#associazione volontariato
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La Mente Sente: Un Evento Benefico in Ricordo di Alessia Paolucci. Alessandria, 10 ottobre 2024 – Un incontro tra arte, salute e solidarietà
Il 10 ottobre 2024, presso la Ristorazione Sociale di Alessandria, si terrà l'evento benefico La Mente Sente, organizzato dall'associazione Tracuoreemente Aps in memoria di Alessia Paolucci.
Il 10 ottobre 2024, presso la Ristorazione Sociale di Alessandria, si terrà l’evento benefico La Mente Sente, organizzato dall’associazione Tracuoreemente Aps in memoria di Alessia Paolucci. L’evento è dedicato a sostenere il progetto di musicoterapia “Medical Humanities”, promosso dal Centro Studi per le Medical Humanities DAIRI. Un viaggio tra benessere, arte e salute mentale L’evento, che…
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Comitato Pollicino, un anno positivo
BELLUNO – Si è svolta a fine febbraio l’assemblea dell’Associazione Pollicino di Belluno, un occasione per raccontare le attività del 2022, ma soprattutto di incontrare in maniera conviviale i volontari ed i sostenitori del sodalizio capitanato da Morena Pavei. Molto apprezzate sono state le parole di saluto del Sindaco di Belluno Oscar De Pellegrin, presente assieme all’assessore al sociale e…
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Crepare di freddo nel 2023
Da associazione Perlar
Ricordiamo con affetto Isaac, che è stato trovato senza vita all’alba della prima gelata dell’anno, nel parco che era diventato il suo "riparo di fortuna" e che lo è tutt’ora, per altre persone, uomini e donne, senza alloggio, compagne di sventura, lontane dai propri cari.
Sul volto, Isaac portava i segni delle ferite e delle ingiustizie che la vita gli aveva inferto, che riusciva a scacciare ogni tanto, all’ombra di un sorriso amaro. Proprio con quel sorriso, una volta ci disse che “il tempo è come un uccello, se non lo prendi, vola via”.
Le attività delle associazioni di volontariato, per quanto meritevoli, non possono impedire, da sole, queste tragedie, la cui portata ci richiama a più ampie e necessarie risposte collettive.
Addio Isaac. Ti auguriamo che il tuo spirito stia volando verso un luogo sicuro.
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Aperto a tutti se volete conoscere questa associazione di volontariato vi aspetto numerosi
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Inclusione e Autonomia: La Storia e la Missione di PizzAut
PizzAut non è solo una pizzeria; è un’opportunità di futuro, una visione concreta di inclusione e autonomia per giovani autistici e per la società intera. Nata come associazione nel 2017 da un gruppo di genitori di ragazzi autistici, PizzAut è un progetto che va oltre la semplice sensibilizzazione e si trasforma in azione concreta, grazie al supporto e all’ispirazione del fondatore Nico Acampora, padre di un bambino autistico. In pochi anni, PizzAut è diventata un simbolo di inclusione sociale in Italia, mettendo in campo iniziative che mirano non solo a far conoscere il valore delle persone autistiche, ma anche a includerle pienamente nella vita lavorativa e nella società.
L’inclusione è il pilastro su cui si basa PizzAut. Inizialmente fondata come associazione di volontariato, ha visto nei suoi membri – genitori e sostenitori – un gruppo di sognatori che immaginano un mondo migliore, dove ognuno possa sentirsi accolto e valorizzato. Il 19 novembre 2017, l’associazione si è formalmente costituita come Onlus, con l’obiettivo di sensibilizzare la società civile e le istituzioni sul tema dell’occupabilità delle persone autistiche. La strada scelta per realizzare questa missione è stata la pizzeria: semplice, familiare, alla portata di tutti, e soprattutto simbolo di convivialità e festa. La pizza diventa così non solo un piatto, ma un veicolo per nutrire l’inclusione sociale, attraverso il contatto diretto e la condivisione di esperienze.
Oggi, i ristoranti PizzAut sono completamente gestiti da ragazzi autistici, che lavorano fianco a fianco con alcuni neurotipici. Questo progetto non si limita a offrire formazione professionale ai ragazzi autistici, ma promuove un percorso completo di autonomia e crescita personale. Grazie all’AutAcademy, l’accademia formativa creata nel 2020, i ragazzi possono intraprendere un percorso di formazione che li prepara al mondo della ristorazione, ma non solo. L’AutAcademy offre circa 200 ore di formazione in aula e 100 ore di formazione pratica sul campo. Questo approccio innovativo punta non solo a migliorare le competenze lavorative, ma anche a sviluppare abilità relazionali e di gestione dell’imprevisto, elementi fondamentali per costruire una reale inclusione.
Un altro aspetto importante del progetto di PizzAut è l’impegno verso l’autonomia abitativa. Con le Palestre di Autonomia Abitativa, i ragazzi e le ragazze autistici possono avvicinarsi a una vita indipendente, apprendendo le competenze quotidiane necessarie per gestire una casa, dalla cura del sé alla gestione degli spazi. L’obiettivo è di garantire una vita dignitosa anche nel “dopo di noi,” senza relegare questi giovani a istituti o strutture chiuse. Si tratta di un’opportunità di inclusione e crescita che consente loro di vivere una vita piena e autonoma, permettendo di sognare un futuro di vera indipendenza.
Ma l’inclusione promossa da PizzAut non si limita ai suoi ristoranti. Grazie ai Truck Food e al PizzAutobus, l’associazione è riuscita a portare il suo messaggio di dignità e inclusione in piazze, scuole, aziende e eventi pubblici. Durante la pandemia, il PizzAutobus ha permesso di continuare a operare, portando pizze e inclusione nelle case delle persone. Questo servizio è diventato non solo un’opportunità per restare attivi in un momento difficile, ma anche un simbolo di resilienza e determinazione. Oggi, il PizzAutobus offre un servizio catering per aziende e eventi speciali, portando ovunque il messaggio di un mondo migliore, fondato sull’inclusione e sulla valorizzazione della diversità.
Un altro importante obiettivo di PizzAut è sensibilizzare il mondo aziendale al tema dell’inclusione. Con il format “Un assaggio di PizzAut,” l’associazione coinvolge imprese che vogliono promuovere politiche di Diversity & Inclusion, dimostrando che l’inclusione delle persone autistiche può essere un valore aggiunto per le aziende stesse. In questo modo, PizzAut non solo promuove l’inclusione a livello lavorativo, ma contribuisce anche a diffondere una cultura del rispetto e dell’accoglienza delle differenze.
La storia di PizzAut è fatta di sfide e successi, come l’apertura del primo ristorante a Cassina de’ Pecchi nel 2021, seguito dal secondo a Monza nel 2024. Quest’ultimo è stato inaugurato dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, un riconoscimento importante che sottolinea il valore del progetto e la sua rilevanza sociale. Entrambi i locali offrono un menù fatto di qualità e dignità, dove la fretta non è di casa, e ogni pasto diventa un’occasione per fare del bene e per nutrire l’inclusione.
PizzAut è molto più di una pizzeria; è un movimento che vuole cambiare la percezione della disabilità nella società. Attraverso la formazione, il lavoro e l’autonomia abitativa, il progetto permette ai giovani autistici di sperimentare una reale inclusione, sviluppando competenze e acquisendo fiducia in sé stessi. L’inclusione, per PizzAut, non è solo un obiettivo, ma un valore fondamentale che si riflette in ogni aspetto del progetto, dalle attività formative fino agli eventi in giro per l’Italia.
Sostenere PizzAut significa contribuire alla costruzione di un futuro inclusivo, dove ogni persona, indipendentemente dalle sue capacità, possa trovare il suo posto nella società. Con una donazione, è possibile dare più forza alla missione di PizzAut, aiutando l’associazione a continuare a offrire dignità e opportunità ai ragazzi autistici. PizzAut ci ricorda che un mondo migliore è possibile, e che l’inclusione è la chiave per costruirlo insieme.
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“Terza età nella solidarietà": l’Auser lancia nuove iniziative per anziani in Sicilia
Ai nastri di partenza il progetto “Terza età nella solidarietà” che, strutturato da Auser (Associazione di volontariato e promozione sociale impegnata nell’invecchiamento attivo degli anziani), troverà realizzazione nei Comuni di Augusta, Lentini, Noto, Floridia, Siracusa, Ispica e Gela. Un’iniziativa mirata a fornire una serie di servizi e attività dedicate alla terza età, con l’obiettivo di…
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#NewsPA - Palermo Capitale italiana volontariato '25. Lagalla e Pennino: "Riconoscimento di prestigio"
Palermo Capitale italiana del volontariato 2025. A deciderlo il direttivo di CSVnet (associazione nazionale dei centri di servizio per il volontariato italiani) che ha accolto la proposta avanzata dal CeSVoP insieme al comitato promotore composto anche dal Comune di Palermo, dal Forum Terzo settore Sicilia e dalla Caritas diocesana. Read More Palermo Capitale italiana del volontariato 2025. A…
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7 Mappe Airswap&Massama: A BOOK presso la Biblioteca dell'Istituto Penale per Minori di Casal del Marmo Roma. Sabato 6 luglio l'Associazione FuoriRiga ha installato la terza mappa. In un'incontro ravvicinato a Roma con l'associazione, ci siamo chiesti come passaggio successivo, quale potrebbe essere la modalità per avvicinare i ragazzi alla lettura degli scritti dei detenuti di Massama e una loro possibile rielaborazione. Grazie a FuoriRiga - Associazione di Volontariato, che opera nell'Istituto Penale per Minori di Casal del Marmo dal 2014. Un ringraziamento a Silvia Adiutori --- https://www.fuoririga.org/ @airswapstories
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7 Mappe Airswap&Massama: A BOOK presso la Biblioteca dell'Istituto Penale per Minori di Casal del Marmo Roma. Sabato 6 luglio l'Associazione FuoriRiga ha installato la terza mappa. In un'incontro ravvicinato a Roma con l'associazione, ci siamo chiesti come passaggio successivo, quale potrebbe essere la modalità per avvicinare i ragazzi alla lettura degli scritti dei detenuti di Massama e una loro possibile rielaborazione. Grazie a FuoriRiga - Associazione di Volontariato, che opera nell'Istituto Penale per Minori di Casal del Marmo dal 2014. Un ringraziamento a Silvia Adiutori
https://www.fuoririga.org/
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I giovani Daumar al Parco Verde
Dal Parco Verde di Caivano alla Reggia di Carditello il volontariato del Club Giovanile Daumar di Barcellona, opera corporativa dell’Opus Dei SAN TAMMARO (CE) – Il Club Giovanile Daumar di Barcellona, Spagna – associazione che promuove e si ispira, nel rispetto del pluralismo, agli insegnamenti di San Josemaría, fondatore dell’Opus Dei – in visita nel Real Sito di Carditello. Una importante…
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Alessandria Ricorda la "Grande Alluvione" del 1994: Il Volontariato si Racconta
Un evento dedicato ai ricordi e alle emozioni dei volontari che hanno affrontato l'emergenza alluvione di 30 anni fa
Un evento dedicato ai ricordi e alle emozioni dei volontari che hanno affrontato l’emergenza alluvione di 30 anni fa. Il Comune di Alessandria organizza un evento commemorativo dedicato ai volontari che, con grande coraggio e impegno, hanno affrontato la devastante alluvione del 1994. Con il titolo “Il Volontariato della ‘grande alluvione’ del 1994 si racconta – Una carrellata di ricordi ed…
#Alessandria#alluvione del 1994#Andrea Morchio#Associazione Cultura e Sviluppo#Associazione Nazionale Alpini#Associazioni di Volontariato#Autorità Locali#Camera di Commercio Alessandria#Caritas Alessandria#Cgil Cisl Uil#Commemorazione#comune di Alessandria#comunità locale#Cooperazione#Croce Rossa Alessandria#Croce Verde Alessandria#Dante Paolo Ferraris#Emergenza alluvione#esperienza di volontariato#eventi di commemorazione#evento commemorativo#Giorgio Abonante#grande alluvione#Luigi Benzi#Marco Bologna#Memoria storica#Prevenzione alluvioni#Protezione ambientale#Protezione civile#protezione civile nazionale
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Verona, tre giornate di musica con "Medici per Strada"
Verona, tre giornate di musica con "Medici per Strada" Una festa speciale della musica, per la pace, la solidarietà e il supporto concreto all'operato di Emergency e Medici Senza Frontiere. Un evento culturale no-profit di raccolta fondi, promosso per il secondo anno da Medici per Strada APS, e a cui tutte le band e le associazioni hanno aderito gratuitamente. Ricordare e portare avanti l'impegno e la passione di Gino Strada, che è stato un esempio professionale e morale per i medici. Torna nella seconda edizione, nelle piazze e nelle vie del centro cittadino, il lungo fine settimana in musica, per divertirsi e fare del bene. E' 'Medici in Strada', la manifestazione culturale promossa dall'omonima associazione con la partecipazione del Comune di Verona e di tante imprese e associazioni di volontariato del territorio per la raccolta fondi in favore di Emergency e Medici Senza Frontiere. "Una bellissima manifestazione – spiega l'assessore alle Pari opportunità –, che già lo scorso anno ha attivato in una maniera innovativa e diversa il centro cittadino con tantissimi gruppi e soprattutto con un'altissima attenzione ai diritti umani, alla solidarietà. Una iniziativa che rientra in quell'ampia attività che nell'ultimo anno stiamo portando avanti per guardare anche oltre i confini cittadini e richiamare l'attenzione su tutti quei conflitti che nel mondo continuano a perdurare e per dare visibilità a tutte le OMG che a livello internazionale si attivano e sono presidio medico e di solidarietà per le popolazioni vittime di conflitti e per chi ha difficoltà ad accedere alle cure". "E' stato un piacere seguire e sostenere il percorso di realizzazione di questa manifestazione, che ha un'altissima capacità di coinvolgimento in una causa importantissima in favore di associazioni che tanto fanno nel mondo per la salute e la vita di chi è più in difficoltà – dichiara l'assessora alla Salute –. La musica e la volontà di tutti i professionisti coinvolti diventano veicolo per animare un'intera città, attraendo anche i tanti turisti che vi sono in questo periodo presenti. Sarà una grande festa, per una raccolta fondi speciale". La musica è iniziata da venerdì pomeriggio in piazza Bra, per proseguire fino a domenica 2 giugno con eventi anche in via Mazzini, porta Borsari, Cortile Marcato Vecchio, Porta Leoni, Cortile del Tribunale, piazza dei Signori. Oltre ottanta le band impegnate tra cui molte composte da medici-musicisti, insieme a scuole di musica veronesi e il Conservatorio di Verona. Le band si alterneranno con spettacoli in 12 piazze, per una splendida maratona di beneficenza dalle 10 alle 20, per proseguire in serata sul palco del Mura Festival ai bastioni di San Zeno, con dei momenti di approfondimento sul diritto alla salute come valore universale, con Medici senza Frontiere, Medici per la Pace e Libera. La manifestazione è stata presentata ieri mattina dall'assessora alla Salute e dall'assessore alle Pari opportunità. Presenti per l'associazione Medici per Strada Emilio Confetti, Chiara Chiappa e Beatrice Zuin e per l'associazione Medici Senza Frontiere Giovanni Di Cera. "Le parole d'ordine sono 'Gentilezza e Pace' che sono i valori universali alla base dei diritti umani – sottolinea Emilio Confetti –. Abbiamo incontrato tantissima solidarietà e tante adesioni che hanno fatto crescere in modo importante la manifestazione, quest'anno realizzata su tre giornate. Tutte le band e le associazioni hanno aderito gratuitamente. Circa cinquecento persone sono coinvolte in questa questa kermesse sulle ali della musica per far volare la possibilità di fare del bene attraverso le donazioni che saranno raccolte dai 'medical buskers' di Medici per Strada".... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Bambini in ospedale: donare sorrisi con ABIO Napoli
Donare sorrisi ai bambini in ospedale, questo è uno degli obiettivi dell'Associazione per il Bambino In Ospedale di Napoli (ABIO Napoli). Proprio loro sono i protagonisti della storia di oggi dove parleremo di volontariato e dell'importanza dei progetti atti a regalare il sorriso ai bambini ricoverati all'interno degli ospedali di tutta Napoli. Nuovi volontari Sessanta nuovi volontari e ottanta nuovi tirocinanti ABIO Napoli pronti a portare gioia ma anche sostegno ai bambini ricoverati nei reparti pediatrici degli ospedali di Napoli e provincia. Grazie soprattutto al 41° corso di formazione, l'associazione ha ampliato il suo team formato da circa 300 volontari, incrementando di ben 40 ore settimanali le attività di gioco, ascolto e supporto ai piccoli pazienti e alle loro famiglie. Intervista Sofia Mariangela volontaria e responsabile della comunicazione di ABIO Napoli Per parlare del volontariato in Italia ma anche dei progetti di ABIO Napoli, abbiamo scambiato quattro chiacchere con Sofia Mariangela volontaria e responsabile della comunicazione di ABIO Napoli: Cos'è ABIO Napoli? ABIO (Associazione per il Bambino In Ospedale) Napoli è un'associazione di volontariato che opera dal 2000 con l'obiettivo di rendere l'esperienza ospedaliera di bambini e adolescenti più serena e meno traumatica. Attraverso attività di gioco, ascolto e allestimento di spazi accoglienti e colorati, i volontari ABIO contribuiscono a umanizzare i reparti pediatrici di 10 ospedali di Napoli e provincia, donando ai piccoli pazienti e alle loro famiglie un sorriso e un supporto prezioso. Cosa vuol dire essere un volontario per ABIO Napoli? Essere volontario ABIO Napoli significa dedicare parte del proprio tempo libero a donare sorrisi e supporto ai bambini, agli adolescenti ricoverati in ospedale e alle loro famiglie. I volontari seguono un percorso di formazione per acquisire le competenze necessarie per svolgere al meglio il loro ruolo. Dopo il periodo di formazione ogni volontario fa un turno a settimana da tre ore in un reparto di pediatria durante il quale si dedica alle seguenti attività: - Accoglienza: accoglie i bambini e le loro famiglie all'arrivo in ospedale; - Gioco: organizza e propone giochi individuali e di gruppo per bambini e adolescenti, adattandosi alle loro esigenze e alle loro preferenze; - Ascolto: offre un ascolto attivo e un supporto emotivo ai bambini, agli adolescenti e alle loro famiglie, creando un clima di fiducia e comprensione; - Allestimento: rende i reparti pediatrici più a misura di bambini con ludoteche, giochi, libri e decorazioni per creare un ambiente più accogliente e sereno. L'importanza del ruolo del volontario, qual è? Il ruolo del volontario ABIO è fondamentale per il benessere psicologico dei bambini e degli adolescenti in ospedale. La presenza di volti amichevoli e rassicuranti come quelli dei volontari ABIO aiuta i bambini ad affrontare con maggiore serenità l'esperienza del ricovero ospedaliero. I giochi e le attività organizzate dai volontari permettono ai bambini di socializzare tra loro, di fare amicizia e di distrarsi dalla malattia. I volontari ABIO offrono un supporto emotivo anche alle famiglie dei bambini ricoverati, aiutandoli ad affrontare le difficoltà e lo stress legati all’ospedalizzazione. L'ISTAT ha fotografato uno scoraggiante calo del numero di volontari in Italia di oltre il 15% nel 2021 rispetto al 2015. Cosa si può fare per invertire questo preoccupante trend? Il calo del numero di volontari in Italia è un dato preoccupante che richiede un impegno concreto da parte di tutti. Per invertire questa tendenza, ABIO Napoli si impegna per promuovere costantemente le proprie attività attraverso i canali di comunicazione online e offline e organizzando eventi sul territorio per sensibilizzare l’opinione pubblica sull'importanza dell’umanizzazione dei reparti pediatrici e sull’importanza del volontariato, evidenziando l’impatto positivo che il volontariato ha non solo per i beneficiari delle attività (bambini, adolescenti e famiglie), ma anche per i volontari stessi, in termini di crescita personale, arricchimento umano e lo sviluppo di nuove competenze. Quali sono i prossimi progetti? ABIO Napoli guarda anche al futuro con impegno e con tanti nuovi progetti in cantiere. Primo fra tutti quello di attivare nuovi turni per essere presenti costantemente in tutti i 19 reparti in cui è attivo il servizio di volontariato ABIO. Per fare questo ABIO Napoli ha bisogno di nuovi volontari, sul sito www.abionapoli/diventa-volontario/ è possibile compilare un modulo per essere contattati via email per partecipare al prossimo corso di formazione che si terrà in autunno. Un altro progetto molto importante è “Conoscere per non aver paura”, destinato ai bambini delle scuole per far conoscere l’ambiente ospedaliero e i diritti dei piccoli pazienti, al fine di ridurre l’impatto emotivo di un eventuale ricovero. Foto di copertina: ABIO Napoli Read the full article
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MondoSole è una Associazione e un Centro di cura, riabilitazione e reinserimento sociale per chi soffre di anoressia, bulimia, binge eating (DCA), fondata nel 2004 da ChiaraSole Ciavatta che ha alle spalle oltre tantissimi anni di queste stesse patologie, e dal dott. Matteo Mugnani.
MondoSole rappresenta l'integrazione del mondo clinico con quello esperienziale. Un centro nel quale provengono persone da tutta Italia che condividono un percorso di cura/crescita personale (e personalizzato), finalizzato alla comprensione del significato dei propri sintomi alla riorganizzazione della propria vita. Un centro aperto 12 mesi l'anno e che si prende cura dell'intero nucleo familiare attraverso attività di mediazione, consulenza, gruppi per genitori.
MondoSole si occupa, inoltre, di attività di sensibilizzazione e informazione. Il volontariato è un punto cardine da sempre dell'Associazione. MondoSole è molto attiva nella diffusione di una riflessione culturale sui valori dei ruoli familiari e dei messaggi riguardanti il cibo e il corpo.
CONTATTI:
SITO UFFICIALE: chiarasole.com
N.DI TELEFONO: +39 3280823574
IN CASO DI MANCATA RISPOSTA, PREGO INVIARE UN MESSAGGIO WHATSAPP. GRAZIE!
SEDE: Via Sigismondo Pandolfo Malatesta, 38, 47921 Rimini RN (1°Piano)
EMAIL SEGRETERIA: [email protected]
EMAIL DOTT.SSA FIORELLA NIKOLLA: [email protected]
EMAIL CHIARASOLE CIAVATTA: [email protected]
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Gli interventi degli ADJ al concerto
Introduzione al concerto
Buonasera a tutti
Grazie di essere qui, così numerosi.
Immaginate una brousse, una savana che si estende come la nostra val di Susa; nel sud del Madagascar… nel sud del Madagascar, non a nord dove ci sono le spiagge caraibiche, nel sud dove i cambiamenti climatici in questi anni hanno provocato desertificazione e un’ondata di migrazione interna, verso nord di 1,5 milioni di persone.
Immaginate un piccolo villaggio, in un altopiano che si chiama Horombè, ai margini di una regione così secca e arida che viene chiamata Foresta spinosa.
Immaginate questo villaggio fatto di capanne, in paglia e fango.
Immaginate che 30 anni fa c’erano 400 persone e c’erano anche 400 maiali selvatici che giravano; le persone sono dell’etnia dei bara, quella considerata più misera e ignorante in tutto il Madagascar.
Il villaggio è isolato, non ci sono strade e ponti; nella stagione delle piogge è impossibile raggiungere le piccole cittadine a 100 - 200 km di distanza.
Immaginate cicloni che passano e tirano le capanne, distruggono le poche risaie dei ricchi, risaie che vengono preparate solcando il terreno con un bastone di legno perché ancora non si conosce neppure l’aratro
Immaginate che l’anno dopo le risaie sono distrutte dal passaggio delle cavallette
Immaginate che si mangia solo manioca, un tubero privo di sostanze
Immaginate che l’anno dopo le piogge non sono sufficienti per la risaia
e nessuno sa che nel sottosuolo c’è l’acqua ma si beve l’acqua delle risaie con danni alla salute. L’attesa di vita è di 37 anni
non c’è un medico, un infermiere, molte donne muoiono durante il parto
non ci sono metalli, energia, istruzione
Tutto questo 30 anni fa, al villaggio di Jangany
Immaginate poi un uomo bianco, un missionario, che decide di andare lì, che impara il malgascio, poi va a parlare, prima con gli anziani e con gli stregoni, poi con la gente
Non tutte le sue lettere verso l’Italia arrivano perché i francobolli esteri vengono facilmente rubati
Immaginate che i nostri Silvio e Domenico, che sono qui in sala, vanno a Jangany e incontrano il missionario padre Tonino; nel niente di quel territorio padre Tonino prende un bastone e lo fissa in mezzo a dei rovi, poi va avanti 15 metri e pianta un altro paletto e dice: “qui faremo la prima aula della scuola”
Immaginate che nel 1989 parte la prima scuola con un insegnante 41 studenti di tutte le età, dai bambini agli adulti… là dove l’analfabetismo era totale
Immaginate tutto questo. Il resto ve lo racconterà Antonio, vicepresidente degli amici di Jangany, nell’intervallo. Per ora vi dico solo che il villaggio è oggi di 10.000 abitanti, 3000 bambini e ragazzi sono stati toccati dall’istruzione e proprio l’istruzione è al centro del nostro prossimo progetto: Jangany, è un seme, quello per cui la OMT sta donando la sua musica questa sera.
Noi, gli amici di Jangany, siamo una piccola rete di qualche associazione, alcune scuole e qualche parrocchia amica, e molte persone che ci hanno dato la loro fiducia. Non abbiamo costi, tutte le offerte che saranno raccolta in questa serata saranno utilizzate per il progetto Jangany, è un seme.
Renato Gava, presidente Amici di Jangany ODV
Intervento nell'intervallo del concerto
Vi racconto cosa è diventata oggi Jangany, dopo 30 anni di percorso seguito dalla nostra associazione – Amici di Jangany – che da rete di amicizia e collaborazione tra diverse realt�� è diventata legalmente nel 2021 un’Organizzazione di Volontariato. Un ente che può ricevere ora anche i contributi statali relativi al 5x1.000 – al termine dello spettacolo di questa sera troverete all’uscita alcune persone dell’associazione che distribuiranno una cartolina con l’indicazione del nostro Codice Fiscale che potrà essere utilizzato, se vorrete, in fase di dichiarazione dei redditi.
Riprendendo a parlare di Jangany, vi devo dire che non possiamo più parlare di villaggio, ma di una vera cittadina perché gli abitanti sono ormai 10.000.
Avere a cuore lo sviluppo di una intera città, situata nel cuore del Madagascar, è un grossa responsabilità che sentiamo e viviamo quotidianamente perché bisogna fare scelte importanti per orientare la crescita delle persone e uno sviluppo economico e sociale che sia sostenibile nel tempo attraverso l'impegno e la responsabilità degli abitanti stessi: bisogna trovare la condivisione dei progetti con le persone di riferimento di Jangany . E, molto importante perché le cose funzionino, dare un valore, anche economico, a tutte le cose perché quanto realizzato sia considerato parte integrante della città e degno di essere mantenuto e sviluppato negli anni a venire.
Vi voglio parlare in questi pochi minuti di 2 cose che abbiamo realizzato a Jangany.
La prima – la più importante in assoluto per agevolare il cambio di mentalità - è la scuola. Questo anno scolastico 2023/2024 ha visto iscritti alla scuola della missione circa 1.000 ragazzi tra tutte le classi (scuola materna, elementari, medie e liceo) e in questi anni oltre 3.000 ragazzi hanno potuto frequentare la scuola e imparare a leggere e scrivere.
La scuola si chiama Sainte Marie e i suoi allievi sono tra i più bravi di tutto il sud Madagascar e molti voti degli esami annuali sono eccellenti.
La scuola offre anche un pasto quotidiano agli allievi, grazie alle offerte che riceviamo dai benefattori per le adozioni a distanza. Con 30€ riusciamo a garantire la copertura di un intero anno scolastico per ciascun ragazzo. Chi vive lontano e non può rientrare a casa tutti i giorni al temine delle lezioni, viene anche ospitato presso la missione come in un collegio.
La scuola rappresenta per tutta Jangany la svolta determinante verso un futuro diverso e migliore. Ve ne dò una testimonianza concreta leggendovi due lettere che i ragazzi di Jangany hanno scritto ai loro coetanei dell’IC di Pino Torinese, con i quali è in corso un gemellaggio e un’attività continua di scambio epistolare e di collegamenti on line.
Cara amica italiana, Emma Grazie per la tua gentile lettera, mi ha davvero rallegrato la giornata. Mi chiamo Evah, ho 15 anni e ora frequento la classe 3B. Ho due sorelle e quattro fratelli e voglio loro molto bene. Il mio cibo preferito è il mais con il latte e il mio animale preferito è un coniglietto timido. Passo molto tempo a ballare, perché da grande voglio diventare una ballerina famosa. Amo la mia scuola perché mi dà conoscenza, abilità e saggezza. Mi aiuta anche a realizzare i miei sogni. Vorrei terminare i miei studi al Lycée Sainte Marie e, se i miei genitori possono permetterselo, vorrei continuare i miei studi all'estero, soprattutto in Europa, alla scuola di danza. Conto molto sulle vostre preghiere e su tutto ciò che potete offrirmi per realizzare il mio sogno. Ti saluto con amicizia sincera, Evah
Mio caro amico, David. Grazie per la tua gentile lettera, mi ha davvero rallegrato la giornata. Mi chiamo Maures, sono una ragazza di 16 anni e ora frequento il decimo anno. Ho 4 fratelli e 2 sorelle. Nel mio futuro immagino una brillante carriera come medico perché voglio prendermi cura dei malati. Vorrei finire gli studi e, soprattutto, vorrei essere costante nei miei sforzi. L'anno scorso c'è stata una grande mancanza d'acqua, ma ora il clima si è riequilibrato e c'è molta pioggia. Quest'anno c'è stato un ciclone che ha spazzato via alcuni tetti e distrutto alcune case, ma in generale ce la facciamo sempre, grazie alle vostre preghiere. Abbiamo buoi, capre, conigli, maiali, pecore e pollame. A Jangany ci sono anche molte cose da fare: durante le vacanze, il nostro hobby è quello di radunare il bestiame nei pascoli, andiamo a nuotare e nel pomeriggio del fine settimana giochiamo a calcio e quasi tutti i giovani partecipano. Qui parliamo il malgascio, che è la base di tutte le lingue del Madagascar, ma la nostra lingua scolastica è il francese.
La seconda cosa di cui voglio parlarvi è l'impianto fotovoltaico di Jangany che garantisce energia elettrica quotidiana.
Noi non riusciamo più a renderci conto del valore dell'elettricità permanente perché ormai nel nostro mondo è qualcosa di assodato, di garantito. E anzi si cercano nuove modalità per accumularla e produrne di nuova, modi più green come si usa dire oggi, che sfruttino le forze della natura, come il sole e il vento e non solamente l'acqua, che ahimè è un bene sempre più prezioso.
A Jangany nel 2016 sono stati montati dei pannelli fotovoltaici ed è stato realizzato un impianto energetico che garantiva il funzionamento della scuola, del dispensario, del centro rurale. Pensate che siamo riusciti a distribuire l'energia elettrica anche ad 80 abitazioni private attraverso l'installazione di alcuni contatori elettrici.
Le vie principali della città vengono illuminate durante la notte per contrastare il fenomeno del brigantaggio, che è una vera piaga in tutto il Madagascar.
Solo che l'impianto si è usurato nel corso degli anni e le batterie hanno esaurito la loro funzione.
Nell'ultimo biennio abbiamo quindi raccolto fondi per sostituire le batterie esauste, rinnovare gli inverter ed ampliare l'impianto con oltre 100 nuovi pannelli solari.
Durante l'estate alcuni tecnici specializzati della ditta Solaris di Settimo Torinese si recheranno a Jangany per sostituire anche la cabina elettrica che governa il funzionamento dell’impianto e per installare delle nuove batterie al litio, che dureranno ben di più delle precedenti.
Con la potenza superiore dell'impianto si potranno anche elettrificare le pompe dei forages, i pozzi scavati ad oltre 60 metri di profondità e realizzare uno chateaux d'eau per governare il sistema di distribuzione dell’acqua di tutta Jangany.
Da quest'anno invece stiamo raccogliendo fondi per un nuovo progetto che abbiamo chiamato Jangany è un seme. Grazie per le offerte che state facendo questa sera perché quanto verrà raccolto sarà destinato proprio a questo progetto.
Vogliamo dedicarci nei prossimi anni a formare le persone di Jangany verso professioni che possano essere esercitate proprio a Jangany.
Abbiamo ricevuto in dono una decina di macchine da cucire che spediremo nel prossimo container e che serviranno per avviare una scuola di sartoria presso il centro rurale.
Attraverso l'erogazione di alcune borse di studio, vogliamo far studiare alcuni ragazzi nella scuola professionale della capitale Antananarivo perché tornino tra qualche anno a Jangany ad esercitare la loro professione di artigiani e coltivatori.
Vogliamo istruire alcuni giovani sui temi elettrici perché possano rientrare a Jangany e gestire l'impianto fotovoltaico ed effettuare la manutenzione in caso di necessità.
Vogliamo potenziare la formazione dei giovani di Jangany in ambito agrario, migliorando e ampliando quanto già si sta facendo presso il Centro di Formazione Rurale.
Voglio chiudere questo momento ringraziandovi a nome di tutta l’associazione per la partecipazione così numerosa a questo evento che ci consentirà di realizzare ancora una volta qualcosa di importante per la città di Jangany.
Ringrazio soprattutto questi ragazzi che ci regalano questi splendidi brani musicali e per la loro solidarietà con i giovani di Jangany.
Antonio Carrabba, vicepresidente Amici di Jangany ODV
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20 dic 2023 12:45
"LE FESTE DI NICOLINO BERTI RESTANO NELLA STORIA. SUCCEDEVA DI TUTTO" - LA BANDIERA DELL’INTER E COMMENTATORE SKY BEPPE BERGOMI FA 60 ANNI: "DA PICCOLO TIFAVO MILAN, INVECCHIANDO SONO ANCORA PIU' INTERISTA. SOFFRO DI PIU'" - "ZENGA? AVEVA DEI CASINI PAZZESCHI. DICEVA CHE PIÙ ERA INCASINATO, MEGLIO GIOCAVA" - L'INCONTRO CON LA MOGLIE IN DISCOTECA, I RITI SCARAMANTICI E IL RAPPORTO CON FABIO CARESSA: "LUI E' IL CLASSICO ROMANO CASINISTA, IO IL TIPICO MILANESE ORDINATO. CI COMPLETIAMO" -
Estratto dell'articolo di Roberto Rizzo per il Corriere della Sera
Venerdì 22 dicembre Beppe Bergomi, lo «zio» del calcio italiano, campione del mondo nel 1982, compirà 60 anni […]
Perché tutti voi ex calciatori vi date al padel?
«Più facile del tennis è uno sport che fa salire la carogna, noi ex atleti restiamo sempre molto competitivi».
Lei è una bandiera dell‘Inter (519 presenze), ma in una recente intervista alla Gazzetta dello Sport ha raccontato che da bambino tifava Milan. Smentisce la celebre frase di Eduardo Galeano: «Nella vita un uomo può cambiare moglie, partito o religione ma non la squadra del cuore».
«Mio papà era milanista, io simpatizzavo per i rossoneri ma a 13 anni l’Inter mi ha scelto e io ho scelto l’Inter. […] Invecchiando sono ancora più interista, soffro molto di più».
Quando commenta le partite in tv come fa?
«I primi tempi essere equilibrato mi pesava. Alla fine ho capito che non puoi piacere a tutti. So per chi batte il mio cuore».
Da calciatore aveva particolari scaramanzie?
«La barba. Se vincevamo, non mi radevo fino alla partita successiva. Altrimenti, mi sbarbavo subito. E poi il solito posto sul pullman e, a San Siro, prima di entrare negli spogliatoi, mi affacciavo a una finestrella da cui si vedeva il campo. Ancora oggi, da allenatore, indosso qualcosa di grigio a ogni partita».
[…] Com’era essere un calciatore nella Milano da bere?
«Ho vissuto quel periodo con spensieratezza ma anche con disciplina ed educazione. L’esperienza da chierichetto mi è servita».
Come compagni di squadra aveva Berti e Zenga, noti festaioli. Non si è mai fatto trascinare?
«Ho sempre avuto delle fidanzatine, poi nel 1989, l’anno dello scudetto dei record, ho incontrato Daniela, che è diventata mia moglie. Ci siamo conosciuti al Rose’s, una discoteca dietro San Babila che non esite più. Poi, certo, le feste di Nicolino Berti restano nella storia. Aveva una casa con vista sulla Madonnina, ai suoi party succedeva di tutto… un sacco di bella gente di ogni genere e lui ci obbligava a fumare i suoi sigari. Walter Zenga era mio compagno di camera in ritiro, aveva dei casini pazzeschi. Diceva che più era incasinato meglio giocava».
Lei e Zenga bandiere interiste non avete mai avuto un ruolo nel club.
«Quando vai in tv prendi dei rischi. Capita di fare domande che magari al club non piacciono. Ma con l’Inter non ci sono mai stati problemi. Sia Facchetti che Walter Sabatini fecero dei tentativi per portarmi in società. Di certo sarei andato con un ruolo di responsabilità non d’immagine. Con Marotta, Ausilio, Baccin sono amico. Marotta partecipa alle iniziative dei Bindun (associazione di volontariato con cui Bergomi collabora, ndr). Amo l’Inter».
[…]
Sposato da trent’anni, in tv a Sky con Fabio Caressa forma una coppia di fatto.
«Nel 2024 saranno 25 anni insieme. Ci completiamo: lui il classico romano casinista, io il tipico milanese ordinato. Fabio è una persona molto intelligente. La coppia funziona perché, fuori dal lavoro, non ci frequentiamo».
[…]
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