#calcolatrice
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La calcolatrice di Valditara e quei conti che non tornano
Dopo Giorgia Meloni anche Giuseppe Valditara sembra avere problemi con i calcoli: gli stipendi della scuola sono i più bassi d'Europa ed hanno un bassissimo potere d'acquisto.
A fine settembre il Ministro dell’Istruzione (e del Merito), Giuseppe Valditara, ha rilasciato una dichiarazione che alcuni hanno sottovalutato, ma di strettissima attualità oggi che si discute la Legge di Bilancio 2025 . Continue reading La calcolatrice di Valditara e quei conti che non tornano
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PRIMA PAGINA Il Fatto Quotidiano di Oggi martedì, 12 novembre 2024
#PrimaPagina#ilfattoquotidiano quotidiano#giornale#primepagine#frontpage#nazionali#internazionali#news#inedicola#oggi mentre#calcolatrice#maggioranza#alla#legge#parecchio#novembre#anno#senza#alcun#finanziamento#commissione#molli#valutare#ponte#portaborse#vicesindaco#pisa#lazio#della#stra
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Usare Internet come una Calcolatrice dalle Mille Funzioni
Qualsiasi cosa tu debba #calcolare c'è uno #strumento online adatto a fare il #calcolo giusto. Distanze fisiche e temporali, calorie, valute e tassi del mutuo, basta un browser per trovare online tutte le informazioni di cui hai bisogno molto velocemente.
Sei al pc o stai usando lo smartphone e devi fare un calcolo molto particolare o cerchi strumenti specifici per risolvere problemi quotidiani? Bene, Internet è la tua risorsa! Oltre a fornire informazioni e intrattenimento, la rete è piena di utilità che possono aiutarti a risparmiare tempo e denaro. In questo articolo, esploreremo come sfruttare Internet come una calcolatrice versatile, capace…
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Messaggio per te. da Renato Morselli Tramite Flickr: Per visualizzare il messaggio ruotare la foto (o la testa) di 180°.
#messaggio#calcolatrice#numeri#gratificazione#soddisfazione#sei bello#caso#message for you#180°#flickr
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"What like it's hard" but it's me trying to explain the same damn thing to the new ppl I'm tutoring for the 10000th time. I fear some people might just be stupid.
#raga vi giuro io non sono una cima ma non sono mai stata cosi rincoglionita nemmeno nei primi mesi di lavoro#ma poi puoi prendere la calcolatrice per fare 24÷12 dai. 40 anni suonati#4 anni che lavoro in team 2 anni che insegno ad altri ma gente cosi mai vista
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[La calcolatrice meccanica][William S. Burroughs]
William S. Burroughs ha influenzato la cultura e la letteratura popolare. I suoi romanzi sperimentali e visionari esplorano il potere, la psiche e la tecnologia. Il suo impatto sull'immaginazione americana è duraturo. La sua prospettiva disillusa e la sua
Burroughs ha scritto la sceneggiatura del film che chiamiamo realtà. Peccato sia la nostra. Titolo: La calcolatrice meccanicaScritto da: William S. BurroughsTitolo originale: The Adding MachineTradotto da: Andrew TanziEdito da: AdelphiAnno: 2024Pagine: 305ISBN: 9788845939037 La sinossi di La calcolatrice meccanica di William S. Burroughs «Gli scrittori sono tutti morti e tutta la scrittura è…
#2024#Adelphi#Andrew Tanzi#gay#James Grauerholz#La calcolatrice meccanica#LGBT#LGBTQ#libri gay#nonfiction#The Adding Machine#USA#William S. Burroughs
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-Tumbleri, ce l'avete il telefono? Dai su, prendete la calcolatrice. Prendete la calcolatrice e fate 586 che sono i migranti arrivati ieri, -8 spediti in Albania, quanto fa? Quanto fa? 578!! Ecco, fa +578 , che sono gli immigrati irregolari in Italia rispetto a ieri.
Fermi!! Fermi!! Facciamo un'altra prova. Quanto spendeva il governo italiano per ogni immigrato irregolare quando c'era la sinistra? 30 euro! 30 euro al giorno! 'Na vergogna!! 'Na vergogna!
Noi, per ogni immigrato portato in Albania, spendiamo 18mila euro e ci rimane 30giorni.
Fermi!! Fermiiiii! Prendete la calcolatrice.. e fate..18000 : 30gg.. quanto fa? Quanto fa? 600 !! Ecco, noi spendiamo 600 euro al giorno per immigrato irregolare mentre quelli di prima ne spendevano 30..
Spe'...speee'..vabbe'.. ho fatto un casino!
@ilpianistasultetto
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- Alle elementari non ho voglia d'impare a memoria le tabelline, la scuola inclusiva ripudia obblighi e metodi coercitivi e mi dà la licenza senza che sappia quanto fa 6×4.
- Alle medie in matematica sono una pippa, ma tanto non si boccia nessuno e mi danno il titolo.
- Al liceo prendo sempre 3, mi faccio diagnosticare una discalculia: posso usare calcolatrice e formulari e ottengo il diploma.
- All'università conseguo la laurea in scienze delle merendine, continuando a non sapere quanto fa 6×4, e scrivo un libro sulla scuola autoritaria che dovrebbe abolire i voti e magari pure la matematica (e la sintassi, di cui il mio libro è carente, ma vorrete mica impormi delle regole?).
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Francesco Guccini
“Quello di Meloni è un regime. Vogliono far sottostare tutti i poteri, a partire dalla magistratura, a quello esecutivo, cioè il governo.
Proveranno a limare la Costituzione: non dico modificarla, non ne sarebbero capaci, ma limarla sì.
Meloni neanche concede interviste, a meno che non sia da Vespa, dove fa delle figuracce come quella della calcolatrice. Sono illiberali e non accettano critiche, arrivando ad attaccare anche dei “canterini” come me o Vasco. Ci chiedono di “cantare e basta”, ma un cantautore vive proprio delle sue parole e dei suoi punti di vista.
Meloni mi adora? Non è colpa mia se delle mie canzoni non ha capito nulla. Una volta mi telefonò per invitarmi ad Atreju: ma figuriamoci se ci vado! Stanno provando a sostituire “l’egemonia culturale di sinistra” piazzando cinque sfigati alla cultura, ma non hanno niente. Lei che mi stima mi ricorda un fascista che mi fermò molti anni fa.
Avevo inciso da poco Radici. Mi fermò un tizio, mi disse: “Io non la penso come te Guccini, ma mi piaci”. E poi mi diede il ciclostilato fresco di stampa de La voce della fogna, un foglio satirico dell’estrema destra.
Ecco: questi qua sono usciti dalle fogne, dopo decenni vissuti ai margini, e adesso che sono al potere vogliono vendicarsi. In ogni modo”.
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La dichiarazione finale del G7 è composta di 19.842 parole. Apro il mio tablet sul bordo del lago di Sevan. Sono venuti a trovarmi alcuni amici cacciati dall’Artsakh (Nagorno-Karabakh), desertificato della sua popolazione indigena dagli invasori giunti dall’Azerbaigian tirando cannonate su Stepanakert e su tutti i villaggi abitati. Una espulsione totalitaria equivalente al genocidio, qualcosa di così disumano da spaccare le ossa della mia anima.
Ma so che tutto questo è stato vissuto dolorosamente anche da tanti italiani, a differenza del loro governo e del Parlamento (maggioranza e opposizione, presenzialisti e assenteisti). Tutti adoratori della Costituzione, questi politici, e tutti a citare l’articolo 11 che «ripudia la guerra». Ma ci dev’essere un post-scriptum riservato, che si passano tra loro le generazioni di potenti: non c’è scritto che bisogna ripudiare chi fa la guerra e annienta poveri cristi, purché in cambio stipino di gas
i nostri serbatoi, e di caviale certi tipetti, e di denaro le nostre fabbriche di cannoni e aerei militari per trasferire paracadutisti di reparti d’assalto sui tetti di sciagurate minoranze cristiane…
Sono ingiusto a non fare distinguo. Non tutti i parlamentari e i ministri e i sottosegretari hanno sacrificato gli armeni dell’Artsakh alla ragion di Stato (ma val la pena sopravviva uno Stato che ha ragioni così miserabili per campare, al punto da accarezzare massacri e pulizie etniche purché gli autori siano bravi fornitori?); non tutti hanno chiuso gli occhi, ci sono pochi meravigliosi deputati e senatori coraggiosi, oltre a qualche Nicodemo che nel silenzio dissente. Oso qualche nome: Centemero, Formentini, Zampa, Pozzolo, Orsini, Malagola, Fassino e se dimentico qualcuno, scriva che – se sono ancora vivo – rimedierò.
Speranze tradite
Ho letto la dichiarazione finale firmata da capi di Stato e premier del G7. Ho usato i dispositivi dell’intelligenza calcolatrice che permettono di scrutare il succo dei testi. Avevo moderate speranze di trovare un impegno per tutelare la piccola culla delle memorie cristiane, un luogo che non è simbolico e basta, ma palpitava. Uso il passato! Il Nagorno era abitato da centoventimila cristiani. Nel settembre del 2020 l’Azerbaigian sostenuto dai turchi si era già preso metà del territorio. Russia e Bielorussia, che avrebbero dovuto intervenire in base ai trattati sottoscritti con l’Armenia, hanno lasciato fare. Nel 2022, quattro giorni prima dell’aggressione all’Ucraina, Putin e il dittatore azero Ilham Aliyev hanno firmato un trattato che ha consentito alla Russia di triangolare gas e petrolio con l’Occidente tramite il simpatico tiranno il cui padre Heydar fu vice di Breznev e colonna asiatica del Kgb. Nel 2023, dopo uno stillicidio di attacchi e assassinii, e l’assedio utile per far morire i bambini di fame, il colpo finale. In centomila espropriati della loro essenza furono costretti, per non essere schiavizzati o appesi ai pali, ad andarsene in Armenia. L’Italia era corsa in soccorso del vincitore sin dai primi giorni del 2023 firmando un accordo per la “modernizzazione” (dichiarazione ufficiale del governo di Baku) delle forze armate azere.
Clima 53, Nagorno 0
Ed ecco il G7 a presidenza italiana. Speravamo in Giorgia Meloni, ma forse l’essersi affidata a Elisabetta Belloni come sherpa per fissare accordi, non è stata una grande idea, almeno per noi disgraziati cristiani del Caucaso. Avevamo sperato nella presenza al G7 di Borgo Egnazia dello Stato più amico di noi armeni che esista in Occidente, almeno sulla carta: in Francia circa 750 mila suoi cittadini sono “arméniens de France”; ma dovrebbero esserlo anche gli Stati Uniti e il Canada, nazioni in cui i miei fratelli assommano a un milione e mezzo. Risultati? Siamo invisibili, siamo inesistenti. Esiste anche un genocidio che passa attraverso la soppressione del problema, l’impiparsene.
Tra i circa 20 mila lemmi ho fatto contare al computer alcune parole chiave. Innanzitutto nomi di Stati o territori: Russia 61 occorrenze, Ucraina 57, Cina 29, Nord Corea 14, Palestina 13, Israele 11, Iran 11, Gaza 9, Libia 6, Armenia 0, Nagorno-Karabakh 0, Azerbaigian 0./
Nomi per problematiche: clima/cambiamento climatico 53, gender 25, diritti umani 24, dignità umana 3, migrazioni/migranti 38, inquinamento 12, plastica 9, libertà 13, libertà religiosa 0, persecuzione 1, persecuzione religiosa 0.
Come si vede, l’Armenia e la sparizione di una nazione cristiana dalle cartine geografiche in Caucaso non sono un problema che interessi i grandi. Qui batterò ancora qualche colpo in alfabeto Morse, o vi siete stancati anche voi?
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così rincoglionita che per mettere la sveglia ho aperto la calcolatrice..
sono un meme vivente
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Ascolta, vent’anni fa non era così figo avere un orologio-calcolatrice, giusto? E passare tutta la giornata in casa a giocare con l’orologio-calcolatrice era un indice molto chiaro del fatto che socialmente non te la cavavi troppo bene. E i giudizi come “mi piace” e “non mi piace”, e i sorrisi e le espressioni corrucciate erano riservati agli studenti delle medie. Qualcuno scriveva un biglietto che diceva: “Ti piacciono gli unicorni e gli adesivi? Sorridi!”. Cose così. Ma ora a farle non sono più solo i ragazzi delle medie, le fanno tutti, e certe volte a me pare di essere entrato in uno specchio, una specie di zona invertita dove la merda più sfigata del mondo è assolutamente dominante. Il mondo è degli smanettoni più sfigati.» «Mercer, è importante per te essere fico?» «Perché, ti sembro fico?» Si passò una mano sullo stomaco protuberante, sui jeans stracciati. «È evidente che non sono il più fico. Ma non ho dimenticato che una volta tu vedevi John Wayne o Steve McQueen e dicevi: wow, questi bastardi sono cazzuti. Viaggiano a cavallo e in motocicletta e girano il mondo raddrizzando i torti.» Mae non riuscì a trattenere una risata. Guardò l’ora sul cellulare. «Sono passati più di tre minuti.» Mercer tirò dritto. «Oggi i divi del cinema implorano la gente di seguire i feed che postano su Zing. Inviano messaggi supplichevoli chiedendo a tutti di sorridergli. E porca puttana, le mailing list! Sono tutti diventati portalettere di spazzatura! Sai come passo un’ora al giorno? Pensando a come cancellare l’iscrizione a qualche mailing list senza urtare i sentimenti di nessuno. C’è questo nuovo bisogno: pervade ogni cosa.» Sospirò come se avesse fatto una dimostrazione molto importante. «È semplicemente un altro pianeta.» «È un altro in senso buono» disse Mae. «È diventato migliore in mille modi, e te li posso elencare. Ma se tu non socializzi non posso farci niente. Volevo dire che il tuo bisogno di socializzare è così scarso…» «Non è che non socializzo. Io sono abbastanza socievole. Ma gli strumenti che create voi in realtà producono bisogni di socialità innaturalmente estremi. Nessuno ha davvero bisogno del numero di contatti che fornite voi. Non porta a nessun miglioramento. Non è nutriente. È come le merendine. Sai come le studiano? Determinano con scientifica precisione di quanto sale e quanti grassi hanno bisogno per farti continuare a mangiare. Tu non hai fame, non senti il bisogno di mangiare, quello che hai davanti non ti stuzzica, ma continui a mangiare queste calorie vuote. Ecco quello che spacciate voi. La stessa cosa. Un numero incalcolabile di calorie vuote, il loro equivalente digitale e sociale. E le calibrate in modo tale da rendere altrettanto dipendenti i loro consumatori.» «Oh, Gesù.» «Hai presente quando finisci un sacchetto di patatine e ti vorresti prendere a schiaffi? Sai che non hai fatto nulla di buono per te stesso. È la medesima sensazione, e tu lo sai, che si prova dopo una sbornia digitale. Ti senti vuoto, sprecato e diminuito.» «Io non mi sento diminuita.» Mae pensò alla petizione che aveva firmato quel giorno, per chiedere altre opportunità di lavoro per gli immigrati che vivevano nei sobborghi di Parigi. Era stimolante e avrebbe avuto il suo peso. Ma Mercer non ne sapeva niente, come non sapeva niente di quello che faceva lei, né di quello che faceva il Cerchio, e Mae si era ormai troppo stufata di lui per spiegargli tutto. «E ha distrutto la mia capacità anche solo di parlare con te.» Mercer non aveva ancora finito il suo discorso. «Cioè, non posso inviarti delle mail, perché tu le inoltri subito a qualcun altro. Non posso inviarti una foto, perché la posti sul tuo profilo. E intanto la tua ditta legge tutti i nostri messaggi per cavarne informazioni da monetizzare. Non ti sembra una follia?»
Da Il Cerchio - Dave Eggers
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PRIMA PAGINA La Notizia di Oggi venerdì, 01 novembre 2024
#PrimaPagina#lanotizia quotidiano#giornale#primepagine#frontpage#nazionali#internazionali#news#inedicola#oggi casino#giorgia#addio#fatturato#industriale#occupazione#mentre#premier#calcolatrice#pista#correre#dice#davanti#sono#magistratura#amaro#crisi#ucraina#corto#notare#vuol
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da un mese circa ho diminuito di molto i carboidrati nella mia alimentazione, molto di più però nelle ultime due settimane e ne sto risentendo perché i miei colleghi mi vedono sempre pallida, molte volte non mi reggo in piedi e di notte (ogni notte) sogno di mangiare pizza, muffin, focacce, pasta e roba simile. per quanto so che sia sbagliato non riesco a fare diversamente perché ormai la mia mente è diventata una calcolatrice per le calorie e non mangiando praticamente mai grassi, le cose più caloriche rimangono i carbo quindi ora ne ho un po' il rifiuto per la paura di rimettere su peso. tutto ciò per dire che stanotte ho sognato il muffin al cioccolato che vendono in gastronomia dove lavoro e ci penso da tutto il giorno mamma mia quanto è buonooo
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Ho passato la maggior parte della mia vita di giovane adulta a scuola e poi ancora all'università.
Ci ho passato così tanti giorni lì dentro ad apprendere e così tante ore a casa sui libri a studiare che non riesco neanche a contarle.
Ed ho imparato tante cose sai, mi hanno insegnato l'italiano, la matematica, la geografia, la storia.
Mi hanno insegnato a usare riga e squadre, i pennelli, il flauto, il goniometro, la calcolatrice, il dizionario.
Da piu grande ho imparato qualcosa di più difficile e mi hanno insegnato i pensieri dei grandi filosofi, le equazioni di Maxwell, i poemi degli artisti, il calcolo degli integrali.
E poi indovina? All'università altro ancora e così mi hanno parlato degli stadi di Piaget, la teoria della Gestalt, il pensiero di Rousseau, la teoria ecologica di Bronfenbrenner e interi manuali di altre cose.
Davvero eh, ci ho passato così tanto tempo ad imparare che credevo di essere quasi pronta, ma mi sono accorta che nessuno mi ha mai insegnato la cosa più importante.
Nessuno mi ha mai insegnato a vivere senza averti accanto. E io non so come si fa.
Come si fa, papà?
Per ora so solamente che mi manchi da fermare il respiro e da trasformare le lacrime in scroscianti ruscelli.
Per ora non so altro e credo che dovrò imparare da sola, ma probabilmente non mi basterà una vita per farlo.
Ce la farò papà?
Non penso sai, mi manchi troppo.
Non mi abituerò mai alla tua assenza.
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La Cassiera
Nel supermercato vicino a casa mia, da qualche giorno, è arrivata una nuova ragazza. Credo appena assunta vista la giovane età.
Vedendola è la versione femminile di mio figlio n. 1, stesso colore di capelli (solo che i suoi sono mossi), occhiali da vista su occhi chiari e carnagione bianca. Classica di chi è rossiccio di capelli.
Questa mattina mi sono fermato per un acquisto al volo e quando sono giunto alla cassa eravamo solo io e lei. Nessun altro in fila.
Noto che mi fissa. Cerco di interpretare quello sguardo e riesco a sistemarlo in una scala di valori delle emozioni che va da serenità ad angoscia. La posizione su questa scala è: ansia.
Tra me e me penso: "Ma si, non è abituata. È nuova suvvia. Avrà paura di sbagliare nel battere lo scontrino, poverina, magari si è già dimenticata l'uso corretto del POS o il comando per aprire la cassa".
Passati i miei acquisti sopra il lettore dei codici a barre mi dice il totale.
- Pago con il Bancomat, grazie - le dico.
Sospira con sollievo - Meno male - le esce in maniera impercettibile dalle labbra.
La guardo fissa.
Mi guarda fisso.
- Discalculica? - le mormoro così senza averci pensato e di pancia.
- Sì - risponde con un sorriso grande come una casa.
- Lo sono anche io, benedette le carte per pagare.
- Non me lo dica - risponde quasi come se fosse un sottile miagolio.
Mi si apre il cuore, e darle del tu mi viene spontaneo, potrebbe benissimo essere coetanea di mio figlio.
- Ma t'immagini - le dico a bassa voce - cosa sarebbe successo se tu mi avessi detto quattordici euro e trentacinque centesimi? E io non avessi un bancomat?
- Uh, cosa?
- Panico. Avrei tirato fuori la banconota più alta per non calcolare le monete.
- Mi avrebbe dato venti euro allora?
- Ma anche cinquanta!
- Cinquanta?! Addirittura?
- Si per sicurezza.
- Urca.
- Poi tu avresti cominciato con "Non ha trentacinque centesimi che le do trentasei euro?". Sarei diventato rosso. A quel punto vedendomi così mi avresti detto "Se vuole mi dia un euro e trentacinque centesimi, così io le do trentacinque euro". Sarei diventato viola. Capisci il dramma che abbiamo vissuto prima dell'avvento dei pagamenti digitali?
- ...
- Tutto bene?
- Ehm, si... si. Credo.
- Credi?
- Si, credo di essermi persa.
- Dove?
- Ai trentacinque centesimi per darle trentasei euro.
- Ah, dici che ho sbagliato?
- Aspetti un attimo - mi risponde mentre maneggia con una calcolatrice - no, tutto giusto.
Prendo il sacchetto con la spesa, i raggi del sole che entrano dalla grande vetrata dietro di lei le creano un'aurea surreale di riflesso su capelli. Stessi riflessi e colori di mio figlio, quello che chiamo "Generoso Cuore Solitario". Mi sciolgo. Sono così adorabili coloro che hanno delle DSA e un cuore generoso. Credo che lo abbia anche lei. Un cuore senza centesimi e a prezzo arrotondato.
- Buona giornata - mi dice.
- A te e ricorda... hasta la discalculia siempre.
Ride, si porta la mano sulla bocca come per una cortesia mentre le parte una risata che strozza sul nascere.
Da oggi ho la mia cassiera preferita.
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