#arte della natura
Explore tagged Tumblr posts
Text
La magia della Cappadocia: una donna tra i Camini delle Fate. Un viaggio onirico nel cuore della Turchia
La Cappadocia, una delle regioni più affascinanti della Turchia, rappresenta una destinazione da sogno per viaggiatori di tutto il mondo. Conosciuta per i suoi spettacolari "Camini delle Fate", queste formazioni rocciose uniche sembrano provenire direttam
La Cappadocia, dove storia e natura si fondono in un paesaggio unico al mondo. La Cappadocia, una delle regioni più affascinanti della Turchia, rappresenta una destinazione da sogno per viaggiatori di tutto il mondo. Conosciuta per i suoi spettacolari “Camini delle Fate”, queste formazioni rocciose uniche sembrano provenire direttamente da una favola. Tra questi scenari mozzafiato, l’immagine di…
#Alessandria today#arte della natura#attrazioni naturali#avventura in Turchia#avventure indimenticabili#bellezza della Turchia#camini delle fate#Cappadocia#chiese rupestri#città sotterranee#connessione con la natura#cultura turca#Derinkuyu#destinazioni imperdibili.#destinazioni uniche#escursioni in Turchia#esplorazione culturale#esplorazione interiore#Fotografia di viaggio#Göreme#Google News#italianewsmedia.com#Kaymaklı#luoghi storici#meditazione nei viaggi#mongolfiere Cappadocia#natura surreale#paesaggi lunari#Paesaggi naturali#paesaggi straordinari
0 notes
Text




#pensieri per la testa#persa tra i miei pensieri#fotografia#foto#scatto fotografico#gingko biloba#villa Gandini#Formigine#parco della resistenza#alberi#trees#foglie#giallo#yellow#riflesso#arte#natura#nature
5 notes
·
View notes
Text



Butterfly!



#farfalla#farfalle#butterfly#angolidiarteefantasia#angolidinatura#naturaearte#naturaebellezza#natura#naturaincontaminata#arte#art#arts#angolidifantasia#coloredellanatura#coloridelmondo#colori della natura#nature#nature colors
3 notes
·
View notes
Text
Davanti al sole.
Il lago gorgheggia
In lontananza si sentono
moto che urlano
Il serpente di luce
dritto davanti a me
Due nuotano
E 2 remano sulle tavole
Passano 2 ragazze.
La pelle meravigliosa delle tedesche
#poesia#scrittura#scrivere#frasi#movimento per l'emancipazione della poesia#vita#diario#poesia italiana#poeta#poetry#bellezza#pelle#versi poetici#poems#poetic#poems and poetry#original poem#poetar#verità#vero#contemplazione#natura#riposo#ispirazione#pensieri#pensiero#pensare#creare#creatività#arte
0 notes
Text
25 Aprile: Weekend di Vacanza tra Mare, Arte e Storia in Italia
Il 25 Aprile, Anniversario della Liberazione, è una festa Nazionale italiana tra le più sentite e celebrate. Nel 2024, questa ricorrenza offre l’opportunità di un lungo ponte vacanziero che va dal Giovedì 25 alla Domenica 28 Aprile. Cinque idee per trascorrere al meglio questo breve periodo di vacanza. Guardia al Milite Ignoto – Altare della Patria – Roma, Italia – Altare della Patria (Roma,…

View On WordPress
#25 Aprile#arte#City break#Cultura e storia#enogastronomia#escursioni nella natura#Festa della Liberazione#Italia#musei#Ponte vacanziero#vacanza#Weekend al mare
0 notes
Text

“Della natura ci stupisce la purezza a cui non siamo abituati.” Taras Mithrandir art by_hrafnir2_ ******************* “What amazes us about nature is its purity, which we are not used to.” Taras Mithrandir art by_hrafnir2_
35 notes
·
View notes
Text
Gentilissima dottoressa Anna…

Quando al lavoro ricevo un'email che inizia così, mi viene sempre da sorridere. Sapessero quale perverso e irrefrenabile 'folletto del sesso' possiede totalmente la mia psiche! Lavoro da tre anni in un nuovo ufficio con due mie care colleghe: Lina, la più anziana, prossima alla pensione e Rossana, mia coetanea di circa trentacinque anni e che è anche mio Capo. Con Ros ormai siamo migliori amiche da diverso tempo e lei mi confida sempre tutto. Io a lei… be': 'quasi' tutto.

Rossana è, manco a dirlo, una rossa esplosiva. Alta e slanciata: una quarta di reggiseno. Una femmina florida e piena di curve mozzafiato. Sempre vestita in modo molto sensuale. È oggettivamente un gran bel pezzo di figliola e l'oggetto di cupidigia di chiunque abbia a che fare con lei: uomini e donne. La riempiono sempre di attenzioni, cortesie e caffè.

E invidie da parte delle donne che non possono averla o essere come lei. La corteggiano tutti, più o meno esplicitamente. Lei è la star del piano. Quanto a me invece, vesto sempre in modo classico, poco appariscente e, a parte i rapporti di lavoro, con me generalmente buongiorno e buonasera: nessuno osa andare mai troppo oltre. E così io posso essere libera di volare sotto i radar e farmi gli affari miei.

Certamente, arrivata a trentacinque anni, ho avuto anch’io le mie belle storielle: il mio primo fidanzato l’ho avuto a diciott'anni. Era gentile e piccolino, come me. È con lui che ho fatto l'amore la prima volta. C'è da dire che per mia parte sono magra, alta 1,60 e con una prima scarsa di reggiseno. Però ho un bel culetto alto, sodo e un visino d'angelo. Gambe nervose e perfette. Faccio regolare esercizio fisico in palestra e corro ogni domenica.

E comunque la donna più bella mai apparsa sulla terra - Jane Birkin - aveva il seno tra il piccolo e l'inesistente, proprio come il mio! Ho lasciato il mio primo amorino dopo un anno per un ragazzo più grande sia di età che fisicamente; incidentalmente ho scoperto che alla maggior altezza e robustezza fisica corrisponde in genere una… 'attrezzatura' maschile di calibro altrettanto superiore. E questa cosa mi ha mandata fuori di testa. Ho avuto molti altri uomini, li ho cercati sempre soltanto molto più grandi di me: sia di età che fisicamente. Mai comunque qualcosa che fosse duraturo o di emotivamente troppo impegnativo.

Mi piaceva troppo solo il fatto di farmi riempire e scopare da loro. Godevo dei loro grossi membri dentro il mio corpo: amavo sentirmi occupata e poi farcita dal loro seme. Adoravo quel contrasto sulla carta impossibile tra me e l’uomo alto e grande. Quindi progressivamente ho imparato a farmi elastica, sotto ai loro corpi, mentre mi sbattevano a destra e sinistra, spesso facendomi volare sul letto come un fuscello. Sebbene mi promettessero tutti mari e monti, non appena sentivo puzza di innamoramento, di legame o di matrimonio, tagliavo di netto. Soffrivano. Moltissimo; tornavano alla carica. A volte disperati. Io dicevo di no e basta.
Un anno fa Ros mi ha invitata di venerdì sera a una cena tra colleghi. E lì ho conosciuto finalmente Pietro, suo marito. Descrizione di questo capolavoro della natura: alto 1,95 per 120 kg. Un fascio di muscoli, istruttore di Mixed Martial Arts. In sostanza, un gigante forte e gentile. Molto sexy, ma spassosissimo e cortese. C'è da dire che quando il Folletto del Sesso mi si risveglia io non guardo in faccia nessuno. Dopo un rapido scambio di battute, senza farmi troppo notare dalla mia amica intima, gli ho dato il mio numero: “sai: in caso ti servisse, se magari non riesci a parlare con Ros o per qualsiasi altra cosa…” e glielo dicevo guardandolo fisso negli occhi. Lui era rosso di vergogna. Tenerissimo: me lo sarei scopato lì.

Durante la serata abbiamo anche ballato un po’ e io mi stringevo a lui in modo vergognoso. Da seduti, tra noi due: giù battute, frasi e via via discorsi sempre più seri, sino a uno sbottonarsi a riguardo di cose anche molto personali. La stessa sera, da casa mia gli ho chiesto io con un messaggio di vederci per un caffè e due chiacchiere in libertà. Così: solo perché mi stava simpatico. Sullo smartphone lui, dapprima un po’ esitante, ha infine accettato. Ci siamo visti all'indomani, sabato, in mattinata in un bar del centro e dopo nemmeno un'ora dal caffè eravamo a casa mia… a letto. L'ho conquistato letteralmente. Mi prendo chi voglio. Mi ha detto che ama moltissimo sua moglie, ma anche che lei purtroppo lo fa sempre venire fuori, che il suo culo se lo può scordare e la bocca neppure a pensarci. Al massimo quando lei è indisposta lo sega.
E’ rimasto stupito quando l’ho incitato a spaccarmi la fica senza troppi complimenti: un bestione del genere, che però ho accolto sino alla radice, senza fare neppure un urletto di dolore. Quando stava per venire me l’ha detto e sarebbe voluto uscire, perché era abituato così. Io invece l’ho trattenuto dentro di me incrociando le gambe sulla sua schiena. E tenendo le mie mani sulle sue chiappe. Gli ho anche detto di non preoccuparsi, perché prendo le mie precauzioni. Lui allora s’è indurito completamente all’idea e ha iniziato letteralmente a sfondarmi: sembrava un vero selvaggio! Mugolava, grugniva e mi diceva cose all’orecchio che mi facevano arrapare ancora di più. Mi chiamava puttanella, troia senza vergogna.

Al culmine, mi ha urlato infoiato: “sei una piccola cagna, mi stai facendo tradire mia moglie, la madre di mio figlio… voglio vedere proprio quando strillerai... e dai: strilla, maledetta puttana…” Ma per me queste erano solo parole di miele. Gli ridevo in faccia, godendo come una cagna, appunto. Dopo la nostra prima volta, la settimana successiva l’ho fatto entrare. Ero in vestaglia trasparente, nuda e mi sono messa subito sul letto: pancia sotto e a culo ben aperto, in posa inequivocabile. Lui mi ha chiesto: “ma sei sicura?” e io provocandolo gli ho detto: “ma... lo sai fare o ti devo fare un disegnino?” Per tutta risposta ha puntato il suo membro enorme contro la mia rosellina, che si è aperta magicamente e pian piano lo ha accolto completamente. Oggettivamente mi faceva un po' male, ma solo l’idea di avere un palo del genere dentro mi faceva venire!

Va detto che m’ero ben preparata, tenendo nell’ano tutta la settimana il mio fido plug di belle dimensioni. Ed eccoci qua, nel mezzo di questa storia segreta. Adoro essere il suo chiodo fisso sessuale, vedere la sua espressione sorpresa ogni volta che glielo prendo tutto in bocca senza fiatare e mi piace troppo essere la ragione delle corna della mia migliore amica, mio Capo e gran pezzo di gnocca, soprattutto se confrontata con me, donnetta slavata, insignificante e totalmente anonima. Amo i racconti che mi fa Ros di come secondo lei lui è innamoratissimo, di come lei lo tenga legato con la sua preziosa fica. Che non oserebbe mai tradirla, perché dove la trova un’altra gnocca come lei. Lo so: il mio Folletto del Sesso prima o poi mi porterà alla perdizione. Ma intanto nella mia vita, di un maschio come Pietro, timido gentiluomo ma selvaggio, enorme bestione nel sesso, non posso fare a meno.

RDA
38 notes
·
View notes
Text
















LA SICILIA SECONDO VINCENT VAN GOGH
Nel febbraio del 1888, Vincent van Gogh lascia Parigi e si trasferisce in un piccolo paesino chiamato Arles nella solare Provenza. Se fino a qualche anno prima aveva dipinto meno di un centinaio di opere, al sole di Arles, Vincent trova la gioia della sua arte, producendo in meno di un anno più di trecento opere. Definisce il suo stile originale e sostituisce i colori oscuri e tenebrosi delle sue prime opere, con una luce accesa e pura. Se il calore mediterraneo di Arles fece questo effetto su Vincent, cosa sarebbe successo alla sua anima tormentata se fosse venuto a contatto con l’abbagliante luminosità siciliana? E ancor di più, come avrebbe reagito la sua ricerca fallita di Dio, il suo difficile cammino nella società del nord Europa alla filosofia siciliana dove “Tutto scorre e nulla resta” per cui non dobbiamo chiederci “Chi siamo e dove andiamo?” ma “Quando si mangia e che cosa c’è da mangiare?”. Forse i suoi tormenti umani ed artistici si sarebbero sciolti di fronte ad una granita al caffè, ad un bicchiere di birra Messina, o ad un tramonto alle Eolie. Seduto su una lunga spiaggia solitaria per dipingere le lunghe onde del mare, sarebbe stato raggiunto dal solito cinico siciliano che senza farsi i cazzi suoi gli avrebbe chiesto se Gauguin se la stesse spassando alla Martinica. Oppure, con la saccenteria degli ignoranti, avrebbe chiesto se nel dipingere avesse copiato i colori densi e pastosi di Monticelli, o se quelle pennellate dense ed intense le facesse così a come venivano, tanto per babbiare (prendere in giro) i critici. Alla fine, in quest’isola dove è l’arte stessa che si intreccia con la natura crea il paesaggio, dove la follia è una ordinaria condizione di uno, nessuno, centomila, alla fine forse la sua anima infelice avrebbe trovato la sua quiete e avrebbe accettato la sua cristiana inquietudine in quanto elogio dell’essere. Infine, invece che piccoli caffè o cieli inquietanti pieni di oscuri uccelli, qui in Sicilia avrebbe incominciato a dipingere le meraviglie luminose dell’isola, affinando quella sua tecnica in cui rinchiudeva le sue angosce e tristezze dentro a dense intense pennellate. Qui, in quest’isola dove la follia è di casa, sulla tela avrebbe raccontato di campi infiniti e dorati, di chiese accese da sole, di piccoli dammusi affacciati sul mare e immacolati sotto un cielo di un azzurro felice e saturo di luce. Avrebbe finalmente toccato e dipinto quella luce che cercava, quella che non aveva trovato né nelle sue infinite letture della bibbia, né tra le cosce delle prostitute che amava o delle donne borghesi che lo avevano rifiutato. Avrebbe capito che solo la natura è reale, ed è il palcoscenico su cui gli uomini, come i pupi dal corpo di legno, recitano passioni ed amori che solo per pochi atti sono eterni e che questa provvisorietà è l’unica certezza che questi pupi hanno, tanto che con essa riempiono la loro arte per viverla all’infinito.
SICILY ACCORDING VINCENT VAN GOGH
In February 1888, Vincent van Gogh left Paris and moved to a small village called Arles in sunny Provence. If until a few years earlier he had painted less than a hundred works, in the sun of Arles, Vincent found the joy of his art, producing more than three hundred works in less than a year. He defined his original style and replaced the dark and shadowy colors of his early works with a bright and pure light. If the Mediterranean heat of Arles had this effect on Vincent, what would have happened to his tormented soul if he had come into contact with the dazzling Sicilian brightness? And even more, how would his failed search for God, his difficult path in northern European society, react to the Sicilian philosophy where "Everything flows and nothing remains" so we should not ask ourselves "Who are we and where are we going?" but "When do we eat and what is there to eat?". Perhaps his human and artistic torments would have melted away in front of a coffee granita, a glass of Messina beer, or a sunset in the Aeolian Islands. Sitting on a long, solitary beach to paint the long waves of the sea, he would have been joined by the usual Sicilian cynic who, without minding his own business, would have asked him if Gauguin was having fun in Martinique. Or, with the know-it-all attitude of the ignorant, he would have asked if in painting he had copied the dense and mellow colors of Monticelli, or if he did those dense and intense brushstrokes as they came, just to mock (mock) the critics. In the end, on this island where art itself intertwines with nature to create the landscape, where madness is an ordinary condition of one, no one, a hundred thousand, in the end perhaps his unhappy soul would have found its peace and accepted its Christian restlessness as a praise of being. Finally, instead of small cafes or disturbing skies filled with dark birds, here in Sicily he would have begun to paint the luminous wonders of the island, refining his technique in which he enclosed his anguish and sadness within dense intense brush strokes. Here, on this island where madness is at home, on canvas he would have told of infinite and golden fields, of churches lit by themselves, of small dammusi overlooking the sea and immaculate under a sky of a happy blue and saturated with light. He would have finally touched and painted that light he was looking for, the one he had not found in his infinite readings of the Bible, nor between the thighs of the prostitutes he loved or of the bourgeois women who had rejected him. He would have understood that only nature is real, and it is the stage on which men, like puppets with wooden bodies, act out passions and loves that are eternal only for a few acts and that this temporariness is the only certainty that these puppets have, so much so that they fill their art with it to live it infinitely.
29 notes
·
View notes
Text

🏰✨ La magia delle leggende arturiane: la statua di Gallos a Tintagel ✨🏰
Sulle scogliere di Tintagel, in Cornovaglia, si erge la maestosa statua di Gallos, un simbolo vivente della leggenda del Re Artù. Creata dall’artista Rubin Eynon nel 2016, questa scultura in bronzo, dal design astratto e il nome che significa "potere" in antico cornico, collega arte, natura e mitologia in un luogo ricco di storia. 🌊🗡️
Tintagel, considerata la città natale del leggendario re, è un luogo che incanta chiunque cerchi di immergersi nelle storie di leadership, coraggio e giustizia di Artù. Ma il viaggio non finisce qui: anche Glastonbury, associata alla tomba di Artù e alla mitica terra di Avalon, è una tappa imperdibile per chi vuole scoprire la magia di queste antiche tradizioni. 🌿✨
Questi monumenti non sono solo opere d’arte, ma veri e propri simboli della ricca cultura britannica, che continua ad affascinare con le sue storie immortali.
25 notes
·
View notes
Text


SENSI DELL'ARTE - di Gianpiero Menniti
LA PUREZZA DELL'IMPOSSIBILE
Helen Frankenthaler (1928 - 2011) è stata un'artista peculiare nella New York del secondo dopoguerra, la "grande mela" divenuta centro vitale della produzione artistica occidentale.
Nella congerie dell'espressionismo astratto, da Pollock a Rothko, da De Kooning a Sterne, da Newmann a Motherwell (con il quale fu sposata dal 1958 al 1971), la pittrice trovò ispirazione ma aprì un varco diretto verso una strada ulteriore e feconda: il "Color Field", la campitura vasta di campi di colore dotati di una dimensione segnica limitata al significante e dunque lacunosa di significato.
Dal "dripping" di Pollock al “soak-stain” che conferiva alle sue espressioni pittoriche la consistenza visiva dell'acquerello.
In sostanza, l'artista s'immerse nella corrente di ricerca sul colore che dagli anni '50 corse lungo due filoni: come contrasto e armonia o nella direzione della monocromia ispirata dal suprematista russo Malevič e proseguita dal francese Kline.
Ma Frankenthaler rimase coerente con l'intuizione iniziale, esplorandola fino alle sue vaste possibilità, nel tentativo di trarre dall'astrazione un'impressione di natura: "Montagne e mare" del 1952, conservato nella Galleria nazionale d'arte a Washington, è considerato una pietra miliare nella storia dell'arte contemporanea, paesaggio strappato da una potente sensibilità visiva all'atto di coscienza.
Infine sublimato in fenomeno creativo capace d'imprimere sulla tela la suggestione organica e fluttuante del vivente.
Se nel commento all'opera Morris Louis la descrisse come «un ponte tra Pollock e ciò che era possibile», in realtà ad emergere è l'avventurosa ricerca di purezza nell'immagine impossibile.
L'immagine di emozioni sedimentate nell'abisso delle percezioni.
Che delle emozioni fa muto linguaggio lirico.
15 notes
·
View notes
Text
“La simmetria dell'orchidea” di Lorena Quarta. Un'opera che esplora l’introspezione poetica e la bellezza della parola
“La simmetria dell'orchidea” di Lorena Quarta (Eretica Edizioni, 2024 pp. 146 € 15.00) custodisce, nella rispondenza e nell'equilibrio interiore, l'osservazione di un pensiero poetico che ha, nella distribuzione capillare della sua suggestiva ispirazione, la proporzione autentica e intensa delle parole
“La simmetria dell’orchidea” di Lorena Quarta (Eretica Edizioni, 2024 pp. 146 € 15.00) custodisce, nella rispondenza e nell’equilibrio interiore, l’osservazione di un pensiero poetico che ha, nella distribuzione capillare della sua suggestiva ispirazione, la proporzione autentica e intensa delle parole. Lorena Quarta adotta la particolare similitudine della simmetria per rivestire i suoi versi di…
#analisi letteraria#armonia dei versi#arte e letteratura#arte oratoria#bellezza della parola#Centro di Lettura “Arturo Piatti”#Componimenti poetici#Eleganza stilistica#emozioni nella poesia#Eretica Edizioni#esistenza e fragilità#ESPRESSIONE POETICA#Introspezione poetica#La simmetria dell&039;orchidea#letteratura italiana#linguaggio poetico#lirismo moderno#Lorena Quarta#narrativa poetica#pensiero poetico#poesia contemporanea#poesia contemporanea italiana#Poesia dell&039;anima#poesia e filosofia#poesia e memoria#poesia e musica#poesia e natura#poesia lirica#potenza delle immagini#Recensione libro
0 notes
Text
Il tratto peggiore della natura umana resta la gioia maligna per il male altrui, strettamente imparentata com'è con la crudeltà, anzi si distingue da essa solo come la teoria si distingue dalla pratica; una gioia che si insedia là dove dovrebbe trovar posto la compassione, che è il suo contrario, ed è la vera matrice di ogni genuina giustizia e di un autentico amore per gli uomini.
A. Schopenhauer, O si pensa o si crede
Arte di Stephen Mackey

11 notes
·
View notes
Text
Lettera aperta - Olimpiadi
La cerimonia inaugurale delle Olimpiadi di Parigi è la rappresentazione plastica di come certi eventi di caratura internazionale siano un’operazione di indottrinamento delle masse, volta ad attuare una riformattazione dei costumi, se non antropologica, delle cosiddette società occidentali.
Malgrado il dietro front di chi lancia il sasso per poi nascondere la mano con l’incalzare delle polemiche, alludendo a margine delle scuse ufficiali che la disposizione attorno a un tavolo di transessuali agghindati ad arte per l’occasione, manco le Olimpiadi siano il Carnevale di Rio de Janeiro, non sia una caricatura blasfema dell’Ultima Cena rappresentata dal Da Vinci, ma secondo la direttrice della comunicazione delle Olimpiadi Anne Descamps e Thomas Jolly, il direttore artistico (se così possiamo definirlo) della cerimonia, si voleva invece educare alla tolleranza e alla comunione.
Le Olimpiadi quali giochi che si svolgevano in Grecia iniziavano con celebrazioni religiose in favore di Zeus e si concludevano con la premiazione degli atleti vincitori, vennero riprese in epoca moderna a fine ‘800, ma sempre hanno conservato un universo estetico e simbolico arcaico proprio di quella civiltà ellenica che ha permeato l’Europa: dalla fiamma olimpica alla traslazione in altre nazioni a testimoniarne l’universalità.
E con la competizione insita nella natura dell’essere umano di confrontarsi con avversari al proprio pari, si veicolava un’immagine di sé salubre, forte ed atletica. E quindi indiscutibilmente bella. Perché nonostante le infezioni culturali contemporanee che propinano un relativismo tout court, esiste un canone oggettivo della bellezza, che la classicità ci suggerisce da tempi immemori che è rappresentato dall’armonia delle forme e da un ordine che è sintesi dell’unità che domina la diversità.
Bellezza, ordine, sostanza e FORMA. Ciò che abbiamo interpretato e riprodotto in tutti gli ambiti e in ogni epoca. Fino ad oggi. Perché noi siamo europei e proveniamo da una Civiltà.
Di contro, ciò che più di ogni altra cosa mina l’esistenza di una civiltà è l’informe. Perché l’assenza di Forma genera una sostanza malata. E là dove la sostanza è malata, la bellezza non può trovare posto e si finisce inesorabilmente per imbruttirsi. Prima nel singolo, poi nella moltitudine e infine nella società. E quindi si avvia il declino di una civiltà in decadenza.
E quando una società è decadente si può arrivare ad assistere all’esibizione della cerimonia inaugurale delle Olimpiadi con un personaggio come Barbara Butch investita dal ruolo di frontman.
Conferitole recentemente il premio di personalità LGBT dell’anno per via della moltitudine di battaglie coraggiosissime a difesa delle minoranze arcobaleno condotte temerariamente al fianco di pressoché tutte le multinazionali, dei magnati della finanza e del mainstream globale. Allora comprendiamo perfettamente che il concetto di Forma quale riflesso di bellezza e di un ordine superiore suggeritoci dalla classicità dei greci, quegli europei che hanno dato vita alle Olimpiadi nel 776 a.C., difficilmente possa attecchire su chi come Barbara Butch conduce audacemente crociate in difesa de “l’accettazione dei grassi”.
Perché l’immagine della cerimonia inaugurale in salsa woke è la più fulgida rappresentazione di come sia ripugnante l’esaltazione delle devianze promosse da chi essendo informe per natura, ha in spregio tutto ciò che essendo bello e giusto secondo natura, costituisce saldezza e ancoraggio: la famiglia e la Nazione, la Cultura e l’identità.
L’agenda cosmopolita della società aperta in fase di consolidamento mira alla distruzione di questi cardini e opera attraverso il condizionamento sociale di una propaganda che si fa sempre più spinta e pervasiva.
Nell’industria dell’intrattenimento, quella cinematografica, musicale o sportiva come in questo caso, ormai è prassi ordinaria rendere espliciti aspetti occulti di un certo misticismo sinistro: dall’ostentazione di modelli devianti per giungere all’esposizione di immagini sempre più spesso esplicitamente sataniste.
Ci chiediamo se eventi come Eurovision, Berlin Fashion Show e Super Bowl ad esempio attraverso performance altamente simboliche, non siano rivelatrici di un retroterra “esclusivo” che rappresenta egregiamente Sodoma e Gomorra: costumi BDSM, ballerini vestiti da donna in perizoma, cantanti che si esibiscono nudi, sesso omosessuale di gruppo praticato in un bagno sporco, croci rovesciate, streghe e demoni che si accoppiano al centro di un pentagramma, adulti che posano davanti alle cineprese con genitali esposti in presenza di bambini.
Vorremmo esimerci anche solo dal pronunciare certe oscenità per via della natura scabrosa di certi contenuti, se non fosse che vengono trasmesse in mondovisione sintonizzando centinaia di milioni di ascoltatori, sdoganando e normalizzando un passo alla volta le più infime degenerazioni dell’uomo mascherate da creatività, arte e inclusività.
Una poderosa macchina di propaganda mondiale che aspira a cancellare le identità nazionali e sovvertendo le religioni, i costumi e le tradizioni dei popoli, mira a scalzare ciò a cui siamo profondamente legati con lo squallore di una “cultura” globale indifferenziata che si esibisce in tutta la sua ripugnanza.
Ferocemente
-Kulturaeuropa
7 notes
·
View notes
Text
Gli artisti sono i più ipocriti di tutti, addirittura più ipocriti dei politici, dunque gli artisti dell'arte sono ancora più ipocriti degli artisti dello Stato, così sento dire di nuovo da Reger. Infatti quest'arte si rivolge sempre all'Onnipotente e ai potenti, e volge le spalle al mondo, diceva spesso Reger, il che la rende infame. È un'arte miserabile e nient'altro, questa, mi sembra di sentire quel che Reger diceva ieri, e intanto lo osservo dalla Sala Sebastia-no. Perché i pittori dipingono dal momento che già c'è la natura? si chiedeva Reger ieri per l'ennesima volta. Eppure anche l'opera d'arte più straordinaria è solo un misero tentati-vo, completamente assurdo e vano, di imitare, o addirittura di scimmiottare la natura, diceva. Che cos'è il volto della madre di Rembrandt, da lui dipinto, di fronte al volto vero di mia madre? chiedeva ancora. Che cosa sono i campi lungo il Danubio che posso attraversare e insieme osservare, di fronte ai campi dipinti? dice-va. Non c'è niente per me di più rivoltante, diceva ieri, della raffigurazione pittorica del potere. Pittura di regime e nient'altro, diceva. Fissare, dice la gente, documentare, eppure in realtà, questo lo sappiamo, vengono fissate e documentate solo cose false e menzognere, solo le falsità e le menzogne vengono fissate e documentate, i posteri non avranno che falsità e menzogne appese alle pareti, ci sono soltanto falsità e menzogne nei libri che ci hanno lasciato i nostri cosiddetti grandi scrittori, solo falsità e menzogne nei quadri appesi a queste pareti. L'individuo che è appeso alla parete laggiù non sarà mai lo stesso individuo che il pittore ha ritratto, diceva ieri Reger. Lindividuo che è appeso alla parete non è colui che ha vissuto, dice-va. Naturalmente, diceva, lei mi dirà che si tratta del punto di vista dell'artista che ha dipinto il quadro, e questo è vero, quantunque sia un punto di vista contraffatto, ovvero, se non altro considerando i quadri di questo museo, il cattolico punto di vista di Stato dell'artista del momento, perché tutto quanto è qui appeso non è altro che arte cattolica di Stato, e quindi, non posso fare a meno di dirlo, arte volgare per quanto formidabile, soltanto volgarissima arte cattolica di Stato. I cosiddetti Antichi Maestri, soprattutto quando se ne vedono molti uno accanto all'altro, e cioè quando se ne vedono le opere una accanto all'al-tra, si rivelano dei fanatici della menzogna che si sono procacciati i favori dello Stato cattolico conformandosi al gusto dello Stato cattolico, e che a questo Stato cattolico si sono venduti, così Reger. Poiché la situazione è que-sta, abbiamo inevitabilmente a che fare con una storia dell'arte deprimente e cattolica da cima a fondo, con una storia della pittura deprimente e cattolica da cima a fondo, che è sempre andata a scovare i suoi temi in cielo e all'inferno, mai però sulla terra, diceva. I pittori non hanno dipinto ciò che sarebbe stato loro dovere dipinge-re, ma soltanto ciò che sono stati incaricati di dipingere, oppure ciò che poteva promuovere la loro notorietà o procurare loro del denaro, diceva.
Thomas Bernhard
8 notes
·
View notes
Text
Ho l'anima incrinata di sogni, una voce candida come neve che racconta il silenzio, come acqua abissale che custodisce segreti, mentre il vento sussurra verità dimenticate e l'universo si riflette nelle profondità del mio essere. - Leizha D. Danae
"She's like the moon"
Per aspera ad astra. Asta inclinant, sed non obligant 🦢
Pugnare cum diis cumque fortuna, grave est. [Nessuno può sfuggire il proprio destino]
Se una cosa è destinata ad essere non importa quanti ostacoli ci siano di mezzo, ritornerà sempre — Leizha D. Danae
Figlia del Destino, sei l'organo muto del Caos. Ti lasci piegare dal vento, come un filo d'erba, inganni tutti, fingendo spalle fragili. Con i tuoi capelli tessi filigrane d'oro e di ombre, in cui nascondi la promessa di un nuovo mondo, di un giorno in cui il fuoco inghiottirà di nuovo il cielo. Tu sai cosa sogna il vulcano mentre dorme, nel silenzio profondo della terra che pulsa. (Credit to: Machi __polariss_)
"A priestess is a woman who owns her power. She is the embodiment of divine feminine energy. Her existence is alchemy. She is a healer. She is an oracle."
"lo sono la volontà degli Dei, io sono la vita. Io sono la Signora del plenilunio, colei che ritorna per ricordare ai Figli del Cielo l'Antica Arte. Io sono la Dea dell'amore che stende un mantello di stelle sopra la notte. lo annuncio l'alba e saluto il tramonto. lo possiedo il segreto di ogni incantesimo. Io sono colei che comanda la folgore. lo sono la rugiada che scende sui prati fioriti, la linfa che scorre nei boschi, che anima i venti e le acque, che sposa e feconda la terra, che nasce nel fuoco e alimenta la fiamma perenne che grida giustizia agli Dei. lo sono colei che sconfigge la morte e spezza le catene della paura, io sono lo Spirito puro della Natura, lo Spirito libero dell'universo. Io sono la Gloria immortale della verità mai tradita. Io sono l'amore, io sono la vita. Io sono la figlia della Luce infinita". — Canto di Aradia di G.G. Leland
“On snowy days like this my heart dances, as if something might appear at any time to take advantage of this white stillness.”
“I love this cruel, ridiculous, beautiful world.”
"Thank to these eyes... I came to understand how cruel and despicable people can be...but that also allowed me to appreciate true beauty. All you have to do is look at things from a different perspective. Once I realized that the things we usually take for granted are really miracles. I came to see everything in its preocious, emphereal beauty. I love this world"
Ciò che pensavi fosse un dato di fatto è in realtà un prodotto di miracoli. Io... amo questo mondo.
— Lacie Baskerville, Pandora Hearts
“C’è splendore in ogni cosa, io l’ho visto. […] Ciao faccia bella, gioia più grande. Il tuo destino è l’amore. Sempre. Nient’altro” —Mariangela Gualtieri
"Gli altri sono troppi, per me. Ho un cuore eremita. Sono impastata di silenzio e di vento. Sono antica. [...] E se sfreccio a volte sulla modesta moto, è per cantare a gola stesa l'ultimo del paradiso fare il mio guizzo pericoloso con tutto quel vento nel petto seminare parole beate nel panorama nervoso. — Mariangela Gualtieri da "Acqua rotta”, in “Senza polvere senza peso", Einaudi, Torino, 2006
Nella serenità del mio femminile moto perpetuo, trovo la forza di amarmi per ciò che il cielo ha voluto che io fossi. Sono la combinazione perfetta dei pianeti opposti a se stessi....Polvere di fata e di stelle.... [...] - Mariangela Ceci
"She doesn't speak too much but she leads the most intelligent conversations. She is a thinker. She has her coffee and books and music. She has her style. There's something so deep in her eyes. That's why everybody stares at her. She has a beautiful soul. She has a power and she is not afraid to be different. She is the art." (Credit to joytri)
She's a dreamer, and a badass, and a romantic to the bones. She's the moon, stars, earth, water, and fire. She's fierce, and soft, fabulous, and forever. - Mark Anthony
"She did not want to move, or to speak. She wanted to rest, to lean, to dream. She felt very tired." — Virginia Woolf, The Years
She is kind and very beautiful. But she can be so cruel and it comes so suddenly and such birds that fly, dipping and hunting, with their small sad voices are made too delicately for the sea. — Ernest Hemingway
"She is the virgin-harlot. She is vulgar, witty, knowledgeable to a depth that terrifies, cruel when she is most kind, unthinking while she thinks, and when she seeks to build she is as destructive as a coriolis storm." — Dune Messiah by Frank Herbert
"I was one of the insatiables. The ones you'd always find sitting closest to the screen. Why do we sit so close? Maybe it was because we wanted to receive the images first. When they were still new, still fresh, before they cleared the hurdles of the rows behind us, before they'd been relayed back from row to row, spectator to spectator, until worn-out, secondhand, the size of a postage stamp it returned to the projectionist's cabin." — The Insatiables
Habent sua fata libelli. [I libri hanno un loro destino]
"La morte è l'ignoto in cui tutti noi siamo vissuti prima di nascere. Nulla è più creativo della morte perché essa è l'intero segreto della vita. Ciò significa che il passato va abbandonato, che l'ignoto non può essere evitato, che l' io non può continuare, che niente può essere fissato per sempre. Quando un uomo sa questo, vive per la prima volta nella sua vita. Trattenendo il respiro lo perde. Lasciandolo andare lo trova." — Alan Watts, La saggezza del dubbio
Ascolta, è proprio perché ho nuotato negli abissi che ho iniziato ad amare l’abisso della quale sono fatta
Io canto la mia canzone solo a quelli che vengono con me a danzare in un bosco pieno di fate e lupi selvaggi. — Fabrizio Caramagna
Il violino – il più umano di tutti gli strumenti… — Louisa May Alcott)
Un poeta è un uomo che mette una scala su una stella e vi sale mentre suona un violino. — Edmond de Goncourt

“After all, [the world] is on my side. That is, I’m a part of it. Not separate from it. I walk on the ground and the ground’s walked on by me, I breathe the air and change it, I am entirely interconnected with the world.” — Ursula K. Le Guine, the Lathe of Heaven
Io sono completa 🦋 - Leizha D. Danae
"Lord Visnu said: 'Since your heart is filled immovably with trust in Me, you shall, through My blessing, attain freedom from existence.'" (Vishnu Purana, 1.20.28)
Leizha's core 🦋🩵🦚🎼🪞✨️🦢
3 notes
·
View notes
Text

"Significati, stati d'animo, l'intera scala della nostra esperienza interiore, trova nella natura le "corrispondenze" attraverso le quali possiamo conoscere i nostri sconfinati sé..." ~ Kathleen Raine art on Pinterest ************************ "Meanings, moods, the whole scale of our innner experience, finds in nature the "correspondences" through which we may know our boundless selves..." ~ Kathleen Raine art on Pinterest
14 notes
·
View notes