#atteggiamento positivo
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Non serve eliminare i pensieri sgradevoli facendo finta che non esistono, perché prima o poi tornerebbero a molestarci.
E’ utile invece sostituirli, dolcemente, poco per volta, con altri pensieri, aprendo il cuore verso un atteggiamento positivo, che ci permette di guardare oltre il limite dei nostri problemi, oltre la … barriera di nubi che ci separa dal Sole.
— Tuatha na Sidhe
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Il potere del sano narcisismo: Coltivare una relazione positiva con se stessi
Il concetto di narcisismo spesso evoca immagini di eccessiva vanità e egoismo. Tuttavia, c’è una forma di narcisismo che può essere estremamente benefica: il “sano narcisismo”. Questo termine si riferisce a un’autostima e una consapevolezza di sé equilibrata, che ci permette di sviluppare una relazione positiva con noi stessi e di coltivare un senso di fiducia e benessere interiore. Continue…
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Convinzioni: cosa sono e come si formano
Le convinzioni creano la visione del mondo. Si trovano nel profondo del subconscio (cervello rettile). Tutte le nostre decisioni, scelte e azioni sono influenzate dalle nostre convinzioni. Sono la causa principale che determina perché viviamo proprio COSÌ come viviamo. Cosa sono le convinzioni e come si formano? Cosa pensi che influenzi maggiormente la qualità della tua vita? Conoscenze? Soldi?…
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#atteggiamento positivo#convinzioni limitanti#convinzioni positive#credenze#impostazioni mentali#stereotipi
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Un anno dopo la falsa libertà dell’indifferenza | il manifesto
Pubblicato circa 12 ore fa
Edizione del 6 ottobre 2024
# Mario Ricciardi
«La storia conosce molti periodi di tempi bui in cui lo spazio pubblico è stato oscurato e il mondo è diventato così esposto al dubbio che le persone hanno cessato di chiedere alla politica niente altro se non che presti la dovuta attenzione ai loro interessi vitali e alla loro libertà personale. "
Sono parole di Hannah Arendt, scritte nel settembre del 1959, in occasione del conferimento del premio Lessing, ma rimangono attuali ancora oggi.
Le riflessioni di Arendt erano in parte ispirate dalla sua esperienza di ebrea apolide, sfuggita alla persecuzione nazista e alla Shoah, ma non avevano un carattere esclusivamente retrospettivo, e neppure riferito soltanto allo sterminio degli ebrei. L’oscuramento dello spazio pubblico cui allude Arendt è una condizione che deriva dall’impoverimento del tessuto connettivo da cui dipende la politica nel suo senso più nobile, che non la riduce al nudo uso della forza, ma si alimenta invece nel dialogo e nel confronto tra i cittadini di una repubblica.
Nei tempi bui il conflitto sociale, che è un fattore essenziale di una democrazia sana, perde il proprio carattere positivo, di espressione della pluralità delle opinioni e della parzialità delle verità che esse esprimono, e lascia il posto a contrapposizioni identitarie, e alla fuga dalla politica di ampi settori della popolazione, che si rifugiano nel culto esclusivo dei propri interessi e della propria libertà personale, priva di alcun collegamento con l’azione collettiva.
Chi si sente minacciato – i perseguitati, gli oppressi – cerca soltanto la compagnia di chi condivide lo stesso destino, e chi si trova invece in una condizione di relativa sicurezza vive sovente come un esiliato in patria, coltivando una visione individualista della vita e degli scopi che essa si prefigge. In una situazione del genere è inevitabile che si perda la sensibilità nei confronti delle ingiustizie che colpiscono gli altri, quelli che non appartengono alla nostra cerchia, e che si finisca per accettare come un fatto la prevalenza del forte sul debole.
In gioventù Arendt aveva conosciuto questo atteggiamento di acquiescenza nel modo in cui tanti tedeschi, persone in molti casi colte e ben educate, scelsero semplicemente di ignorare «la chiacchiera intollerabilmente stupida dei nazisti». Noi lo vediamo oggi nel modo in cui molti voltano lo sguardo dall’altra parte mentre c’è chi ripropone una visione suprematista e violenta dei “valori” della società occidentale, negando l’umanità delle vittime innocenti dei bombardamenti a Gaza e in Libano.
Un anno di guerra
A un anno dal 7 ottobre questa forma di cecità morale si manifesta nel ricordare la vittime dell’attacco di Hamas solo per tentare di giustificare la reazione, sproporzionata e illegale, del governo Netanyahu, e nel disinteresse nella sorte degli ostaggi israeliani, molti dei quali sono morti o rischiano di morire come “danni collaterali” di una guerra che potrebbe estendersi a tutto il Medio Oriente a servizio di un disegno politico di pura potenza.
Chi potrebbe permettersi di coltivare l’altruismo e l’apertura verso il prossimo rinuncia a farlo, lasciando il campo aperto a una guerra in cui tutti si considerano aggrediti, nessuno è in grado di riconoscere le ragioni altrui, ma una parte può mettere in campo una forza militare di gran lunga superiore, e non si fa alcuno scrupolo di usarla in modo indiscriminato, non per colpire il nemico, ma per punire un intero popolo. All’orizzonte c’è la concreta possibilità che si compia un genocidio, perpetrato dalle vittime di ieri che hanno scelto di farsi carnefici.
Dopo un anno persino chi ha criticato in modo più convinto le scelte del governo Netanyahu corre il rischio di soccombere al senso di impotenza, alla difficoltà che si incontra nel far sentire la propria voce di dissenso superando gli ostacoli e le intimidazioni provenienti da chi è convinto che lasciare mano libera all’uso indiscriminato della forza da parte di Israele soddisfi un “superiore” interesse strategico, e sia utile per puntellare una sempre più fragile egemonia.
Lasciare sole le vittime – i palestinesi, i libanesi, gli israeliani che hanno ancora il coraggio di opporsi alle scelte del proprio governo – è una tentazione ricorrente, per rifugiarsi nello spazio ristretto, ma per alcuni soddisfacente, del proprio interesse e della propria libertà. La lezione che ci trasmette Hannah Arendt e che, così facendo, ci stiamo incamminando sulla stessa strada percorsa nel secolo scorso dai tedeschi che scelsero di ignorare la «volgarità» nazista.
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La pazienza non è la capacità di aspettare,
ma la capacità di mantenere un atteggiamento positivo mentre aspetti.
Joyce Meyer
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Non ho mai avuto una tendenza particolare a mantenere un atteggiamento ragionevole, forse semplicemente perché ragionevole non lo sono per niente, o forse dipende dal fatto che provo nei confronti degli atteggiamenti sani e ragionevoli una ripugnanza quasi fisica. Se e quando nella vita ho combinato qualcosa di cui vergognarmi, sono sempre state cose che ho combinato per voler essere ragionevole. No grazie, difendetemi dalla peste, dal tifo e dalla ragionevolezza, ragionevolezza sono i manifesti contro l'alcolismo e gli stati centralisti, ragionevolezza sono i preservativi e i televisori, ragionevolezza è la poesia al servizio di un ideale positivo, risparmiatemi per carità la ragionevolezza, con la mia vitalità sono in grado di sopportare più di chiunque altro, ma di ragionevolezza potrei morire entro una settimana della morte più triste che esista, la ragionevolezza liquida dentro di me tutto ciò che in me abbia un senso, la ragionevolezza mi priva della potenza, di qualsiasi potenza, da quella erotica a quella intellettuale. Mi si creda quindi quando dico che non è la ragionevolezza ciò che mi induce a pensare che se staremo insieme sarà in seguito a una riflessione veramente libera. Ma proprio perché non ho neanche un pizzico di questa oscura qualità così altamente stimata e riverita in questo mondo irrazionale, proprio per questo quindi non sono in grado di pormi alcun limite, non voglio pormelo. Non è parte del mio mondo. Se sento il Tuo bacio, voglio essere baciata ancora e penso che vada bene così.
(Jana Cerna)
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per la prima volta nella mia carriera scolastica ed universitaria ho perseguito l'obiettivo a discapito del voto
non so se sia positivo o negativo, ma è sicuramente un atteggiamento contrario rispetto a quello che ho sempre attuato
sono uscito da uno schema consolidato e cristallizzato, per me è un evento
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Autonomia differenziata.
Sono confusa.
Cerco di fare un ragionamento critico. Da chi ha vissuto gran parte della sua vita al sud. In Calabria. Regione affosssta da sempre da bilanci disastrosi…con servizi essenziali spesso inesistenti o qualitativamente scarsi…sanità , istruzione, infrastrutture, trasporti.
Faccio ovviamente un discorso in generale… ma per 4 mesi all anno anche giù da noi avere l acqua corrente è un lusso, da noi per avere un’assistenza sanitaria adeguata devi essere sicura di conoscere qualcuno, per spostarsi da un posto all altro se non hai la macchina devi immaginarti un viaggio della speranza anche solo per 30km.
Ovvio che ci sono delle realtà diverse, delle eccellenze, ma sono rare. Sono oasi in sterminate aree desertiche.
E’ lì che più che mai si fa la lotta tra poveri.
Eh si…solidarietà, il sole, il mare, la genuinità…ma anche l’ignoranza(quella terribile culturale), il pregiudizio, il vittimismo, la poverta, quel pensiero e quell atteggiamento che ricorda tanto la mafia…
Ci sono paesi dove non si vota più…e realtà dove il voto è un diritto mascherato da favore. Ci sono realtà che sono riuscite a progredire certo…ma nascondono, credetemi, una profonda pochezza d animo e di intenti. Poche sono le amministrazioni indipendenti che si sforzano di lavorare bene per il bene comune. Tantissimi hanno richiesto e ottenuto i fondi del pnrr ma sapete per cosa sono stati usati? Per servizi fittizi, per informatizzare comuni che non hanno nemmeno un pc, o un impiegato che sappia usarli, per siti fantasmi di comuni che poi non hanno nemmeno un link o una sezione operativa. Soldi finiti nelle tasche di amministrazioni che sui cittadini non hanno avuto alcun riscontro positivo. In nessun ambito.
Allora cavolo! Mi chiedo se ad alcuni amministratori non serva ancora di più una strattonata! Lo spauracchio del taglio fondi per diventare buoni amministratori della cosa pubblica anche con poco. Con quel che c è. Senza sprechi, mazzette, favori…uno scossone!
Deleterio sicuramente ma forse inevitabile per non dar seguito a questo modus operandi ormai consolidato.
Credetemi è triste pensare che non ci sia un riscatto per tutti. Ed è forse impensabile che possa essere così…ma anni e anni e anni e anni di amministrazioni deleterie hanno ridotto parte del sud Italia realtà irrecuperabili.
Sono confusa. Credetemi. Mi faccio domande. E ho paura che certe cose non cambino mai. Perché la gente non cambia, non si informa, non si fa le domande giuste…
L autonomia può cambiare qualcosa? In meglio? In peggio? Cosa può davvero far cambiare qualcosa…
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Non serve eliminare i pensieri sgradevoli facendo finta che non esistono.
E’ utile invece sostituirli poco per volta, aprendo il cuore verso un atteggiamento positivo, che ci permette di guardare oltre il limite dei nostri problemi...🤍 💛 🤍
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Il successo e l’insuccesso sono la diretta conseguenza del vostro abituale modo di pensare. Quale di questi pensieri predomina in voi: il successo o l’insuccesso? Se il vostro consueto atteggiamento mentale è negativo, uno sporadico pensiero positivo non sarà sufficiente ad attirare il successo. Se invece è costruttivo, raggiungerete la meta, anche se vi sembra di essere avvolti dalle tenebre. Paramhansa Yogananda art by_cahira63_ ************************** Success and failure are the direct result of your habitual way of thinking. Which of these thoughts predominates in you: success or failure? If your habitual mental attitude is negative, an occasional positive thought will not be enough to attract success. If, on the other hand, it is constructive, you will reach the goal, even if you feel as if you are enveloped in darkness. Paramhansa Yogananda art by_cahira63_
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HEARTSTOPPER SEASON 2
1. OUT
Man mano che la relazione tra Nick e Charlie matura, Nick si accorge che rendere nota la loro relazione al di fuori della loro cerchia di amici è molto più difficile di quanto si aspettasse. Charlie decide di unirsi nuovamente alla squadra di rugby così da poter passare più tempo insieme a Nick, che nel frattempo è molto occupato per il suo esame GCSE. Su consiglio di Darcy, Elle inizia a flirtare con Tao, che però sembra non ricambiare. Durante un pigiama party a casa di Charlie con Tara, Darcy, Elle, Tao e Isaac, Nick riesce finalmente a fare coming out con Imogen. La mattina dopo, Charlie annuncia ai suoi genitori la relazione con Nick, ciò porta però suo padre Julio a dichiarare che Nick non potrà più fermarsi a dormire in futuro e a ordinare a Charlie di tenere la porta sempre aperta quando sono insieme. Parlando con la sorella Tori, Charlie dichiara di essere pronto a fare di tutto affinché Nick non subisca lo stesso bullismo che lui ha dovuto affrontare lo scorso anno dopo il suo outing.
2. FAMILY
All'incontro con gli insegnanti della scuola, i genitori di Charlie vengono a conoscenza del fatto che i suoi voti sono peggiorati negli ultimi mesi e gli vietano quindi di far visita a Nick fino a quando non avrà migliorato i voti e finito il saggio di storia che deve ancora consegnare. Nonostante ciò, Charlie decide di uscire di casa di nascosto e si incontra con Nick al parco. Mentre va a fare visita alla Lambert School of Art, per la quale ha intenzione di presentare domanda di ammissione, Elle fa la conoscenza di Naomi e Felix. Ciò porta Tao a sentirsi distante da Elle e geloso dei suoi nuovi amici, sua madre lo incoraggia tuttavia a non lasciarsi abbattere e a combattere per tenerla come amica; il giorno dopo Tao ammette a Charlie e Isaac di provare qualcosa per Elle. Nel frattempo David, il fratello maggiore di Nick, è ritornato dall'università e, dopo essere venuto a conoscenza della sua relazione con Charlie, ha una atteggiamento tutt'altro che positivo, lasciandosi andare a dichiarazioni bifobiche.
3. PROMISE
Mentre Tao cerca di organizzare il perfetto appuntamento con Elle, Charlie riesce a finire e consegnare in tempo il suo saggio di storia e Nick supera il suo esame GCSE. Al termine dell'incontro sulla gita a Parigi, Tao chiede un appuntamento ad Elle, che accetta. Durante la festa di fine esami, Nick cerca di fare coming out con alcuni dei suoi compagni di squadra ma viene costantemente interrotto da Harry, Charlie quindi, notando un certo stress in Nick, gli suggerisce di lasciare perdere per il momento l'idea di rendere pubblica la loro relazione. Nel frattempo, l'appuntamento tra Tao ed Elle si rivela tuttavia un fallimento ed Elle finisce per litigare con Tao quando lui si dimostra geloso nei confronti dei suoi nuovi amici Naomi e Felix. Tao si incolpa di aver rovinato tutto e viene consolato da Charlie.
4. CHALLENGE
Gli studenti della Truham Grammar School e le studentesse della Higgs Grammar School partono insieme per la gita scolastica a Parigi. Charlie, Nick, Tao e Isaac vengono assegnati alla stessa camera d'albergo, così come Tara, Darcy, Elle e Sahar, una nuova studentessa della Higgs. Durante la visita a Montmartre, Tao ed Elle decidono di visitare il Musée de Montmartre e Tao si scusa per il suo comportamento; i due decidono quindi di rimanere amici. Nel frattempo Charlie, Nick, Isaac, Tara, Darcy, Sahar e James (un ragazzo della Truham che ha una cotta per Isaac) si recano alla basilica del Sacro Cuore, dove Charlie e Tara si confidano: Charlie dichiara di essere un po' invidioso del fatto che la relazione tra lei e Darcy sia pubblica, mentre Tara gli chiede consigli su come poter fare affinché Darcy sia più aperta verso di lei riguardo i suoi sentimenti. La sera, mentre Tao e Isaac non sono in camera, Nick da a Charlie un lungo bacio sul collo. La mattina dopo, mentre si sta lavando i denti, Charlie si accorge di avere un livido sul collo.
5. HEAT
Vedendo il livido sul collo e intuendo che tutti lo noteranno, Nick si scusa con Charlie, ma lui gli risponde di non preoccuparsi. A colazione, tra gli studenti iniziano a circolare voci riguardo chi potrebbe aver fatto il succhiotto a Charlie, che però si rifiuta di dire chi sia stato. Mentre si trovano sulla torre Eiffel, Nick cerca, senza successo, di contattare suo padre Stéphane che vive in città. Poco dopo, Tao confida a Charlie di essere stato lui involontariamente a causare il suo outing, Charlie lo perdona e poi lo incoraggia a fare un ultimo tentativo con Elle. Durante la visita al museo del Louvre, Elle e Tao si scambiano il loro primo bacio, mentre Tara accusa Darcy di nasconderle qualcosa. Nel frattempo, dopo aver avuto un mancamento, Charlie ammette a Nick di avere un disturbo alimentare, sviluppatosi durante il periodo in cui è stato bullizzato. Nick riceve finalmente una risposta da suo padre e, insieme a Charlie, va a prendere la metropolitana per andare ad incontrarlo.
6. TRUTH/DARE
Nick presenta Charlie a suo padre, ma l'incontro si rivela estremamente breve a causa di un imprevisto di lavoro di Stepháne, che però prima di andare via gli comunica che verrà in Inghilterra la settimana prossima. Durante l'ultima sera a Parigi, in occasione del compleanno di Tara, Darcy decide di organizzare una festa a sorpresa nella camera d'albergo nel tentativo di farsi perdonare. Nel frattempo, James rivela ad Isaac di provare qualcosa per lui e lo bacia, Isaac tuttavia non sembra interessato e scappa via. Durante il gioco "Obbligo o Verità?" a Charlie viene chiesto come obbligo di dire chi gli ha fatto il succhiotto, Charlie si rifiuta di rispondere ma Nick lo prende per mano e annuncia pubblicamente la loro relazione, facendo coming out con i presenti. Poco dopo, Darcy si sente male a causa dell'alcool che ha bevuto e, portata nella camera dei professori Youssef Farouk e Nathan Ajayi, finisce per vomitare su uno dei letti. Alla fine, i due insegnanti decidono di non punire Darcy, che ritornata nella sua camera dice a Tara di amarla. Youssef propone a Nathan di condividere il letto, dato che il suo è sporco, e i due si scambiano un bacio. Mentre Tao e Isaac rimangono a dormire nella camera delle ragazze, Nick e Charlie passano l'ultima notte a dormire insieme l'uno tra le braccia dell'altro.
7. SORRY
Elle viene accettata alla Lambert; Tao dice di aver superato la sua invidia ed Elle dice di essere ancora indecisa sul frequentare la Lambert. Isaac scopre di essere asessuale.
Prima di lasciare la Truham, Ben chiede a Charlie di perdonare le sue azioni passate, ma Charlie rifiuta, notando che le scuse di Ben richiedono semplicemente un'auto-validazione.
A casa Nelson si tiene una cena insieme alla famiglia Springs, dove Nick fa coming out dove dice che Charlie è il suo ragazzo e affronta il fratello David per il suo bullismo, ma anche suo padre per non essere interessato alla sua vita. Al termine suo padre si scusa e dice che gli piace Charlie, prima di tornare a Parigi.
Tori sente David parlare al telefono con gli amici, dove critica il fidanzato del fratello, infuriata lancia il telefono del ragazzo minacciandolo che se parlerà di nuovo male di lui gliela farà pagare.
La madre di Nick si accorge che Charlie non ha magniato molto a cena, preoccupato Nick fa una ricerca sui disturbi alimentari.
Quella sera Darcy sta provando il suo abito per la festa della scuola, dove ha una discussione con sua madre omofoba e così la ragazza se ne va di casa.
8. PERFECT
Nick fa coming out pubblicamente su Instagram rendendo Charlie felice. Elle dice a Tao che andrà da Lambert, poi accetta la sua proposta di diventare la sua ragazza.
Al ballo di fine anno della scuola sono presenti tutti tranne Darcy, che più tardi si presenta e si apre con Tara sulla sua situazione a casa. Nick e il gruppo di amici di Charlie lasciano il ballo per festeggiare a casa di Nick. Se ne vanno tutti tranne Charlie.
Nick chiede a Charlie del suo bullismo passato. Charlie si apre: dopo il suo coming out fatto con Tao, alcuni studenti ascoltarono la conversazione e diffusero la voce in tutta la scuola, portandolo così a farsi del male anche se non lo fa più. Nick chiede a Charlie di dirgli se è mai stressato e Charlie promette di farlo, sulla via del ritorno a casa Charlie scrive un messaggio a Nick che dice "Ti amo".
L'episodio si conclude con il dito di Charlie sospeso sopra il pulsante di invio.
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Buongiorno...
..è una questione di atteggiamento. Se si fanno le cose mettendoci amore, quell'amore ti ritorna.
Se hai un atteggiamento positivo verso la vita, la tua vita sarà più piacevole.
Haruki Murakami
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Mi sono sbagliata su molte cose e il momento in cui è successo è stato la mia salvezza.
I miei errori mi hanno salvata.
Ogni volta che ho commesso uno sbaglio di valutazione o un errore di fiducia, ho dato spazio al Distruttore di agire.
Freud lo chiamava Istinto di Morte.
Io lo chiamo il Distruttore.
Il Distruttore è uno degli archetipi più potenti, perché permette di cambiare: è la parte interna con cui mettiamo fine alle cose che non vanno più bene per noi.
Se non sai attivare il Distruttore in modo funzionale, succede che rimani a consumarti in una situazione che ti logora.
Il Distruttore esiste e se ne frega del pensiero positivo, de “la vita è bella”, dell’ “amore per sempre” e dell’ottimismo ad ogni costo.
Il Distruttore produce le guerre e tutti quegli eventi scellerati più o meno tragici causati dall’uomo di ogni tempo o storia.
Ma più in fondo, il Distruttore sta dentro ciascuno di noi, che ci piaccia o no.
Io ho un Distruttore dentro e ce l’hai anche tu.
Bisogna onorarlo e saperci fare con Lui.
Perché il Distruttore agisce e il suo lavoro è distruggere.
Se lavora bene, fa marcire il seme per permettere al germoglio di nascere, rompe i legami con i nostri genitori e con le persone che per un tempo ci fanno da guida, ma poi “anche basta”, quando è tempo di prendere il volo.
Il Distruttore è il garante della nostra possibilità di separarci, di diventare cioè emotivamente indipendenti.
Le separazioni del Distruttore, quando lo facciamo lavorare bene, non causano danni eccessivi: di solito si tratta di un dolore momentaneo finalizzato ad una trasformazione.
Se non lo usiamo bene, invece, il Distruttore può essere davvero dannoso, come d’altronde ogni cosa: pure l’amore diventa dannoso quando non è governato da un atteggiamento sano.
L’amore è insano quando diventa manipolazione, possesso, controllo.
Il Distruttore è insano quando agisce non per trasformare, ma per eliminare.
E non importa che lo faccia dentro di te o fuori.
Il risultato è un deserto in cui scarseggiano acqua e cibo e di deserto… si muore.
Lo puoi agire abusando di tv, sostanze, social, sport, cibo, pensieri negativi, emozioni come odio, invidia, rancore.
Lo puoi agire abusando delle relazioni, permettendo a qualcun altro di distruggerti o trasformandoti nel manipolatore di turno.
Insomma, non importa come lo fai.
Se non impari a governare questa parte così potente di te, finisce che a finire sei tu.
Se impari ad usarla, se impari a mettere distanza da te, a distinguere, a separare, allora inizierai a fiorire.
Io prendo sempre esempio da Cenerentola e Psiche, due che di separazioni e Distruttori se ne intendono: entrambe nelle loro storie superano la prova di dover separare mucchi enormi di lenticchie e semi per tipologia, una prova impossibile a prima vista, proprio come quando ci troviamo ingarbugliati in mezzo a mille pensieri e il cuore batte e ti chiedi se ce la farai da sola e compili liste infinite di buoni motivi per andartene, ma anche per restare.
Cenerentola e Psiche riescono a separare le lenticchie l’una e i semi l’altra e devono farlo prima, come la prima di altre prove, per poter arrivare a costruire il loro amore sano.
Se non impari a distinguere il vero dal falso, quello che è tuo da ciò che non lo è, le tue scelte da quelle altrui, i tuoi valori da quelli degli altri, non puoi maturare e costruire relazioni sane.
Ti auguro di separare i tuoi semi ogni giorno.
Di fare del Distruttore il tuo alleato.
Di sederti la paura accanto e andare verso gli altri senza tralasciare mai nessuna parte di te.
Meriti di restare intero, intera."
Manuela Toto
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"Se si fanno le cose mettendoci amore, quell'amore ti ritorna.
Se hai un atteggiamento positivo
verso la vita, la tua vita sarà più piacevole. "
-Haruki Murakami-
BUONGIORNO ♣️
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TOKYO MEW MEW REWATCH EP 43
- Che t'importa di perdere un compagno di squadra?
In linguaggio psicoanalitico, questo si chiama 'proiettare peggio che in un drive-in anni 50'.
Comunque questa scena si conclude in niente. Kisshu spiffera tutto di Deep Blue alle Mew Mew, chiede in modo molto vago a Zakuro di unirsi a lui, e poi se ne va piantandola in un cantiere. Boh? Io quando ho visto questa scena per la prima volta a sette anni mi aspettavo/speravo che Kisshu si alleasse con le Mew Mew per trovare un modo di salvare la sua gente senza ricorrere a Deep Blue, e ci rimasi abbastanza stranita quando di quella scena non se ne fecero nulla. Ho il sospetto che agli sceneggiatori sarebbe piaciuto andare in quella direzione, visto come hanno sviluppato il personaggio rispetto al manga, ma si siano dovuti trattenere per non discostarsi troppo. Il risultato sono scene molto belle e interessanti che però non sfociano da nessuna parte.
Adoro quando mostrano le altre ragazze, oltre a Ichigo, comunicare con animali loro affini.
La pesomortaggine si diffonde in fretta da queste parti!
Pace, almeno Minto ha cambiato idea ... Letteralmente un secondo dopo rispetto a quando sarebbe stato utile.
Ryou che come al solito si sente tutte le responsabilità addosso. Certo che quando il suo personaggio è usato bene funziona alla grande: non può condividere la situazione delle ragazze Mew per quanto lui voglia, non riesce davvero a capire i loro problemi perché poveretto è pure presissimo dai suoi e immedesimarsi negli altri non gli viene facile, e al contempo si addossa tutte le colpe non appena qualcosa va male. Un piacevole disastro umano.
E rissa! Minto effettivamente dimostra una certa forza morale nell'affrontare quella che è sempre stata il suo idolo, ma con il suo atteggiamento Zakuro, come le ribadisce Ichigo, sta davvero passando il limite. Come ho letto da qualche parte, Minto si è quasi sacrificata per salvarla mentre faceva il peso morto; non avrebbe imparato una grande lezione se fosse morta disciolta da un getto d'acido.
Questo sarebbe stato un ottimo momento per fare usare il Mew Aqua Rod a Minto! Era il suo momento, il focus di questa scena è il suo coraggio e la sua forza d'animo. Perché il vecchio anime stava tanto in fissa con Ichigo?
Altra cosa in cui New fa di meglio, lasciando a ognuna delle ragazze il suo momento.
- Ero arrabbiata perché avete creduto alle notizie senza prima consultarvi con me.
L'hanno fatto! È stata la prima cosa che Ichigo le ha chiesto, una conferma! Le uniche a crederci erano Minto e Purin!
Okay, d'altronde capisco che il punto di questi episodi sia che Zakuro abbia veramente esagerato. Quelle briciole del suo passato accennano a un evento traumatico che coinvolge qualcuno che non le ha creduto, e quello che le è sembrato un ripetersi della situazione ha probabilmente fatto da trigger per una reazione sproporzionata e totalizzante. Alle fine, il personaggio resta coerente con sé stesso, e alla fine riesce a svilupparsi in positivo ammettendo di aver avuto torto.
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Ostinato I, II, III, IV e V
-
Ostinato e contrario: ostinato è̲ contrario.
***
Inchiostro su carta formato A2.
***
ostinato /o-sti-nà-to/
agg. e s.m. (f. -a)
1 agg.
Di persona, che persiste con tenacia in un atteggiamento, in un'idea o in un proposito; caparbio, testardo (anche + in): una ragazza
o. ;essere o. nelle proprie convinzioni
• Accanito, incallito, incorreggibile: un fumatore o
• In senso positivo, che si impegna con tutte le proprie energie, tenace, costante, perseverante:
un lavoratore, uno studioso o.
2 agg.
Che denota una persistenza per lo più irragionevole, inopportuna o al limite delle possibilità: chiudersi in un o. silenzio; opporre un o. rifiuto; una resistenza o.
3 agg.
(fig.). Nell'ambito dei fenomeni fisici, di quanto (già sentito o qualificato come ostile o sfavorevole) si protrae più dell'ordinario, talvolta aggravandosi o resistendo a qualsiasi rimedio; insistente, persistente, continuo: piogge o. ;febbriciattole o. ;una tosse o.
4 agg.
In musica, di figura melodica che si ripete incessantemente, invariata e alla stessa altezza;
appare di solito nel basso, detto in tal caso basso o.
• generic. Di ritmo o effetto strumentale che persiste a lungo in una composizione (per es. il pizzicato o. della Sinfonia n. 4 di Cajkovskij).
5 s.m. (f. -a)
Persona che persiste con caparbia tenacia in un atteggiamento o in un proposito: su, non fare l'o.!
6 s.m.
In musica, figurazione melodica o ritmica che si ripete invariata nel corso di una composizione.
***
imperfezione
/im·per·fe·zió·ne/
sostantivo femminile
Presenza di manchevolezze o difetti per cui qualcosa non risulta conforme al suo prototipo, ideale o materiale; com., manchevolezza, difetto.
***
#linescape#lineartwork#gesturalabstraction#ink#inks#minimalism#drawing#contemporary art#art#elsewhen
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