert in particolare sembra docile, timido, insicuro e riservato. Con te poi è il partner perfetto (infatti all'inizio si verifica il lovebombing: attenzioni, presenza, regalini, ecc), ti farà credere di essere la partner che ha sempre cercato, che tu sarai colei che lo guarirà da tutti i traumi delle sue ex (parlando male di loro). Comincerà ad aprirsi con te mostrandosi "vulnerabile" raccontandoti cose anche molto personali ma in realtà saranno solo delle storielle dove in ognuna è sempre la vittima. Lui è vittima della famiglia, dei compagni di scuola, dei colleghi/superiori di lavoro, degli amici e soprattutto delle ex che guarda caso lo hanno tradito tutte. Si comporterà in modo perfetto, dimostrando di tenere alla relazione e di parlare con lui di qualunque cosa, sarà un'ideale confidente, ti supporterà nelle tue scelte, ti farà i complimenti, prenderà le tue difese in pubblico, sarà premuroso e comprensivo al punto che penserai di aver trovato l'amore della tua cita. Farà di tutto affinché tu ti possa fidare di lui, così da conoscere cose sulla tua vita ( non ti illudere, lo fa solo per sapere dove colpirti più in avanti) e noterai anche molte cose in comune che nemmeno pensavi (mirroring). Ti farà un sacco di discorsi sul futuro, su quello che vorrà fare, sul suo desiderio di crearsi una famiglia, organizzerete perfino dei viaggi, vorrà andare già a convivere e tutte cose del genere che ovviamente risulteranno fake. Dopo pochissimi mesi però non vedrai i fatti a tutti quei piani sopra elencati e inizierai ad avvertire un senso di delusione, cominceranno anche le piccole critiche (su OGNI cosa) e man a man ti darà meno attenzioni, a cambiare atteggiamenti, a notare meno impegno rispetto a qualche settimana o mese prima. Ti chiederai: "Cos'è successo? Cos'ho sbagliato?" . Giustamente vorrai delle spiegazioni e quindi arriverete a dei "confronti" ma sarà inutile perché questo narcisista farà in modo che la colpa del suo comportamento sarà sempre ed unicamente la TUA e che non lo lasci respirare, troverà delle scuse banali come ad esempio la stanchezza al lavoro, problemi in famiglia e altre scuse del genere. Girerà costantemente la frittata per distogliere l'attenzione da lui su di te. Portandoti allo sfinimento e quindi reagirai in modo aggressivo ( dopo un tentato chiarimento che ti porterà allo sfinimento) perché alla fine è questo ciò cerca, così da incolparti maggiormente. Ci saranno anche dei segnali negativi, anche sottili, ma non darai molta importanza per quel pensiero : " magari sto esagerando", " magari me lo immagino", " stavolta ho sbagliato io." ecc. E gli chiederai anche scusa per come ti sei comportata, questo perché ti inducono il senso di colpa (cosa che un narcisista non prova)
E invece, quei segnali negativi che hai ignorato saranno solo il preludio di ciò che avverrà. Quando inizierai a prendere anche tu le distanze per via dei suoi comportamenti, il narcisista covert lo avvertirà subito e quindi comincerà a comportarsi come agli inizi per tenerti stretta. Facendo nascere così un ciclo abusivo. E tu gli crederai nella speranza che cambierà. E invece no, più il tempo passerà più peggiorerà ancora fino ad arrivare allo scarto. Nella fase dello scarto ti farà gashlightning, ti giudicherà, ti umilierà, ti metterà di fronte a molteplici triangolazioni, ti priverà di: amore, attenzioni, cure, comunicazione, di tutto quello che ti dava all'inizio. E se sei anche in un momento più difficile della vita non ti aspettare alcun sostegno morale da parte sua, anzi! Metterà il dito nella piaga. Ti farà sentire come un essere inutile, che hai bisogno di lui per campare nella vita. Ti farà dubitare perfino della tua sanità mentale. Ti farà sentire in difetto perché pensi solo a te stessa e non ti accorgi nemmeno di come sta lui (vittimizzazione).
Ovviamente, fuori dalle mura domestiche lui sarà una brava persona ( questo perché riesce a mantenere quella maschera solo nelle relazioni a breve termine ), comincerà anche una campagna diffamatoria nei tuoi confronti per fare sì che la gente pensi " Povero ragazzo". All'interno delle mura domestiche, però, te saprai chi è veramente e come si comporta. Si comporterà nella maniera opposta da come l'hai conosciuto.
Eppure, dopo averti trattata malissimo e portata allo sfinimento sarai tu a mettere fine alla relazione perché lui questa responsabilità non se la assume. (Nel mio caso non voleva farlo per paura che io mi 💀. Egocentrismo.)
Una volta lasciati continuerà a seguirti sui social e spiarti, così da controllarti. Magari ti contatterà anche usando un tono passivo aggressivo per manipolarti ancora. L'unica modalità per sbarazzarsi di questi esseri è bloccarli definitivamente su tutti i social, telefono, ecc. Dimenticati definitivamente di loro.
( Spesso questi narcisisti hanno problemi di rabbia, sono cresciuti in famiglie disfunzionali, sono tirchi, gelosi, possessivi, bugiardi patologici, traditori, ti rinfacciano le cose, non chiedono mai scusa, ecc )
Potrei scrivere un libro al riguardo. L'estate scorsa sono uscita da una relazione tossica e solo io e chi mi è stato accanto sa quanto ho sofferto ( mi sembra strano usare la sua stessa frase che usava nei racconti delle sue precedenti relazioni ma DOPO ho capito che in realtà era lui il problema e non immagino cosa hanno vissuto le sue ex con cui ci sono state anche anni a differenza mia), perché questo genere di persone agiscono una volta che ti hanno in pugno, che hanno stretto con te un legame emotivo forte. La "vittima" quindi sperimenta un vero e proprio trauma a livello emotivo dove solo dopo mesi o peggio anni si riprenderà completamente.
Io ho chiesto aiuto agli psicologi, famiglia, amici e ho cominciato a documentarmi, tale da diventare quasi un'ossessione. Podcast, libri, di tutto per essere informata il più possibile perché sono subdoli gli covert. Hanno delle capacità interpretative impressionanti, anche perché appunto sono bravissimi a mentire.
Magari alla fine della relazione con un esemplare così ti chiederai anche quanto sia stato effettivamente vero dai suoi racconti?
Se dovessi andare a indagare e parlare con tutte le persone della sua vita scopriresti che ti ha sempre riempita di stronzate. Magari con la famiglia va d'accordo, che i suoi colleghi di lavoro sono delle brave persone, ecc.
Ti chiederai anche chi era veramente, la persona che hai conosciuto all'inizio o il mostro che hai visto alla fine?
Io dopo 7 mesi ancora me lo chiedo.
Ah, avevo dimenticato di menzionare le scimmie volanti. I suoi migliori amici saranno sempre dalla sua parte e la carnefice sarai TU. Ovviamente, la scimmia volante per eccellenza è sempre sua MADRE (anche lei narcisista a sua volta, che odia il marito e ha proiettato tutto sul figlio prediletto).
I narcisisti in generale sono invidiosi delle altre persone e spesso provano un senso di inferiorità. Difatti si avvicinano a coloro che sono in carriera, che stanno bene finanziariamente, che hanno una famiglia sana, che brillano di luce propria, che sono solari, che hanno amici, che hanno un carattere forte e sanno quello che vogliono, ecc. Questo perché sono sempre tristi e non hanno voglia di fare niente, sono come dei contenitori vuoti che hanno bisogno di qualcuno per riempirsi. Hanno costante bisogno di amore, complimenti, essere supportati, a volte ti spelano anche di soldi, sono tirchi e spendono solo se strettamente neccessario ma per loro non per te.
Quando hanno esaurito la vittima ( sono come dei "vampiri" ) si mettono in moto per trovare un'altra vittima e alimentarsi ancora.
Sono dei parassiti.
P.s ovviamente vale anche al femminile, ma per una narrazione basata su un'esperienza personale ho usato il maschile
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scogito · 1 year ago
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Primo sintomo che ti stai staccando dai luoghi comuni.
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